Le opportunità di fine 2018 (6): sapere riconoscere ciò che è davvero importante

Negli ultimi venticinque anni, per noi investitori, il panorama è cambiato in modo profondo e radicale.

Sono arrivate prima le banche di investimento internazionali, negli Anni Novanta, e sempre alla fine degli Anni Novanta il portafoglio dei Clienti investitori è stato spinto, a tutta forza, verso i prodotti finanziari, ed in particolare verso i Fondi Comuni di investimento. L’attenzione dei media, dai quotidiani alle tv, è diventato sempre più ossessiva, e non passa giorno senza leggere una notizia di finanza in prima pagina (a volte, anche se sotto la notizia NON ci sono fatti concreti). Infine la politica: i politici hanno imparato a usare i mercati finanziari, ognuno per il loro tornaconto.

In mezzo a tutto questo, c’è il … povero investitore finale, schiacciato tra spinte contrapposte, spinte fortissime: dei commerciali, ovvero dei venditori di Fondi Comuni (qualcosa di cui presto faremo tutti a meno, senza soffrire), della stampa che strilla, dei politici che vogliono farvi vedere qualche cosa che non esiste e non è mai esistito e delle banche di investimento che vi vendono un futuro bellissimo … ma utile soltanto per vendere.

L’investitore finale rischia, per questa ragione, di capire poco o nulla di ciò che succede sui mercati, e quindi di ciò che bisogna aspettarsi in termini di rendimento e rischio dai propri investimenti.

Abbiamo già in passato offerto esempi concreti, a questo proposito. Oggi, ne aggiungiamo un altro, concreto ed importante.

A qualche giorno di distanza, la riunione di mercoledì scorso della Federal Reserve acquista sempre maggiore importanza. E’ stata sicuramente la più importante dell’anno, e forse anche oltre.

Vi segnaliamo, qui, che le parole di maggiore peso, le parole più importanti pronunciate da Powell in conferenza stampa voi NON le avete lette. E non le avete lette, perché NESSUNO le ha riportate. Come se non fossero importanti. Noi oggi ve le riportiamo: lasciamo poi a voi di giudicare.

Noi, mano a mano che le vedevamo arrivare sullo schermo, siamo stati via via sempre più colpiti: perché Powell ha detto cose molto chiare e molto forti.

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In primo luogo, ci ha colpito il fatto che la Federal Reserve la vede in modo molto, ma molto, diverso da come Trump ci racconta il futuro: “siamo su una traiettoria fiscale che non è sostenibile, e lo sanno tutti”, dice Powell, e sembra quasi di sentire parlare dell’Italia. E proprio nei medesimi minuti, Trump sceglie di mettere in giro la voce di una seconda manovra di taglio alle tasse (in blu qui sopra): sarà solo una coincidenza?

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Come leggete, la Federal Reserve la vede in modo molto diverso da Trump: leggete quali sono le previsioni della Fed per la crescita del PIL nei prossimi anni. Ci vedete forse il boom economico? Ma c’è anche molto altro, nelle parole di Powell

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Leggete che cosa dice Powell dei mercati finanziari, con parole molto chiare. E notate la singolare coincidenza, tra le parole di Powell sui mercati e le previsioni di Dalio, il più grande gestore di Fondi Hedge del Pianeta.

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Le ultime frasi che vi proponiamo di rileggere (e di valutare con grande attenzione) riguardano tre temi 1) le politiche di Trump in materia di tariffe e tagli alle tasse (“noi SPERIAMO che abbiano un effetto significativo” ma NON lo sappiamo); poi 2) le condizioni finanziarie ovvero le famose financial conditions; e 3) il futuro dei tassi ufficiali di interesse ed il tasso “naturale” di interesse.

Per i temi 2) e 3) ci saranno a breve nostri futuri approfondimenti di strategia: ma tutti e tre i temi meritano fin da subito tutta la vostra attenzione per ciò che riguarda la gestione degli investimenti.

