Scottature ed insolazioni
 

Mare, campagna o montagna: dovunque si rischia l’insolazione.

Il colpo di sole è un problema frequente, nel periodo estivo: in particolare, quando arrivano le ondate di “caldo africano”. Proteggersi dai colpi di sole è importante, importantissimo.

Vediamo insieme, prima di tutto, che cosa è, come si definisce, il colpo di sole.


Il colpo di sole (o insolazione) è una situazione patologica che deriva da una prolungata esposizione del corpo ai raggi solari.

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Nella maggior parte dei casi, l'insolazione si verifica durante le giornate particolarmente calde del periodo estivo.

Il colpo di sole rappresenta una situazione di pericolo per l'organismo e, come tale, non deve essere sottovalutata. I primi segnali che devono indurre a correre ai ripari sono: mal di testa, forte senso di nausea, vertigini e spossatezza.

In generale, è valido il consiglio di non mettersi al sole nelle ore centrali della giornata (11-16), evitando del tutto l'esposizione quando le giornate sono molto calde, soprattutto se l'umidità relativa è alta e la ventilazione è assente (cioè in presenza di afa).

Colpo di Sole: di cosa si tratta?

Il colpo di sole è un insieme di disturbi che insorgono dopo un'esposizione diretta, eccessiva e prolungata ai raggi del sole del corpo. Si tratta di un'evenienza grave, in quanto all'azione del calore sull'intero organismo si aggiungono gli effetti delle loro radiazioni ultraviolette (UVB e UVA) e infrarosse sulla superficie del capo e sui vasi cerebrali, che si manifestano con cefalea e vertigini, seguite da sintomi più severi, come malessere generale, nausea e convulsioni, fino allo stato confusionale ed alla perdita di coscienza.


Il brano che abbiamo riportato qui sopra ci parla di stato confusionale, e di perdita di coscienza.

Non ci sono dubbi: una parte (almeno) degli investitori in Borsa ha subito proprio un colpo di sole, tra luglio ed agosto del 2023. I sintomi sono quelli, evidenti, e parlano chiaro.

Per fortuna, chi ha seguito questo nostro Blog, tra giugno e luglio, si è già messo al riparo, ed è riuscito ad evitare questa bruttissima insolazione, e le sue dannose conseguenze.

Esposti al sole, sulla sdraio oppure sulla spiaggia, subito prevale l’euforia, l’eccitazione, un senso di generale benessere: purtroppo, questa iniziale impressione all’improvviso si trasforma in disagio, e questo disagio presto si trasforma in un malessere profondo.


Segnali a cui prestare attenzione

Per evitare gli effetti più negativi dei colpi di sole è indispensabile cogliere (o riconoscere in chi ci sta accanto) i primi segnali d'allarme. La persona colpita da insolazione si sente tipicamente confusa e lamenta forte dolore al capo. Al contempo, si manifestano irrequietezza, malessere, battito cardiaco accelerato, pelle calda al tatto, sudorazione eccessiva e vertigini.

La prima cosa da fare è spostarsi all'ombra, meglio ancora se in un luogo fresco e chiuso. In caso di sintomi particolarmente accentuati o in presenza di vomito e svenimento, si consiglia di trasportare o accompagnare la persona colpita dall'insolazione immediatamente da un medico o al pronto soccorso. In un secondo momento, vanno trattate le lesioni della pelle (scottatura solare o eritema).

Colpo di Sole: che cosa fare subito. Spostarsi all'ombra

Quando si avvertono i primi segnali di malessere, è opportuno allontanarsi dal sole e ripararsi in un luogo fresco, riparato e ben arieggiato per abbassare la temperatura corporea.

  • Attenzione! Non rimanere sotto l'ombrellone, poiché i raggi solari filtrano lo stesso e la temperatura rimane comunque elevata.

Impacchi freschi

Per contrastare la disidratazione, bere piccoli sorsi d'acqua fresca (non ghiacciata, per evitare il pericolo di congestioni) e bagnare la testa con un panno umido. Per raffreddare il corpo, spruzzare dell'acqua a temperatura ambiente o tamponare con teli umidi i polsi, i lati del collo, l'inguine, le ascelle e le tempie.

  • Attenzione! L'acqua utilizzata per raffreddare il corpo deve essere tiepida e non ghiacciata per non causare vasocostrizione e impedire la dispersione di calore.

  • Attenzione! Se non s'interviene subito, il colpo di sole può condurre alla perdita di coscienza, fino alle convulsioni e all'alterata funzionalità dell'apparato cardiocircolatorio.


Il brano qui citato che cosa suggerisce?

  • Suggerisce di spostarsi all’ombra, e poi

  • suggerisce anche di intervenire subito, di NON rimanere esposti al sole come wurstel sulla graticola (anche il wurstel, peraltro, non va lasciato per troppo tempo sulla brace, se no si spacca).

Per il vostro portafoglio titoli, e per i vostri investimenti sui mercati finanziari, avete preso le giuste precauzioni? Avete fatto tutto il possibile per prevenire il colpo di sole?

In questo agosto 2023, così ricco di eventi, di shock, di cambiamenti di scenario, voi amici lettori avete fatto tutto il possibile per PREVENIRE?

Ricordate quel detto che dice prevenire è meglio che curare?

Recce’d vi aiuta, e vi aiuterà ogni giorno, attraverso note (estremamente sintetiche) che gratuitamente metiamo a disposizione del pubblico dei lettori

  1. alla pagina MERCATI del nostro sito

  2. alla pagina NEL MOTORE DELLA PERFORMANCE del nostro sito

  3. alla pagina TWIT TWOO del nostro sito

Oltre che ovviamente in questo Blog, dove soltanto nelle ultime due settimane Recce’d ha pubblicato ben quattro nuovi Post, tutti dedicati al tema dei colpi di sole, e poi anche dell’insolazione, ed ovviamente anche di come prevenirla e (come poteva mancare?) di come individuarne i sintomi con il necessario anticipo (necessario per evitare i danni).

Tanto, anche voi lo avete già sicuramente capito, vero?

Le cose vanno a finire come vi abbiamo detto noi. Noi di Recce’d: come tutte le altre volte.

Ve lo avevamo già scritto il 3 giugno, proprio nel Blog, spiegando anche che è stata fatta una scelta politica, di tirare una corda fino a che non sarà spezzata.

E’ stata scelta con decisione la strada del “fare finta di non capire e non vedere”, come altre volte nel passato recente. Di tollerare, di continuare a sperare, e di spargere “ottimismo”. Abbiamo scritto, il 3 giugno, che proprio a causa di questa scelta politica oggi tutti gli investitori (che non siano decisamente distratti, malissimo informati … oppure un po’ semplicioni) si trovano davanti un solo scenario possibile, e stiamo tutti andando verso questo esito con massima velocità.

Il solo scenario possibile metterà in massima evidenza la differenza tra la ricchezza “soltanto sulla carta” e la vera ricchezza”: questo noi di Recce’d lo avevamo già chiarito sette giorni prima. Ed in aggiunta a questo vi avevamo anticipato già il 24 giugno che ci aspetta un’estate calda (caldissima) e poi un inverno freddo (freddissimo): ma soprattutto, un agsto indimenticabile.

Come avevamo scritto in data 10 giugno scorso, oggi dovrebbe esservi chiaro che il “punto di svolta” è stato ampiamente superato: ormai, siamo già tutti dentro quello scenario che noi anticipammo appunto il 3 giugno.

Ma se per caso non vi è stato sufficiente tutto questo nostro lavoro, allora eccoci qui pronti a ricordare al lettore, con il brano che segue come si previene l’insolazione. Ed è proprio qui (se leggete con attenzione ed un pizzico di arguzia) che capirete quello che dovete fare del vostro portafoglio e dei vostri investimenti sui mercati finanziari.

Colpo di sole: i consigli per prevenirlo

In generale, nelle ore più calde della giornata, per evitare un colpo di sole:

  • È bene non rimanere esposti troppo al sole;

  • Soggiornare in luoghi freschi e con ventilazione adeguata (se necessario, rinfrescare gli ambienti con ventilatori o condizionatori);

  • Indossare abiti leggeri e di colore chiaro, realizzati con fibre naturali (lino e cotone) che non ostacolino la traspirazione;

  • Abbassare la temperatura corporea con bagni e docce tiepide, non fredde.

Per evitare l'insolazione, altre misure valide - non solo al mare o in montagna - sono:

  • Riparare la testa con un cappello dotato di visiera e occhiali da sole;

  • Bere frequentemente durante la giornata, almeno due litri di acqua in totale;

  • Consumare cibi ricchi di acqua, come la frutta di stagione e la verdura fresca;

  • Non assumere alcolici, cibi o bevande molto fredde;

  • Mantenere fronte e polsi freschi, bagnandoli frequentemente con acqua fresca;

  • Non compiere sforzi fisici particolarmente intensi;

  • Esporre la pelle al sole progressivamente, evitando le ore centrali del giorno (11-16) proteggendola con creme solari e ripetendo l'applicazione ogni due ore circa.


Il brano che avete appena letto (ci auguriamo, con attenzione, ed intelligenza, ed arguzia: a ai lettori di Recce’d sicuramente non mancano) allora adesso sapete che cosa dovete fare.

Noi, per i Clienti di Recce’d, in agosto (come in ogni altro mese) ogni giorno attraverso il nostro The Morning Brief e molte altre comunicazioni, mettiamo a punto tutte le mosse necessarie, le analisi dei sintomi, ed i rimedi più efficaci, per guadagnare soldi attraverso la gestione del portafoglio modello proprio dai (numerosi) colpi di sole estivi che (evidentemente) hanno colpito in questa estate 2023.

Comprensibilmente, riserviamo questo prezioso lavoro a chi sceglie di procedere insieme a noi, di dare credito al nostro metodo di lavoro, di supportare anche attraverso i frequenti confronti il nostro sforzo quotidiano, e a chi sceglie di sfruttare il solido ancoraggio che la nostra strategia di investimento offre, attraverso i nostri portafogli modello bastati sul nostro modello proprietario di allocazione.

