2024: il ritorno alla normalità

 

Il lavoro di Recce’d per il Cliente (come tutti voi lettori di questo sito sapete) si differenzia dal lavoro di SIM, banche, ma soprattutto da quello delle Reti di promotori finanziari (le più note essendo, in Italia, Banca Generali, Fideuram, Mediolanum, Fineco, Azimut e alcune altre).

Le realtà che abbiamo appena citato a voi lettori vogliono VENDERE qualcosa.

I famigerati “prodotti finanziari”. Non soltanto inutili: dannosi per voi investitori.

Recce’d invece non vende nulla, nessun “prodotto finanziario”, e quindi non è costretta a rispettare i “piani i vendita” della Direzione Commerciale.

Recce’d, in modo concreto, vi aiuta invece nelle scelte. E, attraverso i propri portafogli modello, è utile in modo concreto per:

  • migliorare la vostra performance grazie ad un lavoro prima di raccolta di informazioni, poi con una analisi delle stesse, poi con un ordinato processo di valutazione degli asset finanziari, ed infine con tecniche innovative applicate alla gestione dei nostri portafogli modello

  • abbattere i rischi che oggi sono presenti nei vostri portafogli, attraverso una gestione ATTIVA dei portafogli modello

Per ciò he riguarda il Nuovo Anno 2024, abbiamo pubblicato durante le due settimane dedicate alle Festività una serie di quattro Post, attraverso i quali Recce’d vi ha fatto conoscere il nostro Outlook 2024, un Outlook dai contenuti innovativi.

La novità dove sta? Sta in un fatto: che i risultati, di OGNI investitore, sono prodotti dalla GESTIONE del portafoglio, alle scelte concrete, e non dalle “previsioni”.

Ha pochissima importanza, per OGNI investitore, decidere oggi sei l’indice tale oppure l’indice tal altro nel 2024 salirà oppure scenderà (e infatti, noi NON ne scriviamo).

Noi abbiamo chiarito nel nostro Outlook che mai come oggi le scelte concrete che si fanno operando alla gestione del proprio portafoglio (nel suo insieme) sono quelle he determineranno il vostro risultato finale, quello che vedrete poi nel dicembre 2024. E non se … il petrolio, il Nasdaq o il BTp salgono oppure scendono.

C’è poi un secondo concetto centrale, intorno al quale si sviluppa il nostro Outlook innovativo: questo concetto è stato ripreso (ma soltanto DOPO la nostra pubblicazione dei Post) anche dal Wall Street Journal con l’articolo che vedete nell’immagine.

Potete leggere qui nel seguito l’intero articolo, che Recce’d ha tradotto per voi.

Le cose da osservare son moltissime: ne scegliamo una sola, ovvero l’importanza che il Wall Street Journal attribuisce al periodo 2020 - 2023, che (come noi vi scriviamo da sempre) deve essere valutato nel suo insieme, come UNA SOLA fase dei mercati finanziari e di tutti i portafogli titoli.

Una fase che si chiude nel 2024.

Il lavoro di Recce’d è tradurre, nel 2024, le chiare opportunità che questo articolo indica in concrete scelte per i portafogli modello.

Il “ritorno alla normalità” i cui leggete in questo articolo sarà ciò che produce, per i Clienti di Recce’d, risultati davvero notevoli nel 2024.

Nel nostro ampio lavoro sulle performances, che i Clienti riceveranno tra qualche giorno in esclusiva, dimostriamo come si passa dalle affermazioni (importanti, ma non specifiche) del Wall Street Journal a risultati concreti e tangibili. Sempre mantenendo un stretto controllo sui rischi sopportati dai nostri portafogli modello.

Questo è il mestiere che Recce’d fa per i propri Clienti.

Alla HOME PAGE del sito trovate alcuni dati, che dovrebbero farvi riflettere attentamente, insieme con altri dati, che avete già visto sia alla nostra pagina MERCATI sia nei nostri tweet della pagina TWIT - TWOO.

