Longform'd. Rimettiamo le cose al loro posto (e prepariamoci per un memorabile autunno)
 

Sta per finire un agosto memorabile: ma settembre ed ottobre e novembre e dicembre per noi investitori saranno ancora più memorabili

E ve lo avevamo anticipato, da mesi.

Nel mese di agosto 2024 abbiamo tutti visto uno degli indici di Borsa più grandi al Mondo perdere il 12,5% in una sola seduta; ed abbiamo visto l’indice VIX della volatilità sulla Borsa di New York salire oltre quota 60.

Fatti con pochissimi precedenti in tutta la storia dei mercati finanziari. fatti che non resteranno isolati. Non possono: perché sono segnali forti e convincenti.

Soni i segnali della fragilità di tutto il mercato finanziario internazionale.

Proprio quel mercato finanziario nel quale, oggi, si trovano i vostri risparmi. I vostri soldi. I vostri soldi che voi avete deciso di mettere in Btp, in Bund, in GPM, in Fondi Comuni, in Polizze assicurative, in Fondi Pensione, in certificati.

Avete capito bene, quello che accade proprio oggi?

Siete interessati a capire che cosa sta succedendo oggi ai vostri risparmi?

Non è facile, dopo un mese di agosto 2024 ricchissimo di dati, eventi ed informazioni. In particolare nella settimana di Ferragosto, che trovate per voi commentata da Recce’d nel precedente Post del 18 agosto qui nel Blog.

Ogni giorno del mese di agosto 2024, Recce’d vi ha aiutati in modo concreto, alle pagine del sito che si chiamano

  • MERCATI

  • TWIT TWOO

  • NEL MOTORE DELLA PERFORMANCE (accesso alla pagina MERCATI)

  • BLOG

Avete interesse a capire con anticipo ciò che sta per succedere ai vostri risparmi, nelle prossime tesissime settimane?

I fattori che dovrete (volenti oppure nolenti) prima analizzare (ma analizzare con reale attenzione ed impiegando molto tempo) e poi capire (ma capire davvero: spesso vi risulterà in forte contrato con le TV, i quotidiani, i promotori finanziari e le banche internazionali) ve li indichiamo nelle cinque domande che seguono:

  1. la geopolitica è in questo momento dominata da chi?

  2. il debito è sostenibile?

  3. gli utili dei Big Tech da dove vengono?

  4. la recessione in che tempi ed in che modo si presenterà

  5. l’inflazione è davvero in calo?

Avete interesse a capire come si farà a guadagnare almeno qualche soldo (oppure come minimo a non perdere) nei prossimi, convulsi, tesissimi tre mesi?

Noi di Recce’d ne scriveremo la prossima settimana, in un nuovo Post.

In questo Post, aiutiamo gratuitamente ed in modo concreto tutti i nostri lettori a mettere ordine nella grandissima confusione che oggi domina i loro pensieri e le loro valutazioni sui mercati finanziari.

Noi possiamo offrire questo contributo per una ragione specifica: in Recce’d ogni giorno effettuiamo un monitoraggio nel dettaglio dei mercati finanziari, delle economie e della politica internazionale.

E noi di Recce’d lo possiamo fare in modo gratuito (nessuno in Italia regala un simile supporto all’investitore) perché abbiamo scelto oltre dieci anni fa un modello organizzativo vincente, e di molto superiore a quello delle Reti di vendita di prodotti finanziari, tra le quali le notissime Mediolanum, Fineco, Fideuram, Generali, Allianz, e tutte le altre.

Il modello organizzativo è vincente? Certo, e sono i risultati a dirlo: il nostro lavoro costa molto poco, al Cliente finale, e rende molto meglio, con un controllo del rischio del portafoglio che è decisamente superiore.

Dedichiamoci quindi, in questo Post, ammettere per voi lettori tutto al suo posto: facciamo ordine e chiariamoci le idee, prima ancora di parlare di che cosa vendere e che cosa comperare. Soltanto così, potete sperare di ottenere un risultato decente dai vostri risparmi.

Ripartiamo, come noi di Recce’d sempre facciamo, dai fatti, con una sintetica ricostruzione.


Per chi non ci avesse fatto caso, ecco una breve cronistoria delle recenti turbolenze del mercato. Nella riunione di mercoledì 31 luglio, la Federal Reserve ha indicato che avrebbe tagliato i tassi a settembre con un atterraggio morbido in vista, mentre la Banca del Giappone in precedenza quel giorno aveva aumentato il tasso di interesse allo 0,25 percento con un messaggio aggressivo in difesa dello yen. Le reazioni del mercato sono state minime, con le azioni in leggero rialzo sia in Giappone che negli Stati Uniti. Le cose sono iniziate venerdì 2 agosto dopo che lo yen era salito bruscamente e le deludenti cifre occupazionali negli Stati Uniti avevano innescato la "regola Sahm" che in precedenza aveva identificato le recessioni.

Entro la fine di lunedì 5 agosto, l'indice azionario statunitense S&P 500 era sceso del 6 percento con il Nikkei 225 in calo di quasi il 20 percento. Le azioni statunitensi hanno ora riacquistato tutto il valore perso e sono scambiate a un prezzo più alto rispetto alla chiusura del giorno prima della riunione della Fed del 31 luglio. Lo stesso vale per le azioni giapponesi valutate in dollari, che sono scese di poco più del 3 percento in yen.

È una fortuna, quindi, che la Fed non abbia ascoltato il consiglio di molti all'inizio di agosto, secondo cui era necessario un taglio dei tassi di emergenza perché le condizioni finanziarie si erano deteriorate così tanto. Il premio Nobel Paul Krugman, ad esempio, ha ragionato sul fatto che poiché i mercati erano già allarmati, una mossa del genere era necessaria e non sarebbe stata un segno di panico nella Fed.

Anche altri mercati finanziari si sono calmati. Il mercato dei tassi di interesse forward degli Stati Uniti ha dato una probabilità dell'85 percento che la Fed tagliasse i tassi a settembre di 0,5 punti percentuali il 5 agosto, una probabilità che era scesa a poco meno del 25 percento quando ho guardato l'ultima volta questa mattina.

Ma questi mercati non hanno ancora ripreso la calma di fine luglio. Il mercato dei tassi forward degli Stati Uniti pensa ancora che ci sia una probabilità superiore al 50 percento che i tassi di interesse statunitensi concludano l'anno con almeno 1 punto percentuale in meno, il che implicherebbe che la Fed implementi almeno un ampio taglio dei tassi nelle restanti tre riunioni dell'anno.

Come hanno fatto i mercati a sbagliarsi così tanto? Non dovrebbe sorprendere nessuno che i mercati finanziari a volte reagiscano in modo eccessivo alle notizie, creino narrazioni plausibili ma spesso esagerate come lo scioglimento del carry trade sullo yen e possano essere notevolmente sottili ad agosto. Vale la pena leggere Katie Martin sulla verità sulle narrazioni, mentre la Banca d'Inghilterra nel 2022 ha pubblicato un articolo interessante che evidenzia quanto fossero sottili alcuni dei mercati dei tassi di interesse forward del Regno Unito anche al di fuori dei mesi delle vacanze estive, con l'81 percento delle negoziazioni tra i primi tre partecipanti al mercato. Naturalmente, il mercato statunitense sarà più grande e profondo, ma supporre che si tratti di mercati efficienti è piuttosto esagerato.

Una narrazione di mercato che era chiaramente importante durante l'ultimo crollo era che l'atterraggio morbido degli Stati Uniti potrebbe scomparire dalla vista. I dati sull'occupazione che hanno fatto scattare una serie di avvertimenti di recessione negli Stati Uniti sono stati un fattore scatenante. È ironico, tuttavia, che mentre gli Stati Uniti utilizzano una definizione di recessione che si basa su un comitato per esaminare tutte le prove, i mercati finanziari hanno ridotto questo al movimento di un indicatore, la disoccupazione, in un periodo relativamente breve. Come mostra il grafico sottostante, altri indicatori del mercato del lavoro si sono raffreddati, ma non stanno lanciando segnali di avvertimento.

Come risponderà la Fed? Con i mercati finanziari tornati vicini ai livelli dell'ultima riunione della Fed, ulteriori buone notizie sull'inflazione statunitense e migliori indicazioni dalle richieste settimanali di disoccupazione negli Stati Uniti, è probabile che il presidente della Fed Jay Powell trasmetterà un messaggio di "procedura stabile". Altri funzionari della Fed, tra cui Mary Daly e Raphael Bostic, hanno indicato un graduale passaggio verso un taglio dei tassi da parte della Fed quest'anno. È più probabile che Powell segua l'esempio nel suo grande discorso di venerdì, anche se probabilmente non darà una direzione definitiva.

Un taglio di mezzo punto percentuale a settembre indicherebbe che la Fed ha commesso un errore in precedenza perché nella sua conferenza stampa di luglio, Powell ha detto che "non era qualcosa a cui stiamo pensando in questo momento". Le banche centrali odiano ammettere gli errori. Di sicuro, la previsione mediana della disoccupazione del quarto trimestre del Federal Open Market Committee di giugno del 4 percento sembra che necessiterà di un aggiornamento data la lettura più recente del 4,3 percento. Ciò consentirà alla Fed di concentrarsi maggiormente sull'aspetto del mercato del lavoro del suo doppio mandato e di tagliare i tassi più di una o due volte come indicato a giugno. Ma ci sarà poca urgenza di fare di più, soprattutto durante una stagione elettorale. Il requisito principale da parte di Powell sarà che esponga il suo pensiero e la probabile reazione a ulteriori movimenti nei dati. Ciò sarà piuttosto diverso e molto meglio di come i mercati finanziari hanno visto le cose all'inizio del mese.

Questo il qualificato e sintetico resoconto dei fatti, o meglio di quello che è stato definito fast crash. Leggendo resoconti di questo tipo il lettore è portato a pensare che si sia trattato di un breve episodio di panico senza conseguenze.

Potrebbe. Potrebbe esserlo. Ma non lo è.

Noi di Recce’d siamo in grado di spiegarvi le ragioni per le quali quell’episodio ha lasciato un segno permanente: e perché si ripeterà.

Leggiamo ancora insieme.

I mercati azionari globali hanno appena vissuto la loro settimana di rialzo più forte da novembre, mentre gli investitori hanno messo da parte le preoccupazioni sulla recessione e sul tasso di cambio dello yen di inizio agosto. Ben poco di sostanziale è cambiato per generare la ripresa o, in effetti, il crollo all'inizio del mese. A parte i mercati estivi poco liquidi, ciò che questo dimostra è una profonda incertezza sull'economia globale post-pandemia e sulle prospettive future.

Nelle economie avanzate ed emergenti, l'inflazione è migliorata ma rimane un po' troppo alta, la disoccupazione è generalmente bassa, i tassi di crescita sono variabili e le finanze pubbliche sono tese anche prima di includere i costi delle tensioni geopolitiche e dell'invecchiamento demografico.

Queste non sono le condizioni per la stabilità con un'ancora nota che stabilisce il punto di riposo per i tassi di interesse reali che stabilizzeranno l'inflazione alla piena occupazione.

Nei primi due decenni di questo secolo, i mercati finanziari hanno fissato tassi di interesse reali e nominali a lungo termine sempre più bassi, necessari per compensare un eccesso di risparmi asiatici, la crisi finanziaria globale, la bassa produttività e crescita della popolazione, il consolidamento del bilancio e la bassa inflazione. Molti di questi fattori trainanti sottostanti l'economia globale persistono, ma sono stati contrastati dai timori di shock ripetuti, fragili catene di fornitura globali e occasionali eccessi di domanda, che hanno portato a un mondo potenzialmente più inflazionistico con grande incertezza.

Uno studio di Goldman Sachs mostra che i mercati finanziari ora si aspettano che saranno necessari tassi di interesse a lungo termine più elevati per stabilizzare le economie, ma pochi dovrebbero sentirsi sicuri che questa valutazione di mercato durerà. Più certa è la seconda scoperta dello studio, ovvero che i paesi potrebbero migliorare il proprio costo reale della finanza a lungo termine perseguendo efficaci politiche di stabilizzazione economica. Mantenere un'inflazione bassa e stabile e migliorare i deficit delle partite correnti è stata una strada per un relativo successo economico. Sebbene Goldman Sachs abbia ottenuto questi risultati confrontando i tassi di interesse reali a lungo termine dei paesi con quelli degli Stati Uniti, non è poi così esagerato supporre che ciò che è positivo per gli altri sia importante anche per l'America e il resto dell'economia globale.

Una buona politica economica statunitense riduce i costi di prestito reali globali, sostiene una crescita economica più rapida e migliora la vita. È quindi difficile sopravvalutare l'importanza delle elezioni presidenziali statunitensi sia per l'America che per gli altri paesi. Mentre si prepara ad accettare la candidatura del partito democratico questa settimana, Kamala Harris ha esposto il suo prospetto economico. Ha dato un pieno sostegno all'indipendenza della Federal Reserve per soddisfare il suo duplice mandato di massima occupazione e stabilità dei prezzi. Ha anche annunciato un'ambizione gradita di abbattere le barriere all'edilizia abitativa.

Quest'ultima politica non è tutto ciò che sembra, tuttavia. Promettere di garantire la costruzione di altri 3 milioni di case "accessibili" per la classe media in quattro anni è stato deludentemente timido. Gli Stati Uniti hanno aggiunto 6 milioni di unità abitative dal 2020 e attualmente hanno un tasso di completamento delle abitazioni annualizzato di 1,5 milioni all'anno. Similmente ai candidati democratici in ogni elezione presidenziale, Harris vuole tassare di più i molto ricchi, utilizzando i proventi per alleggerire il peso sulle famiglie della classe media, in particolare quelle con figli. Se ciò accadrà dipenderà dall'equilibrio di potere al Congresso.

Più preoccupante è la sua scelta di flirtare con il populismo economico di sinistra. Il suo vago discorso su politiche che equivarrebbero a controlli sui prezzi dei generi alimentari e controlli sugli affitti rappresenta un pericoloso trionfo della speranza sulla lunga esperienza dei loro fallimenti. È possibile leggere le sue parole come una ferma lotta contro le pratiche anti-concorrenziali con gli strumenti della politica di concorrenza standard, ma il fatto che abbia scelto di mantenere l'ambiguità deve essere una preoccupazione.

