Investire per il 2022: target di Borsa e target di performance
 

Ne abbiamo già scritto molto di recente, e oggi ci ritorniamo: la scadenza della fine dell’anno viene presa a spunto, dalle Reti commerciali di wealth managers e promotori finanziari, ma pure dalle banche globali di investimento, allo scopo di convincere il Cliente finale a “muovere il portafoglio”, sulla base delle “previsioni” e dei “target” per l’anno successivo.

Ogni anno è così: è un rituale commerciale, come le pubblicità in TV per i panettoni, i pandori ed i profumi.

In questo Blog, così come in altre sedi, abbiamo già illustrato, e dimostrato, che

  1. per il Cliente finale è totalmente inutile fermarsi oggi a ragionare su “dove sarà la Borsa a fine 2022”; ed in aggiunta che

  2. prendere questo spunto come uno spunto per movimentare i portafogli da sempre è risultato dannoso ed ha prodotto delle perdite, a volte rilevati, per il Cliente finale.

E tuttavia, ritorniamo dopo poche settimane a scrivere dei “target” perché professionalmente giudichiamo corretto informare, con dettaglio, i nostri amici lettori di quello che dicono “gli altri”.

Precisiamo: in questo Post, vi forniremo solo una serie di informazioni, senza commentarle. Un nostro commento lo troverete successivamente, in una delle prossime settimane, sempre nel Blog.

Potete leggere qui sopra l’elenco dei famosi “target” per l’indice della Borsa USA nel 2022, con a fianco il nome della banca globale di investimento che li ha pubblicati. Lasciamo al lettore di scorrere la tabella, senza commenti per ora.

Aggiungiamo poi un dato: nel grafico che segue potete vedere quanto, in passato, queste banche di investimento pubblicando i loro “target” sono riuscite ad anticipare l’effettivo andamento dell’indice.

Valutate con attenzione questi dati, tenendo bene a mente che fanno riferimento ad anni molto facili, molto positivi per la Borsa USA, che proprio in questi anni ha ricevuto aiuti dall’esterno in una misura che mai si era vista nell’intera storia della Borsa.

Un secondo dato, che può essere utile al nostro lettore, è quello del grafico che segue: come tutti sapete, pe banche globali di investimento calcolano, oppure dicono di calcolare, i loro “target” sulla base delle loro previsioni per gli utili delle Società quotate.

Ebbene, il grafico qui sotto vi ricorda una cosa importantissima, per ogni investitore che voglia decidere sugli investimenti di Borsa: vi ricorda che, nel corso dell’anno, e quindi dopo che questi target sono stati pubblicati, quelle previsioni per gli utili sulle quali i “target” vengono calcolati cambiano.

Il grafico qui sotto vi racconta in che modo sono cambiati in passato.

Il lettore che intendesse comprendere meglio questo aspetto dei “target” potrà esaminare con dettaglio i due grafici che trova qui sotto, due grafici che ripropongono i medesimi dati con un diverso formato.

Detto quindi che i “target” sono privi di significato, dal punto di vista operativo, e sono semplicemente supporti commerciali per “creare interesse”, ritorniamo però al 2022.

Abbiamo pubblicato, più sopra, l’elenco completo dei “target 2022” per la Borsa USA: le Borse europee come tutti sapete vanno sempre in scia, sia al rialzo sia al ribasso. Non hanno più una loro dinamica autonoma dalla Borsa di New York: almeno, per ora.

Noi, come già scritto, oggi NON commenteremo i “target” e neppure più in generale le prospettive dei mercati nel 2022.

Vogliamo comunque accompagnare i dati offerti al lettore fino a qui nel Post con un commento qualificato, selezionato per voi, che potete leggere qui sotto.

Ripetiamo che vi suggeriamo di leggere questo commento NON perché Recce’d ritiene che questo commento aiuti a comprendere che cosa farà la Borsa USA nel 2022: però, riteniamo che sia importante avere piena conoscenza di “quello di cui si parla sui mercati oggi”. In poche righe troverete raccolti tutti i temi che oggi vanno “di moda” tra gli operatori.

Quello che poi succederà davvero, noi lo affronteremo in un Post successivo. Perché tra i “target” di Borsa e gli obbiettivi di performance c’è una grandissima differenza, da sempre.

