Il Mitico Fantozzi e la asset allocation
Mai come in questo preciso momento, è evidente che la asset allocation sulla quale tutte le Reti di vendita di Fondi Comuni, ma pure un buon numero di “nuovi” consulenti online, basano le proprie indicazioni di investimento al Cliente è uno strumento vecchio, superato e potenzialmente dannoso.
Lo abbiamo messo in evidenza già la scorsa settimana, in particolare attraverso SoldiOnline.it, dove anche la settimana prossima continueremo nel nostro lavoro di analisi delle strategie di investimento.
Mai come in questo momento, però, la cosa dovrebbe risultare facile da comprendere, anche per l’investitore più distratto.
Soltanto sei mesi fa, il vostro consulente online, oppure il vostro promotore finanziario, vi hanno costruito un portafoglio di Fondi Comuni che partiva dal presupposto che “c’è la crescita e le Banche Centrali alzeranno in modo progressivo i tassi”.
A distanza di sei mesi, oggi sono costretti a dirvi che “non c’è la crescita e le Banche Centrali abbasseranno i tassi”.
E cosa è più bello, più divertente e più clamoroso? Che il vostro portafoglio … resta esattamente lo stesso! Al massimo, si “taglia un 2% di Mercati Emergenti”.
Una cosa folle? Assurda? demenziale, come erano i film di Fantozzi? No. E’ invece la realtà della gran parte dei Clienti che investono attraverso i canali tradizionali, come le grandi Reti di Banche e di promotori finanziari. Da Banca Intesa a Generali, da Mediolanum a Unicredit a Azimut, e questo solo per citare le più note.
E i Clienti? Stanno lì, tra l’imbambolato e l’assuefatto, pensando che “tanto non c’è alternativa”. Pagano il 3% l’anno di commissioni, buttando letteralmente nel water i propri denari, ma … per ora, va bene così, cambiare … fa fatica.
E poi, magari, pagano anche le commissioni di ingresso, e poi quelle di uscita, e magari le commissioni di performance (anche se la performance … quella non c’è mai).
E naturalmente, alla fine, pagheranno loro. I Clienti.
Se non siete convinti che le cose stanno come vi abbiamo scritto ora, allora fate una cosa semplicissima: prendete i dati del grafico qui vicino, rivolgetevi al consulente online ed al promotore finanziario, e chiedete, sulla base della vostra attuale asset allocation, quale è il vostro “rendimento atteso”.
E poi, ma solo se siete davvero forti di cuore, fatevi spiegare, a fronte di quel “rendimento atteso” quale è il rischio, o più precisamente il “downside” che oggi sopporta il vostro portafoglio di asset allocation.
Potete sempre cavarvela poi come faceva il simpaticissimo “ragionier Ugo”. Dicendo “… come è buono, lei …”