Cartoline dall'estate 2021: da Wall Street
 

Da sempre, i mercati finanziari degli Stati Uniti (azioni, obbligazioni e valute) hanno dominato la scena internazionale: le ragioni sono da un lato le dimensioni relative (sono i più grandi di tutti) e dall’altro la potenza politico-militare degli Stati Uniti.

Solo pochi tra i commentatori di politica internazionale e/o geopolitica (e nessuno tra i commentatori di economia e finanza) sono stati fino ad oggi capaci di cogliere gli importanti segnali post-pandemia, che ci dicono che questa “supremazia degli Stati Uniti” è stata messa in discussione, e da entrambi i due punti di vista di cui abbiamo appena detto.

Soltanto la caduta di Kabul nel giorno di Ferragosto ha aperto gli occhi ad una minoranza: gli altri, ci devono ancora arrivare.

Fatta questa premessa, ai nostri lettori rimasti alla “supremazia degli Stati Uniti” può essere utile un aggiornamento sulla Borsa di New York, che anche nella settimana appena conclusa non ci ha fatto mancare i suoi “nuovi record di ogni tempo”.

La titolistica dei quotidiani è ossessiva, così come quella dei TG Economia, e più ancora quella di CNBC. E’ così tanto ossessiva perché si tratta di uno sforzo per allontanare il pubblico dalla realtà. In questo Blog abbiamo già spiegato perché in questi ultimi anni ha fatto comodo a molti (da Trump a Biden, da Powell a Lagarde a Draghi, da Goldman Sachs a JP Morgan, fino alle nostre Fideuram, FINECO, Azimut e compagnia cantante) allontanare l’attenzione del pubblico dalla realtà dei fatti.

E noi di Recce’d siamo qui anche per quello: regaliamo ai nostri affezionati lettori del Blog un solido ancoraggio con la realtà.

In questo Post vi raccontiamo della Borsa di New York, e soprattutto vi facciamo sapere quello che il promotore finanziario, il private banker, il consulente e il promotore finanziario a voi non raccontano. Mai: a voi, raccontano soltanto dei “nuovi record assoluti”.

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Il grafico qui sopra vi presenta la situazione statistica relativa ai nuovi massimi assoluto: se noi annualizziamo il dato 2021 (ovvero: dividiamo il numero di nuovi record assoluti tra gennaio ed agosto per 8, e poi moltiplichiamo per 12) vediamo che si ottiene il dato più elevato di sempre, o quasi.

Nel grafico qui sotto, potete vedere il medesimo dato, ma NON annualizzato.

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Questa statistica ha un significato operativo? Ci aiuta a capire? Soprattutto ci aiuta a decidere, ad operare, e modificare il nostro portafoglio? Le opinioni sono varie e qui sotto ne leggete una, che viene basata anche in questo caso sulla statistica.

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Noi di Recce’d amiamo le statistiche, e facciamo esercizi di statistica (per le nostre stime proprietarie dei futuri rendimenti e dei futuri rischi di ogni singolo asset finanziario nei nostri portafogli in titoli) ma allo stesso tempo crediamo che il dato statistico può essere solo una delle componenti per effettuare una scelta di investimento.

La storia, noi crediamo, non è un buon indicatore di quello che succederà sui mercati finanziari da domani in avanti. Ed in Recce’d guardiamo avanti, e non indietro.

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Come si dice nel grafico qui sopra, “le statistiche possono diventare auto-distruttive”, e questo risulta verificato in numerosi episodi della storia dei mercati finanziari (anche molto recenti). La statistica del grafico che leggete qui sopra è a nostro avviso un eccellente esempio.

Dicevamo in apertura della realtà intorno a noi: la realtà oggi che cosa ci dice? Un aspetto della realtà intorno a noi, se pensiamo a Wall Street, sono le previsioni delle grande banche di investimento, previsioni di cui parla il testo nell’immagine qui sotto. Previsioni nel senso di “quello che c’è nella testa delle persone nella realtà di oggi”, e non nel senso di “quello che poi accadrà in futuro nella realtà”.

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Le grandi banche di investimento, come Morgan Stanley (immagine sopra ed immagine sotto) oggi offrono ai loro Clienti una visione del mercato azionario che potrebbe essere definita “confusa”, ma che a ben guardare in realtà è “preoccupante”.

Morgan Stanley (sotto) dice che tra 10 mesi l’indice S&P 500 potrebbe essere a 4800 punti, ma pure potrebbe essere a 3700 punti.

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Se stiamo a ciò che dice Morgan Stanley, non c’è ragione a tenere in portafoglio titoli azionari quotati a Wall Street: c’è un downside (rischio di ribasso) nettamente più grande della possibilità di guadagno. Avere in portafoglio azioni USA, secondo le stime di Morgan Stanley, è una grossa fesseria.

Fatto che contrasta, ovviamente, con ciò che crede il pubblico degli investitori: la maggioranza dei quali, oggi, è sinceramente convinta che sia “assurdo” non avere posizioni LONG in azioni.

Merita di essere sottolineato, ancora una volta, che Morgan Stanley è proprio tra i capofila di quell’industria che ha messo nella testa del pubblico la convinzione che “le azioni non possono scendere”.

Un esempio concreto? Lo potete leggere anche qui sotto nella newsletter di uno dei moltissimi Talebani, quei fanatici che ogni giorno scrivono e cantano le lodi della Borsa di New York, il consulente Zacks (del quale vi scrivemmo anche in passato).

