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Come finirà? Esattamente come la Superlega (parte 1)
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Nel mondo dello sport professionistico, ed in particolare del football o soccer ovvero il calcio, l’episodio che tutti abbiamo seguita la settimana scorsa costituisce il culmine di una parabola, di un processo avviato dieci e forse venti anni fa.

Per tutti noi investitori, l’episodio Superlega costituisce un utilissimo precedente: ci viene offerta in regalo una lezione, sulla quale tutti noi investitori siamo chiamati a riflettere, per poi agire.

Nell’episodio Superlega si sono sfogati, in un modo solo all’apparenza improvviso, traumi, tensioni e spinte che erano in atto da decenni. Non solo: si tratta di tensioni e spinte contrapposte delle quali tutti, ma proprio tutti, erano al corrente. Sia i professionisti del settore, sia i non addetti ai lavoro.

Recce’d non ha competenze, e neppure entrature adeguate, per esercitarsi in un giudizio su questa complessa vicenda.

Giudizi però se ne sono letti ed ascoltati a centinaia, sia sui quotidiani sia alla TV, ed immaginiamo che i nostri lettori a questo punto abbiamo già tutti formulato un proprio giudizio.

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Nei tre Post di oggi, però, vogliamo mettere alla vostra attenzione quegli aspetti per i quali la vicenda Superlega ha molto da insegnare, anche nel momento in cui si guarda al più ampio mondo dei mercati finanziari e del risparmio.

Per ammissione dei diretti interessati, l’intera vicenda si spiega con la situazione di gravissimo indebitamento nel quale si trovano tutte le squadre di football, ma in modo particolare le squadre più conosciute.

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Non tocca a Recceì’d ricostruire come si è arrivati a questa situazione di grave indebitamento: qui sarà sufficiente dire che fattori diversi hanno spinto le squadre a ricorrere al debito per sostenere una crescita dei costi superiore alla crescita dei ricavi.

Per ammissione degli stessi protagonisti, a questa forte crescita del debito si è accompagnato un calo dell’interesse e dell’attenzione del pubblico. Molto è stato scritto e detto anche sui quotidiani ed in TV. In particolare si è parlato di rapporto tra costi e ricavi fuori controllo, di situazione debitoria a rischio di defuult, per concludere che “nessuna azienda potrebbe pensare di sopravvive in queste condizioni di bilancio”.

Noi aggiungiamo: nessuna azienda, e nessun sistema economico.

Che voi lettori siate a favore oppure contrari al debito delle squadre di football, resta in ogni caso un dato di fatto. Indebitarsi molto non ha prodotto una adeguata capacità di attrarre attenzione, e di fare quindi aumentare i fatturati.

E questa è una prima, importante lezione che va applicata alla realtà di questi giorni, settimane e mesi. Alò di fuori del mondo del pallone.

Lezione alla quale noi di Recce’d ne affianchiamo subito una seconda.

Le squadre indebitate hanno buttato addosso al COVID-19 tutta la responsabilità della crisi debitoria. Ma proprio in questi giorni, è stato scritto e documentato che questa affermazione è falsa, non è supportata dai dati. la crisi, c’era già prima. Il COVID-19 ha soltanto messo in maggiore evidenza ala fragilità del sistema.

Per noi investitori, questa è una seconda lezione importante. da applicarsi al di fuori del mondo del pallone.

Ma c’è poi anche una terza, importantissima ed utilissima lezione.

Seguiteci nel ragionamento, ed ascoltate con attenzione le parole di Christine Lagarde alla conferenza stampa di 48 ore fa a Francoforte, facendo click sull’immagine qui sotto.

Nel video ascoltate Christine Lagarde pronunciare parole che sono autentiche menzogne, ovvero affermazioni smentite fai fatti. La ascoltate mentire, mentire in modo goffo, mentire davvero molto male. Dice Lagarde che “i tassi di interesse negativi sul debito degli Stati penalizzano solo una singola categoria di persone”, ma che invece è necessario “guardare alle cose nel loro complesso, nella loro globalità”, e comprendere che “i tassi di interesse negativi aiutano le famiglie a comperare la prima casa ed aiutano le persone a trovare lavoro”.

