Scrivono e dicono che la settimana che sta per cominciare sarà la settimana con il maggior numeri di “risk-events” che si ricordi.
E allora, amici lettori, sarà bene essere molto informati PRIMA.
Ad esempio: SOFR è una cosa che a voi interessa?
Voi pensate che BTFP sia qualcosa che vi riguarda?
No?
Pensateci bene, a quello che dite.
Nel mese di gennaio 2024, tutti noi investitori e gestori di portafoglio stiamo ripassando un copione identico a quello del 2023: come nel gennaio del 2023, il tentativo di media, promotori e banche di investimento è di distrarre l’attenzione di tutti gli investitori accecandoli con lustrini e luccichii di pailettes, e lo strumento si chiama “AI”.
Con l’etichetta “AI” si definisce quella cosa della quale tutti parlano, ma nessuno sa esattamente che cosa sia.
Chatbox a parte, ovviamente: un gioco online dove tu scrivi delle domande e lui ti darà … la risposta che gli pare.
Era esattamente così anche nel 2023, almeno fino a metà febbraio: pochi giorni dopo quotidiani e TG raccontavano il fallimento numero due e ed il fallimento numero tre (per dimensioni) di banche negli Stati Uniti, e tutti voi avete familiarizzato con il nome Silicon Valley Bank
A quel punto, la Banca Centrale americana immette mille miliardi di dollari di nuova creazione nel sistema (attraverso BTFP), facendo così di nuovo QE anche nel 2023, ma in un modo diverso.
E figurati se … i buontemponi si affrettano tra marzo ed aprile 2023 a tirare fuori dai cassetti il “tema pivot” mentre di “AI” non si ricorda più nessuno fino a fine maggio (la trimestrale di Nvidia).
A fine ottobre 2023, poi, come ricordate i guadagni delle Borse erano ritornati a ZERO, ma poi in due mesi … ma tenete bene a mente che “AI” tra novembre e dicembre c’entrava nulla. Proprio nulla. Esattamente zero.
Noi di Recce’d, avendo a cuore gli interessi, ed i risparmi, dei nostri lettori, oggi 27 gennaio scriviamo per ricordare a ogni nostro lettore che
AI tuttora non si sa che cosa sia; e che
oltre ad AI ci non altre cose, che avranno un peso determinante sulle performances 2024 ed oltre.
Due di queste cose, diverse da “AI”, noi le abbiamo appena citate sopra: e si tratta di due acronimi, ma diversi da “AI”.
Faremo qui una precisazione: la prima sezione del nuovo Post che state leggendo avrebbe dovuto essere molto più ampia: non ne abbiamo avuto il tempo, perché impegnati nella redazione di un ampio e analitico documento sui risultati (i nostri, ed anche … i vostri, di voi che ci state leggendo) nel periodo 2014 - 2023 ed in particolare negli ultimi quattro anni.
Tutti i nostri Clienti hanno già ricevuto questo documento, nel quale (tra le tantissime cose) abbiamo documentato che “AI” non fa guadagnare nulla a noi investitori. Ce lo dicono i dati, i risultati, le performances: quelle vere, però.
Torniamo alla precisazione: ci è mancato il tempo, e noi infatti ci torneremo.
Nel frattempo, potrete ricevere un aiuto, una mano, un concreto contributo, dal vostro financial advisor, dal private banker, dal wealth manager, dal promotore finanziario: dopo che avrete letto il testo che segue, correte dal vostro "consulente” di fiducia e chiedete se queste cose, per il vostro attuale portafoglio, hanno un significato ed un importanza. Chiedete che cosa significano, per voi NIRP, QE, QT, RRP, MMT, BTFP e SOFR.
Chiedete se modificano le vostre aspettative di performance e i vostri risultati futuri.
Se per caso (ma noi non vogliamo neppure pensarlo) il vostro financial advisor non sa di che cosa stiamo parlando … purtroppo sarete costretti ad attendere un nostro Post futuro.
