Chi poteva immaginarlo? (parte 6)
 

Come abbiamo scritto in alcuni Post precedenti, mentre sulla stampa quotidiana, nelle “ricerche” dei consulenti e di Goldman Sachs e Morgan Stanley, su CNBC e al TG Economia, cercano ancora di farvi credere nel “boom economico”, è ormai un dato di fatto che negli Stati Uniti non esiste alcuna ripresa, mentre l’Europa resta in recessione e la Cina rallenta.

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Come avevamo già scritto, ed in più occasioni, anche nel nostro Blog, la ripresa non esiste. E quindi non esiste più il tema di investimento che è stato chiamato “riaperture”, ovvero “reflazione”, ovvero “boom”.

Non esiste più quel tema di investimento, quella narrativa, quella storiella, quella invenzione sulla base del quale il wealth manager, il private banker, il family banker, il “cosiddetto consulente”, insomma il promotore finanziario, ha spinto (irresponsabilmente) il proprio Cliente a buttarsi sulle Unit Linked e sui Fondi Comuni azionari, in una misura che vedete nel grafico qui sotto e che può essere riassunta con un solo termine: delirio.

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Per ciò che riguarda il nostro lavoro, di gestori professionali del portafoglio, e per ciò che riguarda il futuro dei vostri investimenti e la vostra performance, questi dati che avete appena visto diventano un fattore. Dovete rispondere a una semplice domanda: tutti questi investitori, grandi, medi e piccoli, adesso sono in trappola, come i topolini sulla nave che affonda. Che cosa decideranno di fare?

Decideranno di “tenere duro” anche adesso che le Borse si sono evidentemente incartate?

Decideranno di vendere ma solo poco, e poi magari di vendere un altro poco mentre gli indici scendono, e dissanguarsi così gradualmente?

Oppure decideranno di vendere tutto ciò che hanno comperato nel 2021, e magari qualcosa di più?

Una buona parte delle vostre performances di pende da questa decisione, ma dipende anche da come i promotori finanziari e le banche di investimento decideranno di sostituire il tema “reflazione + boom + riaperture”, adesso che (lo dicono i dati qui sotto) la ripresa è chiaramente un (ennesimo) miraggio svanito.

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Chi poteva immaginarlo? (parte 5)
 

Nessuno ve lo ha messo in evidenza, fino ad oggi: ma nella settimana appena conclusa la Banca Centrale degli Stati Uniti ha comunicato al Mondo un cambio di rotta nella propria politica monetaria. Si tratta del primo cambio nel 2021, e non è detto che sia l’ultimo.

Noi di Recce’d a questo proposito abbiamo scritto in pubblico, già sue mesi fa, che vedremo presto una (ulteriore) svolta ad U.

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Quello che abbiamo ed avete letto mercoledì scorso, nel verbali della più recente riunione del Direttivo della Federal Reserve, è che:

  1. “un paio di partecipanti” ha espresso preoccupazione per la stabilità dei mercati finanziari, specificando che lo scoppio della bolla avrebbe ricadute negative sull’economia reale, e poi che

  2. l’effetto di “shortages and bottlenecks” potrebbe provocare rialzi dei prezzi “non transitori”

Due cose note a molti, e da molti mesi: ne hanno tenuto conto tutti i gestori di portafoglio responsabili, e tutti gli investitori consapevoli ed informati.

La notizia, qui, non sta nei contenuti delle due affermazioni che abbiamo messo in evidenza: sta nel fatto che se ne parla, e se ne scrive, in un documento ufficiale. Nei verbali di mercoledì 19 maggio si riconosce che la politica monetaria, così come è stata condotta fino ad oggi, espone i mercati finanziari al rischio di una nuova crisi, e poi si riconosce che l’inflazione potrebbe non essere transitoria.

Due cose negate, con tutta la forza e l’insistenza possibile, soltanto fino a poche ore prima.

