Le migliori operazioni da fare nel 2021
 

Abbiamo dato spazio, in un Post di qualche giorno fa, ai nostri amici di Goldman Sachs.

Abbiamo utilizzato un intero Post per illustrate al lettore i loro Best Trades per l’anno 2021.

La rilevanza di Goldman Sachs è grandissima: sia sui mercati finanziari, sia nel mondo della politica degli Stati Uniti.

Da Goldman Sachs è stato prelevato l’attuale Ministro del Tesoro USA (Mnuchin), così come da Goldman Sachs Trump prelevò in precedenza Gary Cohn. Sempre da Goldman Sachs veniva il Ministro del Tesoro ai tempi della Grande Crisi Finanziaria, e ancora da Goldman Sachs fu preso l’uomo che a cui fu affidata la responsabilità del grande piano di salvataggio che mantenne in vita i grandi colossi bancari, e che di fatto era poi un piano di acquisto di titoli invendibili sui mercati (TARP). Quell’uomo oggi riceve uno stipendio dalla Federal Reserve, come Capo della Filiale di Minneapolis (Neil Kashkari).,

E quindi, ovviamente: Goldman Sachs conosce tutti, parla con tutti, e non può sbagliare. Ed infatti.

Ed infatti, nel nostro Post dedicato agli amici di Goldman Sachs, abbiamo riportato l’attenzione sui loro best Trades del 2018. Un periodo lungo a sufficienza, per eliminate l’incidenza del caso, del fato, dell’evento fortuito.

Volete sapere come è andata a finire? Andatevi a rileggere quel nostro Post.

Ora: negli ultimi sei mesi, tra gli investitori individuali, negli Stati Uniti ma pure nel resto del Mondo, si è diffuso un senso di onnipotenza: “ho fatto un mucchio di soldi, e nulla di avverso potrà mai succedermi, perché anche se i mercati scendessero del 20%, comunque poi ci penserebbe la Federal Reserve”. Come diceva due mesi fa la copertina di Business Week che vedete sotto, “chi ha bisogno di un professionista?. Posso fare da solo, è sufficiente un po’ di intuito, non ho bisogno di nessuno, e guadagno quasi sempre.

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Lo dice anche una pubblicità in TV ed in radio, che in fondo per investire i soldi “basta un attimo”.

E poi noi italiani la sappiamo sempre più lunga: sapremmo fare meglio dell’allenatore della Nazionale di calcio; sappiamo fare meglio del medico che ci ha appena visitati, e ci cureremo da soli, e ovviamente potremmo afre meglio del Presidente del Consiglio di turno. Insomma, ognuno di noi è “il migliore di tutti”.

A tutti questi intraprendenti investitori, noi abbiamo dedicato quel Post già citato: avete i Best Trades di Goldman Sachs: e adesso, su, datevi da fare!

Scegliete le operazioni che voi giudicate più convincenti e meglio fondate (no comment), mettete in pratica quelle operazioni, fate voi sia le scelte di percentuale, sia le scelte di timing, sia le scelte degli strumenti finanziari. E poi, trascorso un certo tempo, vedete come è andata a finire. Fate i conti dei profitti e delle perdite, e giudicate.

E’ il solo modo possibile, per sapere se davvero potete “fare da soli”, al di là di un periodo fortunato nel quale il caso vi ha premiati.

Abbiamo fino a questo punto descritto un atteggiamento molto diffuso tra i piccoli investitori, e “pompato” dalle Istituzioni: per fortuna, però, non tutti ragionano in questo modo.

Ad esempio, e ritornando a Goldman Sachs, ed alla sua infallibilità, oltre a noi ci sono anche altre persone che hanno il coraggio di affermare, ed argomentare, che ciò che Goldman Sachs dice, a proposito dei mercati finanziari, è fortemente condizionato dal flusso che genera i ricavi di quella Società.

In questo Post, allo scopo di aiutarvi a ragionare in merito prendendo in considerazione più di un punto di vista, riportiamo le parole di Doug Casey.. Doug Casey, del quale potete leggere sul Web, tra le altre cose fu collaboratore della Amministrazione Reagan (Partito Repubblicano) negli Anni Ottanta, oltre che operatore di mercati.

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Nel brano che vi invitiamo a leggere, Casey assume una posizione molto dura, e chiama le cosiddette “analisi” di Goldman Sachs in merito al rialzo dell’indice di New York in novembre sia “ridicole” sia “corrotte”.

Non condividiamo tutte le idee di Casey sui mercati finanziari, ma al tempo stesso questa lettura può offrire un utile punto di vista alternativo, a tutti i nostri lettori che investono seguendo le indicazioni del Culto della Federal Reserve .

The mainstream narrative is so corrupted by greed, sloth, and groupthink that it has become a caricature of itself. In plain English, what is held to be true by the powers-that-be is flat-out unreliable, unhinged, and unsustainable.

For instance, the mainstream media is giddy about the new stock market forecast from Goldman’s chief equity strategist, David Kostin.

According to this overpaid genius, the silver bullet of a COVID vaccine is now assured, owing to the Pfizer announcement, so we will soon be back to normal, and the S&P 500 will soar to 4,300 by the end of 2021.

Back up the trucks!

Then again, it needs to be recalled that, in their wisdom, sell-side analysts now see December 2020 trailing earnings on the S&P 500 coming in at $91.80 per share and then leaping upward by 47% to $135.13 per share by December 2021. Even if the latter hockey stick should come true, the implied PE multiple at Goldman’s new December 2021 price target is 31.8X.

You’ve got to believe that neither Sleepy Joe, Kamala Harris and her progressive-left comrades, COVID, nor a gridlocked Washington will stand in the way of a booming return to economic normalcy, a 47% gain in profits, and a PE multiple more than double the historical average.

But, hey, don’t snicker. That’s the mighty Goldman Sachs reinforcing the mainstream narrative.

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Of course, Goldman doesn’t base its stock price forecast on the kind of earnings that CEOs and CFOs must report honestly to the SEC on penalty of jail time: namely, GAAP net income.

They want you to believe that multiples are reasonable through the use of ex-items earnings, which are always 10%–30% higher than reported earnings. That’s because they eliminate purported one-time gains and losses and non-cash items charged to the P&L in the current period, like goodwill write-downs or restructuring provisions.

But here’s the thing. Anything that hits the income statement was a cash item at some point in either the past (e.g., goodwill) or the future (e.g., restructuring provisions). If it carries a negative sign, it represents a dissipation of corporate resources and value.

Likewise, eliminating one-time gains and losses is not a valid earnings-neutral smoothing procedure because in every quarter in history, one-time losses always exceed one-time gains and usually do so vastly.

So you can take the "reasonable" PE canard with a grain of salt, but even then, the current Goldman stock price forecast embodies the mother of all hockey sticks.

That is, ex-items earnings for the S&P 500 are now forecasted by the street consensus to weigh in at $117.36 per share for the December 2020 LTM period, which will push Goldman projects to rise to $175 per share by December 2021.