Vi facciamo infine notare che il commento che segue si apre con un accenno al tema della volatilità. Tema oggi a nostro parere centrale, tanto che proprio oggi dedichiamo a questo argomento un intero Post, dopo averne scritto per settimane in modo esclusivo per i nostri Clienti in The Morning Brief.

The recent spike in market volatility may herald a bumpier U.S. stock market in 2022, as investors come to grips with an inflection point in monetary policy in the pandemic.

“There probably will be some elevated volatility around the potential tightening of Fed policy,” said Shawn Snyder, head of investment strategy at Citigroup’s U.S. consumer wealth management division, in a phone interview. “Omicron throws in a bit of a wrench” to the 2022 outlook, he said of the new variant of the coronavirus, though investors have appeared encouraged by some early signs that it may be less dangerous than initially feared.

The CBOE Volatility Index or VIX, jumped in late November and remains above its 200-day moving average even after subsiding since last week, according to FactSet data. The VIX broke above 30 last week for the first time since the first quarter of 2021, the data show, amid market jitters over the emergence of omicron and the potential move by the Federal Reserve to remove some accommodation from the market faster than investors had anticipated.

“That’s a big transition that creates tension for investors,” said Lauren Goodwin, economist and director of portfolio strategy at New York Life Investment, in a phone interview. The Fed looks to be positioning for more flexibility for potential interest rate hikes next year, with increased inflationary pressure likely to mean more rate rises in 2022 than currently expected, creating more market risk, she said.

Some investors worry that interest rate-sensitive growth and technology stocks would be particularly vulnerable should the Fed aggressively tighten its monetary policy through rate hikes. The S&P 500 index, which has a large exposure to tech, is on track for a third straight year of strong gains after rising almost 25% in 2021 through Tuesday, according to FactSet.

The U.S. stock market will probably deliver more modest gains “accompanied by higher volatility” next year, Jeffrey Kleintop, chief global investment strategist at Charles Schwab, told MarketWatch by phone.

Goodwin said she also expects increased volatility, amid transitions that include the fading of the fiscal stimulus that provided direct support to consumers during the COVID-19 crisis and the Fed taking its “foot off the gas” in the economic recovery. She expects “much lower” stock-market returns next year compared to gains so far in 2021.

“Most of the equity upside should be realized between now” and the first half of 2022, “when monetary and fiscal policy tailwinds will be strongest,” JPMorgan Chase & Co. strategists said in a 2022 outlook report Wednesday.

Wall Street banks have been rolling out their 2022 forecasts for the S&P 500, with Goldman Sachs Group and JPMorgan being among the most bullish on U.S. stocks. 

Goldman expects the S&P 500 will end 2022 at 5,100, according to a portfolio strategy research report from the bank dated Dec. 3. Meanwhile, JPMorgan analysts predicted in a research report at the end of November that the U.S. stock benchmark will rise next year to 5,050, partly on “robust earnings growth” and easing supply chain woes. RBC Capital Markets has forecast the same price target as JPMorgan, while Deutsche Bank predicts the S&P 500 will end next year at 5,000, according to a slide presentation from its chief investment office. 

Meanwhile, Citigroup set an S&P 500 target of 4,900 for the end of 2022, a research report from the bank in late October shows. Coming in below that level, Barclays predicted in a U.S. equity strategy report this month that the index will finish next year at 4,800.

“Proceed with caution,” the Barclays analysts wrote in their 2022 outlook report dated Dec. 2. “We see limited upside for equities next year,” they said. In their view, “household and corporate cash hoards should support modest earnings growth but persistent supply chain woes, reversal of goods consumption to trend and China hard-landing are key tail risks.” 

Bank of America’s analysts have a lower price target than Barclays for the S&P 500 next year, with a BofA Global Research report last month showing the benchmark will end 2022 at 4,600. 

“Unfortunately we see a lot of similarities between today and 2000 — the tech bubble peak,” said Savita Subramanian, head of equity and quant strategy at BofA, during a late November media briefing on their U.S. stock market outlook.

