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2019: il destino dell'Italia in Europa
 

Ogni giorno, tutti leggiamo sui quotidiani, e in grande evidenza, notizie economiche sull’Italia.

Sicuramente non è sfuggito, ai nostri lettori, il contrasto tra i titoli dei giornali e dei TG, e l’andamento dei mercati finanziari in Italia.

Circostanza che conferma una nostra antica convinzione: è inutile perdere troppo tempo ad analizzare nei dettagli i mercati italiani, come invece fanno in Italia la gran parte dei siti dedicati alla Finanza ed ai Mercati.

Azioni ed obbligazioni, in Italia, seguono da anni, ed ogni anno un po’ di più, le tendenze dei mercati internazionali. In questo senso, l’informazione finanziaria italiana è del tutto spiazzata, ed è indietro di venti anni.

Come si potrebbe spiegare, se non guardando all’estero, il fatto che l’indice FTSE MIB ha recuperato i 22 mila punti? Ed ecco spiegata anche la (relativa) calma sui Btp, che vedete sotto nel grafico.

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In Recce’d non siamo quindi sorpresi da questi due andamenti nel 2019: e non siamo sorpresi di questi recuperi proprio nelle medesime settimane in cui per tutti è ufficiale la discesa dell’Italia in recessione come si vede nel grafico qui sotto.

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Per ciò che riguarda il futuro, noi ripeteremo qui ciò che abbiamo già scritto, sia nel Blog, sia e con maggiore dettaglio nelle pubblicazioni che riserviamo ai Clienti.

In Italia, oggi, si riflettono situazioni che coinvolgono l’intera Europa. In questo senso, ha ragione il Governo in carica quando afferma che la recessione in Italia deve essere letta ed interpretata alla luce dei dati per l’intera Eurozona, che vedete sotto nel grafico.

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Sempre tenendo alto lo sguardo verso il futuro, sull’Italia peserà maggiormente l’evoluzione dell’economia tedesca (nel grafico sotto i dati più aggiornati), rispetto all’evoluzione dell’economia in Italia, per ragioni che abbiamo già illustrato in dettaglio in precedenza.

Se restringiamo lo sguardo allo stato dei conti pubblici, e al fatto che mancano decine di miliardi rispetto agli obbiettivi ufficiali …. beh … ma quella NON è una notizia. Non lo è per noi italiani, e neppure per gli investitori internazionali. Non c’è una persona di buon senso che possa dirsi sorpresa del fatto che “mancano 50 miliardi”: anzi, sono pure pochini.

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Mercati oggiValter Buffo
Segnali dagli utili e scelte per i nostri portafogli
 

Abbiamo già presentato ai lettori, in un Post precedente, il brano che riportiamo anche qui sotto.

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Ci trovate un accenno alle revisioni al ribasso delle aspettative, ovvero delle previsioni, per gli utili delle Società quotate in Borsa. Nel grafico qui sotto, vi dettagliamo queste revisioni al ribasso, che vedete rappresentate dalla parte di colore giallo nelle barre verticali che poi sono le previsioni trimestre per trimestre.

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Per i nostri Clienti, abbiamo fornito nelle ultime tre settimane una analisi di dettaglio dei risultati trimestrali, prima per quelli degli Stati Uniti e poi per quelli europei.

In questo nostro Post, ci limiteremo a segnalare a chi ci legge che la variazione di queste previsioni può essere molto ampia, ed anche molto rapida: lo capite ancora meglio se fate attenzione ai dati del grafico qui sotto.

Si tratta di dati che dovete tenere sempre a mente, se siete investiti anche soltanto in parte in titoli azionari oppure in Fondi Comuni azionari ovvero in ETF azionari.

Se non siete in grado di effettuare un monitoraggio ed una analisi di questi dati, allora NON investite in modo consapevole e state andando … alla cieca.

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Mercati oggiValter Buffo
Segnali dalle economie e scelte per i nostri portafogli
 

Ai nostri Clienti abbiamo segnalato, la mattina di venerdì 15, la rilevanza del dato pubblicato negli Stato Uniti per le vendite al dettaglio il giorno precedente (è stato pubblicato con un netto ritardo sui tempi abituali, a causa dello shutdown del Governo USA).

Nella nostra pagina di ricapitolazione settimanale, oggi, abbiamo pubblicato il grafico che riproponiamo anche qui sotto.