I rischi di una presidenza Harris impallidiscono rispetto a quelli di Donald Trump se fosse rieletto. L'ex presidente ha chiarito che vuole avere voce in capitolo nelle decisioni di politica monetaria perché queste si basano su "sensazioni viscerali" e ha lo stomaco per farle bene. Poiché Trump ha sempre favorito bassi tassi di interesse quando era al potere e nessun taglio dei tassi prima delle elezioni di novembre, il controllo dell'inflazione negli Stati Uniti è sicuramente sulla scheda elettorale di questo autunno. Inoltre, il suo populismo economico si estende a concetti ben compresi e confutati come il fatto che tariffe più elevate colpiscono i consumatori statunitensi e farebbero aumentare ulteriormente i prezzi. Chiedere la scorsa settimana "tariffe dal 10 al 20 percento sui paesi stranieri che ci hanno truffato per anni" è stato pericoloso per gli Stati Uniti e per l'economia globale. Con i repubblicani molto più propensi a tagliare le tasse che a controllare la spesa, nessuno dovrebbe essere sicuro della stabilità economica degli Stati Uniti sotto una presidenza Trump, anche se molti dei suoi istinti potessero essere controllati dal Congresso.

Quando la scelta è tra un candidato che istintivamente incolpa gli eccessi aziendali e lo sfruttamento all'interno di un sistema di mercato per l'inflazione e uno che si fida del suo istinto e delle sue teorie preferite prima di decenni di esperienza, non sorprende che i mercati finanziari siano nervosi.

L'esito post-elettorale è altamente incerto, non solo per quanto riguarda chi vincerà, ma anche cosa cercheranno di implementare e se hanno il potere legislativo per farlo. È inevitabile che ci sia più volatilità nei mesi a venire. Se pensate che niente di tutto questo suoni rassicurante, avete ragione.


Mentre nel primo dei due brani che avete letto, l’impostazione era del tutto centrata sulla caduta ed il successivo recupero degli indici delle Borse in Occidente, nel più ampio sguardo del secondo brano rientrano, più correttamente:

  • i rischi della politica ed anche della geopolitica

  • il debito

  • il livello cosiddetto “neutrale” dei tassi di interesse

  • le tariffe

  • l’inflazione

  • la crescita delle economie

Recce’d aveva incluso molti di questi temi nel suo elenco dei fattori determinanti, che avete letto più in alto in apertura del Post.

E voi, lettori del nostro Blo: voi, di ognuno di questi temi che opinione avete. Che evoluzione prevedete nelle prossime settimane? Come impatterà sui rendimenti delle vostre varie posizioni che detenete nel vostro portafoglio? E che rischi di ribasso esistono, oggi, nel vostro portafoglio di investimenti?

Tra i tanti, importantissimi, fatti del mese di agosto del 2024, da ultimo abbiamo letto, ed ascoltato, nella giornata di ieri, i messaggi che sono arrivati dalla riunione di Jackson Hole, e tutti abbiamo visto le reazioni dei mercati finanziari.

Come in passato, anche oggi vi faremo vedere quanto è utile per ogni investitore andare a rileggere, dopo i fatti, ciò che veniva scritto solo qualche giorno prima. In questo caso, proprio da Nick Timiraos, che scrive per il Wall Street Journa e che sui mercati finanziari viene presentato come “il portavoce-ombra” della Federal Reserve.

In questo articolo, dunque, si leggeva tutto quello che la Fed, e Powell in particolare, avrebbe voluto che il pubblico pensasse del futuro dell’economia e dei mercati finanziari a fine agosto 2024. Ed infatti ieri, nelle parole di Powell, tutti abbiamo riletto proprio queste cose che ora leggete.

E in questo modo, ritorniamo con voi lettori d affrontare il cuore del problema: che sempre qui nel Blog avevamo già, ampiamente, affrontato qualche settimana fa.


C'è un detto che dice che le espansioni economiche non muoiono di vecchiaia: vengono uccise dalla Federal Reserve.

Il presidente della Fed Jerome Powell ha trascorso gli ultimi due anni determinato a battere l'inflazione anche se ciò si traducesse in recessione. Ora è sul punto di vincere la battaglia senza far crollare l'economia, ma i prossimi mesi saranno cruciali.

Se ci riesce e manovra l'economia verso un atterraggio morbido che fa scendere l'inflazione senza un grande aumento della disoccupazione, sarà un risultato storico degno della Hall of Fame delle banche centrali. Se fallisce, l'economia scivolerà comunque in recessione sotto il peso di tassi di interesse più elevati, e avrà dimostrato la vecchia massima sulla Fed.

Powell e i suoi colleghi hanno segnalato nelle ultime settimane che sono pronti a iniziare a tagliare i tassi quando si incontreranno di nuovo a settembre, con le pressioni sui prezzi che ora si stanno allentando ma il mercato del lavoro che si sta raffreddando. Ciò ha attirato l'attenzione su quanto velocemente i funzionari dovrebbero abbassare i tassi da un massimo di due decenni.

Per Powell, l'ultima fase della lotta all'inflazione della Fed segna un momento decisivo. Il modo in cui pianifica il suo approccio incomberà sulla conferenza annuale della banca centrale nel Grand Teton National Park del Wyoming questa settimana, incluso durante un discorso ampiamente atteso venerdì.

Quando Powell parlò lì due anni fa tra i dubbi sulla convinzione della Fed di ridurre l'inflazione, fece una promessa cupa. Segnò la sua disponibilità ad accettare una recessione come prezzo per curare l'inflazione elevata invocando l'esempio dell'ex presidente della Fed Paul Volcker. Nei primi anni '80, la Fed ha notoriamente aumentato i tassi a livelli molto alti e ha sottoposto l'economia a una straziante recessione che alla fine ha domato i prezzi elevati.

La Fed sotto Powell ha anche aumentato rapidamente i tassi, nel 2022 e nel 2023. Tuttavia, Powell ha mantenuto la possibilità che la Fed potrebbe essere in grado di evitare una recessione questa volta perché l'inflazione del 2021-23 è stata diversa dall'episodio degli anni '70.

Per i funzionari della Fed, un atterraggio morbido rappresenterebbe la redenzione definitiva. Tre anni fa, avevano erroneamente previsto che l'inflazione sarebbe stata di breve durata. Il successo dimostrerebbe che i costi della lentezza nel porre fine alle aggressive politiche di stimolo nel 2021 non sono stati così disastrosi come molti critici avevano avvertito. "Sarebbe il momento migliore della loro storia", ha affermato Dario Perkins, economista presso GlobalData TS Lombard. "Potrebbero dire: 'Non solo abbiamo impedito questo scenario di inflazione incontrollata degli anni '70, ma siamo riusciti a farlo senza costi significativi per l'economia: questo perfetto atterraggio morbido'". Così facendo, Powell ha la possibilità di emulare due dei suoi eroi. Un risultato positivo unirebbe la forza d'animo di Volcker con l'abilità di Alan Greenspan, che come presidente della Fed alla fine degli anni '90 ha resistito alle richieste di rallentare l'economia in un boom che ha prodotto poca inflazione. Karma negativo

Powell sta navigando sullo sfondo di una campagna elettorale divisiva e le decisioni della Fed potrebbero plasmare l'economia che il prossimo presidente erediterà.

I democratici, tra cui la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren, hanno criticato Powell per non aver tagliato i tassi prima. Non nascondono che daranno la colpa di qualsiasi crisi economica a Powell.

Donald Trump, che ha nominato Powell presidente nel 2018, afferma di voler avere più voce in capitolo nella politica dei tassi di interesse se riprenderà la presidenza questo autunno. Una recessione potrebbe incoraggiare il candidato del GOP nel suo tentativo di modellare l'istituzione a suo piacimento.

Molte cose potrebbero ancora andare storte, cosa che Powell sa bene. Sbattere o scivolare fuori dalla pista è qualcosa che il mite presidente della Fed ha detto che lo tiene sveglio la notte. Powell, 71 anni, si astiene dall'usare il termine "atterraggio morbido", secondo persone che hanno lavorato o parlato con lui, per evitare di sembrare che abbia contato i polli prima che si schiudano. Invece, si riferirà ad esso indirettamente come "il buon risultato" o "quella cosa che tutti vogliamo".

Non è il solo. "Cerco di non usare questa frase. È un cattivo karma", ha detto Tom Barkin, presidente della Fed di Richmond, in un'intervista la scorsa settimana.

Il capo della Fed, che dopo il college ha viaggiato per l'Europa con la sua chitarra, facendo una serenata ai clienti di un caffè di Parigi con le ballate di Hank Williams tra cui "I'm So Lonesome I Could Cry", ha detto di recente che lui e sua moglie hanno smesso di mangiare nei ristoranti. "Le persone al tavolo accanto ascoltano sempre", ha detto a un pubblico di poche centinaia di imprenditori a Washington il mese scorso.

Il copione economico è cambiato

Le preoccupazioni sul mercato del lavoro hanno sollevato dubbi su quanto velocemente tagliare i tassi.

L'inflazione è scesa a circa il 2,5% da oltre il 7% di due anni fa, non lontano dall'obiettivo del 2% della Fed. Ma il tasso di disoccupazione è salito al 4,3% a luglio dal 3,7% all'inizio dell'anno. Sebbene si tratti di un livello storicamente basso, non è detto che rimarrà lì. Di solito, quando il tasso di disoccupazione inizia a salire un po', in seguito aumenta di molto. Questa linea di pensiero sostiene l'abbassamento dei tassi a una velocità ragionevole. Eppure alcuni funzionari sono nervosi perché i tagli dei tassi alimenteranno nuove pressioni sui prezzi che metteranno a repentaglio i loro guadagni duramente conquistati.

Un gruppo che include la governatrice della Fed Michelle Bowman e il presidente della Fed di Kansas City Jeff Schmid teme che tagliare i tassi troppo presto riaccenda l'inflazione o le consenta di stabilizzarsi più vicino al 3%, ben al di sopra del loro obiettivo. Con il tasso di disoccupazione a un livello storicamente basso, questo gruppo ha sostenuto: "Qual è la fretta?"

Questo gruppo ha anche reagito con scetticismo al pessimismo sul mercato del lavoro. Sottolineano come il recente aumento del tasso di disoccupazione sia stato guidato da licenziamenti temporanei e non permanenti insieme a un aumento del numero di persone che entrano nel mercato del lavoro. Pensano che i tassi di interesse siano solo moderatamente restrittivi, il che significa che la Fed potrebbe non aver bisogno di tagliare molto i tassi.

Un altro gruppo è più preoccupato di diventare troppo compiacente riguardo al rallentamento della domanda di lavoro. I tassi di interesse aggiustati per l'inflazione sono al loro livello più alto da decenni e questi funzionari si chiedono: "Perché stiamo aspettando?" "Nei normali cicli economici, la disoccupazione sale come un razzo ma scende come una piuma", ha affermato il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee in un'intervista. Sebbene il ciclo attuale possa essere insolito, "è almeno una nota di cautela che il mercato del lavoro si sia raffreddato. Deve smettere di raffreddarsi". Molti sono pronti a iniziare a tagliare i tassi di un tradizionale quarto di punto percentuale il mese prossimo, ma non sono sicuri di quanto velocemente dovrebbero procedere in seguito.

Il problema è quanto i tassi siano attualmente al di sopra di un'impostazione "neutrale" che non stimola né rallenta l'attività. Alla riunione di settembre, i funzionari della Fed dovranno compilare le loro proiezioni per i tassi di interesse per i prossimi tre anni. Il presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari lo teme perché è così incerto "su quanto sia restrittiva la politica in questo momento", ha affermato in un'intervista. Barkin ha affermato che lui e il suo staff della Fed di Richmond stanno esaminando centinaia di aziende per vedere se la domanda si sta indebolendo e se si stanno preparando a licenziare i lavoratori di conseguenza. Non lo vede al di fuori di alcuni settori ristretti. "Si possono commettere errori muovendosi in modo troppo aggressivo o non abbastanza aggressivo", ha detto.

In generale, la Fed si trova di fronte a due percorsi per i prossimi mesi. In uno, i funzionari potrebbero tagliare i tassi di un quarto di punto in ciascuna delle loro prossime riunioni e poi aumentare o diminuire l'entità e la velocità delle riduzioni a seconda di come andrà l'economia all'inizio dell'anno prossimo.

Se l'economia entra in un rallentamento più netto, potrebbero tagliare i tassi con incrementi più ampi di mezzo punto per avvicinare i tassi di interesse al 3% entro la prossima primavera. (Il tasso di riferimento della Fed è attualmente fissato tra il 5,25% e il 5,5%.)

È probabile che Powell mantenga aperte le sue opzioni quando parlerà questa settimana. I dati sul mercato del lavoro di agosto, che saranno pubblicati all'inizio del mese prossimo, potrebbero far pendere la bilancia a favore di un taglio più ampio se saranno deludenti come le letture di luglio.

"Il motivo per cui ci si muove gradualmente come banchiere centrale è che ti dà delle opzioni", ha detto Goolsbee. "L'aspetto negativo del gradualismo è che quando le cose si muovono, non hai più quel lusso". Una manciata di economisti del settore privato ed ex-Fed, tra cui JPMorgan Chase e Wells Fargo, affermano che le prove che il mercato del lavoro potrebbe indebolirsi troppo dovrebbero indurre i funzionari a effettuare tagli dei tassi più ampi in anticipo, abbandonando la loro preferenza di lunga data per il gradualismo.

"Hanno un sacco di legna da tagliare e devono muoversi. Ma è un posto fortemente guidato dal consenso e non hanno ancora il consenso per farlo", ha affermato Jay Bryson, capo economista di Wells Fargo. Sembra improbabile che ciò accada in questo comitato senza "uno shock o una serie di dati deboli che spostano improvvisamente il consenso verso dove si muovono più velocemente".

