Secondo semestre 2024: tutto molto facile
Riprenderemo in un prossimo Post di questo Blog il tema della settimana scorsa (la mania AI e la mania Nvidia). Abbiamo giudicato opportuno fornire al lettore un “servizio di utilità” nell’ultimo giorno di giugno, ricapitolando i fatti cruciali dei primi sei mesi del 2024. E fornendo, ancora una volta, pratiche indicazioni per la gestione del portafoglio titoli nel secondo semestre 2024.
Ricordate il dicembre 2023 ed il gennaio 2024?
Sono trascorsi solo pochi mesi, ma la massa degli investitori ha già dimenticato tutto.
Eppure allora, l’esercito dei venditori (financial advisors, wealth managers, private bankers) insieme con tutti i social e tutti i media aveva descritto alla massa degli investitori un futuro chiarissimo, e che sembrava pressoché certo.
Le certezze, sei mesi fa, erano:
soft landing
tassi ufficiali di interesse in calo dal mese di marzo
dollaro USA debole
e soprattutto prezzi delle obbligazioni e dei Titoli di Stato in aumento (tassi in diminuzione)
Da tutto questo scenario, poi, sei mesi fa derivava la positività sulle Borse. Ma di questo scriveremo sotto, più in basso. Ora rimaniamo sul cuore della questione: sul punto che si trova al centro di tutta la strategia di gestione del portafoglio. Di qualsiasi portafoglio.
Non è andata in quel modo. I social si sbagliavano. le grandi banche di investimento, tutte insieme, si sbagliavano, e tutte dalla medesima parte. Tutte le Reti dei promotori finanziari si sbagliavano.
Chi ha dato fiducia a questa gente si sbagliava.
Come sapete, tutti i rendimenti dei Titoli di Stato hanno chiuso venerdì 28 giugno su livelli più alti rispetto alla fine del 2023. Nel primo grafico sopra, vedete il decennale americano, che è quello che guida tutti gli altri (almeno tutti i Titoli di Stato in Europa).
E il dollaro USA? Lo vedete nel secondo grafico qui sopra.
Il Mondo, quindi, oggi NON è quello che vie era stato raccontato a inizio del 2024. E soprattutto, come vedete nell’immagine che segue , le previsioni fatte circolare a fine 2023 per i tagli dei tassi ufficiali di interesse erano delle totali castronerie, baggianate messe in giro da personaggi incompetenti ed improvvisati per indurre il Cliente finale a sbagliare le proprie scelte di investimento.
Voi lettori probabilmente pensate che i rendimenti delle obbligazioni salgono (e quindi i prezzi delle obbligazioni scendono) per la ragione “giusta”, ovvero perché le economie crescono più rapidamente del previsto.
Non stanno così le cose, ed anche in questo caso il Mondo è diverso da come a voi lo avevano raccontato. Lo vedete documentato dal grafico qui sotto.
Ritorniamo però dalle economi reali (crescita del PIL, inflazione, occupazione, eccetera) ai mercati finanziari: sulle economie noi ritorneremo per voi in un prossimo Post, e da domani mattina nel nostro The Morning Brief.
Diamo adesso un veloce sguardo alle Borse. Anzi, alla Borsa. Perché c’è una sola Borsa.
E per dire la verità neppure una sola Borsa: si deve dire, oggi, che ci sono soltanto cinque titoli, cinque titoli fanno tutte le Borse del Mondo.
Della mania AI e della mania Nvidia avete letto la settimana scorsa, qui nel Blog, la prima parte di un ampio lavoro. La seconda parte (e forse la terza) la leggerete qui nel Blog, se vi interessa, nei prossimi giorni.
Per questo, oggi noi in questo Post ci limitiamo ad un accenno.
