Cosa è il QE? Ce lo facciamo spiegare da Donald J. Trump
 
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Dopo sei mesi in cui sui mercati si è parlato soltanto di Banche Centrali, l’argomento è venuto (giustamente) un po’ a noia.

Ma ci pare utile, per i nostri lettori, offrire ancora qualche spunto critico, per aiutarli a riflettere sull’efficacia di queste (annunciate, e fino ad oggi NON realizzate) iniziative di politica monetaria.

Prendiamo in esame, oggi, il QE, uno strumento che era appena stato messo in soffitta soltanto pochi mesi fa, in nome di una “normalizzazione” che evidentemente non è possibile realizzare, ed è stato richiamato in causa con affanno ed imbarazzo, con moltissime dichiarazioni ufficiali in questo primo semestre 2019.

Ci aiuta a misurare l’efficacia di questa politica la tabella in alto, ed il commento che la accompagna.

Ma se davvero volete comprendere cosa sia il QE, allora vi sarà utile leggere i tweet che trovate sotto nell’immagine, facendo moltissima attenzione alle date.

Ecco, in una sintesi estrema, che cosa è il QE: è uno strumento che aiuta chi sta al Governo (a prendere altro tempo senza risolvere nulla) e che quindi viene invece attaccato quando non si è al Governo.

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Perché quelli ridono sempre? Ve lo spieghiamo
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La settimana scorsa, avevamo annunciato una serie di Post dedicati alle opportunità di fare performance da qui a fine 2019.

Dopo una lunga riflessione, in Recce’d si è deciso di rinviare questo appuntamento coi lettori.

La situazione, infatti, è troppo chiara e troppo definita nei suoi contorni fondamentali. Noi di Recce’d ne abbiamo detto e scritto più volte. Ora non c’è che da aspettare che la frutta matura si stacchi dai rami.

E’ il momento dell’azione (sui portafogli) e non delle parole. E noi agiremo, sui portafogli modello, fin dalla settimana prossima.

I nostri commenti all’attualità, li trovate ogni giorno sulla pagina Mercati del sito, e poi in SoldiOnline.it. Ai Clienti, sono dedicate una serie di pubblicazioni, tra le quali il quotidiano The Morning Brief.

Per questo weekend del 6-7 luglio, all’attualità dedicheremo una singola considerazione, che riguarda l’immagine che apre il Post.

Forse, alcuni tra i nostri lettori si sono chiesti perché ridono sempre.

Perché i giornalisti in video, su canali specializzata in Finanza come ad esempio CNBC che vedete nell’immagine di apertura, sorridono sempre quando raccontano al pubblico che cosa succede? Sarà forse a causa dei ripetuti record della Borsa di New York, come si vede appunto nella nostra immagine?

Ma quelli ridono sempre! Anche senza i record! Ridono soprattutto se la Federal Reserve fa la sua svolta ad U e ritorna accomodante, ridono se Draghi annuncia il ritorno del QE, ridono se Lagarde passa dal FMI alla BCE. E con loro, ridono gli intervistati, i cosiddetti analisti delle banche globali di investimento. E persino in Italia, i nostri promotori finanziari, anche loro sempre con larghi e rassicuranti sorrisi.

Tutti questi signori ridono, e ridono per una ragione semplicissima.

La ragione è la seguente: se quello che avete visto tra ottobre e dicembre non fosse stato fermato, se i mercati avesse continuato a scendere, la gran parte di questi signori si sarebbe trovata in forte difficoltà.

Tutto il loro Mondo poggia su una premessa: che i mercati finanziari continueranno a salire, e per sempre. neppure loro saprebbero spiegare il perché: perché mai i mercati finanziari dovrebbero sempre e solo salire? Eppure, le cose stanno proprio così: tutta un’industria è stata costruita su questa premessa, una premessa che ha nulla a che vedere con la realtà, un’intera industria costruita su una favola.

Se quel movimento, chiamiamola correzione, chiamiamola ribasso, delle periodo ottobre-dicembre non fosse stato fermato dalla “generosità” della Federal Reserve, della BCE e della Banca del Giappone, i signori che vedete nell’immagine sopra, ed anche gli ospiti delle banche di investimento, e gli stessi promotori finanziari in Italia sarebbero finiti nei guai, e molto di loro sarebbero proprio finiti … a casa.

Questo è esattamente ciò che vedrete, e vedremo, in occasione della prossima crisi finanziaria sui mercati: uno sconvolgimento radicale che colpirà proprio l’industria del risparmio e della Finanza, spiegata dal fatto che la maggior parte di quelle strutture e di quegli uomini oggi sta lì soltanto per un motivo, che è “prolungare e sostenere la bolla”.

Non producono valore aggiunto per i Clienti: ed è per questo che, tra di loro, molti finiranno a casa. Per questa ragione a voi raccontano che “una crisi finanziaria non ci sarà mai più”. Vi pare possibile?

Avete capito, adesso, perché loro ridono, amici lettori? Ridono di voi.

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H20 e l'Italia: beccati con il sorcio in bocca?
 

Ritorniamo anche questa settimana sulla crisi che ha colpito tutto il settore dei Fondi Comuni di Investimento, ed in modo particolare i Fondi Comuni di GAM, di Woodford e di H2O.

L’articolo del Sole 24 Ore che riportiamo qui sotto elenca alcuni tra i maggiori operatori italiani del settore del risparmio.

Non siamo noi a fare i nomi: lo fa il Sole 24 Ore. E ce ne sarebbero anche altri.

Ora: parliamo di Istituzioni molto grandi, e carissime per i loro Clienti in termini di commissioni.