Per tutti voi lettori del sito ed investitori, che forse almeno in parte avete subito anche voi gli effetti dannosissimi dell’insolazione, e che ancora una volta, proprio come nell’estate del 2022, un anno fa, avete la testa in confusione, non fate attenzione a dove mettete i piedi, e siete caduti (con tutti e due i piedi) nelle acque ristagnanti e putride, infestate dalle zanzare, che i “professionisti della vendita” chiamano

soft landing

noi anche oggi vi regaliamo un concreto, e qualificato, e tempestivo, supporto alla decisione.

La nostra scelta, oggi 5 agosto 2023, è caduta sul dato USA per l’inflazione che verrà pubblicato la settimana prossima. Dopo due settimane poi vedremo il nuovo dato PCE sempre per l’inflazione USA, insieme coi dati per l’Europa.

Non è questa la sede dell’analisi dei dati in arrivo, dei dati precedenti, del probabile impatto di questi dati sulla narrativa del “soft landing” nel mese di agosto 2023, e delle probabili reazioni dei mercati finanziari nelle prossime settimane (che si annunciano indimenticabili ed imperdibili).

Tutto questo, lo leggerete la settimana prossima e per tutto il mese di agosto nel nostro The Morning Brief, con alcuni accenni che saranno pubblicati alla pagina MERCATI, alla pagina NEL MOTORE DELLA PERFORMANCE ed alla pagina TWIT - TWOO del nostro sito.

Invece nel Post di oggi, e per chiudere il Post di oggi, noi pubblichiamo la nostra sintesi un articolo che Recce’d giudica di altissimo livello. Ed indispensabile.

Perché indispensabile? Spieghiamo subito.

Consentiteci di scrivere (siamo autorizzati … dalla nostra stessa storia) che di inflazione la grande maggior parte a tutto oggi, 5 agosto 2023, ci ha capito poco o nulla, proprio come nel 2022, nel 2021, e nel 2020.

Quelli che ci capiscono poco o nulla, come avete visto, sono:

  • giornalisti e uomini dei media

  • promotori finanziari (chiamati anche financial advisors, e private bankers, e wealth managers)

  • banchieri centrali

  • donne e uomini dei Governi

Questa è la ragione per la quale, il giorno 5 agosto del 2023, siete tutti costretti a leggere sul vostro quotidiano molti articoli pieni di allarme (e di stupore: “ma tu pensa!!!”) come ad esempio questo che segue, che vale come esempio.

Articoli dei giornali che a noi in Recce’d sorprendono per la loro ingenuità al limite della stupidità: ma che cosa pensava (secondo questi giornali e giornalisti) il lettore medio, che l’inflazione fosse una cosa … che si ferma proprio fuori dalla soglia di casa sua? Che riguarda tutti … tranne lui e la sua famigliola?

Proprio per questo stato di cose, il nostro suggerimento a tutti i lettori di Recce’d è di dedicare dieci-quindici minuti a ciò che segue: l’obbiettivo, amici lettori, è quello di cominciare finalmente a comprendere che cosa è l’inflazione, da dove arriva, e dove sta andando.

Dovete capirlo oggi, proprio oggi: dovete capirlo PRIMA che i mercati finanziari (finalmente) capiscano, e correggano i prezzi di tuti gli asset finanziari.

Evitate quelle (solite) brutte scottature che invece il signore qui sotto non ha evitato.

Ma prima, lo dovete fare, amici lettori. Prima di beccarvi la scottatura. Dopo, non vi servirà più.

Leggete con attenzione questa nostra sintesi, e mettetevi all’ombra mentre leggete: non vorrete mica rischiare … l’insolazione!

John Cochrane, economista della Hoover Institution, e figura di riferimento per tutta la Finanza mondiale, ha scritto proprio questa settimana un interessante e breve articolo per il Wall Street Journal in cui discute alcuni elementi cruciali relativi all'inflazione e agli sforzi per tenerla sotto controllo.

In questa discussione, Cochrane avanza tre importanti considerazioni che dovrebbero indurre gli investitori a modificare la loro concezione dell'inflazione e del ruolo che la politica monetaria e la politica fiscale svolgono nel generare o controllare i futuri livelli di variazione del livello dei prezzi.

In primo luogo, Cochrane considera la situazione politica degli anni 2010.

All'inizio della ripresa economica successiva alla Grande Cisi Finanziaria 2007 - 2009 (la recessione era terminata nel giugno 2009) la Federal Reserve ha iniziato a pompare la massa monetaria.

Molti analisti, Cochrane compreso, hanno iniziato a temere che l'aumento della massa monetaria avrebbe causato un aumento dell'inflazione dei prezzi al consumo e, dato il tasso di crescita della massa monetaria, le aspettative di inflazione futura erano piuttosto spaventose.

Tuttavia, nel corso del decennio, l'inflazione dei prezzi al consumo è stata piuttosto contenuta. Tra una recessione e l'altra, l'indice dei prezzi al consumo target della Federal Reserve è aumentato a un tasso annuo composto di circa il 2,2%. Molto accettabile.

È anche vero che nello stesso periodo la crescita economica è stata relativamente modesta e questo non è piaciuto ai responsabili politici del governo. Ma anche questo è stato un elemento che ha permesso ai responsabili politici del governo di ottenere un basso tasso di inflazione per quel periodo.

Cochrane conclude scrivendo che in quel periodo: "Il QE (quantitative easing) non ha avuto sostanzialmente alcun effetto sull'inflazione". L'inflazione non è aumentata perché la politica fiscale del governo non ha creato la pressione di spesa necessaria all'epoca per provocare un eccesso di domanda di beni e servizi. "Nella teoria fiscale dell’inflazioe, conta il debito pubblico complessivo, comprese le riserve, e non la sua particolare scadenza". E l'aumento del "debito pubblico complessivo" era sotto controllo in quel periodo.

Quindi, lo stimolo del governo è andato in attività finanziarie e non in attività reali, che avrebbero portato a un aumento dell'inflazione.

Questo è un altro modo di descrivere ciò che è accaduto negli anni 2010, molto simile a quello che noi abbiamo presentato negli ultimi 10 anni circa in questo blog. Abbiamo definito l'approccio politico del governo come "inflazione da credito". Abbiamo tracciato gli sforzi monetari e fiscali dell'epoca attraverso il circuito finanziario dell'economia e non il circuito reale dell'economia.

In secondo luogo, Cochrane respinge nel suo articolo anche l'uso della curva di Phillips, e noi stessi abbiamo scritto in un Post che negli Anni Duemila, ovvero che "la curva di Phillips non esiste".

Il professor Cochrane sul WSJ scrive anche questo: "La curva di Phillips rimane il modo predominante di pensare all'inflazione, ma la sua visione ha fallito completamente". Quindi, non dobbiamo aumentare la disoccupazione nell'economia solo per ridurre la quantità di inflazione esistente nell'economia.

Cochrane aggiunge che la "caccia alle streghe" per fenomeni come "avidità", "prezzi stracciati" e "monopolio" collegati all’inflaizone ha seguito l'inflazione per secoli. E conclude così: "Anche loro, nel migliore dei casi, confondono i prezzi relativi con il livello di tutti i prezzi e i salari".

In terzo luogo, Cochrane guarda al futuro e attribuisce poca importanza (nel contesto degli Anni Duemilaventi) agli sforzi della Federal Reserve per ridurre l'inflazione e l'inflazione del futuro.

Il nostro recente esame (anche qui nel Blog) di ciò che la Federal Reserve sta facendo porta a conclusioni molto simili a quelle esposte da John Cochrane sul WSJ.

Negli ultimi anni, la Federal Reserve ha acquistato oltre 5.000 miliardi di dollari in titoli di Stato. Nel suo attuale sforzo di restrizione quantitativa, la Fed, dopo 16 mesi, ha rimosso dal suo portafoglio solo poco più di 900 miliardi di dollari in titoli. Allo stesso tempo, la Fed ha prestato più di 200 miliardi di dollari al sistema bancario attraverso il suo sportello di prestito.

Si tratta di noccioline rispetto all'ammontare del debito che il governo federale emetterà nei prossimi anni.

Ne scrive così John Cochrane:

"Gli Stati Uniti stanno gestendo uno scandaloso deficit di 1.500 miliardi di dollari, con un tasso di disoccupazione del 3,6% e nessuna crisi temporanea che giustifichi un prestito così ingente. I diritti non finanziati incombono su qualsiasi piano di sostenibilità delle finanze pubbliche. Il Congressional Budget Office prevede deficit in costante crescita, e anche i suoi avvertimenti presuppongono che non accada nulla di negativo che possa spingere a un'altra ondata di prestiti".

Ci aspetta quindi un'altra "ondata" di inflazione in futuro?

John Cochrane ha cercato con questo intervento di formulare una "nuova" narrazione alternativa che aiuti a spiegare e comprendere ciò che è accaduto negli ultimi dieci anni: e questo può aiutare noi investitori a rispondere alla domanda qui sopra relativa al futuro.

Perché tocca a noi, investitori sui mercati, di rispondere prima di tutti, ed anche prima dello stesso John Cochrane. Oggi.

  • La comunità degli investitori ha dovuto cambiare punto di vista quando la Federal Reserve ha iniziato il suo programma di quantitative easing dopo la Grande Recessione e i rapidissimi aumenti della crescita monetaria non hanno creato l'inflazione che la rapida crescita monetaria sembrava prospettare.

  • La comunità degli investitori successivamente ha dovuto sperimentare i problemi legati alla diffusione della pandemia di Covid-19, alla successiva recessione e alla bolla degli asset della Federal Reserve derivante dalla sua massiccia iniezione di fondi per combattere le turbolenze finanziarie ed economiche dei primi anni 2020.

  • Ora il compito della comunità degli investitori è quello di costruire una narrativa del tutto nuova, da cui partire per le loro scelte di investimento. Le riflessioni presentate da John Cochrane in questo articolo per il Wall Street Journal sono è un buon punto di partenza.

Chiudiamo il Post quindi con questo accenno alla nuova “narrativa”, ovvero alla necessità (per voi, per noi, per tutti quanti) di definire uno “scenario”: proprio di scenari alternativi para questa immagine che segue, che noi pubblichiamo nel Blog oggi per la terza volta.