Morgan Stanley has a more bearish outlook for next year that puts the S&P 500 below the index’s close Tuesday at 4,686.75. A report Monday from the bank’s wealth management division shows a base-case forecast of 4,400 for the S&P 500 at the end of 2022 even with an expected gain in earnings.

“We expect the S&P 500 to be range-bound and volatile, and bond returns to be negative net of inflation,” said Lisa Shalett, chief investment officer at Morgan Stanley Wealth Management, in the note. “Fixed income should be reduced to fund greater exposure to real assets and to absolute return funds.”

The core of Morgan Stanley’s “cautious” view on the S&P 500 is based on price-to-earnings ratios typically compressing during “a midcycle transition,” Shalett said. She pointed to a chart in her note showing that “median stock has traversed the midcycle transition.” The chart shows “the median S&P 500 stock has corrected 15% from its 52-week high,” but the index has been kept aloft by the 15 largest companies now accounting for 40% of its market capitalization, according to her note. 

“While they may be great companies, we are less convinced they will all be great stocks in 2022 as financial conditions tighten, interest rates rise, employment costs increase and inflation remains challenging,” Shalett said. “We think profit margins for the top 15 have peaked.”

In Morgan Stanley’s view, “this suggests investors should move toward stock picking and away from passive index funds,” her note shows. 

JPMorgan expects that “international equities, emerging markets and cyclical market segments will significantly outperform,” according to its report Wednesday.

“The reason for this is our expectation for increasing interest rates and marginally tighter monetary policy that should be a headwind for high-multiple markets such as the Nasdaq,” the JPMorgan strategists wrote, citing the tech-laden Nasdaq Composite Index.

Citi’s Snyder told MarketWatch that during “midcycle” he likes high-quality stocks, “dividend-growers” and global healthcare  equities. Consistent earnings growth and “reasonable valuations” make healthcare attractive, he said, and stock bets in the area can serve as “a volatility dampener” in portfolios.

Immunology is one of three megatrends poised to accelerate next year as “a range of next-gen oncological therapeutics come up for approval and enable more targeted cancer treatment,” according to Jeff Spiegel, head of U.S. iShares megatrend and international ETFs. Shares of the iShares Genomics Immunology and Healthcare ETF were up about 0.2% this year based on midday trading Wednesday, FactSet data show, at last check.

Two other megatrends to watch in 2022 are “digital transformation” intensifying through the cloud, 5G and cybersecurity, and “automation technologies” such as robotics and artificial intelligence, Spiegel wrote in a report this month. Automation technologies should grow “in response to ongoing supply chain bottlenecks and wage inflation” in the pandemic, he wrote.

“I think we’ll actually be dealing with gluts next year rather than shortages,” said Charles Schwab’s Kleintop. “That will help drive down inflation, particularly in the second half of next year, making an aggressive path of rate hikes unlikely.”

The market is expecting three rate hikes by the U.S. central bank in 2022 after Fed Chair Jerome Powell signaled last week that it may speed up the tapering of its monthly asset purchases, said Deepak Puri, Deutsche Bank’s CIO for the America, during a media briefing Monday on his outlook for next year.

While the Fed may become more aggressive in tapering its bond purchases, potentially completing the process in March instead of June, said Puri, he expects the Fed will still be “dovish” on rates next year. Puri forecasts that the Fed will raise rates just once next year, which is below consensus, he said.

“We expect two rate hikes next year,” said New York Life Investment’s Goodwin.

Morgan Stanley’s Shalett wrote in her 2022 outlook note that “we see a classic reflationary rebalancing in which higher nominal and real rates reflect higher average growth and inflation rates.” She also expects yield curves will steepen, profit margins to be squeezed by rising costs, and price-to-earnings ratios to compress in “rate-sensitive sectors.” 

“Within the U.S., we like reopening and reflationary themes and beneficiaries of higher bond yields,” JPMorgan said in its report Wednesday. The bank’s strategists expect the yield on the 10-year Treasury note will rise to 2.25% by the end of next year, the report shows.

“Our view is that 2022 will be the year of a full global recovery, an end of the global pandemic, and a return to normal conditions we had prior to the COVID-19 outbreak,” Marko Kolanovic, chief global markets strategist at JPMorgan, and the bank’s global co-head of research Hussein Malik wrote in the report Wednesday.

