Quattro mesi alla fine del 2021: il mese di agosto è stato il punto di svolta
 

Gratuitamente, voi tutti che leggete ogni settimana il nostro Blog avete ricevuto una grande quantità di informazioni utili per la gestione dei vostri soldi e dei vostri investimenti.

In questo 2021, l’indicazione operativa più utile di tutte è stata, senza dubbio, quella che Recce’d vi ha ripetuto fin dal mese di gennaio.

Recce’d ha scritto, da gennaio e poi ogni mese successivo, che “non ci sarà alcun boom economico”

Eppure, proprio su questo argomento, ovvero sul “boom economico in arrivo”, una grande quantità di lettori ed investitori si è fatta convincere: a voi hanno raccontato che “questo è il momento di investire”. Sottinteso, c’era il suggerimento di “investire in azioni”.

Molti hanno quindi seguito i consigli arrivati dal promotore finanziario, e si dicono “stupiti ed increduli” se sentono di qualcuno che non è andato dietro a quelle indicazioni che invece loro hanno seguito.

Seguire quelle indicazioni però è stato un errore: e non un piccolo errore. E’ stato un grande errore.

Adesso siamo ai primi di settembre del 2021, e nelle prossime settimane tutti, ma proprio tutti (CNBC, il Sole 24 Ore, e poi il vostro promotore finanziario che si fa chiamare wealth manager oppure private banker oppure “consulente” oppure persino “robot advisor”) arriverà trafelato a spiegarvi che NO non c’è più il boom economico, ma che “non c’è ragione di preoccuparsi”. “Per ora”.

Bella fesseria.

E perché tutti insieme arriveranno a settembre a darvi la cattiva notizia?

Perché la realtà sempre vince sulla fantasia, sui sogni, e soprattutto sulle menzogne e sulle balle.

Già la notte di Ferragosto noi avevamo segnalato ai nostri lettori, in quei giorni tutti comodamente allungati sul lettino in spiaggia, magari leggendo il Sole 24 Ore, il profondo cambiamento nel consenso e nell’umore dei mercati finanziari.

In particolare, avevamo richiamato l’attenzione sul dato del grafico qui sotto, un dato del 13 agosto 2021. Lo abbiamo fatto solo noi: non lo ha fatto CNBC, non lo ha fatto PLUS del Sole, non lo ha fatto il TG Economia. ma soprattutto, non lo ha fatto il vostro “consulente presunto”, che si fa chiamare wealth manager o private banker o robot advisor. Anche lui, il promotore, era allungato al mare, sdraiato e disinformato e disattento come sempre.

2021_Jan_1148.png

Sempre noi, sempre soltanto noi, e sempre gratuitamente attraverso questo Blog, vi avevamo avvisato la settimana successiva che la situazione si stava allargando ed aggravando.

Poi, avvicinandosi la fine di agosto, e la “ripresa delle attività” per tutti quelli sdraiati al mare, ecco che è arrivato il diluvio.

La settimana scorsa ha cominciato Morgan Stanley, come leggete sotto nell’immagine.

2021_Jan_1150.png

Se Morgan Stanley non vi basta, forse vi basta Goldman Sachs? Leggete nell’immagine qui sotto.

2021_Jan_1151.png

Nell’immagine qui sopra (la prima riga) leggete anche una domanda che in molti, la settimana scorsa, sui mercati si sono fatti: quale sarà la banca di investimento che per prima pubblicherà una previsione per la crescita del PIL del terzo trimestre 2021 inferiore a zero?

Sappiamo che numerosi nostri lettori sono molto attenti, molto esigenti, e molto informati: per questi lettori forse potrebbe apparire insufficiente l’opinione delle banche globali di investimento.

Giusto e giustificato: dobbiamo allora chiederci che cosa ha detto, sempre la settimana scorsa, la Federal Reserve, la grande Banche Centrale che non sbaglia mai un colpo. Quelli che hanno potere, quelli che fanno quello che vogliono. Quelli che fanno andare i mercati finanziari dove vogliono.

