Geopolitica 2025 e investimenti 2025
 

In questo Post, faremo un po’di pubblicità gratuita al Corriere della Sera. Gratuita: Recce’d non riceve nulla in cambio.

Del Corriere della Sera, abbiamo spesso evidenziato alcune azzardate affermazioni sulla gestione del portafoglio, come quelle dell’immagine qui sotto (ed anche oggi, continuiamo a non capirne il senso).

Abbiamo inoltre in più occasioni denunciato la pratica insistita di pubblicità occulta a favore dei BTp emessi dal Tesoro italiano: quasi come se il Corriere della Sera, schierandosi sempre e comunque a favore dei BTP (anche quando rendevano lo 0,50% a scadenza i toni erano esattamente uguali a quelli di oggi, come ricordano tuti) privilegiasse l’interesse del Tesoro rispetto all’interesse dei propri lettori.

Oggi invece, parliamo del Corriere della Sera per esaltarne alcune scelte.

In particolare, ne parliamo perché la linea editoriale (in modo particolare, per ciò che riguarda da vicino Recce’d e gli interessi degli investitori) è cambiata.

Noi riteniamo che NON si sia trattato di una libera scelta.

La nostra opinione è che sono stati i fatti, a costringere il Corriere della Sera a questo cambio di linea editoriale.

Noi investitori veniamo da cinque, pessimi, anni nei quali è prevalsa la cosiddetta “stupidera”, per ciò che riguarda la gestione del risparmio e gli investimenti e la gestione del portafoglio,

Sono stati cinque anni in cui i tutto andava “sempre e comunque bene”, tutto andava letto con gli occhi dell’ottimismo, e nei quali il Corriere della Sera insieme a tutti gli altri media ha volontariamente alimentato e gonfiato la più grande bolla di ogni tempo (prima, dei Titoli di Stato, e poi dopo il 2022 delle Borse).

Come tutti vedono oggi il Corriere ha scelto un atteggiamento più critico e più analitico, e decisamente più utile per i propri lettori. I fatti hanno costretto il maggiore quotidiano nazionale a smetterla di ripetere che

“sui mercati finanziari il rischio non esiste più, è stato eliminato: e questo perché va tutto benissimo, e più debito facciamo e meglio stiamo, e le Banche Centrali controllano tutto, e non si può che essere ottimisti”.


Chi si era opposto a questa linea, negli anni precedenti, veniva accusato di pessimismo di maniera, di cercare di farsi notare, di fare il bastian contrario per differenziarsi, di volere alimentare la paura, ed altre assurdità.

Oggi, nel marzo del 2025, il Corriere della Sera annuncia invece ai propri lettori che siamo in una Nuova Era e che c’è un cambio di paradigma. Unito ad un nuovo ordine mondiale (immagine sopra). E tutto questo, come si dice in gergo, “alimenta l’incertezza”. E l’incertezza, si sa, non fa bene ai mercati finanziari.

Al tempo stesso, l’incertezza esiste. E noi, sul sito di Recce’d, lo ripetiamo da sempre, ed in particolare dal 2022 fino ad oggi.

Ovviamente, per la gestione del portafoglio, per la asset allocation e per la strategia di gestione, questo significa che

“il rischio esiste, non può e non deve essere ignorato quando si gestisce il proprio risparmio”.

Ma al tempo stesso ci dice, e vi dice, che

era una colossale stupidaggine affermare che aumentando il debito si risolve ogni problema.

Come Recce’d ha scritto, ed ha dimostrato, dopo il 2022, aumentare il debito (pubblico e privato) è sempre un errore: un errore che ha assunto negli ultimi anni dimensioni non solo abnormi ma pure assurde, ed ingiustificabili. Delle quali sono responsabili da un lato i Governi e dall’altro anche i Mario Draghi, le Christine Lagarde, i Jay Powell e le Janet Yellen di questo Mondo. Personaggi si sono mossi in modo spregiudicato, azzardato, poco e mal calcolato, mettendo così in discussione il futuro di tutti noi.

E tutto quel nuovo debito dove ci ha portati? Al Nuovo Ordine Mondiale di cui all’immagine sopra. Chi ci ha guadagnato, e quanto, a vostro parere, amici lettori?

Avete già fatto i vostri calcoli amici lettori?

Voi sarete tra quelli che guadagnano oppure che perdono, nella nuova Era, sotto il nuovo paradigma, nel Nuovo Ordine mondiale?

Dato il vostro attuale portafoglio, la vostra asset allocation , la vostra strategia di investimento, come siete messi oggi? Bene o male?

Vi suggeriamo di fare un lavoro di analisi, una analisi molto approfondita del vostro attuale portafoglio, e delle prospettive dei mercati finanziari internazionali nel Nuovo Ordine mondiale.

Perché non sono le medesime prospettive di prima. Quel Mondo là, oggi non c’è più.

E soprattutto: vi avevano raccontato, per anni ed anni: la stupida favoletta secondo la quale “il debito non conta più nulla”. Oggi per tutti è chiaro che il debito cambia la Storia, la Storia con la “s” maiuscola.

Come Recce’d aveva detto e ripetuto, anche negli ultimi mesi. Noi infatti ne abbiamo già scritto: in particolare

  1. già il 30 novembre scorso, noi di Recce’d abbiamo anticipato gratuitamente a tutti i lettori il tema di investimento che oggi trattiamo;

  2. il 7dicembre Recce’d in un Longform’d spiegava nel dettaglio il perché oggi per un investitore tutta intera l’America è una gigantesca bolla

  3. il 14 dicembre il nostro Post ha anticipato alcuni aspetti del tema che ritrovate oggi nel nuovo Post che state leggendo; tema che è diventato adesso, anche per la Amministrazione Trump (e quindi anche per il Corriere della Sera) il tema centrale

  4. il 21 dicembre abbiamo fornito attraverso il nostro Post concrete indicazioni su come importare la strategia di gestione del portafoglio per il 2025 ordinando per importanza i fattori decisivi

  5. il 28 dicembre il nostro Post abbiamo offerto a tutti i lettori il nostro classico “reality check” aggiornato alla fine del 2024 alla luce dei dati e dei fatti che commentiamo in questo Post

  6. il 31 dicembre (Longform’d) abbiamo spiegato per quale ragione … ne è valsa la pena, di aspettare il 2025

  7. ed il giorno 1 gennaio 2025 il nostro Post ha illustrato il grande lascito del 2024 per tutti noi investitori

Oggi, della centralità del debito potete leggere anche sul Corriere della Sera, e in prima pagina.

Il Corriere della Sera dice che è il debito il fattore che sta ridisegnando la geopolitica internazionale.

Ed è quindi il fattore che ridisegna le prospettive, i futuri rendimenti, ed i futuri rischi, per i mercati finanziari.

E quindi anche per ognuna delle componenti della vostra attuale asset allocation, e di ognuna delle decisioni che avete preso, ed intendete prendere per la gestione del vostro risparmio.

Se la vostra analisi, fino a qui, è stata estremamente superficiale (quella suggerita dal vostro financial advisor, che pensa prima di tutto alle retrocessioni che riceverà) noi vi suggeriamo di approfondire.

E vi aiutiamo in modo concreto.

Qui di seguito, trovate una articolo pubblicato pochi giorni fa proprio dal Corriere della Sera. Il titolo lo avete già letto sopra nell’immagine. E mette il debito al centro di ogni cosa. Leggendo l’articolo, capirete subito che anche per le vostre scelte di investimento, e per la gestione del vostro portafoglio titoli, oggi il debito sta al centro di tutto.

Siete già in ritardo, e di molto: ma non è mai troppo tardi, come insegnò in TV il Maestro Manzi.

Troverete un approfondimento proprio degli argomenti dei quali si occupa questo articolo nel libro che noi di Recce’d stiamo completando e che verrà pubblicato nel corso del 2025.

Nel vostro interesse: se non avete ancora compreso, con un certo livello di dettaglio, ciò di cui il Corriere della Sera scrive in questo articolo che segue, vi conviene di NON effettuare alcuna scelta per ciò che riguarda il vostro risparmio, e cercare subito l’aiuto di qualcuno disposto a mettersi al vostro fianco ed aiutarvi a comprendere la realtà intorno a voi.

Un qualcuno però che vi aiuti in modo professionale, e non allo scopo di mettersi in tasca le retrocessioni. Un professionista onesto, uno capace di spiegarvi che, nel vostro interesse, voi non dovete uscire da un Fondo Comune oppure una GPM e subito rientrare in un’altra GPM oppure un altro Fondo Comune.

Lui, il vostro promotore finanziario, il vostro financial advisor, il vostro private banker, il vostro wealth manager, lui in quel caso, ci perderà le retrocessioni delle commissioni che voi pagate. Voi, all’opposto, ci guadagnerete.

Il termine isolazionismo forse si applicava al Trump Uno, mentre è del tutto inadeguato a descrivere la politica estera del Trump Due: i ribaltamenti repentini nelle alleanze, suggeriscono ad alcuni osservatori l’idea di un G3, consentono a Putin di accarezzare il suo sogno di una Nuova Yalta (spartizione del mondo in aree di influenza), in Cina hanno generato la metafora dei Tre Regni. Addio all’idea di Biden di una crociata del mondo libero contro le autocrazie, all’ordine del giorno c’è un grande compromesso storico. Due autorevoli studiosi di storia e di geopolitica ci aiutano a capire quale logica può ispirare oggi la nuova Dottrina Trump. Il primo sottolinea una forte rottura col passato e la spiega con una teoria del debito; il secondo al contrario sostiene che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, e quanto sta facendo Trump ha molti precedenti nella storia Usa (con esiti talvolta brillanti, talvolta meno).

Il primo è lo storico di origine scozzese Nial Ferguson, grande esperto delle vicende degli imperi del passato, oggi docente alla fondazione Hoover presso l’università di Stanford in California. Ferguson riprende, con ricchezza di dati attuali e paragoni storici, la tesi resa celebre da un altro storico britannico, Paul Kennedy: gli imperi muoiono per «overstretching», iper-dilatazione delle spese militari che portano al collasso finanziario. Ma Ferguson propone una sua variante aggiornata. Gli imperi secondo lui muoiono quando il peso del debito pubblico (rimborso degli interessi e del capitale) supera quel che riescono a spendere per difendersi. L’America ha appena varcato questa soglia.

Questo fra l’altro mette in una luce nuova il tentativo di Elon Musk (attraverso il suo Dipartimento dell’Efficienza governativa o DOGE) di tagliare dell’8% perfino il bilancio del Pentagono. La Dottrina Trump, puntando a un grande accordo con Russia e Cina, consentirebbe di alleggerire almeno in parte le responsabilità militari degli Stati Uniti. Ecco, qui di seguito, alcuni passaggi dell’analisi di Ferguson, apparsa in una versione sul Wall Street Journal del weekend scorso: 

«Gli economisti hanno a lungo cercato invano una soglia che definisca quanto debito sia troppo. La mia formulazione focalizza l’attenzione sulla cruciale relazione storica tra il servizio del debito (interessi più rimborso del capitale) e la sicurezza nazionale (spese per la difesa, inclusi investimenti in ricerca e sviluppo). La soglia cruciale è il punto in cui il servizio del debito supera la spesa per la difesa, dopo il quale le forze centrifughe dell’onere aggregato del debito tendono a indebolire la presa geopolitica di una grande potenza, rendendola vulnerabile a sfide militari. 

La cosa sorprendente è che, per la prima volta in quasi un secolo, gli Stati Uniti hanno violato la Legge di Ferguson lo scorso anno. La spesa annua per la difesa—più precisamente, le spese di consumo per la difesa nazionale e gli investimenti lordi—è stata di 1.107 miliardi di dollari nel 2024, secondo il Bureau of Economic Analysis (BEA), mentre la spesa federale per il pagamento degli interessi (il governo ha rinunciato da tempo a rimborsare il capitale) ha raggiunto 1.124 miliardi di dollari. Queste spese possono essere espresse anche come percentuali del prodotto interno lordo. 

L'Ufficio del bilancio del Congresso (CBO), che utilizza una definizione più ristretta di spesa per la difesa rispetto al BEA, la colloca al 2,9% del PIL per lo scorso anno. I pagamenti netti degli interessi (al netto degli interessi ricevuti dalle obbligazioni detenute dalle agenzie governative) ammontavano al 3,1%. Non abbiamo visto nulla di simile dall’era dell’isolazionismo. Tra il 1962 e il 1989, la spesa per la difesa degli Stati Uniti è stata in media del 6,4% del PIL; il servizio del debito era meno di un terzo di tale valore, pari all'1,8%. Anche dopo la fine della Guerra Fredda, il governo federale ha continuato a spendere in media circa il doppio per la sicurezza nazionale rispetto agli interessi sul debito.

Il fatto che gli Stati Uniti siano attualmente proiettati a spendere una quota crescente del loro PIL per i pagamenti degli interessi e una quota decrescente per la difesa significa che il potere americano subisce più restrizioni di bilancio di quanto la maggior parte delle persone si renda conto. Entro il 2049, secondo l’ultima proiezione di bilancio a lungo termine del CBO, i pagamenti netti degli interessi sul debito federale saranno saliti al 4,9% del PIL. Se la spesa per la difesa manterrà la sua quota recente della spesa discrezionale, ammonterà alla metà di quella percentuale del PIL. Non vi è inoltre alcuna reale possibilità che la spesa per la difesa aumenti drasticamente. Poiché tale spesa è discrezionale, deve essere stanziata dal Congresso ogni anno, a differenza della spesa per i programmi di Welfare (che è obbligatoria) e dei pagamenti degli interessi (la cui mancata corresponsione equivarrebbe a un default). Anzi, è probabile che i vincoli di bilancio esercitino una pressione al ribasso sulla spesa per la difesa nei decenni a venire».