So you have to believe that ex-items earnings will soar by 50% in just one year’s time and still be willing to pay 24.5X for the said miracle of escape from a COVID lockdown-shattered economy.

"Unhinged" does aptly characterize the current mainstream narrative. That’s in part because we think the imminence and efficacy of the vaccine silver bullet are way overdone. Also, despite the Fed’s best verbal flim-flam, we do not think the laws of sound money have been repealed and that the Fed can keep monetizing 100% of Uncle Sam’s $2–3 trillion deficits indefinitely.

Yet, if there is no vaccine silver bullet next year, you will have the Virus Patrol reenergized.

Likewise, if the Eccles Building does not keep buying up Uncle Sam’s tsunami of debt, the bond market is a cataclysm waiting to happen.

Mercati oggiValter Buffo
E adesso Trump è il grande alleato di Recce'd
 
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Per quattro anni, il Presidente degli Stati Uniti ha agito, e parlato, come se ce l’avesse con noi di Recce’d.

Spieghiamo: non siamo mai stati citati in modo diretto, ma è evidente a tutti che Trump ha scelto, in modo consapevole, di fare da megafono, da amplificatore, e quindi da “promotore in capo” di tutti i promotori finanziari, di tutti i brokers, di tutti quelli che oggi si fanno chiamare “consulenti” senza esserlo, di tutti i robo-advisor, quelli originali e quelli che adesso si fanno chimare “ibridi”.

Trump ha scelto, attraverso i suoi tanti megafoni, di fare credere al pubblico, ed al pubblico dei risparmiatori, che “se il prezzo di tutto sale, siete automaticamente tutti più ricchi”.

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Molti tra di voi lettori, che oggi siete Clienti di FINECO, di Fideuram, di Mediolanum, di Banca Generali, di Banca Sella o di qualsiasi altra realtà italiana dedita alla vendita di quote di Fondi Comuni, avete preso in mano il vostro resoconto (quello dove non sono indicati i soldi che voi pagate, ormai da vent’anni, senza che da parte vostra ci sia mai stata una reazione) e con il resoconto in mano avete pensato “sono più ricco”.

Purtroppo per voi, si tratta di una fandonia. Di un miraggio. Di una illusione. Anche di una stupidaggine.

Nessuno di voi è più ricco, se sale semplicemente il prezzo degli asset finanziari. Pensateci: se fosse così facile, allora … risolviamo tutto facendo raddoppiare tutti gli indici di Borsa, e passa ogni problema. E mai più recessioni.

Purtroppo, come dicevamo, si tratta di una stupidaggine. C’è un solo modo per “diventare più ricchi” investendo sui mercati finanziari: ed è semplice. L’aumento di valore degli asset su cui investite dovrà corrispondere in futuro a una maggiore quantità di asset NON finanziari. Quando voi, di quei soldi, ne avrete realmente bisogno. L’aumento del prezzo degli asset finanziari deve corrispondere ad un aumento del VALORE sottostante.

Negli anni della Presidenza Trump, non è successo proprio nulla del genere: le prospettive, per l’economia degli Stati Uniti, sono decisamente peggiorate, come spiegava giù nel gennaio 2019 la Federal Reserve. Notate bene: febbraio 2019, ovvero 12 mesi prima di qualsiasi titolo di giornale sul COVID.

E quindi, è salita la Borsa USA (e solo quella) ma NON è aumentata la ricchezza di nessuno, perché tra 10 anni il PIL degli Stati Uniti, se va bene, sarà ancora il medesimo che è oggi. Quanto varrà la Borsa? 3500 punti, oppure 2000 punti come a marzo? Oppure 666 punti come nel marzo di 11 anni fa?

Come detto, Trump ha tuonato la sua grancassa per molti anni, e numerosi investitori gli sono andati dietro come si va dietro al pifferaio magico (ricordate la fiaba? che fine fanno?) e abbiamo letto in moltissime occasioni “STOCKS CAN ONLY GO UP”.

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Come voi già sapete, anche attraverso questo Blog, si tratta di una fandonia. Di un miraggio. Di una illusione. Anche di una stupidaggine. E noi lo abbiamo documentato con i dati concreti che tutti potete leggere sul Web.

Scriviamo questo Post perché le cose stanno cambiando, e con grandissima rapidità.

Oggi Trump non gioca più il ruolo di “promotore finanziario capo”, in ragione del fatto che non è più un suo obbiettivo celebrare i rialzi della Borsa. Dei quali, tra l’altro, a lui non è mai importato nulla: ma faceva colore, e titoli a CNBC.

Oggi Trump non vende più le quote dei Fondi Comuni di Investimento, perché oggi ha altri problemi, ed altre urgenze.

La prima fra tutte queste urgenze? Punire le Società farmaceutiche, che gli hanno tenuto nascosto, fino al 10 novembre, lo sviluppo del vaccino anti-COVID 19.

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Il titolo, di 48 ore fa, del Wall Street Journal annuncia che Trump, da Presidente uscente, approverà una norma che taglia i prezzi dei medicinali. Rappresaglia immediata.

Leggiamone qui sotto un estratto.

The Trump administration is planning on Friday to roll out two final rules aimed at lowering drug prices—one curbing rebates paid to middlemen in Medicare and another pegging the prices of certain prescription drugs in the U.S. to their prices in other developed countries, according to a person familiar with the planning.

The plans, slated to be announced in the White House Rose Garden, have been a signature pledge of President Trump’s since his 2016 election campaign. Both rules are expected to be final, meaning they have completed the required public comment period and can take effect immediately.

Drugmakers, pharmacy-benefit managers, and others in the pharmaceutical industry had lobbied over the two rules. Drugmakers had hoped to stop the first-ever price controls linked to prices charged in other nations. Pharmacy-benefit managers, which serve as third parties that manage benefits for Medicare as well as Medicaid managed care, fought to curb rebates that are worked out between themselves and drugmakers.

The government has said it seeks to redirect those discounts toward patients.

Ending the rebates would save the drug companies billions of dollars they pay to the middlemen in Medicare, the federal health-insurance program for seniors and the disabled. An earlier version of the rule was withdrawn in 2019 because some White House advisers raised concerns about actuarial reports showing it could increase Medicare premiums.

Vi invitiamo ad approfondire questo tema. perché? Ma come, vi siete esaltati per “il vaccino”, ed avete passato ore davanti al TV a seguire i talk show su “il vaccino”, e vi chiedete che importanza ha?

Noi qui però passiamo oltre: perché se questa è la prima urgenza di Trump, del Trump Post Elezioni, non è di sicuro la sua maggiore urgenza.

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Ce n’è una seconda. e, di nuovo, non è quella di “fare salire la Borsa” per dare una mano ai promotori finanziari italiani e americani. Vediamo di che cosa si tratta

Treasury Secretary Steven Mnuchin on Friday denied that his decision to end several Federal Reserve emergency loan programs was aimed at crippling the incoming Biden Administration.