L’articolo datato giovedì 25 gennaio 2025, che segue, e che noi abbiamo prima selezionato e poi tradotto per voi, commenta una notizia che è di 48 ore fa. Notizia della quale però voi … non siete ancora informati.
La Fed ha appena modificato il suo programma BTFP. Resta prevista la chiusura totale del programma l’11 marzo prossimo, ma con effetto immediato il tasso di indebitamento corretto “non sarà inferiore” a quello dei saldi di riserva.
Ciò impedisce ai mercati di arbitrare il tasso tipico del 4,88% del BTFP rispetto al tasso del 5,40% sui saldi di riserva, con questo divario che si amplia a causa delle aspettative del mercato – leggi “salivazione” – di tagli dei tassi.
In breve, Wall Street guadagnava tre volte: in primo luogo, grazie ai rendimenti obbligazionari più bassi (“a causa dei tagli dei tassi”), in secondo luogo grazie al rialzo di tutto il resto (“a causa dei tagli dei tassi”), e in terzo luogo grazie all’arbitraggio: i mercati sfruttano sempre quelle variazioni piuttosto che prestare i risparmi dei consumatori alle imprese per investimenti produttivi, come insegnano erroneamente i libri di testo di economia.
Quindi, questo è un duro colpo rispetto al denaro facile. Un’altra è la voce secondo cui la BoJ potrebbe alzare i tassi prima dei tagli della Fed a seguito dei forti dati PMI statunitensi visti ieri. Se l’imminente riunione della Fed non apre chiaramente la porta al magico taglio dei tassi di marzo, allora sembra probabile che i rendimenti possano salire di nuovo in modo significativo, a breve termine.
Gli acronimi come BTFP sono importanti. Prova a spiegare cosa è successo negli ultimi 16 anni senza dire NIRP, QE, QT, RRP, MMT o BTFP. Tuttavia, tutti gli spaghetti-alfabetici servono a un obiettivo politico-economico: la vera chiave è capire quale sia quell’obiettivo. Purtroppo, oggi non è possibile studiare economia politica in un’università occidentale, ma solo “scienze politiche”, insegnate da marxisti, ed “economia”, insegnata da capitalisti clientelari. Per questo e altri motivi, Wall Street non mostra alcun interesse a pensare in questo modo, il che va bene finché non si sbaglia il presupposto di fondo.
Era comprensibile non riuscire a cogliere immediatamente il fatto che NIRP e QE dimostrano che l’economia politica del capitalismo finanziario era in grave crisi, perché quegli acronimi alla fine erano semplicemente “tubi di Cantillon” che portavano soldi a Wall Street. E a ogni nuova dichiarazione di un esperto “idraulico” della Federal Reserve io mi chiedevo: "Chi stanno salvando questa volta?"
Ma allo stesso tempo non era giusto ignorare che la NIRP, il QE e la MMT di fatto, ovvero l’enorme spesa fiscale nelle tasche pubbliche finanziata dalle banche centrali, hanno cambiato l’economia politica. E abbiamo ottenuto un’enorme domanda e un’enorme inflazione, aiutati dagli oligopoli aziendali che The Street e i regolatori globali hanno contribuito a costruire nel corso di decenni.
Non era giusto guardare al BTFP nel 2023 e urlare “tagli dei tassi!” Quelli che hanno fatto quella chiamata erano ancora nella modalità Yes-We-Cantillon di aspettarsi un piano di salvataggio. Tuttavia, dopo l’inflazione, la Fed ha visto che il gioco politico-economico era cambiato. Non si poteva permettere che le banche fallissero, ma i tassi dovevano rimanere alti. Ora il BTFP verrà gradualmente eliminato prima che i tassi vengano tagliati. Finalmente ci aspetta una crisi o un mondo nuovo?
Non va bene non vedere che ci troviamo in un mondo di insicurezza nazionale post-Ucraina e post-10/7 (Israele e Gaza) “prebellico” e di fronte a una crisi del Mar Rosso che suggerisce almeno che le tariffe di trasporto si stabilizzino a quattro volte i minimi recenti.