Lo storico Ferguson conclude con quei paragoni nei quali è un maestro: illustra una serie di parallelismi fra l’America di oggi e gli Asburgo di Spagna, l’impero ottomano, la monarchia borbonica (quella francese), l’Austria-Ungheria, e i meccanismi che portarono alla decadenza di quei regimi.

Un suo collega di studi storici, nonché esponente del pensiero conservatore della «realpolitik» influenzato dal pensiero di Henry Kissinger, è Walter Russell Mead. Anche lui descrive una logica perfettamente razionale dietro ciò che Trump sta facendo in politica estera. Però è una versione assai meno pessimista rispetto a Ferguson. Inoltre Mead elenca gli elementi di continuità fra il Trump Due e altre fasi della politica estera statunitense, ivi compreso sotto presidenti democratici. Ecco questa variante positiva – s’intende positiva per l’America, non per gli europei – della Dottrina Trump secondo Mead.

«La scorsa settimana, mentre Donald Trump ha quasi fatto saltare in aria l’alleanza transatlantica, i soliti allarmisti che hanno lamentato ogni fase dell’ascesa del presidente si sono scatenati, tanto eloquenti quanto inevitabilmente inutili. Anche i sotenitori del mondo MAGA di Trump si sono fatti sentire, esaltando l’audace originalità di un uomo le cui presunte mosse di scacchi in 3D infrangono tutte le regole. Sia i sostenitori che i detrattori omettono che la politica di Trump nei confronti della Russia è, per molti aspetti, nella tradizione. Come Gerhard Schröder e Angela Merkel, il presidente vuole andare oltre le differenze politiche e ideologiche con Mosca per sviluppare legami economici reciprocamente vantaggiosi. Come Barack Obama, crede che l’antagonismo tra Stati Uniti e Russia sia un’eco anacronistica della Guerra Fredda. 

Come Joe Biden, Trump vuole «parcheggiare» la Russia: evitare il dolore, la difficoltà e i costi di un confronto con Mosca stabilendo una sorta di accordo di lavoro con essa. La sostanza delle proposte di Trump alla Russia—accettare guadagni territoriali offrendo al contempo un’assistenza alla sicurezza inadeguata all’Ucraina—è l’approdo a cui probabilmente anche Biden e i suoi principali alleati europei sarebbero finiti. È così che George W. Bush, Obama, Merkel e Biden hanno trattato le azioni della Russia contro la Georgia nel 2008 e l’attacco del 2014 all’Ucraina. Ma ci sono differenze tra le vecchie e le nuove politiche verso la Russia. Mentre i suoi predecessori usavano una dura retorica anti-russa e sanzioni simboliche per mascherare il loro pragmatismo arrendevole, Trump vuole mandare a Vladimir Putin dolci e fiori. Per Trump, trattare Putin con «rispetto»—come direbbe Tony Soprano—è la strada per una relazione stabile e improntata agli affari con i russi. Se questo approccio non è una soluzione completa al problema della Russia per gli Stati Uniti, non è nemmeno del tutto sbagliato. Se vuoi che qualcuno parcheggi nella tua strada, non gli lanci addosso escrementi di cane. 

C’è di più. Nella visione di Trump, i paesi europei non si sono semplicemente rifiutati di aumentare le spese per la difesa su richiesta degli Stati Uniti. Guidati dalla Germania, hanno colto ogni opportunità per commerciare con la Russia, anche quando questo commercio indeboliva la sicurezza europea e rafforzava Mosca. La vecchia politica americana ha costretto gli Stati Uniti a implorare Berlino di smettere di minare la propria sicurezza facendo affidamento sull’energia russa. Il team Trump vuole ribaltare questa dinamica.

Poiché la Russia è più vicina alla Germania e presumibilmente una minaccia maggiore per essa che per gli Stati Uniti, dovrebbe essere la Germania a farsi carico della propria sicurezza, mentre gli Stati Uniti stabiliscono stretti rapporti commerciali con un paese che non li minaccia direttamente. In un mondo ben governato, secondo il team Trump, dovrebbe essere la Germania a supplicare gli Stati Uniti di evitare accordi commerciali con la Russia che minano la sicurezza europea, non il contrario. Il percorso di Trump è dirompente e rischioso, ma internamente coerente.

Offrire alla Russia una partnership economica con gli Stati Uniti, abbandonare la campagna ideologica contro di essa e ridurre il ruolo dell’America nella NATO possono essere visti come sforzi per raggiungere l’obiettivo di lungo termine dell’Occidente: neutralizzare la Russia o persino arruolarla contro la minaccia maggiore rappresentata da Pechino. L’approccio Trump riecheggia le idee che l’allora Segretario al Commercio Henry Wallace espose al presidente Harry S. Truman in una lettera datata 23 luglio 1946. Wallace sosteneva che la diffidenza di Joseph Stalin verso l’Occidente derivava da un senso di difesa accumulato in oltre mille anni di invasioni e minacce straniere. Contenere Mosca costruendo alleanze attorno ad essa avrebbe solo approfondito la paranoia di Stalin e aumentato la sua ostilità.

La soluzione, secondo Wallace, era conquistare la fiducia del Cremlino ritirandosi dalle aree contese, accettando le proposte sovietiche per garantire la loro sicurezza, ignorando l’ostilità americana verso il sistema sovietico, offrendo la possibilità di una profonda partnership economica e promuovendo il commercio bilaterale. Il diplomatico George Kennan, architetto della strategia americana di contenimento della Guerra Fredda, riteneva che Wallace sbagliasse. Kennan sosteneva che relazioni stabili e improntate agli affari con Mosca fossero possibili, ma solo dopo che Stalin avesse realizzato che l’Occidente poteva e avrebbe resistito con successo ai suoi tentativi espansionistici. La distensione poteva seguire il contenimento, ma non sostituirlo.

Ci sono chiari rischi nella politica di Trump ispirata a Wallace. Gli europei, inclusi alcuni storicamente molto filo-americani, non perdoneranno né dimenticheranno presto le offese del team Trump alla loro dignità e le minacce alla loro sicurezza. Putin potrebbe benissimo accettare tutte le concessioni che Washington gli offre e poi rafforzare sia la sua alleanza con la Cina sia la sua aggressione in Ucraina. Il Giappone vede l’atteggiamento sprezzante di Trump nei confronti degli alleati europei di lunga data come una minaccia alla propria sicurezza. Alla fine, Henry Wallace si pentì della sua ingenuità negli anni ’40. Vedremo come finirà per Donald Trump». 

Valter Buffo
Che cosa fate voi adesso? Che cosa facciamo noi? Che cosa fanno gli altri?
 

Ansia, incertezza e preoccupazione.

Oggi è questa la sensazione dominante tra gli investitori.

Per quale ragione? Molto semplice: mesi fa, sembrava tutto chiarito. Lo avevano raccontato a chiare lettere tutte le banche internazionali (da UBS a JPMorgan, da BNP Paribas a Goldman Sachs, da Morgan Stanley a tutte le altre).

Adesso, però, persino Goldman Sachs è “preoccupata”

Mesi fa, facendo l’abituale lavoro di copia&incolla, le Reti di promotori finanziari italiane (per citare le più note, Mediolanum, Fineco, Generali, Allianz, e Fideuram) diligentemente avevano ripetuto tutte quelle belle cose delle banche internazionali ai loro Clienti. Mesi fa, erano tutti “ottimisti”. Mesi fa, nessuno era “preoccupato”.

Purtroppo, quello che a voi raccontavano a inizio anno non era vero, per niente. E così, a fine febbraio, ci ritroviamo qui, a leggere questi numeri (grafico sotto).

E per moltissimi investitori (fai-da-te e clienti delle Reti di promotori finanziari) è impossibile capire.

A fine febbraio, siamo tutti qui a vedere che l’indice di Borsa più chiacchierato al Mondo, l’indice dal quale tutti gli altri indici al Mondo prendono la direzione, oggi vale proprio quanto valeva il giorno dopo l’elezione di Donald J. Trump alla Presidenza.

(E quei recenti rialzi visti in Europa, dirà qualcuno? Non fatevi distrarre, e non date importanza: Questo è il nostro suggerimento: perché senza la Borsa americana, le Borse europee non si reggono in piedi. Lo abbiamo scritto sei giorni fa, nel Post del nostro Blog che precede quello che state leggendo ora).

Come fare, in situazioni come questa, a gestire con successo i propri risparmi? A fare performance?

Come si fa, in situazioni come queste, a generare un rendimento dal proprio portafoglio di investimenti finanziari?

Noi, in Recce’d, abbiamo attraversato fasi come queste (all’apparenza, di immobilismo; sotto la superficie, di una devastante tensione) in numerosi occasioni, e sempre con successo per i nostri portafogli modello ed i nostri Clienti.

Noi, che cosa stimo facendo, in queste settimane?

Quello che stiamo facendo, e perché lo stiamo facendo, lo scriviamo ogni mattina, nel nostro quotidiano The Morning Brief.

E voi, lettori, invece, che cosa state facendo dei vostri risparmi?

Avete rivalutato le vostre attuali posizioni? Quali operazioni avete fatto nel 2025? Quale operazioni state per fare? Quali sono gli obbiettivi che puntate a raggiungere, con il vostro portafoglio? E su quale scenario avete fondato le vostre scelte?

Il servizio di Recce’d fornisce, ad ogni Cliente, una risposta a queste domande: e non ogni tre, quattro, sei mesi, ma ogni mattina, reagendo immediatamente ad ogni nuova reazione ed informazione.

Il che, ovviamente, non significa che in Recce’d facciamo operazioni ogni giorno: ma deve essere chiaro (anzi chiarissimo) che anche NON fare è una decisione. E va aggiornata ogni giorno: proprio perché il Mondo cambia ogni giorno.

In alcuni periodi, anche con grandissima rapidità, come nell’ultima settimana abbiamo fatto notare alla pagina TWIT - TWOO del nostro sito.

Noi gratuitamente forniamo ai nostri lettori, ogni giorno informazioni selezionatissime, e supporti concreti alle scelte presenti e future sui portafogli di asset finanziari. Attraverso il sito, alla pagina TWIT - TWOO, alla pagina NEL MOTORE DELLA PERFORMANCE, ed alla pagina MERCATI. In più ovviamente trovate sul sito questi nostri approfondimenti alla pagina BLOG.

Oggi, e proprio perché siamo consapevoli dell’ansia, della confusione, e della preoccupazione che dominano le menti degli investitori che NON sono Clienti di Recce’d, vi regaliamo utili indicazioni pratiche per la gestione del vostro risparmio.

Chiariamo subito: questo Post NON presenta le nostre scelte operative per i portafogli modello. Quelle, sono di eslcusiva proprietà dei nostri Clienti.

Di immediatamente utile però, trovate il racconto (molto sintetico) di ciò che stanno facendo altri investitori. Gestori di portafoglio grandi, reputati e di successo.

Gestori di portafoglio che, come vedrete, stanno muovendosi. E si muovono … un po’ come noi di Recce’d, sui portafogli modello ed in modo particolare sulle Borse.

I due famosi gestori di portafoglio che vi racconteranno qui che cosa stanno facendo sono Steven Cohen e Warren Buffett. Entrambi, li avete già conosciuti: ve li ha presentati proprio Recce’d, qui nel Blog.

Leggiamo qui di seguito le dichiarazioni di Steve Cohen dello scorso 28 gennaio: vi suggeriamo di fare la massima attenzione a come vengono motivate, da Steve Cohen, le sue scelte di portafoglio.

MIAMI, 28 gennaio (Reuters) - Il fondatore di Point72 Asset Management, Steven Cohen, ha dichiarato martedì che si aspetta che il mercato azionario raggiunga presto un picco tra la pressione inflazionistica e le incertezze sulle politiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in materia di tariffe e immigrazione.

Trump ha minacciato di imporre una tariffa universale sui beni importati dall'estero e altri mirati a settori o paesi specifici, mentre sul fronte dell'immigrazione ha lanciato una repressione radicale delle frontiere.

Tali misure "rallenteranno effettivamente la crescita, non la aumenteranno nel 2025" e renderanno più difficile per la Federal Reserve affrontare l'inflazione, ha affermato Cohen alla conferenza sugli investimenti iConnection, a Miami.

"Non penso che sia un gran contesto. Nel 2025, mi aspetto che i mercati raggiungano il picco nei prossimi due mesi", ha affermato Cohen, aggiungendo che il picco potrebbe essere già avvenuto.

Il fondatore di Point72 ha espresso più preoccupazioni sulle politiche di Trump che su una disfatta nei titoli tecnologici lunedì innescata dalla startup cinese di intelligenza artificiale DeepSeek, che ha rivelato che il suo modello era alla pari o migliore dei rivali leader del settore negli Stati Uniti a una frazione del costo, facendo scendere le azioni di Nvidia.

Alla domanda sul calo delle Borse degli ultimi giorni, Cohen ha detto "le grandi aziende sono molto costose", in un commento che sembrava riferito in particolare a Nvidia.

"Ci saranno nuove aziende che useranno questi strumenti e inizieranno a sentirne parlare. E poi arriverà un altro grande progresso ed è così che arriverà. E ci saranno momenti in cui le persone ne dubiteranno come ieri", ha detto al pubblico di esperti di investimenti.

Cohen ha detto che l'intelligenza artificiale è nelle prime fasi di qualcosa che sarà trasformativo per l'economia. Point72 ha un nuovo fondo incentrato sull'intelligenza artificiale (IA) che ha registrato un guadagno del 14% dopo il lancio appena tre mesi fa, ha riferito Reuters in precedenza. Si prevede che il fondo abbia raccolto quasi 1,5 miliardi di $.

In un'intervista ad ampio raggio, Cohen ha parlato della sua recente decisione di interrompere il trading per concentrarsi sulla gestione dell'azienda, sulla promozione di iniziative strategiche e sul mentoring. Point72 gestisce 36,9 miliardi di $ e ha 200 gestori di portafoglio in tutto il mondo.

