Chi poteva immaginarlo ? (parte 3)
 

Nell’anno del “più grande boom economico di sempre”, colpisce l’occhio il fatto che l’indice Nasdaq è vicino a ritornare sotto zero.

Solo un mese fa, tutti ci eravamo calati in un clima di euforia collettiva, un clima nel quale “le cose stanno migliorando” e “andiamo verso anni di crescita”.

E il Nasdaq scende? Perché?

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Rivolgiamoci subito a “quelli che sanno”, per comprendere le ragioni delle vendite sul Nasdaq, ovvero proprio su quell’indice che negli ultimi mesi era stato venduto, in quantità enormi, al pubblico dei piccoli e mesi investitori retail.

Chi è allora che sta vendendo? Qualcuno è appena cascato nella tonnara?

Leggiamo da JP Morgan.

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Come vedete, JP Morgan ha scelto di non rispondere alla domanda. Si limita a tranquillizzarci, scrivendo che “presto le cose miglioreranno”.

Perché miglioreranno? Perché “è difficile immaginare risultati migliori in termini di utili” e quindi i prezzi di questi titoli torneranno a salire grazie alla “performance dei dati fondamentali”.

Gli amici di JP Morgan qui si danno da soli la zappa sui piedi: quando risulta “difficile immaginare risultati migliori”, allora diventa probabile che si vedranno risultati peggiori. E quindi, i “dati fondamentali” sono destinati a peggiorare.

Un piccolissimo incidente, “a slip of tongue”, gli è scivolata la lingua.

Andiamo subito alla ricerca di un argomento migliore, più solido, come ad esempio quello che segue.

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Ecco, questo argomento è un po’ più raffinato.

Qui si dice che “siccome l’economia rallenterà” allora si metteranno da parte i titoli “value” e gli investitori torneranno ad acquistare i titoli azionari di tipo “growth”, come appunto i Big Tech del Nasdaq.

Ok, tutto risolto. Il Nasdaq torna a salire, come in quel “fantastico 2020”.

A posto.

Però …

… se non ci sbagliamo, i soldi spesi dal pubblico nel 2020, quelli utilizzati per acquistare prodotti Apple attraverso Amazon e Google, quei soldi … li aveva messi lo Stato nelle tasche dei cittadini, creandoli dal nulla.

Adesso ci scrivono che l’economia in futuro rallenterà: e quindi, i soldi che servono per fare il fatturato di Apple, Amazon, Google e Microsoft da dove dovrebbero arrivare?

Ah, già, vero: li porta giù Elon Musk appena ritorna da Marte.

Tutto a posto, tutto risolto.

E poi dicono che questo mestiere non è divertente …

Chiamata urgente per il wealth manager (parte 1)
 

Tutti voi lettori del nostro Blog sarete sicuramente stati già chiamati dal vostro cosiddetto “consulente”, che magari si fa chiamare wealth manager o private banker, oppure che più schiettamente si presenta come promotore di prodotti finanziari, il quale sicuramente è in grado di illustrarvi le implicazioni del dato che è stato pubblicato il giorno 7 maggio 2021.

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Vi avrà sicuramente già spiegato perché esisteva una differenza ENORME tra le previsioni fatte da tutti, e il dato reale. Il perché esiste una differenza così abnorme tra la fantasia e la realtà dei fatti.

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In altri due Post di oggi, Recce’d esamina da angolazioni diverse l’impatto di questo shock. In questo primo Post, per il lettore pigro, ci limiteremo all’essenziale.

Da almeno sei mesi, noi abbiamo ripetuto, sia qui nel Blog, sia ed ancora di più nelle nostre analisi riservate al Cliente, due cose che giudichiamo fondamentali, e precisamente che

  1. non esiste alcuna “reflazione”, o “ripresa dell’economia”, o peggio ancora “boom economico”

  2. i portafogli titoli che sono stati investiti sulla base del tema “reflazione/ripresa economica” sono destinati a generare risultati disastrosi

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Non lo diciamo oggi: lo abbiamo scritto sei mesi fa, quando arrivò sugli schermi di tutti i pc la “notizia” che era arrivato “il vaccino”.

Si è scommesso tutto sul fatto che “la ripresa delle Borse” anticipasse, ed anzi agevolasse “la ripresa dell’economia reale”.