On Thursday, Mnuchin unexpectedly announced he was ending several joint loan programs and asked the Fed to return the $450 billion to Treasury so it can be returned to Congress. Under a post-financial crisis reform, the Fed now needs the Treasury Secretary’s permission before it can set up emergency loan programs.

Read: Mnuchin pulls plug on Fed loan programs

Some analysts speculated overnight that taking this funding away would limit the ability of the Biden Administration to quickly adjust the programs as they saw fit.

“We’re not trying to hinder anything. We’re following the law,” Mnuchin said in an interview on CNBC.

“I am being prudent and returning the money to Congress like I’m supposed to,” he said. “This is not a political decision.”

Mnuchin said his decision freed $500 billion for Congress to use “that won’t cost taxpayers any more money.”

Mnuchin portrayed his decision in populist terms.

“The people that really need support right now are not the rich corporations, it is the small businesses,” Mnuchin said.

“We don’t need to buy more corporate bonds,” he added.

Earlier, in a separate interview, Chicago Fed President Charles Evans said the lending programs played an important backstop role for financial markets that might be important going forward and the decision to end them was disappointing.

Asked for his response to Evans, the Treasury Secretary said central bankers never like to lose any of their tools.

“Markets should be very comfortable we have plenty of capacity left” without these funds in case of any future upset, he said.

And financial conditions “are in great shape,” he added.

Meno di 48 ore fa, il Ministro del Tesoro USA ha parlato: ha parlato spiegando la decisione di rimuovere dalla disponibilità della Federal Reserve 500 miliardi che la Fed avrebbe dovuto distribuire in aiuti, per riportare questa disponibilità nelle mani del Congresso.

Dalle parole di Mnuchin, è possibile ricavare una vera e propria linea politica. Che è nuova: una nuova linea politica.

Lo leggete chiaramente in alto: Mnuchin dice che

  1. dobbiamo aiutare le piccole e medie imprese, e non le grandi imprese

  2. non c’è quindi (più) la necessità di acquistare sul mercato le emissioni obbligazionarie corporate

  3. le “condizioni finanziarie sono ottime, e vanno già bene così”

Ci sembrano parole non chiare, ma chiarissime: si tratta di una sterzata a 180 gradi: fino al 4 novembre, la Borsa e l’interesse collettivo si identificavano, alla perfezione se stiamo ai tweet di Donald J. Trump. Ora non più. Compare una distinzione.

Non c’è alcun bisogno di migliorare le “condizioni finanziarie”, ovvero lo stato dei mercati finanziari: bisogna adesso privilegiare le piccole e medie imprese. Attenzione a questo punto: le piccole e medie imprese delle quali parla Mnuchin NON sono quotate in Borsa.

In sostanza: al momento, Trump della Borsa se ne frega: e deve invece pensare ad ampliare il consenso intorno a lui. Per fare che cosa? Nessuno lo sa, crediamo che non lo sappiano neppure i suoi più stretti collaboratori. ma la linea è questa, ed è chiarissima.

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Per offrirvi la più qualificata analisi delle recenti scelte della Amministrazione Trump, ci rivolgiamo a Mohamed El Erian, che sempre venerdì ha pubblicato un utilissimo commento a questa vicenda. Lo riportiamo sotto.

Global markets woke up Friday morning to indications that exceptional and lasting policy support may be less certain than widely assumed. While short-term political considerations may well be playing a role — a view that most investors will be quick to grasp, dismissing the news as “noise” and reversible — a bigger phenomenon may well be in play: What was first designed as a huge “one-round” policy intervention has turned out to be much more than that, and the longer this “multiround” process persists, the greater the pressure on the ability and willingness of policy makers to deliver, especially in parts of the developing world.

Having eagerly supported the Federal Reserve’s massive intervention in financial markets in March and April, outgoing Treasury Secretary Steven Mnuchin seems to have surprised even the central bank late Thursday by refusing to extend backing for some emergency lending programs into next year and asking for the return of money for them. This immediately triggered an unusually public response from the Fed lamenting the decision and stressing that the “full suite of emergency facilities” plays a key role as “a backstop for our still strained and vulnerable economy.”

Some economists and market participants initially interpreted this as yet another indication of a problematic transition from the Trump administration to the incoming Biden team — one that is already complicating the country’s response to the surge in Covid infections and hospitalizations and may well play out in foreign policy and military affairs. Having said that, the implications are overwhelmingly viewed as both temporary and reversible under the new administration that will take office on Jan. 20.

The Treasury’s action came in the context of a general under-utilization of the Fed’s programs. Some see this as a signal of low need, bolstered by Mnuchin’s comment that “banks have the lending capacity to meet the borrowing needs of their corporate, municipal and nonprofit clients.” Others feel that this under-utilization is due to the markets doing the work for the Fed, thereby increasing moral hazard and excessive risk-taking. Yet others are arguing the move is motivated by the desire to reallocate money to other programs such as the Paycheck Protection Program, effectively enhancing public sector support for the economy.

This Mnuchin-Powell Beef Comes at the Worst Time

The U.S. is not alone in its policy support difficulties. In the U.K., the Treasury is facing a large increase in its fiscal imbalance, with the latest data from the Office for National Statistics showing that the deficit for the first six months of this fiscal year (April-October) amounted to a record 261 billion pounds. This is leading some to expect a public sector pay freeze to be announced as early as next week when the latest round of Covid-related lockdowns could well send Britain into a double-dip recession. Politics is also seen as playing a role as Prime Minister Boris Johnson is trying to gather Conservative Party support for his pivot toward greater military expenditure as part of the redefinition of the country’s role on the world stage after Brexit.

Although short-term political considerations may well be playing a role, and these two countries can reverse course should policy makers so desire, a greater phenomenon exists that could well become more important the longer it takes to develop and distribute vaccines to counter the threat of Covid-19.

The initial global reaction to the economic “sudden stop” caused by Covid-19 was highly influenced by what worked for the global financial crisis: that is, a large-scale multifaceted intervention underpinned by the three notions of “whatever it takes,” “all in” and “whole of government.” At its essence, this is what in game theory terms would be labeled a “one round” policy response. Yet Covid is requiring several rounds of responses as illustrated by the new infection wave in many countries and the realization that vaccines will not be widely available until sometime next year.

As time has passed, a small but growing number of countries are finding it hard to maintain the scale and scope of their initial policy interventions. Well before these latest twists, the U.S. faced political resistance to renew one element after another of its initial fiscal relief, and the U.K. reduced support for those facing job challenges before having to reverse course.

Markets will be quick to dismiss the latest developments, especially in the U.S., where a new administration is likely to restore funding and the Fed can in the interim augment the quantitative easing program already at its discretion. But they should not ignore the warning signs. Particularly in the developing world, policy makers’ willingness to continue to carry out a multiround policy response will increasingly face a harsh reality: that of declining ability.

