Italia di fine 2018 (2): ma chi se ne importa?
Come sempre, il lavoro di Recce’d, in particolare a favore dei propri Clienti, è anche quello di metterli al riparo dalle distorsioni informative, dalle letture semplificate o peggio distorte dell’attualità.
Il caso della crisi italiana è un esempio forte e concreto.
Le banche di investimento internazionali, da un lato, e le Reti che vendono Fondi Comuni, dall’altro, scrivono pagine a migliaia sull’Italia, in questi giorni. Che poi i quotidiani riprendono, e le televisioni a loro volta rilanciano.
E così, l’investitore si convince che l’Italia sia la Madre di ogni instabilità finanziaria.
Il suggerimento di Recce’d è questo: domandatevi se chi vi propone questa lettura delle cose è semplicemente disinformato, oppure è proprio poco intelligente, oppure se lo fa apposta per ingannarvi.
I dati, per fortuna, sono dati. Non c’è interpretazione che tenga. per noi investitori, ora e qui, i dati sono il solo ed unico appiglio solido.
Come è possibile fare tutto questo chiasso sul deficit in Italia al 2,4%, quando è facilissimo, semplicissimo, banalissimo verificare i dati del grafico qui in basso? Che si riferiscono a Stati Uniti e Giappone? (la scala è quella a destra, ed attenzione che i numeri sono NEGATIVI).
Chi è così tanto ottuso da pensare che l’Italia meritare più attenzione ed enfasi di Stati Uniti e Giappone per il futuro dei mercati finanziari ed in generale delle economie? E perché (per ora) nessuno vi parla e vi spiega a proposito della situazione di Stati Uniti e Giappone?
E se qualche … fenomeno facesse notare che il problema è il debito accumulato, e non il deficit, potete immediatamente rispondere citando i dati per il debito pubblico negli Stati Uniti ed in Giappone. Andate a cercarli sul Web: è facilissimo.
Il messaggio è questo: se davvero tenere ai vostri soldi e se volte essere consapevoli delle scelte che fate, non andate dietro al “tema del giorno” che trovate sui giornali oppure in tv. Fatevi aiutare da qualcuno più responsabile e competente.