Scrivi a Nick Timiraos all'indirizzo Nick.Timiraos@wsj.com

Non amiamo le celebrazioni, ed in modo particolare troviamo sempre di pessimo gusto le celebrazioni fatte in anticipo. La celebrazione che Timiraos ci aveva proposto prima del discorso a Jackson Hole è poi proseguita proprio con il discorso di Powell, che ha scelto di cantare vittoria, come leggete nell’immagine che segue.

Esattamente questo medesimo atteggiamento, nel mese di ottobre del 2023, aveva portato le banche internazionali a prevedere, tutte quante, SEI tagli dei tassi nel 2024. Ripetiamo: SEI tagli con il primo a marzo, ovvero SEI mesi fa.

Ora siamo a settembre, e non ne è arrivato neppure uno.

E anche questa volta, il cantare vittoria prima del tempo si rivelerà una pessima scelta.

Con effetti, sui vostri portafogli titoli, che risulteranno altrettanto permanenti ed altrettanto ampi quanto lo furono, due anni fa, gli effetti dell’errore sulla “inflazione transitoria”.


La scelta di questo atteggiamento, sia in chiave tattica, sia in chiave strategica, è pessima perché oggi non è possibile dire che la Federal Reserve ha già raggiunto il suo obbiettivo, e lo stesso vale ovviamente anche per la BCE.

Sia la Federal Reserve, sia la BCE, commettono una forzatura e la forzatura risponde a scelte politiche, e non va nell’interesse del pubblico.

Lo fanno per disperazione, ovvero lo fanno perché non c’è nulla, in alternativa, che Fed e BCE possono fare, se non sperare, ed anzi pregare, che arrivi questo “soft landing”. Si fa un “all-in” pokeristico sulla “buona sorte” che troverete poi citata nel prossimo brano che leggerete più in basso.

L’atteggiamento è condiviso, ed anzi supportato, da tutte le banche internazionali di investimento e da tutte le Reti dei promotori finanziari, financial advisor, private banker e wealth manager.

Chi vincerà, alla fine? Questi sono gli Invincibili della Marvel?

Assolutamente no: vincerà la realtà, come sempre è stato e come sempre sarà. Perché questo non è un fumetto della Marvel.

Nell’agosto del 2024, i dati per l’inflazione, sia di qua sia di là dell’Atlantico, non ci dicono che siamo diretti al 2% di inflazione: ma proprio per nulla. Alcuni dei tanti dati che lo dimostrano noi li abbiamo pubblicati, la settimana di Ferragosto e poi anche questa settimana, alle pagine del sito che si chiamano TWIT - TWOO, MERCATI e NEL MOTORE DELLA PERFORMANCE. E li abbiamo commentati anche qui nel Blog.

Noi di Recce’d, per questa ragione, a favore dei nostri lettori rimettiamo le cose a posto proprio con questo Blog: la particolare, diffusa, e profonda incertezza che condiziona in questo 2024 i mercati finanziari del Pianeta non si è risolta nei primi otto mesi dell’anno; al contrario è aumentata.

Le implicazioni, per il rendimento del vostro portafoglio, e per i rischi che state sopportando senza rendervene conto, sono ovvie.

Osservate con attenzione i prezzi del vostro portafoglio titoli: e chiedetevi la ragione per la quale, di fatto, le perdite sui BTp, sulle GPM obbligazionarie, e sui Fondi Comuni obbligazionari non sono state per nulla recuperate.

Ieri sera in chiusura di settimana il Treasury a 10 anni rendeva il 3,80%.

Con la nostra abituale concretezza e chiarezza vi abbiamo indicato gratuitamente più in alto i cinque fattori determinanti nelle prossime settimane per i risultati dei vostri investimenti.

Ci dovrete lavorare molto, e farete bene a farlo PRIMA che finiscano sulle prime pagine di tutta la stampa mondiale una seconda volta.

Vogliamo aiutarvi, e lo facciamo proponendovi un esempio concreto del tipo di analisi che vi è indispensabile: leggete di seguito una ricapitolazione che si focalizza sull’economia degli USA, ed integra in modo utile ciò che avete letto stamattina sul Web e sui quotidiani a proposito delle dichiarazioni di Jerome Powell a Jackson Hole.

Nel brano si accenna, in chiusura, ad un consenso all’interno della Federal Reserve, che oggi non c’è più. Ed anche di questo dovrete occuparvi se tenete al futuro del vostro risparmio.

L'economia statunitense ha sfidato le previsioni di una recessione imminente, alimentando tassi più elevati negli ultimi due anni. Ora si stanno raccogliendo prove che i buffer unici che hanno protetto l'economia finora, tra cui i cuscinetti di risparmio dell'era della pandemia e un'ondata di immigrazione che ha aumentato la spesa, potrebbero svanire su più fronti.

I budget dei consumatori a basso e medio reddito stanno mostrando difficoltà. Sempre più aziende affermano di concentrarsi di nuovo sul contenimento dei costi per attrarre acquirenti attenti alle offerte.

Il settore immobiliare statunitense, che ha evitato una recessione che di solito si verifica quando i tassi di interesse aumentano bruscamente, si trova ad affrontare una prospettiva desolante. L'attuale bacino di potenziali acquirenti ha profili di reddito e ricchezza più deboli rispetto a coloro che si sono fatti avanti per acquistare case quando i tassi dei mutui sono saliti per la prima volta oltre il 6% due anni fa.

Molti proprietari di case hanno tenuto le loro case fuori dal mercato, il che inizialmente ha limitato la concorrenza per i costruttori di case. Ciò sta finendo ora poiché le scorte stanno aumentando. Nel frattempo, un boom edilizio di appartamenti che ha tenuto i lavoratori edili nei cantieri è finito. Il numero di unità abitative in costruzione è sceso di quasi il 10% nell'ultimo anno, il calo più grande dal 2011.

Nel mercato del lavoro, le aziende hanno rallentato le assunzioni. Per ora, i licenziamenti sono bassi. Ma ciò che sembra una demolizione controllata della domanda di lavoro rischia di superare un punto di svolta. Mercoledì, il Dipartimento del lavoro ha affermato che la crescita delle buste paga per i 12 mesi che terminano a marzo potrebbe essere rivista al ribasso a 2,1 milioni di posti di lavoro da una cifra inizialmente segnalata di quasi tre milioni di posti di lavoro, il che significa che gli incrementi occupazionali per la maggior parte del 2023 e i primi tre mesi di quest'anno sono stati più blandi.

"Se le offerte di lavoro diminuiscono molto di più, le persone che perdono il lavoro non saranno in grado di attraversare la strada e trovare lavoro", ha affermato Peter Berezin, chief global strategist presso BCA Research. Atterraggio sicuro

Molte recessioni sembrano inizialmente atterraggi morbidi, ma dalla seconda guerra mondiale gli Stati Uniti ne hanno ottenuto solo uno in modo convincente, nel 1995. Allora, Greenspan tentò di prevenire le pressioni inflazionistiche aumentando rapidamente i tassi, dal 3% al 6%. Poi cambiò rotta e in sei mesi tagliò i tassi al 5,25%.

Se Powell riuscirà nell'impresa non dipenderà solo dal fatto che l'economia si stia indebolendo più velocemente sotto la superficie, ma anche dal fatto che tassi più bassi possano stimolare nuovi prestiti e spese per contrastare qualsiasi debolezza.

Gli investitori sono ottimisti perché la Fed ha molto spazio per tagliare. Tuttavia, alcuni mutuatari potrebbero subire una stretta dagli effetti ritardati dei precedenti aumenti della Fed anche dopo che la banca centrale ha ridotto i costi di prestito.

Questo perché i mutuatari hanno goduto di più di un decennio di costi di prestito storicamente molto bassi prima che la Fed iniziasse ad aumentare i tassi e molte aziende e famiglie hanno ancora un debito a tasso fisso basso. Se quel debito scade l'anno prossimo, potrebbero dover affrontare un aumento considerevole dei costi di prestito anche se la Fed tagliasse i tassi di un intero punto percentuale.

Un atterraggio morbido sembra allettantemente vicino perché finora l'economia si è avvicinata di più a uno scenario ottimistico delineato dai funzionari della Fed due anni fa.

Quando i funzionari hanno iniziato ad aumentare i tassi da quasi zero nel 2022, economisti di spicco hanno affermato che un periodo di maggiore disoccupazione era quasi necessario per creare abbastanza flessibilità, come lavoratori disoccupati e fabbriche inattive, per abbassare i prezzi. Hanno sostenuto che l'inflazione era guidata da mercati del lavoro surriscaldati.

I leader della Fed hanno affermato che un altro percorso era possibile perché l'inflazione era stata guidata non dal mercato del lavoro ma dalla collisione tra una forte domanda e catene di fornitura disorganizzate. Hanno suggerito che il mercato del lavoro era così fuori controllo dopo la pandemia, mentre le aziende che riaprivano si affrettavano ad assumere lavoratori, che il raffreddamento della domanda potrebbe portare le aziende semplicemente a scartare le posizioni vacanti piuttosto che licenziare i lavoratori.

La buona sorte ha avuto un ruolo in questo risultato. Le catene di fornitura sono guarite l'anno scorso. L'economia ha evitato nuovi shock, come un forte aumento dei prezzi del petrolio o un'esplosione del mercato finanziario. E un'ondata di immigrazione ha aumentato la produzione, alleviando al contempo la carenza di manodopera. "Ora sappiamo di più sulla provenienza di questa [inflazione] perché possiamo vedere cosa l'ha fatta sparire", ha detto Powell ai legislatori il mese scorso.

All'inizio di quest'anno, mentre gli economisti si chiedevano perché i tassi di interesse non avessero fatto di più per rallentare l'economia, Powell ha suggerito che l'ondata di immigrazione avrebbe potuto mascherare gli effetti di una politica restrittiva dei tassi di interesse. La sua preoccupazione di fondo era che gli effetti di una politica restrittiva si sarebbero rivelati gradualmente e poi all'improvviso.

"Perché tutta questa fretta?" vs. "Perché stiamo aspettando?"

All'interno della Fed, l'incertezza economica minaccia di porre fine a un periodo di unanimità che è notevole persino per un comitato che premia il consenso. Nessun funzionario della Fed ha espresso dissenso in una riunione politica da giugno 2022, eguagliando una serie vista l'ultima volta tra il 2003 e il 2005.

Per chiudere questo Longform’d con un aiuto concreto nella gestione del vostro portafoglio di investimenti finanziari, oggi vi anticipiamo il tema di mercato che risulterà dominante fino da lunedì, e per l’intero mese di settembre. Noi di Recce’d, per voi, seguiremo quotidianamente questo tema nelle pagine del sito (NEL MOTORE DELLA PERFORMACE, TWIT - TWOO, e anche MERCATI).

Per il Cliente di Recce’d, il tema di cui si parla in questo brano che chiude il Longform’s si è già tradotto nelle posizioni dei nostri portafogli modello. Ed altre operazioni sui portafogli modello stanno per essere messe in pratica negli ultimi giorni di agosto, sfruttando proprio quel diluvio di dati di Ferragosto del quale Recce’d ha scritto nel Post della settimana scorsa.

Nel brano che state per leggere, occupa una posizione centrale il mercato del lavoro, al quale anche Powell ieri ha dedicato uno spazio particolare, come si legge nell’immagine che segue.

Da questo punto ripartono lunedì i mercati finanziari.


Contrariamente a quanto molti credono, la società di ricerca sugli investimenti BCA Research ritiene che l'economia sia sull'orlo di una recessione e che i previsti imminenti tagli dei tassi della Federal Reserve statunitense non saranno sufficienti a far uscire i mercati da questa situazione.

"Ognuno di noi ora crede che ci sia una recessione, ed è esattamente l'opposto di ciò che crede il mercato", ha detto Garry Evans, capo stratega dell'allocazione globale degli asset di BCA Research, a "Squawk Box Asia" della CNBC.

Evans ha sottolineato i segnali di rallentamento dell'economia, tra cui quello che ha definito il "deterioramento" del mercato del lavoro statunitense. Il Dipartimento del lavoro statunitense ha riferito che il tasso di disoccupazione è salito al 4,3% a luglio, il più alto da ottobre 2021, e un indicatore per l'attività manifatturiera statunitense è sceso al minimo di otto mesi nello stesso mese.

"Ci sono cose che stanno crollando piuttosto rapidamente ora", ha detto lo stratega.

Il mercato dei futures sui fondi federali suggerisce che gli investitori si aspettano almeno tre tagli dei tassi entro la fine dell'anno, secondo il CME FedWatch Tool.

Ma secondo Evans, questo non sposterà molto l'ago delle sue proiezioni.

"Qualche taglio dei tassi non impedirà una recessione. La recessione media dura 10 mesi... Ci vuole circa un anno prima che i tagli della Fed inizino effettivamente a dare una spinta all'economia", ha affermato.

"Il mercato ritiene che il tasso dei fondi federali alla fine del prossimo anno sarà del 3%. Attualmente è al 5,3%. Ciò non accadrà a meno che non ci sia una recessione", ha aggiunto.

Una recessione si verifica in genere quando ci sono due trimestri consecutivi di calo del PIL reale di un paese.

I trader stanno anche tenendo d'occhio il simposio annuale sulla politica economica a Jackson Hole questa settimana, che potrebbe offrire maggiore chiarezza sulle prospettive dei tassi di interesse, con il presidente della Fed Jerome Powell pronto a parlare all'incontro venerdì.

L'economia statunitense è rimasta solida anche in mezzo all'inflazione in corso e ai tassi di interesse elevati.

Nell'ultimo secolo, ci sono state più di una dozzina di recessioni, alcune durate fino a un anno e mezzo.

Sebbene gli Stati Uniti non siano ufficialmente in recessione, un sondaggio condotto da Affirm rivela che circa 3 americani su 5 pensano che lo siano.

Valter Buffo
Il diluvio di Ferragosto
 

L’attualità ci ha travolto, in questo agosto 2024: e proprio nella settimana di Ferragosto 2024 tutti noi investitori siamo stati travolti da un diluvio di dati.

Ancora di più che nelle settimane precedenti, ci sentiamo obbligati a cogliere e sviluppare gli spunti offerti dall’attualità dei mercati nella settimana di Ferragosto.

Abbiamo in sospeso con i lettori del nostro Blog sia il Longform’d iniziato il 26 giugno, un mese fa (sul tema AI), sia il Post relativo ai risultati ed alle performances del quale pubblicammo la prima parte quattro settimane fa.