Chi ci segue con maggiore attenzione frequenza, ricorderà i nostri interventi del mese di luglio, che richiamavano la vostra attenzione sul fatto che tra marzo e luglio si era stati “tutti uniti”, e “tutti remavano dalla stessa parte”, ma che dal mese di agosto in avanti tutto sarebbe cambiato, e l’unità sarebbe andata persa, cancellata dagli interessi di parte.

E’ stato proprio così: e i mercati finanziari se ne sono accorti, e si sono fermati da luglio a novembre, come è stato documentato ed analizzato per i Clienti nella Lettera a loro riservata del sabato 21 novembre.

Ma qui torniamo all’attualità: dopo alcune settimane in discesa, gli indici dei mercati finanziari avevano recuperato (i livelli di inizio ottobre) sull’onda emotiva dell’elezione di Biden alla Casa Bianca, o meglio sull’onda della NON-elezione di Donald J. Trump.

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Mancava la ciliegina sulla torta, e qualcuno ha provato a mettercela, con l’annuncio de “il vaccino” (una volta, un po’ di tempo fa, sarebbe stato l’annuncio di “importanti accordi commerciali con la Cina”). Ma la ciliegina è subito affondata in quel mare di panna troppo liquida, e l’euforia di Borsa è durata solo 24 ore. Venerdì 20 novembre l’indice della Borsa di New York ha chiuso SOTTO i livelli del lunedì 9 novembre 2020, ovvero sotto i livelli ai quali si trovava quando Pfizer ha annunciato al Mondo “il vaccino”.

Questo Post ha due scopi: il primo è informare ogni investitore che ci legge in merito a due vicende che la stampa italiana ha ignorato, ma che invece sono per i nostri e per i vostri portafogli in titoli più importanti dell’intera vicenda de “il vaccino”.

Il secondo scopo è questo: l’intero recupero delle Borse viene spiegato da un solo evento, l’elezione di Biden alla Casa Bianca. Guardatevi meglio i grafici, e convincetevi: non è difficile.

Ciò detto, arriva anche il suggerimento di Recce’d: non è detto che sia una buona idea, puntare su questo esito elettorale, che ci consegna un’America divisa ed un Presidente con un mandato debole.

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Molto meglio di noi, ne scrive El Erian nell’articolo che riportiamo qui sotto, e che vi suggeriamo di leggere per poi rifletterci. Sono cose che durante il talk-show della televisione nostrana nessuno ha detto, ne siamo certi (anche se non li abbiamo visti).

Un esempio: nell’articolo, scritto a caldo, anzi a caldissimo lo scorso 4 novembre, giorno nel quale si tennero le Elezioni, El Erian parla della Federal Reserve. E notate quello che dice.


A divided electorate spells trouble for the US economy Country emerges from polls both unwilling and unable to tackle challenges that threaten this and future generations

Mohamed El-Erian NOVEMBER 4 2020 The writer is president of Queens’ College, University of Cambridge, and adviser to Allianz and Gramercy

In the wake of the US presidential vote, there are three things that are clear at this stage that spell trouble for the US economy, and well beyond that. 

The 2020 election has confirmed that the US remains a deeply divided country facing mounting challenges that threaten both this and future generations. Despite a collective wake-up call in the form of a severe health and economic crisis, the country seems both unwilling and unable to embark on the decisive measures needed. The unwillingness comes from fundamental differences of views on how best to pursue economic and financial reforms while urgently dealing with the threats from Covid-19. The inability is due to a probably divided Congress, where the damage of the past few years to the most basic of cross-party working relationships has been accentuated by the past month’s rush to approve a new Supreme Court justice. If Joe Biden does clinch the presidency, there could be a rocky period until he moves into the White House. There is not likely to be much co-operation between the Trump administration and its successor, adding to the uncertainty of the next few months. What is at risk here is not just the longer-term oriented reforms seeking to limit another move down in productivity, yet more household economic insecurity, and a worsening in inequality. Also at risk is the short-term health and economic effort to help the nation recover from the considerable damage that the first Covid-19 wave left in its wake.

Second, the deep divisions also mean that the second wave that is now gaining more momentum is likely to get a lot worse before a turnround is even in sight. A deeply divided configuration of individual states is likely to adopt varied responses to a virus that is common to them all and knows no geographic borders. With the centre initially unable to impose a uniform approach, even if it wanted to, the US is likely to repeat the experience of the UK, in which regional approaches fail. What followed there were widespread lockdowns needed to protect the health system and restore a workable test-and-trace system overwhelmed by ever-rising infections, hospitalisation and tragic deaths.

Third, the Federal Reserve will be pushed yet again to do more with increasingly ineffective and inevitably distortionary policy tools. The traditional monetary policy mindset will continue to give even more ground as the Fed faces pressure to insure risks that are difficult to price, let alone underwrite properly. This venturing into even bigger experimental unconventional monetary policies will do little to genuinely stimulate the economy. Instead, it is likely to create further distortions in financial markets, increase incentives for irresponsible risk-taking and lead to the misallocation of resources throughout the economy. This will heighten the threat of financial instability. In the process, the already large disconnect between Main Street and Wall Street will widen, adding political and social challenges.

These three real and present challenges for the US economy translate into a more difficult outlook for both the short and longer term. It means less dynamic supply and less buoyant demand. The growth in the economic pie will not just be less than what’s needed. It will also fall short of what the two sides of the political divide believe is possible under their different approaches, fuelling a messy blame game that will further undermine the social fabric. The US plight is also problematic for a global economic recovery that is now more likely to become more uneven and more uncertain. America’s internal divisions will preclude the early resumption of its traditional role in informing, influencing and sometimes imposing outcomes in multilateral economic co-ordination forums. They will also increase the risk of deglobalisation and the further weaponisation of economic and investment tools.

Regardless of who ultimately wins this nail-biting election, a politically divided US means a more challenged domestic economy at a time when a second Covid-19 wave is already disrupting activity in much of the west. Eventually, the science will force politicians to act but the risk of economic and financial disruptions is rising considerably. Ultimately, the combination of another health emergency, a weakening economy and increased financial instability will force the US government into decisive action — but not before considerable damage to the lives, livelihoods and mental wellbeing of this generation, and perhaps future ones as well.

Mercati oggiValter Buffo
Basta un attimo. Facile (punto it)
 

Come dice uno spot che viene passato con insistenza sia alla radio sia alla TV, “basta un attimo, per investire”. Si tratta dello spot di Money Farm, Società del settore che anni fa si era presentata sul mercato come sofisticato robo-advisor del comparto Fintech, e dopo pochi anni ha abbandonato quel modello di business ed ha adottato soluzioni che loro definiscono “ibride”. Oggi, i prodotti Money Farm sono distribuiti allo sportello di Poste Italiane e dagli Agenti di Allianz Assicurazioni, ma lo spot li definisce a tutto oggi “consulenti”. CONSOB e Banca d’Italia come sempre non vedono..