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Nei giorni successivi, come leggete qui sopra, l’intera “orchestra” dei Governatori della Federal Reserve si è messa a suonare questa nuova canzone.

Che cosa comporta, per noi investitori, questo cambiamento?

Per comprenderlo, dobbiamo ripartire dai fatti, e dai mercati finanziari: le cose che la Fed ci racconta nei Verbali del 19 maggio 2021, per la verità, erano già visibili e le avevano già viste tutti.

Per noi investitori, quindi, la sola informazione utile contenuta nei più recenti Verbali della Fed sta nel fatto che la Federal Reserve è (di nuovo) in ritardo sulla realtà.

La domanda che noi investitori dobbiamo farci, oggi, per conseguenza è quella che segue: questa mossa della Federal Reserve è tardiva, ed è nulla di più che il riconoscimento dello stato delle cose nel maggio 2021.

La Fed rincorre, mentre la realtà si evolve: questo costringe noi gestori, e voi investitori che volete guadagnare e non perdere soldi, a posizionare oggi il portafoglio titoli sulla PROSSIMA mossa della Federal Reserve. Sulla mossa che, ad oggi, non ci è stata ancora annunciata, ma che, visto il modo nel quale le cose si sono disposte, non è più evitabile.

I fatti spingeranno la Federal Reserve a tornare all’azione, già prima dell’estate 2021. Ma quello che la grandissima parte degli investitori, e buona parte di voi lettori, NON immagina è il modo in cui la Fed interverrà.

I fatti costringeranno la Federal Reserve a muoversi in una direzione mai tentata prima.

Chi poteva immaginarlo? (parte 4)
 

Riprendiamo oggi un tema già toccato la settimana scorsa, e poi in numerose occasioni tra l’agosto 2020 ed il maggio 2021.

Abbiamo ritenuto utile riprendere il medesimo tema per due ragioni.

La prima ragione è che si tratta del tema centrale, oggi, per tutti i mercati finanziari del Mondo. Si tratta del tema intorno al quale deve essere articolata l’intera strategia di gestione dei propri investimenti.

C’è poi una seconda ragione: nell’agosto 2020, e fino a 30 giorni fa, Recce’d era il solo gestore a mettere al centro della propria strategia di investimento proprio questo tema. Nell’ultimo mese, però, improvvisamente il vento è cambiato: tutti parlano degli Anni Settanta, dalle Banche Centrali ai Governi fino alle banche globali di investimento. Questi fatti dimostrano, ai nostri Clienti ed ai nostri lettori, che la nostra strategia di gestione del portafoglio che proprio i nostri Clienti sono in vantaggio su tutti gli altri, nelle scelte per la gestione di portafoglio.

Proprio da una di queste, Bank of America (già Merrill Lynch) la settimana scorsa è arrivata un nuovissima ed elegante ricerca. Ve ne proponiamo in questo Post un estratto, con alcuni dati ed alcune informazioni che potranno esservi molto utili.

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In questo primo grafico, Bank of America mette in evidenza una serie di somiglianze tra la fase di mercato che tutti stiamo attraversando e l’anno 1968: somiglianza che rende interessante vedere in che modo poi le cose si sono sviluppate nel decennio successivo. Bank of America mette in evidenza, nel grafico qui sopra, la relazione tra l’indice della Borsa di New York (linea di colore blu scuro) e il tasso ufficiale di interesse fissato della Federal Reserve (linea di colore azzurro, la scala è invertita, se il tasso di interesse sale nel grafico la linea scende).

Lasciamo ai lettori di esaminare i dati, e di ricostruire ciò che è successo: il lettore più interessato è invitato ad andare anche oltre, ed esaminare al comportamento anche di altre variabili, durante quegli anni. Quello è un modo utile di spendere il vostro tempo, invece di perdere tempo sulle chat, su Twitter, su Facebook oppure ascoltando le solite filastrocche che ci propinano ogni giorno su CNBC ed al TG Economia.

