Quant: che cosa sono oggi e perché perdono soldi (parte 5)

Questa serie di post ha due obbiettivi.

Il primo obbiettivo è combattere la campagna di marketing e la conseguente campagna di stampa che vuole fare credere al pubblico dei risparmiatori che si chiamano QUANT solo Fondi Comuni e consulenti che si affidano ad un modello per l'esecuzione automatica degli ordini basato su un algoritmo. E' del tutto falso (per fortuna). La Finanza Quantitativa è una realtà molto più ampia e molto più efficace di certi algoritmi automatici di gestione del portafoglio.

Il secondo obbiettivo invece è documentare quali risultati producono questi modellini chiamati QUANT dalle Reti di vendita: ed oggi possiamo proporvi dati aggiornatissimi, prodotti da JP Morgan proprio poche ore fa.

Ci sono due informazioni per voi in questi dati:

  1. la percentuale di Fondi chiamati QUANT che ha battuto il proprio obbiettivo di gestione o benchmark in misura superiore allo 1% è pari al 15% nel 2016: vuole dire che su sette Fondi QUANT solo uno ha fatto meglio del benchmark in misura superiore allo 1%; 
  2. le performances dei Fondi QUANT come potete vedere non sono diverse in una misura significativa dai Fondi Attivi tradizionali o long-only.

I dati sono una conferma materiale di ciò che noi di Recce'd abbiamo scritto (da anni) ovvero che questa ondata di prodotti con "una spruzzata di Quant" sono poco più che una moda imposta dal marketing (a corto di idee sul fronte dei Fondi Comuni tradizionali) e non sono in grado di creare valore per il Cliente che ci investe.

La soluzione? Come se ne esce? Molti dicono "con gli ETF, che costano poco". Vero, ma poi ... chi sceglierà gli ETF e la percentuale di ognuno in portafoglio?

Mercati oggiValter Buffo
Il fattore Trump nella strategia di investimento per la gestione del portafoglio (parte 2)

In un Post di due giorni fa abbiamo analizzato il "fattore Trump" all'interno della strategia di portafoglio: come è possibile "fattorizzare" un soggetto che fa proprio della imprevedibilità il suo marchio di fabbrica?

Ci troviamo qui a parlarne di nuovo perché, a nostro parere, la grandissima parte degli investitori non è stata aiutata a capire la dimensione del cambiamento in atto. Che non riguarda la persona di Trump né la sua presidenza né soltanto gli Stati Uniti.

Il cambiamento in atto rimette in disussione tutti i punti fermi che si credeva di avere trovato dopo il 2007-2009. Il Mondo che abbiamo ed avete di fronte è già cambiato.

La vignetta qui sotto, pubblicata proprio oggi alla viglilia dell'Insediamento di Donald J. Trump, è la più efficace sintesi che noi abbiamo incontrato, e ve la riproponiamo per questa ragione, proprio oggi 19 gennaio, giorno nel quale abbiamo assistito, in diretta da Francoforte, alla più impacciata e meno significativa delle conferenze di Mario Draghi, che ha in sostanza ammesso che la sua BCE oggi non agisce ma reagisce, e subisce.

Non esiste più quella figura superiore (nella sapienza, e nei mezzi a disposizione), che era stata inventata dai mezzi di comunicazione ma soprattutto dall'industria della Finanza per interesse diretto: il Banchiere Centrale.

E quindi non esiste più  quell'ipotetico paracadute (che non ha mai funzionato, per la verità), come racconta qui sotto la vignetta. Adesso, si tratta di vedere chi pagherà il prezzo di questi sette anni: e la ruota sta già girando.

Mercati oggiValter Buffo
Algoritmi per tutti: investire senza capirne di mercati

Recce'd negli ultimi due anni ha spiegato, in maniera diffusa e con riferimenti esterni, la sua posizione sul trading algoritmico e la gestione di portafoglio affidata ai ROBO.

Nelle ultime settimane siamo stati colpiti dalla pubblicità Web che dice: "Fare soldi con lo spread trading sena conoscenza specifica dei mercati? E' possibile".

Beh ... che dire, può darsi: è possibile che tutti i nostri sforzi, tutta la nostra quotidiana attenzione, siano in realtà inutili. Se c'è l'algoritmo che fa tutto, d'altra parte ... Allora TUTTI potrebbero diventare ricchissimi! WOW.

Ed ecco, allora la soluzione a portata di mano: in questo articolo trovate le istruzioni per il montaggio (tipo IKEA) di un algoritmo di trading in cento righe (sono pochissime) del linguaggio Python, che qualsiasi iscritto al primo anno di Informatica potrà maneggiare per conto vostro.