Leggiamo qui sotto.

2021_Jan_1152.png

Ma non basta. No, proprio non basta. La notizia qui sopra va letta insieme alla notizia che leggete qui sotto. Chiedete al robot advisor, al promotore finanziario, al wealth manager ed al private banker che vi segue che cosa significa questa notizia che leggete qui sotto.

Chiedete: “Ma per quale ragione a fine agosto 2021 la Federal Reserve, sede di New York, ha interrotto la pubblicazione delle proprie previsioni per la crescita del PIL in tempo reale?

Perché proprio ora dopo un quinquennio di pubblicazione quotidiana?

2021_Jan_1153.png

Non abbiamo, francamente, il tempo di entrare nel merito qui nel Blog: lo faremo per i nostri Clienti, che lungo tutto il mese di agosto grazie al nostro contatto quotidiano hanno seguito questo tema ed i suoi sviluppi.

Non abbiamo il tempo e lo spazio qui per espandere il tema, la cui importanza è di grande evidenza per tutti i lettori perché è nei fatti: siamo soltanto a sei mesi di distanza dall’approvazione delle misure di sostegno che abbiamo tutti chiamato “Piano Biden”, ovvero un aumento enorme, e senza alcun precedente, della spesa pubblica negli USA e poi anche in Europa. I numeri dicono che, tra politica fiscale e politica monetaria, negli Stati Uniti in un anni gli “aiuti” hanno superato il 25% del PIL. E tra luglio e settembre la crescita del PIL è scesa al 3% annualizzato come dicono adesso tutti quanti?

Annualizzato, che in sostanza vuole dire che l’economia USA si è fermata.

Non faremo qui nel Blog l’analisi che sarebbe necessaria a commento di un dato così forte, così importante, così drammatico. La riserviamo ai nostri Clienti e proseguirà a partire da domani, in particolare nel nostro The Morning Brief.

A voi lettori ricordiamo che la Federal Reserve può stampare la moneta, non può stampare la roba. E come lei, ogni altra Banca Centrale.

A questo proposito, vi forniamo gratuitamente un suggerimento: rivolgete al vostro private banker, al vostro wealth manager, al vostro “consulente addetto alla vendita”, al vostro promotore finanziario con “l’etichetta” in lingua inglese, la domanda che leggete nella immagine che trovate qui sotto.

Ne ricaverete indicazioni di grandissima utilità pratica: e prima fra tutte, la ragione per la quale dovete rivedere da capo a piedi tutti il vostro portafoglio di titoli e Fondi Comuni e Unit Linked e Polizze Vita.

Ma non oggi: ieri.

2021_Jan_1154.png
Mercati oggiValter Buffo
Quattro mesi alla fine del 2021: che cosa significa Mission Creep?
 
2021_Jan_1120.png

Non abbiamo più scritto di Federal Reserve, ed abbiamo fatto benissimo.

Lo avete visto dopo Jackson Hole, di cui si scriveva come vedete qui sopra nell’immagine solo 10 giorni fa: invece, è stato un non-evento, una cosa totalmente inutile, almeno se guiardiamo ai mercati finanziari

Qui sotto, il Financial Times spiagava che le parole di Powell, dieci giorni fa, andavano tutte nella direzione di rassicurare i mercati finanziari: possiamo tranquillamente dire che il colpo sparato da Powell non ha colpito il bersaglio, visto che nessun mercato si è mosso (se non con variazioni irrilevanti).

2021_Jan_1127.png

Non scriviamo della Federal Reserve da due mesi, come annunciato proprio qui nel Blog, e per ora continuiamo così, in attesa di qualche cosa che sia una novità autentica. Una novità per la realtà delle cose, non una novità della sola “narrativa dominante”..