Ma torniamo a quel “basta un attimo”: lo spot TV ci mostra uno smartphone, e sottintende che basta fare un solo “tap” sullo schermo, e tutto si risolve.

Un po’ come Facile.it e Prima Assicurazioni, altre due realtà ex-Fintech che oggi sono sulle prime pagine di tutti i quotidiani, (in questo caso, però, per le ragioni più sbagliate possibile, che nulla hanno a che vedere con il business in questione).

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Quando noi scegliemmo, nel decennio scorso, di posizionare Recce’d fuori dal grande flusso del Fintech, fu una scelta costosa: si rinunciava, con quella scelta, ad essere invitati a Convegni e trasmissioni TV di CNBC/Class, e si rinunciava a quegli articoli di giornale “interessati” (interessati qui significa: interessati alla notizia “Fintech” ma pure interessati nel senso di articoli in conflitto di interesse).

Dopo le vicende di Wirecard e di We Work, il termine Fintech ha perso gran parte della sua lucentezza. Ed è anche per questo, e non soltanto per il COVID-19, che non si tengono più così tanti convegni sul Fintech.

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Noi oggi non abbiamo rimorsi, e riteniamo di avere fatto la scelta giusta, appunto quella di tenersi fuori dalla moda del Fintech. Ma potrebbe essere utile, per voi lettori del Blog di Recce’d, ricevere una spiegazione un po’ più ampia, delle ragioni di quella nostrea scelta. L’attività che Recce’d svolge ogni giorno in realtà è sia Fintech sia Quant, ma non nel senso che si intendeva anni fa in quei convegni, e non nel senso di Money Farm e Facile.it.

Il punto centrale della questione è il seguente: questo non è un supermercato. Operare a favore del risparmiatore nel settore dei servizi al risparmio ha nulla di nulla a che vedere con lo scegliere su uno scaffale le merci con il marchio giusto. Non si tratta di scegliere tra merci tra loro molto simili, o persino indistinte, come i biscotti, i detersivi, sale e zucchero, sulla base del costo. Non si potrebbe fare, nel nostro ambito, una analisi dei prodotti come quelle di Altroconsumo tra i detersivi oppure tra i pomodori in scatola.

A voi, lettori di Recce’d, come ad ogni altro investitore, del cosiddetto “prodotto” così come è oggi, e tanto meno del marchio, importa nulla. A tutti voi, interessa unicamente ciò che quel cosiddetto “prodotto” sarà tra sei mesi, un anno, due anni. Estremizzando, se anche oggi si trattasse di “sangue del demonio”, ciò che per voi conta è che tra 12 oppure 24 mesi sia “acqua benedetta”.

Queste immagini le utilizziamo per farvi vedere una fondamentale differenza: voi, con noi, state ragionando di investimenti, e non di “comperare delle merci”.

Per questo motivo, supporti via web del tipo Facile.it (che nel caso della finanza diventano algoritmi che in modo automatico selezionano i titoli azionari, oppure peggio ancora i Fondi di investimento) a voi servono a nulla. Ed anche per questo motivo, ciò che dice la pubblicità di Money Farm non è vero: non è vero che “basta un attimo”.

Investire è una attività complessa, richiede ampie conoscenze, lavoro accurato, e tempo per lavorarci. Chi vi racconta che è investire molto semplice, che è sufficiente avere buone intuizioni, o peggio ancora avere esperienza, e chi vi dice che “si vedeva benissimo che quello saliva” solo dopo a cose fatte, vi sta ingannando.

Non basta “un attimo” e non è sufficiente una intuizione (tutti ne abbiamo a decine ogni giorno, vero?): servono competenza, metodo, applicazione, lavoro. Le intuizioni vanno messe alla prova e verificate (sono quasi sempre sbagliate), i dati vanno raccolti, filtrati, ripuliti ed analizzati, ogni scelta deve essere prima messa alla prova di test che ne misurino il potenziale contributo al rendimento e (sempre) anche il potenziale danno al portafoglio. Non basta “un attimo”.

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Come già detto più sopra, anche noi di Recce’d siamo (davvero) Quant e siamo (davvero) Fintech: ma non allo scopo di ricevere attenzione dai media e partecipare ai Convegni. Noi di Recce’d utilizziamo il Web per portare al Cliente, nel modo più immediato e tempestivo, tutte le informazioni necessarie per capire, per comprendere, per essere consapevole. Di ciò che il suo portafoglio fa oggi e farà in futuro, e di quali sono le opportunità (in termini di rendimento ma pure di rischio) che oggi esistono sui mercati finanziari.

Come abbiamo scritto in una nostra recente Lettera al Cliente:

Noi di Recce’d per questa ragione utilizziamo anche il Quant, ovvero la matematica, la statistica e gli strumenti di calcolo probabilistico (stocastica): ma non per liberarci del “fardello” di dovere fare delle scelte, e risponderne, affidando le scelte a una macchinetta, a un modellino, ad un algoritmo.

Affidarsi in questi termini alle macchine è non solo sbagliato ma pure dannoso: tanto quanto affidare ad una macchina la scelta finale sul farmaco da somministrare ad un individuo che presenta una serie di patologia (cosa che, infatti, non vedrete mai). Non solo è troppo ampio lo spettro delle eventualità: è anche da tenere sempre presente la continua evoluzione, sia dei virus e delle malattile, sia dei soggetti che le trasportano o che ne sono infetti.

Per questa ragioni, le scelte di investimento oppure disinvestimento, alla fine, le facciamo sempre noi, e mai il modellino oppure la macchina.

[Sul tema del Quant in finanza, degli algoritmni e dei modellini scriviamo dallo scorso mese di febbraio una serie di articoli sul sito Soldionline.it, che a nostro giudizio è preziosissima anche per quegli investitori che oggi non si affidano ai robot oppure agli algoritmi. E presentiamo numerosi esempi concreti.]

Come già abbiamo fatto la settimana scorsa in questo Post, anche con il Post che state leggendo ora vi anticipiamo oggi che questo argomento è uno dei sei filoni intorno ai quali svilupperemo nel 2021 il nostro Blog: Blog che, come già detto, non sarà più dedicato ad “argomenti a piacere” (come capitava nei temi delle scuole medie) ma si svilupperà intorno a sei filoni o “streams” (sapete della nostra debolezza anglofila) uno dei quali è l’utilizzo della matematica, della Finanza Quantitativa, e della Tecnologia, nelle attività di servizio al risparmiatore.

Mercati oggiValter Buffo
L'ingrediente segreto della nostra ricetta di successo
 

L’attualità ci offre lo spunto per svelare ai lettori del Blog uno sei nostri “ingredienti segreti” di quella ricetta che oggi ci consente non solo di piazzarci davanti agli altri in termini di risultati già acquisiti, ma pure di guardare al futuro di breve, medio e lungo termine con la massima serenità e ragioni concrete di fiducia in merito ai risultati che garantiremo ai nostri Clienti.