Si tratta di una stupidaggine assoluta.

Se il vostro portafoglio è costruito in quel modo, già oggi i vostri investimenti sono fuori dal vostro controllo.

E voi non siete consapevoli di ciò che state facendo con i vostri soldi.

Potrà esservi utile rileggere una frase che noi di Recce’d abbiamo scritto nella pubblicazione quotidiana che è riservata al Cliente, e che si chiama The Morning Brief, proprio la mattina del 7 maggio 2021, otto ore prima che fosse pubblicato questo dato di cui scriviamo.

Continuiamo a seguire attentamente il cambio della sterlina GBP e crediamo che contro euro in futuro ci offrirà importantissime opportunità di guadagno. Stamattina però vi presentiamo un aggiornamento del cambio tra la sterlina ed il dollaro USA.

Perché è utile riflettere su questo cambio? Perché noi di Recce’d dicemmo a tutti i Clienti, nel giugno di cinque anni fa che “Brexit avrebbe cambiato poco o nulla del futuro della sterlina”.

Eravamo pochissimi cinque anni fa, e siamo di fatto pochissimi oggi a dire al Cliente: “non fidatevi delle previsioni rosee sul 2021”

Finirà allo stesso modo?

E già che ci siamo (e già che siete lettori pigri) chiudiamo con due velocissimi accenni alla stretta attualità.

Primo accenno: voi conoscete questa storia (immagine sotto)? Che cosa ne pensate? Che cosa ne ha detto il vostro wealth manager?

E sempre rimanendo alla strettissima attualità: voi lo sapete quanto rende un BTp decennale? E quanto rendeva tre mesi fa, agli inizi di febbraio? Ricordate, no: inizio febbraio, quando al Governo .ci fu quel cambiamento …

Ma lo sapete, che cosa sta capitando intorno a voi? Nota bene: il grafico qui sotto NON è aggiornato, proprio perché così potete divertirvi ad andare a cercare il dato di venerdì 7 maggio 2021.

Non è che, per caso, quando è arrivato Draghi avete comperato dei BTp, vero?

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Valter Buffo
Chiamata urgente per il wealth manager (parte 2)
 
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Il vostro wealth manager, il vostro personal banker, oppure private banker, il vostro family banker, il vostro promotore finanziario, delle cose che trovate scritte in questo Post sa poco o nulla.

Questo perché nella maggior parte dei casi, lui, il wealth manager, è davvero convinto che la sua professione consista nello spiegarvi dove sta la differenza tra il Fondo Comune di Franklin Templeton, il Fondo Comune di JP Morgan, il Fondo Comune di Schroeders ed il Fondo Comune di BNP Paribas.

Anni, anni, ed ancora anni di dati statistici ci dimostrano che non esiste alcuna differenza tra “prodotti finanziari” dei quali la sola cosa a cambiare è l’etichetta.. In questo nostro Blog, noi da anni, ed anni, ed anni ve lo abbiamo documentato attraverso i dati.

Ma voi, amici lettori, siete ancora lì: siete ancora lì a chiedervi se è meglio UBS o Credit Suisse, se ne sanno di più a Franklin Templeton oppure a Schroeder, in qualche altra Casa dal nome esotico. O magari, piuttosto, in Eurizon dove si parla in italiano? E se fosse invece magari un Robot?

Purtroppo per voi, la differenza che cercate di cogliere non esiste. Questi signori raccontano, in realtà, tutti la stessa storia. Per anni, ed anni, ed anni.

Dove sta il problema? Sta nel fatto che la storia che vi raccontano questi signori … è diversa dalla realtà. E’ una fantasia. E’ una balla.

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Documentiamo il tutto con un esempio concreto: come noi di Recce’d facciamo sempre.

Tutte le Case di Fondi Comuni leggono (e si affidano a) le medesime ricerche, quelle di Goldman Sachs, quelle di Morgan Stanley, quelle di Bank of America, quelle di UBS, quelle dei cosiddetti market maker, ovvero delle banche di investimento.

Da mesi e mesi e mesi, ogni santo giorno una di queste, o meglio ancora più di una di queste investment bank ci scrive e ci racconta che in America c’è il boom economico. Proprio così, “in America”: l’America dei sogni e delle canzoni, quella cantata anche da Gianna Nannini in Italia, L’America dove migravano i nostri nonni e bisnonni, con il piroscafo, per “fare fortuna”. In America si fa “fortuna”.