Si tratta di frasi semplicistiche, se non sciocche, si tratta di argomenti da imbonitore che vende la pomata per la ricrescita dei capelli alla Fiera di paese. Non c’ìè un solo dato che Lagarde, e quelli come lei, possono esporre dicendo “ecco, vedete, questi sono gli effetti positivi delle nostre politiche monetarie”.

A riprova di questo, potete voi stessi verificare che la sola affermazione a supporto di queste grossolane bugie è sempre una sola: “senza di noi, sarebbe andata peggio”. La controprova ovviamente non esiste. E quindi “bisogna avere fede”, avere fede in Lagarde.

Ma perché Lagarde si riduce a mentire in modo così goffo ed evidente? Semplicissimo:: perché è disperata, e come lei sono disperati tutti i banchieri centrali, dopo due decenni di fallimenti documentati dai fatti (dalla crescita del PIL, all’inflazione, alla disoccupazione, alla stabilità dei sistemi bancari, alle bolle in tutti i mercati finanziari).

Ad un futuro Tribunale chiamato a giudicare i danni prodotti dalle politiche “non convenzionali”, Lagarde risponderebbe sicuramente: “mentivo perché costretta dal mio ruolo”.. E questa la abbiamo già sentita nei Grandi processi della Storia.

Lasciamo però da parte i giudizi morali: quelli, li darà appunto la Storia.

Restiamo al nostro mestiere di gestori del portafoglio titoli.

La grande lezione a cui tutti noi dobbiamo guardare è la velocità con la quale un accordo tra i “massimi esponenti” del mondo del football ovvero calcio ovvero soccer, preparata come tutti sanno almeno per dieci anni, si è sgretolata in sole 24 ore.

Il “patto di sangue” di cui si parla nell’articolo qui sotto si è rivelato per quello che era: ovvero parole senza legami con la realtà. Come tante altre, come quelle che avete ascoltato nel video qui sopra.

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Ritorniamo a Lagarde: lei come tutti i suoi colleghi, racconta al pubblico, ma in modo particolare ai mercati finanziari, che “tutti siamo d’accordo sulla linea da seguire, e tutti siamo compatti e coesi, perché tutti siamo certi del risultato finale”.

Vedrete invece accadere sotto ai vostri occhi, in 24-48 ore, i mercati finanziari dimostreranno quanto vale quell’accordo, dimostreranno che non esiste alcun patto di sangue. Dimostreranno, al primo accenno di stress, che ognuno va per la sua strada.

Una minima parte dei portafogli titoli, oggi è costruita in modo tale da risultare gestibile in quella eventualità. Una minima parte degli investitori ha compreso quello che sta per accadere.

Proprio per questo, le conseguenze saranno inimmaginabili.

Chiudiamo il nostro Post riportando un articolo a firma Mario Sconcerti pubblicato dal Corriere della Sera lo scorso 22 aprile 2021. Ci ritroverete il tema 2della disperazione”, e altri spunti che lasciamo a voi di applicare nel modo migliore al vostro portafoglio di investimenti. Specie nel passaggio nel quale Sconcerti cita l’inflazione: il nostro tema quotidiano di discussione, nel 2021.

C’è una morale, una conseguenza gestibile, nel grande fallimento della Superlega? Qualcosa da cui si possa ripartire per un traguardo che possa costruire un futuro comune migliore? Direi di sì. La discussione, vista a posteriori, ha detto tre cose: la prima è che un accordo su qualcosa d’importante e meno grossolano tra grandi società europee si può comunque trovare. La seconda, è che siamo davanti alla conferma che i giovani si stanno interessando del calcio molto meno delle generazioni dei loro padri. La terza è che la Superlega è crollata in due giorni perché alla base non aveva un’idea industriale corretta, ma era spinta soprattutto dalla disperazione.