L’industria del risparmio, per trent’anni, ha “educato” i risparmiatori italiani a …. cascare nelle trappole e seguire le indicazioni degli “specchietti per le allodole”.

Questo perché? Perché è necessario convincere l’investitore finale che investire sui mercati finanziari è facile. Non disponendo di strumenti di base dell’analisi dei mercati e della costruzione del portafoglio, ed essendo troppo faticoso, troppo complesso, lavorare sui fattori che determinano il comportamento dei prezzi sui mercati finanziari, l’industria ha scelto di puntare tutto … sull’ultima notizia.

Per questo, si fa intrattenimento su base regolare e continuativa: si parla al Cliente di ciò che occupa la prima pagina al TG o sul quotidiano, e si fa credere che quella notizia abbia un’importanza decisiva per rischi e rendimenti degli asset finanziari. Risultato? Al Cliente si suggerisce un impalpabile “ribilanciamento” del 2%, 3%, massimo 5% che non incide in alcuna misura sulla futura performance di un portafoglio titoli che, in buona sostanza, è sempre fermo.

In Recce’d non lavoriamo in questo modo.: e lo abbiamo dimostrato anche in questo 2020, con una rotazione dei portafogli che ha raggiunto il 300% del patrimonio investito. Noi non facciamo “intrattenimento del Cliente”,

I nostri Clienti sanno come lavoriamo sui portafogli, ed agli altri non abbiamo intenzione di raccontare tutto per filo e per segno. Tuttavia, oggi con il Post che state leggendo vogliamo svelare un “ingrediente segreto” della nostra ricetta di successo, e lo faremo con riferimento alla strettissima attualità.

Utilizzeremo questo Post per illustrare le ragioni per le quali Recce’d, sui propri portafogli modello ha fatto nulla, prima delle elezioni, e nulla, dopo le elezioni, e nulla dopo l’annuncio del vaccino.

Faremo una premessa: abbiamo già illustrato in questo Blog, cinque anni fa, le ragioni per le quali, nell’esclusivo interesse del Cliente, non facciamo e non faremo quel tipo di movimentazione che chiamano “trading”, e poi ne abbiamo scritto anche più di recente. Non torneremo,. quindi su quell’argomento.

Un secondo argomento che abbiamo già trattato in una precedente occasione è il perché i gestori tradizionali, quelli delle GPM, delle GPF, e dei Fondi Comuni perdono sempre, nel senso che perdono ogni confronto e rimangono sempre indietro. Anche questo tema non lo riprenderemo oggi

Veniamo invece alla strettissima attualità: venerdì nel nostro The Morning Brief del mattino abbiamo scritto ciò che leggete di seguito

Noi leggiamo ed ascoltiamo, ogni giorno, più per dovere professionale che per interesse, centinaia di opinion, dalle TV come CNBC, dai quotidiani specializzati, e soprattutto dai nostri contatti sui mercati finanziari, banche di investimento in testa. Poi, facciamo una sintesi, ma soprattutto traduciamo tutte quelle tantissime parole in una pratica, in cose concrete, in decisioni. E (lo ripetiamo) anche “oggi farò nulla” è una decisione operative per I portafogli titoli.

Nella medesima data e sempre su The Morning Brief poi abbiamo aggiunto quello che segue

Ennesima ma utile lezione dai mercati finanziari a tutti noi investitori. Lunedì alle ore 14,20 italiane, eravamo in presenza di una “giornata storica”. Martedì, il termine “storico” era scomparso, ma restava in uso il termine “euforia”. Mercoledì, c’era in giro meno “euforia” ma ancora “ottimismo”. Giovedì, come leggete sopra, siamo ritornati a dominare i “concerns”, ovvero “preoccupazioni”. Ognuno dei nostri Clienti, ovviamente avrà un suo punto di vista, e non non abbiamo la pretesa di imporne uno. Ma sul piano della operatività, sarà utile per il Cliente sapere come la vediamo: e noi crediamo che chi dedica troppo tempo a queste notizie, perde il suoi tempo e anche i suoi soldi.

Come è scritto qui sopra, Recce’d propone al Cliente una propria visione, che si fonda da un lato sul proprio quotidiano ed approfondito lavoro di analisi e dall’altro sulle esperienze profesisonali accumulate, ma non ha la pretesa di avere l’esclusiva sulle “buone idee di investimento”.

Ogni punto di vista, ogni ipotesi di investimento è valida, ma solo PRIMA: invece DOPO, è il tempo che ci fa sapere i verdetti. Che cosa era buono, e che cosa invece era una cattiva scelta.

Molte volte noi di Recce’d abbiamo scritto che i mercati finanziari globali sono una meravigliosa macchina che genera ogni giorno, ogni ora ed ogni minuto un numero altissimo di opportunità di investimento: si potrebbe, ogni giorno, guadagnare sui mercati finanziari letteralmente una infinità di soldi, facendo tutte le scelte giuste, nelle quantità giuste e con il timing giusto e nelle giuste proporzioni.

Il punto è che i medesimi mercati finanziari mostrano ogni giorno anche un grande numero di opportunità che oggi sembrano le migliori, ma dopo un po’ di tempo si rivelano essere false opportunità.

Come oggi ci dice anche Donald J. Trump, a proposito delle Elezioni Presidenziali USA. Il 13 novembre 2020 lui dice: “solo il tempo ci dirà …”. Only time will tell. E quanto ha ragione.

E allora come scegliere le operazioni da effettuare sul proprio portafoglio titoli? Quando muoversi, e quanto e su quale strumento finanziario? E quando, invece, non muoversi? Ovviamente, non daremo per intero la nostra ricetta segreta, ma vogliamo aiutarvi svelando un nostro ingrediente segreto, che è operare in modo sistematico un confronto con ciò che gli altri investitori fanno, ovvero ci dicono di fare.

L’esempio concreto che vi proponiamo in questo Post è la lista del Best Trades 2021, ovvero delle migliori operazioni da fare nel 2021, secondo la prestigiosissima banca di investimento globale Goldman Sachs. L’elenco completo lo leggete più sotto, fresco fresco di stampa, e di distribuzione agli operatori, proprio la settimana scorsa. Post Elezioni. Attualissimo.

Così voi lettori potete provarci: provate a fare queste operazioni, e poi vedete come va. Se lo dice Goldman Sachs, saranno di sicuro eccellenti opportunità di investimento.

Un solo avviso, prima di procedere: non pensate di trovare Goldman Sachs disponibile a spiegare, se per caso poi le cose non andassero nel modo auspicato. E tanto meno, nel caso, di rimborsarvi.