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E così, in Borsa “la festa continua”, come ci dice anche l’immagine qui sotto, anche se poi leggendo nel testo dell’immagine ci rendiamo conto che tra le grandi banche di investimento c’è anche qualcuno (pochi) che offre al pubblico degli investitori qualche osservazione meno Talebana, meno fanatica, e più ragionata e ragionevole.

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Abbiamo offerto in regalo al lettore, in questo Post, una serie di dati e commenti che aiuta il lettore a vedere i “nuovi record di Wall Street” da alcune angolazioni diverse, rispetto a quella che viene proposta dal private banker, dal welath manager, e dal promotore finanziario.

Chiudiamo ritornando sulle previsioni di Morgan Stanley, che avete già letto più in alto in tre grafici. Nel testo che segue, potete rivedere queste previsioni e leggere alcuni commenti. Vi sarà utile, e naturalmente noi di Recce’d siamo qui a disposizione se volete comprendere come si possono mettere a frutto per fare utili ed evitare gravi perdite nei vostri portafogli titoli.

Ask a Wall Street strategist where stocks will go and the answer will almost always be, higher. That’s not the case now. 

Twelve out of the 21 forecasters tracked by Bloomberg expect the S&P 500 Index to fall into the holidays. The spread between the highest and lowest target is 24%, the third-widest in nearly a decade. The uncertainty is just as acute among some Treasury analysts, with those at Bank of America assigning a 100-point range to their 10-year yield forecast for the end of 2021.

Investors hoping for more clarity from professional prognosticators 17 months after the pandemic upended financial markets are out of luck, as the number of major concerns that need accounting for virtually precludes a tighter consensus. With the Federal Reserve inching toward cutting its bond purchases by year-end at the same time the raging virus threatens to slow the global recovery, playbooks that worked for over a year have started to look dated.

“We can point to a number of positives in the economy that are supportive of risk assets. At the same time, there are plenty of issues that are too close to call, and the macro outlook could vary widely depending on which way the coin lands,” said Adam Phillips, managing director of portfolio strategy at EP Wealth Advisors.

Sky-high valuations and the S&P 500’s 100% rally from the pandemic low add to the difficulties facing strategists. For some, the surge in corporate earnings justifies the elevated prices that have crushed anyone daring to bet against stocks. Others say the recovery faces too many obstacles, including margin pressure from inflation and President Joe Biden’s proposed tax hike, to warrant faith that companies will continue to deliver.

Bears prevailed in the past week, with the S&P 500 falling the most in over a month. Companies that benefit from a pickup in economic activity led the drop. The group, including energy producers and financial firms, has seen its outperformance dwindle since June, virtually in lockstep with the resurgence of the virus.

But investors haven’t rotated as forcefully into the stay-at-home darlings that dominated last year. Zoom Video Communications Inc. slid 5% in the week, while Amazon.com Inc. has plunged 14% from its July peak, losing $261 billion in market value.

The change in behavior has clouded crystal balls up and down Wall Street. Tony Dwyer, the chief market strategist at Canaccord Genuity LLC -- who suspended his year-end price target for the S&P 500 during the worst of the 2020 bear market -- has refrained from offering another projection, not even for this year.

Mike Wilson, chief U.S. equity strategist at Morgan Stanley, just widened his forecast range, saying his bull case calls for the S&P 500 to jump to 4,800 by June 2022, a gain of 8% from Friday’s close, while the bear case puts the index at 3,700, a 17% plunge. All told, the 1,100-point gamut between the two scenarios is almost double what he had envisioned previously.

Source: Morgan Stanley

“For many people, it’s just very confusing as to where to go and what to do right now because there’s so many mixed messages coming through,” JJ Kinahan, chief market strategist at TD Ameritrade, said in an interview. “We have lighter volume, I get it -- it’s the end of summer. But I think you’re also seeing lighter volume over the last few days because it’s hard to have true conviction right now one way or the other.”

In the bond market, investors piled back into Treasuries amid worries that the economy’s meteoric rise will suddenly slow, and the concern amplified when Goldman Sachs Group Inc. economists downgraded its U.S. growth forecast. That pushed investors back into Treasuries. The 10-year yield slumped back below 1.3% and the spread between it and 2-year yields flattened.

Strategists are scrambling to keep up with a slide in long-end yields. Goldman and JPMorgan analysts both lowered their year-end targets for 10-year yields after the benchmark rate dropped as low as 1.13%. 

Amid the gloomy outlooks, Kayne Anderson Rudnick’s Julie Biel is focusing on companies that have a track record of thriving in times of trouble. 

“It’s really hard to know, it’s just so hard to predict so let’s prepare,” Biel, portfolio manager at the firm, said on Bloomberg Television. “For us, it’s not so much stay-at-home versus reopen, it’s more what businesses can do well even if the economy is struggling and those are just the quality businesses that you look for.”

— With assistance by Vildana Hajric

Mercati oggiValter Buffo
Cartoline dall'estate 2021: dall'Afghanistan
 

Noi di Recce’d, tutti quanti, ci siamo concessi poche ore di vacanza, in questo caldissimo mese di agosto: e lo abbiamo fatto senza sforzo, perché siamo stati ogni giorno ricompensati da fatti di mercato, e non, del massimo interesse e della massima importanza.

