Economia di guerra e comunicazione di massa: il valore aggiunto di un consulente
 
week_01_July_2019_001.png

La settimana scorsa abbiamo trattato di filosofia, e questa settimana facciamo un’altra invasione di campo ed entriamo nel terreno dell sociologia.

Nel secolo XX sono state elaborate teorie molto importati sull’utilizzo della comunicazione per plasmare l’opinione delle masse: non tocca a noi offrire qui una sintesi, e vi rimandiamo piuttosto alle tantissime fonti che sono disponibili sul Web.

Ne scriviamo perché ogni giorno diventa più evidente il fatto che, da qualche anno a questa parte, si è fatto più intenso l’uso dei media (dalle tv ai quotidiani) per orientare, o meglio dirottare, l’attenzione del pubblico.

Ne scriviamo non per auto-compiacimento, bensì perché per noi investitori, negli ultimi anni, questa questione ha assunto una rilevanza che è di primo livello. Un esempio ve lo ha offerto il recente G-20: il nulla in prima pagina, e per settimane.

week_01_July_2019_024.png

Quale sarebbe stato l’esito, era chiaro ormai da settimane. Per i nostri Clienti, Recce’d aveva aggiunto una serie di lavori di analisi, che spiegavano ciò che si legge nell’immagine più in alto: ovvero che le difficoltà nelle trattative sulle tariffe sono create dalla DEBOLEZZA di entrambe le economie.

Tornando al tema dell’utilizzo dei media, risulta evidente in modo particolare proprio in questo caso, come sia stato utilizzato il G-20 per occupare lo spazio delle prime pagine con nulla più che fotografie di strette di mano, allontanando così dalle prime pagine, ad esempio, i dati pubblicati la settimana scorsa sia per l’economia degli Stati Uniti sia per l’Europa.

Recce’d ha invece seguito questi dati, analizzandoli e rendendoli così utili per il Cliente e soprattutto per le scelte di portafoglio.

Ed è proprio qui, che si verifica in modo concreto quale valore aggiunge il consulente al quale vi rivolgete per le vostre scelte di investimento.

Il Mitico Fantozzi e la asset allocation
 

Mai come in questo preciso momento, è evidente che la asset allocation sulla quale tutte le Reti di vendita di Fondi Comuni, ma pure un buon numero di “nuovi” consulenti online, basano le proprie indicazioni di investimento al Cliente è uno strumento vecchio, superato e potenzialmente dannoso.

Lo abbiamo messo in evidenza già la scorsa settimana, in particolare attraverso SoldiOnline.it, dove anche la settimana prossima continueremo nel nostro lavoro di analisi delle strategie di investimento.

week_04_june_2019_023.png

Mai come in questo momento, però, la cosa dovrebbe risultare facile da comprendere, anche per l’investitore più distratto.

Soltanto sei mesi fa, il vostro consulente online, oppure il vostro promotore finanziario, vi hanno costruito un portafoglio di Fondi Comuni che partiva dal presupposto che “c’è la crescita e le Banche Centrali alzeranno in modo progressivo i tassi”.

A distanza di sei mesi, oggi sono costretti a dirvi che “non c’è la crescita e le Banche Centrali abbasseranno i tassi”.

E cosa è più bello, più divertente e più clamoroso? Che il vostro portafoglio … resta esattamente lo stesso! Al massimo, si “taglia un 2% di Mercati Emergenti”.

Una cosa folle? Assurda? demenziale, come erano i film di Fantozzi? No. E’ invece la realtà della gran parte dei Clienti che investono attraverso i canali tradizionali, come le grandi Reti di Banche e di promotori finanziari. Da Banca Intesa a Generali, da Mediolanum a Unicredit a Azimut, e questo solo per citare le più note.

E i Clienti? Stanno lì, tra l’imbambolato e l’assuefatto, pensando che “tanto non c’è alternativa”. Pagano il 3% l’anno di commissioni, buttando letteralmente nel water i propri denari, ma … per ora, va bene così, cambiare … fa fatica.