Questa disperazione va usata perché è di tutti e dimostra che nel calcio c’è un errore non più sostenibile. La soluzione non è fare un club privato di lusso e lasciare buone mance ai camerieri, la soluzione è rendere gestibile l’azienda collettiva. Lo sproposito è negli stipendi dei calciatori, cresciuti all’infinito per la voglia delle squadre di farsi concorrenza. L’asta continua provoca squilibri e necessita di mediazioni altrettanto costose. Si sono tentati accordi, nessuno ha retto. Ora si può riprovare, la situazione è matura, la disperazione aiuta, la gente ha capito. Serve il tavolo di una ventina di società, non di più, le altre centinaia operano su altri livelli. Organizzarlo sotto il mantello dell’Uefa sarebbe un ottimo nuovo inizio. Per trovare soluzioni al disincanto giovanile, bisogna rendersi conto che siamo davanti a un grande equivoco. Fino a 25 anni fa, si poteva vedere calcio solo negli stadi e solo quello della nostra squadra. Oggi tutti vedono tutto, il risultato elementare è l’inflazione. Più prodotto dai, più quel prodotto si svaluta. Il calcio vive da 20 anni solo dei soldi di chi lo inflaziona. È un giro vizioso che dobbiamo finalmente imparare a gestire. Detto questo non si può chiudere questa storia con un’intervista. Agnelli, Marotta, Gazidis, sono tesserati di un’associazione a cui sono affiliati e hanno lavorato per danneggiarla. Non si può fare. Non serve un processo dei vincitori, ma il rispetto del regolamento dove si parla di lealtà e correttezza, questo mi sembra necessario.

Mercati oggiValter Buffo
Come finirà? Esattamente come la Superlega (parte 2)
 
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Non è certo in un singolo Post che possiamo offrire al lettore una analisi di dettaglio dei dati economici che sono stati pubblicati in marzo ed aprile 2021. Né possiamo offrire al lettore un completo quadro previsionale per il 2021 in uno spazio limitato. Quel tipo lavoro, che noi aggiorniamo ogni settimana, è destinato al Cliente di Recce’d, ed è consegnato al Cliente ogni mattina con The Morning Brief e attraverso altre pubblicazioni di approfondimento.

Ovviamente, se non si dispone di un quadro previsionale aggiornatissimo, non ha senso investire, e non è possibile gestire un portafoglio di titoli azionari, obbligazionari eccetera.

Lo spazio del Post ci consente unicamente di offrire al Cliente alcuni spunti, spunti che poi il lettore può utilizzare, se lo ritiene, per approfondire per conto proprio.

Un argomento sul quale ogni investitore farebbe bene ad approfondire, e con massima urgenza, è quello del “boom economico”: quotidiani, settimanali e TV ci annunciano un vero e proprio “boom delle economie nel 2021”, e sono alimentati a far circolare questa “notizia” dalle pubblicazioni delle banche globali di investimento, del Fondo Monetario Internazionale, dell’OCSE ed ovviamente di tutte le Banche Centrali.

Tutti soggetti che, dal 2000 in avanti, si sono sbagliati di grosso, con le loro previsioni. E in modo regolare, anno dopo anno dopo anno. Cosa che ha costretto tuti loro a imbarazzanti “svolte ad U”. Documentate in modo ampio e dettagliato in questo Blog.

Tornano dla “boom economico del 2021”, vi è probabilmente sfuggito qualche particolare importante, se credete davvero che ci sia un “boom economico” nel vostro futuro.

Ad esempio, vi è forse sfuggito il particolare che vi viene raccontato sotto, nel grafico che segue, un grafico che vi racconta di un dato importantissimo arrivato dagli Stati Uniti lo scorso 15 aprile.

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Dice il commento al grafico qui sopra: “è da notare il fatto che NON ci sarebbe stato alcun banzo verso l’alto delle spese al dettaglio delle famiglie USA, se non ci fosse stata la pandemia”.

Vale la pena di fermarsi 30 secondi, e pensare al proprio portafoglio, ed ai propri investimenti. Ed alla vicenda della Superlega dei giorni scorsi. Avete capito bene? E’ stato scelto di “pompare2 a tal punto l’economia attraverso nuovo debito, da portare nell’immediato i livelli di spesa AL DI SOPRA Di quelli a cui si sarebbe probabilmente stati in mancanza di una pandemia globale.

Voi amici lettori, che cosa ne pensate? Siete felici? Anche pensando ai vostri risparmi? Anche guardando un po’ più in là del vostro naso?

Noi di Recce’d che cosa ne pensiamo? Naturalmente, ognuno può appiccicare al termine “boom economico” il significato che ritiene, o che gli interessa di fare vedere al proprio Cliente.