Ci impegniamo per completare i due lavori citati, che sono in corso (e sono probabilmente oggi più importanti ancora che a fine giugno, entro il mese di agosto.

Ne abbiamo tantissime, di cose da scrivervi. Ma intanto, affrontiamo a caldo la realtà del Ferragosto 2024.



Il titolo che leggete nell’immagine qui sopra è di CNBC ed è di oggi. Il titolo dice che una settimana ricchissima di importanti dati economici influenzerà le decisioni future della Federal Reserve. Il sottotitolo aggiunge: “un diluvio di datici ha lasciato una serie di forti segnali".

Per i tanti lettori amici di Recce’d che la settimana scorsa erano impegnati con una escursione in montagna, una gita in barca a vela sul lago, oppure in un bagno di sole in spieggia, Recce’d oggi offre (in estrema sintesi) un riassunto dei fatti principali della settimana di Ferragosto, ed anche una illustrazione dei “forti segnali” che secondo CNBC sono stati lasciati sui mercati dalla settimana che si è appena conclusa.

Che i dati di cui noi investitori siamo venuti a conoscenza siano stati significativi, non possono esserci dubbi: chi tra i nostri lettori ha seguito il nostro sito durante la settimana ne ha già letti almeno una parte nella nostra pagina TWIT - TWOO, attraverso la quale giorno per giorno regaliamo al lettore una selezione di alcuni dei fatti si maggiore rilievo per il futuro dei mercati finanziari e per la gestione del portafoglio titoli.

Nelle immagini che seguono, noi ve ne facciamo rileggere alcuni, selezionati per voi.

Come vedete dalla nostra sintetica ricapitolazione per immagini, proprio nella settimana di Ferragosto, tutti noi investitori abbiamo assistito a fatti importantissimi, che vanno dalle dimissioni di un Primo Ministro a significativi movimenti dei mercati finanziari, e tutto questo mentre arrivavano sugli schermi dei nostri PC, dati importantissimi che vanno dai dati USA per l’inflazione ai dati dalla Cina per la crescita dell’economia, ai dati Europei e del Regno Unito.

Di tutto questo, noi in Recce’d, in quanto gestori di portafoglio, abbiamo fatto, giorno per giorno, prima una analisi accurata ed approfondita, e dopo una applicazione ad ogni singola posizione (presente e futura) ai nostri portafogli modello per i Clienti.

Come potete immaginare, si è trattato di una imponente mole di lavoro, durante questa ultima settimana.

Se guardiamo alla rilevanza che i media hanno attribuito a questi fatti, dobbiamo constatare che la maggiore attenzione nell’ultima settimana è stata attribuita al recupero degli indici di Borsa: a titolo di esempio per voi abbiamo selezionato il brano che segue dal più noto dei media finanziari ovvero CNBC. Brano del quale poi vi illustreremo la rilevanza per gli scopi del Post che state leggendo.

Le azioni statunitensi sono aumentate venerdì mentre gli investitori hanno chiuso la migliore settimana del 2024, parte di una ripresa del mercato dopo la violenta disfatta di inizio agosto.

Durante la settimana, l’S&P 500 ha guadagnato quasi il 3,9%, la migliore settimana da novembre 2023. Il Nasdaq ha guadagnato il 5,2%, mentre il Dow a 30 titoli è avanzato del 2,9% durante la settimana.

Dopo il rimbalzo di questa settimana, l’S&P 500 è ora a solo il 2% dal suo massimo record di metà luglio. I dati di questa settimana hanno contribuito a calmare un mercato nervoso. I dati sulle vendite al dettaglio pubblicati giovedì sono stati molto più forti di quanto previsto dagli economisti, mentre le richieste settimanali di disoccupazione sono diminuite.

Entrambi hanno dimostrato che i timori di recessione, che hanno contribuito a innescare una svendita globale all’inizio di questo mese, erano eccessivi. Anche i dati sull’inflazione pubblicati all’inizio di questa settimana hanno rafforzato le speranze che uno scenario di atterraggio morbido fosse ancora possibile.

"I dati pubblicati la scorsa settimana hanno raggiunto il giusto equilibrio, non essendo né troppo caldi, né troppo freddi", ha scritto venerdì Mark Haefele, responsabile degli investimenti per la gestione patrimoniale globale di UBS. “Ciò dovrebbe aiutare a dissipare sia le preoccupazioni di una recessione incombente sia quelle che un’inflazione vischiosa ostacolerà la Federal Reserve nel caso in cui fossero necessari rapidi tagli dei tassi per difendere la crescita”.

Azioni di Nvidia sono tra i maggiori vincitori della settimana nel settore dei titoli tecnologici con un guadagno di oltre il 18%. Mela e Microsoft sono aumentati rispettivamente di circa il 4% e il 3% durante la settimana.

Il Dow è sceso di 1.000 punti e il 5 agosto l’S&P 500 ha vissuto la sua giornata peggiore dal 2022, poiché gli investitori temevano che la Federal Reserve fosse troppo tardi per tagliare i tassi di interesse e che l’economia stesse scivolando in una recessione. La liquidazione delle operazioni valutarie degli hedge fund ha accentuato la volatilità del mercato.

Ma da allora gli investitori sono intervenuti per acquistare, con l’S&P 500 in rialzo per sette giorni consecutivi mentre i rapporti economici hanno placato le preoccupazioni di recessione. Il Nasdaq ha registrato la sua settimana migliore da novembre 2023

La ricapitolazione che avete appena letto riguarda unicamente le Borse: eppure, vi facciamo osservare, risulta impossibile parlare di Borse senza accennare anche a:

  1. il tema della recessione,

  2. i grandi titoli del settore Tecnologia ed anche

  3. le “operazioni valutarie degli hedge fund” che poi sono i cosiddetti “carry trades” dei quali abbiamo già anticipato al nostro lettore un approfondimento in una delle prossime settimane.

Anche se i titoli dei quotidiano, nell’ultima settimana, si sono occupati unicamente di Borse, come vedete è necessario ampliare l’orizzonte di osservazione, ed aggiungere altri elementi, se si è interessati a capire (almeno) qualcosa.

A voi lettori, come ad ogni altro investitore, dopo avere letto delle Borse è necessario:

  • mettere ordine in tutti questi elementi ai quali si fa riferimento sopra,

  • selezionare il vero dal falso,

  • selezionare ciò che è rilevante da ciò che non lo è.

E dopo che avrete capito almeno qualcosa, se non tutto, dovrete procedere poi a rivalutare una per una tutte le vostre attuali operazioni di investimento, il loro peso sul totale, le loro prospettive di guadagno e di perdita, ed il rischio complessivo che sopportate con il vostro attuale portafoglio in titoli alla data del 18 agosto.

Vi facciamo osservare che tutto ciò che avete appena letto nel brano, infatti, a prima vista sembra filare via senza problemi: appare coerente e completo. Ma solo ad una lettura superficiale.

Ve lo dimostra il fatto che, come ricorderete senz’altro, quando noi di Recce’d abbiamo pubblicato il nostro Post del 27 luglio, (che era dedicato al tema dei Tech quotati a Wall Street) sui mercati di Borsa e in generale sui mercati finanziari esisteva un solo tema, che si chiamava “Tech pullback”, come stava scritto nel titolo del Post.

E ricorderete anche che dopo sole due settimane, ovvero sette giorni fa, nessuno ricordava più il “Tech pullback”. Le Tv, con CNBC in testa, i quotidiani ed i settimanali come MF e PLUS, tutte le banche internazionali e tutti i promotori finanziari, tutti questi soggetti, avevano rimosso, dopo 15 giorni, quel tema di investimento, sostituendolo con altri .due argomenti:

  1. la recessione negli Stati Uniti; e

  2. il carry trade e lo yen del Giappone.

Oggi 18 agosto, i medesimi soggetti vi raccontano che la recessione non è più un problema, come leggete nel brano riportato sopra. Ed il Giappone nel brano in questione non viene neppure più citato, ed i Tech come avete appena letto sono in recupero.

Giustamente, l’investitore finale di fronte a improvvisi e profondi cambiamenti nelle spiegazioni dei fatti di mercato è perplesso, spiazzato, confuso.

E fa bene: perché non è in questo modo, che si gestiscono i risparmi. Non è in questo modo, andando dietro a queste giravolte, che otterrete risultati dal vostro portafoglio in titoli.

Noi di Recce’d, come sempre, vi aiutiamo in modo concreto tirandovi fuori dallo stato di confusione (cosa che certamente non fanno le TV, e neppure i quotidiani, e neppure i promotori finanziari, perché non ne hanno le capacità ed i mezzi).

Recce’d, come sempre ha fatto, vi aiuta a capire.

Capire, per investire. Capire prima, e dopo investire. Come sempre facciamo.

Per questo, ora ritorniamo al grafico che avete già visto qui nel Post di otto giorni fa.


Come avevamo scritto nel Post che precede questo, anche se l’indice S&P 500 è ritornato al livello di 5550 punti, la settimana appena conclusa ha lasciato segni molto più profondi: il più importante dei quali è un ulteriore (e drammatico) aumento della volatilità, descritto nel grafico.

Il grafico qui sopra vi informava che le variazioni giornaliere dell’indice di Borsa più grande del Pianeta sono molto aumentate. E vi portava sette giorni fa a chiedervi se potrebbero aumentare ancora. Ed è stato così proprio nella settimana di Ferragosto 2024: questo è il dato forte, l’unico, che ci lascia la settimana appena conclusa. La volatilità aumenta.

Se siete interessati, parliamo parlarne con noi: contattarci attraverso la pagina CONTATTI è semplicissimo, anche nel mese di agosto ci trovate al nostro posto, concentrati e molto carichi di energia.

Vi suggeriamo di riflettere sul dato di fatto che il comportamento dei mercati finanziari internazionali è cambiato. Anche quello di breve termine.

Per questo, noi vi invitiamo a rileggere i Post che Recce’d ha pubblicato tra maggio e luglio: trovate senza difficoltà le cause che hanno portato a questo cambiamento nel comportamento dei mercati finanziari, il quale che è associato ad un cambiamento di scenario, come Recce’d vi aveva anticipato proprio qui nel nostro Blog. E come potete facilmente verificare rileggendo il Post del 23 giugno e poi anche il Post del 6 luglio.; ma altrettanto utile vi può essere rileggere ciò che abbiamo scritto nel Blog il 30 giugno scorso e prima ancora il 15 giugno, a proposito del momento dei mercati.

Per collegare questo argomento alle vostre scelte di portafoglio ed alla strategia di gestione vi può essere utile rileggere in particolare il Post di quattro settimane fa.

Ma ritorniamo adesso alla strettissima attualità: nel Post che precede questo (datato 10 agosto), avevamo messo in evidenza due frasi di Justin Wolfers, tratte da un articolo del New York Times di pochi giorni fa.

In particolare, avevamo evidenziato la frase che dice:

il mercato azionario è cresciuto in 12 degli ultimi 15 decenni. Ma tende anche a cadere in circa il 46% di tutti i giorni di negoziazione. Se non controlli così spesso, ti perderai gli alti e bassi a breve termine. E questo, a sua volta, metterà maggiormente a fuoco i guadagni a lungo termine.

L’autore fa il professore universitario per professione, e non il gestore. Un bravo gestore sicuramente NON si fida del fatto che la Borsa è salita il 12 anni su 15: e al contrario questo dato fa sorgere moltissimi dubbi.

Ma la frase appena citata offre a voi lettori utili spunti per riflettere.

Vi avevamo poi evidenziato anche una seconda frase:

Per quelli di noi che seguono l’economia, vale la pena tenere d’occhio i mercati finanziari. Ma i mercati non dovrebbero attirare tutta la nostra attenzione. Tieni d’occhio i duri numeri economici che descrivono la nostra realtà attuale. In questo momento stanno raccontando una storia molto più felice con meno motivi di preoccuparsi rispetto alla narrazione arrivata da Wall Street questa settimana.

La prima metà di questa citazione è perfetta, dal punto di vista di chi deve fare performance gestendo i portafogli titoli. La seconda metà al contrario è, sempre quando viene letta con gli occhi del gestore, totalmente sbagliata. E ve ne potete rendere conto andando a rileggere tutti i nostri Post del mese di maggio, giugno e luglio 2024 citati più in alto.

Sempre dal Post del 10 agosto, riproponiamo una immagine: immagine che risulta ancora più utile oggi, dato che dopo il diluvio di dati della settimana di Ferragosto del 2024 per voi è indispensabile tutti i nuovi eventi e ed i nuovi dati nello schema che del grafico che segue.

Voi dovete, nel vostro esclusivo interesse, comprendere in quale mondo vivete, come è fatta oggi la realtà delle economie e la realtà dei mercati finanziari: allo scopo di procedere poi alla definizione degli scenari futuri.

Che è esattamente ciò che fa questo grafico che la settimana scorsa noi di Recce’d abbiamo presentato e commentato in esclusiva per i nostri Clienti nella Sezione Operatività del nostro quotidiano The Morning Brief.

Se voi oggi non siete consapevoli di dove vi trovate, e non disponete di una mappa delle strade che avete davanti, allora continuerete a procedere a tentoni e continuerete a fare scelte poco motivate, poco produttive e a volte dannose. Non è possibile raggiungere alcun risultato, quando si procede ad occhi chiusi senza direzione.

Il suggerimento pratico e concreto che Recce’d vi fornisce oggi è quello di rivedere con attenzione il diluvio di dati e notizi che ha caratterizzato la settimana del Ferragosto 2024. Poi, sulla base delle conclusioni che avrete raggiunto, il nostro suggerimento è riprendere nel dettaglio, una per una, tutte le attuali posizioni che avete ne portafoglio, e farvi, per ognuna, due semplici domande

  1. ha senso tenere questa posizione? quanto mi aspetto che renda da qui a fine 2024? E nel 2025?

  2. quanto potrei perdere su questa specifica posizione, nel 2024? E poi nel 2025?