Ecco qui sotto l’elenco completo dei Top Trades, le migliori operazioni, per l’anno 2021 della Goldman Sachs

FX

  • Long CAD and AUD vs USD with equal weights

  • Long a roughly vol-weighted basket of MXN, ZAR, and INR vs USD

  • Long CNY and Long 3Y CGBs combined

  • Long SGD vs TWD

G10 Rates

  • Long 3y1y forward US real yields

  • Long (1.65:1) vol-weighted 1y forward 5s30s steepeners

  • Long 2s30s Gilt curve steepeners

  • Long 10y10y-2y2y HICP curve flatteners

Credit

  • Long High Yield vs. Investment Grade in the USD cash market (1 to 1.15 notional)

  • Long USD Investment Grade bonds vs. agency MBS

  • Long EUR AT1 vs. High Yield bonds

  • Long US AAA CLOs vs. AAA CMBX index

EM (Local Rates, Credit, and Equities)

  • Long 6-year (R186) SAGBs, USD-hedged

  • Long BRL DI Jan-2022 receivers

  • Long INR 5Y bonds

  • Long 2s10s IRS steepeners in EM LY (CZK, KRW and THB)

  • Long EM HY credit

  • Long EM bank stocks vs EM consumer staples

  • Long Korea (and KRW) vs Taiwan (and TWD) equities

Come detto, noi ci siamo già confrontati con questa lista di operazioni. E abbiamo notato subito una serie di cose: prima fra tutte, che non c’è una sola operazione LONG azionario (LONG equity) anche se proprio tre giorni fa la stessa Goldman Sachs ha innalzato il target 2021 dell’indice S&P 500 (subito dopo “il vaccino”) attirando grande attenzione da parte dei media. Ne abbiamo scritto in The Morning Brief giovedì e venerdì scorsi.

Torniamo a noi ed alla nostra ricetta: Recce’d per dovere professionale mette ogni giorno a confronto le proprie idee di investimento, le proprie operazioni in essere, ed anche le operazioni che sta per fare e che intende fare sui portafogli dei Clienti, con tutte le operazioni che vengono proposte dagli operatori del settore. Lo facciamo letteralmente ogni mattina, per verificare se quelle degli altri possano risultare migliori delle nostre in termini di performance, utilizzando strumenti matematici e quindi Quant. Lo facciamo ovviamente anche con i Best Trades della prestigiosa Goldman Sachs (come con tutte le maggiori banche di investimento).

Il nostro ingrediente segreto qual’è? E’ disporre di strumenti, di analisi e di conoscenza dei mercati, che ci mettono in condizione di leggere queste indicazioni e con uno spirito critico. Recce’d non farà neppure una di queste operazioni: con tutto il rispetto per la prestigiosa Goldman Sachs, la nostra esperienza in Recce’d dal 2007 ad oggi ci ha insegnato che sappiamo individuare operazioni che presentano un profilo migliore di rendimento per quantità di rischio messa nei portafogli dei nostri Clienti. L’ingrediente segreto quindi è: evitare di farsi “tirare dentro”, pensare con la propria testa.

Questo non significa che l’esercizio quotidiano del confronto sia inutile. E’ invece fondamentale per tutti gli investitori, individuali e professionali, confrontarsi con le operazioni che fanno (o dicono di fare) gli altri. per questa ragione, in Recce’d facciamo come già scritto quotidiani confronti.

Attenzione a questo, che è un secondo ingrediente segreto della nostra ricetta: i confronti che hanno maggiore significato sono quelli fatti a distanza di un po’ di tempo.

Perché il tempo ci fornisce le risposte. E perché un investitore che non usa la memoria commette un gravissimo errore.

Vi dimostriamo qui, con un esempio, come si utilizza questo ingrediente segreto della nostra ricetta, la memoria.

Invitiamo a questo proposito ogni lettore del Blog a fare esercizi analoghi, con tutte le fonti possibili: fatelo anche con noi, e potete facilmente utilizzare proprio questo Blog, e farci pesare i momenti nei quali noi abbiamo scritto cose che poi non si sono rivelate giuste in termini di performance dei mercati e dei vostri investimento. Noi vi aspettiamo qui ai soliti indirizzi.

Utilizzando appunto la nostra memoria, ed il nostro efficientissimo archivio, abbiamo ripreso per voi lettori del Blog i Best Trades di Goldman Sachs per il 2018: torniamo quindi indietro di tre anni. Un periodo lungo a sufficienza, per eliminare gli effetti del coso: ovvero, abbastanza lungo da far si che eventi “a sorpresa” come “il vaccino” oppure le Elezioni Presidenziali esercitino un effetto decisivo e distorsivo sul risultato finale..

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Nel testo che segue, noi vi presenteremo il podio di Goldman Sachs per l’anno 2018: ovvero, i tre suggerimenti operativi di Goldman Sachs per l’anno 2018 che stavano ai primi tre posti della loro lista, le tre indicazioni operative con il grado maggiore di certezza, secondo Goldman Sachs.

Sul terzo gradino del podio, secondo Goldman Sachs, nel 2018 ci sarebbero state le Borse Emergenti, come documentato qui sotto nell’immagine. Era questa la terza migliore opportunità operativa per quell’anno.

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Il nostro commento è sintetizzato in modo efficace dal grafico che segue: con il circoletto giallo, abbiamo evidenziato dove stava l’indice delle Borse Emergenti a fine 2017

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Ora saliamo sul secondo gradino del podio: qual’era tre anni fa la seconda (per importanza) operazione suggerita da Goldman Sachs? La leggete qui sotto.

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Oggi, questo cambio oscilla intorno a 125, e quindi (immaginiamo) da molto tempo è già scattato lo STOP, ovvero la chiusura della posizione in perdita, che ci era stata indicata da Goldman Sachs.

Due operazioni su tre hanno, quindi perso soldi. Ora veniamo però alla prima fra tutte, all’opportunità migliore che Goldman Sachs vedeva a fine 2017. Non aggiungiamo un commento, perché di questo tema noi scriviamo quasi ogni giorno.

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Questo, per l’anno 2018 (proposte fatte a fine 2017): se questo esempio vi affascina e vi intriga, qui di seguito trovate anche i Best Trades di Goldman Sachs per i due anni successivi: i confronti, però, ve li fate da soli.

Chiudiamo così il Post, ricordandovi i nostri due “ingredienti segreti”: mai dimenticare di usare la memoria, e evitare di “farsi tirare dentro” dalle ondate di emotività, dal “tutti vanno in quella direzione”, e dai suggerimenti di intermediari interessati. In altre parole: usate la vostra, di testa.

