Ping - pong della narrativa
 

Nella settimana del vertice tra Biden e Xi, ci è sembrato opportuno dedicare un Post al ping - pong.

Non si tratta dello sport del ping - pong: parleremo di un altro tipo di ping - pong.

Chiariamo subito che con i nostri Clienti (sia in The Morning Brief, sia durante gli altri contatti diretti) ne abbiamo parlato e scritto veramente poco, quasi nulla.

E questo per la ragione che, dl punto di vista della pratica, dei risultati e della performance, questo ping - pong incide poco o nulla.

Allo stesso tempo, se ne scrive e se ne parla moltissimo, e questo clamore mediatico potrebbe influire sulle decisioni di investimento dei nostri lettori, ai quali quindi regaliamo un concreto supporto nelle scelte.

Per questa ragione, nelle ultime settimane, alla pagina TWIT - TWOO del sito ne abbiamo scritto più di una volta.

In aggiunta questo ping - pong oggi caratterizza il funzionamento dell’intera industria del risparmio: un’industria cresciuta in modo furioso, negli ultimi trent’anni, grazie a pesantissime commissioni che il pubblico degli investitori paga … senza ricevere in cambio nulla.

Questa industria del risparmio, cresciuta intorno ai mercati finanziari, ha adottato ed adotta oggi un modello di business che NON è quello del servizio al Cliente, bensì è quello del “piazzare al Cliente la merce”, proprio come fa l’industria dell’abbigliamento oppure l’industria delle mozzarelle e dei formaggi di capra.

Oggi, per “piazzare la merce”, si fa leva sulla “narrativa”. Per chiarire al lettore di Recce’d come funziona il meccanismo incentrato sulla narrativa, facciamo subito un esempio pratico.

Ognuno dei nostri lettori avrà notato la decisione da parte delle banche internazionali (unanime, come sempre: tutti allineati e compatti come i soldatini) di anticipare, di due oppure tre settimane rispetto al solito, la diffusione di quei loro documenti che chiamano Outlook, e che sono poi le fonti alle quali si abbeverano tutti i media, e tutti i promotori finanziari (financial advisors, private bankers, wealth managers) per settimane ed alcune volte anche per mesi.

A voi investitori finali diranno: “Ecco come andrà il Mondo, ed i mercati, nel 2024”, e poi vi faranno sempre vedere i soliti nomi, del tipo …Goldman Stanley.

Loro, i promotori finanziari, non possono fare diversamente, poverini: non saprebbero raccontare un “loro” storia del 2024. Non hanno quelle capacità: loro, di mestiere, fanno i venditori.

Dicevamo sopra: con i Clienti di Recce’d, non se ne è proprio parlato. E per una chiarissima ragione: la rilevanza pratica, l’impatto sull’operatività, l’influenza sulle performances 2024 di questo tipo di pubblicazioni è ZERO.

Sono documenti di puro marketing, decisi dall’Ufficio Vendite. In pratica, nelle scelte operative, non solo NON aiutano. Confondono anche, e molto, le idee all’investitore.

Perché, allora, in questo Post noi ne scriviamo? Non per fare “informazione finanziaria”: Recce’d non fa “informazione finanziaria”. Ciò che trovate sul sito, è una piccola parte dell’ampio lavoro di raccolta, riordino, prioritizzazione, analisi e stima, che Recce’d fa per i propri Clienti ogni giorno.

Oggi, nel nostro Blog, ed allo scopo di regalare un aiuto concreto ai tanti lettori che sono alle prese con il “ribilanciamento di fine anno” del promotore finanziario che adesso si fa chiamare financial advisor, prendiamo spunto proprio da uno di questi documenti che chiamano “Outlook”, la cui introduzione abbiamo prima selezionato, e dopo anche tradotto, per voi lettori.

Seguono più in basso i commenti e le analisi di Recce’d. E vi spieghiamo anche perché abbiamo scelto proprio questo Outlook, tra le centinaia che abbiamo ricevuto.