I titoli dei giornali sulla guerra con la Russia dovrebbero essere presi sul serio ma non alla lettera, ma dovrebbero indicare la direzione della politica fiscale, monetaria, industriale e commerciale. Una nuova politica-economia aspetta di nascere mentre la vecchia si rifiuta di morire: e così emergono i mostri con gli “acronomic” – almeno per un pensiero di Wall Street tutti gli acronimi significano NUOVO CASH.
Cogliendo lo spirito del tempo, il Financial Times scrive “Il mondo deve iniziare a prepararsi per Trump 2.0”, sottolineando specificamente che “gli alleati degli Stati Uniti, soprattutto in Europa, devono iniziare a ripensare le disposizioni in materia di sicurezza”. In effetti, la spesa per la difesa dell’UE deve aumentare non solo al 2% del PIL, ma probabilmente di almeno 2 punti percentuali, per decenni, se si vuole avere qualche speranza di “autonomia strategica”.
Ciò, a sua volta, richiederà nuove industrie, scelte “burro o armi” e una nuova politica fiscale-monetaria-industriale-commerciale nell’ambito di una nuova politica-economia (come discusso qui in dettaglio). Inoltre, anche gli Stati Uniti dovranno fare lo stesso, dato che anch’essi hanno scelte difficili da fare – motivo per cui è probabile che si appoggino ai loro alleati: è un cliché, ma la libertà in realtà non è gratuita: e come vediamo oggi nel Mar Rosso, non lo è nemmeno il “libero” commercio.
Nel frattempo, in Cina la Banca Centrale sta creando un ufficio prestiti per indirizzare denaro verso settori strategici, il che non farà altro che portare a ulteriori scontri commerciali con gli Stati Uniti e l’Europa. Eppure, stranamente, in un’economia politica in cui la prosperità comune e la sicurezza nazionale governano, le autorità ora chiedono anche che gli amministratori delegati delle aziende statali siano classificati in base all’andamento delle loro azioni: purtroppo, Wall Street ci mostra che il sistema di incentivi produce l’esatto opposto sia della prosperità comune che della sicurezza nazionale.
Quindi, possiamo ancora ottenere quei tagli dei tassi nel 2024? Sì, ma abbiamo bisogno che l’offerta rimanga a buon mercato e costante mentre ora sta diventando più costosa e traballante – come probabilmente noterà oggi 25 gennaio 2024 la BCE; e abbiamo bisogno che la domanda rimanga sotto controllo quando i tagli dei tassi sono progettati per aumentarla, e dobbiamo anche fare i conti con politiche fiscali più populiste.
Ad esempio, anche in un’Australia fiscalmente prudente, dove il mercato chiedeva tagli dei tassi (nonostante gli immobili si stessero già surriscaldando non appena venivano annusati), il governo sta revocando ampi tagli fiscali per i redditi più alti con una bassa propensione marginale al consumo in Australia. a favore di sgravi fiscali più costosi per i lavoratori a basso reddito che hanno maggiori possibilità di fare acquisti. E per compensare le tasse più elevate, i ricchi australiani faranno ciò che il sistema fiscale incentiva: acquistare più investimenti immobiliari, costringendo i prezzi delle case ancora più in alto, per compensare le tasse attraverso il pagamento degli interessi sul loro mutuo.
Ma “i tassi si ridurranno presto!”, giusto? Indicatemi un governo disposto a stringere la cinghia come nella politica-economia pre-Covid, e vi mostrerò qualcuno che perderà le prossime elezioni. Verranno spesi più soldi. L’unica domanda è se in una nuova politica economica sia necessario stimolare l’offerta, che è inflazionistica a breve termine ma disinflazionistica a lungo termine, e che significherà tensioni geopolitiche, o in una vecchia politica economica per stimolare la domanda, che è semplicemente inflazionistica – soprattutto quando l’offerta non è garantita a meno che non si ottenga una ritirata geopolitica da parte dell’Occidente.