Best Trades Goldman Sachs per il 2019

US: Late-Cycle Dynamics

  • Long 5-year n US inflation swaps

  • Enter 2s30s UST flattener

  • Long agency MBS vs. IG credit

  • Short IG idiosyncratic risk funded with AAA CMBX

China: Growth Bottoming Out Soon

  • Long AUD & NZD vs. EUR

  • Long CLP funded out of CNY

  • Long S&P GSCI Industrial Metals Index

EM: Pick Up Excess Risk Premium, Have Hedges

  • Long MSCI EM hedged with MSCI EAFE

  • Receive a basket of high-yielders 5-year swaps (ZAR, MXN, COP) vs. 10-year swaps in low-yielders (PLN, HUF, THB, KRW)

  • Long IDR 10-year bonds

  • Short KRW vs top-6 currencies in GS trade-weighted basket

Brexit: Deal Dividend

  • Pay 2y1y SONIA versus receive 2y1y EONIA

Central Banks: Data Driving Divergence

  • Short EUR/SEK

  • Short USD/CAD

  • Long PHP vs. top-7 currencies in GS trade-weighted basket

  • Long SGD/THB

Best trades Goldman Sachs per il 2020

1. Global growth stabilization

  • Stay long 10y US breakevens

  • Long MSCI EM Index, with a hedge

  • Long the S&P GSCI Enhanced index

  • Long cyclical vs defensive EM equities

  • Stay short EUR/SEK

  • Long a select basket of EM HY credits

2. Quality still on top

  • Short the 5-year CDX BB index vs. 5-year CDX IG at a 1 to 3x notional ratio

  • Short the iBoxx Leveraged Loan index vs. the iBoxx HY index

3. Fed to the sidelines

  • Short 5-year EUR versus USD real rate

  • Long US agency MBS, rates-hedged

  • Stay in US 2s10s OIS swap spread curve flattener

4. Don’t fight the ECB

  • Long BTPs versus PGBs

  • Long the EUR iBoxx Contingent Convertible Liquid Developed Market AT1 index

5. Brexit breakthrough

  • Short 10y Gilts

  • Short EUR/GBP

6. EM FX: Go for carry

  • Stay short EUR/MXN

  • Short CAD/RUB

  • Long IDR vs TWD

7. Not done easing yet

  • Receive THB 2Y IRS

  • Receive KRW 1Y fwd, 2Y

Mercati oggiValter Buffo
Hazmat: deviazione standard, rotazione ed eventi estremi
 

In più occasioni, abbiamo utilizzato lo spazio del nostro Blog per evidenziare ai nostri lettori che il mercato degli asset finanziari è cambiato in modo profondo, negli Anni Duemila, così profondo che tentare di applicare a quel mercato gli schemi di analisi ed interpretazione che furono sviluppati nel Millennio precedente può risultare non solo inutile ma pure dannoso. Ovvero: farvi perdere molti soldi.

Un (ennesimo) esempio ce lo ha fornito il mercato delle ultime due settimane. Quale è la più utile osservazione che si può fare, a proposito di ciò che è successo in coincidenza con le Elezioni Presidenziali USA ed il “vaccino”?

Che ciò che “non può succedere” invece succede.

Vediamo insieme.

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La stampa generalista e anche quella specializzata ha messo l’accento sui rialzi di prezzo in Borsa, distraendo l’attenzione dei lettori dai fatti davvero importanti, almeno dal punto di vista di chi investe e intende fare scelte di investimento

Abbiamo scelto l’immagine che segue perché vi dice tre cose utili: leggiamo dall’immagine

  • nessuno sa che cosa potrà succedere dopo

  • la pazienza è solitamente un’opzione valida

  • questi mini-terremoti sono sempre più frequenti

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Di che cosa si scrive qui sopra? Si parla di quella che è stata definita “rotazione”: ed è il violento rialzo dei titoli “non Tech” nei gionri successivi all’annuncio del “vaccino”, giorni nei quali al contrario i titoli azionari del settore Tecnologia sono scesi.

Il punto delle osservazioni del grafico sopra, e dei grafici che seguono, è l’ampiezza di questo movimento.

Ve lo spiega in modo chiaro ma complicato il grafico che segue, grafico che ora noi commentiamo. Nel grafico, si rappresenta la distribuzione di probabilità (basata sulla storia di questo evento) di una divergenza tra titoli “non Tech” e titoli della tecnologia. Come in ogni distribuzione statistica, anche in questa distribuzione viene definita la “deviazione standard”, ovvero l’intervallo all’interno del quale cade il 66% di tutte le osservazioni. Concetto per la verità molto semplice: in due casi su tre, l’oscillazione avrà un’ampiezza che cade dentro questo intervallo, ovvero “non sarà più ampia di ..” una deviazione standard, appunto.

Se prendete in esame TRE deviazioni standard, ovvero il triplo di quell’intervallo che abbiamo appena detto, allora noterete che il 98% delle oscillazioni cade lì dentro. In pratica quasi tutti i movimenti di questa variabile avranno un’ampiezza “non superiore a …” tre deviazioni standard.

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Se ci avete seguiti fino a qui, ora arriva il bello: in coincidenza con l’annuncio del vaccino, l’ampiezza della divergenza tra azioni “non Tech” ed azioni Tech è stata di ben sei deviazioni standard. In pratica: è successo qualche cosa che “non doveva succedere”, come leggete sotto nel titolo di Bloomberg.

Questa è la lezione più significativa, che voi lettori potete ricavare dai fatti delle ultime due settimane: lasciate perdere se le Borse sono salite oppure scese, tra un mese neppure si ricorderà questo rialzo, che ha significato pari a zero per la direzione dei mercati.

Ma tenete bene a mente il fatto che “questi mini-terremoti accadono sempre più di frequente” e che quello che “non può succedere" invece può succedere, in questo mercato finanziario gonfiato e dopato e esaltato ed esasperato.

Ricordate sempre che ciò che voi, in questo momento, pensate che non possa succedere probabilmente al contrario succederà, nei prossimi mesi.

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Just a day after the Great Lakes Advisors manager watched CBS’s “60 Minutes” about America’s unprecedented efforts to deploy a vaccine when it comes, Pfizer Inc. revealed significant progress on its pandemic cure.

That revelation spurred the biggest moves ever in Quigley’s $3.9 billion portfolio. While stock benchmarks cheered the news, Wall Street’s most popular styles of quant trading got hit by a historic storm.

“Events happened that statistically never could happen,” said the chief investment officer of disciplined equities in a telephone interview from St. Petersburg, Florida.

Quigley spelled out the odds to clients in a note. As he computed it, the crash in the momentum factor was so rare that writing out the chances of occurrence on any given day required a 16-digit number -- followed by 63 zeroes.

Quigley’s estimate for the odds of this week’s shock is in part tongue-in-cheek, based on a rule of thumb for a normal distribution of statistical data. Asset moves are not known to reliably obey this convention that says 98% of all data points occur within three standard deviations of the mean.

But even with the knowledge that market prices are more prone to outlier moves, a rotation of the magnitude seen this week was still a shock to risk models.

Quigley’s small- and mid-cap strategy posted an eight-standard deviation drawdown compared with its forecast tracking error, he wrote in a letter to clients. Its large-cap portfolio, a three-standard deviation one.

This is a problem because quants decide how much market exposure to take by using historic data to calculate the odds of a fund’s positions imploding. If the distribution of price moves has changed from the past, history may no longer be a reliable guide to the present.

Mercati oggiValter Buffo