Di Vishwanath Tirupattur, responsabile globale della ricerca quantitativa presso Morgan Stanley

Più tardi pubblicheremo le nostre prospettive per l’anno prossimo. Personalmente, è una pietra miliare: è il ventesimo anno che ho il privilegio di far parte di questa annuale osservazione della sfera di cristallo presso la Morgan Stanley Research. Per quelli di noi immersi nella routine quotidiana dei mercati, fare un passo indietro e immaginare come si evolveranno le economie e i mercati nel corso dell’anno a venire è un’impresa impegnativa, che prendiamo sul serio. Ci impegniamo a raggiungere coesione e coerenza nelle nostre prospettive attraverso le economie e i mercati attraverso un esercizio altamente collaborativo e deliberativo che coinvolge i nostri team economici e strategici a livello globale.

I nostri economisti guidati da Seth Carpenter, capo economista globale di Morgan Stanley, prevedono una crescita inferiore al trend nei mercati sviluppati (DM) e un quadro di crescita misto in evoluzione nei mercati emergenti (EM). Ritengono che la politica monetaria restrittiva degli ultimi due anni continui a esercitare pressione sul ciclo economico globale nel 2024. Partendo dal presupposto che, sebbene l’inflazione globale abbia raggiunto il picco, il ritorno ai livelli target richiederà un periodo di crescita inferiore alla media, si aspettano di vedere una crescita globale. rallentamento, con la maggior parte delle economie dei mercati sviluppati che evitano la recessione e allo stesso tempo controllano l’inflazione. Riconoscono che, sebbene le recessioni restino un rischio ovunque, qualsiasi recessione nel nostro scenario di base (come nel Regno Unito) dovrebbe essere superficiale poiché l’inflazione sta diminuendo con la piena occupazione, quindi i redditi reali reggono, lasciando i consumi resilienti, nonostante la spesa per investimenti più volatile.

Per la Cina permane il rischio di una trappola debito-deflazione, con un conseguente miglioramento inferiore sia della crescita che dell’inflazione che grava sulla crescita complessiva dei mercati emergenti.

Sebbene la crescita rimanga solida in alcune economie emergenti come India, Indonesia e Filippine, non sarà sufficiente a compensare l’effetto frenante della Cina.

Dopo quasi due anni di politica monetaria aggressiva, i nostri economisti prevedono che i tassi ufficiali nella maggior parte dei paesi sviluppati, con la notevole eccezione del Giappone, rimarranno sostanzialmente invariati nel primo semestre 2024 e diminuiranno solo gradualmente man mano che l’inflazione si avvicinerà ai livelli target.

Quindi, nonostante l’inizio dell’allentamento. i tassi ufficiali nei Mercati Sviluppati rimangono restrittivi anche alla fine del 2024. Il Giappone continua a seguire un ritmo diverso, procedendo verso la normalizzazione politica dall’altra estremità dello spettro politico. I nostri economisti si aspettano che la BoJ rimuova sia la politica dei tassi di interesse negativi (NIRP) sia il controllo della curva dei rendimenti (YCC) nel gennaio 2024 e aumenti una volta nel luglio 2024.

Per i mercati, il 2024 presenta un assetto impegnativo. Molti mercati hanno già scontato una transizione macroeconomica fluida, un atterraggio morbido caratterizzato da una crescita e un’inflazione moderate e, infine, una politica più accomodante.

Pertanto, per giustificare le valutazioni attuali di molte classi di asset è necessario che le prospettive macroeconomiche rispettino perfettamente l’atterraggio morbido. In questo senso c’è poco spazio per errori.

A differenza degli ultimi due anni, quando avevamo una forte preferenza per il Resto del Mondo rispetto agli Stati Uniti, prevediamo che gli asset statunitensi troveranno il 2024 più facile, e i mercati emergenti meno così. Per quanto riguarda le valute, prevediamo che la forza dell'USD persisterà per tutto il primo trimestre, poiché la crescita e la divergenza dei tassi continuano e le caratteristiche difensive dell'USD rimangono allettanti. Lo JPY sovraperforma sulla scia dell'uscita della BoJ dall'YCC e dal NIRP.

Il rallentamento dell’economia e l’allentamento delle politiche hanno posto le basi per un calo dei rendimenti negli Stati Uniti, in Europa, nel Regno Unito e nel blocco del dollaro, e per un irripidimento delle curve dei rendimenti. Riteniamo che questa sia una buona impostazione per l'"investimento a reddito". Per gli investitori focalizzati sul rendimento che cercano rendimenti superiori al 6%, vediamo un’ampia gamma di opportunità nel reddito fisso di alta qualità: titoli di stato dei mercati sviluppati, credito IG, MBS di agenzie e tranche senior di credito cartolarizzato.