Ricordando al lettore che questo tipo di fenomeni, una vera e propria isteria di massa, si verificano soltanto quando ci sono le condizioni che lo permettono. E di queste condizioni sono responsabili i Governi e le Banche Centrali. Governi e Banche Centrali che sono responsabili anche delle conseguenze, e di ciò che (inevitabilmente) viene dopo le fasi di squilibrio. Ovvero il ri-equilibrio, sempre doloroso per la maggior parte degli investitori.
Il grafico seguente, che ci racconta quale è stata la volatilità realizzata della Borsa a New York, descrive uno stato di artificiale tranquillità. Una apatia che è tipica di chi viene su una nuvola, di chi è sotto effetto di allucinogeni, di chi si è distaccato dalla realtà. Quello che vedete nel grafico è uno stato di allucinazione collettiva respo possibile dalle scelte disgraziate del Governo e della Banca Centrale.
Torniamo però alla visione di insieme, e diamo uno sguardo anche alle materie prime nel primo semestre.
Se escludiamo per un momento dal nostro ragionamento (che è rivolto agli INVESTITORI) la farsa di AI e di Nvidia, l’oro costituisce senza debbio l’elemento di spicco del primo semestre: un rialzo sopra i massimi assoluti, di grande significato proprio perché (almeno seguendo ciò che dicono la TV, i quotidiani e i promotori finanziari) è del tutto senza motivo.
L’inflazione è in calo in tuto il Mondo, si va verso il soft landing, tutto funziona alla meraviglia e i cosiddetti Magnifici Cinque continueranno a fare crescere il fatturato del 30% l’anno per sempre. Perché allora comperare oro?
Non risponderemo noi: noi, l’oro ce lo abbiamo in portafoglio da qualche anno. Chiedete invece al financial advisor, al direct banker, al family banker, al wealth manager. Chiedete perché non avete oro nel vostro portafoglio titoli. Chiedete sui social. Chiedete nella chat.
Oggi è il 30 giugno: da domani, si comincia con i calcoli delle performances del primo semestre. Che saranno davvero interessanti. Ognuno di noi, ed ognuno di voi, andrà a vedere quanto hanno reso le GPM, i Fondi Comuni di Investimento, i vari portafogli titoli, le scelte fatte individualmente (i BTp, il Bitcoin, Nvidia, e così via). Vedremo, tutti, chi ha guadagnato e chi ha perso (anche se un po’ lo sappiamo già).
Indice dei Fondi di tipo Hedge calcolato da HFR
Indice dei Fondi Comuni di Investimento bilanciati italiani dal 2020
Come sempre noi di Recce’d ci ritorneremo sopra, nelle prossime settimane: lo facciamo sempre. Per i lettori, qui nel Blog, e per i nostri Clienti, con un dettaglio molto maggiore.
Ma sopra ogni altra cosa, tutti si fermeranno a vedere come ci è arrivato, a fine semestre, il portafoglio titoli: con quale composizione, asset allocation, pesi delle diverse componenti, esposizioni LONG e SHORT, esposizioni per aree geografiche.
Ovvero come siamo, e come siete, posizionati per il secondo semestre 2024, che sarà, per ciò che riguarda la performance, il semestre decisivo, per l’anno in corso ma pure per il prossimo anno.
Nel corso del mese di giugno, qui nel Blog, noi abbiamo affrontato, in modo ampio ed approfondito, i temi che risulteranno centrali: ovvero i temi ed i fattori che decideranno chi guadagna e chi perde.
Se tornate indietro alle date dell’8 giugno e del 15 giugno, ritrovate due contributi preziosi, per valutare se la vostra attuale asset allocation è adeguata alla realtà che vedete intorno a voi. Nei due Post, abbiamo per voi approfondito i temi più importanti del secondo quadrimestre.
Ai quali, come tutti voi sapete, è poi necessario aggiungere i temi della geo-politica, come ci ha ricordato il dibattito Biden - Trump tre giorni fa e come sicuramente ci ricorderanno le Elezioni Parlamentari francesi di oggi, con le loro ricadute sull’Europa ed anche direttamente sull’Italia.
