Recce'd sta facendo un buon lavoro nel 2017? (parte 3)

I Muppets sono allegri, colorati e divertenti pupazzi, che piacciono ad adulti e piccini.

Altri personaggi della tv sono meno divertenti, meno colorati e meno allegri: dopo avere causato disastri negli ultimi 15 anni, prima "pompando" la bolla poi chiamata "dot.com", e dopo pochi anni pompando la bolla "subprime", oggi fanno ogni possibile sforzo per sostenere le banche di investimento (le Morgan Stanley, le Goldman Sachs, le UBS di questo mondo) e le Case di Fondi (le Blackrock, le JP Morgan, e tutte le altre). Fanno ogni possibile sforzo per spiegare che "il rally di Borsa 2017 viene odiato perchè in molti sono rimasti fuori".

Un argomento non nuovo, anzi vecchio e per nulla convincente: sarà sufficiente ricordare i volti tesi e gli argomenti da panico di questi stessi personaggi in televisione nel 2003, oppure nel 2009, per avere una conferma di quanto si tratti di una affermazione vuota di significato.

Ripetiamo, per l'ennesima volta, che la battaglia non è tra gli "ottimisti" ed i "pessimisti": la guerra (che questa volta secondo noi di Recce'd, è la guerra finale) è tra quelli che vendono ai Clienti che "il mercato deve comunque salire" e gli altri, quelli che aiutano i Clienti a guardare ai fatti. E a NON guardare la televisione.

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Mercati oggiValter Buffo
Recce'd sta facendo un buon lavoro nel 2017? (parte 2)
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I dati, quelli di sostanza che riassumono tutto, sono solo sei:

  • l'indice delle Borse globali si trova ai massimi di ogni tempo
  • l'indice dei rendimenti delle obbligazioni globali si trova ai minimi storici
  • la volatilità delle azioni globali si trova ai minimi di ogni tempo
  • la volatilità delle obbligazioni globali è ai minimi storici
  • la crescita media delle economie Occidentali è prevista al 2% imedia per i prossimi cinque anni, sempre se non accade qualche cosa di negativo
  • l'inflazione media è prevsita a livelli superiori a quelli dei rendimenti attuali delle obbligazioni a medio e lungo termine
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Un professionista, ovvero un gruppo di professionisti, dotati sia di senso della responsabilità sia di conoscenze adeguate a mettere in pratica una gestione del portafoglio che tenga conto non solo dei rendimenti potenziali, ma pure dei rischi che in un portafoglio ci sono sempre (anche quando non si vedono, ci sono) cosa dovrebbe fare?

Rivolgersi ai Clienti e dire: "va tutto bene, è tutto normale, e tireremo avanti così per un po? E magari buttiamoci tutti insieme nel pozzo allegramente?"

Noi crediamo di no. Queste sono cose che tolgono il sonno a chi investe. Sono fatti che costringono a reagire, rivedere, modificare.

Anche se, ammettiamolo, la situazione è logorante. Ma fu così anche in episodi predenti, e dopo la gratificazione compensò sempre quella fatica, ampiamente.

Mercati oggiValter Buffo
Recce'd sta facendo un buon lavoro nel 2017? (parte 1)

In attesa di vedere che cosa ci riserverà la parte finale di questo 2017, parte finale che come sapete Recce'd prevede sarà ricchissima di sorprese, è giusto dare comunque uno sguardo alle performances.

In particolare, alle performances degli altri: le nostre, come i Clienti sanno, hanno sofferto fino ad oggi il clima euforico ed esuberante delle Borse, ed è quindi utile dare uno sguardo a ciò che hanno fatto gli altri, chiedendosi se i nostri Clienti hanno perso per strada imperdibili opportunità per investire.

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I dati qui sopra li trovate oggi al sito di Morningstar. Riguardano i risultati dei Fondi Comuni Bilanciati in Italia. Si tratta di medie, e come in tutte le medie troverete chi ha fatto meglio e chi ha fatto peggio: ma nessuno, tra i Fondi Comuni, avrà fatto SEMPRE meglio della media.

I risultati della prima colonna sono i risultati 2017: tutti positivi (per una volta ...) e tutti discreti, a partire dal +4,06% che ad oggi rendono i Fondi Aggressivi, quelli che hanno la maggiore quota di azioni in portafoglio. Spicca il +7% dei Fondi Bilanciati Emergenti, ma almeno quella è una opportunità che noi nei portafogli abbiamo colto.