Oggi però non c’è più il piroscafo, oggi al posto del piroscafo c’è Internet. E noi italiani veniamo a sapere quello che succede in America in tempo reale.

E in America non c’è nessun boom economico. Non esiste proprio. In America, da anni ed anni ed anni, non si fa più “fortuna”.

Il tema è quello del boom economico. Per avere un vero boom economico, nella realtà delle economie reali, NON è sufficiente che Goldman Sachs scriva che “in America c’è il boom economico”.

Lo devono dire i fatti, che è arrivato il “boom economico”.

E allora, andiamo a vedere cosa dicono i fatti. Prima che venisse pubblicato il dato di venerdì 7 maggio 2021 per gli occupati USA, ben 33 delle 65 banche di investimento USA che producono previsioni macroeconomiche scrivevano che “il dato sarà superiore ad 1 milione”. Lo vedete sopra, nella prima immagine di questo Post.

Nella seconda immagine, sotto, vi documentiamo che la Banca USA con maggiore influenza sulla politica, che è JP Morgan, scriveva e pubblicava che “ sarebbe necessario un dato superiore a 2 miliioni di nuovi posti di lavoro, per giustificare un cambio di rotta da parte della Federal Reserve”. Quindi, secondo JP Morgan, la banca più grande di tutte, aveva senso fino a venerdì mattina 7 maggio parlare e scrivere di “un aumento di 2 milioni di posti di lavoro”.

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Anche Goldman Sachs, fino alla mattina del venerdì 7 maggio 2021, era del parere che il dato sarebbe stato “superiore ad 1 milione di nuovi posti di lavoro”. Lo documentiamo con la terza immagine, qui sotto.

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I media del Mondo intero hanno preso l’imboccata da questi qua. Il che spiega perché si leggevano titoli, fino a venerdì mattina, del tipo: “Il dato di oggi sarà sicuramente eccezionale: ma il rischio è che sia “troppo eccezionale” per i mercati”, come leggete sotto nella quarta immagine. Insomma: 1 milione di nuovi posti di lavoro era, in realtà, il minimo che si potesse immaginare.

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Quando il dato è stato pubblicato, è successo ciò che leggete qui sotto.

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Adesso, tutti quanto i “promotori finanziari dell’ottimismo”, quelli che vanno dietro a JP Morgan e Goldman Sachs, ed anche i cosiddetti “consulenti” come Zacks (nell’immagine che trovate alla chiusura di questo Post) hanno un grosso anzi grossissimo problema.

Il problema è quello che adesso è necessario cambiare la storia da raccontare ai Clienti. Quella di Zacks non funziona più. Bisogna inventarsi una storia del tutto nuova.

Ma voi, amici lettori, siete davvero convinti che, nel vostro migliore interesse, sia un bene continuare a fidarsi di gente come questa? A pagare commissioni a gente come questa?

Gente che non solo non ha competenza specifica, ma pure non ha un mestiere. Il “consulente”, che poi si faccia chiamare da voi private banker, wealth manager, o con altri nomi inventati sul momento (incluso robot-advisor) ha l’obbligo professionale di sapervi dare, subito e forse anche prima, una risposta qualificata su argomenti come quello di questo Post.

Recce’d intende la propria professione in un modo radicalmente diverso, rispetto a come la intendono all’Albo dei promotori finanziari, oppure in FINECO, oppure in Banca Generali, oppure in Fideuram (e l’elenco comprende tutte le Reti di promotori Finanziari). Non non siamo costretti a vendere polizze, Unit Linked, oppure Certificati o Fondi Comuni dal nome assurdo.

Il nostro dovere professionale, vero il Cliente che affida il proprio patrimonio a Recce’d, è quello di

  1. generare una performance se possibile elevata in termini assoluti, senza diretta relazione con gli alti ed i bassi degli indici dei mercati

  2. in ogni caso, mantenere sempre sotto STRETTO controllo la volatilità, e proteggere così il patrimonio; anche, e soprattutto, nel marzo 2020, quando i nostri Clienti guadagnavano mentre quelli delle Reti erano alla disperazione

  3. rendere sempre il Cliente consapevole di ciò che viene fatto con i propri soldi; Recce’d ritiene un dovere professionale ANTICIPARE al proprio Cliente dati come quello di venerdì 7 maggio 2021.