Mercati oggiValter Buffo
Italia di fine 2018 (3): lezione per le gestioni del portafoglio
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La cosa più utile tra quelle che noi investitori possiamo ricavare dalla vicenda della Legge Finanziaria in Italia, è semplice da riassumere. Basta guardare il grafico qui sopra.

I partiti oggi al Governo, prima e dopo le Elezioni, annunciavano misure molto più drastiche di quelle che poi vediamo, oggi, tradotte nella Legge di Bilancio. Ricordate? “Sfonderemo il tetto del 3%”.

E già allora, non mancarono appelli, allarmi, annunci di disastro da parte dei commentatori politici ed economici.

Ma i mercati, niente. Nulla, nessuna reazione fino a maggio: “Draghi garantisce”, “Non ci sono problemi”, “Lo scenario premia i Paesi Periferici”, “La caccia ai rendimenti premia i BTp”. Questi erano fino al mese di maggio i messaggi delle banche di investimento, e soprattutto le Reti dei promotori finanziari.

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In quanti, ancora in settembre, spingevano le azioni delle banche italiane, che poi hanno perso il 10% in due sole sedute tra giovedì e venerdì?

Insomma, le solite parole rassicuranti, per tenervi sempre tutti investiti. E anche oggi, in quanti dicono di “non perdere la calma” perché “non è ancora successo nulla”?

Oggi sui mercati finanziari, da un giorno all’altro ci si sveglia: sempre tutti insieme, nel medesimo momento. Il rischio? O non esiste del tutto, oppure arriva tutto in un solo giorno. Così oggi funzionano i vostri mercati ed i vostri investimenti.

Chiediamoci, e chiedetevi: cosa succederà, quando tutti si sveglieranno a proposito della Borsa di New York?

Mercati oggiValter Buffo
Italia di fine 2018 (2): ma chi se ne importa?

Come sempre, il lavoro di Recce’d, in particolare a favore dei propri Clienti, è anche quello di metterli al riparo dalle distorsioni informative, dalle letture semplificate o peggio distorte dell’attualità.

Il caso della crisi italiana è un esempio forte e concreto.

Le banche di investimento internazionali, da un lato, e le Reti che vendono Fondi Comuni, dall’altro, scrivono pagine a migliaia sull’Italia, in questi giorni. Che poi i quotidiani riprendono, e le televisioni a loro volta rilanciano.

E così, l’investitore si convince che l’Italia sia la Madre di ogni instabilità finanziaria.

Il suggerimento di Recce’d è questo: domandatevi se chi vi propone questa lettura delle cose è semplicemente disinformato, oppure è proprio poco intelligente, oppure se lo fa apposta per ingannarvi.

I dati, per fortuna, sono dati. Non c’è interpretazione che tenga. per noi investitori, ora e qui, i dati sono il solo ed unico appiglio solido.

Come è possibile fare tutto questo chiasso sul deficit in Italia al 2,4%, quando è facilissimo, semplicissimo, banalissimo verificare i dati del grafico qui in basso? Che si riferiscono a Stati Uniti e Giappone? (la scala è quella a destra, ed attenzione che i numeri sono NEGATIVI).

Chi è così tanto ottuso da pensare che l’Italia meritare più attenzione ed enfasi di Stati Uniti e Giappone per il futuro dei mercati finanziari ed in generale delle economie? E perché (per ora) nessuno vi parla e vi spiega a proposito della situazione di Stati Uniti e Giappone?

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E se qualche … fenomeno facesse notare che il problema è il debito accumulato, e non il deficit, potete immediatamente rispondere citando i dati per il debito pubblico negli Stati Uniti ed in Giappone. Andate a cercarli sul Web: è facilissimo.

Il messaggio è questo: se davvero tenere ai vostri soldi e se volte essere consapevoli delle scelte che fate, non andate dietro al “tema del giorno” che trovate sui giornali oppure in tv. Fatevi aiutare da qualcuno più responsabile e competente.