According to Shalett, “on most counts, 2022 will be a critical year when the imbalances wrought by the global pandemic begin to resolve and the business cycle normalizes from extremes.”

Mercati oggiValter Buffo
Perché il COVID non c'entra (parte 2)
 

La settimana scorsa, nel nostro Blog, abbiamo chiarito che a giudizio di Recce’d l’instabilità dei mercati finanziari vista nelle ultime settimane è spiegata soltanto per una parte decisamente minoritaria dalla diffusione della variante sudafricana del COVID.

COVID a nostro giudizio è un tema che va ben al di là delle “varianti”, per chi si occupa di investimenti e di gestione del portafoglio.

Lo spiegammo chiaramente già nel gennaio del 2020, ben prima della forte discesa dei mercati finanziari. Qui sotto, nell’immagine, vi ricordiamo il titolo di quella serie di Post del gennaio del 2020.

Nel caso specifico della variante sudafricana, poi, già la settimana scorsa abbiamo messo all’attenzione di chi segue il Blog il fatto che, sulla stampa italiana ed internazionale, il nuovo “allarme COVID” era finito in prima pagina settimane prima che si parlasse della “variante sudafricana”: qui sotto, vi riportiamo la prima pagina del Corriere della Sera del 6 novembre scorso.

L’indice S&P 500 stava sopra 4700 punti.

Anche un semplice esame dei dati, come quello che vi proponiamo qui sotto con il grafico del Financial Times, conferma che per un investitore razionale e consapevole il tema “rischio COVID” è sempre rimasto tra i temi di cui tenere conto, anzi meglio da tenere in grande evidenza.

Dall’industria, ed in particolare dalle banche di investimento, arrivano come sempre, come anche nel gennaio e nel febbraio 2020 ad esempio, messaggi rassicuranti: tutti i promotori finanziari, tutti i private bankers, tutti i wealth managers, e tutte le banche di investimento internazionali da due anni sono impegnatissimi a convincere gli investitori finali (cioè voi) ad investire “come se il COVID non esistesse”.

Proprio la settimana scorsa, la banca di investimento più conosciuta, che è Goldman Sachs, si è spinta a scrivere che “il COVID diventerà una cosa abituale, come il vaccino contro l’influenza”. Lo leggete qui sopra, nella parte bassa dell’immagine.

Vi invitiamo a associare questi messaggi rassicuranti con i fatti (grafico più in alto) e con i dati (ciò che accadde nel 2020). In aggiunta, vi invitiamo a tenere conto che nel biennio 2020-2021 sono stati varati interventi “di stimolo” di una tale grandezza che mai fu registrata in precedenza.

Interventi “di stimolo” che dovrebbero mettere i mercati finanziari e le economie al riparo da qualsiasi “variante”. La variante sudafricana dovrebbe fare … solo il solletico.

Sulla base di ciò che abbiamo appena detto, dovrebbe essere evidente a tutti, quindi, che “c’è qualche cosa che non va” nelle spiegazioni che fanno riferimento unicamente alla variante Omicron.

La copertina del settimana The Economist di questa settimana, che vi riproduciamo qui sotto, è un riconoscimento ufficiale del fatto che c’è una sovrapposizione di temi e di problemi che spiega il nervosismo dei mercati finanziari oggi.

Ecco perché noi di Recce’d suggeriamo al lettore di riflettere sul perché, proprio nella seduta successiva alla Festa del Ringraziamento negli Stati Uniti sono arrivati sui mercati di tutto il Globo quegli ordini di vendita massicci.

E poi, nella settimana successiva (quella appena conclusa) in ogni seduta si sono viste variazioni degli indici superiori allo 1%.

Il nostro suggerimento non è soltanto quello di “ragionarci sopra”: a nostro parere è proprio questo il momento di agire, di operare, di proteggere il proprio patrimonio e di cogliere le opportunità (alcune davvero enormi) che i mercati finanziari ci offrono ai prezzi di chiusura del venerdì 3 novembre.

Aspettiamo un vostro segnale per contattarvi e confrontare le nostre opinioni con le vostre.