Se per boom economico volessimo intendere “boom dell’economia”, allora dovremmo intenderci sul fatto che una “economia in boom” è una cosa ben diversa da ciò che stiamo vedendo nei due grafici del Post (sopra ed anche qui sotto).

La differenza è la medesima che sicuramente non avreste difficoltà a riscontrare in casa vostra, nel momento in cui un vostro figlio, fratello o cugino vi confidasse di “essere diventato ricco” e poi voi scopriste che tutti quei soldi che ha speso li aveva semplicemente ricevuti in prestito.

Voi sicuramente spieghereste al vostro figlio, nipote o parente stretto che nel primo dei due casi lui sta sicuramente meglio di prima, mentre nel secondo caso sta molto peggio di prima.

Ad esempio: quelli che Mario Sconcerti, in un altro Post che pubblichiamo oggi, chiama “i disperati della Superlega” adesso lo hanno capito tutti benissimo, che da un debito enorme se ne esce solo facendo debiti ancora più enormi, oppure ridimensionando le pretese.

Semplice, no?

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Mercati oggiValter Buffo
Come finirà? Esattamente come la Superlega (parte 3)
 
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Masters of The Universe. si facevano chiamare così le banche di investimento globali prima della crisi del 2007-2009.

Grazie alla affezionata cura dei banchieri centrali, che sono loro amici, personali, oggi le banche globali di investimento all’apparenza sono più forti di prima.

Ma si tratta solo di apparenza: anche i grandi teams del football, ovvero del calcio ovvero del soccer, che si sono riuniti nella Superlega erano convinti di essere “i più grandi del Mondo”. Pensavano: senza di noi, il football non esiste, e noi abbiamo il controllo totale della situazione. Noi detteremo le regole.

Non funzionano così, le cose. Ed il calcio/football/soccer esiste anche senza quelle 12 squadre/teams. Non detteranno (almeno, non da sole) le regole.

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Lo stesso si può e si deve dire dei mercati finanziari. I mercati finanziari esistono, anche senza le Banche Centrali. Esistevano già prima. Ed esistono anche senza le JP Morgan, le Goldman Sachs e le Morgan Stanley: .esistevano già prima.

Quando i banchieri centrali vi raccontano di “avere tutto sotto controllo”, mentono: mentono perché non è vero, e mentono perché è impossibile.

Quando le banche globali di investimento vi dicono “ve lo spieghiamo noi dove andrà la Borsa nel 2021”, oppure il dollaro, oppure il prezzo del petrolio, ostentano una sicurezza che è spiegata dalle loro intenzioni commerciali (ovvero la tonnara, come abbiamo già illustrato di recente con i dati). La realtà è che loro (le Goldman Sachs, le Morgan Stanley, le UBS, le BNP Paribas, e tutte le altre, ne sanno meno di noi e di voi, e lo abbiamo documentato centinaia di volte in questo nostro Blog.

C’è poi anche la storia degli ultimi 20 anni dei mercati finanziari, a documentarlo. Basterà leggere.

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L’investitore che affidasse il suo portafoglio a questi “Masters of The Universe” deve ricordarsi che questi “Padreterni” spesso cambiano poi idea all’improvviso, come ci ricorda l’immagine qui sopra. E quando si sono costretti a fare marcia indietro, il danno ricade poi sulla testa del Cliente, e mai in capo alla banca.

Vista la attuale condizione dei mercati finanziari, un investitore che seguisse le indicazioni di queste grandi banche senza ragionare con la propria testa. farebbe sicuramente la medesima fine che ha fatti nel 2000-2003, oppure nel 2007-2009.

La consolazione che “tanto poi dopo il crollo tutto si riprenderà come fa sempre” è la più fragile delle illusioni: quando il castello di carte sarà crollato, questa volta non ci sarà alcuna Banca Centrale a rigonfiare la bolla. Le Banche Centrali hanno già speso tutto, ed anche oltre.

Noi, con questo post, vogliamo ricordare ai lettori che i tempi di questo “risveglio dal sogno” saranno identici a quelli della Superlega, nata e abortita entro le 24 ore: per i mercati finanziari, saranno cose di giorni, e non lunghi e lenti aggiustamenti di settimane, mesi ed anni.