Non la abbiamo mai commentata, per mancanza di tempo. Per la medesima ragione, anche oggi non c’è il commento. Magari, la prossima volta?

Ma voi amici lettori potete farvi aiutare, subito ed oggi. Chiedete alla vostra chat, ad un amico, ad un collega. Chiedete al financial advisor, al private banker, chiedete al wealth manager.

E se ne avete voglia, poi fateci sapere che cosa vi hanno spiegato: tutti abbiamo sempre qualcosa da imparare e noi in Recce’d impariamo ogni giorno.

Fidatevi: questo grafico è importante. Per voi. E per i vostri soldi. Oggi.

Noi di Recce’d chiudiamo così il nostro Post: e andiamo tutti a prendere il sole di questo magnifico agosto 2023 (con le giuste protezioni).

Valter Buffo
Trending oggi su Twitter: la follia (parte 3)
 

Madness.

Oggi è questa la parola che si ascolta più spesso, e che si legge più spesso, quando ci si occupa di mercati finanziari.

Recce’d quindi, con la tempestività che tutti ci riconoscete, si concentra proprio su questo: la follia tra gli operatori di mercato, e le implicazioni per la gestione nel proprio portafoglio titoli.

Ovvero: come noi gestiamo i portafogli modello nelle fasi di mercato che tutti chiamano

madness.

Pur avendo, collettivamente ed anche individualmente, una vasta e profonda esperienza di mercati finanziari, noi non abbiamo memoria di una situazione simile a questa: neppure durante gli episodi, spesso citati anche dai media, del 1999-2003 e poi del 2007-2009.

In una sola occasione, noi ricordiamo di avere letto, con così tanta frequenza, il termine

madness

nei commenti ai mercati finanziari: ed è una recentissima occasione, ovvero il 2021.

Questa ondata di follia impressiona tutti: noi di Recce’d, i piccoli investitori, i grandi investitori Istituzionali, ed i commentatori. I commentatori che “fanno il coro” e in modo disciplinato scrivono per supportare la narrativa che prevale in quel preciso momento, ma pure quei commentatori che nel corso degli anni hanno dimostrato maggiore competenza, maggiore esperienza, maggiore capacità.

Noi apriamo questo nostro Post, che è il terzo di una serie e chiude la serie, facendovi leggere il più recente contributo di Mohamed El Erian al Financial Times.

Oggi lo facciamo (a differenza che in molte precedenti occasioni) per avvertire i nostri lettori che in questa specifica occasione anche El Erian si è sentito in dovere di compiacere la narrativa prevalente, almeno per una parte dei suoi argomenti.

Dopo avere letto questo articolo, che abbiamo tradotto per i nostri lettori, Recce’d vi spiegherà le ragioni per le quali FARETE IL VOSTRO DANNO se deciderete di investire il vostro denaro sulla base di considerazioni come quelle 8alcune di quelle) che leggete qui.



La prima metà del 2023 è stata caratterizzata da un'impressionante dispersione economica e finanziaria, sia all'interno dei Paesi che tra di essi.

Con una certa inversione di tendenza a luglio, si tende sempre più a prevedere una convergenza nel periodo a venire e la serie di risultati favorevoli che ne deriverebbero, dai migliori risultati in termini di crescita e inflazione alle performance di investimento. Tuttavia, farlo ora sarebbe prematuro e poco saggio.

I segnali di apparente convergenza si moltiplicano sia in ambito economico che finanziario. Si consideri il seguente esempio:

Il Regno Unito, da tempo in ritardo nel ridurre significativamente il proprio tasso d'inflazione, ha sorpreso favorevolmente con i dati pubblicati a luglio, più bassi del previsto, alimentando le speranze di una convergenza relativamente rapida verso i tassi d'inflazione più bassi prevalenti nelle altre economie del G7.

Con l'azione politica ampiamente prevista nel corso della settimana, la Banca d'Inghilterra potrebbe unirsi alla Banca Centrale Europea e alla Federal Reserve nel convergere verso aumenti dei tassi di 25 punti base dopo un'ampia gamma di risultati a giugno. Tra questi, un aumento di 50 pb per la BoE, di 25 pb per la BCE e un tasso invariato per la Fed.

Dopo essere scivolato alle spalle dell'indice tecnologico Nasdaq, l'indice Dow Jones delle società industriali e di consumo più tradizionali ha recuperato terreno nelle ultime settimane.

A livello internazionale, dopo aver nettamente sottoperformato i titoli delle economie avanzate ed emergenti, a luglio i titoli cinesi hanno sovraperformato entrambi.

Infine, quello che alcuni consideravano un discorso allarmante sul "disaccoppiamento" Cina-USA ha lasciato il posto alla nozione apparentemente più confortante di un "de-risking" che non farebbe deragliare la crescita e il commercio né causerebbe molta instabilità finanziaria.

Questo crescente parlare di minore dispersione economica e finanziaria alimenta naturalmente l'ottimismo dell'economia e dei mercati. In effetti, più a lungo persiste, più potrebbe ridurre l'incertezza e diminuire la volatilità all'interno dei Paesi e tra di essi. A sua volta, ciò migliorerebbe le prospettive di atterraggi morbidi a livello nazionale e globale, allevierebbe le pressioni sui tassi d'interesse e sulle valute e consentirebbe di guidare il prossimo rialzo dei prezzi delle attività con titoli dalle valutazioni meno gonfiate.

Inoltre, con la possibilità di una tale serie di anelli di retroazione positivi, si è tentati di credere che la seconda metà dell'anno vedrà una decisa rimozione delle nubi di incertezza che incombono minacciosamente sull'economia e sui mercati globali.

Per quanto si possa sperare che tutto ciò si realizzi, sarebbe più saggio prevedere un percorso accidentato. Basti pensare ad alcuni fattori che complicano la convergenza che sembra essere in corso.

In assenza di un maggiore contributo da parte delle misure di sostegno all'offerta, la BoE ha ancora una strada difficile da percorrere nella sua lotta all'inflazione. Nel frattempo, mentre la BCE e la Fed, più avanzate, intraprendono l'"ultimo miglio" della loro missione anti-inflazione, entrambe dovranno affrontare un compromesso tra il raggiungimento dell'obiettivo comune di inflazione al 2% e il mantenimento delle condizioni finanziarie ed economiche.

Le sfide per le banche centrali vanno oltre. Nei prossimi mesi, la Banca del Giappone dovrà affrontare il delicato compito di apportare più di un ritocco al suo regime di politica YCC (controllo della curva dei rendimenti), sempre più distorsivo. Nel frattempo, l'impatto cumulativo dei rialzi dei tassi in altri paesi colpirà probabilmente più duramente un'ampia serie di attività a leva in scadenza e di società zombie la cui sostenibilità finanziaria richiede ristrutturazioni finanziarie o riduzioni coercitive del debito.

In un mondo in cui l'industria manifatturiera è sotto pressione e il risparmio in eccesso si sta esaurendo, il supporto fondamentale per i guadagni di prezzo a livello di mercato mancherà dell'energia del piccolo gruppo di titoli che cavalcano una grande onda secolare (si pensi all'intelligenza artificiale e ad altre innovazioni che cambiano la struttura) o che hanno caratteristiche "per tutte le stagioni" (si pensi alle Big Tech tradizionali).

Dato che le sfide della crescita cinese sono sia cicliche che secolari, la tradizionale strategia del governo di mettere il turbo ai mercati attraverso stimoli fiscali e monetari si rivelerà meno efficace e più distorsiva, vanificando una rapida convergenza del mercato.

Infine, per le ragioni esposte in una precedente rubrica, è molto difficile che gli Stati Uniti si dissocino dalla Cina senza un notevole grado di disaccoppiamento.

Dovremmo fare del nostro meglio per moderare l'attrazione delle confortanti narrazioni sulla convergenza. Se non lo facessimo, non solo allenteremmo prematuramente gli sforzi necessari per superare le restanti sfide a breve termine. Ci lascerebbe anche in una posizione ancora peggiore per gestire i problemi secolari e strutturali che si pongono alla nostra generazione e a quelle dei nostri figli e nipoti.

Riprendiamo ed analizziamo, in particolare, uno dei due passaggi evidenziati. Scrive El Erian:

Questo crescente parlare di minore dispersione economica e finanziaria alimenta naturalmente l'ottimismo dell'economia e dei mercati. In effetti, più a lungo persiste, più potrebbe ridurre l'incertezza e diminuire la volatilità all'interno dei Paesi e tra di essi. A sua volta, ciò migliorerebbe le prospettive di atterraggi morbidi a livello nazionale e globale, allevierebbe le pressioni sui tassi d'interesse e sulle valute e consentirebbe di guidare il prossimo rialzo dei prezzi delle attività con titoli dalle valutazioni meno gonfiate.

Qui El Erian vi dice che l’ottimismo, se persiste, può migliorare l’economia reale e portarci tutti al soft landing.

Ci auguriamo che ognuno dei nostri lettori comprenda che questo argomento, che peraltro da un decennio a questa parte è diventato il perno di ogni decisione politica, ed al tempo stesso il perno di ogni “narrativa fabbricata” sui mercati finanziari, è un argomento non soltanto fondato sul nulla, ma pure molto pericoloso.

Si vorrebbe che noi investitori credessimo al fatto che il “pensare positivo” risolve i problemi. Ed è esattamente in questo modo, che vengono prese le più importanti decisioni di politica economica.

Purtroppo i fatti hanno già dimostrato che non è vero: la cosa propri NON funziona.

E ve lo dimostriamo subito:

  • più di dieci anni di QE, una politica totalmente concentrata sul fatto di fare sentire il pubblico più ricco di quanto non sia veramente dimostrano senza possibilità di smentita che questa “politica di illudere la gente a proposito della propria ricchezza” NON risolve alcun problema, come vi viene dimostrato dal fatto che dopo una operazione di QE è stato necessario fare … un’altra operazione di QE, e poi ancora un’altra, ed oggi … già si parla della prossima operazione di QE

  • l’insensata ed incontrollata e mal calcolata esplosione della spesa pubblica, resa possibile dall’utilizzo (spregiudicato e colpevole) del “panico da pandemia” per consentire di superare ogni remora e buttarsi nel free spending, ci ha portato, a soli tre anni alla pandemia, in una situazione in cui tutto il Mondo parla di recessione e una buona parte del pubblico definisce la recessione “inevitabile”; e questo nonostante deficit del bilancio pubblico di dimensioni pazzesche

Come vedete, qualche cosa non va. proprio non funziona. E quello che scrive El Erian, ovvero che l’ottimismo potrebbe risolvere i problemi e portarci al soft landing è esattamente la ricetta che ci ha portato, oggi, a questa situazione di profondo squilibrio e fragilità economica.