"Ho 68 anni e avevo questa visione di averne 70, ancora dietro gli schermi. Ho pensato, non ha senso", ha aggiunto.

Tra i suoi piani per l'azienda, ha detto di credere che potrebbe essere più di un hedge fund. "Posso fare di più", citando come esempio la recente assunzione di Todd Hirsch, ex direttore generale senior di Blackstone, per guidare una nuova strategia focalizzata sul settore del credito privato in rapida crescita.

Cohen ha poi ripreso il 21 febbraio. questi concetti, chiarendo ulteriormente la sua posizione.

L'investitore miliardario Steve Cohen ha raddoppiato la sua visione negativa dell'economia statunitense a causa di uno sfondo di tariffe punitive, repressione dell'immigrazione e tagli alla spesa federale guidati dal cosiddetto Department of Government Efficiency.

Il presidente e CEO dell'hedge fund Point72 ha affermato di essere diventato pessimista per la prima volta da un po' di tempo dopo che l'aggressiva politica commerciale del presidente Donald Trump lo ha fatto preoccupare per le pressioni inflazionistiche e la minore spesa dei consumatori. Nel frattempo, la sua dura posizione sull'immigrazione potrebbe significare una fornitura limitata di manodopera, ha affermato.

"Le tariffe non possono essere positive, okay? Voglio dire, è una tassa", ha affermato Cohen venerdì al FII Priority Summit a Miami Beach, Florida. "Inoltre, abbiamo un'immigrazione in rallentamento, il che significa che la forza lavoro non crescerà così rapidamente come... negli ultimi cinque anni e così via".

Il famoso investitore dell'hedge fund ha attaccato le mosse di riduzione dei costi di DOGE guidate da Elon Musk, affermando che potrebbero solo danneggiare ulteriormente l'economia. Musk ha detto che il suo obiettivo è di tagliare la spesa federale di 2 trilioni di dollari.

"Quando quel denaro scorre nell'economia da molti anni, e ora, potenzialmente verrà ridotto o fermato in molti modi, non può essere negativo per l'economia", ha detto Cohen.

Cohen ritiene che un ritiro nel mercato azionario potrebbe essere probabile dato l'incerto ambiente macroeconomico. Vede la crescita dell'economia statunitense rallentare all'1,5% dal 2,5% nella seconda metà dell'anno.

"Penso che stiamo assistendo a un piccolo cambiamento di regime. Potrebbe durare solo un anno o giù di lì, ma è sicuramente un periodo in cui penso che si siano avuti i migliori guadagni e non mi sorprenderebbe vedere una correzione significativa", ha detto Cohen. "Non penso che sarà un disastro".

In un prossimo Post, Recce’d vi regalerà un approfondimento dedicato proprio al passaggio delle dichiarazioni di Cohen che noi qui abbiamo messo in evidenza.

A queste due dichiarazioni di Cohen, la seconda delle quali del 21 febbraio 2025, a noi sembra molto utile accostare le affermazioni arrivate sabato 22 febbraio 2025 da Warren Buffet.

Come i lettori sanno benissimo, Recce’d non gestisce i propri portafogli modello seguendo l’importazione e la strategia di Buffet.

Ed abbiam spiegato il perché: la “fede incrollabile” di Buffett nello strumento azionario, secondo noi, era giustificata negli Anni Sessanta, Settanta ed Ottanta. Poi, la “fede incrollabile nelle azioni” è diventata a nostro giudizio insostenibile, e questo per la ragione che le azioni sono diventate uno strumento di “guerra economica”, ed il loro valore in Borsa è stata (in modo sempre più evidente) manipolato.

Ma questo è un tema che tutti i lettori conoscono: e che Recce’d affronterà in una sede diversa, un libro di prossima pubblicazione.

Torniamo però a ciò che Warren Buffet ha scritto oggi, sabato 22 febbraio 2025, nella sua nuova Lettera al Cliente.

Il mistero sulla posizione sorprendentemente difensiva di Warren Buffett si è infittito nel fine settimana.

Il 94enne CEO di Berkshire Hathaway ha venduto più azioni nell'ultimo trimestre e ha accumulato una riserva di denaro contante record, addirittura 334 miliardi di dollari, ma non è riuscito a spiegare nella sua attesissima lettera annuale perché l'investitore noto per i suoi astuti acquisti di azioni nel tempo si stesse apparentemente tirando fuori dal mercato..

Buffett ha invece affermato che questa posizione non rappresentava in alcun modo un allontanamento dal suo amore per le azioni.

"Nonostante ciò che alcuni commentatori attualmente considerano una straordinaria posizione di liquidità in Berkshire, la grande maggioranza dei vostri soldi rimane in azioni", ha scritto Buffett nella lettera annuale del 2024 pubblicata sabato. "Questa preferenza non cambierà".

La mostruosa proprietà di denaro contante da parte di Berkshire ha sollevato interrogativi tra azionisti e osservatori, soprattutto perché si prevede che i tassi di interesse scenderanno dai loro massimi pluriennali. Negli ultimi anni, il CEO e presidente della Berkshire ha espresso frustrazione per un mercato costoso e poche opportunità di acquisto. Alcuni investitori e analisti sono diventati impazienti per la mancanza di azione e hanno cercato una spiegazione del perché.

Nonostante le sue ripetute vendite di azioni, Buffett ha affermato che la Berkshire continuerà a preferire le azioni al denaro.

"Gli azionisti della Berkshire possono stare tranquilli che investiremo per sempre una sostanziale maggioranza del loro denaro in azioni, principalmente azioni americane, anche se molte di queste avranno operazioni internazionali di rilievo", ha scritto Buffett. "La Berkshire non preferirà mai la proprietà di attività equivalenti a denaro rispetto alla proprietà di buone aziende, siano esse controllate o solo parzialmente possedute".

Sembra che gli azionisti dovranno aspettare ancora un po', poiché il conglomerato con sede a Omaha ha venduto azioni nette per un nono trimestre consecutivo nell'ultimo periodo dell'anno scorso, secondo il rapporto annuale della società, pubblicato anch'esso sabato.

In totale, Berkshire ha venduto azioni per un valore di oltre 134 miliardi di dollari nel 2024. Ciò è dovuto principalmente alla riduzione delle due maggiori partecipazioni azionarie di Berkshire: Apple e Bank of America.

Nel frattempo, sembra che Buffett non trovi allettanti neanche le sue stesse azioni. Infatti Berkshire ha continuato a sospendere i riacquisti, non riacquistando azioni nel quarto trimestre o nel primo trimestre fino al 10 febbraio.

Questo nonostante un massiccio aumento degli utili operativi riportato dal conglomerato sabato.

"Spesso, niente sembra allettante"

Buffett se ne sta seduto con le mani in mano in mezzo a un mercato rialzista in piena espansione che ha visto l'S&P 500 guadagnare oltre il 20% per due anni di fila e tornare in verde finora quest'anno. Tuttavia, la scorsa settimana hanno iniziato a formarsi alcune crepe, con alcune preoccupazioni crescenti per un rallentamento dell'economia, la volatilità dovuta ai rapidi cambiamenti politici del nuovo presidente Donald Trump e le valutazioni azionarie complessive.

Le azioni Berkshire sono aumentate rispettivamente del 25% e del 16% negli ultimi due anni e sono aumentate del 5% quest'anno.

Buffett ha forse offerto un piccolo suggerimento sulle valutazioni azionarie come preoccupazione nella lettera.

"Siamo imparziali nella nostra scelta di veicoli azionari, investendo in entrambe le varietà in base a dove possiamo impiegare al meglio i tuoi risparmi (e quelli della mia famiglia)", ha scritto Buffett.

"Spesso, niente sembra allettante; molto raramente ci troviamo immersi fino alle ginocchia nelle opportunità".

Nella lettera di quest'anno, Buffett ha sostenuto il successore designato Greg Abel nella sua capacità di cogliere le opportunità azionarie, persino paragonandolo al defunto Charlie Munger.

"Spesso, niente sembra allettante; molto raramente ci troviamo immersi fino alle ginocchia nelle opportunità. Greg ha dimostrato vividamente la sua capacità di agire in momenti come ha fatto Charlie", ha detto Buffett.

All'incontro annuale dell'anno scorso, Buffett ha sorpreso molti annunciando che Abel, vicepresidente delle operazioni non assicurative, avrà l'ultima parola su tutte le decisioni di investimento di Berkshire, inclusa la supervisione del portafoglio azionario pubblico.


Nelle parole di Buffett, avete appena letto indicazioni di investimento molto precise.

Noi di Recce’d, come già detto, non abbiamo mai adottato la strategia di investimento e la filosofia seguita da Buffett. Nonostante questo, Buffett per noi resta un riferimento operativo: leggiamo con massima attenzione e utilizziamo per una parte del portafoglio le sue valutazioni e soprattutto ricaviamo indicazioni operative anche dalle sue scelte concrete sui portafogli titoli.

Nello specifico, alcune delle cose che avete letto, noi le avevamo già fatte.

Ma allora: perché non fare, semplicemente, TUTTO ciò che fa Buffett?

La riposta, ve la facciamo dare dallo stesso Warren Buffett, nel testo che segue. Dove Buffet vede “un motivo di preoccupazione”, noi in Recce’d vediamo invece qualche cosa di più, un fattore che è in grado di sconvolgere il panorama dei mercati finanziari internazionali.

Ed è proprio questo che succederà. Ed è proprio questo fattore che farà guadagnare (con grandi guadagni) i nostri portafogli modello, ed i nostri Clienti.

E voi, invece, che cosa state facendo oggi, per il successo dei vostri investimenti e per il rendimento dei vostri risparmi?

NEW YORK, 22 febbraio (Reuters) - Sabato Warren Buffett ha inviato un messaggio di cautela al governo degli Stati Uniti nella sua lettera annuale alla Berkshire Hathaway Inc .

Lo ha fatto esortando Washington a mantenere una valuta stabile e a prendersi cura di coloro che hanno "preso le pagliuzze corte nella vita". "Il denaro cartaceo può vedere il suo valore evaporare se prevale la follia fiscale", ha scritto Buffett. "In alcuni paesi, questa pratica sconsiderata è diventata abituale e, nella breve storia del nostro paese, gli Stati Uniti sono arrivati ​​quasi al limite".

Il 94enne Buffett, probabilmente l'investitore più famoso al mondo, ha anche riconosciuto la sua età avanzata nella lettera, dicendo agli azionisti che ora usa un bastone e che passerà meno tempo a rispondere alle loro domande all'assemblea annuale della Berkshire a maggio. Ciononostante, ha assicurato agli azionisti che sarebbero stati in buone mani dopo aver consegnato le redini del conglomerato al vicepresidente Greg Abel, affermando che Abel ha "mostrato in modo vivido la sua capacità" di impiegare il capitale.

La lettera di Buffett era accompagnata dal rapporto annuale di Berkshire, in cui ha riportato un terzo record consecutivo di utile operativo annuale, in aumento del 27% a 47,44 miliardi di dollari.

La società ha anche chiuso il 2024 con un record di 334,2 miliardi di dollari di liquidità e equivalenti, riflettendo valutazioni elevate e vendite aggressive di azioni, in particolare Apple, e così Berkshire è stata un venditore netto di azioni per nove trimestri consecutivi.

Nonostante le sue preoccupazioni sulla situazione fiscale del paese, Buffett ha affermato che la sua società continuerà a preferire possedere azioni, principalmente azioni statunitensi, rispetto alla liquidità, aggiungendo che Berkshire "non ha finito".

Buffett ha detto che è probabile che Berkshire aumenti le sue partecipazioni in tutte e cinque le società di trading giapponesi che detiene:

Berkshire ha investito 23,5 miliardi di dollari in quelle società a fine anno.

Buffett ha lamentato la mancanza di opportunità di acquisto negli ultimi anni, poiché le azioni hanno regolarmente stabilito nuovi massimi, con lo Standard & Poor's 500 (.SPX), che ha raggiunto un nuovo massimo mercoledì 19 febbraio, e il Nasdaq (.IXIC), solo il 3% al di sotto del picco del 16 dicembre.

Il prezzo delle azioni di Berkshire è aumentato del 15% nell'ultimo anno, mentre l'S&P 500 è aumentato del 18%.

Negli ultimi dieci anni, il prezzo delle azioni Berkshire è aumentato del 225%, mentre l'indice è aumentato del 241% dividendi inclusi e del 185% dividendi esclusi, come mostrano i dati Reuters.

Buffett dovrebbe rivelare di più su Berkshire e le sue prospettive il 3 maggio, quando la società ospiterà la sua riunione annuale a Omaha, Nebraska.

La riunione, che di solito richiama decine di migliaia di persone, quest'anno sarà più breve e non presenterà il suo tradizionale filmato.


Lo chiediamo nuovamente: voi, oggi, proprio oggi, che cosa state facendo, per impiegare al meglio il vostro risparmio, ottenere un buon rendimento, ed avere il pieno controllo dei rischi di portafoglio?

Volete parlarne?

Contattateci e ci troverete disponibili per ogni vostra domanda. Alla pagina CONTATTI del sito.

Valter Buffo
Il Festival di Sanremo e le Borse europee: somiglianze e differenze
 

Tra poche ore si chiuderà l’Edizione 2025 del Festival di Sanremo.

Uno spettacolo che, per una intera settimana, monopolizza in Italia tutti i media.

La nazione intera viene coinvolta: chi non ne parla? Chi non ne scrive? Nelle trasmissioni TV della politica e dello sport, non possono mancare gli accenni al Festival canoro. La apertura di tutti i siti di tutti i mezzi di informazione è dedicata, per una settimana, alle canzoni. Le guerre e il Parlamento passano in secondo piano.

Noi di Recce’d quindi dedichiamo il Blog di oggi ad una critica dei contenuti musical del Festival.

Ovviamente, stiamo scherzando: era una apertura di Post scherzosa.