Noi lo aiutiamo, a ricostruire quegli anni, ed in particolare il triennio 1967-1969, con i dati della tabella presentata sempre da Bank of America, che potete vedere qui sotto. Ci sono numerose cose di grande interesse, che vi lasciamo il gusto di scoprire: in particolare, sono interessanti i dati relativi alle variazioni di prezzo delle principali classi di asset, nei tre anni.

Questo confronto è un supporto utile e concreto (e gratuito) alle vostre scelte di di investimento da fare domani.

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Chi poteva immaginarlo? (parte 1)
 

Quando nel corso del mese di agosto 2020 noi scrivemmo del tema “stagflazione”, eravamo i soli a ritenerlo non solo importante ma persino centrale per la gestione del portafoglio titoli.

Oggi, a distanza di nove mesi, la situazione sta cambiando.

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E’ giusto che se ne parli: in particolare è giusto che lo facciano gli altri.

Recce’d oggi non ne parla. Lo abbiamo già fatto in passato, quando era utile farlo per modificare i portafogli in titoli. Oggi ne parlano tutti, ed è quindi tardi.

Chi doveva fare le operazioni sul portafoglio, a quest’ora le ha già fatte.

Ne scriveremo forse in futuro, insieme con ulteriori considerazioni sul tema degli Anni Settanta (trattato due settimane fa in questo Blog). Ma ne parleremo nel modo in cui si parla di cose passate.

Come vedete, è sempre ben speso il tempo che dedicate a leggere questo nostro Blog: vi anticipiamo i temi di mercato, e di molti mesi.

Anche in questo Post di oggi, vi anticiperemo qualcosa di importante.

Voi amici lettori non avete la minima idea di ciò che faranno le Banche Centrali, ora che lo scenario si è ribaltato. Non lo sapete proprio.

Ne siamo così tanto sicuri, per la ragione che neppure loro, neppure i Banchieri Centrali, sanno che cosa fare.

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Negli Stati Uniti, nelle ultime due settimane, è stata evidentemente messa in pratica una politica “di contenimento” che ha tenuto fermi i rendimenti dei Titoli di Stato, attraverso acquisti non dichiarati di Treasuries sul mercato. Lo avete visto tutti, dopo la pubblicazione dei dati per l’inflazione.

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Ma di certo questo non può essere sufficiente: il tema della “inflazione transitoria” ormai è saltato, e sarà necessario fin dalle dichiarazioni della prossima settimana modificare la linea ufficiale.

Per noi investitori, sarà interessante capire che cosa faranno: detto che le opzioni possibili non sono molte, e detto che le Banche Centrali hanno già deciso da tempo (ne scrivemmo molto chiaramente nell’agosto 2020) di lasciare correre l’inflazione per distruggere parte del debito.

Questa scelta cambia molte cose, in particolare per i mercati finanziari, e quindi per il vostro portafoglio titoli, e quindi per i vostri soldi.

Come facciamo sempre, anche questa volta noi vi aiutiamo in modo concreto, e del tutto gratuito.

Leggete con attenzione l’immagine che segue.

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In questo testo, si accenna ad una cosa che è già successa: questo è un fatto. Anche in questo Blog, ma soprattutto nei documenti che vengono inviati in esclusiva ai nostri Clienti, abbiamo più volte segnalato che il Giappone e la sua Banca Centrale da molti mesi stanno avviandosi su una strada nuova, per ciò che riguarda il QE e la politica monetaria in generale.

Questo è importantissimo, perché il Giappone è il Paese che da più anni sta mettendo in pratica una “politica monetaria non convenzionale” che prevede massicci interventi diretti della Banca Centrale sul mercato delle obbligazioni ed anche delle azioni.

Non solo in Giappone, in questo momento, si sta riflettendo sulle ricadute del QE.

Lo leggete anche nell’immagine in basso, dove si accenna anche ad altri temi, che tutti insieme ci restituiscono il quadro di un contesto finanziario in grandissima tenzione.

