Tech Pullback? Ma state scherzando? (parte prima)

 

L’attualità ci schiaccia, in questo luglio 2024

Abbiamo in sospeso con i lettori del nostro Blog sia il Longform’d iniziato il 26 giugno, un mese fa (sul tema AI), sia il Post relativo ai risultati ed alle performances del quale pubblicammo la prima parte due settimane fa.

Ma l’attualità, come detto, ci schiaccia sul presente: offre tanti spunti, ed almeno un paio li dobbiamo per forza cogliere e sviluppare.

Promettiamo di completare i due lavori citati, che sono in corso, entro il prossimo Ferragosto. Ne abbiamo tantissime, di cose da scrivervi.

I bambini non vogliono smettere di giocare. Mai.

Per questa ragione la sera si fa così tanta fatica a metterli a letto.

Loro resistono, sempre.

Poi però, la stanchezza prevale, e loro si mettono a dormire.

Sempre. Ogni volta, è sempre lo stesso finale.

Non è un gioco dei bambini, questo di cui stiamo parlando. Non è uno scherzo. Noi vi stiamo parlando della realtà.

La stessa realtà che i bambini non vogliono proprio vedere. Chiudono gli occhi, e credono che il nemico è andato via. Chiudono gli occhi, e si inventano l’amico immaginario.

I bambini.

E anche molti adulti, specie negli ultimi anni. Rifiutano di guardare in faccia la realtà. Quella che hanno davanti ai loro occhi. Ma, così come ogni sera il sono arriva, e prevale, sempre, anche per gli adulti-bambini arriva, sempre, il momento di smettere di giocare.

Quando la realtà prevale sulle fesserie.

Il momento dei mercati, un momento di volatilità in aumento, al quale tutti stanno assistendo ha alcune di queste caratteristiche: non tutte, non per il momento.

Noi in Recce’d però scegliamo di suggerire al nostro lettore una domanda: perché proprio adesso?

La domanda ha un doppio valore, per l’investitore che ci legge:

  1. aiuta il lettore a comprendere se questa è semplicemente una “correzione”, un “pullback”, oppure è una fase di mercato che si chiude (che si è già chiusa); e poi anche

  2. aiuta il lettore a ragionare come un gestore: e domandarsi come si sfruttano situazioni di mercato come queste, come si fa performance con AI, anzi per dire meglio “passando sopra AI”.

La coincidenza con la stagione delle trimestrali, che viene chiamata in causa, in modo scherzoso, dall’immagine sopra è soltanto una coincidenza? Oppure no?

Ci sono forse cose che non si potevano più nascondere, nelle pieghe dei bilanci, dietro a “utili più alti delle attese”?

Può aiutarvi a rispondere a queste domande la lettura del Post del 23 giugno e poi anche del Post del 6 luglio.

Può esservi utile rileggere anche ciò che abbiamo scritto nel Blog il 30 giugno scorso e prima ancora il 15 giugno, a proposito del momento dei mercati.

Per collegare questo lavoro di analisi alle scelte di portafoglio ed alla strategia di gestione vi può essere utile rileggere il Post della settimana scorsa.

Eppure, tutti a voi parlano di correzione.

A voi dicono che si tratta di un normale ritracciamento estivo delle Borse (“ma poi, a fine anno, tutti in Festa di nuovo”)

A voi garantiscono che è un “pullback dei Tech”.

Guardate ai prezzi delle vostre obbligazioni oggi: e ripensate alla “inflazione transitoria” 2021 - 2022. Quella che, a voi, ha fatto tanto male.


Ma che cosa altro potrebbe dirvi, il vostro “fondivendolo” di fiducia? Che siete fregati? Che lui vi ha fregati? Ma non può dirvelo!

Lui non sa che altro dire.

Perché lui (oppure lei) non ha una alternativa, nella sua vita, che questa: pompare e pompare, sempre più in alto (come la famosa Grappa Bocchino di Mike) perché lui non ha un’alternativa, la Rete a lui non dà alternative, il marketing non dà alternative, e lui DEVE piazzarvi proprio “quella roba lì”, piaccia o non piaccia.

Un “tot” all’anno, lo deve fare: che sia convinto o meno.

E poi, ovviamente, ci sono i self-directed: quelli che “… ma che ci vuole, posso benissimo fare da solo con il mio giro di amici sui social … e in chat … e nella community …”, tutti quelli che hanno creduto alla pubblicità TV che diceva “…ci vuole un minuto …”, tutti quelli che invece di andare dal dentista fanno da soli, in casa, con il trapano (ma da muro). “Io metto tutto in Bund tedeschi e sto tranquillo …”

… ma come tutti sappiamo Tranquillo fece una brutta fine.

Recce’d invece la vede diversamente. La pensa in modo diverso. Ed agisce, sui proprio portafogli modello in modo diverso. Recce’d non deve vendervi per forza Fondi Comuni ed ottimismo, GPM ed ottimismo, polizze assicurative ed ottimismo.

Recce’d, al contrario di ciò che fanno tutti, vi dice che per investire, per investire con successo i propri risparmi, non basta un minuto.