Questo quotidiano lavoro di monitoraggio ed analisi è l’essenziale presupposto, per chi vuole comprendere ciò che sta accadendo ai propri soldi ed al proprio portafoglio investito. E’ del tutto insufficiente affidarsi ad “una occhiata ogni tanto”.

Quello è un atteggiamento insufficiente, e controproducente, persino nell’allevamento del bestiame da macello: figuratevi quando si parla di investimenti sui mercati finanziari e della gestione del vostro portafogli in titoli e Fondi Comuni.

Immaginiamo invece che molti investitori italiani, e quindi anche numerosi tra i nostri lettori, si siano sdraiati al sole sul lettino, con la precisa intenzione di “non pensarci più”. Purtroppo per loro, per questi sdraiati sulla sedia a sdraio, proprio il mese di agosto si è rivelato essere il più importante del 2021, per tutti gli investitori ed anche per l’intero Mondo dell’economia e della Finanza.

Per questo oggi noi di Recce’d mandiamo tre “cartoline” ai vacanzieri, ricordando (in estrema sintesi, ovviamente) i tre maggiori cambiamenti che tutti hanno registrato nel corso del mese di agosto. Tutti, anche i più distratti che si limitano al TG ed alla prima pagina dei quotidiani.

Pochissimi (e tantomeno i TG, e ancora meno i quotidiani) ne hanno compreso le profonde implicazioni per gli investimenti ed i mercati finanziari. Recce’d ovviamente cn i suoi Clienti ne ha scritto, e parlato via telefono, giorno dopo giorno, senza mai fare calare l’attenzione e la necessaria analisi.

A partire da queste tre cartoline, amici lettori, dovrete affrettarci a ricalcolare da un lato i rendimenti che vi attendete da ognuna delle componenti del vostro portafoglio e anche i rischi (i rischi di perdere soldi) che in questo momento caratterizzano ognuna di queste componenti.

Perché mentre voi eravate sdraiati sulla sdraio, il Mondo ha preso a girare più velocemente.

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Ciò che ha occupato in maggiore misura le prime pagine dei quotidiani, nel mese di agosto, è la tragedia avvenuta in Afghanistan: sulle sue implicazioni geopolitiche si sono esercitati tutti i commentatori, in centinaia di interventi alle TV ed in decine di migliaia di articoli di fondo sui quotidiani e sui siti.

Recce’d non si permette di entrare in competizione con così tanti autorevolissimi politologi. Ci limiteremo a sottolineare il fatto che c’è unanimità universale almeno su un semplice punto: nel Mondo, dal Ferragosto in poi, qualche cosa è cambiato, e dal Ferragosto in avanti non tutte le cose funzioneranno allo stesso modo nel quale funzionavano (oppure non funzionavano) prima.

Dubitiamo che il vostro wealth manager, il vostro private banker, il vostro robot advisor e comunque sempre il promotore che a voi vuole piazzare prodotti finanziari vi abbiano aggiornato nel mese di agosto. meglio tenere il Cliente sempre tranquillo, sotto sedatavi, informato il meno possibile e dubbioso il meno possibile.

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Magari però qualcuno tra i nostri lettori ricorderà le implicazioni per i mercati finanziari dei fatti tragici del 11 settembre 2001.

Curioso no? Esattamente venti anni fa, meno qualche giorno. Curioso anche che la guerra in Afghanistan risale esattamente a quell’11 settembre 2001. E quindi comprensibile che quella data, lo 11 settembre 2001, sia citata nell’immagine qui sopra, no?

Forse, a tutti voi lettori ed investitori, converrebbe fermarvi un attimo. Anzi, dieci minuti. ed anzi, facciamo un paio d’ore. A studiare, e comprendere, l’immagine qui sotto, che vi sarà utile.

Sì: utile in generale come cittadini ed essere pensanti, ma pure utile per le scelte di investimento.

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Le implicazioni, nei dettagli, le stiamo esaminando e discutendo con i nostri Clienti in questi giorni: ed ogni giorno. Non c’è lo spazio, in questo Post, per riprenderle tutte, perché sono decine e decine.

Faremo quindi cenno ad una soltanto, che è anche una delle principali.

Il disastro di Kabul ha messo in difficoltà molti capi di Sato e di Governo, ma sopra tutti ha creato un danno enorme, di immagine ma soprattutto al Presidente degli Stati Uniti Biden.

La luna di miele tra Biden e gli Stati Uniti è finita proprio la notte del Ferragosto 2021. Il Presidente che regalava soldi a tutti ogni giorno (facendoli al tempo stesso indebitare, ma … chissenefrega, che la Festa continui!) adesso non è più così benvoluto, amato e simpatico. Alcune delle ragioni sono molto chiaramente illustrate nel testo dell’immagine che segue.

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Al lettore che è anche investitore noi vogliamo anticipare che Biden sarà costretto a recuperare. E che quindi sarà costretto a muoversi. Perché la Federal Reserve ed il deficit enorme adesso non bastano più (e lo avevamo scritto, in estrema sintesi, già la settimana scorsa in un Post qui nel nostro Blog).

Per recuperare, Biden dovrà cambiare. Dovrà sterzare e cambiare rotta. E dalla nuova direzione che prenderà Biden, dipende (anche) il futuro dei mercati finanziari, dei rendimenti e dei rischi, e dei vostri soldi.

Su questo punto, Recce’d ha le idee chiarissime: Biden non potrà che andare in una certa direzione, che vi viene anticipata (ma solo se leggete molto attentamente) anche da alcuni articoli dei giornali e dei TG. E’ una strada obbligata, non c’è alternativa.