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Chi poteva immaginarlo? (parte 2)
 

Dalle colonne del quotidiano La Stampa, lo zelante e puntiglioso economista Carlo Cottareilli ci informava che non c’è ragione di preoccuparsi, perché non si vedono problemi all’orizzonte.

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Non tutta la stampa quotidiana in Italia si fida delle parole di Cottarelli, e qualcuno tenta di cavalcare il tema della “paura da inflazione”.

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I due titoli del Corriere affiancano il tema “paura dell’inflazione” al tema “cavalcare la ripresa”.

Nel Mondo questa storia, nel frattempo, è già diventata un po’ “vecchia”, e anche nei dati si legge di una “paura dell’inflazione che potrebbe mettere in difficoltà la ripresa”.

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Se vogliamo essere precisi e concreti, dobbiamo riconoscere che il “tema della ripresa” è già oggi molto indebolito, e questo a causa del fatto che (come da noi è stato documentato anche nei tre Post della settimana scorsa) tutti i dati pubblicati nell’ultimo mese e mezzo vanno in un’unica direzione, e si possono riassumere come segue: ci era stato annunciato un boom economico che però fino ad oggi non si è visto.

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Proprio per questa ragione, Tutti gli investitori che tra dicembre e febbraio si sono fatti trascinare dal tema della “riapertura/reflazione/ripresa” oggi devono guardare in modo preoccupato al grafico dell’indice Nasdaq (tecnologia USA) che sta per ritornare sotto zero, se confrontato con il livello di fine 2020.

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Nel frattempo, questi investitori hanno già preso una bella batosta su tutte le posizioni obbligazionarie (fondi Comuni e titoli), ed anche sui loro portafogli bilanciati per conseguenza (la già commentata “asset allocation” del private banking e dei robo-advisors)-

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Tutto questo è sano e fa bene. E’ sano e fa bene perché ripulisce (in parte) le acque inquinate dei mercati finanziari internazionali, le acque nere che devono essere buttate via, buttate fuori; ed è sano e fa bene agli investitori, che proprio da esperienze come queste imparano a come investire in futuro, nel loro migliore interesse.

Tutto questo è sano e fa bene, perché aiuta voi lettori ed investitori a ricordare che, al di là dello schermo del vostro i-Pad e del vostro smartphone, c’è la realtà. Al di là di uno schermo a colori, con linee e grafici, con il Bitcoin e Tesla e Marte e l’oro e l’argento e il palladio , c’è il Mondo quello vero. Il Mondo dei supermercati e del mercatino di quartiere.

Il Mondo che noi in Recce’d preferiamo, il Mondo che noi teniamo sempre a riferimento. Il Mondo in cui i prezzi salgono perché “manca la roba”.

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Recce’d vi suggerisce, da sempre, di tenere almeno un occhio aperto sul Mondo, sulla realtà, e sui dati, quelli veri: al di là delle filastrocche che vi racconta il wealth manager ed il private banker sulla “più grande ripresa economica di sempre”, magari accompagnata da una “inflazione solo temporanea”.

Vi sarebbe molto utile sfuggire a quelle trappole commerciali, e allargare il vostro orizzonte di informazioni. Va bene leggere l’opinione di Carlo Cottarelli, ma al tempo stesso leggere altre opinioni, di altri economisti, forse più esperti, forse più competenti, forse con una visione più ampia.

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Se voi investitori non avete tempo, di andare a cercare tutte queste opinioni, almeno pretendete chi lo faccia chi pretende di dirvi dove andare ad investire. Se il vostro consulente non fa per voi questo lavoro, allora non fa nulla. E non avete motivo di riconoscergli le commissioni.

E non finisce qui: perché non sapete neppure come e perché avete investitor i vostri soldi, se non sapete di che cosa si sta parlando qui sopra nell’immagine. Buona fortuna.