E neppure basta un venditore di Fondi Comuni e polizze assicurative e GPM.

Investire è un esercizio da lasciare ai professionisti, ovvero a persone che hanno competenza ed esperienza. Che comprendono i meccanismi dell’economia, ed i meccanismi dei mercati finanziari: non a chi legge sulla metro i titoli di Milano Finanza e del Sole 24 Ore, ma chi ha invece un metodo di lavoro, modelli proprietari di valutazione, una strategia di investimento definita, e fondata su stime di rendimento e rischio ricavate da analisi ed esercizi di stima.

Insomma, non è un mestiere per gente improvvisata: come quelli che al bar fanno la formazione per la Nazionale di calcio.

Per comprendere la Borsa, anzi le Borse, non è sufficiente frequentare i social oppure ascoltare le “dritte del consulente”: serve altro. A voi oggi serve qualcuno che vi chiarisca le idee, spiegandovi che Tesla, Nvidia ed AI contano nulla per la vostra performance del portafoglio titoli, che BPM, Mediobanca e Generali per voi sono di nessuna importanza, che Stellantis e Mediaset ed ENEL contano nulla, nelle fasi in cui i mercati si rimettono in moto. Vi distraggono, vi fanno perdere tempo, e fi fanno fare scelte sbagliate.

Come possono, quattro azioni della Borsa italiana, oppure due articoli su Nvidia ed AI, aiutarvi a capire se questo è un pullback, un ritracciamento oppure qualche cosa di diverso? Come possono aiutarvi a capire quello che sta succedendo al vostro risparmio?

Per rispondere a questa domanda, di certo non sono sufficienti i sorrisi e le strette di mano dei “fondivendoli”, né qualche articolo di PLUS oppure di Milano Finanza oppure di CNBC, che poi il “consulente” viene a rivendere a voi. Vi serve altro.

Proprio oggi, a voi serve qualcuno capace di spiegarvi, in modo chiaro ma analitico, sintetico ma dettagliato, quali fattori hanno spinto vero l’alto la Borsa, fino a qualche settimana fa. Perché se non avete capito quello, oggi non potete capire se è un ritracciamento, un pullback, oppure altro ancora.

Ed ecco che Recce’d, del tutto gratuitamente, si presta a fornire un concreto aiuto al proprio lettore.

Trovate un concreto supporto nell’articolo che chiude il Post di oggi. Articolo nel quale una persona che è sia esperta, sia competente, una persona dotata di metodo e capace di analisi qualificate, scrive nel testo che segue le tre ragioni per le quali, negli ultimi mesi, la Borsa continuava a salire.

Una precisazione molto importante: Recce’d NON condivide molte parti di questo articolo che segue. Non è questo, che Recce’d scrive ai suoi Clienti, e NON è questo che noi stiamo facendo con le operazioni sui portafogli modello.

Allo stesso tempo, ciò che a voi serve è un metodo, della qualità nelle analisi, una strategia. Eda questo punto di vista, l’articolo è utilissimo: mette ordine nelle cose che contano davvero, insegna come si lavora sui dati e sulle notizie, è il frutto di un lavoro fatto con metodo, illustra le basi sulle quali si devono fondare le scelte, e la strategia di investimento.

Esistono strategie e metodi alternativi a quello che l’articolo vi presenta. Ad esempio il metodo di lavoro e la strategia di Recce’d.

Ma qualsiasi metodo e strategia è superiore ad investire a casaccio il proprio risparmio. All’andare a “orecchio”. Ad andare dietro al “consulente” che vive delle vostre retrocessioni.

Facciamo un solo esempio, tra i cento possibili, di ciò che utilmente potrete ricavare dalla lettura dell’articolo: abbiamo evidenziato la frase in grassetto, per stimolare nel lettore una riflessione: se succede questo, che viene detto nell’articolo, dopo che cosa cambia per rischio e rendimento delle mie varie posizioni in portafoglio? Azioni? Obbligazioni? Valute? Materie prime?

Divertitevi un po’ a ragionarci: è meglio del cruciverba sotto l’ombrellone, ve lo possiamo garantire.


25 luglio 2024 Mohamed A. El-Erian

I mercati azionari statunitensi sono rimasti rialzisti di fronte all’intensificarsi dei rischi nazionali e internazionali, a causa di tre fattori chiave. Ma con due di questi paesi sotto pressione, la durabilità del ciclo attuale dipenderà dal terzo: la Federal Reserve americana.

CAMBRIDGE – Gli investitori nei mercati statunitensi nell’ultimo anno hanno dimostrato una notevole capacità di ignorare i rischi interni ed esterni per il benessere dell’economia, nonché per il funzionamento del sistema economico, finanziario e commerciale globale.

Questo disaccoppiamento del rischio dal sentiment del mercato è stato determinato da tre fattori:

  1. la fiducia nelle prospettive “il cielo è il limite” di alcune aziende tecnologiche,

  2. la fiducia diffusa nell’eccezionalismo economico americano e

  3. la fiducia duratura nel sostegno della Federal Reserve statunitense al settore finanziario.