Di certo, non ve la anticiperà il wealth manager, il private banker, il robot e il promotore finanziario: potrebbe aiutarvi invece leggere molto attentamente un altro Post che Recce’d pubblica oggi. Anzi, diciamo meglio: entrambi gli altri due Post.

Saremo felici di confrontarci con voi, anticiparvi alcune delle prossime mosse di Biden, e illustrarvi quali saranno le ricadute sui mercati: se sceglierete di contattare Recce’d utilizzando il nostro sito.

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Mercati oggiValter Buffo
Cartoline dall'estate 2021: dalla Cina
 

Noi di Recce’d, tutti quanti, ci siamo concessi poche ore di vacanza, in questo caldissimo mese di agosto: e lo abbiamo fatto senza sforzo, perché siamo stati ogni giorno ricompensati da fatti di mercato, e non, del massimo interesse e della massima importanza.

Questo quotidiano lavoro di monitoraggio ed analisi è l’essenziale presupposto, per chi vuole comprendere ciò che sta accadendo ai propri soldi ed al proprio portafoglio investito. E’ del tutto insufficiente affidarsi ad “una occhiata ogni tanto”. E’ un atteggiamento insufficiente, e controproducente, persino nell’allevamento del bestiame da macello: figuratevi quando si parla di investimenti sui mercati finanziari e della gestione del vostro portafogli in titoli e Fondi Comuni.

Immaginiamo invece che molti investitori italiani, e quindi anche numerosi tra i nostri lettori, si siano sdraiati al sole sul lettino, con la precisa intenzione di “non pensarci più”. Purtroppo per loro, per questi sdraiati sulla sedia a sdraio, proprio il mese di agosto si è rivelato essere il più importante del 2021, per tutti gli investitori ed anche per l’intero Mondo dell’economia e della Finanza.

Per questo oggi noi di Recce’d mandiamo tre “cartoline” ai vacanzieri, ricordando (in estrema sintesi, ovviamente) i tre maggiori cambiamenti che tutti hanno registrato nel corso del mese di agosto. Tutti, anche i più distratti che si limitano al TG ed alla prima pagina dei quotidiani.

Pochissimi (e tantomeno i TG, e ancora meno i quotidiani) ne hanno compreso le profonde implicazioni per gli investimenti ed i mercati finanziari. Recce’d ovviamente cn i suoi Clienti ne ha scritto, e parlato via telefono, giorno dopo giorno, senza mai fare calare l’attenzione e la necessaria analisi.

A partire da queste tre cartoline, amici lettori, dovrete affrettarci a ricalcolare da un lato i rendimenti che vi attendete da ognuna delle componenti del vostro portafoglio e anche i rischi (i rischi di perdere soldi) che in questo momento caratterizzano ognuna di queste componenti.

Perché mentre voi eravate sdraiati sulla sdraio, il Mondo ha preso a girare più velocemente.

I quotidiani in Italia, ad esempio, hanno messo in prima pagina le scelte di politica economica della Cina nel 2021. Lo vedete sotto nell’immagine.

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Nel mese di gennaio 2021, e quindi ben otto mesi fa, Recce’d anticipava ai Clienti quanto segue: “per i nostri portafogli in titoli, per i rendimenti futuri, e per i rischi futuri, in questo 2021 risulterà molto più importante ciò che fa la Cina di tutto ciò che leggete e sentite a proposito dell’Europa, ed anche a proposito degli Stati Uniti (inclusa, pensate un po’, la Federal Reserve).

Nel mesi di agosto, e quindi con un ritardo di otto mesi, ci è arrivato anche il Corriere della Sera, e insieme al Corriere anche i mercati finanziari di Occidente.

Cosa che è strana, ed al limite anche sospetta: questo perché la Cina, ovvero il Governo cinese, già nel corso del 2020 aveva chiarito, in sedi pubbliche, quale sarebbe stata la sua politica del 2021 e degli anni a seguire.

Fino da allora, dal 2020, la Cina aveva chiarito al Mondo che non avrebbe seguito l’Occidente nella politica di “SPEND BIG” (come fu definita dal Ministro del Tesoro Yellen), e che sarebbe andata nella direzione opposta, temendo una profonda instabilità dei mercati finanziari.

La linea di politica economica della Cina è chiarissima, da oltre un anno. Avreste dovuto averla chiarissima anche voi, e da un anno.

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Ovvio che, con il trascorre delle settimane e dei mesi, questa linea politica si è precisata e concretizzata, ad esempio con le iniziative del mese di agosto delle quali si parla nel titolo qui sopra.

I mercati sono stati invece “presi alla sprovvista”: oppure, più semplicemente, ha fatto comodo fare finta di non vedere e non capire, allo scopo di ingannare i piccoli e medi investitori finali?

Lasciamo al lettore di rispondere a questa domanda. Il lettore interessato a comprendere che cosa verrà nei prossimi mesi, e quali saranno le ricadute sui mercati finanziari e sui portafogli, ci può contattare e ci troverà come sempre disponibili a dialogare e pure ad aiutare nel concreto.

Nel frattempo, al lettore suggeriamo di leggere con attenzione quello che dice l’immagine qui sotto a proposito del mese di agosto: “è letteralmente una nuova iniziativa ogni giorno”. Il Mondo ha preso a girare più rapidamente, mentre voi eravate allungati al sole sul lettino.