Per chi proprio volesse leggere qualche cosa su quello che sta succedendo alla Federal Reserve (ammesso che non sia stato già aiutato in questo senso dal wealth manager oppure dal private banker oppure dal robot advisor) noi qui sotto pubblichiamo il migliore tra tutti gli articoli che ci è toccato di leggere. E sono stati più di mille.

Lasciamo ai nostri lettori, abilissimi con lo smartphone e con i tablet, di cercare sul vocabolario online il significato dell’espressione in lingua inglese “mission creep”, che è molto efficace ed è la più adatta ad illustrare lo stato delle cose, oggi, per la Fed e le altre banche centrali.

Che hanno del tutto perso il controllo della situazione: come ci aiuta a comprendere bene questo articolo pubblicato dal Financial Times.

2021_Jan_1149.png


What’s the point of a central bank? The old fashioned among you will think the answer to that is obvious: to manage interest rates and the supply of money such that inflation remains firmly under control. Central bankers have different ideas. Where they once liked to consider themselves technocratic, they now think of themselves as rather more nuanced — able to “look through” inflation rather than being wedded to metric-driven interest rate rises. And where they once figured that they had just the one job, they now seem to feel the world needs their input on pretty much everything.

Former Bank of England Governor Mervyn King recently complained about central banks “moving into the political arena”, and with good reason. Data from the Bank for International Settlements show that references to “inequality” have risen sharply in central banker speeches, while the chief executive of the Reserve Bank of Atlanta (among others) called for central banks to “play an important role in helping to reduce racial inequities and bring about a more inclusive economy”. You can also be sure that climate change will get a mention within the first few minutes of every speech at the central bankers’ (now virtual) meeting at Jackson Hole.

At first glance this might seem to make perfect sense. The European Central Bank’s Christine Lagarde explains it in terms of the fable of the mice, the cat and the bell: all the mice agree that life would be better for all if the cat wore a bell — but no one wants to be the one who actually creeps up and attaches the bell. To want to help with the bell placing is not mission creep, she says, but “acknowledging reality”. You can also argue that it fits perfectly within the traditional brief of most central banks: if, say, climate change could in the medium term be both a nasty driver of inflation and a challenge to long-term financial stability, why shouldn’t central banks have a go at helping out? Most other central banks agree: the Bank of England has climate change down as a “strategic priority”.

There are a good few reasons why this is a mistake. The first is that most of these things are none of their business. Central banks have huge power — but as their leaders are unelected it is vital that that power remains as contained as possible. Look at what has already happened over the past decade as central banks have blended monetary and fiscal policy, first by using quantitative easing to finance anything governments fancy, and second by turning a blind eye to the asset market bubbles and fast-rising wealth inequality that their insanely loose monetary policy has created.

There’s a reason the wealth of the world’s billionaires has soared during the pandemic — and it is more likely to be the $120bn of bonds the Federal Reserve has bought every month than fast global GDP growth (the S&P 500 is up 21 per cent so far this year alone). The inequality that the world’s central banks are so worried about? They might have caused much of it. In that sense they have been dabbling in politics for a long time already. Just not in a good way. The second is that once you start mission creep (for that is what it is) where does it end? It is possible that climate change might cause inflation. But so can a shortage of HGV drivers (currently causing supply havoc in the UK) — and thus far no one has suggested the Bank of England have policies to speed up the training of lorry drivers. These are jobs for other organisations.

However the most obvious reason is that central banks have more than enough to do just covering their basic brief. The developed world is in as hideous a monetary policy trap as it is possible to imagine. Low rates are causing asset price bubbles all over the place (from housing to NFTs); ordinary people have no hope of getting a real return on their cash; inflation is confusing and potentially frightening; and the rise of cryptocurrencies is threatening central bank control over transactions and deposits. Just trying to figure out if inflation is transitory — or not — would be enough work for most institutions.

