La grande ritirata. Aggiustamenti improvvisi.
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Brexit non c'è più? No, Brexit è tuttora in corso. Il forte recupero della sterlina GBP nelle ultime tre settimane non ha nulla a che vedere con Brexit.

E' la risposta a tutti quelli che scrivono, dicono, e vendono, che i dati fondamentali non contano.

E' un aggiustamento molto rapido: non è legato ad un dato in particolare. Semplicemente, l'aggiustamento è così rapido perché vengono smontate posizioni SHORT che prima erano state aperte senza neppure capirne bene la ragione. Solo perché una banca di investimento aveva telefonato, dicendo che sulla sterlina GB "pesa l'incertezza".

E adesso, ciao incertezza.

Mercati oggiValter Buffo
La grande ritirata. Preparatevi al Nuovo Mondo.
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I dati di questa settimana (tra sabato 9 settembre e giovedì 14 settembre) hanno chiarito una cosa: nei prossimi 12 mesi, tutte le Banche Centrali del Mondo saranno costrette alla ritirata.

Una fase è finita: l'inflazione è tornata la 2% sia negli Stati Uniti, sia in Germania, sia in Cina. E sta al 3% nel Regno Unito. Le scuse, le vie di fuga, le scappatoie adesso sono finite.

Avremmo dovuto trovare, al fondo di questo percorso, un'economia reale forte e scoppiettante, che cresce del 3% ed oltre ogni anno: non è andata così. Il fatto che i rendimenti delle obbligazioni a lungo termine (10 anni) non salgono MAI è la vostra grande opportunità: da lì dovete cominciare e riflettere sui vostri portafogli.

Facevano comodo, quei tassi a zero ed tutto quel denaro del QE: specie a qualcuno. Ma come detto quella fase è finita: e gli stessi personaggi che sono sopravvissuti, e poi si sono arricchiti, solo grazie alle politiche monetarie delle Banche Centrali oggi in pubblico prendono le distanze. Eccovi due testimonianze.

1.      La prima arriva da Goldman Sachs: anzi, dalla persona che da più di 10 anni sta a Capo di Goldman Sachs, la più grande banca di investimenti del Mondo. Lloyd Blanfkein ha rilasciato queste dichiarazioni al Wall Street Journal la settimana scorsa: Chairman Lloyd Blankfein on Wednesday sounded a warning about the markets, saying that some of what he sees “unnerves” him. Mr. Blankfein said the current market environment “doesn’t feel like tulip-bulb-mania,” a reference to the famous speculative bubble in the Netherlands in 1637, but was nonetheless concerning. “Things have been going up for too long,”-

2.      La seconda arriva da Deutsche Bank, che è la più grande banca di investimenti europea: anche qui, stiamo parlando del Capo assoluto del gruppo, il CEO. Vediamo le sue parole, come le ha raccolte Bloomberg: Deutsche Bank Chief Executive Officer John Cryan called for an end to the era of cheap money in Europe, saying that the prolonged period of rock-bottom interest rates is starting to inflate asset bubbles and putting the bank at a disadvantage to U.S. rivals. Cryan, speaking at a conference in Frankfurt, said the continent should “wave goodbye” to loose monetary policy because while it helped banks, financial markets and individual countries emerge from the financial crisis, it’s now causing “ever greater upheaval.” That’s reflected in sovereign bond and high-risk bond yields being close to historically low levels as well as real estate prices in the Group of Seven countries near record highs and low market volatility, he said.  “We are now seeing signs of bubbles in more and more parts of the capital market where we wouldn’t have expected them," Cryan said, adding that the interest-rate policy has been partly responsible for the decline in earnings at European banks. “I welcome the recent announcement by the Federal Reserve and now also from the ECB that they intend to gradually bring their loose monetary policy to an end.”

I vostri portafogli sono pronti alla Nuova Realtà, che è descritta nella tabella qui sotto (che è della Banca Pictet)?

Oppure vi piace rischiare e vedere se ... magari abbiamo fortuna ed andrà avanti così per sempre?

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Mercati oggiValter Buffo
Basterà un nuovo telefono il 12 settembre?
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Il rally globale di Borsa (Cina esclusa) del lunedì 11 settembre è a nostro avviso molto significativo: la TOTALE mancanza di notizie è la prova provata del fatto che si tratta di movimenti tutti INTERNI ai mercati, i categorie di operatori che puntano a riaccendere la fiamma dalla brace del RISK ON, dopo che la fiamma si è spenta già nel mese di marzo.