Quindi i mercati dovranno adattarsi – e coloro che leggono l’economia politica in modo corretto lo faranno più velocemente.
Ad esempio, sempre il FT riconosce nell’articolo 'L'accordo di Wall Street con Trump', con lodevole onestà, che il medesimo giornale rosa di Londra aveva "solo cose belle da dire su Benito Mussolini in un supplemento del giugno 1933 intitolato 'Il Rinascimento d'Italia: il dono dell'ordine del fascismo e progresso'."
Questo è inteso come un avvertimento, ovviamente. Tuttavia, costituisce un argomento meno convincente per lamentarsi dell’attrazione delle imprese verso leader forti dopo decenni di sostegno alla globalizzazione politicamente cieca, che ora si sta sgretolando ai bordi dopo aver prodotto proprio il populismo denunciato.
In breve, il populismo diventa “impopulismo” per i mercati, se poi non ricevono gli stessi vecchi soldi di Cantillon.
Se per caso alla fine di questa lettura direte a voi stessi … di non averci capito molto … beh avete ragione. Avremmo dovuto spiegare meglio. Come detto, non ci è stato possibile. Ma almeno, avete uno spunto per le vostre ricerche sul Web. Oppure, chiedete in chat, alla vostra community.
Il nostro Cliente ne può leggere, ogni mattina, nel nostro quotidiano The Morning Brief: dove offriamo una analisi, quotidiana, di tutti i temi decisivi per il risultato degli investimenti. Sia i temi che stanno sulle prime pagine dei quotidiani, sia gli altri temi, quelli che saranno sulle prime pagine tra due, tre, quattro mesi.
Ora invece in questo Post noi passiamo ad un secondo tema.
Un argomento già trattato in questo Blog: proprio nei giorni del Natale 2023.
Oggi ci torniamo per due ragioni specifiche
la prima ragione è che il tema viene, intenzionalmente, tenuto nascosto agli occhi degli investitori, compresi i vostri;
la seconda ragione è che proprio nell’ultima settimana sono apparse notizie che meritano un nostro nuovo approfondimento, nell’interesse di chi ci segue.
Vi pare possibile che un grafico di questo tipo (la fonte è la Federal Reserve) non sia ogni mattina in prima pagina sul vostro quotidiano di riferimento?
Niente, non c’è nulla.
La cosa, ci viene detto tra le righe, non sposta nulla, non cambia nulla, non ha alcun effetto.
Molti di voi, noi crediamo, non sanno neppure di che cosa si tratta.
Ma ci possono arrivare, unendo il grafico sopra e l’immagine qui sotto.
Ed eccoci qui: noi di Recce’d siamo come sempre pronti a regalare ai lettori un aiuto concreto, tempestivo e prezioso.
Come abbiamo scelto di aiutarvi: lasciando parlare l’ultimi Ministro del Tesoro USA che è stato capace di consegnare alla sua Nazione un surplus di bilancio.
Che, come tutti voi capite bene, è la migliore medicina che un Governo può fornire alla sua economia. Con il surplus del bilancio pubblico si cancella il debito pregresso, si fanno scendere i tassi di interesse, si fa crescere di più l’economia di Imprese e Famiglie, e si controlla anche l’inflazione.
Insomma, tutto l’opposto del deficit di bilancio.
L’ex segretario al Tesoro Robert Rubin ha affermato che gli Stati Uniti si trovano in una “posizione terribile” per quanto riguarda i deficit federali e ha chiesto aumenti delle tasse per affrontare il deterioramento.
“I rischi sono enormi e alcuni di essi si stanno già materializzando, come l’aumento dei tassi di interesse”, ha detto Rubin mercoledì alla Wall Street Week di Bloomberg Television con David Westin.
L’aumento di circa 3 punti percentuali dei rendimenti dei titoli del Tesoro a lungo termine negli ultimi anni è dovuto in parte alle prospettive fiscali e al suo impatto sull’inflazione, ha affermato.