Proprio con riferimento al terzo punto qui sopra, vi può essere utile rileggere ciò che c’era scritto nel nostro The Morning Brief di venerdì 7 maggio 2021, pubblicato e consegnato al Cliente alle ore 7, e quindi 8 ore prima che negli Stati Uniti venisse pubblicato il dato per i disoccupati.

Nel giorno in cui escono dati attesissimi per l’occupazione USA, il giorno nel quale si prevede che i nuovi posti di lavoro possano arrivare ad un milione, un giorno nel quale moltissimi parleranno e scriveranno di BOOOOM economico, Recce’d vi dirà perché, sec ondo noi di Recce’d, negli Stati Uniti non c’è nessuna ripresa. Con il termine “ripresa economica” si intende, nel mondo di oggi, una fase nella quale i tassi di crescita dell’economia, e del PIL in modo particolare, sono in aumento. Non sono in aumento, oggi, in Cina; in Europa, le variazioni del PIL nel primo trimestre 2021 sono risultate NEGATIVE. Fatto che ci lascia con i soli Stati Uniti. Ma in America, per ora almeno, non c’è nessuna ripresa: ed è una semplicissima aritmetica che lo conferma. Attraverso lo Stato, sono stati messi a disposizione dei cittadini USA tra i 6 e i 9 mila miliardi di dollari, tra l’aprile 2020 e l’aprile 2021. Il rimbalzo del PIL durante quel periodo va per intero attribuito a questa spesa pubblica in deficit. L’economia, di suo, non ha aggiunto nulla: al contrario, per una spesa pubblica di 6-9 miliardi abbiamo ottenuto, fino ad oggi, un aumento del PIL di 2-3 miliardi. Non tutti gli effetti positivi di quell’intervento dello Stato si sono già esplicitati, ed è vero: è altrettanto vero che NULLA di paragonabile sarà disponibili, nel prossimo anno, oppure nell’anno dopo, oppure nell’anno ancora successivo. Non c’è più spazio. Si potrà parlare di “ripresa dell’economia USA soltanto nel momento in cui noi investitori vedremo l’economia americana crescere SENZA il “Piano Biden”. Nulla ci garantisce, oggi, che vedremo quel risultato.

Quale è la (grandissima) utilità pratica che sta nell’anticipare al Cliente questo tipo di informazioni? Semplice: il portafoglio titoli va posizionato PRIMA che esca il dato.

Cominciare lunedì 10 maggio a chiedersi che “cosa fare adesso” è un modo per farsi del male da soli.

Per questa semplice ragione, il vostro “cosiddetto consulente” se è una persona seria, preparata e responsabile, non deve farvi perdere tempo che la scelta dei Fondi Comuni, una scelta che a conti fatti a voi costa solo dei soldi e non rende nulla. Il cosiddetto consulente/promotore/wealth manager/private banker deve, ha l’obbligo, di essere presente con voi su temi specifici. Come quello di questo Post.

E’ questa la sola ragione che esiste, per pagare commissioni ad un consulente per gli investimenti finanziari. Non ne esistono altre.

Quindi: chiamatelo subito, oggi stesso, domenica, e chiedete se è vero che negli Stati Uniti c’è il boom economico, oppure se si trattava soltanto di una fantasia, di una invenzione scritta e raccontata per costringere voi a comperare altre quote di Fondi Comuni azionari.

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Chiamata urgente per il wealth manager (parte 3)
 
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Il vostro wealth manager, il vostro personal banker, oppure private banker, il vostro family banker, il vostro promotore finanziario, delle cose che trovate scritte in questo Post sa poco o nulla.

Nella maggior parte dei casi, lui, il wealth manager, è davvero convinto che la sua professione consista nello spiegarvi dove sta la differenza tra il Fondo Comune di Franklin Templeton, il Fondo Comune di JP Morgan, il Fondo Comune di Schroeders ed il Fondo Comune di BNP Paribas.

Anni, anni, ed ancora anni di dati statistici ci dimostrano che non esiste alcuna differenza. In questo Post, noi da anni, ed anni, ed anni ve lo abbiamo documentato attraverso i dati.

