Perché il COVID non c'entra (parte 2)
 

La settimana scorsa, nel nostro Blog, abbiamo chiarito che a giudizio di Recce’d l’instabilità dei mercati finanziari vista nelle ultime settimane è spiegata soltanto per una parte decisamente minoritaria dalla diffusione della variante sudafricana del COVID.

COVID a nostro giudizio è un tema che va ben al di là delle “varianti”, per chi si occupa di investimenti e di gestione del portafoglio.

Lo spiegammo chiaramente già nel gennaio del 2020, ben prima della forte discesa dei mercati finanziari. Qui sotto, nell’immagine, vi ricordiamo il titolo di quella serie di Post del gennaio del 2020.

Nel caso specifico della variante sudafricana, poi, già la settimana scorsa abbiamo messo all’attenzione di chi segue il Blog il fatto che, sulla stampa italiana ed internazionale, il nuovo “allarme COVID” era finito in prima pagina settimane prima che si parlasse della “variante sudafricana”: qui sotto, vi riportiamo la prima pagina del Corriere della Sera del 6 novembre scorso.

L’indice S&P 500 stava sopra 4700 punti.

Anche un semplice esame dei dati, come quello che vi proponiamo qui sotto con il grafico del Financial Times, conferma che per un investitore razionale e consapevole il tema “rischio COVID” è sempre rimasto tra i temi di cui tenere conto, anzi meglio da tenere in grande evidenza.

Dall’industria, ed in particolare dalle banche di investimento, arrivano come sempre, come anche nel gennaio e nel febbraio 2020 ad esempio, messaggi rassicuranti: tutti i promotori finanziari, tutti i private bankers, tutti i wealth managers, e tutte le banche di investimento internazionali da due anni sono impegnatissimi a convincere gli investitori finali (cioè voi) ad investire “come se il COVID non esistesse”.

Proprio la settimana scorsa, la banca di investimento più conosciuta, che è Goldman Sachs, si è spinta a scrivere che “il COVID diventerà una cosa abituale, come il vaccino contro l’influenza”. Lo leggete qui sopra, nella parte bassa dell’immagine.

Vi invitiamo a associare questi messaggi rassicuranti con i fatti (grafico più in alto) e con i dati (ciò che accadde nel 2020). In aggiunta, vi invitiamo a tenere conto che nel biennio 2020-2021 sono stati varati interventi “di stimolo” di una tale grandezza che mai fu registrata in precedenza.

Interventi “di stimolo” che dovrebbero mettere i mercati finanziari e le economie al riparo da qualsiasi “variante”. La variante sudafricana dovrebbe fare … solo il solletico.

Sulla base di ciò che abbiamo appena detto, dovrebbe essere evidente a tutti, quindi, che “c’è qualche cosa che non va” nelle spiegazioni che fanno riferimento unicamente alla variante Omicron.

La copertina del settimana The Economist di questa settimana, che vi riproduciamo qui sotto, è un riconoscimento ufficiale del fatto che c’è una sovrapposizione di temi e di problemi che spiega il nervosismo dei mercati finanziari oggi.

Ecco perché noi di Recce’d suggeriamo al lettore di riflettere sul perché, proprio nella seduta successiva alla Festa del Ringraziamento negli Stati Uniti sono arrivati sui mercati di tutto il Globo quegli ordini di vendita massicci.

E poi, nella settimana successiva (quella appena conclusa) in ogni seduta si sono viste variazioni degli indici superiori allo 1%.

Il nostro suggerimento non è soltanto quello di “ragionarci sopra”: a nostro parere è proprio questo il momento di agire, di operare, di proteggere il proprio patrimonio e di cogliere le opportunità (alcune davvero enormi) che i mercati finanziari ci offrono ai prezzi di chiusura del venerdì 3 novembre.

Aspettiamo un vostro segnale per contattarvi e confrontare le nostre opinioni con le vostre.