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Mercati oggiValter Buffo
Cartoline dall'estate 2021: dalla realtà virtuale alla realtà e basta
 

Noi di Recce’d, tutti quanti, ci siamo concessi poche ore di vacanza, in questo caldissimo mese di agosto: e lo abbiamo fatto senza sforzo, perché siamo stati ogni giorno ricompensati da fatti di mercato, e non, del massimo interesse e della massima importanza.

Questo quotidiano lavoro di monitoraggio ed analisi è l’essenziale presupposto, per chi vuole comprendere ciò che sta accadendo ai propri soldi ed al proprio portafoglio investito. E’ del tutto insufficiente affidarsi ad “una occhiata ogni tanto”. E’ un atteggiamento insufficiente, e controproducente, persino nell’allevamento del bestiame da macello: figuratevi quando si parla di investimenti sui mercati finanziari e della gestione del vostro portafogli in titoli e Fondi Comuni.

Immaginiamo invece che molti investitori italiani, e quindi anche numerosi tra i nostri lettori, si siano sdraiati al sole sul lettino, con la precisa intenzione di “non pensarci più”. Purtroppo per loro, per questi sdraiati sulla sedia a sdraio, proprio il mese di agosto si è rivelato essere il più importante del 2021, per tutti gli investitori ed anche per l’intero Mondo dell’economia e della Finanza.

Per questo oggi noi di Recce’d mandiamo tre “cartoline” ai vacanzieri, ricordando (in estrema sintesi, ovviamente) i tre maggiori cambiamenti che tutti hanno registrato nel corso del mese di agosto. Tutti, anche i più distratti che si limitano al TG ed alla prima pagina dei quotidiani.

Pochissimi (e tantomeno i TG, e ancora meno i quotidiani) ne hanno compreso le profonde implicazioni per gli investimenti ed i mercati finanziari. Recce’d ovviamente cn i suoi Clienti ne ha scritto, e parlato via telefono, giorno dopo giorno, senza mai fare calare l’attenzione e la necessaria analisi.

A partire da queste tre cartoline, amici lettori, dovrete affrettarci a ricalcolare da un lato i rendimenti che vi attendete da ognuna delle componenti del vostro portafoglio e anche i rischi (i rischi di perdere soldi) che in questo momento caratterizzano ognuna di queste componenti.

Perché mentre voi eravate sdraiati sulla sdraio, il Mondo ha preso a girare più velocemente.

Aiutiamoci come sempre da immagini aggiornatissime, che hanno preso a circolare proprio nei giorni successivi al Ferragosto. la prima immagine, che vedete qui sotto, ci informa di questo: “Goldman Sachs ha tagliato per la seconda volta in sole tre settimane le stime per la crescita del PIL negli Stati uniti, e vede all’orizzonte un maggiore aumento dell’inflazione”.

Quindi, amici lettori, preparatevi: tra un mesetto, facciamo un mese e mezzo, il vostro wealth manager, il vostro private banker, persino il vostro robot advisor con l’algoritmo, e comunque sia il vostro promotore finanziario verranno a casa vostra e vi racconteranno esattamente questa storia che noi vi abbiamo raccontato oggi.

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In decine e decine di scritture, attraverso questo Blog ed in altre sedi, Recce’d vi aveva detto di fare attenzione alla seguente cosa: il vostro promotore finanziaria, che si chiami poi wealth manager o private banker fa lo stesso, si fa imbeccare da questi signori qui, le grandi banche di investimento. e le banche di investimento non ne azzeccano mai una che sia una, ma soprattutto (e qui arriva il danno che poi sarete voi lettori a pagare) cambiano completamente idea a tre mesi e fanno finta di nulla, come se una spiegazione non fosse proprio dovuta.

Nell’agosto del 2021, avete avuto (se ce ne fosse stato bisogno) l’ennesimo esempio concreto.

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Forse qualcuno ci aveva presi per matti, quando già sei mesi fa noi di Recce’d scrivevamo anche in questo Blog: “Non ci sarà nessun boom economico”. Sei mesi fa, sembrava impossibile, tre mesi fa … quasi impossibile, nell’agosto del 2021 lo scrivono Goldman Sachs ed anche Bank of America (immagine qui sopra).

Ancora più importante è il fatto che, già 12 mesi fa, noi di Recce’d aprimmo per l’intero pubblico dei nostri lettori del Blog, a titolo del tutto gratuito, il tema della stagflazione: tema sul quale, oggi, c’è anche Goldman Sachs (immagine qui sotto).

Chi ha seguito le nostre segnalazioni, ed ha saputo tradurle in operazioni per il proprio portafogli, oggi è piazzato a meraviglia. Mentre chi non lo ha fatto sta per andare incontro a grossissime difficoltà, che oggi neppure immagina.

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Perché tra gli operatori di mercato, mensilmente sentiti da Bank of America con un sondaggio molto ampio e molto reputato, il vento ormai è cambiato, e da parecchi mesi. Lo vedete qui sotto nel grafico, e soltanto qui sotto nel grafico perché il vostro wealth manager o private banker questo di sicuro ve lo ha tenuto nascosto.

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Eppure il wealth manager, il private banker ed il promotore finanziario avrebbero potuto accorgersene da soli, se anziché fare i venditori di poltrone e divani al circolo del golf o del tennis si fosse occupato si seguire i dati giorno dopo giorno ed analizzarli. Uno dei dati che avrebbe potuto cogliere, uno dei tanti, noi ve lo evidenziamo nel grafico che segue.