And that’s before you see the way clear to back out of the monetary policy of the last decade. Once you’ve let markets bubble, how on earth do you unbubble them? Now try doing that, all the other things mentioned above, and worrying about politics. You might soon find you can’t see the macro for the micro. How for example would you square raising interest rates sharply into fast rising inflation, with protecting minority groups who have high levels of debt or low levels of employment? And how do you keep inflation expectations anchored if everyone knows you have that conflict? That’s not a job description most people would write themselves — particularly given that the last bout of nasty inflation happened in the 1970s (when central banks were explicitly not independent of politics).

Mission creep is a common problem. It might be time for national politicians to start insisting that political issues are left to them and that everyone else just gets on with their own jobs. Local councils could fix the roads really quickly. Companies could make, sell and deliver stuff. And central banks could use monetary tools to have a go at controlling inflation. Much easier all round.

Mercati oggiValter Buffo
Quattro mesi alla fine del 2021: perché Cina e Russia contano più degli Stati Uniti
 

Ai nostri Clienti, sia di persona o via telefono, sia attraverso le nostre varie pubblicazioni, tra le quali il quotidiano The Morning Brief, abbiamo illustrato da mesi, ed in varie occasioni, le ragioni per le quali per il proprio portafoglio e per i propri investimenti, in questo 2021, sarà molto più importante ciò che decide di fare la Cina, di ciò che decidono di fare gli Stati Uniti.

Ne abbiamo scritto anche in questo nostro Blog, in un paio di Post molto chiari, negli ultimi mesi, ed in particolare in uno dei Post di Ferragosto.

Oggi, in questo Post, richiamiamo invece l’attenzione dei lettori sulla Russia.

La Russia è meno importante della Cina, oggi e se parliamo dei nostri investimenti, anche per ragioni che attengono alla dimensione dell’economia.

E’ però importantissimo notare come la Russia oggi abbia posizionato la propria politica economica molto vicino a dove sta la Russia. Alcune delle linee-guida, per ciò che riguarda la risposta alla pandemia, sono simili tra i due Paesi.

2021_Jan_1141.png

Il vostro private banker ovvero il vostro wealth manager sicuramente non ha mancato di aggiornarvi sulle recenti scelte di politica monetaria della Russia (immagine sopra) che sono presentate come una risposta della Banca Centrale russa ai dati per l’inflazione che leggete qui sotto nel secondo grafico di questo Post.

2021_Jan_1142.png

Non avrà mancato, questo vostro promotore finanziario, di mettere in evidenza le somiglianze, davvero evidenti, tra ciò che accade oggi in Russia e ciò che abbiamo visto, negli ultimi mesi, in numerosi altri Paesi Emergenti.

I Paesi Emergenti, ricordate? Quelli dei “Mercati Emergenti”. Non ve ne parla più nessuno? Recce’d invece vi suggerisce di interessarvi all’argomento: se ne parlerà parecchio, da oggi a fine 2021.

Leggiamo prima di tutto un sintetico resoconto di quanto accaduto, aiutandoci anche con i grafici che Recce’d ha scelto per voi.

Central Bank delivers sharpest rate hike in over six years in July

At its meeting on 23 July, the Board of Directors of the Central Bank of the Russian Federation (CBR) raised the key interest rate by 100 basis points to 6.50%. The move represented the sharpest increase in rates since late 2014 and marked the fourth consecutive hike since March.

In line with the previous hike, the decision was driven by elevated price pressures. Inflation accelerated to 6.5% in June (May: 6.0%), marking the highest reading in nearly five years and climbing further above the Bank’s 4.0% target.

The price rally continued to gain steam on the back of a robust economic recovery, with GDP estimated to have bounced back to its pre-crisis levels in Q2. Strengthening demand in many industries outpaced their capacity to ramp up output, while consumer lending accelerated, stoking price pressures in turn. Soaring prices for vegetables and tourism services also added fuel to the rally.