Per quelli che invece preferiscono occuparsi dei regali per il Natale, qui sotto c’è la nostra proposta per un regalo che è insieme divertente, pratico e di buon prezzo, ma soprattutto utile.

Mercati oggiValter Buffo
Chi pagherà il prezzo di questa nuova "svolta ad U"?
 

Questa parte finale del 2021 ci ha riservato, e ci riserverà ancora, un grande numero di sorprese.

Fino ad oggi, la sorpresa che ha colpito noi di Recce’d è l’atteggiamento degli investitori. Di tutti gli investitori, in Italia e nel Mondo. Lungo l’intero arco del 2021, ma in modo particolare nella parte finale, ovvero nelle ultime settimane.

Settimane nelle quali, i fatti lo dimostrato, quasi tutti (e probabilmente numerosi lettori del nostro Blog) con i loro atti hanno dimostrato di avere dimenticato, o sarebbe meglio dire rimosso, i fatti di tre anni fa.

Era il 23 dicembre 2018, una domenica, a due giorni dal Natale, quando il Wall Street Journal pubblicava il titolo che leggete qui sotto.

Il titolo dice: “Il Ministro del Tesoro Mnuchin ha chiamato tutti gli Amministratori Delegati di tutte le maggiori banche per discutere della turbolenza sui mercati finanziari.

Trump allora era il Presidente, ed al posto di Mnuchin come tutti sapete oggi c’è Janet Yellen.

Ora: è vero da un lato che mai la storia si ripete in modo esattamente identico al passato. E tuttavia: la storia offre lezioni ed insegnamenti che non possono, e non devono, essere dimenticati. O meglio, rimossi.

Non è certamente questa la sede per ripercorrere i fatti di tre anni fa: a chi tra i nostri lettori fosse interessato ad approfondire, suggeriamo di partire rileggendo un Post di questo Blog datato gennaio 2019.

Informandosi, ed eventualmente se lo ritiene parlando anche con noi di Recce’d, il nostro lettore vedrà facilmente quante sono le analogie tra quella situazione del dicembre 2018 e la situazione attuale.

La situazione attuale a cui facciamo riferimento in questo Post è perfettamente sintetizzata dall’immagine qui sopra: martedì scorso, ultimo giorno di novembre 2021, il Grande Capo della Banca Centrale USA ha annunciato al Mondo che “si può eliminare il termine TRANSITORIA quando si parla di inflazione”.

In più occasioni, noi di Recce’d abbiamo definito la narrativa della “inflazione transitoria” come meritava di essere definita: una sciocchezza grossolana, una baggianata, e persino una stupidaggine.

Ma ciò che oggi conta, per noi investitori, non è tanto osservare chi aveva ragione, e chi invece aveva torto, nove mesi fa, e poi sei mesi fa, e poi tre mesi fa.

Ciò che conta per tutti noi investitori è quanto segue: che implicazioni avrà, per i mercati finanziari, per i prezzi degli asset, e per i nostri portafogli di investimento, il fatto che ancora una volta (dopo quel dicembre 2018) la più grande Banca Centrale del Mondo è stata costretta a rimangiarsi le parole, le garanzie, le promesse?

Chi segue il nostro Blog con attenzione, non è stato colto di sorpresa: già nel marzo 2021, ovvero otto mesi fa, noi di Recce’d ci siamo chiesti proprio nel Blog quando sarebbe arrivata la “svolta ad U” della Federal Reserve.

Adesso però che è sugli schermi di tutto il Mondo, tutti gli investitori sono obbligati a rifare i conti, a cambiare le decisioni, a modificare le aspettative. In particolare, tutti quelli che scioccamente si sono affidati alla narrativa della “inflazione transitoria”, al wealth manager, al private banker, a Goldman Sachs e a Morgan Stanley ed a UBS..

Il brano di Bloomberg qui sopra spiega chiaramente perché ognuno di noi è toccato in modo diretto nei propri interessi da questa nuova “svolta ad U”: dice l’articolo di Bloomberg che Powell

“ha acceso un faro sull’inflazione come grande rischio per l’economia ed i mercati finanziari - non tanto perché i futuri rialzi dei prezzi siano di per sé problematici (non lo sono) ma a causa del fatto che il processo di comunicazione della Banca Centrale, e l’assenza di reazioni della politica monetaria, sono in ritardo sulla realtà. Il processo di rincorsa per riallinearsi alla realtà (ed è richiesto un processo molto rapido) potrebbe destabilizzare sia i mercati finanziari sia le economie”.

