Le opportunità di fine 2018 (5): non farsi gestire dalle scimmie
Se è vero che i mercati finanziari spesso non seguono criteri e percorsi razionali, allora … perché non lasciare gestire il portafoglio ad una scimmia?
C’è chi ci ha provato davvero:
il Wall Street Journal, già vent’anni fa
e poi più di recente anche Forbes, come potete leggere anche voi copiando questo indirizzo Web: https://www.forbes.com/sites/rickferri/2012/12/20/any-monkey-can-beat-the-market/
e poi persino i gestori di Hedge Funds
Risultato? SE consideriamo un portafoglio di SOLI titoli azionari, e SOLO in un periodo prefissato, e SOLO non potendo nel frattempo modificare i portafogli, e SOLO scegliendo da un dato universo investibile, allora … vince quasi sempre la scimmia.
Il che potrebbe fare concludere molti lettori che è inutile dare quattrini ad un consulente. E potrebbe anche fare venire in mente a noi di Recce’d che … è ora di cambiare mestiere. (per dirla tutta, anche lo S&P a 2930 punti di venerdì 21 settembre suscita, in noi, qualche domanda sul futuro).
In Recce’d però NON arriviamo a quella conclusione (come potete constatare, siamo qui a lavorare anche nel weekend): anzi, arriviamo a una conclusione che è ESATTAMENTE OPPOSTA. Spiegheremo il perché, partendo da una immagine.
A che serve rileggere la prima pagina del Financial Times di esattamente 10 anni fa, ovvero alla fine della settimana nella quale fu dichiarata fallita Lehman Brothers?
A noi, sembra che ricordare quei fatti, quel livello di S&P 500 (1255 punti, allora) e quei commenti sia molto utile.
Osservate (ed è solo una, delle osservazioni possibili) che l’indice della Borsa USA sta allora piuttosto vicino ai massimi assoluti di 12 mesi prima: la differenza era “appena” del 15%. Ma solo 6 mesi dopo, l’indice arrivava toccava valori più bassi del 50%.
Se qualcuno vi fa notare che “però, poi i mercati hanno recuperato tutto”, si tratta di uno sprovveduto, oppure di un ignorante (di cose finanziarie) oppure di un malintenzionato (ai vostri danni).
Nessuno, infatti, in quei giorni del 2008 e del 2009 avrebbe scommesso mezzo dollaro sul recupero. Nessuno era ottimista. E soprattutto tutti gli investitori finali, tutte le famiglie, e tutti i gestori di Fondi Comuni, erano PESSIMISTI. Esattamente a specchio, oggi, tutti sono OTTIMISTI.
Questo è il punto nel quale diventa evidente che non è una buona idea affidarsi alla scimmia, per la gestione dei propri investimenti: la scimmia può fare MEGLIO del gestore, nella scelta di singoli titoli azionari, ma può fare MALE o BENE gli interessi del Cliente investitore.
La scimmia farà BENE quando il mercato sale, MALE quando il mercato scende, e non sa che cosa sia una bolla finanziaria come quelle del 2000, del 2007-2009, e del 2017-2018.
E pensate, amici lettori: in tanti, a queste scimmie, pagano commissioni del 3-4% annuo. In questo, le scimmie sono davvero bravissime.
Tornando però al portafoglio, e per concludere: la prima pagina del FT del settembre 2008 ci aiuta a ricordare di un momento nel quale, 10 anni fa, gli investitori si trovarono soli a decidere a fronte di fatti senza precedenti.
Ai nostri Clienti, che ci domandano “QUANDO”, nel senso di “quando si interromperà questa fase di compiacenza e di calma artificiale, quando sui mercati cambieranno finalmente le cose e si tornerà a valori meno esasperati, quando ci sarà la riconciliazione tra le aspettative ed i fatti, noi dobbiamo (purtroppo) dire che non lo sappiamo. Non sappiamo rispondere, ma sappiamo che finirà.
Una cosa però la sappiamo, per certo: quando finirà, non sarà come nel 2008-2009. sarà, questo è certo, diversa, e sicuramente molto, molto più veloce e più ampia di allora.
Perché è certo? per ciò che è successo prima, per ciò che sta succedendo anche oggi, per gli squilibri che si sono accumulati negli anni.