Saranno sufficienti oggi le novità dello i-Phone (noi stiamo scrivendo alle 17 circa, proprio per evitare equivoci) per dare forza alla spinta di ieri 11 settembre? Staremo a vedere: a noi di Recce'd, in termini di politica del portafoglio e di strategia di investimento, questo rialzo ricorda quello dello scorso 8 agosto. Che portò ... a NULLA.

Restiamo attenti e quotidiani osservatori dei dati, e della realtà che dai dati ci viene presentata. Il resto, sono parole: parole che vengono sfruttate da una (spregiudicata) schiera di venditori e brokers, per creare un clima di euforia (grafico qui sopra) che costituisce una miscela esplosiva quando viene messo a confronto con la realtà dei fatti (nel grafico qui sotto abbiamo evidenziato per voi tutti i grafici che sono necessari a qualificare la situazione delle Borse).

Ai nostri Clienti dedicheremo, nei prossimi giorni, un approfondimento su questi temi, in chiave operativa e guardando proprio al mese di settembre in corso.

Al nostro pubblico, riportiamo invece una frase di Leon Cooperman, esperto e reputato gestore di Fondi Hedge, di oggi 12 settembre ad una Conferenza a New York: a noi non interessa tanto il contenuto, quanto il tono, di evidente allerta, da parte di un investitore VALUE che da sempre è (sempre) LONG sulle azioni.

Leon Cooperman, the billionaire founder of hedge fund Omega Advisors, says a market correction could start “very soon.” Cooperman, who’s known for his bullish stock picks, said any number of events could prompt markets to fall. "North Korea, a disappointing earnings report, anything," he said Tuesday at the CNBC Institutional Investor Delivering Alpha Conference in New York. "We can have a 5 to 8 percent correction anytime."

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Mercati oggiValter Buffo
La retorica della "crescita" (parte 4)

Se cercate un modo per farvi quattro risate, sul tema della "crescita", allora dovete guardare alla "crescita degli utili": favolosa, spettacolare, eccezionale secondo molti. Ma NON secondo i dati, purtroppo.

Si sono affannate tutte, ma propri utte, le banche di investimento, a mettere enfasi sul fatto che nell'ultimo trimestre "i profitti USA sono cresciuti del 11,2%". Consulenti come ad esempio Zacks, poi, ci sono andati a nozze, per "pompare" la propria attività.

Noi, come sempre, suggeriamo a chi investe di guardare sempre ai fatti: per evitare le fregature. I fatti sono quelli del grafico qui sotto.

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Gli utili per azione sono in effetti cresciuti dell'11%: ma è solo un effetto della base. Quattro trimestri fa, l'utile per azione dell'indice S&P 500 era sceso a 29,63 dollari, come vedete nel grafico. Tutto effetto-base: se il confronto fosse fatto con i quarto e finale trimestre del 2016, il rialzo sarebbe solo del 3,9%. Lo stesso si può dire a proposito della crescita degli utili nel primo trimestre 2017.

Tutto quindi dipende dai due dati per i prossimi trimestri: fino ad oggi NON è successo nulla, il dato è nella media, e solo a fine anno si dovrebbe uscire fuori dal range degli ultimi anni ed arrivare ai 35$ per azione.

Ma quelli ripetiamo non sono fatti, ma previsioni. Ed anzi: speranze.

Mercati oggiValter Buffo
La retorica della "crescita" (parte 3)

La Federal Reserve Bank di New York mette a disposizione via web le sue stime aggiornate per la crescita degli Stati Uniti, trimestre per trimestre. Come tutti gli indicatori, anche questo è ovviamente imperfetto, ma fornisce una indicazione di tendenza.

Dopo i dati per i beni durevoli di venerdì scorso, la stima si è assestata (stiamo parlando del trimestre in corso) allo 1,95% (dato annualizzato): il che porterebbe la media dei primi tre trimestri al 2%. Il mercato, ovvero le banche di investimento, oggi è al 2,5% (consenso di Blue Chip), dato che se confermato porterebbe la media dei primi tre trimestri al 2,2%.

Se volete capire il dollaro a 1,2000 contro euro, e il Treasury a 10 anni che rende il 2%, vi sono sufficienti questi dati.

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Valter Buffo