Ora vi resta solo un piccolo problema: decidere che cosa deve fare l'algoritmo (perchè non si scrive da solo).

Può darsi che, a questo punto, vi serva si capirne qualcosa, di mercati?

Noi vi ricordiamo qui solo una frase, un detto, in lingua inglese: garbage in, garbage out.

Il detto che cosa significa? Che se mettete pattume dentro una macchina, per quanto sofisticatissima e di acciaio cromato risplendente, quello che uscirà poi dall'altra parte sarà sempre e solo pattume.

la domanda finale è: ma se poi allora vi serve di capirne qualche cosa, dei mercati allora A CHE SERVE l'algoritmo automatico per l'esecuzione degli ordini?

Mercati oggiValter Buffo
Il mercato che guarda già oltre Trump

A venerdì 20 in poi, la fase "Elezione di Trump" si chiuderà: che cosa verrà dopo?

Moltissime cose, inattese, almeno secondo noi di Recce'd: e una parte almeno del mercato la vede come noi. I cambisti, ad esempio: hanno da molto tempo abbandonato il target di 120 per lo yen contro dollaro, ed hanno chiuso molte posizioni LONG dollaro USA, riportando così il cambio a 113. Un segnale, chiaramente, NON ottimistico e NON reflattivo.

Kuroda non ha fatto in tempo a presentarsi a Davos a spiegare che con Trump tutto sarà più semplice" che il mercato lo ha, come spesso accade, smentito, e lui è stato costretto quindi a toni più prudenti:

“As U.S. economic growth accelerates and world growth strengthens, of course the Japanese economy will benefit,”. “That could make achieving our 2 percent inflation target, or price stability target, slightly less difficult.”“The real economy is OK but prices are still very slowly moving,” he said from Davos, where he is attending the World Economic Forum. “We are still a long way before we can think about exiting from the current extremely accommodative policy. It’s too premature.”

Il Giappone da dopodomani 20 gennaio tornerà al centro dell'attenzione, perché è un problema grave ed irrisolto. Un po' come l'Italia, ma molto più importante. Kuroda dice a Davos che "l'economia reale è OK", ma noi in Recce'd evidentemente non abbiamo i suoi dati, e dai dati che vengono via via pubblicati non ricaviamo proprio nulla che sia OK.

Il problema centrale è ovviamente l'inflazione: ed invitiamo i lettori a riflettere, anche sulla base del grafico qui in basso. Quali sono le ragioni per le quali i prezzi salgono in tutto il mondo ma non in Giappone, dopo quattro anni di Abenomics? Una volta che avrete trovato la risposta, saprete anche come muovere il portafoglio.

Mercati oggiValter Buffo
Deflazione, reflazione, grande rotazione ... tutto finisce in "one"

Ogni fine anno, ed inizio d'anno successivo. le reti e le banche di investimento fanno sforzi immani di fantasia per individuare i "temi". Che, ripetiamo ancora una volta, sono solo "temi di vendita", e non "temi di mercato": sono slogan, come quelli per il dentifricio, che servono a piazzare al pubblico dei risparmiatori nuovi prodotti finanziari, visto che quelli dell'anno scorso non hanno funzionato (mai).

E così, nel 2017, tutti a parlare e scrivere di reflazione: tema che Recce'd non ha mai neppure nominato, proprio perché se c'è una cosa che non diventerà mai rilevante è proprio quel "tema dell'anno" che va di moda a gennaio.

Qualcuno, però, comincia a farsi furbo, e quindi "spinge" la reflazione a dicembre ma subito a gennaio si auto-smentisce, fa marcia indietro. Ecco come esempio quello che scriveva Goldman Sachs martedì scorso:

The “global reflation” theme has therefore drowned out what in reality are increasingly divergent fundamentals in the G10, so that what markets are calling “global reflation” is really a strengthening of the divergence theme that will ultimately drive the Dollar stronger.

E' già un passo avanti: riconoscere che il mercato, sotto l'etichetta di "reflazione globale" ha in realtà "annegato" andamenti divergenti delle maggiori economie.

Che poi tutto ciò ci porti verso il "dollaro ancora più forte", beh ... lo dice Goldman, ma fino ad oggi non lo dice il mercato dei cambi. Forse, Goldman farebbe bene ad informarsi da Donald Trump, vedere lui che cosa ne pensa.

Mercati oggiValter Buffo