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Il timone per evitare i miraggi

La parola del giorno, del mese e dell’anno, sui mercati finanziari è sicuramente “miraggio”: ovunque, potete leggere la parola “miraggio” come sola spiegazione possibile per il clima (irreale, assurdo ed anche un po’ stupido) che sui mercati si respirava solo 12 mesi fa.

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Tutto è (meglio dire: è stato) un miraggio: dagli utili delle Società quotate, alla crescita economica in Europa, di cui ci parla il brano che segue, alla fine di questo Post.

Come può un investitore difendersi dai “miraggi” creati ad arte dai media, dalle banche globali di investimento, e dalle nostre Reti di Vendita di Polizze Vita e di Fondi Comuni di Investimento?

Una delle possibili soluzioni è proprio il servizio di Recce’d.

The euro zone’s stronger than expected economic expansion in 2017, which gave rise to the notion of a “synchronized global recovery” and drove one of the most positive and least volatile years on record for world markets, increasingly appears to have been a mirage. The latest manufacturing PMI figures from MarkIt on Friday showed declines across the euro zone. 

The weakness in all of the region’s economies is conspicuous, as is Italy’s drop below the level of 50 that marks the dividing line between manufacturing contraction and expansion. The only shaft of light is that Greece for the first time in many years now has a healthier manufacturing sector than any of the four biggest euro zone economies. That should provide good cheer for all those who wish Greece well after its crisis-hit decade, but speaks volumes about the disappointments in the core of the euro zone.

What exactly happened? Jean Ergas, chief economist of Tigress Financial Partners in New York, put it this way: Europe enjoyed a “recovery” as domestic demand caught up after years of austerity. But it was never something that could be called an “expansion.” Any lasting expansion will need to survive the political risks now emanating from Italy, and from the Brexit process.

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Mercati oggiValter Buffo
Il timone che tiene la rotta (parte 1)

Quando nessuno capisce più nulla, i naviganti si aggrappano a quello che resta, cercano un appiglio il più solido possibile, e al tempo stesso si fanno prender dall’ansia.

Recce’d propone da molti anni una soluzione a questo problema: un timone che tiene la rotta, in modo affidabile e coerente, sia quando sui mari c’è “calma apparente” sia quando le onde si fanno più alte e c’è all’orizzonte la tempesta, come accade oggi.

Ci sembra utilissimo rivedere oggi una pagina del sito di Bloomberg di tre mesi fa (nell’immagine qui sotto), e chiedere ad ogni lettore: che cosa vi dicevano, tre mesi fa, i vostri promotori, private bankers, consulenti? Lo ricordate? No? Andate magari a rileggere qualche cosa che vi è stato mandato, in quelle settimane estive, e fate un confronto.

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E’ facile capire, alla luce di titoli come quello precedente, perché oggi la maggioranza degli investitori giudica il 2018 come “un anno da dimenticare” (nel grafico sotto). Di certo, non è così per i nostri Clienti.

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Ovvio che non è finita qui. Ovvio che è presto, per ricavare conclusioni. Ovvio che siamo nel pieno di una fase di turbolenza, e tutto dipenderà da come andrà a finire. Per aiutare il lettore del sito a analizzare la situazione, sotto proponiamo un grafico di Deutsche Bank, che spiega come si creò la fase di RISK OFF di inizio 2016. Così, potrete valutare meglio le prospettive per il gennaio 2019.

Ciò che oggi possiamo dire con certezza, anche prima della fine della fase di turbolenza, è che il 2017 resterà un fatto isolato. Il mercato oggi è fondamentalmente diverso, come spiega il grafico che segue.

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Il “cambiamento di umore” di cui si scrive qui sopra segue un cambiamento dei FONDAMENTALI, cambiamento che possiamo riassumere con il brano che segue, brano che commenta la settimana che si è appena conclusa. Ogni investitore che voglia essere consapevole delle sue scelte, almeno su questo punto deve avere le idee chiare. In caso contrario, forse la cosa migliore sarebbe vendere tutto e … tornare ai Buoni Postali.