Come è successo per la Superlega, chi oggi crede di essere il “Master of The Universe” si ritroverà all’improvviso di fronte al fatto che i mercati finanziari non credono più in lui e nelle sue parole.

Ci saranno situazioni nelle quale sarà impossibile “rinviare ancora”, e sarà impossibile “non rispondere”. Può aiutarvi a comprendere questo punto il breve articolo del settimane The Economist che abbiamo selezionato per voi e che viene riprodotto qui di seguito.

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The inevitable has begun. America’s consumer-price index (cpi) in March was 2.6% higher than a year earlier, when prices collapsed as the pandemic struck. The increase in inflation from 1.7% in February was the biggest rise since 2009, the last time the economy was recovering from a deep shock. Several more months of high numbers—by rich-world standards—are coming. The cpi could reach over 3.5% by May. On the separate price index used by the Federal Reserve, inflation will soon rise above the central bank’s 2% target.

The Fed is rightly unworried by cosmetically higher inflation that reflects what happened a year ago. Yet the central bank does have an inflation problem that will trouble it when the economic recovery produces sustained price pressures. A new monetary-policy framework it adopted in August dictates that it should push inflation temporarily higher than its target after recessions, to make up lost ground. The problem is that nobody knows by how much or for how long it wants inflation to overshoot after the pandemic. 

Mercati oggiValter Buffo
La tonnara 2021
 
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Non sappiamo che cosa pensa oggi del proprio portafoglio il Cliente dei vari Private banking, delle varie Reti, dei diversi robot advisors.

Non riusciamo a comprendere a che cosa sta pensando. Che cosa pensa di ricavare, dai suoi investimenti distribuiti dalla asset allocation, tra azioni globali ed obbligazioni globali.

Non sappiamo dire dove pensa di poter guadagnare. ma soprattutto non riusciamo a capire come pensa di difendersi, di proteggere il proprio patrimonio dai rischi.

Magari coi “ribilanciamenti”? Ci pare incredibile che oggi ci siano ancora investitori che credono a queste storielle.

Investitori che si fanno accompagnare per mano nella tonnara.

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La strategia di investimento 2021 di Recce’d aveva come primo tra i suoi diversi obbiettivi di portare i propri Clienti esattamente a questo punto dell’anno (e dei mercati) ed esattamente con il portafoglio che oggi i Clienti detengono.

Ma voi amici e lettori lo avete capito, a che punto siamo arrivati, alla metà di aprile 2021?

Ad esempio, avete ricevuto notizia di ciò che è scritto, e descritto, nel grafico qui sotto.

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Se non vi hanno informati, noi di Recce’d (come facciamo sempre) vi regaliamo delle informazioni utili, al proposito di un fatto di mercato importantissimo.

Lo facciamo con questo Post, ed in particolare con il grafico che avete visto qui sopra e poi con l’articolo che riproduciamo qui sotto.

Bank of America chief quant, Savita Subramanian, starts off her latest strategy note titled appropriately enough "Five Reasons To Curb Your Enthusiasm" with a question: why despite the recent upgrade of US GDP from BofA economists and why despite positive guidance from companies - which led BofA to also raise its 2021 EPS estimate - did the bank not change its year-end S&P price target of 3800, nearly 400 points below where the index is trading today?


Here is Subramanian:

Amid increasingly euphoric sentiment, lofty valuations, and peak stimulus, we continue to believe the market has overly priced in the good news. We remain bullish the economy but not the S&P 500. Our technical model, 12-month Price Momentum, has recently turned bearish amid extreme returns over the past year. We thus incorporate higher likelihood of 12m returns mean-reverting to “normal” levels by taking the weight down in our other models and raising the weight of our 12m price momentum model to 20% from 0%.


With that big picture view in mind, Subramanian then proceeds to list 5 reasons why - as the note is titled - investors should curb their enthusiasm but first makes some big picture observations, pointing out that while the correlation between returns and quarterly/annual earnings growth is low, at just 12%/22% - a host of other factors matter as well. Subramanian notes that while over the past month, only one of our five target models has grown more bullish on stocks (which is also based on earnings), the bank's 2021-22 EPS forecasts of $185 and $205 imply 2900-3200 on the S&P 500 based on the average forward P/E of 15.5x vs 20x-22x currently implied by today’s price level which is in the top ~90th %tile. Furthermore, and as we noted a few months ago, companies that beat on earnings in Q4 underperformed in the subsequent days to a level not seen since just before the dot com bubble burst, "suggesting the market was pricing in blowout earnings" and with record inflows into stocks in 1Q, such optimism has only accelerated. Translation: stocks are priced to absolute perfection and reality will most likely disappoint.

