Il mercato che guarda già oltre Trump

A venerdì 20 in poi, la fase "Elezione di Trump" si chiuderà: che cosa verrà dopo?

Moltissime cose, inattese, almeno secondo noi di Recce'd: e una parte almeno del mercato la vede come noi. I cambisti, ad esempio: hanno da molto tempo abbandonato il target di 120 per lo yen contro dollaro, ed hanno chiuso molte posizioni LONG dollaro USA, riportando così il cambio a 113. Un segnale, chiaramente, NON ottimistico e NON reflattivo.

Kuroda non ha fatto in tempo a presentarsi a Davos a spiegare che con Trump tutto sarà più semplice" che il mercato lo ha, come spesso accade, smentito, e lui è stato costretto quindi a toni più prudenti:

“As U.S. economic growth accelerates and world growth strengthens, of course the Japanese economy will benefit,”. “That could make achieving our 2 percent inflation target, or price stability target, slightly less difficult.”“The real economy is OK but prices are still very slowly moving,” he said from Davos, where he is attending the World Economic Forum. “We are still a long way before we can think about exiting from the current extremely accommodative policy. It’s too premature.”

Il Giappone da dopodomani 20 gennaio tornerà al centro dell'attenzione, perché è un problema grave ed irrisolto. Un po' come l'Italia, ma molto più importante. Kuroda dice a Davos che "l'economia reale è OK", ma noi in Recce'd evidentemente non abbiamo i suoi dati, e dai dati che vengono via via pubblicati non ricaviamo proprio nulla che sia OK.

Il problema centrale è ovviamente l'inflazione: ed invitiamo i lettori a riflettere, anche sulla base del grafico qui in basso. Quali sono le ragioni per le quali i prezzi salgono in tutto il mondo ma non in Giappone, dopo quattro anni di Abenomics? Una volta che avrete trovato la risposta, saprete anche come muovere il portafoglio.

Mercati oggiValter Buffo