In the accompanying statement, the Bank kept a firmly hawkish tone and d
id not rule out further policy tightening ahead, stating that the rapid economic recovery had “significantly shifted the balance of risks towards pro-inflationary ones and may cause inflation to deviate upwards from the target for a longer period.” As a result, the CBR revised its inflation forecast for end-2021 by one percentage point to 5.7%–6.2%. However, the Bank expects inflation to slow to 4.0%–4.5% in 2022 and stay close to 4.0% further ahead—at which point it projects the key rate to return to its long-term neutral range, which is currently estimated at 5.0%–6.0%.

Commenting on the decision and the monetary policy outlook, Artem Zaigrin, chief Russia economist at SOVA Capital, said: “While the provided forecast points to a tighter policy stance in 2021–2022, the CBR's guidance and forecasts leave space for additional rate hikes, which we estimate at 25–50 basis points in total for the rest of 2021. In our view, the short-term inflationary risks (harvest issues and disruptions in supply chains) could push inflation past 6.5% in the coming months, while Russia's economic dynamics could start to slow down as the effect from high savings wanes. As a result, we do not rule out an additional hike of 25 basis points in September if inflation rises further.”

The Bank of Russia will hold its next key rate review meeting on 10 September. FocusEconomics panelists are currently taking the Bank’s latest move into account and new forecasts will be published on 3 August.

Leggete qui sopra che la Russia ha messo in pratica una politica monetaria che è molto diversa, e si potrebbe anche dire OPPOSTA, a quella che viene praticata negli Stati Uniti ed in Europa. E questo fatto, già di per sé, è notevole.

Però, ciò che a noi di Recce’d (ed in particolare a quelli che tra di noi hanno una maggiore esperienza di mercati) sembra degno della massima attenzione è la presa di posizione esplicita, da parte della Russia ma prima ancora da parte della Cina, sui rischi di crisi finanziaria. Lo leggete nel brano riportato più in basso.

Entrambi questi due Paesi, Cina e Russia, hanno parlato e parlano di bolla finanziaria e di di rischio di crisi “come nel 2008”, e la cosa merita la vostra attenzione perché in entrambi questi due Paesi il mercato finanziario è sì sviluppato ma non importantissimo. Non tanto importante quanto lo è negli Stati Uniti. Dove però l’atteggiamento ufficiale sia del Governo sia della Banca Centrale è che il rischio di una crisi “come nel 2008” è inesistente.

Vi suggeriamo di riflettere, a lungo (e tenendo sott’occhio la composizione attuale del vostro portafoglio in titoli e Fondi Comuni e Unit Linked e Polizze Vita), sul fatto che due tra le maggiori potenze militari del Pianeta esprimono in modo pubblico e ripetuto preoccupazioni sulla stabilità del sistema finanziario internazionale e sul rischio di una crisi, crisi che però colpirebbe prima di tutto il loro principale nemico militare.

Si tratta di semplice altruismo? Preoccupazioni nel nome dell’interesse generale dei Popoli?


Russia’s central bank says a new financial crisis on the scale of the 2008 collapse could happen in less than 18 months if global inflation is not kept in check. A surge in public and private sector debt levels during the recovery from the pandemic could cause the global economy to “deteriorate drastically and rapidly” if the US Federal Reserve has to jack up interest rates to quell inflation, the Bank of Russia warned in its annual monetary policy forecast.

The report, published on Thursday, said that global gross domestic product growth could slow to just 1.1 per cent as higher interest rates prompt investors to dump risky assets. Emerging market countries with high levels of foreign debt would be particularly hurt. “Risk premiums will increase significantly, the most indebted countries will struggle to service their debt, and a significant financial crisis will begin in the global economy in the first quarter of 2023 — one comparable to the 2008-2009 crisis, with a long period of uncertainty and a protracted recovery,” the central bank said.