E poi, magari, pagano anche le commissioni di ingresso, e poi quelle di uscita, e magari le commissioni di performance (anche se la performance … quella non c’è mai).

E naturalmente, alla fine, pagheranno loro. I Clienti.

Se non siete convinti che le cose stanno come vi abbiamo scritto ora, allora fate una cosa semplicissima: prendete i dati del grafico qui vicino, rivolgetevi al consulente online ed al promotore finanziario, e chiedete, sulla base della vostra attuale asset allocation, quale è il vostro “rendimento atteso”.

E poi, ma solo se siete davvero forti di cuore, fatevi spiegare, a fronte di quel “rendimento atteso” quale è il rischio, o più precisamente il “downside” che oggi sopporta il vostro portafoglio di asset allocation.

Potete sempre cavarvela poi come faceva il simpaticissimo “ragionier Ugo”. Dicendo “… come è buono, lei …”

L'oppio dei popoli: oggi parliamo di filosofia
 
week_04_june_2019_034.png

Filosofi tra loro molto distanti, come Marx e Nietsche, nel Diciannovesimo Secolo etichettarono le religioni come l’oppio dei popoli.

Il senso era questo: le religioni sono un prodotto dell’uomo, che con la sua mente crea delle illusioni, per allontanarsi dalla realtà e creare qualche cosa che però non esiste.

Per noi, professionisti della gestione, questi sono però temi troppo grandi, e ci asteniamo dal dare giudizi.

Siamo però decisamente a nostro agio nell’affermare che l’azione delle Banche Centrali, da tempo finalizzata a creare una illusione di ricchezza, è la politica economica più pericolosa che sia mai stata fatta dal punto di vista dell’investitore finale.

week_04_june_2019_051.png

Mercati finanziari dove “sale tutto”, come dice il grafico più in alto, sono ovviamente un’assurdo. Una sciocchezza: non hanno senso.

Ma dopo anni ed anni di questa politica, ora va detto con chiarezza che non siamo soltanto di fronte ad un assurdo.

Il rischio di un contraccolpo negativo, e di dimensioni mai viste prima, cresce ogni giorno. E cresce tanto più, quanto più le Banche Centrali riconoscono in pubblico (come hanno fatto nel 2019) di essere costrette ad agire come vogliono i mercati finanziari per non scendere.

Non siamo più di fronte ad un assurdo, Non è più sufficiente dire che è una sciocchezza.

Oggi è necessario assumere atteggiamenti di maggiore responsabilità.

Sia da parte di chi ha responsabilità sulla politica economica: si devono alzare le voci di chi deve denunciare in pubblico questa specie di suicidio collettivo.

Ed anche da parte di chi lavora nel settore: non sono sufficienti i toni moderati di chi (pur autorevolemente) scrive che “gli asset finanziari hanno bisogno di essere sostenuti dai fondamentali, e questo punto continua ad essere spostato in là nel tempo dal fatto che le Banche Centrali non sono più capaci di tirarsi indietro” ) sotto nell’immagine).

Chi oggi non prende posizione e non dice quello che va detto, dovrà essere considerato in futuro corresponsabile. A qualsiasi livello, da Draghi al vostro consulente o promotore finanziario.

week_04_june_2019_006.png
Stimulus
 

La parola del giorno è “stimolo”. La usano tutti.

week_04_june_2019_060.png

Pochi sanno, in concreto, che cosa significa. Donald J. Trump, ad esempio, scrive “stimulus” ma non sa esattamente di che cosa sta parlando.