Scherzo per scherzo: le Borse europee di gennaio e febbraio sono una cosa seria? Oppure stiamo scherzando?

In queste prime settimane del 2025, i mercati finanziari sono numerosi i segnali che ci fanno chiedere: “Ma stiamo scherzando?”.

Guardate nel grafico qui sopra: l’indice più importante al Mondo, che è lo S&P 500 di New York, da più di un mese oscilla in un intervallo strettissimo. Tra il punto puù alto, e quello più basso, c’è uno 1% circa di differenza.

Per un mese.

Ma stiamo scherzando?

Noi non sentiamo necessità di aggiungere altro, a questo proposito. In centinaia di occasioni abbiamo chiarito che oggi la Borsa di New York è un mercato che non solo è manipolato, ma è anche del tutto artificiale. Ed abbiamo detto al nostro lettore di pensarci bene, prima di mettere i propri risparmi sui titoli trattati a New York.

Ma l’Europa? Perché nelle prime settimane del 2025 i listini europei sono in rialzo? Anche se l’America è ferma?

E poi, una seconda domanda: finirà come nel 20204? Lo scorso anni, come ricorderete, ci fu un (modesto) rialzo dei listini EU nei primi tre mesi del 2024, a cui seguirono poi nove mesi di assolutamente nulla. Zero, come si legge nel grafico.

Sarà lo stesso nel 2025? Oppure salirà ancora? Oppure scenderà?

Noi vi forniremo la nostra risposta a queste due domande.

Come vi dicono in modo chiarissimo i numeri che leggete nell’immagine qui sopra, il movimento degli indici europei ad inizio 2025 va verso l’alto, ma è molto modesto: si tratta solo di una modesta percentuale.

E tuttavia, trova molto spazio sui social e sui media. Perché?

Per tre ragioni principalmente:

  1. i media ed i social in questo momento hanno poco o nulla su cui sbizzarrirsi: Trump bombarda ogni giorno il pubblico di annunci sulle tariffe che però subito dopo vengono contraddetti e smentiti dallo stesso Trump;

  2. il tema “AI” si è già raffreddato, per non dire che è stato messo nel congelatore;

  3. e il soft landing? che fine ha fatto il soft landing?

Il soft landing era stato, per 18 mesi, il tema di vendita più forte in Goldman Sachs, in UBS, in BNP Paribas, in JP Morgan. Dove sta oggi il soft landing? Perché nessuno ne parla più, neppure di sfuggita?

Le stesse banche internazionali hanno quindi messo le Borse europee in vetrina: è la sola cosa che si muove, anche se di poco.

Per noi investitori, è stato spesso vincente l’andare CONTRO queste massicce campagne di promozione, poi sostenuta in modo unanime in Italia dalle Reti di promotori finanziari, pagati a retrocessione, come sono Mediolanum, Fineco, Fideuram, Banca Generali, Allianz ed altre: quelli che si fanno chiamare “consulenti”, ma poi sono pagati a retrocessione, sulla merce che riescono a piazzarvi, in palese conflitto di interesse.

Qualcuno di loro oggi vi parla più di soft landing? Chiedete: chiedete che fine ha fatto e perché.

Per noi investitori, nel breve come nel medio e lungo periodo, le Borse europee sono state spesso un ottimo modo … di perdere soldi.

Come potete vedere nel grafico qui sopra, l’indice europeo che si chiama Stoxx 50 ha recuperato soltanto dopo 25 anni il livello del 2000. E questo ovviamente è un dato lordo, e non netto, dell’inflazione in questi 25 anni.

Insomma, una pessima scelta, un pessimo investimento.

Ma in queste settimane, come una canzonetta del Festival di Sanremo, piace, tira, ha successo.

Lo potete leggere nel grafico che segue.

Fa dove provengono questi flussi, che si trasformano poi in ordini di acquisto?

Facilissimo da spiegare: prima di tutto dai promotori finanziari, che in queste settimane … non hanno proprio niente altro da fare, per vendere qualcosa, e occupare il tempo del Cliente. Non c’è il soft landing, non ci sono i tagli dei tassi, non ci sono le Banche Centrali, non c’è più neppure AI a tenere allegra la compagnia.

C’è solo Sanremo, e le Borse europee.

E poi, c’è il pubblico di Sanremo: degli investitori fai-da-te, quelli che credono si possa operare sui mercati soltanto leggendo dai social e guardando la TV, sempre restando sdraiati sul divano.

Quelli che si fanno manipolare persino dagli annunci di Trump sulla pace in Ucraina: che a tutto oggi ricordano gli annunci di “grande accordo commerciale con la Cina”, che ci perseguitarono per tutto il 2018 e tutto il 2019, senza poi dare mai luogo ad un concreto risultato.

Quei tanti che neppure si informano sullo stato dell’economia europea, sui rischi di recessione, sui rischi di instabilità politica, sulla persistenza del tasso di inflazione al 3%, e la conseguente incertezza sugli spazi di manovra che rimangono oggi praticabili per la BCE. Quelli che, da sempre e come sempre, vanno dietro al gregge. E leggono soltanto l’ultima notizia, dalla prima pagina.

(Bloomberg) — Il rally azionario europeo si sta surriscaldando e dovrebbe fermarsi, poiché gli investitori sono diventati eccessivamente ottimisti su un potenziale cessate il fuoco in Ucraina.

La fine della guerra è sempre stata un jolly per i mercati azionari europei. Ora gli investitori stanno iniziando a prepararsi a questo scenario, acquistando in modo aggressivo settori ad alta intensità energetica e ritardatari europei.

Sebbene per alcuni settori rimanga molto potenziale di rialzo, è probabile che il percorso futuro sia volatile. Il benchmark Euro Stoxx 50 è stato raramente così ipercomprato negli ultimi quattro anni e il rally probabilmente si raffredderà, almeno temporaneamente.

"Sarebbe fantastico, se accadesse, ma a essere onesti, penso che sia troppo presto per parlare di cessate il fuoco lì", afferma Marija Veitmane, stratega senior multi-asset presso State Street Global Markets, sottolineando la quantità di lavoro e tempo necessari per riunire entrambe le parti.

In effetti, il percorso verso un accordo rimane incerto. Anche se i colloqui dovessero iniziare, il presidente russo Vladimir Putin ha mostrato poca inclinazione al compromesso e sta ancora ottenendo lenti guadagni sul campo di battaglia.

Alcuni investitori hanno riacquistato in modo aggressivo i loro short sull'Europa, mentre altri stanno diversificando le azioni statunitensi costose e fortemente concentrate. La regione viene scambiata con uno sconto di circa il 40% rispetto agli Stati Uniti e questo divario ha il potenziale per ridursi. C'è anche spazio per i guadagni all'interno dello Stoxx Europe 600 per ampliarsi, con solo il 20% dei suoi membri in territorio di ipercomprato.

"Ciò probabilmente aumenterebbe la valutazione delle azioni europee e sosterrebbe in particolar modo quei settori e quelle regioni più vulnerabili agli alti prezzi del gas", affermano gli strateghi di Goldman Sachs Group Inc., tra cui Lilia Peytavin. "Tuttavia, le correlazioni sono diminuite dall'inizio della guerra, il che potrebbe limitare il potenziale rialzo della sovraperformance europea".


Con la prospettiva di un eventuale cessate il fuoco nella mente degli investitori dopo che i leader degli Stati Uniti e della Russia hanno concordato di avviare i negoziati, i titoli orientati alla ricostruzione dell'Ucraina sono al centro dell'attenzione, come i titoli edili Heidelberg Materials AG e Holcim AG, nonché la società chimica BASF SE.

Gli strateghi di Barclays Plc sono in sovrappeso sui prodotti chimici, ma sono più cauti sulle auto, in parte a causa della minaccia dei dazi statunitensi. Affermano che i materiali da costruzione hanno già avuto una forte corsa, mentre l'estrazione mineraria e l'acciaio potrebbero avere un potenziale di recupero maggiore, insieme ai trasporti e al tempo libero.

"Sebbene non sia chiaro se una tregua nel conflitto porterebbe a una rimozione delle sanzioni sulla Russia e a un miglioramento dell'approvvigionamento energetico per l'Europa in tempi brevi, pensiamo che gli investitori potrebbero vederlo come un logico passo successivo", affermano gli strateghi di Barclays guidati da Emmanuel Cau. "Questo potrebbe sollevare il sentiment sui settori ad alta intensità energetica e sulle attività manifatturiere, che hanno generalmente avuto risultati inferiori negli ultimi tre anni".

La ricostruzione dell'Ucraina sarebbe una delle più grandi imprese edili degli ultimi anni, con costi totali di quasi 500 miliardi di dollari, secondo la Banca Mondiale. Ciò richiederebbe un'elevata intensità di materie prime, in particolare per acciaio e cemento, per ripristinare edifici e infrastrutture. Gli economisti di Goldman Sachs stimano che un accordo di pace probabilmente aumenterà la fornitura di gas russo all'Europa e ridurrà i prezzi del gas del 15%-50%, mentre gli analisti di Jefferies vedono qualsiasi de-escalation o allentamento delle sanzioni che circondano il petrolio e il gas russi come un importante impulso alla redditività dei prodotti chimici.

Un'energia più economica potrebbe anche essere una manna per le aziende più piccole. L'indice tedesco a media capitalizzazione MDAX ha avuto una performance inferiore al suo pari a grande capitalizzazione DAX di oltre il 40% dall'inizio della guerra, secondo gli strateghi di Societe Generale SA guidati da Alain Bokobza. Si tratta del divario più ampio dalla creazione dell'euro.

"È chiaramente una buona notizia inequivocabile per i mercati europei se ci sarà una normalizzazione dei prezzi dell'energia e una normalizzazione dell'approvvigionamento energetico dalla Russia", afferma Edward Cole, responsabile delle azioni multi-strategia di Man Group. "Ma piuttosto che un'ampia opportunità di generare beta e quindi performance, vediamo il caso per operare una stretta selezione delle azioni".


Come sapete, il lavoro di Recce’d per la gestione dei portafogli modello ha successo perché noi applichiamo metodo ed analisi ai dati ed alla realtà intorno a noi, la realtà sulla quale i nostri Clienti investono il loro risparmio.

In Recce’d, non si corre mai dietro all’ultimo titolo sul giornale: il nostro successo deriva dalla capacità di anticipare i prossimi titoli sui giornali. Lo ricordano sicuramente i lettori di questo Blog, che nel 2022 prese una nettissima posizione contro tutti gli annunci di un “crollo della Russia in tre mesi”.

A distanza di tre anni, possiamo ben dire che quella nostra posizione fece l’interesse di tutti quei lettori che decisero di seguirci, anche nelle scelte di investimento.

Oggi, Recce’d applica proprio quello stesso metodo, e quelle medesime analisi dei fatti, che allora ci portarono al successo. Oggi, in merito alla Borsa europea, vi suggeriamo di non abboccare ad un falso segnale.

Le ragioni per le quali Recce’d arriva a fornire questa indicazione operativa sono molte: come già detto, i nostri Clienti sono stai informati nel dettaglio.

Recce’d ne scrisse, con dettaglio, al Cliente per una intera settimana, nella Sezione Operatività del The Morning Brief, a fine del gennaio scorso.

Al lettore del Blog, noi oggi suggeriamo di leggere con attenzione l’articolo che segue, che in modo ordinato ed efficace presenta sia i pro sia i contro, partendo appunto dall’atteggiamento dei gestori dei Fondi Comuni di Investimento internazionali, che avevano sotto-pesato l’Europa dopo l’avvio del conflitto tra Russia ed Ucraina.


La prospettiva di un cessate il fuoco in Ucraina sta aggiungendo un premio di pace a uno straordinario inizio d'anno nei mercati europei.

Già, molto contro il consenso, l'Europa è stata il trade di spicco del 2025. Il Dax tedesco ha battuto i record, così come l'indice pancontinentale Euro Stoxx. Che si misuri in sterline o euro, o si converta in dollari, i guadagni percentuali in molti mercati europei sono ben oltre le doppie cifre quest'anno, sbaragliando i presunti potenti Stati Uniti. Persino il FTSE 100 del Regno Unito, normalmente lento, batte l'S&P 500 statunitense. A rischio di farti sentire vecchio, questo è stato uno degli inizi più forti di qualsiasi anno nella regione dal 1987.

Ciò che è mancato qui, però, è un qualsiasi senso di entusiasmo. Il rally è stato in gran parte poco amato, riflettendo l'assenza di cattive notizie: nessuna tariffa commerciale generalizzata da Donald Trump (ancora) e nessuna seria esplosione nei mercati obbligazionari governativi globali (anche per ora). Si tratta di un recupero che indica anche un leggero caso di nervosismo attorno ai mercati azionari statunitensi altamente concentrati, incentrati sulla tecnologia e politicamente carichi. A denti stretti, gli odiatori dell'Europa (e i sostenitori dell'eccezionalismo americano) sono stati costretti ad accettare di aver esagerato. La cosiddetta copertura allo scoperto, in cui gli investitori con scommesse negative di fatto rinunciano, ha avuto un ruolo importante nel guidare i guadagni all'inizio del 2025.

Ora, però, quella fase è "finita", come ha affermato Barclays in una nota questa settimana. "Il posizionamento non è più depresso, non c’è più la sotto-pesatura delle Borse europee", hanno affermato Arihanth Bohra Jain e colleghi della banca, poiché i conti speculativi a breve termine sono passati da negativi a positivi. "Non depresso" non è certo un'approvazione clamorosa, ma la narrazione che sta prendendo piede è che non si tratta di un'anomalia. I grandi investitori come i fondi pensione e gli assicuratori sono stati, come al solito, più lenti dei loro colleghi speculativi più volubili, finora invertendo meno del 10 percento delle loro recenti vendite di azioni europee, stima la banca.