Il dato che leggete nel grafico è una previsione: quella che viene fatta dalla Federal Reserve di Atlanta per la crescita del PIL USA nel trimestre che si è appena concluso, ovvero il quarto del 2018.

Non dovete stupirvi per il fatto che siamo passati in sei mesi da un +4,5% a un +1,525%: al contrario, dovete pensare che è normale. Questo è il “nuovo normale”, il contesto nel quale dobbiamo fare le scelte di investimento.

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Abbiamo sottolineato questo punto, oggi, perché oggi forse la più grande, tra le incertezze che pesano sul futuro dei mercati finanziari, è proprio lo stato dell’economia negli Stati Uniti. A proposito del quale, venerdì 15, gli Stati Uniti hanno pubblicato il dato per la produzione industriale che vedete sotto nel grafico.

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La fase di shutdown degli uffici del Governo negli USA ha determinato lo slittamento in avanti della pubblicazione di numerosi dati macroeconomici, incluso quello per il PIL del quarto trimestre, che verrà pubblicato soltanto alla fine del mese di Febbraio. Questo ha creato una sorta di pausa, ed ha in un certo senso alimentato un clima di tranquillità che ha fornito ulteriore propulsione al rimbalzo della Borsa. Una specie di tranquillità artificiale provocata dalla mancanza di dati.

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Come dice molto chiaramente il grafico qui sopra, il rimbalzo delle Borse non solo negli USA ma in tutto il Mondo è stato costruito sulla “speranza” (alimentata, con astuzia, sia dalle solite banche internazionali, sia dalle nostre Reti di vendita dei Fondi Comuni di Investimento).

Il grafico dice appunto che è stata venduta, e quindi comperata, la speranza di sorprese positive. Fino ad oggi, però, come dice il grafico qui sotto, nel Mondo le sorprese risultano al contrario negative e hanno fatto scendere le aspettative per l’intero 2019.

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La pubblicazione dei dati, come sempre, ora costringe tutti ad un confronto tra i sogni, le illusioni, i miraggi, e la realtà dei fatti.

Confronto dolorosissimo, per tutti quelli che, mal consigliati (dal private banker, dal family banker, insomma dal banker di turno, che poi significa da uno di quelli che nascondono dietro ad una nuova etichetta la loro natura di promotori finanziari), hanno scommesso sulla “crescita globale sincronizzata” solo 12 mesi fa e adesso non sanno più come uscirne senza danni, visto che i dati di fatto sono quelli che ci racconta qui in basso il grafico.

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Mercati oggiValter Buffo
Segnali dai mercati e scelte per i nostri portafogli
 

Nelle prime settimane del 2019, era lecito attendersi reazioni (di varia natura) alla brusca discesa delle Borse di fine 2018.

Le reazioni ci sono state: ed i mercati hanno reagito. Tutto è rimbalzato, ma per intensità spicca il rimbalzo della Borsa di New York come vedete anche nel grafico qui sotto che vi propone un utile confronto, sul quale vale la pena di riflettere.

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I segnali di reazione, che poi sono mosse di difesa, sono arrivati, nel 2019, dalla politica ma in particolare dalle Banche Centrali, con una pioggia di dichiarazioni, culminata nella svolta ad U alla Federal Reserve (già commentata nel Blog) e poi proprio ieri 15 febbraio 2019, con le frasi di Benoit Couré (BCE) sulle operazioni di finanziamento TLTRO, parole che sono state messe in evidenza anche dai giornali e dai TG in Italia.

La rilevanza delle dichiarazioni di ieri dalla BCE sta in questo: che tutto il mercato ne parlava da almeno un mese, tanto che noi ne scrivemmo, in gennaio, ai nostri Clienti nel nostro bollettino quotidiano, The Morning Brief, dove riprenderemo questo argomento anche lunedì 18 febbraio.

Come già abbiamo avuto modo di commentare in precedenza, per noi investitori consapevoli si tratta sempre di giocare, con intelligenza ed un pizzico di astuzia, la nostra mano di poker: scoprirsi troppo presto è un errore, ed anche mostrare in misura eccessiva le proprie emozioni è un errore. Molti dei segnali che arrivano propri dai mercati sono falsi: falsi segnali, fake signals, proprio come le fake news. Il grafico qui sotto a voi che cosa fa pensare? (un tema che sarà analizzato nel dettaglio, ogni mattina, dal nostro The Morning Brief la settimana prossima).