Prima di chiudere con El Erian e passare ad altri temi, vogliamo però mettere alla vostra attenzione che il secondo passaggio evidenziato da noi nell’articolo, e precisamente questo:

Dovremmo fare del nostro meglio per moderare l'attrazione delle confortanti narrazioni sulla convergenza. Se non lo facessimo, non solo allenteremmo prematuramente gli sforzi necessari per superare le restanti sfide a breve termine. Ci lascerebbe anche in una posizione ancora peggiore per gestire i problemi secolari e strutturali che si pongono alla nostra generazione e a quelle dei nostri figli e nipoti.

Ecco: questo passaggio trova noi di Recce’ del tutto d’accordo con El Erian.

Noi vi suggeriamo in particolare di tenere a mente che

  • altri sforzi saranno necessari, ed inevitabili

  • esistono problemi secolari e strutturali

  • la Nuova Era durerà decenni e le ricadute andranno ad interessare i figli ed i nipoti della attuale generazione di investitori.

E adesso, completato per voi l’esame di un importate articolo, indispensabile per inquadrare l’attualità all’interno di una prospettiva più generale, ritorniamo all’attualità del luglio ed agosto 2023, realtà della quale in molti si ritrovano a commentare: non ci stiamo capendo nulla.

La domanda conclusiva di questo Post in tre parti non può che essere questa:

gli argomenti esposti in modo chiarissimo qui sopra possono essere sufficienti a spiegare l’attualità?

La risposta è: NO.

Ed ecco il perché il termine

“madness”,

ovvero follia, viene utilizzato con frequenza e insistenza senza precedenti, e da tutti, nell’estate 2023.

Perché i numeri della tabella che segue NON possono essere spiegati da ciò che avete letto da El Erian

Non possono certo essere spiegati da quanto è stato scritto in settimana da Mike Wilson di Morgan Stanley: lo potete leggere nell’immagine seguente..

Come tanti, anche Wilson ha scritto di “una spesa pubblica che fornisce ancora un forte impulso positivo (che vedete in una delle immagini più sotto), una situazione di liquidità abbondante (alla Sezione Operatività del nostro The Morning Brief ogni mattina abbiamo analizzato le “financial conditions” in esclusiva per i Clienti di Recce’d) e (ovviamente) il solito “ottimismo”.

Ma non basta. E non lo diciamo noi: lo dice lo stesso mercato internazionale: il mercato finanziario internazionale non è solo la Borsa di New York (la quale non è neppure la parte che guida, ma viene trascinata.

Fatevi spiegate l’immagine qui sotto: ma da qualcuno che ne sia in grado.

Abnormi contraddizioni come questa sono la più concreta espressione della follia del momento.

Esprimono un disagio, un’ansia, uno squilibrio, un momentaneo vuoto della ragione. Un vero e proprio crash, anche se ancora voi non riuscite a vederlo.

Le ragioni, le abbiamo chiarite nel Post datato 31 luglio che precede questo, anche utilizzando il grafico che vedete qui sotto.

Come abbiamo scritto il 3 giugno, proprio nel Blog, la politica ha fatto una scelta.

E’ stata scelta con decisione la strada del “fare finta di non capire e non vedere”, come altre volte nel passato recente.

Di tollerare, di continuare a sperare, facendo finta di nulla, e di spargere “ottimismo”. Abbiamo scritto, il 3 giugno, che il risultato di questa scelta è che rimane un solo scenario possibile, e stiamo tutti andando verso questo esito con massima velocità.

Il solo scenario possibile metterà in massima evidenza la differenza tra la ricchezza “soltanto sulla carta” e la vera ricchezza”: lo avevamo già chiarito sette giorni prima.

Come vi avevamo anticipato già il 24 giugno, ci aspetta un’estate calda (caldissima) e poi un inverno freddo (freddissimo).

Come invece abbiamo scritto in data 10 giugno scorso, il “punto di svolta” è stato ampiamente superato: ormai, siamo già tutti dentro quello scenario che noi anticipammo il 3 giugno.

Anche questo, ce lo dicono i dati.

I due dati per l’inflazione qui sopra si riferiscono agli Stati Uniti, e sono i dati pubblicati in luglio per il mese di giugno. Non raccontano la medesima storia: eppure, sono due dati entrambi riferito al giugno 2023. ma la storia, deve essere una sola. Uno dei due dati, quindi, NON è da prendere in considerazione quando si tratta di fare scelte di investimento e cambiare il portafoglio.

Quale dei due dati?

Seguiteci, ve lo diremo tra dieci giorni

In agosto, verso la metà del mese, saranno pubblicati i dati per il mese di luglio.

E saranno, vi anticipiamo, dati di grande interesse, specie quelli per la parte “core”.

Nel frattempo, ovviamente, i media, la stampa e la TV suonano la marcetta, quella che si suona alle feste di paese, per rallegrare i paesani e distrarli dalle fatiche quotidiane.

Media e Tv spiegano che i sogni non sono solo sogni, i sogni poi si avverano: “la grande inflazione è finita”, nessuno ha sofferto, non c’è stata recessione, non c’è stata disoccupazione, nessuno stress, e siamo tutti più ricchi. E la luna è fatta di buonissimo formaggio svizzero.

Non è la prima volta: regolarmente, ogni tre mesi, da ormai due anni, siamo tutti costretti a leggere che “l’inflazione è finita” e il debito non conta, il deficit non conta, gli interessi non contano, e i prezzi al supermercato poi scenderanno, e anche la benzina alla pompa.

Si chiama panna, la panna che viene montata e poi guarnisce la torta.

Fino ad un anno fa, media, Tv e banche di investimento aggiungevano come ciliegina sulla torta che “saremo al 25 entro fine anno”, ma quella parte della storia adesso hanno deciso di eliminarla.

Dopo due anni, suonava in effetti un po’ cretina: che è ciò che emerge dalla lettura del grafico che segue. La panna della torta è diventata acida, con il passare dei mesi.

Ma non fa niente, perché come slogan di vendita a noi rimane il “soft landing”.

Tutti i promotori finanziari, tutti i private bankers, tutti i wealth managers, tutti i financial advisors hanno già speso questa favoletta che si chiama “soft landing” almeno una decina di volte con i loro Clienti.

“Fateli pensare a qualche cosa di bello, solare, rassicurante”

dicono le Direzioni Marketing alla truppa di vendita.

E non importa, la storia non sta in piedi: tanto, la gente è disperata, e crederebbe a qualsiasi cosa.

Ma allora, se la massa è manipolabile, e se domina la disperazione, e per conseguenza domina la follia, come va gestito il portafoglio titoli?

Esiste un modo solo?

E’ indispensabile correre dietro alla follia?

Proprio per nulla.

Ad esempio, per noi di Recce’d, la follia dei mercati … è un divertimento, un piacere, una opportunità da cogliere, per generare in futuro nuovi e più grandi guadagni per i nostri Clienti.

E qui arriviamo alla gestione dei portafogli modello in queste settimane.

Noi NON spiegheremo in questo Post il cosa, come quanto, quando e con chi in questo Blog.

Comprensibilmente noi riserviamo questo prezioso lavoro a chi sceglie di procedere insieme a noi, di dare credito al nostro metodo di lavoro, di supportare anche attraverso i frequenti confronti il nostro sforzo quotidiano, e a chi sceglie di sfruttare il solido ancoraggio che la nostra strategia di investimento offre, attraverso i nostri portafogli modello bastati sul nostro modello proprietario di allocazione.

A chi non è Cliente ma ci segue e legge il nostro sito, diamo gratuitamente alcuni spunti di riflessione, alcuni dati selezionati, alcuni spunti di analisi, ed inoltre due pratiche ed utili indicazioni.

Prima indicazione: ogni vostra riflessione, ragionamento e decisione deve partire dai dati, e tra questi dati vi suggeriamo di dare importanza al grafico che segue.

Nel riquadro giallo, in basso a sinistra, il rendimento di azioni ed obbligazioni nel 2022, ovvero lo scorso anno.

Non era mai successo prima.

Ora: toglietevi dalla testa quella fantasia che tutto ritornerà come prima. Il grafico qui sopra (ed il buon senso) vi dice che è impossibile. Oggi, le cose non funzionano più come prima del 2022, sia sui mercati finanziari, sia nel sistema dell’economia reale.

Una seconda indicazione ve la regaliamo con un secondo dato, di estrema utilità nelle scelte di investimento, per la gestione del vostro portafoglio nel luglio 2023.

Osservate con attenzione il grafico qui sotto: si parla di premio al rischio delle azioni. Recce’d NON attribuisce rilevanza pratica a questo concetto, per le scelte di investimento, ma la massa degli investitori lo fa e noi quindi lo seguiamo con attenzione quotidiana.

La massa degli investitori è stata convinta che nel medio termine le azioni rendono sempre più delle obbligazioni.

Nel grafico, vedete che oggi questo “maggiore rendimento” risulta invece NEGATIVO: sulla base dei dati oggi disponibili, si prevede che le azioni renderanno il 7% MENO delle obbligazioni.

Ed anche qui, come già nel grafico precedente, ci troviamo ad un punto estremo dell’intera storia dei mercati finanziari (lo vedete grazie al grafico sotto).

Le due pratiche e concrete indicazioni, che Recce’d vi ha offerto con i due grafici qui sopra, possono essere sufficienti per salvare voi, ed i vostri risparmi, dalla fase di follia dei mercati, e dalle sue future, gravi, conseguenze.

Ricordiamo ai nostri lettori in che tipo di contesto economico-politico ci troviamo oggi, ripresentando un grafico che tutti avete già visto.

Come vedete, anche in quel periodo storico ci fu la fase “di soft landing”. E più di una.