In tutta e totale trasparenza, non per fare a voi confusione, ma al contrario per chiarirvi come stanno le cose, noi vi suggeriamo però di dare un'occhiata alla performance a TRE ANNI, che leggete nella quarta colonna. I tre anni vanno dal settembre 2014 al agosto 2017: un periodo che a posteriori potremmo definire DECISIVO per le qualità di ogni gestore del Pianeta.

Leggete questi dati, e metteteli a confronto con i dati dei benchmarks (questi sono prodotti a benchmark!): ricordate quindi che TUTTI i benchmark oggi sono al livello massimo assoluto della loro storia. Azionari, obbligazionari, USA e resto del Mondo, tutto ai massimi dei massimi.

Le performances medie di tre anni sono: 4,71% per i Bilanciati Aggressivi, 3,80% per gli Emergenti, 3,35% per i Moderati. I Moderati hanno un profilo di rischio che è vicino al nostra portafoglio modello RNI.

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I nostri Clienti conoscono, e bene, i nostri risultati degli ultimi tre anni, e sono invitati a fare un confronto. E trarne le conclusioni dovute.

Ai lettori ed agli amici, invece, suggeriamo di puntare alla QUALITA' della gestione: le performances di breve periodo possono produrre confusione, invece di chiarire le idee. Ad esempio, ed è un esempio molto significativo, qui sotto vedete gli ultimi due anni e mezzo della performance dei Fondi Bilanciati Aggressivi italiani (la linea di colore azzurro chiaro), che ancora a novembre del 2016 valevano quanto valevano 18 mesi prima, nel marzo 2015 (seguite la riga di colore rosso).

Performance pari a zero e nettamente inferiore al benchmark (la riga di colore marrone nel grafico). Poi cosa è successo? Sono diventati più bravi i gestori di questi strumenti? NO: è arrivata, dall'alto, una mano pietosa che li ha tirati su, ovvero la manona ... di Donald J. Trump, che ha deciso coi suoi che la Borsa di New York doveva andare ad "all-time high", una sua espressione favorita, che ha ripetuto anche ieri alle Nazioni Unite. Questi gestori NON hanno deciso nulla, solo un fattore esterno (e del tutto NON previsto) li ha salvati a fine 2016.

Si sono piazzati sul rischio, hanno chiuso gli occhi ed hanno accettato di subire ciò che il destino avrebbe portato a loro (tanto, i soldi sono dei Clienti, ed i rischi pure).

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Recce'd ha fatto altre scelte, nel momento che nel grafico qui sopra è segnato con una croce gialla: abbiamo lasciato giù una fetta di rialzo, dopo avere colto, in pieno, quello del 2016. E' un problema? Dal  punto di vista dei rischio preso in portafoglio, assolutamente no; quanto al risultato, oggi si, a fine anno vederemo tutti insieme, come abbiamo sempre fatto. Noi siamo sempre qui.

Mercati oggiValter Buffo
La crisi (irreversibile) di ogni asset allocation

In Italia, come nel resto dei Paesi Sviluppati, dominano le Reti di vendita, o di brokeraggio, che costringono il Cliente ad una costruzione del portafoglio che viene chiamata "asset allocation" e che viene giustificata con (fumose e mai convincenti) spiegazioni sul "rischio/rendimento". Come Recce'd ha spiegato in molte occasioni, si tratta semplicemente di una tecnica di vendita, per piazzare i Fondi Comuni di Investimento nei vostri portafogli.

La asset allocation non ha mai funzionato: e se non credete a noi, fatevi portare una prova, un documento, da chi ve la ha proposta, dei buoni risultati della asset allocation. Non la troverà.

Il problema è che la asset allocation funzionerà ancora meno in futuro: almeno se si guardano le stime per i rendimenti che vengono prodotte e diffuse dalle stesse Case di Fondi Comuni. Fate voi stessi due conti su un pezzo di carta utilizzando la tabella che segue, freschissima di stampa.