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Per le chiare, semplici, e al tempo stesso solide e concrete ragioni che abbiamo esposto qui sopra, un attento gestore del proprio portafogli deve utilizzare tutta la pazienza che è necessaria, per andare a vedere le mosse degli altri partecipanti.

Oggi, che le carte iniziano ad essere calate sul tavolo, siamo in grado di muoverci sui portafogli in modo più consapevole. Prendete ad esempio in considerazione i dati del grafico qui sotto.

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Il nostro suggerimento operativo, come sempre, sarà quello di partire dai dati di fatto: ad esempio, nel grafico qui sopra vedete che la fase di calo delle Borse nel 2018 fu accompagnata da una fase di calo delle aspettative di futuri rialzi dei tassi di interesse ufficiali negli Stati Uniti. Un dato di fatto che è facile da comprendere: le Borse scendono perché le prospettive peggiorano, e se le prospettive peggiorano allora è minore la necessità di alzare il costo del denaro.

Poi però, cosa succede? Nel riquadro in rosso tutti vedete che la Borsa rimbalza, ma le aspettative per i tassi di interesse non recuperano. Perché?

Una possibile interpretazione la trovate nel brano che abbiamo selezionato e che riproduciamo qui sotto: un brano dove vengono messe in evidenza le ragioni (forti e concrete) per le quali il rimbalzo delle Borse NON ci riporta alla situazione di alcuni mesi fa, la situazione che sui mercati avevano definito “Goldilocks”. Come dice l’articolista, al massimo oggi siamo in … “Silverlocks”.

Battute a parte, dall’analisi dei segnali che ci sono forniti da questo dato di fatto, e da altri, muoveranno le nostre prossime scelte di portafoglio. Scelte come sempre consapevoli.

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Mercati oggiValter Buffo
Segnali dalle valute e scelte per i nostri portafogli
 

Nel formulare le scelte di investimento, è indispensabile valutare con attenzione le singole posizioni: il loro potenziale di rendimento, e al tempo stesso il loro margine di rischio.

Di pari importanza, nel formulare la propria strategia di investimento, è la capacità di effettuare valutazioni di insieme: che tengano quindi conto non solo delle singole posizioni, bensì anche del comportamento complessivo del portafoglio titoli.

Tra le variabili che hanno un effetto trasversale, ovvero che influenzano anche le altre classi di attività, come ad esempio le Borse, le obbligazioni, e le materie prime, c’è senza dubbio l’andamento dei cambi.

Noi in Recce’d riteniamo che la nostra performance 2019 verrà determinata, in una buona misura proprio dalla capacità di anticipare i movimenti delle maggiori valute.

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Sul dollaro USA, negli ultimi mesi, le opinioni sui mercati finanziari si sono distribuite sull’intero spettro delle possibilità: si va dal pessimismo più nero (in casa Goldman Sachs) ad un forte ottimismo, e questo spiega il recente comportamento laterale, che vedete proprio nel grafico.

Il nostro parere è noto a tutti i Clienti, e parte da una semplice considerazione: l’andamento del dollaro dipenderà anche … da ciò che faranno gli altri.

Il dollaro, come abbiamo detto, viene da una lunga fase laterale, ma se guardiamo invece all’euro, come vedete in basso siamo oggi ad un livello molto delicato. E se andate a vedere un grafico di più lungo periodo, potrete verificare voi stessi che quel livello è davvero molto significativo.

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Un secondo elemento di interesse, nel panorama attuale dei cambi, è l’andamento dello yen giapponese, che oscilla da tempo, come vedete sotto nel grafico, intorno alla quota psicologica di 110 contro dollaro USA.

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Superfluo aggiungere poi che la sterlina GBP in un modo oppure in un altro nel 2019 si libererà del peso di Brexit, una vicenda tutta politica che sul piano dell’economia reale ha spostato e sposterà poco o nulla, ma che ha fino ad oggi esercitato una pressione negativa (non fondata sui fatti) sulla valuta del Regno Unito.

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In sintesi: tutte le valute maggiori sembrano avere bisogno di una scossa, di una rivalutazione, di un movimento importante verso nuovi livelli di equilibrio, verso nuovi livelli che riflettano la realtà economica sottostante. Una delle maggiori opportunità di mercato nel 2019.

Mercati oggiValter Buffo