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Mercati oggiValter Buffo
Che cosa faremo per voi in Recce'd nel 2019

Può essere utile tornare indietro nel tempo, a rileggere alcuni dei nostri Post pubblicati molti anni fa nel Blog, per avere più chiaro ciò che Recce’d produce ed è in grado di offrire al risparmiatore che investe sui mercati finanziari.

Per questo, oggi 8 dicembre 2018 pubblicheremo, in alcuni Post che seguono questo, una serie di suggerimenti di ri-lettura.

In questo Post, vogliamo premettere alcuni punti fermi della storia di Recce’d.

Ci sembra utile ripetere, con parole nuove, quale è la sostanza del nostro lavoro, che servizio offriamo al Cliente, quale è la nostra collocazione nel settore dei servizi al risparmio. Le ragioni del nostro successo.

In estrema sintesi: i fatti che si sono accumulati lungo la nostra storia dimostrano che Recce’d è in grado di mettere a disposizione del Cliente investitore tre cose:

  1. strategie di investimento non tradizionali (NON asset allocation), innovative e di elevata qualità nella elaborazione, che dal 2007 ad oggi ci hanno messo nella condizione di offrire, a chi investe con Recce’d, rendimenti (medi) ben superiori a quelli medi di mercato per portafogli a volatilità controllata (tra 5 e 7 di deviazione standard annualizzata)

  2. massima efficienza e trasparenza nei costi del servizio: una messa in pratica di queste strategie di investimento effettuata con strumenti finanziari che AZZERANO le commissioni di gestione implicice in prodotti come i Fondi Comuni di Investimento, le Polizze Vita e le Polizze Assicurative

  3. una comunicazione del tutto innovativa con il Cliente: una comunicazione con standard di qualità elevati che (per la prima volta) mette il Cliente nella condizione di capire PERCHE’ il suo portafoglio viene investito in quella specifica posizione, con quali ragioni sottostanti, con quali obbiettivi e con quali rischi. Una comunicazione multicanale che utilizza il Web così come ogni altro canale che oggi è disponibile, e che verrà ulteriormente potenziata ed integrata già nei primi mesi del 2019

Ovvio, ma lo stesso utile, ribadire è che non facciamo promesse: sarebbe non solo azzardato, ma pure irresponsabile. Non si possono fare promesse. Come gestori, noi di Recce’d possiamo SFRUTTARE al meglio i movimenti dei mercati finanziari, ma non possiamo farlo andare dove i nostri Clienti vorrebbero nei tempi che i nostri Clienti vorrebbero. Per quello, serve … il Mago Silvan.

Ovvio, ma utile, ricordare anche che NON siamo capaci di AZZERARE la volatilità dei Clienti; i quali Clienti vedranno quindi le loro posizioni di portafoglio andare anche in MINUSVALENZA e vedranno anche il risultato complessivo del loro portafoglio scendere sotto zero per alcuni periodi. Come ripetiamo spesso, c’è però una grandissima differenza tra minusvalenze temporanee e minusvalenze irrimediabili, da investimenti SBAGLIATI.

Fatte queste due precisazioni, resta che Recce’d è in grado di offrire una combinazione di servizi UNICA: unica per affidabilità, unica per comunicazione, unica per trasparenza, unica per l’efficiente gestione dei costi che il Cliente sopporta. E (fatto anche più importante) unica nei risultati.

Mercati oggiValter Buffo
Che cosa succederà in gennaio? Parte 5: le Borse

Detto della Fed Put nel Post che precede questo, ci sono poi molti altri fattori che incidono ed incideranno sull’andamento delle Borse.

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Sarà utile riflettere, ad esempio, sull’andamento dei settori (banche e Tech in testa): come ci ricorda il grafico qui sopra, siamo passati in pochissimo tempo dai “nuovi record della Borsa di New York” ad altri tipi di record. E presto ne vedremo ancora altri.