Ciò suggerisce che non è il momento di rinunciare o di bloccare i guadagni. Questo è un punto chiave. È difficile sopravvalutare quanto siano stati profondamente sfavoriti i mercati europei negli ultimi anni. Come ha scritto Sharon Bell di Goldman Sachs questa settimana, i fondi azionari europei hanno subito deflussi quasi ogni settimana dall'invasione su vasta scala dell'Ucraina tre anni fa. Per molti investitori globali, anche solo tornare alla neutralità sull'Europa, per non parlare di posizioni positive, lascia un'enorme quantità di denaro ancora da inondare. Con un tempismo perfetto, arriva la possibilità di una sorta di accordo di pace in Ucraina, guidata dalla conversazione di questa settimana tra Trump e Vladimir Putin della Russia. L'accordo che sembrano costruire è imperfetto e pacchiano, coglie di sorpresa l'Europa e dà all'Ucraina stessa poca voce in capitolo sul proprio territorio.

Ma se un accordo tra il Cremlino e la Casa Bianca produrrà risultati è ancora un grande se. I mercati sono creature semplici, tuttavia. Quando la notizia dei colloqui è arrivata giovedì, ha prodotto un guadagno di oltre il 2 percento nel Dax 40, il suo giorno migliore in più di due anni. "Per le azioni europee, vediamo una serie di potenziali benefici: premio di rischio più basso, prezzi dell'energia più bassi, migliore fiducia dei consumatori, crescita economica più forte", hanno scritto Bell e colleghi di Goldman Sachs. "I nostri economisti stimano un potenziale aumento del PIL dell'area dell'euro dello 0,2 percento in uno scenario di cessate il fuoco limitato e un aumento dello 0,5 percento in uno scenario al rialzo". Analisti e investitori vedono anche molto spazio per un processo di pace da svolgere in altre sacche dei mercati. I titoli di stato ucraini sono aumentati di prezzo questa settimana, spingendo i rendimenti al punto più basso in tre anni. Anche l'euro è visto come un potenziale beneficiario, in particolare se gli investitori globali continuano ad accaparrarsi azioni europee. Per gli investitori più avventurosi o specializzati, Bank of America espone il caso per le piccole azioni tedesche.

Se si esclude Mosca, nessuno qui stappa i tappi di champagne. Gli ostacoli sulla strada di un accordo di pace duraturo sono seri ed è difficile vedere come potrebbe risolvere rapidamente l'enigma energetico dell'Europa. "Non è ovvio che un accordo di pace aprirebbe a una rinnovata esportazione di energia su larga scala dalla Russia all'UE o consentirebbe ai paesi europei di ridurre le loro ambizioni di riarmo", hanno scritto gli analisti di Danske Bank. "Ci sarebbe bisogno di ricostruire l'Ucraina, il che potrebbe avvantaggiare alcune aziende europee, ma anche mettere ulteriormente a dura prova le finanze pubbliche nei paesi dell'UE.

A parte le preoccupazioni strategiche a lungo termine, un altro motivo di cautela è che le azioni europee non sono così economiche come sembrano. Le azioni statunitensi le hanno superate in termini di valutazioni, ovviamente, ma come sottolinea Bell, i rapporti prezzo/utile europei sono solo un po' più bassi ora rispetto alla vigilia dell'invasione del febbraio 2022 e sono ancora un po' più alti della media degli ultimi due decenni. Quindi sono economiche rispetto agli Stati Uniti, ma non esageratamente economiche alle loro condizioni. Tuttavia, il cambiamento positivo di umore sull'Europa è già stato sorprendente e il premio di pace le sta chiaramente dando ulteriore slancio. I pessimisti sono molto sulla difensiva.


Recce’d come sempre ha regalato al proprio lettore un utile contributo alle scelte: un supporto pratico, sul quale fondare la rivalutazione delle proprie posizioni, ed in particolare del risparmio che oggi è investito sui mercati europei (Borse, ma pure titoli di Stato).

Al nostro Cliente, in aggiunta a questo qualche settimana fa documentammo che è un falso l’argomento che “le Borse europee sono meno care”, e non è difficile dimostrarlo con i numeri.

Nel Post di oggi invece completiamo il nostro Post facendo riferimento al tema del giorno, il tema strillato dalle prime pagine dei quotidiani e soprattutto dai social e dalle chat.

Il tema in questione è ovviamente la pace in Ucraina: se mai arrivasse, si tratterebbe di un miglioramento, oppure di un peggioramento, sella situazione in Europa ed in Italia?

Vi proponiamo di leggere una opinione che, per molte parti, Recce’d si sente di condividere. Esaminate anche questo aspetto della questione: vi sarà utile.

Ukraine ‘peace dividend’ will be paid by Europe

Di Pierre Briancon

13 febbraio 20251:37 PM GMT+

BERLINO, 13 febbraio (Reuters Breakingviews) - L'Europa non dovrebbe aspettarsi alcun "dividendo di pace" dalla tregua Donald Trump e Vladimir Putin affermano di essere pronti a colpire l'Ucraina. Sebbene le nazioni europee abbiano fornito la maggior parte, apre una nuova scheda dei 213 miliardi di dollari di sostegno finanziario stanziati all'Ucraina dall'invasione russa di tre anni fa, sono state snobbate dal presidente degli Stati Uniti dopo i colloqui con la sua controparte russa mercoledì. Il conto che devono affrontare ora è molto più alto del semplice costo di attuazione di qualsiasi tregua.

Il segretario alla Difesa di Trump, Pete Hegseth, ha esposto le nuove regole del gioco in un discorso al quartier generale della NATO. Gli Stati Uniti, ha affermato, non forniranno né truppe né aiuti per aiutare a implementare una potenziale tregua con Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha già accettato il principio delle concessioni territoriali e ha stimato che potrebbero essere necessarie circa 200.000 truppe per garantire un cessate il fuoco sul campo. Anche metà di tale forza rappresenterebbe un peso per gli eserciti francese e britannico, che potrebbero sopportare il peso dello sforzo.

Ma guardando al futuro, un accordo di pace causerebbe un mal di testa ancora maggiore. Incoraggerebbe la Russia premiando le sue ambizioni territoriali. Insieme all'intenzione palese degli Stati Uniti di tirare la coperta di sicurezza che ha protetto l'Europa dalla seconda guerra mondiale, l'Europa dovrebbe accelerare l'aumento militare avviato 10 anni fa quando Putin ha annesso la Crimea.

La spesa per la difesa dei governi europei è balzata del 12% in termini reali lo scorso anno a 447 miliardi di dollari, secondo quanto afferma l'International Institute for Strategic Studies (IISS). Germania, Regno Unito, Francia e Italia insieme hanno rappresentato il 60% di tale importo. Con 968 miliardi di dollari, la spesa per la difesa degli Stati Uniti è stata più del doppio.

La maggior parte dei membri europei della NATO sta ora sborsando circa il 2% del PIL per le proprie spese militari e, secondo la maggior parte degli esperti, dovrebbe aumentare tale cifra al 3% per far fronte alle sfide attuali. Ma anche ai tassi di crescita del 2024 ci vorrebbero cinque anni per raggiungere quel livello e 10 anni per raggiungere il 5% del PIL che Trump ha suggerito che dovrebbero spendere, secondo l'IISS.

Qualunque siano i loro rigidi vincoli fiscali, gli europei hanno poca scelta. Sono loro che dovranno pagare il presunto "dividendo di pace" generato da una sfuggente tregua in Ucraina. E non possono aspettare molto prima di elaborare una qualche forma di dottrina strategica comune, a partire da un accordo di base sulla provenienza delle minacce.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato il 12 febbraio che sia il presidente russo Vladimir Putin che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy hanno espresso il desiderio di pace in telefonate separate con lui e che aveva ordinato ai massimi funzionari statunitensi di avviare colloqui per porre fine alla guerra in Ucraina.

Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth ha detto a un incontro degli alleati militari di Kiev presso la sede della NATO lo stesso giorno che un ritorno ai confini pre-2014 dell'Ucraina era irrealistico e che l'amministrazione Trump non vede l'adesione di Kiev alla NATO come parte di una soluzione alla guerra innescata dall'invasione della Russia.


Ed ecco le nostre considerazioni finali.

Come accade al Festival di Sanremo, ed ad ogni altro festival, si esibiscono concorrenti che, nelle ore e nei giorni del Festival, fanno ogni possibile sforzo (dai gesti alle dichiarazioni agli abiti, fino al canto) per impressionare negli occhi e nelle orecchie degli spettatori una immagine.

Tra questi cantanti che si esibiscono, molti avranno poi una carriera ed un successo duraturi. Altri, nonostante gli sforzi per impressionare le retine degli spettatori, sono invece destinati ad una carriera nell’ombra.

Altri ancora, ed è accaduto a molti, saranno presto del tutto dimenticati.

Cose del tutto analoghe accadono ogni giorno sui mercati finanziari. Ed in particolare, in Borsa.

I media, poi, creano confusione affiancando, senza alcun imbarazzo, la scaletta di Sanremo e la guerra in Ucraina, come vedete nell’immagine qui sotto.

Per un investitore, è preferibile tenere le due cose ben distinte, e distanti.

Un gestore di portafoglio competente ed attento si riconosce dal fatto che … ne capisce, di musica. Con un orecchio educato, con grande attenzione ed applicazione, e con il giusto aiuto dell’intuizione e del buon senso, riesce con anticipo a riconoscere chi nel tempo diventerà un artista capace di consolidare ed aumentare il proprio successo, dai tanti mediocri che deluderanno le aspettative.

Ma soprattutto, riuscirà a evitare quei tanti luccicanti e clamorosi fenomeni che i media ed i social esaltano, ma che poi dopo qualche mese nessuno ricorderà, perché il loro valore sarà ridotto a zero o quali.

Un gestore di portafoglio competente sceglie i vincenti, ed evita i lustrini e gli abiti vistosi.

Ed ogni investitore che intenda proteggere, e fare crescere,. il proprio risparmio dovrà fare lo stesso.

Se volete contattarci, noi possiamo spiegarvi alcuni dei trucchi del Festival, e come può succedere che chi arriva tra gli ultimi al Festival di Sanremo poi diventi, negli anni, l’investimento migliore, quello che ripaga di più (e che vi porta le canzoni indimenticabili, che restano nella memoria collettiva e segnano un’epoca).

Proprio oggi, sui mercati finanziari, ci sono molte di queste opportunità. E non sono quelle coi lustrini e le paillettes.

Valter Buffo
Trump prosegue con la politica di Yellen: le implicazioni per i nostri portafogli
 

Ora parte ora parte, ora parte.

Ma poi, non parte.

Euforia, euforia, euforia.

Ma dove è, questa euforia?

Certamente, a voi lettori non sono sfuggite le chiusure di questa settimana.

Che sicuramente hanno aumentato (ancora) il vostro disorientamento.

E, per alcuni, anche l’ansia.

Come avete letto in tutti i Post che Recce’d ha pubblicato nel corso del 2025, le cose stanno andando in modo molto diverso da ciò che vi avevano detto i promotori finanziari, i wealth managers, i financial advisors.

Molto diverso da ciò che vi avevano raccontato PLUS del Sole 24 Ore e Milano Finanza.

Completamente diverso da ciò che vi avevano anticipato JP Morgan, UBS, Goldman Sachs e BNP Paribas (per citarne solo alcune).

Tutti voi lettori sapete che l’indice della Borsa più grande al Mondo, venerdì 7 febbraio 2024, ha chiuso al medesimo livello di tre mesi fa. (immagine di apertura).

Allo stesso modo, tutti voi lettori sapete che oggi un Titolo di Stato degli Stati Uniti (il più grande mercato finanziario del Mondo) sulla scadenza a 10 anni ha chiuso a livelli di rendimento e di prezzo che sono gli stessi di 12 mesi fa.

E questo dopo che il costo ufficiale del denaro è sceso, dello 1%, negli ultimi sei mesi.

Siamo sempre, ancora, al 4,50%.

Un po’ diverso, non vi pare, da ciò che a voi era stato raccontato. Anzi, dato per certo.

Poi c’è anche il dollaro USA, che subito dopo la vittoria elettorale di Donald Trump era partito fortissimo: ma si è fermato due mesi fa, come vedete bene nel grafico che segue.

Insomma: a voi raccontano sempre la favoletta, ma poi la realtà è ben diversa.

Oggi, sono molti gli investitori in ansia: agitati dai media e dai social che strillano, come oche impazzite, di tariffe e di AI.

Sono molti, a chiedersi che cosa succederà adesso.

Vediamo di capirlo insieme, partendo proprio dai fatti dell’ultima settimana. leggere il brano che segue ci serve per ricordare al lettore quali sono, oggi, i temi di mercato di cui si parla con maggiore frequenza.

Ripartiamo quindi dalla sera del venerdì 7 febbraio 2025. Che cosa era successo?


Il mercato azionario era già in bilico prima dei commenti di Trump, poiché alcuni dati precedenti sul sentiment dei consumatori e sull'occupazione indicavano un aumento dell'inflazione e avevano fatto schizzare il rendimento del Tesoro decennale oltre il 4,5% al ​​massimo della sessione.

Il sentiment dei consumatori è sceso a febbraio a 67,8, secondo una lettura preliminare dell'indice del sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan. Gli economisti intervistati da Dow Jones si aspettavano 71,3.

Ma forse più preoccupante è stato il fatto che gli intervistati del rapporto prevedono che il tasso di inflazione annuale raggiungerà il 4,3%, segnando un aumento di un punto percentuale rispetto al mese precedente e il suo livello più alto da novembre 2023.

Pubblicato sempre venerdì, il rapporto sull'occupazione di gennaio ha mostrato che il tasso di disoccupazione è sceso al 4% dal 4,1% e che i guadagni orari medi il mese scorso sono stati più alti del previsto.