Certo, avrebbe dovuto lavorare, ma lui era all’aperitivo, alla mostra, all’inaugurazione.

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Anche se il PLUS del Sole 24 Ore non lo scrive, ed anche se il wealth manager è rimasto addormentato sulla sdraio al sole, le implicazioni di tutti questi cambiamenti per il vostro portafoglio di investimenti sono chiarissime, e le trovate sintetizzate nell’immagine che segue. Se desiderate confrontarvi con noi su questi nuovi scenari, non avete che da contattarci seguendo le indicazioni che trovate nel nostro sito.

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Mercati oggiValter Buffo
La notte del Ferragosto 2021: si chiude il cerchio
 

Esattamente cinquanta anni fa, il 15 agosto 1971, il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon annunciava al Mondo attraverso la Tv che gli Stati Uniti abbandonavano il “gold standard”.

Il gold standard era il sistema monetario che aveva retto le sorti economiche del Mondo dopo la tragedia della iper-inflazione degli anni Venti e Trenta

Seppure in una forma mediata e non diretta, il gold standrad garantiva la convertibilità in oro della moneta emessa dallo Stato. La chiusura dell’esperienza del gold standard ci portò tutti quanti nell’epoca attuale, che viene chiamata epoca del “fiat money”. Con fiat money si intende un sistema monetario nel quale lo Stato crea la propria moneta senza garanzia di convertibilità in alcunché. Chi detiene la moneta la potrà scambiare soltanto con altra moneta.

Imperatori e re, dall’epoca pre-cristiana fino al secolo scorso, hanno esercitato il potere di vita o di morte sui sudditi: ma quando si trattava di emettere moneta, hanno sempre dovuto sottostare alla durissima legge del mercato, e garantire la convertibilità della propria carta in beni reali.

Gli Stati si sono liberato di questo dovere 50 anni fa, arrogandosi un potere pressoché illimitato. Allo scopo di controbilanciare questo potere, da allora e fino al 2020 la linea politica dominante è stata quella di garantire “autonomia e piena indipendenza” alle Banche Centrali alle quali viene attribuito il potere di stampare moneta.

Quella era la linea, e come sempre poi a quella linea furono apportate numerose correzioni e revisioni. In alcuni casi la linea fu poi del tutto abbandonata (dall’Argentina allo Zimbabwe alla Turchia ai Paesi del Sud-Est Asiatico), ma mai nei Paesi della cosiddetta Area Sviluppata.

Mai. Mai dire mai. Perché nel 2020, per effetto o grazie alla pandemia, anche questa barriera è stata abbattuta: le massime autorità politiche dei Paesi Sviluppati si sono sentite legittimate, appunto dalla pandemia, ad eliminare le pretese di “autonomia ed indipendenza” delle Banche Centrali. dal 2020, è politicamente accettabile affermare che “le Banche Centrali finanziano con nuova moneta le emissioni di debito da parte del re o dell’Imperatore”.

Non c’è alcuna novità in questo: Re ed Imperatori ci provano, a fregare il pubblico, da millenni, e non ci sono mai riusciti. Qualcuno è pure finito con la testa mozzata. La tattica è sempre la medesima: illudere il pubblico che qualche cosa ha VALORE mentre al contrario non ha alcun VALORE.

Veniamo all’attualità: abbiamo spiegato, nelle settimane precedenti, le ragioni per le quali abbiamo detto stop ai commenti che riguardano BCE e Federal Reserve. Per riassumere: non è interessante ciò che fa oppure farà la Federal Reserve, che non ha più scelte. né spazi per muoversi. E ancora di più in difficoltà la BCE. Per questa ragione noi, da più di un mese, neppure ne scriviamo più: vedremo se cambiare atteggiamento a fine mese, dopo Jackson Hole. Vedremo, se succederà qualche cosa.

Riteniamo tuttavia di rendere un servizio utile ai nostri lettori del Blog riferendo di ciò che … si dice in giro. Riteniamo utile aiutare il lettore ad effettuare un monitoraggio degli umori della pubblica opinione.

Il clima agostano non aiuta gli investitori a comprendere ciò che succede: la tipica apatia che si associa al caldo dell’estate fa perdere concentrazione ed attenzione, per molti investitori questa è la stagione delle illusioni e dei sogni, e molti si fanno cullare dalle ninne nanne dei venditori di Fondi Comuni pur di smettere di ragionare. E vanno alla deriva sul moscone, cullati dalle onde del mare.

In particolare nell’agosto 2021 sono molte le cose significative che sono già successe e che stanno per succedere. Non c’è stato un annuncio pubblico analogo a quello di Richard Nixon esattamente cinquanta anni fa, ma si percepisce un’aria di cambiamento, che potrebbe risultare non meno significativo di quello che si realizzò nel 1971.

Dalla Federal Reserve e dalla BCE sono stati lanciati messaggi di cambiamento, dei quali abbiamo scritto, in modo dettagliato ed analitico nel nostro quotidiano The Morning Brief, e che noi molto rapidamente riportiamo oggi in un altro Post.

A fronte di questi cambiamenti, almeno fino ad oggi, tutti i mercati finanziari hanno reagito … fermandosi un attimo a riflettere. Come se avessero tutti detto, in coro: “Scusa? Non ho capito bene”.