Per quelli che invece preferiscono occuparsi dei regali per il Natale, qui sotto c’è la nostra proposta per un regalo che è insieme divertente, pratico e di buon prezzo, ma soprattutto utile.

Mercati oggiValter Buffo
Chi pagherà il prezzo di questa nuova "svolta ad U"?
 

Questa parte finale del 2021 ci ha riservato, e ci riserverà ancora, un grande numero di sorprese.

Fino ad oggi, la sorpresa che ha colpito noi di Recce’d è l’atteggiamento degli investitori. Di tutti gli investitori, in Italia e nel Mondo. Lungo l’intero arco del 2021, ma in modo particolare nella parte finale, ovvero nelle ultime settimane.

Settimane nelle quali, i fatti lo dimostrato, quasi tutti (e probabilmente numerosi lettori del nostro Blog) con i loro atti hanno dimostrato di avere dimenticato, o sarebbe meglio dire rimosso, i fatti di tre anni fa.

Era il 23 dicembre 2018, una domenica, a due giorni dal Natale, quando il Wall Street Journal pubblicava il titolo che leggete qui sotto.

Il titolo dice: “Il Ministro del Tesoro Mnuchin ha chiamato tutti gli Amministratori Delegati di tutte le maggiori banche per discutere della turbolenza sui mercati finanziari.

Trump allora era il Presidente, ed al posto di Mnuchin come tutti sapete oggi c’è Janet Yellen.

Ora: è vero da un lato che mai la storia si ripete in modo esattamente identico al passato. E tuttavia: la storia offre lezioni ed insegnamenti che non possono, e non devono, essere dimenticati. O meglio, rimossi.

Non è certamente questa la sede per ripercorrere i fatti di tre anni fa: a chi tra i nostri lettori fosse interessato ad approfondire, suggeriamo di partire rileggendo un Post di questo Blog datato gennaio 2019.

Informandosi, ed eventualmente se lo ritiene parlando anche con noi di Recce’d, il nostro lettore vedrà facilmente quante sono le analogie tra quella situazione del dicembre 2018 e la situazione attuale.

La situazione attuale a cui facciamo riferimento in questo Post è perfettamente sintetizzata dall’immagine qui sopra: martedì scorso, ultimo giorno di novembre 2021, il Grande Capo della Banca Centrale USA ha annunciato al Mondo che “si può eliminare il termine TRANSITORIA quando si parla di inflazione”.

In più occasioni, noi di Recce’d abbiamo definito la narrativa della “inflazione transitoria” come meritava di essere definita: una sciocchezza grossolana, una baggianata, e persino una stupidaggine.

Ma ciò che oggi conta, per noi investitori, non è tanto osservare chi aveva ragione, e chi invece aveva torto, nove mesi fa, e poi sei mesi fa, e poi tre mesi fa.

Ciò che conta per tutti noi investitori è quanto segue: che implicazioni avrà, per i mercati finanziari, per i prezzi degli asset, e per i nostri portafogli di investimento, il fatto che ancora una volta (dopo quel dicembre 2018) la più grande Banca Centrale del Mondo è stata costretta a rimangiarsi le parole, le garanzie, le promesse?

Chi segue il nostro Blog con attenzione, non è stato colto di sorpresa: già nel marzo 2021, ovvero otto mesi fa, noi di Recce’d ci siamo chiesti proprio nel Blog quando sarebbe arrivata la “svolta ad U” della Federal Reserve.

Adesso però che è sugli schermi di tutto il Mondo, tutti gli investitori sono obbligati a rifare i conti, a cambiare le decisioni, a modificare le aspettative. In particolare, tutti quelli che scioccamente si sono affidati alla narrativa della “inflazione transitoria”, al wealth manager, al private banker, a Goldman Sachs e a Morgan Stanley ed a UBS..