E come vedete, anche in quel periodo ci furono momenti nei quali la liquidità era abbondante e la spesa pubblica agiva in modo espansivo.

Le conseguenze, poi, furono quelle che vedete nel grafico, e che oggi si possono facilmente immaginare per il nostro futuro. Anche senza necessità di essere economisti di professione.

Chiudiamo questo lungo Post (che abbiamo per questo pubblicato in tre parti) con un articolo che è stato firmato dal Comitato Editoriale del Financial Times.

Il Comitato Editoriale, in ogni giornale (o altro media) esprime la linea del quotidiano stesso, sui temi di maggiore importanza per il giornale.

L’articolo che abbiamo tradotto qui per voi NON dice cose uniche, eccezionali o sorprendenti: dice però molte cose di buon senso.

Ed il buon senso è il bene più raro e prezioso, in tutte le fasi nelle quali si diffonde il virus della follia tra gli umani.

Come è questa calda estate 2023 sui mercati finanziari.

L’articolo fu pubblicato otto giorni fa, prima delle riunioni di Federal Reserve e BCE. resta della massima attualità anche oggi.

Financial Times. Il comitato editoriale 23 luglio 2023

La Federal Reserve statunitense potrebbe sentirsi un po' compiaciuta questa settimana, quando il suo comitato per la fissazione dei tassi di interesse si riunirà per l'ultima volta prima della pausa estiva. L'inflazione annuale in America è rallentata ad appena il 3% a giugno, il minimo da marzo 2021. È scesa al di sotto anche del Giappone, tradizionalmente in crisi d'inflazione, dove la crescita dei prezzi ha raggiunto il 3,3%. Il dato forse più impressionante è che la disoccupazione è aumentata appena e le probabilità di recessione sono in calo, nonostante l'aggressivo aumento dei tassi della Fed di 500 punti base negli ultimi 18 mesi. Il presidente Jay Powell può davvero portare a termine una "disinflazione immacolata" dell'economia statunitense?

Se ci riuscisse, sarebbe uno dei capi della Fed di maggior successo. Persino il lodato Paul Volcker, che notoriamente spinse i tassi di interesse al 19% all'inizio degli anni '80, finì per spingere la disoccupazione statunitense ai massimi dalla Grande Depressione. Goldman Sachs vede ora solo il 20% di possibilità di recessione negli Stati Uniti per il prossimo anno. L'attività economica è resistente. Questo mese il sentimento dei consumatori ha raggiunto un massimo quasi biennale. Anche i mercati sono fiduciosi. Un'ampia gamma di titoli statunitensi, non solo le aziende tecnologiche, ha registrato un'impennata. Ma un "atterraggio morbido" - quando l'inflazione si riduce senza innescare una flessione significativa - è tutt'altro che garantito.

Per cominciare, i tassi d'interesse potrebbero ancora dover salire. Gli investitori si aspettano un aumento di 25 pb questa settimana. Il "dot plot" delle proiezioni sui tassi dei membri del comitato della Fed ne prevede un altro quest'anno. Il calo dell'inflazione del mese scorso, ai minimi di due anni, è stato in gran parte attribuito al calo dei prezzi dell'energia, e l'inflazione di fondo rimane oltre il doppio dell'obiettivo del 2%. Schiacciare ulteriormente la domanda per far scendere la pressione sui prezzi comporterebbe una maggiore perdita di posti di lavoro. I posti vacanti sono diminuiti, ma il mercato del lavoro appare ancora forte con una robusta crescita dei salari. La Fed potrebbe trovarsi di fronte a un difficile compromesso tra il suo duplice mandato di massima occupazione e stabilità dei prezzi all'avvicinarsi dell'obiettivo. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, infatti, l'"ultimo miglio" del processo di disinflazione potrebbe rivelarsi il più difficile.

Inoltre, non è chiaro quanto velocemente i precedenti aumenti dei tassi della Fed si siano già trasmessi all'economia reale e continueranno a farlo. Un recente documento della Fed di Kansas City afferma che il picco di decelerazione dell'inflazione potrebbe verificarsi un anno dopo l'inasprimento, ma aggiunge che esiste un'elevata incertezza intorno a questa stima. In ogni caso, la maggior parte degli economisti concorda sul fatto che una parte significativa dell'aumento dei tassi deve ancora essere percepita. Questo potrebbe trascinare la crescita più di quanto attualmente previsto. Le idiosincrasie post-pandemia contribuiscono in parte a spiegare la peculiare tripletta di tassi elevati, inflazione in calo e disoccupazione limitata.

La creazione di risparmio e il sostegno fiscale hanno sostenuto la domanda, mentre lo spostamento della spesa dai beni durevoli ai servizi ha attenuato alcune tensioni sui prezzi. Uno scenario immacolato di disinflazione dipenderà dal modo in cui questi fattori si manifesteranno.

L'ottimismo da atterraggio morbido non è un fenomeno esclusivamente statunitense.

Alcuni mercati emergenti che hanno aumentato i tassi d'interesse prima delle economie avanzate sono già riusciti a ridurre l'inflazione senza danneggiare eccessivamente la produzione.

Anche i mercati europei sono sempre più fiduciosi. Il mese scorso l'inflazione nell'eurozona e nel Regno Unito ha fatto un notevole passo indietro e le loro economie stanno mostrando una certa resistenza.

Ma vale la pena ricordare che in questo clima di incertezza, il pendolo tra scenari di atterraggio morbido e duro ha oscillato spesso.

Infatti, se da un lato è indubbiamente positivo che l'inflazione negli Stati Uniti e nel resto del mondo stia scendendo, dall'altro questo ciclo dei tassi d'interesse post-pandemico è abbastanza strano da far riflettere gli investitori che puntano su un atterraggio morbido.

Valter Buffo
Trending oggi su Twitter: la follia (parte 2)
 

Come abbiamo scritto in questo Blog, nella prima parte del Post che proseguiamo oggi, in data 22 luglio scorso, la parola che si ascolta più spesso, e che si legge più spesso, quando ci si occupa di mercati finanziari è

madness.

In italiano: follia.

Recce’d quindi, con la tempestività che tutti ci riconoscete, si concentra proprio su questo: la follia tra gli operatori di mercato, e le implicazioni per la gestione nel proprio portafoglio titoli.

Ovvero: come noi gestiamo i portafogli modello nelle fasi di mercato che tutti chiamano

madness.

Pur avendo, collettivamente ed anche individualmente, una vasta e profonda esperienza di mercati finanziari, noi di Recce’d non abbiamo memoria di una situazione simile a questa.

Neppure durante gli episodi, spesso citati anche dai media, del 1999-2003 e poi del 2007-2009.

In una sola occasione, noi ricordiamo di avere letto, con così tanta frequenza, il termine

madness

nei commenti ai mercati finanziari: ed è una recentissima occasione, ovvero

il 2021.

Ecco un esempio qualificato della “follia” che domina da alcune settimane.

Perché il termine

“madness”,

ovvero follia, viene utilizzato con frequenza e insistenza senza precedenti, e da tutti, nell’estate 2023?

Non è affatto difficile da spiegare: ci sono tanti, troppi, fatti concreti che possono dimostrare che sui mercati finanziari la follia ha preso il sopravvento.

Vi dimostriamo (senza difficoltà) che l’euforia che tutti osservate sui mercati NON è legata d un miglioramento generale delle condizioni dell’economia: l’euforia è fondata … su altra euforia, si tratta di un girotondo, come avevamo già scritto nella prima parte di questo Post.

Non esiste alcun miglioramento: i prezzi dei titoli sono saliti per una folle rincorsa, e questo si vede nei dati. Oggi i prezzi delle azioni a New York sono cari quanto mai sono stati in passato, con l’eccezione del 2021.

Leggete con attenzione i dati del grafico che segue.

Leggete nel grafico che tutte le misure di valutazione della Borsa di New York, in questo momento, sono nel “top 10%”: ovvero, solo nel 5-10% i prezzi delle azioni a New York sono stati più cari di oggi.

Datevi una spiegazione. pensateci, rifletteteci e fatevi magari aiutare.

Ma soprattutto: mettete ciò che avete appena letto a confronto con un fatto: negli ultimi mesi, il costo del denaro negli Stati Uniti è salito dallo ZERO al 5%.

Questa considerazione (e le altre che vorrete fare) va poi calata nei dati della tabella che trovate sotto.

Una volta che avrete raggiunto le vostre conclusioni, solo allora potrete tornare a leggere i dati del vostro portafoglio titoli, a valutarne la composizione alla luce delle vostre aspettative, ed a decidere che cosa fare dei vostri risparmi, domani, dopodomani, o magari tra un mese o due.

Uno stato di euforia come questo sfocia giustamente nella follia collettiva, nella isteria collettiva.

Isteria collettiva dalla quale, come sempre, Recce’d vi aiuta a proteggere il vostro denaro.

Così che nessuno, in futuro, venga più da noi a dirci frasi come

ah … certo che se vi avessi dato ascolto prima

Se non riuscite a capire come facciano fenomeni di massa così profondi e diffusi a ripetersi nel tempo (ed anche solo a distanza di due anni), Recce’d può aiutavi con un semplicissimo grafico

Negli Stati Uniti, come vedete nella parte alta, lo Stato nel corso del 2023 ha accumulato un deficit di bilancio superiore a quello di ogni altro anni, con l’esclusione degli anni 2020 e 2021 (seguite la linea di colore blu acceso).

Lo Stato fa spese pazze: e quindi anche gli investitori sono invitati a fare i pazzi.

In Europa, ed anche in Italia, la situazione in buona sostanza è la medesima: gli Stati spingono sull’acceleratore della spesa in deficit, e fanno aumentare i loro debiti, senza che il pubblico comprenda la gravità di questo fatto, e con il tacito benestare delle Banche Centrali.

Banche Centrali che hanno aumentato il costo del denaro, ma NON hanno ridotto le dimensioni dei loro attivi di bilancio (liquidando i Titoli di Stato) e non hanno imposti i tagli dei deficit statali abnormi che sono stati giustificati grazie al “miracolo della pandemia” (un miracolo per loro, i grandi debitori: non per noi, investitori grandi e piccoli nel Mondo).

E qui arriviamo alla storia del “soft landing”.