Presto vedremo ben altre reazioni, che saranno sicuramente messe in moto da un evento, da un fatto, da un catalista, così come nel 1971 furono innescate dal discorso pubblico di Richard Nixon. Questa è la nostra previsione, questo è ciò che Recce’d prevede: un momento di forte discontinuità, un momento al quale il 99% degli investitori non è pronto, un momento per il quale il 99% dei portafogli in titoli e Fondi è del tutto inadeguato, un momento che farà dire a moltissimi: “In fondo, chi lo poteva prevedere?”.

Invece, si può prevedere: ed anzi, se si fa questo mestiere, il mestiere di gestore di portafoglio, è un dovere prevederlo.

Per essere capaci di prevedere ed anticipare, come dicevamo, è utile cogliere i cambiamenti negli atteggiamenti del pubblico. Ad esempio, verso le Banche Centrali: Istituzioni pubbliche presentate solo 12 mesi fa come i “Salvatori del Mondo dalla Pandemia”, e che invece oggi, in questo agosto 2021, diventano oggetto di critiche.

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Un esempio è l’articolo che noi oggi vi proponiamo in lettura: è stato pubblicato da Bloomberg ed è stato scritto da Bill Dudley, ex-membro del Consiglio della Federal Reserve, ex-Governatore alla Federal Reserve di New York, uomo che ha promosso, e sempre difeso, con ostinazione incrollabile, le politiche “non convenzionali” a partire proprio dal QE. Uomo con il quale noi di Recce’d siamo in disaccordo, e spesso in forte disaccordo.

Ebbene, proprio in questo agosto del 2021 Bill ha deciso di avvicinarsi alle nostre posizioni, scrivendo ciò che potete leggere nell’articolo che segue.


See if you can figure out which of these data points conflicts with the others: The U.S. economy grew at an annualized, inflation-adjusted rate of 6.5% last quarter; it added an estimated 850,000 jobs last month; consumer prices have risen 5% over the past year; and the 10-year Treasury note yield has recently fallen to 1.2%.

If you guessed the Treasury note yield, you’re right. Such a low long-term interest rate is totally inconsistent with rapid economic growth, strong job gains and high inflation. What gives? 

Let’s start our forensic exercise by decomposing the nominal Treasury yield into two parts: The compensation for expected inflation, and the “real” return after inflation. 

Based upon the difference between the yields on nominal 10-year Treasury notes and 10-year Treasury inflation-protected securities (TIPS), the market is expecting consumer prices to increase at an average annual rate of about 2.4% over the next 10 years. There’s nothing unusual here. Investors appear to agree with the Federal Reserve that, once the current inflation surge passes, inflation will settle somewhere close to the central bank’s 2% average target. The match is particularly close when you consider that the Fed’s preferred measure of inflation tends to run about one quarter to one half a percentage point lower than the one the Treasury market is implicitly forecasting.

The surprise is the extremely low level of “real” yields. This past week, 10-year TIPS yields fell to a record low of negative 1.2%. This is shocking not just because the level is low but also because real yields have been falling even as the economy recovers.

I see two main explanations for this extraordinary outcome. First, as the developed world’s population ages, its savings are exceeding desired investment — a secular trend that isn’t likely to change anytime soon. This is pushing yields down in the U.S., and even lower in Japan and Europe. 

Second, the Fed is buying a lot of longer-term Treasury securities. The effect of such quantitative easing has been evident in real yields since the time the Fed began its asset purchases in 2008: They typically decline whenever the central bank ramps up its purchases. This happens because the Fed takes long-dated securities out of circulation and replaces them with bank deposits and reserves. Investors respond by seeking to replenish their holdings of long-term securities, pushing yields down. But the cash they spend to buy the bonds becomes someone else’s near-zero-yielding deposits, perpetuating the broader impetus to keep buying slightly higher-yielding securities. And the Fed adds to the demand by buying even more. This is why QE may be considerably more powerful than generally appreciated.

How long can this go on? The Fed is still buying $80 billion of Treasuries and $40 billion of mortgage backed securities each month, and probably won’t even start to taper its purchases for several months. Bank deposits reached $17.3 trillion last month, up from $13.4 trillion in February 2020. Reserves at the central bank amount to nearly $4 trillion, up from $1.6 trillion before the pandemic. With short-term interest rates near zero, investors feel that they have little choice but to keep buying longer-dated securities, with the urgency presumably growing as bond prices keep rising.

Eventually, though, the Fed will start raising short-term interest rates to keep inflation in check. At that point, the Treasury market will finally face tougher competition. The choice will no longer be between deposits with a zero yield and 10-year government bonds yielding 1.2%. And, given the Fed’s willingness to let inflation overshoot, it might have to raise rates significantly, pushing up yields across all maturities.

Quantitative easing has sustained the bull market in bonds beyond what is consistent with longer-term fundamentals. This suggests that investors would be wise to take advantage of the recent rally and take some money off the table before the Fed’s largesse ends.

Ciò che scrive Dudley in questo articolo non richiede da parte nostra alcuna illustrazione: è chiaro, è semplice, e conclusivo.

Può essere però utile integrare questa lettura con una seconda lettura, che vi proponiamo qui di seguito.

L’articolo è di Mohamed El Erian, è stato pubblicato dal Washington Post, e mette i fatti a cui Dudley faceva riferimento in una prospettiva che a noi sembra molto interessante.