Se vi interessa di confrontarvi con noi, sulle vostre prospettive di guadagno e di vendita, dato il vostro attuale portafoglio di GPM, di Fondi Comuni, di polizze assicurative, e anche di finanziamenti diretti e di private equity, con grande facilità potete farlo utilizzando la pagina CONTATTI del nostro sito, anche (e specialmente) in questo mese di agosto.

Nel frattempo, la gestione dei nostri portafogli modello ovviamente procede giorno dopo giorno, ed è orientata anche (non solo) da alcune delle considerazioni che avete appena letto. E i risultati ci danno, giorno per giorno, sempre più ragione.

In chiusura del Post, ci permettiamo una auto- citazione.

Rileggete qui sotto che cosa diceva proprio in apertura, il nostro Post del 27 luglio, ovvero tre settimane fa: nel quale (anticipando di 15 giorni il citato articolo del New York Times) avevamo già chiamato in causa gli atteggiamenti del bambini.

Vi ripetiamo anche oggi un consiglio da amici: NON fate i bambini, con i vostri risparmi. Non è il momento. Riflettete, sulle parole che seguono: sono di Recce’d, e come qualcuno ci ha detto “… va poi sempre a finire come dite voi …”.

I bambini non vogliono smettere di giocare. Mai.

Per questa ragione la sera si fa così tanta fatica a metterli a letto.

Loro resistono, sempre.

Poi però, la stanchezza prevale, e loro si mettono a dormire.

Sempre. Ogni volta, è sempre lo stesso finale.

Non è un gioco dei bambini, questo di cui stiamo parlando. Non è uno scherzo. Noi vi stiamo parlando della realtà.

La stessa realtà che i bambini non vogliono proprio vedere. Chiudono gli occhi, e credono che il nemico è andato via. Chiudono gli occhi, e si inventano l’amico immaginario.

I bambini.

E anche molti adulti, specie negli ultimi anni. Rifiutano di guardare in faccia la realtà. Quella che hanno davanti ai loro occhi. Ma, così come ogni sera il sono arriva, e prevale, sempre, anche per gli adulti-bambini arriva, sempre, il momento di smettere di giocare.

Quando la realtà prevale sulle fesserie.

Il momento dei mercati, un momento di volatilità in aumento, al quale tutti stanno assistendo ha alcune di queste caratteristiche: non tutte, non per il momento.

Noi in Recce’d però scegliamo di suggerire al nostro lettore una domanda: perché proprio adesso?

La domanda ha un doppio valore, per l’investitore che ci legge:

  1. aiuta il lettore a comprendere se questa è semplicemente una “correzione”, un “pullback”, oppure è una fase di mercato che si chiude (che si è già chiusa); e poi anche

  2. aiuta il lettore a ragionare come un gestore: e domandarsi come si sfruttano situazioni di mercato come queste, come si fa performance con AI, anzi per dire meglio “passando sopra AI”.

Valter Buffo
Tech Pullback? Ma state scherzando? (parte seconda)
 


L’attualità ci ha travolto, in questo agosto 2024. Ha travolto i mercati finanziari, ma pure il nostro Blog

Abbiamo in sospeso con i lettori del nostro Blog sia il Longform’d iniziato il 26 giugno, più di un mese fa (sul tema AI), sia il Post relativo ai risultati ed alle performances del quale pubblicammo la prima parte due settimane fa.

Ma l’attualità, come detto, ci schiaccia sul presente: offre tanti spunti, ed almeno un paio li dobbiamo per forza cogliere e sviluppare.

Promettiamo di completare i due lavori citati, che sono in corso (e sono probabilmente oggi più importanti ancora che a fine giugno) entro il mese di agosto.

Ne abbiamo tantissime, di cose da scrivervi. Ma intanto, affrontiamo a caldo la realtà dell’agosto 2024.


Ricordate, 15 giorni fa? Quel Post di Recce’d dedicato al tema dei Tech quotati a Wall Street, con lo stesso titolo di quello di oggi?

Quindici giorni fa, c’era sui mercati di Borsa un solo tema, che si chiamava “Tech pullback”, come abbiamo scritto nel titolo del Post.

Sono trascorse solo due settimane: ma chi si ricorda più del “Tech pullback”?

Le TV, con CNBC in testa, i quotidiani ed i settimanali come MF e PLUS. Ma pure tutte le banche internazionali e tutti i promotori finanziari. Nessuno, di questi soggetti, se ne interessa più. E’ stato rimosso. Nessuno, neppure uno, ci ha ricordato lunedì 5 agosto quanto è importante “AI” per il futuro del Mondo e dei mercati finanziari.

Oggi, 10 agosto 2024, vengono discussi (e presentati a voi come “decisivi” per i mercati finanziari) soltanto due argomenti:

  1. la recessione negli Stati Uniti; e

  2. il carry trade e lo yen del Giappone.

Quindici giorni fa, questi due temi non esistevano, per MF e PLUS, CNBC, per tutti i promotori finanziari, private bankers, family bankers e wealth manager, e per tutte le grandi banche internazionali.

Giustamente, l’investitore finale è perplesso. Si sente abbandonato a sé stesso di fronte a eventi clamorosi. E’ spiazzato, confuso. In ansia.

E Recce’d arriva con questo nuovo Post, e si offre di curare, medicare e lenire quella vostra ansia. In che modo? Come sempre: chiarendo molti dei vostri dubbi di comprensione, prima, e successivamente fornendovi utili, concrete e specifiche indicazioni operative, per proteggere il vostro capitale e fare le mosse giuste, anche in questo caotico e caldissimo agosto 2024.

Capire, per investire. Capire prima, e dopo investire. Come sempre facciamo.

I punti di massima attualità sono due, che abbiamo citato sopra: la recessione ed il carry trade sullo yen.

Di carry trade, noi abbiamo già parlato, e a lungo, con i Clienti la settimana scorsa, ogni mattina, nel The Morning Brief. E ne scriveremo nuovamente, la settimana prossima. Qui, nel nostro Blog, ne scriveremo invece dopo Ferragosto. Tanto, quello è un tema che non se ne andrà: rimane qui con noi, per settimane e mesi.

Quanto alla recessione americana, chi segue il nostro Blog è ben informato sulla nostra visione. Questa recessione, presentata da almeno due anni come ragione principale per tagliare il costo ufficiale del denaro, oggi non esiste. E’ una cosa che non c’è, che nessuno vede, ma di cui tutti scrivono e parlano.

Sicuramente alcuni lettori in questo momento stanno pensando alle numerose occasioni nelle quali noi di Recce’d abbiamo scritto, proprio in questo Blog, che un buon investitore deve occuparsi delle cose prima che le cose accadano.

Ed è vero, anzi verissimo: peccato che, non da oggi ma da due decenni e più, proprio facendo leva su questa regola pratica gli operatori dell’industria e dei media abbiano preso, con regolarità quotidiana, a sfruttare la diffusione massiccia di false informazioni per costruire miraggi che poi si fanno passare per realtà, senza essere la realtà.

Questo della recessione è un classico esempio.

Da due anni leggete, da parte di tutte le banche di investimento, e ascoltate da tutti i promotori di Fondi Comuni che sta arrivando la recessione, e quindi i tassi scenderanno.

Se la sono totalmente inventata per tranquillizzarvi, questa recessione. Per imbonire voi, che comperate i Fondi, che comperate le GPM, che comperate le polizze. Ma la recessione, oggi, non esiste. E’ semplicemente uno dei tasselli del Grande Imbroglio.

La recessione arriverà, questo è vero: ma NON quando e come vi hanno raccontato. Con tempi diversi e modi diversi. Come una (enorme) sorpresa sui mercati.

Ecco spiegato perché, nel Post che ora state leggendo, Recce’d con voi lettori NON parlerà di recessione, di questa “recessione inventata”.

Di che cosa parliamo allora oggi? Seguiteci, e lo scoprirete. E vi sarà utilissimo: vi aiuterà a rimettere le cose al loro posto (nella vostra mente, e dopo nel vostro portafoglio di titoli, Fondi, polizze, certificati e GPM).

Mettiamo dunque ordine, ripartendo dalla settimana che si è appena conclusa.


Che settimana è stata per Wall Street! Il sentimento è passato dagli abissi della negatività all’inizio ai picchi della positività alla fine. Lunedì l’indice S&P 500 (SP500) è crollato del 3%, registrando la sua peggiore sessione di negoziazione da settembre 2022 in un contesto di svendita globale, per poi proseguire registrando giovedì la sua giornata migliore da novembre 2022.

Il viaggio volatile si è infine concluso venerdì con la chiusura settimanale dell’indice di riferimento sostanzialmente piatto. In effetti, la perdita dello 0,04% dell’indicatore rappresenta il calo settimanale più piccolo in oltre sei anni.

La disfatta di lunedì è stata causata da una combinazione di preoccupazioni di recessione innescate dal rapporto sui libri paga non agricoli degli Stati Uniti di luglio, e di turbolenze in Giappone, innescate dall’aumento a sorpresa del tasso di interesse della Banca del Giappone e da una liquidazione del carry trade sullo yen. L'indice S&P (SP500) ha registrato un forte rimbalzo nel resto della settimana, con il rialzo di giovedì in particolare sulla scia dei forti dati sul mercato del lavoro: le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono scese al livello più alto da settembre e hanno contribuito a calmare i timori di recessione.

In mezzo a tutto il dramma delle vendite, la stagione degli utili del secondo trimestre ha continuato ad andare avanti questa settimana. Nomi degni di nota e le loro performance includono la crescita del 19% su base annua delle prenotazioni lorde del gigante del ride-hailing Uber (UBER), il miglioramento delle prospettive di profitto annuali del bellwether industriale Caterpillar (CAT), la debole guidance dell'attuale trimestre della società di case vacanze Airbnb (ABNB) e il parco a tema e il colosso dell'intrattenimento Walt Disney (DIS) hanno unito le attività di streaming ottenendo per la prima volta un profitto trimestrale.

Settimanalmente, l'indice S&P (SP500) è scivolato del -0,04%, il Nasdaq Composite (COMP:IND) è crollato del -0,2% e il Dow blue-chip (DJI) è sceso del -0,6%.

Come abbiamo letto nel testo, e come vedete nel grafico più sopra, l’indice di Borsa più importante del Mondo ha chiuso venerdì 9 agosto al medesimo livello (meno 2 punti su 5345 totali) di sette giorni prima?

E quindi? Il fatto che abbiamo visto nel grafico a noi investitori che cosa racconta? Che la recessione non è più un problema? E che il carry trade sullo yen, per i nostri portafogli, non è più un fattore?

Recce’d non vede le cose in questo modo, e vi chiariremo il perché.


Anche se l’indice S&P 500 è ritornato al livello di sette giorni prima, la settimana appena conclusa ha lasciato segni molto profondi: il primo dei quali è un (drammatico) aumento della volatilità, come vedete sopra nel grafico.

Il grafico sopra vi informa che le variazioni giornaliere dell’indice di Borsa più grande del Pianeta sono molto aumentate. E vi porta a chiedervi se potrebbero aumentare ancora.

Tra i vari indici di variazione, quello più conosciuto da tutti gli investitori si chiama VIX, ed è un indice che misura attraverso i prezzi delle opzioni quale è oggi, tra gli investitori, la previsione della volatilità nelle prossime settimane.

La settimana scorsa questo indice VIX ha raggiunto un livello (60) che nella sua intera storia era stato raggiunto soltanto altre due volte, e precisamente nel 2008 e nel 2020.

Ricordate queste due date?

L’andamento del VIX è sicuramente un dato che ci informa sul cambiamento permanente in almeno alcuni comparti del mercato finanziario internazionali. Altri dati ce lo confermano.

Come potete vedere qui sotto, sia il cambio dello yen contro dollaro USA sia la Borsa di Tokyo hanno azzerato in due settimane tutto ciò che avevano fatto in dodici mesi. I risultati di un anno cancellati in dieci giorni.

Ed ecco il primo suggerimento, utile, partico ed esplicito al lettore di Recce’d: subito, prima di Ferragosto 2024, fate una verifica del vostro attuale portafoglio.

Che cosa accadrebbe, al vostro portafoglio attuale, se altri episodi molto simili a questi dei due grafici sotto si verificassero nelle prossime settimane su altri mercati finanziari, più vicini a voi?

Fatevi due conti, ma in fretta!


Possiamo produrre altri dati, altrettanto significativi: alcuni li vedete più sotto, nel grafico che segue.

Ma per ragioni di spazio, nel Post noi ci fermiamo qui.

Se siete interessati, parliamo parlarne con noi: contattarci attraverso la pagina CONTATTI: è semplicissimo, ed anche in ogni giorno di agosto ci trovate al nostro posto, concentrati e molto carichi di energia.

Come tutti i lettori sanno, Recce’d vi aiuta a non perdere il filo. E siamo gli unici, in grado di farlo.

Ora nel Post allarghiamo il nostro discorso.

Il panorama è cambiato, per i mercati finanziari internazionali. Anche quello di breve termine.

Vi invitiamo a rileggere i Post che Recce’d ha pubblicato tra maggio e luglio: trovate senza difficoltà le cause che hanno portato a questo cambiamento profondo di scenario.

Noi qui ed oggi però NON ci ritorniamo.

Vi rimandiamo invece alla lettura del Post del 23 giugno e poi anche del Post del 6 luglio.

Può esservi utile rileggere anche ciò che abbiamo scritto nel Blog il 30 giugno scorso e prima ancora il 15 giugno, a proposito del momento dei mercati.

Per collegare questo argomento alle vostre scelte di portafoglio ed alla strategia di gestione vi può essere utile rileggere il Post di tre settimane fa.


Oggi invece vi proponiamo in lettura un articolo pubblicato la settimana scorsa dal più importante quotidiano al Mondo, il New York Times.

Come vedrete, e come noi vi evidenzieremo più avanti, nell’articolo del NYT della settimana appena conclusa si trovano cose buone (molto buone) e cose cattive (molto cattive) per un investitore che vuole chiarirsi le idee su ciò che sta per succedere sui mercati finanziari, nei prossimi giorni e settimane.

Tra le migliaia di commenti che abbiamo dovuto (dovere professionale) leggere negli ultimi cinque giorni di mercato, questo almeno contiene alcuni spunti originali, che vi saranno utili



Di Justin Wolfers. Il dottor Wolfers è professore di economia e politiche pubbliche presso l'Università del Michigan.