Il caos sui mercati finanziari di cui parla l’immagine qui sopra è esploso il giorno dopo il Thanksgiving, e tutti i media, in tutto il Mondo, hanno associato quella seduta drammatica alla comparsa della “variante sudafricana”.

Poche ore dopo, sia con i nostri Clienti sia qui nel Blog, abbiamo detto con chiarezza: la variante sudafricana NON è la causa delle instabilità che a cui state assistendo. Ne scriviamo anche oggi, in un altro Post.

Con il passare dei giorni dell’ultima settimana, i fatti poi hanno dimostrato che Recce’d ha interpretato in modo corretto quella situazione sui mercati finanziari.

L’immagine qui sopra vi racconta a che cosa noi ci riferiamo, quando utilizziamo il termine “narrativa”: ormai tutti hanno capito come vanno utilizzati i media, per formare la pubblica opinione: se si riesce a fare scrivere sui social media che una certa cosa è vera, almeno per qualche tempo ci si garantisce che quella cosa sia ritenuta vera da una grande quantità di persone.

Come vedete qui sopra, il termine “transitoria” è stato “trending topic”, ovvero argomento tra i più discussi sui social media, per buona parte del 2021. Il grafico però, al tempo stesso, ci ricorda quanto rapidamente si modificano gli umori del pubblico che fa riferimento ai social media.

Perché, come dicevamo più sopra, la realtà alla fine ha sempre il sopravvento.

E’ stato così per la Federal Reserve, ed anche il Presidente degli Stati Uniti, l’uomo che viene definito “il più potente del Mondo, oggi vede il suo potere di scelta limitato dall’evoluzione della realtà, come ci conferma il titolo qui sotto del Wall Street Journal.

La realtà prevale sempre, persino sull’uomo politico più potente al Mondo: nel caso dell’inflazione, si tratta di un fenomeno che da sempre ha un costo politico molto elevato, come ci confermano i dati del grafico qui sotto.

Torniamo quindi alle scelte di investimento, alla gestione del portafoglio titoli, e quindi a noi investitori.

Come abbiamo già detto, la Federal Reserve con la sua “svolta ad U” ci ha detto che le cose NON stavano come la stessa Fed ci aveva raccontato fino a poche settimane fa.

Quindi, le prospettive sono diverse, da quelle che la maggior parte degli investitori si era sentito raccontare fino a poche settimane fa.

Quindi, vanno rifatti i conti, va modificata la strategia di investimento, vanno ridefiniti i rischi.

Recce’d è qui per aiutarvi in questo processo, sempre mettendo avanti a tutto la realtà, e non le chiacchiere dei promotori finanziari, dei family bankers e delle banche di investimento.

A proposito di banche di investimento e di wealth managers, parliamo adesso di cose concrete.

Qui si seguito vi riproponiamo, mese per mese, le previsioni pubblicate da Goldman Sachs per l’inflazione negli Stati Uniti: nel Blog ve ne avevamo già scritto, ma non siamo del tutto sicuri che il nostro lettore abbiamo riflettuto su questi dati e sulla loro evoluzione nell’arco di pochi mesi.

C’è una lezione utilissima, nell’immagine che trovate qui sotto: come dice il Governatore Zaia, anche noi ripetiamo il nostro “ragionateci sopra”. Fatelo: è nel vostro esclusivo interesse.

Ora mettiamo da parte i ciarlatani, e chiudiamo il Post entrando nel clima natalizio e delle Festività.

Se siete tra quelli che fanno i regali per il Natale, abbiamo per voi un suggerimento che dovreste apprezzare.

Un regalo semplice e sportivo, che potrebbe essere gradito sia dalle signore sia dai signori, sia dai giovani sia dai meno giovani, ma che noi riteniamo che potrebbe essere utile come regalo … da fare a voi stessi. Lo vedete qui sotto, nell’immagine.