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Se le cose andassero come dice qui sopra ROBECO; il vostro tradizionale portafoglietto di Fondi, che è fatto di un 25% di azionari, un 50% di obbligazonari, ed un 25% di ... un po' di tutto, vi renderebbe IN MEDIA più o meno lo 0,50% l'anno per i cinque anni tra il 2018 ed il 2022. Ah, già ... poi ci sono le commissioni, al 3% in media per i Fondi Comuni.

Quindi, andate decisamente sott'acqua, e per cinque anni, e senza contare gli "episodi di volatilità".

Ma è vero ciò che dice ROBECO? Noi di Recce'd attribuiamo credibilità pari a ZERO a queste previsioni di medio termine che utilizzano per costruirvi la asset allocation. Per che ragione? Guardate il grafico che segue e chiedetevi: a in questo momento, noi a che punto ci troviamo? Come vedete, cinque anni sono un periodo così tanto lungo che potrebbe succedere ... di tutto.

Nel grafico l'indice MSCI World delle Borse mondiali

Nel grafico l'indice MSCI World delle Borse mondiali

Mercati oggiValter Buffo
La grande ritirata. Il settore del risparmio verrà stravolto. (parte 1)

Non ci vogliono proprio credere, e si capisce. Sono obbligati all'ottimismo, per dare coraggio alle loro truppe. E fanno per questo finta di non vedere, di non sapere. Anche se ci vedono benissimo e lo sanno perfettamente.

Sanno che è finita, la stagione dei soldi facili. Sanno che è finita, per loro e le loro strutture. sanno che i Clienti oggi ci sono ancora, ma domani, presto, prestissimo, non ci saranno più. E' stato bello, finché è durato: ma non andrà avanti ancora per molto. Perché è stato tutto un grande inganno, come di recente ha riconosciuto uno di loro.

Ovvero il capo di una Rete di venditori italiana che ha riconosciuto a proposito di Mifid 2: “C’è stata una iniziale preoccupazione che venendo meno le asimmetrie informative tra operatore e cliente potessero ridursi i margini".

Oggi questi signori ritengono di potere prolungare l'inganno a lungo (anche in assenza di "asimmetrie informative") grazie agli sforzi immani che sono stati fatti per fare passare una Legge (quella che recepisci in Italia la Direttiva Comunitaria Mifid 2) che aveva un solo obbiettivo: appiccicare una nuova etichetta a prodotti e servizi vecchi e già "scaduti" da tempo. Legge che di certo non ha come obbiettivo quello di tutelare e promuovere gli interessi del risparmiatore. Punta invece a tutelare l'industria dei venditori di Fondi e Polizze, e a neutralizzare quindi Mifid 2.

La Legge ad oggi esaurisce i suoi effetti in una universale ri-etichettatura (tipo supermercato sotto casa): una vastissima umanità di venditori porta-a-porta, chiamati ora promotori, ora consulenti finanziari, ora private banker, ora solo banker, diventa da sera a mattina un esercito di "consulenti".

In sostanza, restano tutti solo e soltanto venditori. Ma adesso verranno chiamati "consulenti". Astuto, no? 

Peccato che sia semplicissimo svelare ai risparmiatori che si tratta solo di una ri-etichettatura, e fare vedere che dietro c'è la stesse merce di prima. E' sufficiente domandarsi: da dove vengono i soldi? Come li fanno, i soldi, questi nuovi "consulenti"? Solo e soltanto se piazzano prodotti. Prodotti che poi sono i Fondi Comuni ed i prodotti Assicurativi, quelli che a loro garantiscono una retrocessione. La retrocessione di parte di quelle commissioni che gli stessi prodotti impongono ai Clienti finali, senza però dirlo: lo nascondono, lo fanno passare sotto silenzio,  lo dissimulano ... come nei giochi delle tre tavolette, alla stazione.

Il presunto "consulente" se vi vende questi prodotti finanziari fa i soldi. Se invece non li vende, guadagna nulla, zero. Anche un bambino delle scuole elementari capisce che chiamare consulente un soggetto che svolge questo tipo di attività è ingannevole. E resta un inganno anche se, con l'astuzia e la pressione lobbistica, si è riusciti a fare passare una Legge dello Stato che formalizza la cosa, facendo leva sul fatto che nessuno ha compreso a fondo i termini della questione.