This brings us to the five reasons why according to Savita "blowout earnings =/= blowout market", and the prudent step here is to take some chips off the table, a conclusion even Goldman would agree with as the bank over the weekend reiterated that its own S&P year-end target of 4,100 isn't likely to change.

1. Sell Side Indicator < 1ppt away from euphoria: BofA's contrarian measure of Wall Street’s bullishness is <1ppt away from a “sell” signal.

As we noted last week, the last cycle when it was this close to a “sell” (May 07), the S&P dropped 7% over the next 12mths. As shown in the chart below, the indicator historically has tended to be a good predictor of subsequent returns.

Still, Subramanian hedges that she is not calling for a full-fledged bear market as just 58% of the bank's “Bear Market Signposts” have been triggered vs. 80%+ ahead of prior bear markets...

And in amusing twist, the BofA strategist says that in another measure of Wall Street bullishness: "we’re tied for last place among strategists’ forecast for the S&P 500."

2. S&P 500 valuation indicates paltry (2% p.a.) returns over the next decadeAs BofA notes, valuation is almost all that matters over the long-term (~80% explanatory power as shown in chart below).

With the increase in valuations in April, BofA calculates that this framework yields 10-yr price returns of just 2%/year (versus 5% in Nov., and 10% 10 years ago).

3. Outsized (2+ std dev) returns precede losses 75% of the time: The S&P 500 posted 12 month returns of +54% through March, marking the best 12m since 1936, the third highest on record, and 2.3 std. dev. above average.

This, needless to say, is abnormal: as Subramanian notesm two+ standard deviation moves have only happened four other times since 1928, with losses occurring over the next 12 months in three of the four cases (avg. next 12m ret. of -4%).

4. Fair Value model spits out S&P 500 3635: This is based on BofA's 2022 cyclically-adjusted earnings forecast of $173 and its equity risk premium (ERP) forecast of 425bp by year-end (vs. 398bp today) as 2H shifts to concerns about peak earnings and peak stimulus.

5. The Equity Risk Premium dropped below 400bps – a contrarian negative signal: This is only the third time since the global financial crisis that the ERP dropped below 400bps, according to BofA. Two prior instances were Jan 2018 (399bps) and Sep 2018 (394bps), after which the S&P 500 posted -10% and -20% peak-to-trough declines, respectively.

So what - if anything - should one buy according to BofA? According to Subramanian, pick "small over large, cyclicals over defensives, capex over consumption, stocks over bonds." Given Subramanian's positive outlook on economic and profits growth, plus the potential for a big recovery in capex, she prefers "areas tethered to GDP and capex."

Se voi, amici lettori, non eravate informati di questi recentissimi sviluppi, e se in particolare sui cinque punti citati qui sopra il vostro amico (che sia promotore finanziario, oppure consulente, oppure wealth manager, oppure private banker, oppure family banker) non vi ha fornito neppure una minima informazione, allora farete bene a chiamarlo subito, già domani lunedì, e capire che cosa ne dice, lui, dei cinque punti citati nel testo che avete letto più sopra.

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Con l’occasione, potete a quel punto aggiungere qualche domanda anche suil grafico che segue qui sotto, e sul secondo articolo che Recce’d vi propone in lettura, più in basso in questo medesimo Post.

Come abbiamo più volte messo in evidenza, in Post precedenti delle ultime settimane, rimane ad oggi del tutto incomprensibile la ragione per la quale, a fronte di una raccolta di dimensioni che non hanno precedenti dei Fondi Comuni Azionari, le Borse globali fino a questo punto dell’anno siano salite soltanto dell’8% nel 2021.

Incomprensibili anche le ragioni per le quali gli investitori finali abbiano riversato tutti quei soldi in Borsa: fino a prova contraria, si investe per guadagnare. Che cosa pensano di guadagnare, tutti questi investitori, dalle Borse nel 2021? E sulla base di quali scenari, di quali motivazioni?