Mercati oggiValter Buffo
E adesso noi vi parliamo dello shock energetico
 

Apriamo questo Post ricordano ai nostri amici lettori l’aria che tirava a metà ottobre: e lo facciamo pubblicando nuovamente la copertina del settimanale The Economist di metà ottobre. La vedete qui sotto.

Con il petrolio WTI che scambiava sopra gli 80$, a tutti (o quasi tutti) risultava chiarissimo che il prezzo dello stesso petrolio in futuro era destinato a salire, verso i 100$ ed anche oltre, e per mesi, anzi per anni.

Rivederlo oggi ai prezzi di marzo 2021, come ci racconta il grafico qui sotto, è un fatto che dimostra quanto sono stati bizzarri gli ultimi nove mesi del petrolio, e quanto erano poco ragionate, e poco fondate, quelle conclusioni, a cui (quasi) tutti arrivavano poche settimane fa.

Come sempre il suggerimento di Recce’d, in chiave operativa e quindi di gestione delle posizioni nel portafoglio titoli, e quello di non dimenticare immediatamente il passato: il passato non si ripete mai in modo identico, è vero, ma allo stesso tempo insegna un sacco di cose utili.

Ad esempio, nel caso del petrolio, la storia degli ultimi 24 mesi, che vedete bene nel grafico qui sotto, ci aiuta ad immaginare quello che potrebbe succedere nel breve e nel medio termine.

Ci aiuta anche a ricordare che oggi il petrolio costa quanto costava nel gennaio 2020: ci domandiamo perché allora nessuno scriveva di shock energetico. E anche voi, amici lettori, fareste bene a domandarvi esattamente la stessa cosa.

Anche limitandosi ai movimenti del prezzo del petrolio nel 2021, si riscontrano tre discese del 20% ed oltre (grafico più in basso): oscillazioni che ci danno la misura della variabilità di questo prezzo. Nell’ambito della gestione del portafoglio titoli, il petrolio e le materie prime in generale aggiungono certamente una componente di volatilità, e questo tutti lo sappiamo fin dall’inizio. La differenza sta tutta nel sapere gestire questa volatilità nel modo corretto.

A questo proposito, un ruolo importante va attribuito all’esperienza: in Recce’d abbiamo operato sul petrolio per decenni, e sappiamo bene che occorre una pazienza grande ed a volte grandissima. ma abbiamo dato prova di sapere come gestire la volatilità associata a queste posizioni nell’ambito di una gestione del portafoglio che, nel suo insieme, mantiene sempre la volatilità intorno ai livelli fissati come obbiettivo e comunicati ai nostri Clienti.

Il prezzo del petrolio è volatile, ed in questo caso l’utilizzo del termine “transitorio” è decisamente più appropriato, rispetto al caso dell’inflazione, che ovviamente (lo sappiamo bene tutti) NON dipende soltanto dal prezzo del petrolio.

A proposito di “transitorio”, permetteteci di suggerirvi un utile e sfizioso regalo per il Natale: un regalo che vi aiuterà a ricordare e a d essere ricordati.

Mercati oggiValter Buffo
Coincidenza di date
 

Tutti i nostri lettori lo ricorderanno perfettamente, ma vogliamo comunque ripeterlo: il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, fu eletto il martedì 3 novembre 2020, e sei giorni dopo, il lunedì 9 novembre, alle ore 8,30 degli Stati Uniti, e quindi un’ora prima dell’apertura delle Borse, Pfizer annunciò il primo vaccino anti-COVID.

Coincidenze? Noi non ci abbiamo mai creduto.

Ed ora, fate bene attenzione: la nuova variante Omicron arriva in prima pagina sui quotidiani il Giorno del Ringraziamento del 2021. Ed è un giovedì.

Ed il giorno successivo, venerdì, la metà degli operatori delle grandi banche ha fatto il ponte. Ed i mercati finanziari, negli Stati Uniti, operano con un orario ridotto rispetto al normale.

La variante sudafricana, però, non era comparsa quel giovedì 25 novembre: ce lo conferma il grafico del Financial Times che vedete in apertura di Post.

Ad un anno esatto di distanza, le coincidenze ed il destino fanno sì che tutto viene rimesso in discussione.

Come usa dire il Governatore del Veneto Zaia …

Mercati oggiValter Buffo