La storia del “soft landing” è una invenzione, quanto e più della “inflazione transitoria”.

Si tratta di una storia debole, che fa acqua da tutte le parti.

Ma si tratta anche della sola storia che può mantenere in piedi questo sgangherato carrozzone. Sempre che si riesca a venderla ai (poveri) investitori, la vittima designata del raggiro.

Ed allora, tutti al lavoro: banche internazionali di investimento, media della carta stampata e della TV, e naturalmente il feroce battagliano dei promotori finanziari che vendono al pubblico le GPM, i Fondi Comuni, le Polizze Vita e UCITS, i certificati.

Come dicevamo, questa storia del “soft landing” era stata già in passato utilizzata per vendere titoli al pubblico: noi di Recce’d la ricordiamo bene, sia nel 1989, sia nel 2000, sia nel 2007, sia nel 2021.

Ne ha scritto lo scorso weekend anche il New York Times, e noi ritorneremo probabilmente proprio su questo recente articolo qui nel Blog (sempre che ce ne rimanga il tempo, e l’energia)

I più recenti dati per l’inflazione sono stati accolti con il massimo clamore possibile, dai media, dalle banche di investimento e da tutte le Reti di promotori finanziari.

Nessuno di questi soggetti ha il rigore professionale, né la competenza, né la dovuta attenzione agli interessi degli investitori, che è necessaria per mettere proprio questi ultimi dati nella giusta prospettiva.

Recce’d lo ha fatto ogni mattina, in queste settimane, riservando ai propri Clienti un lavoro eccezionale ed estremamente accurato: l’immagine qui sotto ne è la sintesi estrema.

Al contrario dei dati per l’inflazione, le Reti di vendita, i media e le banche di investimento si sono affrettate a cancellare dalla vista del pubblico ogni possibile elemento che richiamasse l’attenzione degli investitori verso le contraddizioni (molto evidenti) che contraddistinguono questa fase di “follia dei mercati”.

I particolare, si nota l’assenza di ogni commento in merito alla curva dei rendimento: segnale forte, in passato molto significativo.

Segnale a cui tutti quelli che spingono l’azionario (per ragioni di interesse personale, ovvero di guadagno a spese degli investitori finali, che vanno spinti dentro la “tonnara”) ovviamente contrappongono l’argomento che questa volta è diverso. Ecco un esempio nell’immagine che segue.

Il tema del deficit dello Stato, già toccato poco più in alto, viene anch’esso nascosto da tutti al pubblico degli investitori.

la maggiora parte dei quali, a tutto oggi, NON si rende conto del fatto che negli Stati Uniti si registra un tasso di disoccupazione ai minimi di sempre ed un deficit dello Stato vicino ai massimi di sempre. Non era mai successo prima.

Tutta questa situazione si va poi a sfogare nelle valutazioni estreme che avete letto poco più in alto per i valori di Borsa, ed in generale sui mercati finanziari.

Ecco come si spiega, in modo molto semplice, la fase di

madness.

Come abbiamo scritto già il 3 giugno, proprio nel Blog, si tratta di una scelta politica.

E’ stata scelta con decisione la strada del “fare finta di non capire e non vedere”, come altre volte nel passato recente. Di tollerare, di continuare a sperare, e di spargere “ottimismo”.

Abbiamo scritto, il 3 giugno, che proprio a causa di questa scelta politica oggi tutti gli investitori (che non siano decisamente distratti, malissimo informati … oppure un po’ semplicioni) si trovano davanti un solo scenario possibile, e stiamo tutti andando verso questo esito con massima velocità.

Il solo scenario possibile metterà in massima evidenza la differenza tra la ricchezza “soltanto sulla carta” e la vera ricchezza”: lo avevamo già chiarito sette giorni prima.

Come vi avevamo anticipato già il 24 giugno, ci aspetta un’estate calda (caldissima) e poi un inverno freddo (freddissimo).

Come invece abbiamo scritto in data 10 giugno scorso, il “punto di svolta” è stato ampiamente superato: ormai, siamo già tutti dentro quello scenario che noi anticipammo il 3 giugno.

Per ragione di tempo, di spazio, e di scarsa energia, ci siamo decisi a pubblicare oggi questa seconda parte del lavoro, affidando poi le nostre conclusioni di questo ampio lavoro ad una

terza parte

che pubblicheremo poi tra qualche giorno.

Ripartendo dal grafico che chiude questo Post.

Valter Buffo
E' proprio la realtà, che ci sta parlando oggi
 

Le vicende della settimana scorsa, ed in particole i fatti accaduti venerdì 27 luglio 2023, sono di tale importanza, e così numerose, da costringerci a dedicare l’intero nostro tempo, durante questo weekend finale del mese di luglio, ad un ampio ed accurato lavoro di ricalcolo.

Per i portafogli modello dei nostri Clienti, stiamo rivedendo proprio in queste ore del sabato tutte le stime:

  • le stime dei rendimenti attesi da ogni asset oppure portafoglio di asset che si trova o potrebbe in futuro entrare nei portafogli modello

  • le stime del potenziale rischio di ribasso, ovvero il drawdown a una settimana, a un mese ed a fine 2023, per ognuno degli asset finanziari che compongono il nostro portafoglio investibile.

I nostri Clienti, i loro interessi, e la performance dei portafogli modello (ponderata per il rischio sopportato) hanno la precedenza. Sono quelle, le priorità di Recce’d: le abbiamo sempre rispettate come tali, e sempre sarà così.

Ci sentiamo però in dovere di non abbandonare del tutto il nostro servizio gratuito, di selezionatissima informazione, a favore dei nostri lettori: i quali, se dovessero affidarsi soltanto ai resoconti giornalistici di CNBC, del PLUS del Sole 24 Ore, di MF, del Corriere Economia e di ogni altra “pubblicazione specializzata” durante il weekend 29 - 30 luglio 2023, rischierebbero di comprendere pochissimo di ciò che sta accadendo sotto i loro occhi, sui mercati finanziari ed anche intorno ai mercati finanziari (dove è più importante, per i risultati ed i rischi di noi investitori).

Per questa ragione, Recce’d rimanda (di qualche giorno) la promessa pubblicazione della Parte 2 del Post di cui avete tutti già letto la parte 1 sette giorni fa.

Il fatto che, con il passare delle settimane, tutti voi giudicherete il fatto finanziario più importante di tutto il 2023 noi ve lo ricordiamo con l’immagine che segue.

Nell’immagine CNBC parla di shock; e non si tratta di un eccesso: al contrario, questo titolo di CNBC è eccessivamente “rassicurante”. Chi si limita a leggere CNBC non ha ancora colto la rilevanza del fatto: ma sarà costretto poi a farci i conti.

Recce’d ne aveva scritto, qualche mese fa, anche qui nel Blog. Durante gli ultimi quattro mesi, Recce’d attraverso le pubblicazioni riservate ai Clienti ha ripreso ed analizzato questo argomento, almeno una volta la settimana.

E diffusamente forniremo tutte le nostre analisi poi la settimana prossima, allo scopo di rendere tutti i nostri Clienti CONSAPEVOLI di ciò che sta per succedere ai loro soldi ed ai loro portafogli modello.

In due parole: questi fatti (lo shock di CNBC) sono rilevanti, perché modificano, in modo radicale, le PROSPETTIVE. E non soltanto in Giappone.

Nell’immagine che segue, vedete come la stessa Banca del Giappone ha spiegato le sue scelte ed i suoi annunci di venerdì 28 luglio 2023.

Vediamo in estrema sintesi le reazioni “a caldissimo” dei mercati finanziari: con la nostra abituale premessa, che ripetiamo da molti anni, ovvero che le reazioni “a caldissimo” raramente sono quelle più utili per noi investitori e per la gestione dei portafogli titoli.

Perché spesso (ed anche in questo caso) sono il riflesso di uno shock, e quindi di disorientamento, e quindi di grave confusione mentale.

Come leggete qui sopra, si sono mosso in misura significativa, i rendimenti delle obbligazioni.

E come vedete qui sotto, si sono mossi i cambi tra le maggiori valute.

Poi ci sono le Borse.

La settimana scorsa, nel Post pubblicato qui nel Blog, vi abbiamo documentato la stagione, particolarissima, che le Borse stanno attraversando.

Molti, tra gli operatori e persino sui media, la definiscono “madness”. La stagione della follia, che ritorna a soli due anni di distanza dal 2021.

Nulla di strano, dunque, nel vedere che la seduta del venerdì ha riportato l’indice S&P 500 ai medesimi livelli di mercoledì. Nulla di strano e soprattutto nulla che per noi, gestori di portafoglio ed anche investitori, sia significativo.

Detto della reazione immediata, ed anzi a “caldissimo”, da lunedì sui mercati si inizierà a rifare i conti, per cercare di capire che cosa cambia.

Come già scritto, noi di Recce’d i conti però li abbiamo già fatti, durante il weekend, e li presenteremo al Cliente la prossima settimana, attraverso le abituali comunicazioni, sia scritte sia verbali.

Per i lettori del sito, a causa della mancanza di tempo e delle priorità che ci sono imposte dalla correttezza professionale, ci limiteremo ad alcuni rapidi accenni.

Tutti voi lettori del sito di Recce’d sapete che nel corso del 2023 le Banche Centrali di tuto il Mondo hanno “sostenuto su” gli indici delle Borse e “tenuto giù” i rendimenti delle obbligazioni facendo ancora altro QE, il medesimo QE che tutti noi cittadini dobbiamo “ringraziare” per l’esplosione dell’inflazione.

Ce lo dicono e ve lo dicono i dati: come quelli che leggete sotto nell’immagine. Tutti conoscono questi dati, ed il problema che ne consegue. ma nessuno, con voi, ne parla: domandatevi il perché.

Negli Stati Uniti, come anche in Europa, il nuovo QE 2023 è stato “mascherato”: si sono (di nuovo) buttati soldi nel sistema a pioggia (come si fece nel 2020 e poi nel 2021) ma questa volta negli USA ed in Europa attraverso il canale “diamo una mano al sistema bancario che così NON crolla …”.

Ce lo confermano anche in questo caso i dati: i dati che leggete sotto nell’immagine.