Amazon ha perso il 4% dopo che le indicazioni del gigante dell'e-commerce hanno deluso gli investitori. La società ha previsto una crescita dei ricavi dal 5% al ​​9% nel primo trimestre, la sua crescita più debole mai registrata. Le prospettive hanno messo in ombra i battiti di fatturato e utile netto nel quarto trimestre. Alphabet ha continuato a scendere dopo i risultati un po' deludenti all'inizio della settimana.

"Abbiamo appena avuto alcune delusioni nelle aree tecnologiche tradizionalmente non deludenti o 'Magnificent Seven', e quindi penso che stiamo assistendo a una certa rotazione da quei gruppi", ha affermato Sam Stovall, chief investment strategist presso CFRA Research. "Non penso che ci stiamo dirigendo verso un mercato ribassista, ma piuttosto verso una certa volatilità e delusione a breve termine".

È stata una settimana volatile. Le azioni sono scese lunedì dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato nel fine settimana tariffe del 10% sulla Cina. Ha anche proposto, poi sospeso, imposte del 25% su Canada e Messico. L'S&P 500 ha poi guadagnato per tre giorni consecutivi sulla sospensione delle tariffe prima di scendere di nuovo venerdì.


Come detto, nel brano qui sopra si citano molti dei temi di mercato dei quali si chiacchiera di più, sui social e nelle chat, al TG e sulle prime pagine dei quotidiani, e poi ovviamente tra i promotori finanziari, i “consulenti” a retrocessione, i private bankers, i financial advisors.

Come è nostra abitudine, anche oggi noi di Recce’d regaliamo al nostro lettore i nostri insight: mettiamo in evidenza temi di mercato del futuro. Mettiamo da parte ciò di cui si parla di più, e portiamo all’attenzione dell’investitore ciò che conta davvero.

Per il portafoglio, per la strategia, per la asset allocation.

Per la performance, soprattutto.

Per voi, amici lettori che seguite il Blog di Recce’d, non si tratta di novità assoluta. Ne abbiamo già trattato, in passato, e proprio per questo è utile un aggiornamento in queste settimane decisive.

In passato, come dicevamo, ne abbiamo già scritto: in particolare vi segnaliamo che:

  1. già il 30 novembre scorso, noi di Recce’d abbiamo anticipato gratuitamente a tutti i lettori il tema di investimento che oggi trattiamo;

  2. il 7dicembre Recce’d in un Longform’d spiegava nel dettaglio il perché oggi per un investitore tutta intera l’America è una gigantesca bolla

  3. il 14 dicembre il nostro Post ha anticipato alcuni aspetti del tema che ritrovate oggi nel nuovo Post che state leggendo; tema che è diventato adesso, anche per la Amministrazione Trump il tema centrale

  4. il 21 dicembre abbiamo fornito attraverso il nostro Post concrete indicazioni su come importare la strategia di gestione del portafoglio per il 2025 ordinando per importanza i fattori decisivi

  5. il 28 dicembre il nostro Post abbiamo offerto a tutti i lettori il nostro classico “reality check” aggiornato alla fine del 2024 alla luce dei dati e dei fatti che commentiamo in questo Post

  6. il 31 dicembre (Longform’d) abbiamo spiegato per quale ragione … ne è valsa la pena, di aspettare il 2025

  7. ed il giorno 1 gennaio 2025 il nostro Post ha illustrato il grande lascito del 2024 per tutti noi investitori

In una settimana nella quale i titoli dei quotidiani, i social e le chat hanno premiato temi come le tariffe e le trimestrali dei Big Tech (sulle quali nel Blog sicuramente dovremo ritornare, a causa delle molte sorprese negative), il fatto determinante, quello di importanza superiore, è stato senza dubbio la prima uscita pubblica del nuovo Ministro del Tesoro USA, che è arrivata dopo poche ore dall’annuncio relativo alle prossime emissioni di Titoli di Stato negli Stati Uniti.

Due informazioni essenziali, le prime disponibili, sul modo nel quale la Amministrazione Trump ha intenzione di affrontare il problema che, in questo momento e per il nuovo Presidente, è il più importante di tutti.

Per renderci utile al nostro lettore, a cui eventualmente questo passaggio importantissimo fosse sfuggito, noi qui sotto ricapitoliamo ciò che è stato annunciato mercoledì scorso in merito alla politica di emissione dei Titoli di Stato sotto la nuova amministrazione Trump.

Treasury To Keep Debt Sales Unchanged For "Next Several Quarters", Prepares To Drop Issuance Forward Guidance

Mercoledì 05 febbraio 2025 - 03:20 PM

Nel primo annuncio di rimborso sotto il nuovo Segretario al Tesoro di Trump, Scott Bessent, il Tesoro degli Stati Uniti ha svelato che manterrà invariate le vendite di debito a lungo termine fino al 2025, nonostante le critiche di Bessent alla strategia di emissione di Janet Yellen prima che fosse scelto per l'incarico.

A sole due settimane dall'inizio del lavoro più importante al Tesoro degli Stati Uniti, Bessent ha lasciato intatto il programma dell'ex Segretario Janet Yellen.

Come ampiamente previsto, la prossima settimana il Tesoro venderà 125 miliardi di dollari di debito nelle sue aste di rimborso trimestrali, che coprono scadenze di 3, 10 e 30 anni, lo stesso importo degli ultimi trimestri. L'emissione lorda rimborserà 106,2 miliardi di dollari di titoli del Tesoro e obbligazioni private in scadenza il 15 febbraio 2025 e raccoglierà nuovi contanti da investitori privati ​​per circa 18,8 miliardi di dollari. I titoli sono:

Un titolo a 3 anni per un importo di 58 miliardi di dollari, in scadenza il 15 febbraio 2028;

Un titolo a 10 anni per un importo di 42 miliardi di dollari, in scadenza il 15 febbraio 2035;

Un'obbligazione trentennale per un importo di 25 miliardi di $, con scadenza il 15 febbraio 2055.

Nella sua dichiarazione di rimborso, il Tesoro ha affermato di ritenere che "le sue attuali dimensioni dell'asta lo lascino ben posizionato per affrontare potenziali cambiamenti nelle prospettive fiscali e nel ritmo e nella durata dei futuri rimborsi SOMA". Ha aggiunto che, in base alle attuali esigenze di prestito previste, "il Tesoro prevede di mantenere le dimensioni nominali delle aste di cedole e FRN per almeno i prossimi trimestri".

Un linguaggio simile è stato utilizzato dall'ultimo aumento delle dimensioni dell'asta all'inizio dell'anno scorso.

Bessent, un ex gestore di hedge fund, aveva correttamente accusato Yellen di aver intrapreso la cosiddetta emissione di titoli del Tesoro attivista, ovvero di aver trattenuto le vendite di titoli di debito a più lunga scadenza per ridurre i costi di prestito a lungo termine e aiutare l'economia prima delle elezioni. Naturalmente, aveva ragione.

Ahimè, invertire le politiche catastrofiche di Yellen non può e non accadrà dall'oggi al domani in assenza di un crollo del mercato obbligazionario, ecco perché il programma di emissione è quello che è.

La forward guidance è stata mantenuta anche se il Treasury Borrowing Advisory Committee, un gruppo chiave di consulenti di Wall Street composto da dealer, gestori di fondi e altri partecipanti al mercato, ha emesso una lettera separata in cui "incoraggiava uniformemente il Tesoro a considerare di rimuovere o modificare" il linguaggio in questa riunione e "alcuni membri preferivano eliminare del tutto il linguaggio per riflettere le prospettive incerte, sebbene la maggioranza preferisse moderare il linguaggio in questa riunione".

Tuttavia, il motivo per cui non c'è stato alcun cambiamento - per ora - è che il comitato riteneva che qualsiasi cambiamento nel linguaggio non dovesse essere interpretato come un'indicazione di un aumento previsto a breve termine delle dimensioni delle aste dei coupon nominali, in linea con le tabelle di finanziamento raccomandate dal TBAC e con l'obiettivo del Tesoro di essere regolare e prevedibile. I membri del TBAC hanno anche notato "un'elevata incertezza riguardo agli sviluppi macroeconomici e alla traiettoria fiscale e hanno osservato che le attuali ipotesi dei primary dealer e i livelli di emissione implicano un deficit di finanziamento cumulativo di 1,5 trilioni di dollari nei prossimi tre anni".

Secondo Bloomberg, un alto funzionario del Tesoro ha detto ai giornalisti, quando gli è stato chiesto di quella guida, che il TBAC offre raccomandazioni, ma sono solo questo, ed è il dipartimento che decide.

Il Tesoro ha anche affermato che avrebbe mantenuto invariata l'emissione di debito a tasso variabile, continuando a spingere verso l'alto le vendite di alcuni titoli protetti dall'inflazione del Tesoro, o TIPS. Nei prossimi tre mesi, il Tesoro ha affermato che prevede di utilizzare cambiali, che scadono fino a un anno, per far fronte a eventuali variazioni stagionali o impreviste nelle esigenze di prestito. Per quanto riguarda i TIPS, il Tesoro ha dettagliato i seguenti aggiustamenti per il periodo da febbraio ad aprile:

Aumentare la nuova emissione di TIPS a 5 anni di aprile a 25 miliardi di $

Aumentare la riapertura di TIPS a 10 anni di marzo di 1 miliardo di $, a 18 miliardi di $

Mantenere la dimensione dell'asta di nuova emissione di TIPS a 30 anni di febbraio a 9 miliardi di $


Separatamente, ricordiamo ai lettori che dall'inizio di quest'anno, il Tesoro è stato vincolato dal limite del debito federale, che è tornato in vigore dopo essere stato sospeso a metà del 2023. Il dipartimento ha iniziato a utilizzare misure straordinarie per evitare una violazione del tetto del debito. Ciò significa che anche se gli Stati Uniti accumulano circa 1 trilione di dollari di nuovo debito ogni 100 giorni, il pubblico non vedrà il saldo effettivo fino a luglio, quando verrà implementato il prossimo accordo sul tetto del debito, dopo molti calci e urla da parte dei cosiddetti conservatori, che si arrendono - come fanno sempre - quando si rendono conto che non c'è altra opzione.

"Finché il limite del debito non verrà sospeso o aumentato, i vincoli correlati al limite del debito porteranno a una variabilità maggiore del normale nell'emissione di titoli di riferimento e a un uso significativo" dei titoli di gestione della liquidità, ha affermato il dipartimento.

Un'altra complicazione per le vendite di debito del Tesoro nei prossimi mesi e trimestri è l'incertezza su quando la Federal Reserve fermerà, o rallenterà ulteriormente, la sua costante riduzione delle partecipazioni in titoli del Tesoro, attualmente pari a un massimo di 25 miliardi di dollari al mese.

Quando la Fed eliminerà completamente il cosiddetto quantitative tightening, ridurrà gli importi che il Tesoro deve prendere in prestito dal pubblico, un processo che coinciderà con il drenaggio della struttura Reverse Repo che è stata utilizzata in modo aggressivo per finanziare il governo degli Stati Uniti tramite l'emissione di Bill.

Come nota Bloomberg, i dealer ora vedono il QT terminare in estate, piuttosto che in primavera, "aumentando leggermente la prevista necessità di prestiti dal settore privato nel 2025", ha riferito TBAC al Tesoro. "I partecipanti al mercato hanno visto i rischi come orientati verso una conclusione successiva", sebbene fattori tra cui le dinamiche del limite del debito possano complicare la valutazione della Fed sulla presenza di una "ampia" entità di riserve nel sistema, ha affermato TBAC.

Infine, la dichiarazione di mercoledì ha anche dettagliato un nuovo programma di riacquisti per l'inizio di febbraio fino a maggio. Come indicato dal programma, il Tesoro prevede di effettuare riacquisti settimanali di supporto alla liquidità fino a 4 miliardi di $ per operazione in titoli a cedola nominale. Il Tesoro prevede inoltre di riprendere i riacquisti di gestione della liquidità intorno alla data fiscale di aprile 2025. Gli importi acquistati nei riacquisti di gestione della liquidità moderano le riduzioni delle dimensioni delle aste di cambiali che altrimenti si verificherebbero nello stesso lasso di tempo.


Il linguaggio del brano precedente è molto tecnico: e tuttavia, ve lo abbiamo proposto per la ragione che la questione per tutti gli investitori del Mondo, e per tutte le componenti della vostra asset allocation, è cruciale.

Nel seguito di questo Post, noi ci impegneremo a spiegare il perché è cruciale. E ci faremo aiutare proprio da Scott Bessent, il nuovo Ministro del Tesoro USA: ovvero, il politico più importante al Mondo, per ciò che riguarda il futuro dei mercati e le performances dei nostri e vostri portafogli titoli.

Invitiamo inoltre tutti gli investitori interessati ad approfondire insieme a noi: contattateci attravero la pagina CONTATTI di questo sito, e ne parleremo insieme.

Allo scopo di completare la vostra informazione, ora Recce’d vi mette in condizione di leggere, qui di seguito, che cosa ha dichiarato Scott Bessent mercoledì 5 febbraio 2024.

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha detto che Donald Trump non sta chiedendo alla Federal Reserve di abbassare i suoi tassi di interesse a breve termine, ma ciò che lui e il presidente vogliono è di ridurre i costi di prestito a lungo termine tramite i rendimenti dei Treasury a 10 anni.

"Lui e io siamo concentrati sui Treasury a 10 anni", ha detto Bessent in un'intervista con Larry Kudlow di Fox Business, che è stato direttore del National Economic Council durante il primo mandato di Trump.

Ma Trump, ha aggiunto, "non sta chiedendo alla Fed di abbassare i tassi".

Mentre la Fed stabilisce tassi di prestito a breve termine che possono avere un effetto domino e influenzare i tassi a lungo termine, ci sono altri fattori che influenzano i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni, tra cui le prospettive di crescita economica, l'inflazione, l'offerta di Treasury e altro ancora.