Se invece ritornate indietro di una settimana, ritrovate il tema più appariscente, ma pure più debole e fragile, che domina nella comunicazione dei media e nei discorsi dei promotori finanziari oggi.
Come già scritto, una seconda e forse una terza parte del lavoro di analisi iniziato sette giorni fa la potrete leggere (se volete) qui nel Blog tra qualche giorno.
Per non lasciare del tutto in sospeso questo tema (un tema sociologico e psicologico, piuttosto che un tema finanziario) vi suggeriamo di leggere l’articolo che segue e chiude questo Post.
L’articolo a che cosa vi serve? Vi aiuta ad uscire dalla bolla e dall’illusione, a scendere dalla nuvoletta. Se ascoltate solo il promotore finanziario, se leggete solo i quotidiani e i social e le chat, se ascoltate solo CNBC, potreste avere l’impressione che “tutto è normale”, mentre è vero il contrario. Tutti noi investitori dobbiamo essere consapevoli che siamo lontani dalla realtà quanto mai lo siamo stati, negli ultimi quindici anni.
I Clienti di Recce’d, nella seconda parte del 2024, ricaveranno i loro rendimenti e le loro performances proprio sfruttando situazioni come quella che l’articolo descrive. E si tratterà di guadagni importanti: sia per dimensione, sia perché fatti sulla strada del ritorno all’equilibrio, e quindi definitivi.
(Bloomberg) – Pochi mesi dopo lo scoppio della pandemia, Dennis Davitt era impegnato a lanciare il suo fondo di investimento ribassista a clienti in preda al panico che si preparavano al prossimo crollo del mercato.
In questi giorni, però, l’ex capo dei derivati del Credit Suisse è impegnato in una missione di raccolta di capitali completamente diversa: vendere strategie di opzioni rialziste amplificate a investitori istituzionali timorosi di perdere il prossimo boom azionario.
“È principalmente orientato al cliente”, ha affermato Davitt, che dirige Millbank Dartmoor Portsmouth, una società di volatilità ad Asheville, nella Carolina del Nord. “La loro preoccupazione è che, poiché il mercato continua ad andare avanti così come è stato, tutta la performance nell’universo degli investimenti deriverà dalle azioni pubbliche. La mia sensazione è che nessuno ne possieda abbastanza.”
È l’ultimo segnale della mania per le azioni a Wall Street, dove possedere troppo poche azioni è il nuovo rischio per una coorte di investitori entusiasti. L’indice S&P 500 ha già registrato più di 30 record solo quest’anno, in un crollo che ha sfidato tutto, dal ritardato allentamento monetario da parte della Federal Reserve alle turbolenze geopolitiche.
Ora i gestori della volatilità come Davitt, che tipicamente progettano portafogli difensivi, stanno strutturando strategie per amplificare i rendimenti azionari, acquistando e vendendo opzioni che ripagano quando il mercato balza verso l’alto. È un passatempo speculativo tipicamente apprezzato dal pubblico al dettaglio.
Rispondendo alla domanda inizialmente espressa da un cliente di un fondo pensione, la sua azienda ha lanciato a dicembre un portafoglio da 85 milioni di dollari che gestisce attivamente posizioni in derivati sulla base di segnali di volatilità e del relativo costo delle opzioni. Utilizzando la leva finanziaria, il fondo mira a sovraperformare il mercato durante la fase di rialzo, fornendo al contempo una riserva durante la fase di ribasso.
Il team MDP si è assicurato oltre 40 milioni di dollari per sostenere un altro fondo che utilizza spread call rialzisti sull’S&P 500 per cavalcare i rally, acquistando un contratto call e vendendone contemporaneamente un altro a un prezzo di esercizio più alto. L'operazione è finanziata dalla vendita di put e include una posizione long put per proteggersi da crolli improvvisi.