Il brano di Bloomberg qui sopra spiega chiaramente perché ognuno di noi è toccato in modo diretto nei propri interessi da questa nuova “svolta ad U”: dice l’articolo di Bloomberg che Powell

“ha acceso un faro sull’inflazione come grande rischio per l’economia ed i mercati finanziari - non tanto perché i futuri rialzi dei prezzi siano di per sé problematici (non lo sono) ma a causa del fatto che il processo di comunicazione della Banca Centrale, e l’assenza di reazioni della politica monetaria, sono in ritardo sulla realtà. Il processo di rincorsa per riallinearsi alla realtà (ed è richiesto un processo molto rapido) potrebbe destabilizzare sia i mercati finanziari sia le economie”.

Il caos sui mercati finanziari di cui parla l’immagine qui sopra è esploso il giorno dopo il Thanksgiving, e tutti i media, in tutto il Mondo, hanno associato quella seduta drammatica alla comparsa della “variante sudafricana”.

Poche ore dopo, sia con i nostri Clienti sia qui nel Blog, abbiamo detto con chiarezza: la variante sudafricana NON è la causa delle instabilità che a cui state assistendo. Ne scriviamo anche oggi, in un altro Post.

Con il passare dei giorni dell’ultima settimana, i fatti poi hanno dimostrato che Recce’d ha interpretato in modo corretto quella situazione sui mercati finanziari.

L’immagine qui sopra vi racconta a che cosa noi ci riferiamo, quando utilizziamo il termine “narrativa”: ormai tutti hanno capito come vanno utilizzati i media, per formare la pubblica opinione: se si riesce a fare scrivere sui social media che una certa cosa è vera, almeno per qualche tempo ci si garantisce che quella cosa sia ritenuta vera da una grande quantità di persone.

Come vedete qui sopra, il termine “transitoria” è stato “trending topic”, ovvero argomento tra i più discussi sui social media, per buona parte del 2021. Il grafico però, al tempo stesso, ci ricorda quanto rapidamente si modificano gli umori del pubblico che fa riferimento ai social media.

Perché, come dicevamo più sopra, la realtà alla fine ha sempre il sopravvento.

E’ stato così per la Federal Reserve, ed anche il Presidente degli Stati Uniti, l’uomo che viene definito “il più potente del Mondo, oggi vede il suo potere di scelta limitato dall’evoluzione della realtà, come ci conferma il titolo qui sotto del Wall Street Journal.

La realtà prevale sempre, persino sull’uomo politico più potente al Mondo: nel caso dell’inflazione, si tratta di un fenomeno che da sempre ha un costo politico molto elevato, come ci confermano i dati del grafico qui sotto.

Torniamo quindi alle scelte di investimento, alla gestione del portafoglio titoli, e quindi a noi investitori.

Come abbiamo già detto, la Federal Reserve con la sua “svolta ad U” ci ha detto che le cose NON stavano come la stessa Fed ci aveva raccontato fino a poche settimane fa.

Quindi, le prospettive sono diverse, da quelle che la maggior parte degli investitori si era sentito raccontare fino a poche settimane fa.

Quindi, vanno rifatti i conti, va modificata la strategia di investimento, vanno ridefiniti i rischi.

Recce’d è qui per aiutarvi in questo processo, sempre mettendo avanti a tutto la realtà, e non le chiacchiere dei promotori finanziari, dei family bankers e delle banche di investimento.

A proposito di banche di investimento e di wealth managers, parliamo adesso di cose concrete.

Qui si seguito vi riproponiamo, mese per mese, le previsioni pubblicate da Goldman Sachs per l’inflazione negli Stati Uniti: nel Blog ve ne avevamo già scritto, ma non siamo del tutto sicuri che il nostro lettore abbiamo riflettuto su questi dati e sulla loro evoluzione nell’arco di pochi mesi.

C’è una lezione utilissima, nell’immagine che trovate qui sotto: come dice il Governatore Zaia, anche noi ripetiamo il nostro “ragionateci sopra”. Fatelo: è nel vostro esclusivo interesse.