I commenti del nuovo segretario al Tesoro di Trump hanno segnato la seconda volta in una settimana che la Casa Bianca ha allentato un po' la pressione sulla Fed, che ha sospeso i tassi il mese scorso dopo tre tagli consecutivi mentre i decisori politici valutano il percorso dell'inflazione e l'effetto delle nuove politiche economiche dell'amministrazione Trump.

Leggi di più: Decisione sui tassi della Fed: come influisce sui tuoi conti bancari, prestiti, carte di credito e investimenti

Il segretario al Tesoro Scott Bessent appare per un'intervista con Larry Kudlow di FOX Business Network nell'ufficio di Washington di FOX News, mercoledì 5 febbraio 2025, a Washington. (AP Photo/Moriah Ratner)

Il segretario al Tesoro Scott Bessent appare per un'intervista con Larry Kudlow di FOX Business Network mercoledì a Washington. (AP Photo/Moriah Ratner) · ASSOCIATED PRESS

In effetti, Trump stesso ha detto domenica scorsa che la banca centrale ha fatto bene a mantenere invariati i tassi di interesse durante l'ultima riunione politica del 29 gennaio.

"Non sono sorpreso", ha detto ai giornalisti domenica sera. "Penso che mantenere i tassi a questo punto sia stata la cosa giusta da fare".

I commenti del presidente sulla politica monetaria della Fed sono sembrati una sorta di inversione di tendenza dopo che Trump a fine gennaio aveva detto che avrebbe "richiesto" tassi più bassi e che pensava che la Fed lo avrebbe ascoltato. Ha anche detto allora che si aspettava di parlare direttamente con il presidente della Fed Jerome Powell "al momento giusto".

Trump ha aggiunto in un post del 29 gennaio sulla sua piattaforma di social media che Powell e la banca centrale "non sono riusciti a fermare il problema che hanno creato" sull'inflazione, senza menzionare i tassi.

Quando Bessent ha parlato della Fed mercoledì durante la sua intervista alla Fox, ha chiarito che avrebbe parlato solo di ciò che la Fed ha già fatto, e non di ciò che pensa che la banca centrale dovrebbe fare da ora in poi.

Ad esempio, ha notato che quando la Fed ha effettuato un taglio dei tassi jumbo di 50 punti base lo scorso settembre, il rendimento del Tesoro decennale è aumentato.

Nonostante la campagna di riduzione dei tassi della Fed alla fine del 2024, i tassi di interesse a lungo termine negli Stati Uniti sono aumentati bruscamente, il che ha comportato tassi più elevati su mutui e altri prestiti. Ciò è dovuto in parte alle aspettative degli investitori di un'inflazione più elevata in futuro.

Alcuni economisti temono che le politiche di Trump, comprese le tariffe, possano agire come un'altra fonte di pressione al rialzo sui prezzi.

Mercoledì Bessent ha affermato che le tariffe sono un "mezzo per un fine" per riportare la produzione negli Stati Uniti e riportare la sicurezza economica.

"In teoria, le tariffe sarebbero un cubetto di ghiaccio che si restringe. Che si applicherebbero tariffe a un paese e poi, man mano che la produzione torna negli Stati Uniti, l'imposta sul reddito, i ricavi aziendali e l'imposta sul reddito da lavoro aumentano e le entrate tariffarie diminuirebbero".


A sua volta, "il deficit delle partite correnti diminuisce, il nostro deficit commerciale diminuisce", ha aggiunto.

Il presidente, ha osservato, ritiene che se l'amministrazione ritirerà le normative, renderà permanenti i tagli fiscali di Trump del 2017 e abbasserà i prezzi dell'energia, allora le tariffe "si sistemeranno da sole".

Bessent ha ripetuto il suo piano economico soprannominato "3-3-3", che mira a ridurre il deficit al 3% del PIL da oltre il 6% tagliando le normative, sostenendo la crescita del 3% e aumentando la produzione di petrolio di 3 milioni di barili al giorno.

E ha offerto alcune garanzie sul recente accesso di Elon Musk e DOGE ai sistemi di pagamento critici del Dipartimento del Tesoro.

"Il nostro sistema di pagamento non viene toccato", ha detto Bessent. "È in corso uno studio. Possiamo avere più responsabilità, più accuratezza, più tracciabilità del fatto che il denaro vada dove deve andare?"

Ripetiamo che la rilevanza di queste parole investe tutte le componenti dei vostri portafogli: azioni americane, europee ed emergenti, Titoli di Stato, obbligazioni corporate, valute, materie prime. Tutto.

Per questa ragione, più in alto vi mettiamo a disposizione anche il video di questa intervista, la prima del nuovo Ministro del Tesoro USA, dalla quale emergono le linee-guida per i prossimi mesi. Ed era proprio questo, lo scopo dell’intervista.

I punti di grande rilievo sono molti: e sarà quindi inevitabile ritornare a discuterne, qui nel Blog, anche a breve.

Per il momento attuale, ci limitiamo a mettere alla vostra attenzione il contrasto, tra alcune di queste affermazioni ed altre affermazioni, fatte nel corso degli ultimi mesi, sia da Trump sia da alcuni uomini della sua squadra, ed in modo particolare da quei personaggi che sono schierati nella parte più aggressiva, oltranzista e intransigente.

Il caso più clamoroso riguarda la Federal Reserve: non c’è più traccia dei toni del Presidente argentino Milei (che qualificava le Banche Centrali come “organizzazioni criminali”) e non c’è più traccia di “rimozione dall’incarico di Jerome Powell”. Anzi, si arriva persino a affermare che “la Federal Reserve “ha fatto bene a NON tagliare i tassi ufficiali di interesse in gennaio” (immagine sopra).

Anche sul tema delle tasse, che in campagna elettorale erano da “tagliare subito ed in profondità”, oggi Trump è passato ad un atteggiamento decisamente “moderato e graduale nel tempo” (immagine sotto).

Ma la cosa che pesa più di tutti, sui portafogli e sulle performances, è che Bessent annuncia che continuerà sulla linea di Yellen per il debito pubblico: una linea definita, solo poche settimane fa, “catastrofica”. Il che vi dimostra che neppure Trump, su cose come queste, è libero di decidere.

E’ giustificato parlare di una nuova linea di politica economica di Trump e della sua Amministrazione? Ognuno giudichi come crede. Noi in Recce’d riteniamo che Trump stia molto semplicemente tenendo, davanti a sé, tutte le strade aperte e tutte le opzioni accessibili.

E quindi: la linea di Bessent, a nostro parere, oggi non è ancora diventata la linea ufficiale della Amministrazione. Bessent al momento viene “lasciato fare”, ed il test arriverà soltanto nel momento in cui compariranno le tensioni sui mercati.

Proprio quello, sarà il momento nel quale operare, con rapidità, sui mercati, modificando i portafogli titoli. Ma le operazioni, quelle è necessario definirle fin da oggi.

Valter Buffo
Perché tutto si è fermato: la realtà dei mercati a fine gennaio 2025
 


Che cosa c’è di notevole, nel grafico qui sopra?

C’è un fatto: il valore oggi della Borsa di New York, che guida tutte le Borse del Mondo, oggi è identico a quello di tre mesi fa.

Tre mesi fa, fu eletto Donald Trump. La Fed stava tagliando i tassi. Fu annunciato il rally di Natale, e poi anche quello di Fine Anno, e poi anche quello di gennaio. Dai giornali. Dai promotori finanziari. Dalle grandi banche internazionali.

E siamo, come potete vedere, sempre lì, fermi.

Nessuno ha comperato. Nessuno.

Nei due grafici che seguono, potete vedere il rendimento dei Titoli di Stato e del cambio tra Euro e dollaro USA nel medesimo periodo.

Questi, che sono dati di fatto, fanno da spunto al Post di oggi.

Che vi offre, come sempre gratuitamente, una spiegazione pratica, concreta, ed applicabile a tutti i vostri portafogli titoli. Subito.

Introduciamo la nostra spiegazione grazie ad un quarto grafico, che vedete qui sotto.

Sono gli ultimi cinque anni del rendimento dei Titoli di Stato USA a 10 anni.

Per l’Europa, il grafico è identico.

Non è andata come vi avevano promesso, vero?

Ricordate il 2021? Tre-quattro anni fa?

Tutti voi, amici lettori, ma proprio tutti, in quel 2021 avreste accolto con una sonora risata l’affermazione che

“i rendimenti saliranno sopra il 5%”.

Questo perché tutti voi, amici lettori, nel 2021 eravate assolutamente certi che

“l’inflazione è transitoria”.

Voi tutti avete pensato, allora:

“lo dicono tutti, non può non essere vero!”.

Quella “certezza”, di allora, era fasulla: e a voi è costata molto cara.

Oggi, in un diverso comparto del mercato finanziario internazionale, sta accadendo la medesima cosa. E proprio di questo Recce’d oggi vi mette (nuovamente) in guardia.

L'anno scorso, durante una cena privata nella Silicon Valley, è stato chiesto al direttore generale di una delle principali aziende di intelligenza artificiale in che modo la sua azienda si differenziasse dalle altre che costruivano "modelli di base", i sistemi alla base di chatbot come ChatGPT. Aveva un “fossato”, un vantaggio competitivo non espugnabile?

Sì, ha risposto, secondo un altro CEO presente. Nessun altro aveva raccolto i miliardi di dollari che aveva lui. Quello era il suo “fossato che protegge il castello”.

Questo approccio miope al business, secondo cui solo enormi somme di denaro possono tenere a bada la concorrenza, è il motivo per cui giganti come Meta Platforms Inc. sono in preda al panico per DeepSeek, un'azienda cinese che ha costruito un formidabile modello di intelligenza artificiale per circa lo stipendio di un singolo dirigente di intelligenza artificiale negli Stati Uniti.

Le sue scoperte ora rappresentano uno spostamento nell'equilibrio di potere e una resa dei conti per i giganti della tecnologia, che improvvisamente non sono più i vincitori garantiti dell'intelligenza artificiale.

Lunedì 27 gennaio 2025 il panico si è diffuso a Wall Street, poiché i futures del Nasdaq 100 sono scesi di oltre il 5% e hanno messo le azioni tecnologiche sulla buona strada per un crollo (a fine giornata) da 1 trilione di dollari, mille miliardi.

Il motivo è ovvio. OpenAI ha recentemente raccolto il più grande round di capitale di rischio della storia (6,6 miliardi di dollari), mentre Mark Zuckerberg ha affermato che Meta spenderà fino a 65 miliardi di dollari in progetti di intelligenza artificiale quest'anno. I giganti della tecnologia hanno speso molto per l'intelligenza artificiale e ora sembra uno spreco enorme.

L'ultimo modello R1 di DeepSeek, rilasciato il 20 gennaio, è stato costruito con soli 6 milioni di dollari di potenza di calcolo grezza e chip di intelligenza artificiale inferiori, una frazione del denaro e delle risorse spesi da aziende come OpenAI e Google di Alphabet Inc. Non solo è alla pari con ChatGPT in una classifica attentamente monitorata delle capacità del modello di intelligenza artificiale e può eseguire ragionamenti a catena di pensiero, ma è anche un successo tra il pubblico, avendo raggiunto la vetta degli app store negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada.

1 È open source e gratuito per uso personale, ed è anche economico per le aziende.

2 Il guru della Silicon Valley Marc Andreessen lo ha definito "il momento Sputnik dell'intelligenza artificiale".

Questo significa che tutti i miliardi investiti in chip, talenti e infrastrutture energetiche negli Stati Uniti sono stati inutili? Non esattamente, ma quell'investimento non è più sufficiente da solo.

DeepSeek ha dimostrato che i futuri vincitori dell'intelligenza artificiale avranno bisogno sia di potenza di calcolo grezza sia delle innovazioni di efficienza che le aziende cinesi sono state costrette a sviluppare a causa delle limitazioni dei chip negli Stati Uniti.

Il fosco mercato di Borsa di lunedì 27 gennaio 2025 indica anche i principali punti ciechi che sia Wall Street che le aziende tecnologiche hanno avuto sull'intelligenza artificiale. In primo luogo, le crescenti capacità di DeepSeek sono state rese pubbliche per mesi; la mia collega di Bloomberg Opinion Catherine Thorbecke ha scritto dell'azienda a giugno. Ma è anche stato chiaro per più di un anno che aziende come OpenAI, Anthropic e Google non avevano fossati attorno alle loro attività modello di fondazione. Le aziende e i consumatori potevano scambiare l'una con l'altra con facilità. Quello era già uno stato di gioco rischioso, uno di cui un ingegnere di Google aveva messo in guardia in un famigerato promemoria quasi due anni fa. Nonostante ciò, OpenAI ha continuato a bruciare denaro senza mostrarci un percorso ovvio per generare il profitto.

Parte del problema era che i broligarchi della Silicon Valley si sono concentrati troppo sulla creazione di un'intelligenza artificiale che ha raggiunto il vertice delle classifiche di riferimento in un concorso guidato dall'ego, il mio modello è più grande del tuo.

E hanno speso molto meno per trasformare quelle innovazioni in prodotti ben progettati che aziende e consumatori potessero utilizzare.

Il successo di DeepSeek dovrebbe fungere da campanello d'allarme per aziende come OpenAI per differenziarsi concentrandosi su ciò di cui i loro clienti hanno bisogno. E questo lascia ancora molto spazio per restare un passo avanti rispetto ai concorrenti in Cina, dove abbondano talento e fame di supremazia dell'IA.

C'è un altro motivo per cui la Silicon Valley deve rimanere ottimista. Solo pochi mesi fa, l'industria tecnologica era preoccupata per un imminente plateau per le capacità dell'IA, poiché le cosiddette leggi di ridimensionamento hanno incontrato un muro di mattoni. Ma DeepSeek ha dimostrato che non deve essere necessariamente così e che ci sono soluzioni alternative a quei limiti.

La cosa più importante è il cambiamento che DeepSeek ha innescato nel panorama competitivo. Nei due anni trascorsi dal lancio di ChatGPT, le grandi aziende tecnologiche sono state le maggiori beneficiarie finanziarie del boom dell'IA generativa.