I dati sono il solo ancoraggio alla realtà per l’investitore che non vuole impiegare il proprio risparmio … lanciando i dati e sperando nella fortuna.

I dati ci guidano: e (come abbiamo scritto in un altri Post di oggi) l’attualità ci offre un esempio concreto e tangibile.

Come abbiamo scritto in un altro Post di oggi, il dato pubblicato venerdì 7 maggio 2021 negli Stati Uniti mette in dubbio l’intera “narrativa” che ha dominato sui quotidiani, al TG Economia, nel materia pubblicitario inviato ai Clienti da Mediolanum, da FINECO, da Azimut, da Fideuram, da Allianz, da Banca Generali, e da tutti i robot-advisor.

Sorpresa! Non era vero niente.

Ovviamente, un solo dato non racconta tutta la storia: nel senso che dopo questo dato poi arriveranno dati migliori delle attese, altri dati peggiori delle attese, e così via.

Resta però un fatto: dopo 7-9 mila miliardi di aiuti pubblici (e non parliamo della liquidità creata dalla Federal Reserve) negli Stati Uniti non esiste un boom economico. Semplicemente, non c’è e non c’è mai stato.

E’ necessario riscrivere la storia da vendere, è necessario trovare subito un nuovo tema di vendita. E l’operazione è già partita, subito, in mezza giornata.

Ma prima, vediamo insieme quale è stata la reazione dei mercati, nell’immediato.

Sotto vedete quello che (almeno da questo punto di vista, e sicuramente in questo periodo) è il mercato più importante di tutti. Il solo mercato che conta ed il solo mercato che voi lettori dovete seguire se volete capire che fine faranno i vostri soldi e che performances (positive o negative) ricaverete dal vostro portafoglio in titoli nel 2021..

Come avete visto sopra, il mercato non ha fatto una piega. Ma la storia non era che “i rendimenti delle obbligazioni salgono per la ragione giusta, che è il BOOM dell’economia”? Non era questo, che tutti leggevamo nei tweet, sui siti, sul PLUS del Sole 24 Ore? Perché adesso non scendono? Nei dati (oltre alla disoccupazione, aggiungete i due indici ISM, gli ordinativi all’industria, i sussidi di disoccupazione: e stiamo parlando solo degli ultimi 15 giorni), non c’è, il BOOM dell’economia USA. In Cina, non se ne parla proprio. In Europa? Via, non facciamo ridere. Allora perché i tassi non scendono?

Ora occupiamoci della reazione immediata della Borsa di New York: qui sotto vedete tutta la scorsa settimana. Tutti i primi quattro giorni con l’indice fermissimo, a 4200 punti, poi la chiusura, in rialzo, a 4225 punti..

E qui, torniamo a ciò che scrivevamo più sopra: è necessario girare subito la giacca, è necessaria cambiare subito casacca, fare un voltafaccia immediato.

E quindi la storia cambia: adesso non è più vero, che c’è già il BOOM economico. Ci sarà, ma molto più in là. Per fortuna però, “le cose vanno bene lo stesso perché anche se non c’è il BOOM economico adesso la Federal Reserve cambierà atteggiamento e diventerà subito … più accomodante”.

Come il signore comanda, la Federal Reserve risponde.

E subito, nel pomeriggio stesso del venerdì 7 maggio 2021, dai più zelanti (zerbini) della Federal Reserve è partito il messaggio, come era richiesto da JP Morgan, da Goldman Sachs, da Morgan Stanley: “dite subito che grazie a questo dato voi butterete ancora di più liquidità sui mercati”.

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C’è poi ovviamente anche la politica. Qui il tentativo, almeno fino ad ora, è risultato più goffo, più incerto, anche un po’ ridicolo.

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Per ridicola ed incredibile che possa risultare, da domattina tutte le Reti, da Mediolanum a Fideuram a FINECO, si butteranno a raccontare tutte questa medesima storia.

Funzionerà? Può essere.

Ma può essere che ci siano delle complicazioni: ad esempio, i prossimi dati che verranno pubblicati, ed in particolare quello attesissimo delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che vedete anticipato dalle previsioni nella tabella qui sotto (e notate bene: fino a questo punto, neppure abbiamo accennato al tema dell’INFLAZIONE, tema del quale peraltro il Blog di Recce’d ha scritto in passato e scriverà ancora in futuro).