Sono imprevedibili, volatili e inclini a forti sbalzi emotivi. Hanno una capacità di attenzione breve e trovano difficile il cambiamento perché spesso hanno paura delle cose nuove o ne sono eccessivamente entusiasti. Sono impulsivi, richiedono attenzione e fanno i capricci quando non ottengono ciò che vogliono.

Non sto descrivendo i bambini ma i traders.

Il tracollo del mercato finanziario di questa settimana ha molto in comune con i capricci di un bambino. L’elemento catalizzatore è stato il rapporto moderatamente deludente sull’occupazione di venerdì 2 agosto, combinato con il fallimento del Federal Reserve Board nel tagliare i tassi in previsione di quei numeri deludenti. È vero, i mercati possono spesso segnalare un’economia vacillante, ma ci sono segnali migliori altrove. Una lettura sfumata farebbe notare che la Fed ha segnalato la volontà di tagliare i tassi, che i dati sull’occupazione di luglio potrebbero essere stati distorti dall’uragano Beryl e che l’aumento della disoccupazione riflette un picco di licenziamenti temporanei.

Ma i bambini vedono meglio in termini semplici. Lo stesso fanno anche i trader, che hanno sputato i loro ciucci e si sono ribellati, facendo scendere i prezzi delle azioni del 3% lunedì. Hanno anche abbassato drasticamente i tassi di interesse a lungo termine in previsione dei tagli dei tassi della Fed. Il VIX – una misura di quanto il mercato teme le future oscillazioni del mercato – è salito lunedì a livelli preoccupanti.

Un bel capriccio non solo infastidisce i genitori, ma attira anche l’attenzione degli spettatori. Alcuni hanno tracciato parallelismi con il crollo del mercato azionario del 1987, mentre altri hanno descritto la Fed come “dietro la curva”. I fratelli gelosi tendono ad aggiungere benzina agli scoppi d’ira, e infatti l’ex presidente Donald Trump ha pubblicato su Truth Social che “i mercati azionari stanno crollando” e “il numero dei posti di lavoro è terribile”. Il Comitato Nazionale Repubblicano ha cercato di fare tendenza #KamalaCrash. (Affinché tu lo sappia, anche la crescita anemica dell’occupazione di luglio è stata superiore alla media durante la presidenza Trump, che è stata colpita da grandi perdite all’inizio della pandemia. Sempre sotto la Presidenza del presidente Trump, l’S&P 500 ha registrato cali giornalieri maggiori di 21 volte. )

Quando le cose non vanno bene per i bambini, istintivamente si rivolgono a mamma o papà. Per i trader, è la Fed a cui guardano. Crescevano le richieste affinché papà, alias il presidente della Federal Reserve, trovasse un cerotto per farlo sentire meglio. Alcuni hanno chiesto alla Fed di tagliare i tassi di interesse al di fuori del suo ciclo abituale, cosa che di solito avviene solo durante un’emergenza in buona fede, come una crisi bancaria. Altri lo hanno esortato a tagliare i tassi in misura maggiore del solito. I genitori a volte non rispondono bene a tali richieste. Nemmeno il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ha osservato severamente che “non c’è nulla nel mandato della Fed che riguardi l’assicurarsi che il mercato azionario sia confortevole”.

Il disagio si diffuse da Wall Street a Main Street. Poiché può essere difficile tenere traccia di ciò che occupa la mente delle persone, mi piace seguire il numero di volte in cui le persone cercano "recessione" su Google. Questo indice è aumentato bruscamente negli ultimi giorni, a livelli grosso modo paragonabili alla crisi finanziaria globale del 2007-2009, che fu un tracollo di enormi conseguenze.

I genitori sanno che il sonno e il cibo possono migliorare tutto. E martedì mattina le azioni hanno registrato un rimbalzo, i tassi di interesse a lungo termine hanno invertito la rotta e il VIX è tornato sulla terra. Al termine dell’ora di pranzo, i mercati sono tornati alla normalità.

E proprio così, la breve recessione del 5 agosto 2024 era ormai alle nostre spalle.

Quindi cosa possiamo imparare da esso?

È facile prendersi gioco delle oscillazioni del mercato – Paul Samuelson, uno dei più grandi economisti del 20° secolo, una volta scherzò dicendo che il mercato azionario ha previsto nove delle ultime cinque recessioni – ma possono anche fornire informazioni preziose.

Dopotutto, acquistare azioni di una società significa effettivamente scommettere sul futuro economico di quella società. Ciò rende i prezzi delle azioni uno dei nostri pochi indicatori veramente lungimiranti. Si spaventano facilmente ma sono anche molto sensibili ai rischi. Solo perché non vedi il mostro sotto il letto non significa che non ce ne sia uno lì.

Quindi, come si può dare un senso a ciò che dicono i mercati? Piuttosto che lasciarmi prendere dal momento, ho seguito il consiglio che offro alle matricole che frequentano il mio corso introduttivo di economia: “I prezzi delle azioni sono spesso il primo segnale di un rafforzamento o di un indebolimento dell’economia, anche se è noto che inviano false informazioni. segnali. Vale la pena seguirlo, ma non ossessionarti per ogni piccolo segnale." (Quella citazione proviene dal libro di testo che ho scritto con la mia collega Betsey Stevenson.)

E mentre pensi al tuo portafoglio, lascia che ti offra il mio consiglio: smettila di controllarlo in modo così ossessivo. Il mercato azionario è cresciuto in 12 degli ultimi 15 decenni. Ma tende anche a cadere in circa il 46% di tutti i giorni di negoziazione. Se non controlli così spesso, ti perderai gli alti e bassi a breve termine. E questo, a sua volta, metterà maggiormente a fuoco i guadagni a lungo termine.

Per quelli di noi che seguono l’economia, vale la pena tenere d’occhio i mercati finanziari. Ma i mercati non dovrebbero attirare tutta la nostra attenzione. Tieni d’occhio i duri numeri economici che descrivono la nostra realtà attuale. In questo momento stanno raccontando una storia molto più felice con meno motivi di preoccuparsi rispetto alla narrazione arrivata da Wall Street questa settimana.

Justin Wolfers è professore di economia e politiche pubbliche presso l'Università del Michigan e autore di un importante libro di testo introduttivo all'economia. È sopravvissuto allevando bambini piccoli.


Ci piace il tono e l’impostazione di questo articolo del NYT. Ci piace anche il riferimento ai bambini.

E non per un nostro eventuale “atteggiamento paternalistico” che ovviamente non esiste e non avrebbe senso di esistere.

Ci piace perché (purtroppo) sulla massa del pubblico degli investitori sono state esercitate fortissime pressioni proprio allo scopo di fare comparire atteggiamenti infantili quando si parla di investimenti. Ai bambini piacciono le favore, ed oggi piacciono molto anche alla massa degli investitori.

Ma entriamo nello specifico delle affermazioni di Wolfers.

A noi di Recce’d, risulta giusta e sbagliata nello stesso momento la frase che dice:

il mercato azionario è cresciuto in 12 degli ultimi 15 decenni. Ma tende anche a cadere in circa il 46% di tutti i giorni di negoziazione. Se non controlli così spesso, ti perderai gli alti e bassi a breve termine. E questo, a sua volta, metterà maggiormente a fuoco i guadagni a lungo termine.

L’autore fa il professore universitario per professione, e non il gestore. Un bravo gestore è più pratico, attento al risultato, e sicuramente NON si fida del fatto che la Borsa è salita il 12 decenni su 15: e al contrario questo dato fa sorgere moltissimi dubbi, e sottolinea l’importanza proprio degli altri tre decenni. Non vi pare?

Ma la frase appena citata offre comunque, a voi lettori, utili e pratici spunti per riflettere.

Citiamo adesso una seconda frase dell’articolo:

Per quelli di noi che seguono l’economia, vale la pena tenere d’occhio i mercati finanziari. Ma i mercati non dovrebbero attirare tutta la nostra attenzione. Tieni d’occhio i duri numeri economici che descrivono la nostra realtà attuale. In questo momento stanno raccontando una storia molto più felice con meno motivi di preoccuparsi rispetto alla narrazione arrivata da Wall Street questa settimana.

La prima metà di questa citazione è perfetta, dal punto di vista di chi deve fare performance gestendo i portafogli titoli. La seconda fase al contrario è, sempre quando viene letta con gli occhi del gestore, totalmente sbagliata.

E ve ne potete rendere conto andando a rileggere tutti i nostri Post del mese di maggio, giugno e luglio 2024 citati più in alto.

L’articolo a noi sembra utile per queste ed altre ragioni. Vi aiuta a rendervi conto del modo nel quale il pubblico vede ed interpreta i fatti di questi giorni.

Comprendere il modo nel quale il pubblico di massa interpreta questi eventi è da sempre un utile supporto per fare operazioni nel proprio portafoglio e generare una performance positiva nel tempo.

Ma, ovviamente, non è sufficiente guardare a come ragiona la massa: è necessario anche capire dall’interno i meccanismi di funzionamento dei mercati finanziari, che NON corrispondono a quello che il pubblico pensa dei mercati. Come, ancora una volta, i fatti di mercato ci hanno appena dimostrato. E allora, rivolgiamo la nostra attenzione adesso direttamente ai mercati finanziari.

Partiamo con un immagine, che è associata al testo che segue subito sotto.

Dopo il testo, leggerete il nostro commento.



Secondo Michael Hartnett della Bank of America Corp., la turbolenza nei mercati finanziari globali deve ancora raggiungere proporzioni tali da segnalare preoccupazioni su un duro atterraggio economico.

Anche se l'indice S&P 500 è sceso di circa il 6% dal suo massimo record di metà luglio, il benchmark è rimasto al di sopra della sua media mobile a 200 giorni intorno a 5.050 punti, mentre il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 30 anni non è sceso al di sotto di 4 punti. %.

“I livelli tecnici che potrebbero ribaltare la narrativa di Wall Street da un atterraggio morbido a un atterraggio duro non sono stati superati”, ha scritto Hartnett in una nota. “Il feedback degli investitori è ‘esausto’”, ma le aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve significano che la preferenza per le azioni rispetto alle obbligazioni non è stata interrotta dal crollo del mercato, ha aggiunto.

Nell’ultimo mese i mercati globali hanno subito una scossa poiché gli investitori temevano che la Fed fosse stata troppo lenta nel tagliare i tassi di interesse in tempo per evitare una recessione. Tuttavia, l’S&P 500 è rimbalzato dopo che un rapporto di giovedì ha mostrato un raffreddamento più lento del temuto nel mercato del lavoro. L'indice è ora sceso solo dello 0,5% sulla settimana.

Hartnett – che quest’anno ha assunto un tono più neutrale sulle azioni dopo essere rimasto ribassista durante un rally nel 2023 – ha affermato che i prossimi livelli tecnici da tenere d’occhio sarebbero le medie mobili a 200 giorni per l’indice dei semiconduttori della Borsa di Filadelfia, nonché un indice di borsa- fondi negoziati che seguono la grande tecnologia.

Attualmente si aggirano appena al di sopra di questi livelli, ma un nuovo calo significherebbe che il prossimo supporto per l’S&P 500 entrerebbe in azione ai massimi del 2021, il che implica un calo di un altro 10% per il benchmark, ha detto lo stratega.

Hartnett ha inoltre ribadito la sua opinione secondo cui gli investitori dovrebbero vendere in occasione del primo taglio dei tassi da parte della Fed. Si aspetta che i vincitori del mercato dell’intelligenza artificiale continueranno “sbandare” nella seconda metà finché gli utili non riprenderanno.

Ha invece evidenziato le opportunità in asset che sono stati “strangolati da rendimenti del 5% e possono respirare più facilmente con rendimenti al 3%-4%”, tra cui titoli di stato, REIT, azioni a piccola capitalizzazione e alcuni mercati emergenti in difficoltà come il Brasile.


Il brano che avete appena letto, associato al grafico più in alto, in estrema sintesi vi dice dove stiamo oggi.

Il brano qui sopra contiene molte affermazioni azzeccate, e qualche grosso errore.

Lasciamo al lettore il divertimento di individuare i primi, ma soprattutto i secondi. Poi, sulla base delle conclusioni che avrete ragguinto, il nostro suggerimento è riprendere nel dettaglio, una per una, tutte le attuali posizioni che avete ne portafoglio, e farvi, per ognuna, due semplici domande

  1. ha senso tenere questa posizione? quanto mi aspetto che renda da qui a fine 2024? E nel 2025?

  2. quanto potrei perdere su questa specifica posizione, nel 2024? E poi nel 2025?

Se vi interessa di confrontarvi con noi, sulle vostre prospettive di guadagno e di perdita, dato il vostro attuale portafoglio di GPM, di Fondi Comuni, di polizze assicurative, e anche di finanziamenti diretti e di private equity, con grande facilità potete farlo utilizzando la pagina CONTATTI del nostro sito, anche (e specialmente) in questo mese di agosto.

Nel frattempo, la gestione dei nostri portafogli modello ovviamente procede giorno dopo giorno, ed è orientata anche (non solo) da alcune delle considerazioni che avete appena letto. E i risultati ci danno, giorno per giorno, sempre più ragione.

In chiusura del Post, ci permettiamo una auto- citazione.

Rileggete qui sotto che cosa diceva proprio in apertura il nostro Post di quindici giorni fa: nel quale, anticipando di 15 giorni il New York Times, avevamo già chiamato in causa gli atteggiamenti del bambini.

Vi ripetiamo anche oggi un consiglio da amici: NON fate i bambini, con i vostri risparmi. Non è il momento. Riflettete, sulle parole che seguono: sono di Recce’d, e come qualcuno ci ha detto “… va poi sempre a finire come dite voi …”.

I bambini non vogliono smettere di giocare. Mai.

Per questa ragione la sera si fa così tanta fatica a metterli a letto.

Loro resistono, sempre.

Poi però, la stanchezza prevale, e loro si mettono a dormire.

Sempre. Ogni volta, è sempre lo stesso finale.

Non è un gioco dei bambini, questo di cui stiamo parlando. Non è uno scherzo. Noi vi stiamo parlando della realtà.