Ma rendere l'IA più economica, e non solo più grande o migliore, ha un impatto molto più significativo sul resto del mondo, qualcosa che i leader tecnologici nelle loro bolle chiuse non sono riusciti ad apprezzare. Quando le piccole organizzazioni possono fare grandi cose con l'IA, ciò promette un mercato più sano e dinamico.

La grande ironia è che Sam Altman di OpenAI e altri leader dell'IA possono finalmente immedesimarsi nei lavoratori che i loro sistemi di IA stanno soppiantando. Ora devono provare a fare di più con meno, o si vedranno soppiantati anche loro.

Per commentare i fatti dell’ultima settimana, Recce’d ha deciso di chiamare in causa uno dei più grandi gestori del Pianeta, e probabilmente il più noto, ovvero Ray Dalio.

Abbiamo selezionato e tradotto per i lettori di Recce’d alcune sue affermazioni della settimana appena conclusa e che riguardano il tema del Post che state leggendo.

Mercoledì 29 gennaio 2025 - 11:45 AM

L'investitore miliardario e fondatore del fondo speculativo Bridgewater Ray Dalio ha avvertito in un'intervista con il co-conduttore del podcast All-In David Friedberg che né gli Stati Uniti né la Cina possono permettersi di perdere la corsa alla supremazia dell'intelligenza artificiale, sottolineando che questa "guerra" tecnologica è molto più critica dei "profitti".

.@RayDalio a @friedberg: Né gli Stati Uniti né la Cina possono permettersi di perdere la guerra dell'intelligenza artificiale "Penso che i super scalatori in questo mondo abbiano problemi di rischio, pensa a Nvidia o ad altri. Penso che la guerra tecnologica, certamente la produttività, sono d'accordo con te, ma vuoi investire nella produttività. Ma... pic.twitter.com/mpVCek0pjM

— CAPITAL (@capitalnewshq) 28 gennaio 2025

DAVID FRIEDBERG: Sono un tipo da asset produttivi. Mi piace possedere aziende che producono cose. In questo contesto, dove possiedo un asset produttivo, un'azienda che può ancora vedere i suoi ricavi e il suo reddito crescere mentre questo effetto inflazionistico e questa svalutazione si verificano mentre superiamo una crisi del debito come questa? Quale sarebbe il miglior tipo di asset produttivo? È un'attività mineraria? È un'attività di commercio di materie prime?

RAY DALIO: Sono d'accordo con te. Quindi, sai, quel grafico che abbiamo mostrato all'inizio ha questa linea dove la produttività sta aumentando. E tende a moltiplicarsi su se stessa. E penso che sia lì che si trova l'Intelligenza Artificiale, ed è fantastico, ma dipende da dove ci si riferisce all'Intelligenza artificiale. Penso che i “super scaler” (chi opera su grandissima scala” in questo mondo abbiano problemi di rischio. Sai, pensi ai super scaler come Nvidia o altri. Penso che la guerra tecnologica, certamente la produttività, sono tuoi amici, ma vuoi investire nella produttività e non nel “veicolo”. Ci sarà una grande interruzione, e ci saranno quelli che interrompono da un lato e chi viene interrotto da un altro lato. Non sono necessariamente coloro che producono i “veicoli che ci portano l’intelligenza artificiale”, ma piuttosto coloro che stanno implementando e cambiando come risultato del loro grande impatto.

Penso che la guerra tecnologica, la guerra dell'Intelligenza artificiale sia più importante. In realtà è più importante. È una guerra che nessun paese può perdere perché è più importante dei profitti. Se perdi, se la Cina o gli Stati Uniti perdono davvero questa guerra, è più importante dei profitti. Devi giocare quella guerra in quel modo. Potrebbe trattarsi di veicoli elettrici, o più in termini di veicoli elettrici cinesi, dove possono produrli. Ma penso che ci siano aspettative così alte. Penso che vedremo delle applicazioni. Penso che i cinesi siano un po' indietro nei chip, ma sono avanti nelle applicazioni.

DAVID FRIEDBERG: Hai visto l'annuncio di DeepSeek questo fine settimana?

RAY DALIO: Sì, e questo era noto da un po' di tempo. La mossa cinese saranno i chip, chip molto economici incorporati in beni manifatturieri. Vedrai la robotica. I cinesi sono incredibilmente [bravi] a realizzare cose a basso costo. Possiedono il 33% di tutti i beni fabbricati nel mondo, che è più dei beni fabbricati negli Stati Uniti, in Germania e in Giappone messi insieme. I cinesi producono di più.

Vedrai quel tipo di competizione, e potrebbe essere come i pannelli solari o qualcosa del genere. Il profitto non conta. Penso che dove ci sono produttività, innovazione e disruptor. In sostanza, essere LONG di quelle Aziende che traggono beneficio dall'uso o dalla creazione di applicazioni AI che hanno un grande effetto sui profitti è sicuramente la cosa giusta da fare.

Dalio qui ci ha detto che:

  1. c’è una guerra, e questa guerra aumenterà di intensità

  2. è facile prevedere che ci sarà un abbattimento dei costi di chi fornisce i supporti dell’intelligenza artificiale

  3. ma un investitore deve guardare ai profitti e puntare sulle Aziende che producono le applicazioni dell’intelligenza artificiale, e non su quelli che la distribuiscono

Detto che noi, di Recce’d, che ogni giorno analizziamo i mercati e le Aziende, possiamo affermare (grazie a questo nostro lavoro quotidiano per il Cliente) che alla fine di gennaio 2025 di applicazioni di AI che generano profitti non ne esiste neppure una.

Ed aggiunto poi che ci fidiamo di chi, come Ray Dalio, ci dice che sicuramente ce ne saranno, in un futuro.

Detto tutto questo, noi preferiamo gestire i portafogli modello concentrandoci sui fatti. Sulla realtà di oggi.

Un esempio: per la gestione dei nostri portafogli, oggi, noi da tutta questa vicenda ricaviamo una serie di concrete indicazioni di investimento, quelle che riguardano le quotazioni di Borsa di tutte quelle Aziende che Dalio ha chiamato “veicoli”, ovvero tutte quelle che “portano l’intelligenza artificiale a chi poi deve applicarla a qualche prodotto oppure a qualche servizio”.

Un altro esempio riguarda le tariffe: in quale modo la vicenda Deepseek influenza il discorso delle tariffe imposte dagli USA di Trump? Con la nostra analisi, noi ci stiamo occupando di questo proprio durante questo weekend. E ne scriveremo da lunedì nel quotidiano The Morning Brief.

Un terzo esempio ve lo abbiamo mostrato proprio in apertura di questo Post: tutti i mercati sono fermi. Ed in particolare, la Borsa, le Borse, non esultano. Mentre le grandi aziende tecnologiche pubblicano le loro trimestrali, le Borse non reagiscono: avete visto che cosa ha fatto venerdì 31 gennaio 2025 il titolo Apple, dopo che ha pubblicato utili che (come sempre) erano “superiori alle attese”? Leggete alla pagina TWIT _ TWOO i nuovi tweet.

Che cosa stanno aspettando, le Borse? Forse, che si chiarisca la faccenda Deepseek? Non capiscono, le Borse, che cosa sta succedendo?

E voi, che cosa state facendo, rimanete bloccati come i mercati? E che uso fate di Deepseek, proprio in questo weekend, per mettere a frutto i vostri risparmi, oggi, proprio in questo momento?

Dalio più in alto vi ha fornito concrete indicazioni, su dove e come investire a fine gennaio 2025.

Altre Recce’d ve ne regala, scegliendo per voi la lettura che chiude il nostro Post.

Vi segnaliamo che, nel brano che segue, trovate un accenno alle ferrovie. Voi sapete qualche cosa, delle Società Ferroviarie quotate in Borsa? Vi hanno informati, di quella storia? Recce’d ne ha accennato, in più occasioni: e non è escluso che noi si decida di offrire, a breve, un approfondimento proprio qui nel Blog. perché la storia delle ferrovie ha molti punti in comune, con la storia dei Big Tech degli anni 2020.

La storia di Deepseek è appena cominciata, quella dei Big Tech è invece già matura: ed è arrivata ad un punto di svolta.

Nel caso non lo sapeste, DeepSeek, un'azienda cinese, ha rilasciato un'intelligenza artificiale piuttosto buona a prezzi stracciati. "DeepSeek ha affermato che addestrare uno dei suoi ultimi modelli è costato 5,6 milioni di dollari, rispetto alla fascia di prezzo tra 100 milioni e 1 miliardo di dollari citata l'anno scorso da Dario Amodei, amministratore delegato dello sviluppatore di intelligenza artificiale Anthropic, come costo di costruzione di un modello".

Da un punto di vista economico, questo tipo di progresso era del tutto prevedibile, anche se è un po' sorprendente la rapidità con cui è avvenuto.

L'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico sono programmi informatici che “buttano gli spaghetti al muro”.

Le generazioni precedenti di programmazione informatica erano molto attente agli algoritmi efficienti, utilizzando la minor quantità possibile di memoria e potenza di calcolo. Memoria e potenza di calcolo sono diventate davvero economiche, quindi è diventato fattibile semplicemente buttare la potenza del computer in un problema di adattamento e previsione.

Ciò si è rivelato incredibilmente efficace, in quanto questi modelli altamente inefficienti moltiplicati per un'enorme capacità di calcolo sono in grado di fare cose incredibili. Ma ora che spendiamo centinaia di milioni per la formazione, tutta quella capacità di calcolo gratuita non è più così gratuita. Era ovvio che un'enorme quantità di attenzione sarebbe stata riversata sulla prossima generazione di calcolo più veloce e in algoritmi più efficienti.

Dopotutto, il cervello umano lo fa con circa 20 watt.

Sembra che DeepSeek lo abbia fatto con algoritmi più efficienti, tanto che ha potuto usare chip meno potenti. Un calcolo più veloce sarà più difficile, ma in un secondo tempo arriverà.. I guadagni che derivano da sistemi di calcolo più veloci sono diminuiti per circa un decennio. ma ritorneranno. La prima iterazione di qualsiasi cosa è incredibilmente costosa. Poi il taglio dei costi inizia a funzionare. Da Apollo a Starship. In due anni.

Chi guadagna e chi perde? Beh, ovviamente, quelle centinaia di milioni di dollari di investimenti nella prima generazione di formazione AI saranno indeboliti dai nuovi concorrenti low cost. Grazie. E i prezzi elevati per i chip NVIDIA non dureranno. Come prevedibile, le azioni tecnologiche sono crollate lunedì scorso, 27 gennaio 2025. "Nvidia è scesa di quasi il 13%, cancellando più di 400 miliardi di dollari di valore di mercato e pesando sul Nasdaq Composite ad alta tecnologia". Sembra che il mercato possa sommare ma anche sottrarre, contro la retorica di molta finanza contemporanea.

Sarà allettante tra i commentatori fare il totale di questa perdita di "ricchezza" del mercato azionario e dire che è una cosa terribile per tutti quanti. Ma non stanno così le cose.

I vincitori non saranno i produttori di AI, che sono destinati a diventare una merce a basso costo con una notevole rapidità, bensì gli utenti di AI.

E il vantaggio sarà sulle quantità prodotte di beni e di servizi finali, e non sul monopolio o sulle rendite a costo fisso di Nvidia e delle altre Big Tech.

Dico questo perché le azioni delle aziende che possono potenzialmente usare l'intelligenza artificiale a basso costo non sono salite, fino ad oggi. Forse lo faranno, una volta che le persone capiranno di nuovo come usare l'intelligenza artificiale a basso costo per fare profitti per un po'. Forse quelle aziende non sono ancora state fondate.

Questo è ormai il Far West. Il mercato azionario basa tutto sul valore ATTUALE dei profitti, non il valore attuale dei FUTURI benefici che saranno generati con l’intelligenza artificiale.

Il profitto, e il beneficio finale, delle ferrovie cento anni fa non era tanto nella ferrovia stessa, ma nei campi di grano del Kansas.

I complottisti, incoraggiati dai divieti di TikTok e Nippon Steel, ci vogliono avvertire con il coro: “Cina, Cina, Cina”.

E in effetti in questi giorni si legge che "Gli utenti dell'ultimo modello di punta di DeepSeek, chiamato V3 e rilasciato a dicembre, hanno notato che si rifiuta di rispondere a domande politiche delicate sulla Cina e sul leader Xi Jinping. ... 'L'unico ostacolo è una censura della Repubblica Popolare di Cina grossolana e poco sofisticata'".

Non dovremmo vietarlo insieme a tutto ciò che riguarda la Cina prima che avveleni le giovani menti? O peggio. L'intelligenza artificiale vive di dati, qualcuno deve preoccuparsi che DeepMind stia raccogliendo le nostre interazioni con i chatbot per un'ulteriore formazione e in qualche modo il PCC indebolirà l'America come fa TikTok con i suoi dati su quali tredicenni guardano i video di Taylor Swift.

DeepSeek (a differenza di TikTok) però ha sorprendentemente ma brillantemente rivelato il codice sorgente. Non sono sicuro di come intendono fare soldi, ma grazie. Brillante perché indebolisce il caso che sicuramente verrebbe per vietarlo dagli Stati Uniti. Sembrerebbe che si possano semplicemente individuare i bit di censura del PCC e rimuoverli. Il WSJ la pensa così "questo potrebbe essere rimosso perché altri sviluppatori possono modificare liberamente il codice".

Più in profondità, però, immagina il mondo in cui alcuni della destra in ascesa vogliono portarci, un Mondo in cui tutto ciò che è "Cina" è vietato dagli Stati Uniti. In quel Mondo noi non vedremmo DeepSeek.

Ma la concorrenza è la principale fonte di efficienza e la concorrenza deve essere globale in un mondo con costi iniziali di 100 milioni di dollari.

Valter Buffo