I Vertici delle Reti di venditori fanno a loro volta opera di vendita: vendono questa nuova "sistemazione" come se fosse credibile (e non invece risibile). A puro titolo di esempio, vediamo cosa ha dichiarato di recente il Vertice della più grande Rete di venditori italiana: “Mifid 2 non è altro che la prosecuzione di Mifid 1 e siamo già a buon punto del recepimento col nostro modello di consulenza. Noi seguiremo il modello della non indipendenza perché offriamo comunque una gamma prodotti completa (oltre 5000 fondi), mancanza di conflitto di interessi tra clienti e operatori, adeguati strumenti in aiuto del consulente e meccanismi di valutazione da parte del cliente”.

Ai nostri amici e lettori diamo un suggerimento: ragionate e riflettete sul fatto che qui sopra si spiega che il modello di business fondato sulle retrocessioni è giustificato dal fatto di avere "5.000 Fondi Comuni in vendita". Ci vedete un nesso, con la buona gestione dei vostri investimenti? Se lo trovate, scriveteci: a noi sembra una affermazione priva di fondamento (e di senso). Qui si fa confusione tra il catalogo tipo Postal Market, che vende 10 tipi di aspirapolvere elettrico, e scelte di investimento, che invece nulla hanno a che vedere con il numero di "prodotti in catalogo".

Forse, la persona che parlava qui sopra non aveva bene alla mente i dati del grafico che segue: potrebbero suggerirgli conclusioni diverse. Che se ne fa, il suo Cliente, dei 5.000 Fondi Comuni nel Mondo di oggi?

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Vi proponiamo ora di leggere una seconda dichiarazione, presa come la precedente a campione tra tante, al solo scopo di fare comprendere a chi ci legge quale è il "pensiero dominante", la "linea" che oggi prevale nell'industria dei venditori.

Ecco la dichiarazione da parte di una figura di Vertice di un'altra Rete di venditori italiana: “Non riesco ad essere preoccupato della Mifid 2: l’industria del risparmio gestito ha gestito la crisi come il mondo della banche non ha saputo fare. Siamo tutti in regime di consulenza non indipendente, ma vorremmo cavalcare entrambe le opzioni e dar vita a un comparto di consulenza indipendente”.

Suggeriamo ai lettori di prendere nota della frase "Siamo tutti in regime di consulenza non indipendente", ovvero a retrocessione. Quella frase le sintetizza tutte, per chi non vuole fare finta di non capire.

E poi vogliamo mettere in evidenza la frase "l’industria del risparmio gestito ha gestito la crisi come il mondo della banche non ha saputo fare", che è un falso grossolano. Quella che viene definita "l'industria del risparmio gestito" è rimasta in vita, dopo la Grande Crisi 20017-2009, soltanto grazie ai regali, enormi, delle Banche Centrali. Queste ultime, gonfiando in modo artificiale i prezzi di obbligazioni ed azioni hanno mantenuto in vita Aziende Zombie (lo ha scritto anche la Banca dei Regolamenti Internazionali) in molti settori, e primo fra tutti proprio il settore delle Reti di vendita e dei Fondi Comuni, che ha potuto così tirare avanti ancora per qualche anno, fino alla prossima Crisi, che ne cancellerà una grande parte. 

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Chiuderemo con una terza citazione, ancora presa a campione ed ancora da parte del Vertice di una Rete Italiana di venditori di Fondi Comuni, che ha detto: “Le reti italiane hanno già speso molto per essere pronte alla Mifid 2. In Italia non ci avverrà né la scomparsa di un terzo dei consulenti come nel Regno Unito né la quasi scomparsa della categoria come nei Paesi Bassi. La concorrenza non sarà sui costi ma sulla performance”.

Il ruolo impone a questa persona di spendere ottimismo, ma le sue previsioni sono molto aggressive, per non dire arroganti: proprio perché la concorrenza si farà sulle performances, la fase di "grande ritirata delle Banche centrali" distruggerà i medesimi meccanismi che hanno permesso a queste realtà di fare ingenti profitti senza mai avere creato valore aggiunto a favore del pubblico dei risparmiatori. Il processo ovviamente è già in corso, ed è molto visibile: ad esempio nei dati relativi alla diffusione degli ETF, che sono strumenti PRIVI di commissioni, strumenti per i quali il placing power dei promotori finanziari vale meno di zero.

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