I rischi sono ancora maggiori oggi che all’inizio degli anni ’90, quando il presidente entrante Bill Clinton elaborò un pacchetto di restrizioni di bilancio per ridurre il deficit, ha detto Rubin.
Il pericolo è che quando i mercati sono “non sincronizzati con la realtà”, possano “correggere selvaggiamente” – come è successo quando i premi dei bond greci rispetto a quelli tedeschi sono saliti alle stelle durante la crisi dell’euro, ha detto.
“Guardando al futuro, dovremo occuparci sia della spesa che delle tasse”, ha detto Rubin.
Ma “quando diventeremo realisti al riguardo, penso che dovrai in gran parte” fare affidamento sul lato fiscale, ha detto.
Rubin ha stimato che circa il 60% dell’aumento del debito dal 2000 al 2022 proveniva dai tagli fiscali attuati dalle amministrazioni repubblicane.
Senza queste riduzioni, il rapporto debito/prodotto interno lordo sarebbe oggi pari a circa il 63% anziché al 100% circa.
Mentre i pacchetti di spesa firmati dal presidente Joe Biden erano stati finanziati nella forma proposta, Rubin ha detto quando sono poi passati al Congresso, “alcuni sono risultati pagati e altri no”.
Nonostante la forte crescita economica e occupazionale, il divario del bilancio federale è ora pari a circa il 6% del PIL, una cifra storicamente ampia, con l’aumento dei costi degli interessi sul debito uno dei fattori trainanti. I
l rapporto sottolinea i rischi fiscali a lungo termine che hanno suscitato nuovi avvertimenti da parte di economisti, politici e agenzie di rating.
La differenza sostanziale tra i dati sulla spesa pubblica e quelli sulle entrate è una questione perennemente scottante al Congresso, e la polarizzazione a Washington ha reso più difficile per i politici concordare misure di riduzione del deficit.
“Se ne parla molto, ma politicamente il discorso è sempre diviso tra i repubblicani che rifiutano di aumentare le tasse, e i democratici che non vogliono cedere sui diritti”, ha detto. Rubin spera che Washington si muova per affrontare il deficit dopo le elezioni di novembre, ma ha aggiunto: “Non ci scommetterei”.
Il crescente deficit e il più ampio onere del debito saranno probabilmente un argomento chiave di dibattito nella campagna elettorale, soprattutto perché gran parte del pacchetto di tagli fiscali del 2017 dell’ex presidente Donald Trump scadrà nel 2025.
Mentre le misure per rilanciare la crescita economica aiuterebbero ad aumentare la produzione e, di conseguenza, a ridurre il peso del debito, gli Stati Uniti devono ancora adottare misure per restringere il bilancio, ha detto Rubin.
Ha aggiunto che ulteriori tagli fiscali sostenuti da Trump non faranno altro che esacerbare il problema. “Non penso che avrà alcun effetto sulla crescita”, ha detto Rubin.
Rubin, prima come capo del Consiglio economico nazionale di Clinton, e poi come segretario al Tesoro, ha supervisionato un miglioramento storico del bilancio federale nel corso degli anni ’90.
L’amministrazione Clinton ha adottato aumenti delle tasse e ha goduto di un boom economico post-Guerra Fredda che ha contribuito a ridurre drasticamente il deficit fiscale, portando addirittura a surplus entro la fine del decennio degli Anni Novanta.
Le parole di Rubin sono molto chiare e non richiedono spiegazioni. Noi ci limitiamo a integrarle le altre parole che leggete nell’immagine qui sotto a commento del grafico.
Ora il quadro è completo.
Ora sapete che cosa fare del vostro attuale portafoglio titoli.
Ed ora potete smettere di perdere il vostro tempo inutilmente: a leggere di “AI”, Nvidia, Tesla e Sette Sorelle.
Si tratta di miraggi: di chiacchiere.
Si tratta di cose che semplicemente non esistono, se prima non esiste il grafico che trovate qui sotto. Questo grafico provoca allucinazioni e fa vedere i miraggi come se fossero la realtà.