“Quando ho fondato l’azienda nel 2020, c’era bisogno di un prodotto azionario coperto. C'era chiaramente una richiesta da parte di persone che volevano essere long sul mercato, se non altro, eccessivamente long sul mercato, ma avere una sorta di copertura”, ha detto Davitt, che ha iniziato a negoziare opzioni su azioni nel 1990. “Ciò che è cambiato sono le allocazioni delle persone. "
Gli investitori, in particolare quelli che hanno incrementato l’esposizione al reddito fisso e agli asset privati, potrebbero vivere fino a pentirsi di non aver puntato tutto sulle azioni mentre continua l’avanzamento del mercato alimentato dalla tecnologia. In generale, secondo un recente studio di Preqin, l’investitore istituzionale medio, compresi pensioni, fondi di fondo e compagnie assicurative, ha mantenuto la propria esposizione azionaria invariata al 38% negli ultimi quattro anni. Durante questo periodo, l’indice S&P 500 è cresciuto del 12% annuo, a fronte di una perdita per il reddito fisso.
Questo implacabile rally azionario ha inferto un duro colpo ai fondi di investimento che si proteggono dai crolli del mercato. Quelli istituiti per trarre profitto da calamità inaspettate, o dai cosiddetti rischi di coda, hanno subito chiusure e deflussi giganteschi negli ultimi anni.
A differenza di quelli che si concentrano sugli esiti negativi, o coda sinistra, i nuovi fondi di Davitt pongono l’accento sui risultati positivi, o coda destra.
Dai grandi gestori di denaro ai trader giornalieri, gli investitori di ogni tipo stanno cercando di mettersi al passo con i rialzi del mercato e le opzioni sono il loro strumento di investimento preferito. La prova è più evidente nel caso delle megacap tecnologiche, la cui quota azionaria del 187% a partire dal 2023 ha schiacciato quasi tutto il resto. La scorsa settimana il volume degli scambi nelle loro opzioni call rialziste ha superato quello delle put ribassiste di un importo record, mostrano i dati compilati da Deutsche Bank AG.
In genere, le put costano più delle call, portando a un cosiddetto disallineamento positivo, poiché i trader si proteggono dal rischio di perdere denaro. Quest’anno, tuttavia, più titoli hanno visto chiamate a loro favore. A marzo, ad esempio, 12 membri dell’S&P 100 hanno sperimentato un’inversione dell’inclinazione, il massimo dalla mania dei meme del 2021.
Allo stesso tempo, il timore di perdere qualcosa potrebbe aver alimentato una rottura del rapporto tra prezzi azionari e volatilità. Di solito, quando le azioni scendono, aumentano le aspettative che i prezzi delle azioni registreranno oscillazioni maggiori in futuro. Questo perché i trader si rivolgono alle opzioni put per protezione, portando alla relazione inversa tra l’S&P 500 e il Cboe Volatility Index, un indicatore di costo per le opzioni e comunemente noto come VIX.
Quest’anno, i due hanno trascorso il 27% del tempo spostandosi insieme, una frequenza che non si vedeva da quasi tre decenni.
"Quando il mercato sale più di quanto scende - e i giorni al rialzo sono stati più grandi di quelli al ribasso - potresti vedere questo tipo di raggiungimento o afferramento al rialzo che sta spingendo il VIX più in alto", ha detto Danny Kirsch, responsabile di opzioni presso Piper Sandler & Co.
Questo non vuol dire che la copertura azionaria sia scomparsa a Wall Street, e gente come Davitt di MDP sta ancora progettando portafogli per clienti che giocano in difesa. Tuttavia, la ritrovata richiesta di massimizzare i rendimenti rappresenta un cambiamento notevole per la sua coorte di clienti tipicamente conservatrice che include pensioni e fondi di dotazione.
"I miei clienti che mi utilizzano per azioni coperte dai ribassi dicono che non è più una loro preoccupazione", ha detto il money manager. “I venti cambiano”, ha aggiunto. "Cambiamo le vele."