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Dietro front, avanti march (6): le obbligazioni al centro di tutto

Quante parole avete ascoltato e letto, sul grafico che segue? La Borsa di New York ha rotto, in misura ampia, il supporto fornito dalla linea della media a 200 giorni in ottobre.

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Poi, nella seduta di mercoledì 7, dopo le Elezioni di Midterm, è tornata sopra, con un rialzo del 2%.

Metà del medesimo rialzo, poi, è stata cancellata nella seduta di venerdì, quando durante la giornata l’indice è sceso proprio fino alla media a 200 giorni.

Il nostro parere su queste osservazioni? Che è un modo divertente di impegnare il tempo, ma pure di perderlo.

Nulla, di ciò che faranno in futuro i vostri investimenti, dipende da quei riferimenti grafici. Molto, moltissimo invece dipenderà dal grafico che segue.

Notate che, lo stesso mercoledì 7 novembre, i contratti futures sui Treasury, in Asia, hanno fatto segnare il volume di scambi più elevato del 2018. Invece di operare sulla Borsa, gli investitori hanno operato, come forsennati, nel comparto delle obbligazioni.

Nelle sedute seguenti, poi, il rendimento a scadenza non si è mosso dal 3,20% circa: ma NON è questo il dato da tenere a mente. Fate invece attenzione a quanto interesse, a quanta tensione c’è oggi sul mercato delle obbligazioni. Questa tensione dove si sfogherà, da qui a fine 2018?

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Mercati oggiValter Buffo
Dietro front, avanti march (5): Brexit e il Regno Unito
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Ricordate che cosa scriveva Recce’d di Brexit due anni fa? Che non se ne farà mai nulla, e che l’economia non ne sopporterà le implicazioni negative che sono state anticipate dalla grandissima maggior parte delle Reti di vendita e delle banche di investimento.

Oggi, a oltre due anni di distanza dal Referendum, i fatti parlano da soli.

Si tratta di dati di fatto, utili da tenere a mente nella gestione del proprio portafoglio di investimenti. In merito alle posizioni in sterline GBP, ma pure in una chiave più generale.

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Mercati oggiValter Buffo
Dietro front, avanti march (4): i Fondi Hedge e gli Alternativi
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I Clienti e i lettori che da più anni sono con Recce’d conoscono bene questo tema.

Gli “Alternativi” sono una categoria importantissima del risparmio gestito: a differenza dei Fondi Comuni tradizionali, che si nascondono dietro al benchmark per camuffare la propria inutilità (per il Cliente che ci investe), gli Alternativi quanto meno si propongono di raggiungere obbiettivi di rendimento assoluto per il Cliente.

Chi ci conosce da più anni sa che questo è per noi un requisito fondamentale, ed anche minimo, per chi si proponga di fare autentica attività di gestione di portafoglio. I Fondi Comuni tradizionali a benchmark in realtà non fanno attività di gestione: non fanno nulla, semplicemente, come i dati stanno lì a dimostrare.

Tornando agli Alternativi, anche nel Blog abbiamo documentato, anni fa, la profonda crisi del settore e ne abbiamo analizzato, ed illustrato, le ragioni.

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Spiegando perché ci sono strategie di gestione che si chiamano Alternative ma solo per una etichetta commerciale, ed altre strategie che (come le nostre) sono autenticamente Alternative, nei loro fondamenti e nei loro obbiettivi verso il Cliente investitore.

Oggi nel Post ci limitiamo a segnalare che il 2018 in questo senso resterà come un anno di svolta: e forse, come l’anno in cui inizia la fase acuta della crisi degli Alternativi per etichetta, dei falsi Alternativi. Che includono i Fondi Hedge, ma pure alcune strategie che caratterizzano prodotti ad ampia diffusione come i Fondi Risk Parity e gli ETF “fattoriali” (immagine che segue).

Informatevi: vi può essere utile per scegliere.

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Mercati oggiValter Buffo
Dietro front, avanti march (3): il petrolio

Ne abbiamo scritto una settimana fa, anche qui nel Blog e poi nella rassegna settimanale sul sito. E poi in molte occasioni in The Morning Brief.

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Oggi, il calo del petrolio sta prendendo una piega che, come vedete nel grafico in basso, giustifica alcune preoccupazioni.

Ai Clienti, abbiamo chiarito per mesi le ragioni per le quali i loro portafogli NON hanno scommesso sul rialzo del petrolio. In momenti nei quali tutte le banche di investimento spingevano. Quante pagine abbiamo (ed avete) letto sulla produzione, sulla domanda, sulle tariffe, sull’IRAN, sull’OPEC?

Tutto spazzato via: tutto tempo che abbiamo buttato via. Non c’è più nulla.

Ma almeno non abbiamo buttato via i soldi per correre dietro al “trend”.

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Mercati oggiValter Buffo
Dietro front, avanti march (2): le previsioni per gli utili

Non serve andare tanto indietro: bastano poche, pochissime settimane.

Per introdurre l’argomento, facciamo un esempio (se ne possono fare altri): gli utili negli Stati Uniti. Quelli che “crescono del 20% e più”. Ripensate a chi diceva che si tratta di un miraggio, di un effetto temporaneo. Pensate a noi.

Parliamo per un momento di noi, di Recce’d.

Solo poche settimana fa, c’era chi ci faceva osservare che: “voi volete vedere le cose in un certo modo”. C’era chi si irritava per il tempo che passa: “chissà quando si vedrà quello che dite voi”

Adesso invece c’è il grafico qui sotto.

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Adesso, la più influente tra le banche di investimento dice che nel 2019 la crescita degli utili USA sarà del 6%. Era il doppio, ovvero il 12%, solo 60 giorni fa. Dove sarà tra 60 giorni?

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Il potere di “placement”, di collocamento di queste grandi reti di vendita all’ingrosso è tale, che (almeno fino ad oggi) riescono ad orientare il modo di vedere e di valutare i mercati. Per ora, nessuno si domanda: ma come lavorano queste persone? Come le fanno, le loro previsioni?

Da sempre però questa capacità di influenzare l’opinione “del gregge” funziona solo nel breve termine.

Da sempre: e per questo, noi di Recce’d, come altri che non hanno rinunciato a ragionare con la loro testa, ci sentiamo dire che “noi vogliamo vederla in un certo modo” … fino a quando poi tutti la vedono in quel “certo” modo.

Ci può essere poi qualcuno che dice che … lo abbiamo detto troppo presto.

A questa osservazione, che rispettiamo, ci permettiamo di rispondere … con un sorriso. Chi cerca il Mago Silvan, lo trova in questi giorni in tv che fa uno spot pubblicitario. Recce’d fa un altro mestiere.

Il mestiere della gestione di portafoglio non è una corsa contro il tempo. Non ha la data di scadenza come hanno gli yoghurt. Il mestiere dipende dal vederla nel modo giusto, oppure sbagliato. Alla fine. Tutto qui.

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Mercati oggiValter Buffo