Come insieme abbiamo visto e commentato, in più occasioni tra il 2007 ed oggi, anche qui nel Blog, il modo nel quale si muove l’industria del risparmio è sempre il medesimo: portare tutti dentro, attirare tutti gli investitori nella rete, per poi … annunciare a tutti che non c’è più nulla da guadagnare.

E’ la tecnica della tonnara: prima tutti dentro alla rete, e poi si va di fiocina.

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Quietly, one bank after another is telling its clients that the music is about to end.

It started with Morgan Stanley, whose chief equity strategist Michael Wilson over the weekend said that while the S&P 500 has continued to make new all-time highs, "underneath the surface, there has been a noticeable shift in leadership which could be telling us something about the reopening that may not be obvious." More specifically, the Russell 2000 small cap index has underperformed the S&P 500 by 8% since peaking on March 12. While this follows a period of historically strong outperformance, when relative strength like this breaks down, Wilson said that he has taken notice. Furthermore, some of the cyclical parts of the equity market we have been recommending for over a year are starting to underperform, while defensives are doing a bit better. If that weren’t enough, indices of IPOs and SPACs have underperformed by 20% and are both down for the year.

But wait, there's more: as the once most bullish Wall Street analyst warned, the breakdown of small caps and cyclicals is "a potential early warning sign that the actual reopening of the economy will be more difficult than dreaming about it" as small caps and cyclicals have been stellar outperformers over the past year. In essence, they were discounting the recovery and reopening that we are about to experience. However, "now we must actually do it and with that comes execution risk and potential surprises that aren’t priced."

And here a big problem emerges: while policymakers have provided tremendous support for the economy with both monetary accommodation and fiscal stimulus, the lockdowns have reduced supply, destroying it in some casesand sending prices soaring while hammering profit margins.

As a result, we are now seeing evidence of supply shortages in everything from materials and logistical support to labor. The punchline is that 1Q earnings season may bring bad news on costs and margins, particularly with respect to 2Q outlooks. We’ve been writing about this risk for weeks and believe it will be idiosyncratic in how it plays out, with some companies executing well while others don’t.

Meanwhile, the underperformance in IPOs and SPACs is to Wilson "a signal that the excessive liquidity provided by the Fed is finally being overwhelmed by supply" who ominously notes that his experience is that "when new issues underperform this much, it’s generally a leading indicator that equity markets will struggle more broadly." When combined with the fact that leverage in the system is very high, it could spell more trouble for riskier, more speculative investments, he concludes.

Morgan Stanley's concern was repeated by Bank of America whose chief quant and equity strategist Savita Subramanian today published a piece titled "Five Reasons To Curb Your Enthusiasm" in which she said that "amid increasingly euphoric sentiment, lofty valuations, and peak stimulus, we continue to believe the market has overly priced in the good news. We remain bullish the economy but not the S&P 500."

She then listed 5 reasons why stocks are priced to absolute perfection and reality will most likely disappoint, including: i) the bank's sell side Indicator < 1ppt away from euphoria; ii) S&P 500 valuation indicates paltry (2%) returns over the next decade; iii) Outsized (2+ std dev) returns precede losses 75% of the time; iv) BofA's Fair Value model spits out S&P 500 at 3635, v) the Equity Risk Premium dropping below 400bps – this is only the third time since the global financial crisis that the ERP dropped below 400bps, and the two prior instances were Jan 2018 (399bps) and Sep 2018 (394bps), after which the S&P 500 posted -10% and -20% peak-to-trough declines, respectively.

Bottom line: while an amused Subramanian jokingly notes that in another measure of Wall Street bullishness: "we’re tied for last place among strategists’ forecast for the S&P 500", she is quite happy with her year-end S&P500 target of 3,800, some 9% below today's closing price.

And now a third bank has joined the ominous chorus. In a recent note from Deutsche Bank's chief equity strategist Binky Chadha, "When Growth Peaks", he writes that historically, qquities have traded closely with indicators of cyclical macro growth such as the ISMs (correlation 73%), and growth (ISM) typically peaks around a year (10-11 months) after recession ends, "right at the point we would appear to be."