Sarà utile poi ricordare che la Borsa di New York per 24 mesi ha fatto storia a sé, un fatto che certamente nel 2019 non potrà ripetersi. Nel grafico che segue, vedete l’andamento della Borsa europea.

Per chi ha la passione dei grafici, poi, potrebbe essere utile dare uno sguardo ad alcune “configurazioni” recenti, tra cui c’è la “death cross” di cui ci parla il grafico che segue.

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L’opinione di Recce’d è che guardando nel futuro delle Borse potrebbe essere utile tenere a mente ciò che abbiamo appena visto per il petrolio (grafico qui sotto) e riflettere sulle ragioni alla base di questo ribasso.

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Mercati oggiValter Buffo
Che cosa succederà in gennaio? Parte 4: la Fed Put e un equivoco sempre più grande

(la parte più interessante del Post sta in fondo, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa)

Abbiamo scritto nel Blog la settimana scorsa del grande equivoco che interessa la Federal Reserve.

Visto che poi nell’ultima settimana si è parlato, ininterrottamente, per giorni e giorni, della Fed Put, e visto che anche Recce’d lo ha fatto in The Morning Brief, ci sembra utile ricapitolare alcune cose in questo Post.

Iniziamo dalla Fed Put: un meccanismo tale per cui se la Borsa scende la Banca Centrale USA è pronta a modificare la propria politica per i tassi ufficiali di interesse.

Ma esiste, oppure NON esiste la Fed Put? Offriamo a chi ci legge una serie di elementi di giudizio proprio su questo tema. A cominciare dal (ben noto) atteggiamento aggressivo del Presidente Trump, che viene ricordato dall’immagine qui sotto. Trump vorrebbe …. imporre per legge la Fed Put.

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Poi c’è l’atteggiamento dei media, della stampa: qui c’è maggiore varietà di opinioni (chi dice che la Fed Put esiste, e chi lo nega) ed anche qui poi è lo stesso mercato finanziario a dare i suoi giudizi definitivi. L’autorevole e serio analista John Authers, visti i fatti di Borsa della settimana scorsa, è stato costretto a fare pubblica ammenda (capita proprio a tutti ..) ma poi scrive anche che NON ha cambiato opinione nonostante il rimbalzo di mercoledì scorso.

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La Borsa USA mercoledì scorso ha reagito alle parole di Powell: ma non esiste solo la Borsa.

La settimana scorsa, i Titoli di Stato USA sono scesi (di rendimento: quindi saliti di prezzo) come abbiamo evidenziato nella nostra pagina settimanale che ricapitola i fatti principali. Ma se appena alzate lo sguardo, come si fa nel grafico qui sotto, vedete che il movimento dei Treasuries è stato minimo.

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Il movimento dei Titoli di Stato USA a 10 anni è stato accompagnato dal movimento (al ribasso) delle aspettative per i futuri aumenti del costo del denaro, che vedete nel grafico che segue.

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Analizzate bene, e comparate, il grafico sopra ed il grafico in basso: oggi tra il mercato e le previsioni ufficiali fatte proprio dalla Federal Reserve c’è una distanza molto ampia. Un fatto che in passato si è verificato in rarissime occasioni. Un fatto sul quale dovete riflettere a fondo, per poi ripensare alle vostre scelte di portafoglio.

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Il tema dei rialzi dei tassi ufficiali si intreccia con il tema dell’inflazione: in novembre, il crollo del prezzo del petrolio ha ridotto le stime che il mercato fa (attraverso le obbligazioni inflation-linked) sul tasso di inflazione futuro, come vedete qui sotto nel grafico.

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Alla fine, e letto tutto ciò che abbiamo scritto qui sopra, ogni investitore dovrà poi per forza riassumere tutto in una domanda, che riguarda la Borsa e che con molta efficacia viene proposta dal Tweet qui sotto. Voi, come rispondete? E dopo che avete risposto, come modificherete i vostri portafogli titoli?

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Mercati oggiValter Buffo