Ma due di questi fattori sono stati recentemente messi sotto pressione, lasciando che la durabilità di qualsiasi prospettiva positiva dipenda maggiormente dal terzo.

Una serie di sviluppi verificatisi nell’ultimo anno avrebbero normalmente portato alla volatilità e a una tendenza generale al ribasso nei mercati azionari.

  • La guerra tra Hamas e Israele – e le immagini dolorose della perdita su larga scala di vite civili innocenti e della massiccia distruzione di mezzi di sussistenza e infrastrutture fisiche – ha aumentato la probabilità di un conflitto a livello regionale che potrebbe ulteriormente ostacolare il trasporto marittimo e il commercio, e spingere verso l’alto prezzi del petrolio.

  • Inoltre, le relazioni sino-americane si sono solo inasprite. Con gli Stati Uniti che impongono ulteriori restrizioni sulle esportazioni legate alla tecnologia verso la Cina, altri paesi sono costretti a destreggiarsi in un campo sempre più complesso di sanzioni secondarie.

  • La campagna presidenziale americana ha ricordato a tutti che nuove ondate di dazi contro alleati e avversari potrebbero arrivare già l’anno prossimo.

  • Nel frattempo, le elezioni nazionali e regionali hanno indebolito i partiti moderati di centrosinistra e centrodestra nei principali paesi europei.

La capacità degli investitori di guardare oltre questi sviluppi non può essere semplicemente attribuita al vecchio mantra secondo cui “i mercati non sono l’economia, e l’economia non sono i mercati”. Invece, i mercati sono stati isolati dai tre fattori sopra menzionati.

Il primo – la fiducia sempre maggiore in alcune aziende tecnologiche – riflette l’impatto e le grandi speranze per la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, uno shock tecnologico storico che sta ancora guadagnando slancio. L’effetto diretto si riflette negli impressionanti guadagni del mercato azionario statunitense. Ma questi sono stati guidati principalmente da una manciata di aziende tecnologiche immediatamente connesse a nuovi modelli di intelligenza artificiale generativa e predittiva e alle relative infrastrutture e hardware di supporto. Queste aziende hanno registrato aumenti strabilianti delle loro valutazioni di mercato. L’esempio principale, ovviamente, è Nvidia, la cui capitalizzazione di mercato è esplosa da meno di 300 miliardi di dollari alla fine del 2022 a oltre 3 trilioni di dollari lo scorso giugno. Tra gli altri vincitori figurano aziende tecnologiche già dominanti come Alphabet (Google) e Microsoft.

L’infatuazione del mercato per queste aziende non è solo comprensibile, ma anche giustificata. Sono in prima linea in una svolta tecnologica che rimodellerà radicalmente gran parte di ciò che facciamo e del modo in cui lo facciamo. I prodotti e i servizi che stanno lanciando promettono di favorire diffusi guadagni di produttività che potrebbero migliorare le prospettive non solo per alcune aziende, ma per intere economie.

Ma mentre i motivi di ottimismo in queste società rimangono forti, il forte aumento dei prezzi delle loro azioni ha innescato un dibattito sulla necessità o meno di una pausa. Dopotutto, un entusiasmo così sfrenato potrebbe culminare in una bolla costosa, le cui ricadute non sarebbero necessariamente limitate a un settore o a un’economia.

Anche la fiducia nel continuo eccezionalismo economico dell’America è messa sotto pressione. Sebbene la spesa complessiva dei consumatori rimanga per ora solida, le famiglie a basso reddito sono già sotto notevole pressione, così come le piccole imprese. Molto dipende quindi dal mercato del lavoro statunitense, data la sua centralità nei redditi, nella spesa e nella sicurezza finanziaria. E qui i dati sono contrastanti, con alcuni parametri – come il tasso di disoccupazione complessivo – che iniziano a lampeggiare in giallo.

Questi sviluppi rendono la politica monetaria della Fed ancora più importante. L’ipotesi generale tra gli investitori è che “la Fed ci copre le spalle”. Questa “put della Fed” di solito si traduce nell’aspettativa che qualsiasi rallentamento economico o episodio di eccessiva volatilità del mercato inneschi un rapido allentamento della politica monetaria.

Le reazioni della Fed alle crisi degli ultimi due decenni – dal crollo del 2008 alla pandemia di COVID-19 – hanno rafforzato questa dinamica comportamentale nei mercati statunitensi, così come la sua risposta a episodi minori di tumulto dei mercati, come nel quarto trimestre del 2018. La continua fiducia nella put della Fed resta giustificata? Sì, ma solo se la Fed riuscirà a guardare oltre il desiderio dichiarato di riportare l’inflazione al target del 2% il più presto possibile.

Ciò significherà tagliare i tassi di interesse nei prossimi due mesi per evitare una politica monetaria eccessivamente restrittiva, che a sua volta potrebbe causare danni eccessivi all’occupazione e all’economia. In effetti, una politica troppo restrittiva potrebbe indebolire ulteriormente i primi due fattori, rendendo molto più difficile per i mercati continuare a ignorare le fonti di incertezza nazionale e internazionale in continua espansione.

Valter Buffo