La stessa realtà che i bambini non vogliono proprio vedere. Chiudono gli occhi, e credono che il nemico è andato via. Chiudono gli occhi, e si inventano l’amico immaginario.

I bambini.

E anche molti adulti, specie negli ultimi anni. Rifiutano di guardare in faccia la realtà. Quella che hanno davanti ai loro occhi. Ma, così come ogni sera il sono arriva, e prevale, sempre, anche per gli adulti-bambini arriva, sempre, il momento di smettere di giocare.

Quando la realtà prevale sulle fesserie.

Il momento dei mercati, un momento di volatilità in aumento, al quale tutti stanno assistendo ha alcune di queste caratteristiche: non tutte, non per il momento.

Noi in Recce’d però scegliamo di suggerire al nostro lettore una domanda: perché proprio adesso?

La domanda ha un doppio valore, per l’investitore che ci legge:

  1. aiuta il lettore a comprendere se questa è semplicemente una “correzione”, un “pullback”, oppure è una fase di mercato che si chiude (che si è già chiusa); e poi anche

  2. aiuta il lettore a ragionare come un gestore: e domandarsi come si sfruttano situazioni di mercato come queste, come si fa performance con AI, anzi per dire meglio “passando sopra AI”.

Valter Buffo
Tech Pullback? Ma state scherzando? (parte prima)
 

L’attualità ci schiaccia, in questo luglio 2024

Abbiamo in sospeso con i lettori del nostro Blog sia il Longform’d iniziato il 26 giugno, un mese fa (sul tema AI), sia il Post relativo ai risultati ed alle performances del quale pubblicammo la prima parte due settimane fa.

Ma l’attualità, come detto, ci schiaccia sul presente: offre tanti spunti, ed almeno un paio li dobbiamo per forza cogliere e sviluppare.

Promettiamo di completare i due lavori citati, che sono in corso, entro il prossimo Ferragosto. Ne abbiamo tantissime, di cose da scrivervi.

I bambini non vogliono smettere di giocare. Mai.

Per questa ragione la sera si fa così tanta fatica a metterli a letto.

Loro resistono, sempre.

Poi però, la stanchezza prevale, e loro si mettono a dormire.

Sempre. Ogni volta, è sempre lo stesso finale.

Non è un gioco dei bambini, questo di cui stiamo parlando. Non è uno scherzo. Noi vi stiamo parlando della realtà.

La stessa realtà che i bambini non vogliono proprio vedere. Chiudono gli occhi, e credono che il nemico è andato via. Chiudono gli occhi, e si inventano l’amico immaginario.

I bambini.

E anche molti adulti, specie negli ultimi anni. Rifiutano di guardare in faccia la realtà. Quella che hanno davanti ai loro occhi. Ma, così come ogni sera il sono arriva, e prevale, sempre, anche per gli adulti-bambini arriva, sempre, il momento di smettere di giocare.

Quando la realtà prevale sulle fesserie.

Il momento dei mercati, un momento di volatilità in aumento, al quale tutti stanno assistendo ha alcune di queste caratteristiche: non tutte, non per il momento.

Noi in Recce’d però scegliamo di suggerire al nostro lettore una domanda: perché proprio adesso?

La domanda ha un doppio valore, per l’investitore che ci legge:

  1. aiuta il lettore a comprendere se questa è semplicemente una “correzione”, un “pullback”, oppure è una fase di mercato che si chiude (che si è già chiusa); e poi anche

  2. aiuta il lettore a ragionare come un gestore: e domandarsi come si sfruttano situazioni di mercato come queste, come si fa performance con AI, anzi per dire meglio “passando sopra AI”.

La coincidenza con la stagione delle trimestrali, che viene chiamata in causa, in modo scherzoso, dall’immagine sopra è soltanto una coincidenza? Oppure no?

Ci sono forse cose che non si potevano più nascondere, nelle pieghe dei bilanci, dietro a “utili più alti delle attese”?

Può aiutarvi a rispondere a queste domande la lettura del Post del 23 giugno e poi anche del Post del 6 luglio.

Può esservi utile rileggere anche ciò che abbiamo scritto nel Blog il 30 giugno scorso e prima ancora il 15 giugno, a proposito del momento dei mercati.

Per collegare questo lavoro di analisi alle scelte di portafoglio ed alla strategia di gestione vi può essere utile rileggere il Post della settimana scorsa.

Eppure, tutti a voi parlano di correzione.

A voi dicono che si tratta di un normale ritracciamento estivo delle Borse (“ma poi, a fine anno, tutti in Festa di nuovo”)

A voi garantiscono che è un “pullback dei Tech”.

Guardate ai prezzi delle vostre obbligazioni oggi: e ripensate alla “inflazione transitoria” 2021 - 2022. Quella che, a voi, ha fatto tanto male.


Ma che cosa altro potrebbe dirvi, il vostro “fondivendolo” di fiducia? Che siete fregati? Che lui vi ha fregati? Ma non può dirvelo!

Lui non sa che altro dire.

Perché lui (oppure lei) non ha una alternativa, nella sua vita, che questa: pompare e pompare, sempre più in alto (come la famosa Grappa Bocchino di Mike) perché lui non ha un’alternativa, la Rete a lui non dà alternative, il marketing non dà alternative, e lui DEVE piazzarvi proprio “quella roba lì”, piaccia o non piaccia.

Un “tot” all’anno, lo deve fare: che sia convinto o meno.

E poi, ovviamente, ci sono i self-directed: quelli che “… ma che ci vuole, posso benissimo fare da solo con il mio giro di amici sui social … e in chat … e nella community …”, tutti quelli che hanno creduto alla pubblicità TV che diceva “…ci vuole un minuto …”, tutti quelli che invece di andare dal dentista fanno da soli, in casa, con il trapano (ma da muro). “Io metto tutto in Bund tedeschi e sto tranquillo …”

… ma come tutti sappiamo Tranquillo fece una brutta fine.

Recce’d invece la vede diversamente. La pensa in modo diverso. Ed agisce, sui proprio portafogli modello in modo diverso. Recce’d non deve vendervi per forza Fondi Comuni ed ottimismo, GPM ed ottimismo, polizze assicurative ed ottimismo.

Recce’d, al contrario di ciò che fanno tutti, vi dice che per investire, per investire con successo i propri risparmi, non basta un minuto.

E neppure basta un venditore di Fondi Comuni e polizze assicurative e GPM.

Investire è un esercizio da lasciare ai professionisti, ovvero a persone che hanno competenza ed esperienza. Che comprendono i meccanismi dell’economia, ed i meccanismi dei mercati finanziari: non a chi legge sulla metro i titoli di Milano Finanza e del Sole 24 Ore, ma chi ha invece un metodo di lavoro, modelli proprietari di valutazione, una strategia di investimento definita, e fondata su stime di rendimento e rischio ricavate da analisi ed esercizi di stima.

Insomma, non è un mestiere per gente improvvisata: come quelli che al bar fanno la formazione per la Nazionale di calcio.

Per comprendere la Borsa, anzi le Borse, non è sufficiente frequentare i social oppure ascoltare le “dritte del consulente”: serve altro. A voi oggi serve qualcuno che vi chiarisca le idee, spiegandovi che Tesla, Nvidia ed AI contano nulla per la vostra performance del portafoglio titoli, che BPM, Mediobanca e Generali per voi sono di nessuna importanza, che Stellantis e Mediaset ed ENEL contano nulla, nelle fasi in cui i mercati si rimettono in moto. Vi distraggono, vi fanno perdere tempo, e fi fanno fare scelte sbagliate.

Come possono, quattro azioni della Borsa italiana, oppure due articoli su Nvidia ed AI, aiutarvi a capire se questo è un pullback, un ritracciamento oppure qualche cosa di diverso? Come possono aiutarvi a capire quello che sta succedendo al vostro risparmio?

Per rispondere a questa domanda, di certo non sono sufficienti i sorrisi e le strette di mano dei “fondivendoli”, né qualche articolo di PLUS oppure di Milano Finanza oppure di CNBC, che poi il “consulente” viene a rivendere a voi. Vi serve altro.

Proprio oggi, a voi serve qualcuno capace di spiegarvi, in modo chiaro ma analitico, sintetico ma dettagliato, quali fattori hanno spinto vero l’alto la Borsa, fino a qualche settimana fa. Perché se non avete capito quello, oggi non potete capire se è un ritracciamento, un pullback, oppure altro ancora.

Ed ecco che Recce’d, del tutto gratuitamente, si presta a fornire un concreto aiuto al proprio lettore.

Trovate un concreto supporto nell’articolo che chiude il Post di oggi. Articolo nel quale una persona che è sia esperta, sia competente, una persona dotata di metodo e capace di analisi qualificate, scrive nel testo che segue le tre ragioni per le quali, negli ultimi mesi, la Borsa continuava a salire.

Una precisazione molto importante: Recce’d NON condivide molte parti di questo articolo che segue. Non è questo, che Recce’d scrive ai suoi Clienti, e NON è questo che noi stiamo facendo con le operazioni sui portafogli modello.

Allo stesso tempo, ciò che a voi serve è un metodo, della qualità nelle analisi, una strategia. Eda questo punto di vista, l’articolo è utilissimo: mette ordine nelle cose che contano davvero, insegna come si lavora sui dati e sulle notizie, è il frutto di un lavoro fatto con metodo, illustra le basi sulle quali si devono fondare le scelte, e la strategia di investimento.

Esistono strategie e metodi alternativi a quello che l’articolo vi presenta. Ad esempio il metodo di lavoro e la strategia di Recce’d.

Ma qualsiasi metodo e strategia è superiore ad investire a casaccio il proprio risparmio. All’andare a “orecchio”. Ad andare dietro al “consulente” che vive delle vostre retrocessioni.

Facciamo un solo esempio, tra i cento possibili, di ciò che utilmente potrete ricavare dalla lettura dell’articolo: abbiamo evidenziato la frase in grassetto, per stimolare nel lettore una riflessione: se succede questo, che viene detto nell’articolo, dopo che cosa cambia per rischio e rendimento delle mie varie posizioni in portafoglio? Azioni? Obbligazioni? Valute? Materie prime?

Divertitevi un po’ a ragionarci: è meglio del cruciverba sotto l’ombrellone, ve lo possiamo garantire.


25 luglio 2024 Mohamed A. El-Erian

I mercati azionari statunitensi sono rimasti rialzisti di fronte all’intensificarsi dei rischi nazionali e internazionali, a causa di tre fattori chiave. Ma con due di questi paesi sotto pressione, la durabilità del ciclo attuale dipenderà dal terzo: la Federal Reserve americana.

CAMBRIDGE – Gli investitori nei mercati statunitensi nell’ultimo anno hanno dimostrato una notevole capacità di ignorare i rischi interni ed esterni per il benessere dell’economia, nonché per il funzionamento del sistema economico, finanziario e commerciale globale.

Questo disaccoppiamento del rischio dal sentiment del mercato è stato determinato da tre fattori:

  1. la fiducia nelle prospettive “il cielo è il limite” di alcune aziende tecnologiche,

  2. la fiducia diffusa nell’eccezionalismo economico americano e

  3. la fiducia duratura nel sostegno della Federal Reserve statunitense al settore finanziario.

Ma due di questi fattori sono stati recentemente messi sotto pressione, lasciando che la durabilità di qualsiasi prospettiva positiva dipenda maggiormente dal terzo.

Una serie di sviluppi verificatisi nell’ultimo anno avrebbero normalmente portato alla volatilità e a una tendenza generale al ribasso nei mercati azionari.

  • La guerra tra Hamas e Israele – e le immagini dolorose della perdita su larga scala di vite civili innocenti e della massiccia distruzione di mezzi di sussistenza e infrastrutture fisiche – ha aumentato la probabilità di un conflitto a livello regionale che potrebbe ulteriormente ostacolare il trasporto marittimo e il commercio, e spingere verso l’alto prezzi del petrolio.

  • Inoltre, le relazioni sino-americane si sono solo inasprite. Con gli Stati Uniti che impongono ulteriori restrizioni sulle esportazioni legate alla tecnologia verso la Cina, altri paesi sono costretti a destreggiarsi in un campo sempre più complesso di sanzioni secondarie.

  • La campagna presidenziale americana ha ricordato a tutti che nuove ondate di dazi contro alleati e avversari potrebbero arrivare già l’anno prossimo.

  • Nel frattempo, le elezioni nazionali e regionali hanno indebolito i partiti moderati di centrosinistra e centrodestra nei principali paesi europei.

La capacità degli investitori di guardare oltre questi sviluppi non può essere semplicemente attribuita al vecchio mantra secondo cui “i mercati non sono l’economia, e l’economia non sono i mercati”. Invece, i mercati sono stati isolati dai tre fattori sopra menzionati.

Il primo – la fiducia sempre maggiore in alcune aziende tecnologiche – riflette l’impatto e le grandi speranze per la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, uno shock tecnologico storico che sta ancora guadagnando slancio. L’effetto diretto si riflette negli impressionanti guadagni del mercato azionario statunitense. Ma questi sono stati guidati principalmente da una manciata di aziende tecnologiche immediatamente connesse a nuovi modelli di intelligenza artificiale generativa e predittiva e alle relative infrastrutture e hardware di supporto. Queste aziende hanno registrato aumenti strabilianti delle loro valutazioni di mercato. L’esempio principale, ovviamente, è Nvidia, la cui capitalizzazione di mercato è esplosa da meno di 300 miliardi di dollari alla fine del 2022 a oltre 3 trilioni di dollari lo scorso giugno. Tra gli altri vincitori figurano aziende tecnologiche già dominanti come Alphabet (Google) e Microsoft.

L’infatuazione del mercato per queste aziende non è solo comprensibile, ma anche giustificata. Sono in prima linea in una svolta tecnologica che rimodellerà radicalmente gran parte di ciò che facciamo e del modo in cui lo facciamo. I prodotti e i servizi che stanno lanciando promettono di favorire diffusi guadagni di produttività che potrebbero migliorare le prospettive non solo per alcune aziende, ma per intere economie.