Ora mettiamo da parte i ciarlatani, e chiudiamo il Post entrando nel clima natalizio e delle Festività.

Se siete tra quelli che fanno i regali per il Natale, abbiamo per voi un suggerimento che dovreste apprezzare.

Un regalo semplice e sportivo, che potrebbe essere gradito sia dalle signore sia dai signori, sia dai giovani sia dai meno giovani, ma che noi riteniamo che potrebbe essere utile come regalo … da fare a voi stessi. Lo vedete qui sotto, nell’immagine.

Mercati oggiValter Buffo
E adesso noi vi parliamo dello shock energetico
 

Apriamo questo Post ricordano ai nostri amici lettori l’aria che tirava a metà ottobre: e lo facciamo pubblicando nuovamente la copertina del settimanale The Economist di metà ottobre. La vedete qui sotto.

Con il petrolio WTI che scambiava sopra gli 80$, a tutti (o quasi tutti) risultava chiarissimo che il prezzo dello stesso petrolio in futuro era destinato a salire, verso i 100$ ed anche oltre, e per mesi, anzi per anni.

Rivederlo oggi ai prezzi di marzo 2021, come ci racconta il grafico qui sotto, è un fatto che dimostra quanto sono stati bizzarri gli ultimi nove mesi del petrolio, e quanto erano poco ragionate, e poco fondate, quelle conclusioni, a cui (quasi) tutti arrivavano poche settimane fa.

Come sempre il suggerimento di Recce’d, in chiave operativa e quindi di gestione delle posizioni nel portafoglio titoli, e quello di non dimenticare immediatamente il passato: il passato non si ripete mai in modo identico, è vero, ma allo stesso tempo insegna un sacco di cose utili.

Ad esempio, nel caso del petrolio, la storia degli ultimi 24 mesi, che vedete bene nel grafico qui sotto, ci aiuta ad immaginare quello che potrebbe succedere nel breve e nel medio termine.

Ci aiuta anche a ricordare che oggi il petrolio costa quanto costava nel gennaio 2020: ci domandiamo perché allora nessuno scriveva di shock energetico. E anche voi, amici lettori, fareste bene a domandarvi esattamente la stessa cosa.

Anche limitandosi ai movimenti del prezzo del petrolio nel 2021, si riscontrano tre discese del 20% ed oltre (grafico più in basso): oscillazioni che ci danno la misura della variabilità di questo prezzo. Nell’ambito della gestione del portafoglio titoli, il petrolio e le materie prime in generale aggiungono certamente una componente di volatilità, e questo tutti lo sappiamo fin dall’inizio. La differenza sta tutta nel sapere gestire questa volatilità nel modo corretto.

A questo proposito, un ruolo importante va attribuito all’esperienza: in Recce’d abbiamo operato sul petrolio per decenni, e sappiamo bene che occorre una pazienza grande ed a volte grandissima. ma abbiamo dato prova di sapere come gestire la volatilità associata a queste posizioni nell’ambito di una gestione del portafoglio che, nel suo insieme, mantiene sempre la volatilità intorno ai livelli fissati come obbiettivo e comunicati ai nostri Clienti.

Il prezzo del petrolio è volatile, ed in questo caso l’utilizzo del termine “transitorio” è decisamente più appropriato, rispetto al caso dell’inflazione, che ovviamente (lo sappiamo bene tutti) NON dipende soltanto dal prezzo del petrolio.

A proposito di “transitorio”, permetteteci di suggerirvi un utile e sfizioso regalo per il Natale: un regalo che vi aiuterà a ricordare e a d essere ricordati.

Mercati oggiValter Buffo
Coincidenza di date
 

Tutti i nostri lettori lo ricorderanno perfettamente, ma vogliamo comunque ripeterlo: il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, fu eletto il martedì 3 novembre 2020, e sei giorni dopo, il lunedì 9 novembre, alle ore 8,30 degli Stati Uniti, e quindi un’ora prima dell’apertura delle Borse, Pfizer annunciò il primo vaccino anti-COVID.