Come dicevamo sopra, il consenso intorno alle scelte delle Banche Centrali era granitico solo 12 mesi fa, ed è invece molto debole oggi. Critiche arrivano da più direzioni, e sulla stampa internazionale da settimane si scrive della possibilità che Jerome Powell non ottenga dal Presidente Biden il rinnovo del suo incarico di Chairman della Federal Reserve.

Con la sua consueta acutezza, El Erian coglie questo momento, e scrive un articolo che illustra le ragioni per le quali la attuale politica della Fed potrebbe mettere in difficoltà proprio l’Amministrazione Biden nella realizzazione della sua politica economica. Capite bene la grande delicatezza di questo tema, per entrambe le due parti.

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Non entreremo qui nel merito del “è vero, non è vero”: ci sembra importante segnalare al lettore del Blog che di questo si sta parlando, ed è tanto più importante perché un investitore italiano di questi cambiamenti, già avvenuto, non viene minimamente informato.

La cosa è un problema, per l’investitore italiano, che poveretto rischia di ritrovarsi il giorno di Ferragosto Richard Nixon in Tv, e non riuscire a comprendere ciò che sta succedendo.

Opinion by Mohamed A. El-Erian

August 6, 2021 at 8:00 a.m. EDT

Mohamed A. El-Erian is president of Queens’ College at Cambridge University, a professor at the University of Pennsylvania’s Wharton School and an adviser to Allianz and Gramercy.

It would be understandable and conventional to assume that the ultra-dovish monetary policy that the Federal Reserve continues to pursue a year and a half after the onset of the pandemic is contributing to a strong, sustainable and inclusive recovery. This may no longer be the case. Instead, it is increasingly putting at risk not just the recovery but also President Biden’s transformational economic agenda.

The Fed, in responding to the massive economic damage caused by covid-19, moved aggressively in March 2020 to floor interest rates and inject massive amounts of cash into the system. It did even more the following month. All this came on the heels of more than a decade of ultraloose monetary policy launched during the worst of the 2008 global financial crisis.

Some 15 months after the Fed’s latest emergency intervention, the world’s most powerful central bank is still maintaining its pedal-to-the-metal stimulus. Interest rates are still floored, the balance sheet has doubled to some $8 trillion, an enormous amount of cash is sloshing around the financial system, the nation’s debt has skyrocketed and the Fed continues to inject $120 billion every month.

The main stated reasons for maintaining such exceptional emergency measures include concerns about the incomplete rebound in jobs and remaining uncertainties about the economic outlook. Both concerns are justified and important to address. Despite a record level of reported job vacancies (9.2 million), employment remains well below the pre-pandemic level just when the more infectious delta variant challenges growth prospects.

Yet an ultraloose monetary policy stance is no longer part of the desirable policy response. Continuing on this trajectory could inflict unnecessary damage on the economy in the next 12 months, fuel unsettling financial volatility, worsen already-high inequality and derail Biden’s agenda. And those avoidable risks are just the domestic component of rising threats to economic prosperity and social well-being.

There are five reasons why this might happen: First, the Fed’s policy tools are ill-suited to address what is hampering the economy. The primary problem is widespread supply-side disruptions, from dislocated supply chains and higher input costs to transportation bottlenecks and difficulties in hiring workers.

Second, with both private and public demand already surging, the Fed’s policy stance risks fueling inflation. Both the producer and consumer inflation measures (PPI and CPI) are already flashing warning signs.

Third, its continued massive intervention in markets has distorted the price signaling mechanism, encouraging all sorts of inefficient resource allocations that will eat away at the U.S. economy’s productivity and dynamism.

Fourth, the ample and predictable injection of cash into the system continues to encourage excessive risk-taking in financial markets while deepening the unhealthy conditioning among investors to always expect the Fed to boost asset prices regardless of how disconnected they are from economic and corporate fundamentals. In the process, wealth inequality worsens.

Finally, the $40 billion of mortgages that the Fed insists on buying each month is contributing to a red-hot housing market that has been pricing out more and more Americans.

If the Fed maintains its current policy stance, it risks inadvertently creating a perfect storm for the U.S. economy later this year and early next year: a combination of high inflation, slowing growth and financial instability. This would come with political and social consequences that could further undermine the much-needed economic recovery and expose the most vulnerable segments of our population to more pain. And it would take hold at a moment when, due to persistently high inflation, the Fed would feel forced to slam on the monetary policy brakes, aggravating every element of this unfortunate mix.

Concerns about inflation have already led some to call for the Biden administration to moderate its plans to invest in both physical and human infrastructure. Yet such a response would only make the problem worse.

In contrast to the current ineffectiveness of Fed policy in generating genuine economic growth, the administration’s fiscal agenda holds the key to enhancing productivity, increasing labor force participation and providing greater opportunities for advancement to more Americans. Indeed, the envisaged infrastructure measures are essential if the U.S. economy is to decisively overcome its multiplying supply-side bottlenecks and better position both its human and physical assets for a future of greater and more sustainable prosperity. To reduce the risk of financial instability, the investments need to be accompanied by enhanced financial supervision and regulation, especially with respect to non-bank market intermediaries.

It is disappointing that the Fed’s insistence on maintaining emergency measures, once needed and effective, now risks being increasingly counterproductive for the economy and fuels excessive financial risk-taking. It would be tragic if it also ended up damaging a much-needed inclusive recovery and derailing this administration’s economic agenda.

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