I media cosa faranno? I media, nell’immediato, si presenteranno allineati dietro a JP Morgan e Morgan Stanley ed UBS e Credit Suisse, tutti a raccontare questa storia.

L’atteggiamento dei media, però, sarà meno compatto ed allineato, rispetto alle Reti dei promotori finanziari ed ai robot-advisor. Fin dalle prime ore dopo il dato, anche sulla stampa che è più “allineata” si è cominciato a vedere qualche crepa nella diga: si comincia a fare qualche passo indietro, a modificare la storia del “boom economico”, e per questa ragione si leggono titoli come quello qui sotto.

Il titolo dice: “L’economia americana ha fatto più in fretta ad andare in coma a causa della pandemia che a risvegliarsi dal coma”.

Non è una novità, questa, per i lettori che seguono il nostro Blog: noi già un anno e tre mesi fa, proprio qui nel Blog, abbiamo scritto che “i problemi dell’economia reale negli Stati Uniti e in tutti i Paesi industrializzati sono stati semplicemente messi in evidenza, e non creati, dall’epidemia”.

Se qualcuno allora non ci ha creduto, bene: adesso lo vede con i propri occhi.

Valter Buffo
I Grandi Successi degli Anni Settanta
 

Nella nostra Lettera al Cliente spedita oggi 1 maggio, abbiamo illustrato le ragioni della più recente svolta nella nostra strategia di gestione del portafoglio in titoli, e anticipato i temi delle mosse che seguiranno.

Ai lettori del Blog, noi oggi suggeriamo di … non addormentarsi alla guida.

I temi di mercato che da oggi, 1 maggio, alla fine del 2021 domineranno sui mercati finanziari NON saranno i medesimi temi sui quali avete concentrato tutta la vostra attenzione nei primi quattro mesi del 2021. Sbagliando.

Proprio attraverso il Blog, noi abbiamo messo in guardia tutti i lettori: non è bene, inseguire un sogno, quando si impiega il proprio denaro. Non è una strategia, quella di inseguire “una speranza”.

Come molte altre volte abbiamo scritto, la realtà dei fatti alla fine torna a dominare: domina sulle parole di Biden, di Powell, di Lagarde e di Draghi, domina sulle ricerche di Goldman Sachs e UBS, e domina pure sulle parole del vostro private banker, del vostro wealth manager, del vostro presunto “consulente”. E anche del robot.

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Nel vostro interesse, amici lettori, dovreste fare uno sforzo: uno sforzo di memoria. Invece di guadare indietro di cinque mesi, farete bene a ritornare indietro di cinquanta anni.

Il nostro consiglio, e non da oggi, è quello di rileggere con attenzione ciò che successe sia alle economie sia ai mercati finanziari negli anni Settanta.

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Ne scriviamo nuovamente in questo Post, dopo averne scritto in alcuni Post precedenti, perché inelle ultime settimane anche altre persone ne hanno parlato.

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Powell come leggete nell’immagine ha spiegato che loro, alla Federal Reserve “non vogliono ritornare alla situazione degli Anni Settanta”.

Noi, nell’agosto dello scorso anno, abbiamo scritto a voi lettori del Blog che proprio loro, proprio le donne e gli uomini della Federal Reserve e del Tesoro usa, proprio gli uomini e le donne della BCE e dei Governi in Europa, potrebbero invece rivedere l’esperienza degli Anni Settanta come un’utile via di uscita.

Molti mesi dopo, abbiamo letto la medesima cosa in un articolo del Financial Times.

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Voi amici lettori ed amiche lettrici del nostro Blog cosa ne pensate? Non vi sembra importante? Volete aspettare di leggere questi argomenti in prima pagina sul Sole 24 Ore?

Fate come volete: ognuno è il miglior giudice del proprio interesse. Per noi è più che sufficiente poter dire che chi segue questo Blog e dedica del tempo a leggere i nostri Post non butta via il proprio tempo.

A testimoniarlo, c’è l’immagine che segue: che aggiungiamo per facilitare anche chi non ha voglia di ritornare indietro, nel nostro Blog, fino al mese di agosto 2020.

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