The prediction is not the central bank’s central scenario. This instead foresees a broad economic recovery with inflationary pressures dissipating by the end of this year and is “significantly more likely” than its alternative scenarios of financial crisis, a worsening pandemic or rising global inflation.

Even so, the warning indicates Russia’s growing concern over increasing inflation worldwide. Whereas US and European central bank officials have said they consider price increases to be temporary, Russian central bank governor Elvira Nabiullina told the Financial Times in July that growing inflationary pressure in Russia was likely to be a long-term phenomenon.

Russia’s warning also comes as inflationary pressures build across emerging Europe. The region’s easing of coronavirus restrictions has brought economic output in the second quarter back to pre-pandemic levels. At the same time, however, this “recovery has been accompanied by a marked increase in price pressures. Consumer and producer price inflation reached multiyear highs in July and shows no sign of letting up,” Capital Economics, a consultancy, said in a note to clients.

Several large emerging markets have raised interest rates aggressively this year in an attempt to keep rising inflation under control. Ukraine has raised its policy rate by 2 percentage points, Russia by 2.25 points and Brazil by 3.25. But pressures remain strong. Inflation in Brazil is running at 9 per cent, well above the central bank’s 3.75 per cent target, and economists expect the policy rate to rise to 7.5 per cent by the end of the year, from 5.25 per cent today. “Against this global setting, the CBR [Russian central bank] did the right thing of getting ahead of inflation with hikes,” said Elina Ribakova, deputy chief economist at the Institute of International Finance.

2021_Jan_1144.png
Mercati oggiValter Buffo
Cartoline dall'estate 2021: ancora una dall'Afghanistan
 

La triste immagine qui sotto mostra una lunga fila di donne, uomini e bambini in attesa di essere imbarcati su un volo militare che li porterà via da Kabul. Questa è a nostro giudizio l’immagine che segna, e segnerà, l’agosto 2021, sia dal punto di vista geopolitico, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dei mercati finanziari.

2021_Jan_1128.png

Questa immagine triste, ma come detto estremamente significativa, a noi di Recce’d suscita un grande numero di riflessioni. Qui nel Blog ne metteremo due in evidenza, riservando poi le altre ai nostri Clienti.

La prima riflessione riguarda la geopolitica, ma non soltanto: alla grandissima maggioranza dei commentatori, è sembrato importante nelle ultime due settimane accendere i riflettori sui temi dell’evacuazione da Kabul e del rischio di attentati.

Si tratta evidentemente di argomenti delicatissimi, ma pure di grande impatto mediatico. Minore impatto mediatico, ma a nostro giudizio ben maggiore importanza strategica, hanno i temi che venerdì scorso ha messo in prima pagina il settimanale The Economist.

2021_Jan_1133.png

Anche Recce’d, come The Economist, vede nei fatti di Kabul un autentico punto di svolta, un punto di svolta che è in grado di rinvigorire e rilanciare le ambizioni di tutti l’Islam cosiddetto militante. Questo elemento è stato fino ad oggi sottovalutato dalla maggior parte dei commenti, e dovrebbe invece essere utilizzato da tutti per rifare i propri conti sul futuro.

Ed in primo luogo, da tutti gli investitori sui mercati finanziari.

2021_Jan_1138.png

Questa consapevolezza ci metterà un po’ a diffondersi, ma allo stato dei fatti è inevitabile (così come era già molti mesi fa inevitabile l’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti, ad esempio).

Gli investitori dovrebbero rifare tutti i loro conti, sui rendimenti che sono attesi dai loro investimenti, e sui rischi che oggi hanno preso in carico nei loro portafogli.

E qui veniamo alla seconda delle due considerazioni che volevamo proporvi: l’immagine della lunga fila di donne, uomini e bambini in attesa di imbarcarsi sull’aereo dovrebbe fare ritornare alla vostra mente di lettori gli anni 2008 e 2009. Dovreste dedicare del tempo a ricordare quanto grande, fu, in quei mesi, la vostra paura, ed il vostro desiderio di “imbarcarvi e fuggire”. Dovreste soprattutto ricordare come, proprio in quegli anni, fosse del tutto assente un luogo dove fuggire: dovreste ricordare che non esisteva alcuna via di fuga.