As a result, "very near term", Deutsche Bank expects equities to continue to be well supported by the acceleration in macro growth, and see buying by systematic strategies and buybacks driving a grind higher, however, the bank also now expects a "significant consolidation (-6% to -10%) as growth peaks over the next 3 months."

The chart below shows a strong correlation between the ISM and equities and the simplified view is that when the ISM peaks a correction is likely. As noted above, Binky’s team has identified 36 peaks in the ISM in the post-WWII period. Two-thirds of these peaks (24) were an inverted-V shape, while the rest (8) saw the ISM stop rising and flatten out at an elevated level.

Excluding episodes of a declining ISM that eventually ended in recessions, which currently appears unlikely and which led to far lower stock prices anyway, the S&P 500 sold off around these growth peaks by a median of -8.4%. But even episodes which saw the ISM flatten out rather than fall, saw a median -5.9% sell-off.

Finally, and perhaps most importantly, in terms of timing the sell-off began a median 2 weeks after the peak in the ISM and lasted for a median of 6 weeks.

Although using historical experience as a guide argues for a near -6% pullback if growth flattens out near the peak, given positioning is unusually elevated so early in this expansion, Binky thinks the correction could be materially larger than average and in the 6-10% range.

The good news is that with that hiccup out of the way, things return back to normal, and after this correction, the DB strategist says that "the ongoing strong growth means that equities will rally back" and later in the year the risks are mostly based around inflation and the Fed’s response. 

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Mercati oggiValter Buffo
Effetto Draghi 2021 (parte 4)
 

A differenza del vostro private banker, del vostro wealth manager, del vostro promotore finanziario, Recce’d ha parlato pochissimo di Draghi con i propri Clienti. Ne abbiamo scritto poco anche qui nel Blog.

A distanza di due mesi e mezzo dalla notizia del suo incarico, si possono però già ricavare le prime conclusioni.

Il cambio di passo, che ci era stato annunciato, descritto ed enfatizzato da tutta la stampa quotidiano, non c’è.

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Nonostante questa mancanza di un cambio di passo, il tono celebrativo della stampa italiana, e dei media italiani più in generale, non cambia.

Ne avete un esempio qui sopra: toni celebrativi che continuiamo a giudicare ridicoli, e più adatti alla Romania di Ceaucescu che all’Italia del 2021. Almeno, a nostro parere.

Quello che però ci incuriosisce maggiormente, e che ci tocca più da vicino, è la totale assenza di articoli celebrativi sui temi dell’economia e della finanza.

Zero: neppure un articolo sull’effetto Draghi: e se ce ne siamo perso qualcuno, per cortesia voi lettori siamo certi che ce li segnalerete.

Sarà forse perché, dall’insediamento di Draghi ad oggi i prezzi dei Titoli di Stato sono scesi, e non saliti?

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Per nessuna ragione al Mondo un investitore italiano deve dimenticare il titolo del Corriere della Sera di due mesi fa, che riproponiamo qui sotto.

Come guadagnare il 14% con i Titoli di Stato?

E la CONSOB, sempre così puntigliosa, non legge neppure la prima pagina del Corriere? E ha nulla da dire?

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E cosa dire poi della Borsa di Milano? La Borsa di Milano è salita, negli ultimi due messi e mezzo: ma voi amici lettori come vi spiegate che la Borsa di Milano è salita MENO degli altri indici di Borsa in Europa?

Noi di Recce’d segnaliamo questa cosa per aiutare voi amici lettori a capire come funzionano i meccanismo della comunicazione in materia di investimenti.

Ci starebbe anche un’analisi politica, della vita politica in Italia: ma non ne abbiamo il tempo, né le qualità necessarie. chiederemo come abbiamo fatto nel passato a qualificati esponenti del mondo politico di fornirci i loro contributi, da mettere poi a disposizione dei Clienti in esclusiva.

Tornando invece ai mercati finanziari,, la conferma che il cambio di passo non c’è stato ci arriva anche dall’estero: i nostri corrispondenti di Londra, di New York e di Tokyo ci riferiscono di una totale freddezza degli operatori di mercato verso il Governo Draghi.

A questo si aggiunge che alcune delle più recenti dichiarazioni del Capo del Governo hanno suscitato forte perplessità, perplessità ben rappresentata dalla fotografia nell’immagine che segue.

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Mercati oggiValter Buffo