Prendete in esame questi dati, e le considerazioni che li accompagnano. Fatevi alcune domande. Metteteli a confronto con ciò che avete guadagnato, oppure perso, nei quattro anni dal 2020 al 2023. Poi datevi le vostre risposte.

Potete anche contattare Recce’d attraverso la pagina CONTATTI del sito: noi abbiamo le nostre risposte, che sono altre, diverse dalle risposte che vi siete dati.

Noi, come detto all’inizio, siamo sempre stati, siamo, e resteremo un’altra cosa.

Di Sam Goldfarb

2 gennaio 2024 5:30 ET

Le azioni statunitensi hanno prodotto rendimenti eccezionali nel 2023. Quest’anno molti investitori sognano qualcosa di più normale.

La loro lista dei desideri include un contesto economico di inflazione moderata e politiche dei tassi di interesse intermedie: aspirazioni apparentemente modeste che segnerebbero comunque un cambiamento sia rispetto al recente aumento dei tassi che alla follia dei meme-stock alimentata dagli stimoli che lo ha preceduto.

Pochi pensano che l’S&P 500 possa eguagliare il suo guadagno del 24% rispetto al 2023, che ha sostanzialmente cancellato le perdite del 2022.

Molti, tuttavia, credono che un ritorno alla normalità economica potrebbe tradursi in un aumento ragionevole e sostenibile delle azioni, alimentato dal miglioramento degli utili aziendali.

Hanno anche grandi speranze per i portafogli convenzionali composti per il 60% da azioni e per il 40% da obbligazioni, una strategia di Wall Street consolidata da tempo per mitigare il rischio che è stata recentemente colpita dall’aumento dei tassi.

Potrebbero rimanere delusi.

L’inflazione a dodici mesi rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% della Federal Reserve, e una serie di dati che mostrano un aumento inaspettatamente ampio dei prezzi potrebbe portare gli investitori a mettere in discussione le loro ipotesi sulla rapidità con cui la Fed taglierà i tassi di interesse. Ciò probabilmente causerebbe un crollo parallelo delle obbligazioni e delle azioni, come è accaduto spesso negli ultimi due anni.

Eppure ci sono motivi di ottimismo. La misura dell’inflazione preferita dalla Fed si è sostanzialmente raffreddata ed è già intorno al 2% su base annualizzata a tre o sei mesi. La stessa Fed ha segnalato che probabilmente inizierà presto a tagliare i tassi.

Allo stesso tempo, più di un anno di aumenti dei tassi ha avuto il vantaggio di far salire i rendimenti dei titoli del Tesoro USA, che sono in gran parte determinati dalle aspettative per i futuri tassi a breve termine.

Ciò significa che le obbligazioni promettono rendimenti solidi se le aspettative sui tassi di interesse non cambiano.

Hanno anche più spazio per riprendersi se le condizioni economiche peggiorano e la Fed taglia i tassi in modo più aggressivo.

L’aumento dei tassi è stato doloroso di recente. Ma anche il precedente periodo di tassi prossimi allo zero “non era un equilibrio stabile”, dato che quei tassi punivano alcuni risparmiatori e premiavano le imprese che altrimenti sarebbero state non competitive, ha affermato Matt Toms, responsabile globale degli investimenti presso Voya Investment Management.

“Siamo tornati a un punto che sembra molto più stabile”, ha aggiunto.

I mercati hanno percorso una lunga strada per arrivare fin qui.

Per anni, dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, la preoccupazione principale dei funzionari della Fed era che i prezzi al consumo aumentassero troppo lentamente, creando il rischio di deflazione.

Di conseguenza, hanno mantenuto i tassi di interesse vicini allo zero e hanno acquistato obbligazioni per trilioni di dollari, cercando di stimolare l’economia. Le azioni e altri asset rischiosi hanno prosperato, ma le obbligazioni hanno offerto rendimenti irrisori e c’erano preoccupazioni fastidiose che la Fed stesse creando una bolla.

Le condizioni sono diventate più estreme nelle prime fasi della pandemia di Covid-19, con rendimenti obbligazionari anche a lungo termine che sono scesi al di sotto dell’1% e gli investitori si sono concentrati su tutto, dalle criptovalute ai titoli meme come GameStop.