Lui resta convinto che se la Federal Reserve abbasserà il costo ufficiale del denaro negli Stati Uniti, questo ribasso “stimolerà” l’economia degli USA

Ma il caro Donald farebbe bene a rileggere, con maggiore attenzione, la storia economica dell’economia che lui dovrebbe governare: in questo senso, gli sarebbe utilissimo il grafico che vedete qui sotto.

week_04_june_2019_057.png

Se poi l’amico Donald volesse trovare, nel Mondo, qualche concreto effetto dei tassi ufficiali negativi, potrebbe dare uno sguardo a questi dati per l’Eurozona.

week_04_june_2019_049.png

Allargando lo sguardo, potrebbe farsi invece spiegare le conseguenze dei dati che vengono presentati nel grafico qui sotto. E, data l’ammirazione che di recente Trump ha espresso a proposito della politica monetaria in Giappone, potrebbe farsi qualche domanda sull’efficacia dello “stimulus”.

week_04_june_2019_040.png

Per completezza, potrebbe infine guardare ai dati pubblicati soltanto la settimana scorsa, per l’economia giapponese: vedete bene che l’indice PMI del settore manifattura sta sotto la fatidica quota 50, quella che separa l’espansione economica dalla contrazione.

week_04_june_2019_041.png

Torniamo in chiusura di Post agli Stati Uniti: oggi, come vedete qui sotto, i mercati finanziari attribuiscono una altissima probabilità al taglio dei tassi ufficiali USA di luglio. Come abbiamo visto sopra per l’Europa, i tagli dei tassi abbattono i rendimenti delle obbligazioni, fino a farli scendere sotto zero.

Ma se guardiamo invece ai dati delle economie reali, lo “stimolo”, di cui parla Trump nel suo Tweet, semplicemente non esiste.

Di questo dobbiamo, e dovete, tenere conto nel fare le vostre scelte di investimento e nel decidere sulla composizione dei vostri portafogli in titoli. Oggi, e non quando tutti vi diranno: “non lo avevamo previsto, ma …”. Allora, per voi investitori, sarà troppo tardi.

week_04_june_2019_019.png
E' ora di cambiare gestore: meglio Jay Powell oppure Gordon Gekko?
 

Alcuni investitori potrebbero averne abbastanza: abbastanza dei mercati manipolati, abbastanza dei continui interventi per tenere su i prezzi, abbastanza di una normalizzazione che non arriva mai, abbastanza di una crescita economica che proprio non arriverà più.

Potrebbe sembrare, tutto quanto, un gioco a somma zero. Una soddisfazione che viene perennemente rinviata. Un gioco finalizzato soltanto a tenere tutto fermo.

Ed è così, almeno in parte.

Ed allora, l’investitore potrebbe essere tentato di smobilizzare tutto ed investire in terreni, diamanti, o chissà che cosa d’altro.

Oppure, potrebbe decidere di cambiare gestore. Ad esempio, potrebbe essere tentato di dire: se decide tutto la Federal Reserve, allora mi farò gestire il portafoglio direttamente da Jay Powell.

Ed al quel punto, però, si ritroverebbe ad affrontare il problema che viene spiegato benissimo dal brano che segue.

week_04_june_2019_026.png

Il punto che si spiega qui sopra è nella frase conclusiva: “sono i traders del mercato obbligazionario a fare la politica monetaria negli USA oggi”.

Ma allora, se è così, e noi ci facciamo gestire da Powell, ma poi lui si fa gestire dagli operatori di mercato, allora … è un cane che si morde la coda?

Allora forse è meglio andare con il gregge e farsi guidare dall’avidità, senza badare ai rischi, alle valutazioni, alla costruzione di un portafoglio?

Andare con il trend, seguire la scia dei traders? Ha ragione chi scrive (immagine sotto) che questo mercato di oggi può piacere soltanto a Gordon Gekko?

week_04_june_2019_053.png

Noi in Recce’d non ricordiamo come finisce il film con Gordon Gekko: ma neppure ci interessa ricordarlo. Siamo certi che ciò che oggi abbiamo di fronte è soltanto temporaneo. E’ una anomalia. Grande, imbarazzate ed irritante. Ma non è la nuova realtà: è soltanto un periodo di eccessi, come una festa alcoolica che ottunde le capacità di intendere e di ragionare.

Noi non siamo tra quelli che tornano a casa guidando dopo la festa. Torniamo col taxi, o magari a piedi. Ma torniamo a casa sani, e vincenti.