Il 2008 ed il 2009 furono anni durissimi, per gli investitori: non c’erano, in quegli anni, voli speciali per fuggire da Kabul.

Perché tutto il Mondo, tutti i mercati, erano Kabul. E durò per molti mesi.

Mercati oggiValter Buffo
Cartoline dall'estate 2021: dal Nothingburger a Bidenflation
 
2021_Jan_1120.png

Nothingburgher è un termine inglese utilizzato negli Stati Uniti per definire “un hamburger fatto di nulla”.

2021_Jan_1127.png

Come tutti i lettori del Blog ricordano, abbiamo scelto ormai due mesi fa di non scrivere più della Federal Reserve: la ragione è che la Federal Reserve, nell’estate 2021, ha perso ogni importanza per ciò che riguarda gli investimenti sui mercati finanziari, le scelte di portafoglio, i rendimenti attesi dai singoli asset, i rischi di perdita che caratterizzano i singoli asset finanziari.

2021_Jan_1126.png

La dimostrazione di quanto appena detto la avete avuta, tutti voi amici lettori del Blog, dai mercati stessi: dopo avere trascorso due mesi ad attendere “la riunione di Jackson Hole” (a questo si riferisce l’immagine che avete visto più in alto come apertura del Post), i mercati finanziari hanno reagito … senza reazioni visibili alla riunione stessa, che si è tenuta tra giovedì 26 e sabato 28 agosto 2021.

I nostri corrispondenti dagli Stati Uniti (amici gestori, amici analisti, amici politici, amici nelle Università) hanno tutti utilizzato il medesimo termine per etichettare questa riunione, ed in particolare il discorso di Jay Powell di venerdì 27 agosto: “Nothingburger”. Nell’immagine a fianco potete leggere una sintesi dei cosiddetti “punti salienti”.

Nulla. Powell ha detto nulla. La ragione è semplice: non poteva dire nulla. La sola cosa che la Federal Reserve (così come la BCE) oggi può fare è tirarla più alle lunghe è possibile, e sperare. Anzi, pregare.

La Federal Reserve si è sbagliata: aveva fatto alcune (forti) previsioni, sia sull’inflazione sia sulla crescita del PIL: non è andata come loro avevano previsto. Insomma, si sono sbagliati, sono stati costretti a fare marcia indietro, ed hanno cambiato (più di una volta, come leggete nell’immagine) storia da raccontare al pubblico.

2021_Jan_1122.png

Ogni investitore che non sia del tutto intontito dalle chiacchieere dei promotori finanziari, dei wealth managers, del private banker, della Goldman Sachs, della Morgan Stanley, del Sole 24 Ore, del TG Economia, eccetera, deve oggi porsi una semplice domanda: e se si stanno sbagliando anche oggi, che cosa succederà ai miei soldi, al mio portafoglio titoli, ai miei rendimenti da qui a fine 2021 e poi nel 2022?

2021_Jan_1132.png

Se volete avere queste risposte, noi di Recce’d siamo in grado di darvele, dopo avere gratuitamente esaminato il vostro attuale portafoglio, dopo averlo messo a confronto con le prospettive di breve e medio termine delle economie e dei mercati.

Le prospettive reali: e non quelle di fantasia che vi racconta Jay Powell.

Un esempio: voi lo sapete, per quale ragione sui mercati finanziari da tempo si usa il termine “Bidenflation” (immagine qui sotto)? Vi incuriosisce?

Chiamateci, e vedrete come siamo in grado di renderci utili all’investitore in un contesto come questo.

2021_Jan_1119.png
Mercati oggiValter Buffo