Mercati oggiValter Buffo
Italia di fine 2018 (1): comunque sarà una piccola storia
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I nostri portafogli modello, e quindi anche i nostri Clienti, sono posizionati da mesi sull’Italia, e nel modo più opportuno.

Per questa ragione, non ci emoziona la vicenda della Legge Finanziaria che tutti i media mettono in prima pagina.

La settimana scorsa, per i nostri Clienti, ne abbiamo esaminato le implicazioni per i mercati finanziari, ogni mattina in The Morning Brief.

E nel weekend ne scriveremo ancora, nella nostra abituale rassegna settimanale dei fatti principali, che aggiorneremo domenica 30 settembre.

Se però vogliamo fare una sintesi estrema, questa è la nostra visione delle cose:

  1. sono del tutto sprecati i richiami al buon senso, gli allarmi per il risparmio degli italiani, e i calcoli sul maggiore debito che peserà sulle spalle delle future generazioni; come esempio, autorevole, c’è l’articolo di Bloomberg a cui ci si riferisce nell’immagine di apertura; Recce’d NON la vede in questo modo, come un problema di “assunzione di responsablità”, perché oggi il tema NON è questo

  2. oggi, e qui, la questione NON è questa; come analizzato ampiamente in altre sedi, la questione oggi è l’Europa, e non l’Italia; l’Italia sta facendo un test, e di questo scrive ad esempio stamattina Lucia Annunziata su Huffington Post; se l’Europa tiene, quella dell’Italia è solo una piccola storia priva di importanza; notate che se l’Europa NON tenesse, comunque l’Italia sarebbe una piccola storia marginale

  3. l’investitore, nelle sue decisioni per i portafogli, deve quindi mettere da parte del tutto i calcoli sui BTp e la Borsa di Milano e concentrarsi su questa domanda: come sta l’Eurozona? E’ indispensabile, per azzeccare oggi le scelte, rivedere i dati per l’economia e comprendere le dinamiche della politica; sapete come va l’economia in Europa, precisamente e oggi? e sapete come sta cambiando lo scenario politico, oggi in Europa? Se non avete le risposte, preoccupatevi

Chiudiamo questo Post con una considerazione di natura politica.

Se non si trattasse di realtà, della nostra realtà quotidiana, e fosse ad esempio una partita di Risiko, dovremmo dire che le mosse del Governo in carica ci sembrano molto azzeccate.

Da un lato, guardando all’interno e alla sola Italia, ora ci sarà chi deve convincere gli elettori italiani che c’è una grande differenza tra lo 1,8% ed il 2,4% di deficit. Missione impossibile. Su questo terreno, il Governo ha già vinto

Dall’altro lato, il Governo cerca (come noi avevamo anticipato molti mesi fa ai nostri Clienti) lo scontro aperto con Bruxelles. Il calcolo è chiaro: il Governo stima che gli equilibri elettorali nel 2019 modificheranno la maggioranza del Parlamento Europeo, e quindi della commissione. Qui la partita non è già vinta, qui c’è un azzardo.

Ma è certo che, mentre nel 2011 una Eurozona forte almeno sul piano della politica poteva permettersi di minacciare l’Italia si sanzioni oppure espulsione, oggi la situazione è ben diversa. Salvini e Di Maio voglio andare a vedere le carte: perché resta ancora da vedere, se questa volta l’Europa VUOLE minacciare sanzioni ed espulsione.

Mercati oggiValter Buffo
Le opportunità di fine 2018 (5): non farsi gestire dalle scimmie

Se è vero che i mercati finanziari spesso non seguono criteri e percorsi razionali, allora … perché non lasciare gestire il portafoglio ad una scimmia?