In Giappone no: non hanno mascherato la cosa. In Giappone hanno agito in modo diverso, e comunicato in modo diverso.

Il Giappone nel 2023 ha continuato a acquistare quantità abnormi dei Titoli obbligazionari emessi dallo Stato, allo scopo di “tenere giù” il rendimento a un livello fisso, ovvero lo 0,50%. Ed allo scopo, ovviamente, di finanziare gratis il debito dello Stato.

Mesi fa Recce’d spiegava qui nel Blog per quali ragioni la cosa era INSOSTENIBILE.

E noi avevamo ragione: anche stavolta.

Ce lo ha confermato, il 28 luglio 2023, la stessa Banca del Giappone.

Come già detto, questa che leggete è solo una RIDUZIONE degli acquisti, e quindi del QE giapponese: non è uno stop, almeno per il momento.

Ma è inevitabile che i mercati finanziari da lunedì saranno costretti a riconoscere la SCONFITTA di questa politica.

Ed è proprio questa la ragione per la quale questa decisione cambia LE PROSPETTIVE. La Banca del Giappone è stata costretta, dai fatti, ad AMMETTERE di avere perso.

La realtà (come sempre) ha vinto. E continuerà a vincere.

E parliamo quindi adesso, subito, della realtà. Perché è nella realtà che tutti noi investitori investiamo in nostri risparmi, e non nel mondo della fantasia e delle fiabe.

Venerdì 28 luglio 2023, nel medesimo giorno degli annunci della Banca del Giappone, noi investitori abbiamo ricevuto importanti notizie sulla realtà.

Sopra leggete i dati dagli Stati Uniti. Sotto, i dati dalla Germania.

A proposito di questo argomento, ovvero dell’inflazione, a tutti voi elettori, ed anche a noi, è stata presentata una realtà che … non esiste, non è la realtà.

I titoli dei giornali sono una cosa 8ad esempio qui sotto CNBC): ma la realtà è un’altra cosa.

Chi ci segue nella pagina TWIT - TWOO ha letto la settimana scorsa della favola di Riccioli d’oro.

Che ovviamente è una favola: NON è la realtà: ve lo dicono i dati che avete appena letto sopra, ma pure i dati che seguono.

Nel caso, malaugurato che tra i nostri lettori rimanga ancora qualche “scettico di professione”, nonostante il fatto che da anni ed anni leggere Recce’d vi aiuta ad anticipare i fatti nel modo più corretto

… e che magari qualcuno ancora oggi domandi a sé stesso “ma chi sono questi qua? mica possono vederla giusta soltanto loro … con tutta la gente intelligentissima che la noi racconta una storia diversa” …

… allora noi adesso vi facciamo portare la più autorevole conferma possibile, a tutto ciò che avete letto in questo Post (estremamente sintetico, per ragioni già spiegate).

Noi adesso vi facciamo confermare tutto quanto direttamente da Jerome Powell. Sono proprio le sue, le parole che leggete nell’immagine che chiude il nostro Post.

Pensate ai vostri: soldi pensateci subito. E pensateci bene

Valter Buffo
Trending oggi su Twitter: la follia (parte 1)
 

Madness: oggi è questa la parola che si ascolta più spesso, e che si legge più spesso, quando ci si occupa di mercati finanziari.

Recce’d quindi, con la tempestività che tutti ci riconoscete, si concentra proprio su questo: la follia tra gli operatori di mercato, e le implicazioni per la gestione nel proprio portafoglio titoli.

Ovvero: come noi gestiamo i portafogli modello nelle fasi di mercato che tutti chiamano “madness”.

Pur avendo, collettivamente ed anche individualmente, una vasta e profonda esperienza di mercati finanziari, noi non abbiamo memoria di una situazione simile a questa: neppure durante gli episodi, spesso citati anche dai media, del 1999-2003 e poi del 2007-2009.

In una sola occasione, noi ricordiamo di avere letto, con così tanta frequenza, il termine “madness” nei commenti ai mercati finanziari: ed è una recentissima occasione, ovvero il 2021.

Perché il termine “madness”, ovvero follia, viene utilizzato con frequenza e insistenza senza precedenti, e da tutti, nell’estate 2023?

Non è affatto difficile da spiegare: ci sono tanti, troppi, fatti concreti che possono dimostrare che sui mercati finanziari la follia ha preso il sopravvento.

Ad esempio: leggete qui sotto. Non c’è necessità di commentare le due immagini (e poi, noi lo abbiamo già fatto …)

Come abbiamo scritto il 3 giugno, proprio nel Blog, è stata scelta con decisione la strada del “fare finta di non capire e non vedere”, come altre volte nel passato recente. Di tollerare, di continuare a sperare, e di spargere “ottimismo”. Abbiamo scritto, il 3 giugno, che il risultato di questa scelta è che rimane un solo scenario possibile, e stiamo tutti andando verso questo esito con massima velocità.

Il solo scenario possibile metterà in massima evidenza la differenza tra la ricchezza “soltanto sulla carta” e la vera ricchezza”: lo avevamo già chiarito sette giorni prima.

Come vi avevamo anticipato già il 24 giugno, ci aspetta un’estate calda (caldissima) e poi un inverno freddo (freddissimo).

Come invece abbiamo scritto in data 10 giugno scorso, il “punto di svolta” è stato ampiamente superato: ormai, siamo già tutti dentro a quello scenario che noi anticipammo il 3 giugno.

Infine, solo la settimana scorsa abbiamo chiarito qui nel Blog che la attuale situazione (lo scenario che è uno solo, e la reazione di brevissimo termine dei mercati, e delle Borse in particolare) non è nulla di nuovo: sono tutte cose già viste, e da noi affrontate sempre con successo.

Ma se, nonostante il nostro amplissimo lavoro di comunicazione a qualche lettore rimanesse ancora qualche dubbio …

… ecco subito documentato un altro esempio concreto di follia dilagante sui mercati finanziari nel mese di luglio 2023, un esempio che sarà divertentissimo (per noi) riprendere tra tre mesi, e poi sei mesi, e poi un anno.

A perdere la testa, questa volta, sono proprio i GRANDI nomi del mercato finanziario: stiamo parlando di JP Morgan, di UBS, di Morgan Stanley, di BNP Paribas, di Goldman Sachs, eccetera: la lista di nomi è nella tabella qui sotto.

Avendo tutte queste “reputate” Istituzioni perso del tutto il lume della ragione, adesso si mettono tutte a fare … l’errore del principiante: ovvero quell’errore che, in genere, viene attribuito agli investitori poco esperti e non capaci di controllare le loro emozioni.

Soc Gen, Barclays, HSBC, tutte insomma si sono messe a correre dietro al mercato. Tutte hanno aumentato a metà anno 2023 il target di fine anno 2023 perché … il mercato nel frattempo è salito.

Come agiscono … i bambini: si sono fatti mettere paura dell’Uomo Nero.

Tutte quelle Istituzioni che dovrebbero (ovvero pretendono di) fornire utili indicazioni ai medesimi investitori, e poi invece vanno dietro a quello che fa una massa impazzita e preda dell’isteria

E tutti (addetti ai lavori, investitori e media) lo hanno notato e commentato: perché è un fatto che dice molto

  • sul modo in cui funzionano le macchine di vendita

  • sul modo in cui funzionano i media

  • sul futuro dell’industria del risparmio

  • sul futuro dei nostri e dei vostri risparmi

  • sullo stesso andamento degli indici di Borsa nelle prossime settimane e mesi

Noi, per i Clienti, lo approfondiamo poi, da lunedì a venerdi prossimi, nel nostro bollettino quotidiano riservato ai Clienti di Recce’d.

Detto della follia (“madness”) che colpisce sia le banche di investimento, sia la massa degli investitori, ritorniamo sul tema di questo Post: come dobbiamo gestire i nostri soldi, il nostro portafoglio titoli, il nostro risparmio quando ogni giorno si legge di “madness” sui media, quando ogni giorno tra gli operatori si scrive e si parla di “follia”?

Partiremo leggendo con voi una selezione delle notizie che sono apparse sui media.

Ma prima, una importante ed utilissima precisazione sul metodo di lavorare sulle news in Recce’d. Un metodo proprietario.

Questa che leggete nel Blog di Recce’d non è una rassegna stampa: e oggi spieghiamo il perché.

Una generica rassegna stampa vi dice che cosa c’è scritto sui giornali ed in TV: Recce’d fa tutt’altra cosa.

Il lavoro di Recce’d che viene gratuitamente offerto ai lettori si chiama “prioritizzazione” (prioritization).

  1. noi abbiamo il panorama completo delle news, di cui aggiornaimo le fonti continuamente

  2. facciamo un lavoro di selezione

  3. poi ordiniamo e suddividiamo le news

  4. poi attribuiamo (prima ad ognuno dei temi, e successivamente ad ognuna delle news) un peso relativo, una rilevanza

  5. infine, fatto questo lavoro, ci impegniamo a collegare ognuna delle news alla classe di asset, oppure al singolo asset, che viene influenzato in modo diretto

  6. ed effettuiamo così l’aggiornamento delle stime sia per il rendimento atteso a sei-dodici-ventiquattro mesi, sia per il rischio inteso come potenziale ribasso o drawdown

Ciò che leggete nel Blog NON è una rassegna di titoli: dietro ad ogni singola scelta di pubblicazione, sta una precisa indicazione relativa al rischio ed al rendimento di uno o più asset finanziari.

Ed ora entriamo nel merito.

Vi abbiamo documentato che il tema del giorno è “madness” ovvero la follia, e in situazioni come questo il quotidiano piazza in prima pagina una domanda inquietante:

che cosa succede?

La domanda è, in effetti, inquietante. In particolare, per il fatto che questo medesimo quotidiano, solo qualche giorno prima, selezionava e consigliava ai propri lettori i “40 titoli azionari su cui investire a dieci anni”.

E poi, pochi giorni dopo, non capisce che cosa succede.

Andiamo bene …

Il Corriere della Sera, che vuole scrivere di Borsa e che intende suggerire ai lettori le azioni su cui investire del denaro, dovrebbe PRIMA familiarizzare con termini ed argomenti dei quali oggi, in Borsa, è indispensabile avere dimestichezza. Day traders. Call Options. FOMO.