Coincidenze? Noi non ci abbiamo mai creduto.

Ed ora, fate bene attenzione: la nuova variante Omicron arriva in prima pagina sui quotidiani il Giorno del Ringraziamento del 2021. Ed è un giovedì.

Ed il giorno successivo, venerdì, la metà degli operatori delle grandi banche ha fatto il ponte. Ed i mercati finanziari, negli Stati Uniti, operano con un orario ridotto rispetto al normale.

La variante sudafricana, però, non era comparsa quel giovedì 25 novembre: ce lo conferma il grafico del Financial Times che vedete in apertura di Post.

Ad un anno esatto di distanza, le coincidenze ed il destino fanno sì che tutto viene rimesso in discussione.

Come usa dire il Governatore del Veneto Zaia …

Mercati oggiValter Buffo
Perché il COVID non c'entra (parte 1)
 

I nostri Clienti lo hanno per certo: ci siamo confrontati, ne abbiamo discusso, e ne abbiamo trattato ogni mattina nel nostro The Morning Brief.

Ma per alcuni tra i lettori del Blog, i meno assidui, o i più distratti, potrà risultare utile un chiarimento, una precisazione: non è vero quello che questa mattina leggono in prima pagina sui quotidiani. Non è vero che “il COVID affonda le Borse”.

Non è certo possibile (su questo sarà d’accordo ognuno dei nostri lettori) spiegare il calo del 5% dell’indice di Borsa di Parigi con le notizie sulla nuova variante dal Sudafrica.

Ovviamente, ci sarà un grande numero di “finti tonti” (qualcuno sarà forte tonto per davvero) che diranno e scriveranno: “Del resto, chi lo poteva prevedere?”.

Ma la realtà è diversa: il tema COVID era in prima pagina da settimane, con toni allarmati, come ci racconta la prima pagina del sito del Corriere della Sera di martedì 23 novembre che vedete qui sotto.

E visto che stiamo parlando dei vostri soldi, vi sarà davvero utile capire perché martedì scorso le Borse erano tutte in salita, e poi tre giorni dopo il CAC di Parigi è sceso del 5%.

Se non capite questo, non potete neppure sperare di capire che cosa succederà, ai vostri soldi, nelle prossime settimane.

Il nostro suggerimento, in questo caso operativo ed urgente, è quello di rileggere alcune delle cose che Recce’d ha pubblicato in questo Blog negli ultimi mesi.

Recce’d di recente aveva scritto proprio di COVID. Aveva richiamato l’attenzione dei propri lettori su questo tema PRIMA della variante dal Sud Africa.

Sempre nel Blog, Recce’d aveva scritto anche di Borsa, ed in particolare dei fattori che stanno alla base delle valutazioni e dei prezzi in questa parte finale del 2021.

Mettendo in guardia i lettori sugli eccessi di una vera e propria “industria dell’ottimismo”.

Poi nel Blog Recce’d aveva illustrato le numerose ragioni per le quali oggi non sarebbe possibile agire utilizzando gli strumenti (lo “stimolo”) messi in campo 18 mesi fa.

Spiegando poi anche perché il rischio più grande per tutti noi investitori oggi è una crisi generalizzata di fiducia.

In aggiunta, in questo Blog Recce’d aveva illustrato con chiarezza lo stato di stagflazione nel quale si ritrova l’economia globale.

Ed infine, sempre nel Blog Recce’d ha dettagliato i criteri alla base di una sana, e produttiva, gestione dei propri investimenti.

Ma soprattutto (e dovreste rifletterci bene) nel gennaio del 2020 Recce’d scriveva di COVID anticipando, in una serie di nove Post, i fatti che poi tutti avete visto e seguito da allora fino ad oggi.

Mercati oggiValter Buffo