Ma mentre i motivi di ottimismo in queste società rimangono forti, il forte aumento dei prezzi delle loro azioni ha innescato un dibattito sulla necessità o meno di una pausa. Dopotutto, un entusiasmo così sfrenato potrebbe culminare in una bolla costosa, le cui ricadute non sarebbero necessariamente limitate a un settore o a un’economia.

Anche la fiducia nel continuo eccezionalismo economico dell’America è messa sotto pressione. Sebbene la spesa complessiva dei consumatori rimanga per ora solida, le famiglie a basso reddito sono già sotto notevole pressione, così come le piccole imprese. Molto dipende quindi dal mercato del lavoro statunitense, data la sua centralità nei redditi, nella spesa e nella sicurezza finanziaria. E qui i dati sono contrastanti, con alcuni parametri – come il tasso di disoccupazione complessivo – che iniziano a lampeggiare in giallo.

Questi sviluppi rendono la politica monetaria della Fed ancora più importante. L’ipotesi generale tra gli investitori è che “la Fed ci copre le spalle”. Questa “put della Fed” di solito si traduce nell’aspettativa che qualsiasi rallentamento economico o episodio di eccessiva volatilità del mercato inneschi un rapido allentamento della politica monetaria.

Le reazioni della Fed alle crisi degli ultimi due decenni – dal crollo del 2008 alla pandemia di COVID-19 – hanno rafforzato questa dinamica comportamentale nei mercati statunitensi, così come la sua risposta a episodi minori di tumulto dei mercati, come nel quarto trimestre del 2018. La continua fiducia nella put della Fed resta giustificata? Sì, ma solo se la Fed riuscirà a guardare oltre il desiderio dichiarato di riportare l’inflazione al target del 2% il più presto possibile.

Ciò significherà tagliare i tassi di interesse nei prossimi due mesi per evitare una politica monetaria eccessivamente restrittiva, che a sua volta potrebbe causare danni eccessivi all’occupazione e all’economia. In effetti, una politica troppo restrittiva potrebbe indebolire ulteriormente i primi due fattori, rendendo molto più difficile per i mercati continuare a ignorare le fonti di incertezza nazionale e internazionale in continua espansione.

Valter Buffo
Il soft landing non arriverà. Mai.
 

Nell’altro Post che Recce’d ha pubblicato oggi, ci occupiamo della parte azionaria dei nostri e vostri portafogli titoli. In questo Post oggi ci occupiamo della parte obbligazionaria, anche in vista dei tanti appuntamenti della prossima settimana.

Poi restano valute, e materie prime, e settori, e singoli titoli, ed altri asset finanziari; e la politica e la geopolitica.

Il tutto sarà trattato, con analisi di dettaglio, nel quotidiano The Morning Brief.

Abbiamo letto questa settimana alcune frasi che ci hanno profondamente preoccupato.

E … no, non riguardano il calo di ordini di chips per AI

E … no, neppure il calo di ordini di Tesla.

E … no, neppure il taglio delle stime per Nvidia.

Niente di tutto questo: quelle sono cose che NON ci riguardano. Non sono argomenti di gestione, sono soltanto gossip da social, da chat, da community, ed in quel caso allora è più divertente L’Isola dei Famosi.

Invece, ci ha profondamente preoccupato leggere questo.

Possiamo capire che il Capo della Banca Centrale parli come un uomo politico: perché è un uomo politico.

Un uomo della burocrazie dello Stato, incaricato di un mandato di politica economica. Un funzionario della Pubblica Amministrazione.

Possiamo capire che il capo della Banca Centrale lanci sempre e solo messaggi rassicuranti, anche negando l’evidenza. Lo hanno fatto nel 2020, nel 2021, nel 2022.

Pausa nel 2023. ma nel 2024 si ricomincia.

Ma non possiamo capire altre cose.

“Quello che mi tiene sveglio la notte è il soft landing” ci dice Jerome Powell nel luglio 2024.

Frase estremamente preoccupante. Come un adolescente, il Capo della Federal Reserve sogna di essere l’Uomo Ragno.

Si sta ripetendo la “inflazione transitoria”, solo con parole diverse.

Leggete qui sotto.

“Chi aveva previsto che la recessione è necessaria, per frenare l’inflazione, si sbagliava”.

Davvero?

E’ questo, che oggi dicono i dati, le evidenze, la realtà?

La Federal Reserve sta dicendo al pubblico che il merito per il calo dell’inflazione va attribuito solo ai rialzi dei tassi ufficiali da parte della Federal Reserve, che ha appunto fatto calare l’inflazione SENZA modificare nulla di altro (crescita, occupazione, salari, profitti, nulla)?

Può una persona di responsabilità sostenere una cosa del genere?

Ha senso, una frase del genere?

Come vedete si ripete la “inflazione transitoria” di due anni fa: illudere la massa, senza alcun rispetto per la logica e l’esperienza.

Leggete sotto.

“Noi abbiamo fatto il nostro lavoro con il rialzo dei tassi”.

Notate l’auto-compiacimento. Notate il “giro d’onore” dello stadio sotto le tribune dove il pubblico sventola le bandiere e canta i cori.

Il tutto prima della fine della partita.


Nel riquadro in giallo, Powell ci dice che “lo scenario di hard landing oggi non è il più probabile”. Poche righe sopra ci spiega che “il tasso di di interesse neutrale oggi è probabilmente più elevato che in passato”.

Questo è un linguaggio più moderato, più equilibrato, più possibilista, più cauto, più adatto al Capo della Banca Centrale.

Peccato che … le cose che avete appena letto NON sono coerenti con quelle che abbiamo letto insieme poco prima.

Ripetiamolo: le cose che avete appena letto NON sono le medesime cose che avevamo letto più in alto.

Hanno forse perso (di nuovo) il controllo della situazione, come due anni fa?

Il motivo più grande di preoccupazione per noi investitori, però, è un altro che ora vi facciamo vedere con alcune immagini.

Il problema più grande è che la Federal Reserve insieme con la BCE a noi investitori racconta una cosa, mentre i dati poi a noi investitori dicono un’altra cosa.

Dati pubblici, dati che tutti possono leggere, e dati che CNBC ed i media in generale, con le banche di investimento e con le Reti di promotori finanziari nascondono alla massa degli investitori.

Come abbiamo scritto e documentato anche in settimana, alla pagina TWIT - TWOO, non c’è alcun dato che ci dica che “l’inflazione sta ancora scendendo”. Nessuno.

Mentre, nelle medesime ore, c’è un costante, continuo, disperato sforzo congiunto dei media e delle banche di investimento, per convincere il pubblico degli investitori che “i tagli dei tassi ufficiali stanno per arrivare”.

A dicembre, era per marzo. A marzo, era per giugno, in maggio è diventato luglio, adesso (immagine sotto) è diventato settembre.

Una farsa, una autentica presa in giro.

Un investitore che sia consapevole delle proprie azioni e che sia in grado di distinguere tra FALSI segnali e VERI segnali, è in grado al tempo stesso di capire dove ci porterà questo ennesimo eccesso di ottimismo, che ha le medesime caratteristiche della “inflazione transitoria” del 2022.

La situazione quindi oggi è simile a quella di due anni fa, da questo punto di vista. Un investitore consapevole di ciò che sta facendo, e determinato ad ottenere un rendimento positivo dai suoi investimenti, terrà in evidenza le passate esperienze, per ciò che riguarda le sue obbligazioni.

Tra i nostri lettori, ce ne sono moltissimi che sono sia preparati sia informati: tutti questi lettori avranno già notato una grandissima anomalia, nelle dichiarazioni della Federal Reserve che vi abbiamo riproposto.

Questi nostri lettori, che come detto sono molti ma non tutti, si saranno chiesti come è possibile affermare che la Federal Reserve ha vinto, senza provocare una recessione, ed allo stesso tempo fare finta di ignorare il deficit ed il debito pubblico, che in tutta la vicenda hanno giocato un ruolo decisivo.

Come possono, funzionari pubblici esperti e (da molti) stimati) incorrere in una mancanza tanto macrospsopica e tanto ingenua?

Se ve lo state chiedendo, siamo già un bel passo avanti.

Quelli tra i nostri lettori che se lo sono chiesto, ma pure tutti gli altri alla fine, possono ricavare utili informazioni pratiche dall’articolo che chiude questo Post.

Si tratta del resoconto di un test effettuato all’Università di Yale, grazie al quale sono stati disegnati scenari futuri basati su diverse ipotesi di atteggiamento “accomodante” da parte della Federal Reserve.

Due le cose davvero importanti:

  • l’utilizzo di “esercizi di simulazione”, che è il metodo applicato da Recce’d nel lavoro di stima dei rendimenti futuri di ogni singolo asset, e di drawdown (ovvero rischio) futuro di ogni singolo asset

  • la descrizione di scenari che vengono presentati come “futuri” ma probabilmente sono già “presenti”.

L’argomento di cui leggerete è tecnico, ma anche molto utile per prendere decisioni sui portafogli titoli. Ed anche sui BTp. Se desiderate approfondire, contattateci attraverso la pagina CONTATTI del nostro sito.




L'autore è direttore del dipartimento di economia presso il Budget Lab dell'Università di Yale ed ex capo economista presso il Council of Economic Advisers della Casa Bianca.

Il calcolo dei punteggi di bilancio in genere non è mai una delle priorità dei mercati finanziari. Nella misura in cui i mercati seguono la politica, le banche centrali di solito sono re. I banchieri centrali sono seguiti con tutta l’attenzione rapita dei reali.

Allo stesso modo, la politica monetaria è un aspetto secondario dell’analisi fiscale. I “punteggi di bilancio” convenzionali che analizzano l’impatto della spesa pubblica non prendono affatto in considerazione la Federal Reserve.

E i punteggi dinamici, che utilizzano modelli per incorporare effetti di feedback macroeconomici, di solito declassano la banca centrale a un’unica equazione.

Questo è miope. Un nuovo rapporto del Budget Lab dell’Università di Yale mostra come la Fed svolga un ruolo importante, anche se indiretto, nel modo in cui la politica fiscale statunitense influenzerà l’economia nel prossimo futuro.

A sua volta, ciò sottolinea quanto sia fondamentale l’indipendenza della Fed. È uso comune parlare di politiche fiscali che cercano di stimolare la domanda come “inflazionistiche” quando il Congresso le attua mentre un’economia è in piena occupazione.

Nella misura in cui misure come un taglio delle tasse o un aumento della spesa aumentano la pressione inflazionistica stimolando la domanda, questa descrizione è accurata.

Ma se la Fed anticipa questo effetto e fa bene il suo lavoro inasprendo la politica monetaria, allora il compromesso nell’economia non è principalmente un aumento dell’inflazione, ma un tasso di interesse temporaneamente più alto che raffredda lo shock della domanda. Questi tassi più elevati aumentano quindi i costi del servizio del debito per il governo.

Gli economisti spesso anticipano questo tipo di reazione nelle loro previsioni. Ad esempio, quando il Congressional Budget Office ha aggiornato le sue proiezioni economiche sulla scia dell’approvazione del Tax Cut and Jobs Act nel 2017, le sue prospettive di inflazione si sono appena mosse mentre la sua proiezione del tasso di riferimento dei fondi federali è aumentata significativamente.

Ma cosa succederebbe se, sotto pressione politica, la Fed scegliesse di non inasprire affatto? Allora il compromesso di una politica fiscale espansiva sarebbe interamente sotto forma di una maggiore inflazione.

Pertanto, la “cattura politica” della Banca Centrale – la nomina di lealisti politici o pressioni politiche esterne – è un’altra importante dimensione fiscale per la Fed. Nel corso della sua storia, la Fed non ha sempre mantenuto l’indipendenza politica.

Ad esempio, all’inizio degli anni ’70 il presidente Richard Nixon fece pressioni sul presidente della Fed Arthur Burns affinché mantenesse una politica monetaria accomodante durante la sua candidatura per la rielezione. Nonostante le pressioni inflazionistiche accumulate dalla fine degli anni '60, Burns acconsentì. Quando scoppiò la crisi petrolifera del 1973, queste pressioni accumulate in eccesso dalla domanda si scontrarono con lo shock dell’offerta energetica per produrre la stagflazione degli anni ’70.

La nostra ricerca indica che una Fed politicamente “catturata” potrebbe ancora una volta perdere rapidamente il controllo sui prezzi durante shock economici significativi.

Abbiamo condotto un esperimento macroeconomico composto da un migliaio di simulazioni nei successivi sei anni, applicando in modo casuale shock economici positivi e negativi che variavano da piccoli a giganteschi.

Abbiamo scoperto che con una Fed “catturata”, il risultato tipico nelle nostre simulazioni non era disastroso: l’inflazione cumulativa su sei anni era solo circa mezzo punto percentuale più alta rispetto a una Fed non catturata.

Tuttavia, negli scenari peggiori in cui si sono verificati numerosi shock economici inflazionistici, il risultato del 95° percentile era un livello dei prezzi due punti percentuali più alto in una Fed “catturata”.

Questi risultati potrebbero anche sottostimare la realtà. Il modello della Fed presuppone che i mercati e i consumatori continueranno ad aspettarsi che la banca centrale continui a raggiungere i suoi obiettivi di inflazione in futuro, anche quando ripetutamente non riesce a raggiungere un’inflazione del 2%.

Quando allentiamo questo presupposto e permettiamo alle persone di “disancorare” le loro aspettative di inflazione – impostandole più direttamente sull’inflazione che osservano piuttosto che sull’obiettivo della Fed – allora lo scenario negativo sale a un livello di prezzo più alto del 5% in sei anni. per una Fed “catturata rispetto” a una Fed non catturata. Si tratta di quasi un punto in più all’anno in termini di inflazione. Il risultato è che gli economisti e gli analisti di bilancio dovrebbero prestare molta attenzione alle loro ipotesi sulla Fed nel pensare alla politica per i prossimi anni.

Ma ci sono anche implicazioni più ampie. Riteniamo che nei mercati statunitensi vi sia un crescente rischio politico che probabilmente verrà sottovalutato dai mercati.

Ciò può assumere molte forme, ma una è la “cattura” istituzionale, inclusa la Fed. Se la banca centrale perdesse l’indipendenza, ciò avrebbe profonde implicazioni sul modo in cui la futura politica fiscale potrebbe influenzare l’economia.

Valter Buffo