Tra la crisi finanziaria e il 2022, il massimo innalzamento del tasso di riferimento sui fondi federali da parte della Fed era stato vicino al 2,5% alla fine del 2018.

Ma, anche allora, come oggi, il mercato finanziario si era rapidamente orientato verso il taglio dei tassi entro la metà del 2019.

Ora, la lotta della Fed contro l’inflazione ha portato il tasso dei fondi federali a circa il 5,3%. Si prevede che il tasso scenderà da qui in poi, ma né la Fed né i mercati dei tassi di interesse prevedono che scenda al di sotto del 2,5%.

L’aumento dei tassi di interesse è un’arma a doppio taglio per gli investitori obbligazionari. Nel breve termine, riducono il prezzo delle obbligazioni esistenti emesse quando i tassi erano più bassi.

Lo stesso processo, tuttavia, spinge al rialzo i rendimenti, o il rendimento atteso annualizzato delle obbligazioni (assumendo che vengano interamente rimborsati alla scadenza).

Una volta che i tassi si saranno stabilizzati, come è avvenuto di recente, gli investitori potranno iniziare ad apprezzare i rendimenti più elevati.

Tuttavia, potrebbero essere frustrati se i rendimenti si muovessero nuovamente bruscamente in entrambe le direzioni.

Le scommesse su un calo dei tassi hanno già trascinato il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni al 3,9% circa dal 5% circa di fine ottobre.

Alcuni analisti avvertono che gli investitori potrebbero aver esagerato e che i prezzi delle obbligazioni potrebbero scendere se i tagli dei tassi richiedessero più tempo del previsto. I prezzi delle obbligazioni potrebbero anche scendere se la crescente offerta di titoli del Tesoro necessari per finanziare il deficit del bilancio federale iniziasse a sopraffare la domanda.

Al contrario, le obbligazioni potrebbero fornire un rifugio in caso di recessione, con i loro prezzi in aumento al calo dei tassi. Ma ciò potrebbe anche riportare i rendimenti ai livelli pre-pandemici, offrendo agli investitori solo un vantaggio di breve durata.

“Abbiamo già assistito a un massiccio movimento nel reddito fisso”, ha affermato Lori Heinel, responsabile globale degli investimenti presso State Street Global Advisors. Con una volatilità ancora elevata, è improbabile che il prossimo movimento dei rendimenti sia unidirezionale, ha aggiunto.

Inoltre, i rendimenti più elevati non garantiscono che le azioni si comportino con calma.

Alcuni temono che i prezzi delle azioni siano già troppo alti rispetto agli utili che gli analisti si aspettano per il prossimo anno, soprattutto se confrontati con il rendimento che gli investitori possono ottenere dalle obbligazioni. Nel 2023, solo una manciata di grandi aziende tecnologiche sono state responsabili di gran parte dei guadagni dell’S&P 500, in modo simile a quando i rendimenti erano più bassi.

Tuttavia, verso la fine del 2023 si è verificato uno spostamento, con gli investitori che hanno preferito le azioni di una gamma molto più ampia di società dopo un incoraggiante rapporto sull’inflazione a novembre.

Molti si aspettano che questa tendenza continui nel 2024 poiché gli investitori cercano occasioni al di fuori del settore tecnologico.

Wylie Tollette, chief investment officer di Franklin Templeton Investment Solutions, ha affermato che il suo team ritiene che “rendimenti più elevati sollevino tutte le barche”, fornendo agli investitori un modo sicuro per guadagnare rendimenti mitigando gli eccessi azionari.

Allo stesso tempo, ha espresso ottimismo sul fatto che le azioni possano resistere alla concorrenza delle obbligazioni. Ha sottolineato sia i loro risultati che il potenziale delle nuove tecnologie di intelligenza artificiale per aumentare i profitti aziendali.

“Le aziende hanno dimostrato una straordinaria resilienza nel generare una continua crescita degli utili anche a fronte di un’economia in rallentamento”, ha affermato.

Scrivi a Sam Goldfarb a sam.goldfarb@wsj.com

Valter Buffo