C’è chi ci ha provato davvero:

  • il Wall Street Journal, già vent’anni fa

  • e poi più di recente anche Forbes, come potete leggere anche voi copiando questo indirizzo Web: https://www.forbes.com/sites/rickferri/2012/12/20/any-monkey-can-beat-the-market/

  • e poi persino i gestori di Hedge Funds

Risultato? SE consideriamo un portafoglio di SOLI titoli azionari, e SOLO in un periodo prefissato, e SOLO non potendo nel frattempo modificare i portafogli, e SOLO scegliendo da un dato universo investibile, allora … vince quasi sempre la scimmia.

Il che potrebbe fare concludere molti lettori che è inutile dare quattrini ad un consulente. E potrebbe anche fare venire in mente a noi di Recce’d che … è ora di cambiare mestiere. (per dirla tutta, anche lo S&P a 2930 punti di venerdì 21 settembre suscita, in noi, qualche domanda sul futuro).

In Recce’d però NON arriviamo a quella conclusione (come potete constatare, siamo qui a lavorare anche nel weekend): anzi, arriviamo a una conclusione che è ESATTAMENTE OPPOSTA. Spiegheremo il perché, partendo da una immagine.

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A che serve rileggere la prima pagina del Financial Times di esattamente 10 anni fa, ovvero alla fine della settimana nella quale fu dichiarata fallita Lehman Brothers?

A noi, sembra che ricordare quei fatti, quel livello di S&P 500 (1255 punti, allora) e quei commenti sia molto utile.

Osservate (ed è solo una, delle osservazioni possibili) che l’indice della Borsa USA sta allora piuttosto vicino ai massimi assoluti di 12 mesi prima: la differenza era “appena” del 15%. Ma solo 6 mesi dopo, l’indice arrivava toccava valori più bassi del 50%.

Se qualcuno vi fa notare che “però, poi i mercati hanno recuperato tutto”, si tratta di uno sprovveduto, oppure di un ignorante (di cose finanziarie) oppure di un malintenzionato (ai vostri danni).

Nessuno, infatti, in quei giorni del 2008 e del 2009 avrebbe scommesso mezzo dollaro sul recupero. Nessuno era ottimista. E soprattutto tutti gli investitori finali, tutte le famiglie, e tutti i gestori di Fondi Comuni, erano PESSIMISTI. Esattamente a specchio, oggi, tutti sono OTTIMISTI.

Questo è il punto nel quale diventa evidente che non è una buona idea affidarsi alla scimmia, per la gestione dei propri investimenti: la scimmia può fare MEGLIO del gestore, nella scelta di singoli titoli azionari, ma può fare MALE o BENE gli interessi del Cliente investitore.

La scimmia farà BENE quando il mercato sale, MALE quando il mercato scende, e non sa che cosa sia una bolla finanziaria come quelle del 2000, del 2007-2009, e del 2017-2018.

E pensate, amici lettori: in tanti, a queste scimmie, pagano commissioni del 3-4% annuo. In questo, le scimmie sono davvero bravissime.

Tornando però al portafoglio, e per concludere: la prima pagina del FT del settembre 2008 ci aiuta a ricordare di un momento nel quale, 10 anni fa, gli investitori si trovarono soli a decidere a fronte di fatti senza precedenti.

Ai nostri Clienti, che ci domandano “QUANDO”, nel senso di “quando si interromperà questa fase di compiacenza e di calma artificiale, quando sui mercati cambieranno finalmente le cose e si tornerà a valori meno esasperati, quando ci sarà la riconciliazione tra le aspettative ed i fatti, noi dobbiamo (purtroppo) dire che non lo sappiamo. Non sappiamo rispondere, ma sappiamo che finirà.

Una cosa però la sappiamo, per certo: quando finirà, non sarà come nel 2008-2009. sarà, questo è certo, diversa, e sicuramente molto, molto più veloce e più ampia di allora.

Perché è certo? per ciò che è successo prima, per ciò che sta succedendo anche oggi, per gli squilibri che si sono accumulati negli anni.

Mercati oggiValter Buffo