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In queste Istituzioni, pagatissimi Uffici marketing preparano presentazioni che esaltano gli strumenti di Selezione dei Fondi Comuni globali (addirittura!!!).

Per non parlare poi degli Uffici Risk Management.

Domanda di Recce’d: ci faranno mai sapere che cosa non funziona, in tutti questi uffici.

Il medesimo brano del Sole 24 Ore ci suscita poi una seconda domanda.

Il brano si chiude con un accenno ad una “strategia global macro che lascia molta discrezionalità al gestore”.

Proviamo a riassumere:

  1. per il Cliente investitore, l’espressione “global macro” significa meno di nulla

  2. il gestore non segue regole, fa un po’ come vuole

  3. il Cliente non sa chi è il gestore, non lo conosce

  4. non solo: il Cliente non sa cosa fa il Gestore

Insomma: se stiamo alle parole del Sole 24 Ore, il Cliente è (purtroppo per lui) un “babbeo” che vede la quota del Fondo Comune di Investimento andare su e giù, e non ha la minima possibilità di capire il perché.

Proprio un bell’affare!

Siete davvero convinti, cari amici lettori, che la scelta fatta dagli intermediari italia, scelta caduta proprio su Fondi Comuni come questi, sia stata dettata dall’interesse vostro, quello dei Clienti Finali?

H2O e i Quant: il perché di una moda
 
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Visto il notevole riscontro ai tre Post che Recce’d ha pubblicato sette giorni fa, a proposito della crisi che ha colpito Fondi Comuni dai nomi altisonanti e molto conosciuti come GAM, Woodford e H2O, abbiamo deciso di proseguire questa settimana con una serie di sei nuovi Post.

L’interesse è generale: va al di là dei tre nomi citati sopra, e tocca direttamente gli interessi di tutti gli investitori che investono in Fondi di Fondi, GPM in Fondi, oppure direttamente in Fondi Comuni di Investimento a loro suggeriti dalla Rete di promotori finanziari.

Legato a filo doppio al tema della crisi dei Fondi Comuni c’è pure il tema della diffusione dei Quant nel mondo dei Fondi Comuni. E da qui ripartiremo in questo Post.

Abbiamo già scritto che negli ultimi anni, con chiara intenzione di marketing, l’industria dei Fondi Comuni di Investimento e la associata Rete che vende ai Clienti i Fondi Comuni hanno, insieme, spinto molto sul tema Quant.

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La grande maggior parte dei soggetti che si sono impegnati a spingere i “prodotti Quant” conoscono poco o nulla la Finanza Quantitativa. Non ha senso pensare che queste persone abbiamo approfondito, nei dettagli, le teorie e gli strumenti di applicazione della Finanza Quant: non ha senso, quindi pensare che la scelta a monte sia stata fatta avendo in mente gli interessi dei Clienti finali.

Va spiegato, allora, il perché di questa moda. E noi ci facciamo aiutare da una rivista autorevole, di settore, molto conosciuta nell’ambiente internazionale degli operatori finanziari, sia sulla sell-side sia soprattutto sulla buy-side, ovvero il lato del mercato finanziario dove stanno i gestori di portafoglio. Si tratta di Institutional Investor.

La prima immagine in alto ci aiuta e risolve subito il mistero. Il più grande gestore del Pianeta, Blackrock, preoccupato dal deflusso dei Clienti che escono dai loro Fondi come da tutti i Fondi Comuni, ha reagito tentando di rilanciarsi proprio con l’etichetta Quant. Nella seconda immagine, sempre da Institutional Investor, vengono forniti alcuni dettagli sulle scelte di Blackrock, che ha puntato sui modelli “a fattori” di cui oggi abbiamo scritto in un altro Post.

Ecco quindi, in estrema sintesi, spiegata la moda dei Quant: i Clienti se ne vanno, i Fondi Comuni si riducono, gli ETF crescono, ed il Marketing ha trovato un nuovo “tema di vendita”, ed una nuova “etichetta” da mettere sopra la “merce”. Molto semplice: lo dice anche in modo esplicito l’ultima frase che leggete nell’immagine qui sotto, sempre da Institutional Investor.

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H2O, i quant e la crisi
 

Tra i Quant, oggi, ci sono alcune persone serie ed altre persone, molte, poco serie.

Nella foto qui sotto, potete vedere uno dei più seri.

Questo signore è serissimo: ha pubblicato una tonnellata di pagine di ricerca, su riviste semi-scientifiche come il Journal of Portfolio Management ed altre simili.

Non esattamente riviste accademiche: diciamo riviste riservate a praticoni (come noi di Recce’d) ma di buon livello.

Oggi vi scriviamo di Cliff Asness, che tra i gestori Quant è il più noto, uno dei primi, ed uno di quelli che hanno avuto maggiore successo. Parliamo di Asness perché lui ha detto pochi giorni fa a Institutional Investor: “Ve lo avevo detto, che la crisi sarebbe arrivata”. E se lo dice lui …

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Asness si riferisce proprio al “factor investing”, l’investimento sui “fattori” che si ispira ai lavori di Fama, French ed altri studiosi di Finanza.

Che oggi è “odiato”, come dice Asness, perché non funziona.

Noi non ci addentriamo, in questo Post, sui dati e sui risultati: ne potete leggere, senza difficoltà, cercando sul Web. Ciò che è importante è che oggi, in un Paese che è di provincia, è partita una massiccia campagna di vendita dei Quant, dalla quale grazie a noi adesso siete in grado di proteggervi meglio.

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