L’immagine qui sotto ci dice che oggi sono diventati “la forza dominante alla Borsa di New York”: cosa che è vera ma che (come tutti abbiamo già sperimentato, nel 2021) dura poco.

E si interrompe poi senza il minimo preavviso, come fu a metà del 2021.

Questo è un cambiamento della STRUTTURA del mercato di Borsa, che incide pesantemente anche sui COMPORTAMENTI della massa degli investitori, e quindi sui prezzi.

E si assiste così a fenomeni di “madness”, di “follia” vera e propria: il settimanale Businessweek qui sotto ci parla di “girotondo” a proposito dell’indice USA che si chiama Nasdaq.

Dice Businessweek: “è il girotondo della narrativa, i medesimi titoli che hanno trascinato l’indice al ribasso lo hanno poi guidato nel recupero”.

E come tutti i lettori sanno il girotondo è un giochetto per bambini che non va da nessuna parte, e non produce nulla.

Anche gli indici maggiori della Borsa di New York sono coinvolti: e si notano altre “follie”, come quella che abbiamo evidenzato nel titolo di Bloomberg che segue.

E come per magia, ricompaiono i medesimo titoli del 2021:

  • la “bolla di tutto” ovvero “the everything bubble”; e poi

  • l’ottimismo sull’inflazione e la Fed, proprio come era due anni fa; ed infine

  • “the Casino crowd”: la folla di scommettitori al Casinò, magari di St Vincent, Venezia o Monte Carlo. O sarà magari Las Vegas?

Ma c’è un dato, che è indispensabile per completare il quadro: ne abbiamo già scritto anche nella pagina TWIT-TWOO del nostro sito.

Il clima di esuberanza e follia descritto dai media … in realtà non esiste, almeno se dobbiamo dalle performances.

Parliamo qui di performances reali di persone reali, e di performances verificabili: noi ci teniamo ben alla larga dalle “sparate” sui siti web di trading-on-line, magari riprese anche dai media, che nessuno però può verificare e che sono sbandierate da personaggi nascosti dietro ad un nome falso.

Se guardiamo alle performances, NESSUNO ha fatto nel primo semestre 2023 risultati anche soltanto simili a quelli che sono raccontati dalle immagini precedenti: e ci si deve domandare come è possibile che gli indici “esplodono” ma nessuno guadagna.

Non è uno scherzo: è un problema invece serissimo, per tutti noi gestori professionali.

Chi ha quei titoli azionari, che salgono del 40%? E quanti ne ha? E chi li ha comperati, nel primo semestre 2023?

Siamo di fronte a un fenomeno di “40% sulla carta” che poi nessuno si è messo in tasca?

E qui scatta, immediata, la domanda:

ma voi, proprio voi di Recce’d, che cosa avete fatto? che atteggiamento avete tenuto? Voi di Recce’d come cavalcate la follia?

Queste sono risposte che Recce’d deve ai propri Clienti, e non ai lettori di questo sito.

Allo stesso tempo, per premiare lo sforzo degli appassionati lettori che ogni giorno seguono il nostro lavoro di comunicazione, alla specifica domanda di cui sopra daremo una (sintetica, non dettagliata) risposta.

Avevamo previsto che tornassero certi titoli dei media, come qeulli che abbiamo visto insieme poco sopra, a distanza di soli due anni dal 2021?

No, noi di Recce’d non lo avevamo “previsto”. Allo stesso tempo, però, noi lo avevamo preso in considerazione tra gli scenari di mercato possibili.

E quindi lo avevamo anche prospettato ai nostri Clienti.

E la costruzione dei portafogli modello ne aveva tenuto conto.

E quindi, dirà qualcuno tra i lettori: voi di Recce’d se lo avevate “anticipato” allora … sarete “saltati addosso” ai titoli azionari Big Tech!

Noi ai lettori rispondiamo a una domanda con una domanda: come, in che modo, ed in quale direzione, su quali basi, con quale obbiettivo temporale, con quale obbiettivo di guadagno?

Sui Tech ovviamente abbiamo alcune posizioni nei portafogli modello: noi sui Tech ci siamo, ci saremo, e probabilmente ci muoveremo entro fine mese. Ma come?

Resteremo in questo Post sulle regole generali dell’investimento, che ad ogni lettore possono fornire un supporto concreto. Sicuramente di maggiore valore pratico, rispetto a ciò che leggono sul quotidiano, che ascoltano dalle banche internazionali (avete presente le Goldman sachs, le JP Morgan, le BNP Paribas, le UBS?) oppure dalle Reti italiane di promotori finanziari (avete presente le Mediolanum, le Allianz, le Generali, le Fideuram e tutte quante le altre uguali identiche?)

E diamo subito al settore un concreto ed utile esempio di come Recce’d può, effettivamente aiutare i propri lettori (gratuitamente) a gestire la follia ed evitare le trappole dell’investimento, che sono migliaia in questo 2023.

L’esempio che Recce’d ha scelto è concreto, è di attualità, e riguarda il titolo Tesla messo in prima pagina dal Corriere.

Il titolo NON è compreso nel nostro universo investibile. Per Recce’d rimane, a tutto oggi, NON investibile.

Al tempo stesso Tesla va seguita, ed analizzata, ogni giorno, perché influisce sulla generale psicologia dei mercati finanziari.

Il titolo del Corriere della Sera di questa settimana, che avete visto sopra, si domandava: cosa sta succedendo?

In estrema sintesi, il problema dell’ultima settimana nasce dal fatto che Tesla è una azione che, secondo le banche di investimento, va valutata … sulla base degli utili del 2032. Non si tratta di un refuso: usano davvero (per le loro pratiche di marketing) gli utili … tra 10 anni, nel 2032!

Questa pratica (che non è di analisi: è di marketing) non è solo scorretta, è anche una stupidaggine clamorosa, e spieghiamo il perché.

Se ritornate indietro, all’anno 2000, e leggete la lista dei Big Tech di quell’anno, scoprirete subito che dei 10 Big Tech del 2000 dopo 23 anni solo uno ha prodotto, per chi ci ha investito, una performance positiva. Tutti gli altri, dopo 23 anni, sono sotto zero: il risultato per chi ci ha investito è negativo. Alcuni di quei Big Tech dell’anno 2000 poi sono proprio scomparsi, hanno chiuso bottega.

I 10 grandi Big Tech di oggi, a vostro giudizio, faranno meglio di quelli? Faranno … arricchire chi ha comperato quelle azioni? Oppure quei titoli Big Tech che oggi sono sulla bocca di tutti noi li vedremo scomparire?

Decidete voi, come volete, per i vostri soldi: a noi di Recce’d pare più che sufficiente avere dimostrato, attraverso i fatti, che quella pretesa di “una valutazione fatta sugli utili tra 10 anni” è una colossale sciocchezza, e non un criterio a cui affidarsi per investire il proprio denaro.

Il che ci riporta alle regole dell’investimento. Come abbiamo scritto poco sopra, è decisivo definire i propri obbiettivi: come, in che modo, ed in quale direzione, su quali basi, con quale obbiettivo temporale, con quale obbiettivo di guadagno?

In concreto: Recce’d non intende proporre né produrre per i propri Clienti performances simili a quelle che vedete nelle due immagini che seguono. E questa scelta è una scelta decisiva, nelle fasi di “madness” come il mese di luglio del 2023.

E adesso: indovinate che cosa sono questi due grafici sotto.

Approfondite. Curiosate, cercate, divertitevi un po’.

Poi sotto noi vi spieghiamo che la sola cosa che conta davvero, in questa professione, è questa di cui vi parliamo: tutto il resto, è solo “fuffa”.

Nessuno tra i lettori del nostro Blog avrà dimenticato che cosa succedeva sui mercati finanziari nel primo semestre del 2021, due anni fa.

Nessuno tra i nostri lettori avrà dimenticato quali erano i personaggi che, nel primo semestre 2021, venivano intervistati su CNBC, e dai quotidiani, anche italiani. Per spiegare che cosa ci aspetta nel futuro.

Proprio allora, nel febbraio del 2021. noi di Recce’d pubblicammo un Post dedicato ai Fondi di Cathie Wood.

Prendete nota, del fatto che Recce’d ne scrisse allora, nel febbraio 2021: notate bene che poi noi non ne abbiamo più scritto.

Noi ne scrivemmo allora, proprio quando “TUTTI PENSAVANO” che invece …

Recce’d ne scriveva due anni e mezzo fa. Da allora più nulla. Fino ad oggi: oggi, ne scriviamo nuovamente. Chiedetevi il perché.

Allora, in quel febbraio 2021, “tutti pensavano che” quello che vedete succedere grazie ai due grafici qui sopra fosse IMPOSSIBILE.

Anche la stessa Cathie Wood ne era sicura, nel dicembre 2021: “non esiste la bolla”, ci spiegava..

Recce’d questo tipo di lavoro non lo fa: non corriamo dietro ai sogni, ai miraggi, agli “utili dei prossimi 10 anni”.

Non è questo che Recce’d produce per i propri Clienti attraverso i portafogli modello ogni giorno: Recce’d da sempre è altro, e non è questo.

Ed è questa scelta di base che ci aiuta a leggere, interpretare, e poi sfruttare con risultati le fasi di “follia dei mercati finanziari”.

Anche oggi, nel luglio 2023

Pur gestendo il rischio ed il rendimento in modo attivo, ed innovativo, i nostri portafogli modello NON si comporteranno MAI come i Fondi ARK.

La “fasi di mercato dominate dalla follia” non ci emozionano, non ci buttano fuori strada: e noi NON partiamo alla rincorsa.

Le “fasi di mercato dominate dalla follia” (causate da abnormi errori commessi da altri in anni recenti), ci sono e ci saranno, si ripetono e si ripeteranno, tornano e ritorneranno ancora. Si ripeteranno lungo tutto l’arco degli anni che, inevitabilmente, ci porteranno alla

completa RICONCILIAZIONE tra la realtà ed i prezzi sui mercati finanziari.

Per ragioni di spazio, questo Post è stato suddiviso in due parti: la seconda parte la pubblicheremo qui nel Blog tra qualche giorno.

Valter Buffo