Dato che il margine di errore è minimo, propendiamo per un atteggiamento difensivo, soprattutto nel settore azionario. Il Giappone è la nostra regione preferita, mentre i mercati emergenti sono quelli meno preferiti, trascinati giù dalla crescita asiatica. Per le azioni statunitensi, continuiamo a raccomandare una crescita difensiva e un bilanciere ciclico di fine ciclo e ci aspettiamo che una ripresa duratura degli utili emerga nel corso del 2024, anche se prevediamo che la recessione degli utili continuerà nel breve termine. Nel frattempo, prevediamo che gli utili azionari europei toccheranno il minimo nel primo trimestre, ma l’eventuale ripresa sarà probabilmente a forma di L.

Il 2023 è stato un anno impegnativo per i mercati e neanche il 2024 sarà facile, ma prevediamo che la natura della sfida sarà diversa.

Troverete la storia completa nelle nostre prospettive globali che verranno pubblicate più tardi oggi e nelle prospettive specifiche per classe di asset più dettagliate che seguono. Rimani sintonizzato.

Questo è un ottimo esempio ciò che tutti oggi definiscono con il termine “narrativa”.

In pochi anni, il termine “narrativa” si è molto diffuso sia nell’industria del risparmio, ma pure nel mondo del business, della comunicazione aziendale, e persino della politica.

L’industria del risparmio ne ha fatto il cardine, il pivot del proprio modo di funzionare. Gli operatori dell’industria del risparmio fanno costante riferimento alla narrativa. Per vendere.

L’esempio che vi abbiamo presentato qui sopra è di qualità superiore alle media. E’ un testo che parla di “quello che le persone devono pensare a proposito dei mercati”, ed allo stesso tempo un testo che ha nulla a che vedere con la realtà dei mercati.

Come anche voi avrete già osservato, da questo testo mancano molti “pezzi”, è un quadro decisamente incompleto della realtà che ci aspetta. salta all’occhio subito.

Ma ciò che disturba la “narrativa che deve prevalere” va adeguatamente evitato, messo da parte, nascosto.

L’importanza della “narrativa” oggi sui mercati finanziari (sul piano commerciale e della vendita) è evidente a tutti.

Il più grande gestore europeo di Fondi Comuni, che si chiama Amundi, ha dedicato addirittura una collana di documenti proprio al tema della narrativa. Ed anche voi, lettori di Recce’d, dovreste avere maggiore consapevolezza, di come funziona il gioco delle narrative.

La narrativa è una storia: una storia che viene costruita. Viene costruita in modo da apparire coerente.

In modo da rendere coerente qualcosa, che ovviamente NON è coerente.

La “narrativa” viene costruita con uno scopo esplicito (come anche in politica, nelle Aziende e in finanza):

l’obbiettivo è sempre “vendere la merce”. Ha nulla a che vedere, ma proprio nulla, con la performance del Cliente investitore. Sono due questioni separate.

La narrativa quindi ha lo scopo di rassicurare, eliminare i dubbi, regalare delle certezze.

Anche quando NON esistono certezze. E per questa ragione, le cose che sono complesse vengono semplificate, distorte, e banalizzate: per rendere il discorso facile e coerente. Inventare un futuro.

Ma sempre di parole di tratta. Un discorso. Una fantasia. Spesso, nel caso del risparmio e dei mercati finanziari, si tratta di

una pericolosissima traduzione in “previsioni” di quella che invece si chiama “speranza” oppure “sogno ad occhi aperti”.

Più o meno, le cose andavano così già nel passato.

Oggi però si vede, distintamente, una novità. Tutti la vedono: pochi, però, ne sono consapevoli, fino ad oggi.

Per questa ragione, noi di Recce’d oggi approfondiamo, con i nostri lettori, proprio questa novità

Che è appunto il ping - pong dal quale oggi siamo partiti.

Scrive Mohamed El Erian il giorno 17 novembre (ieri):

Il ping-pong della narrativa è ben lontano dall’essere finito.

In effetti, io non ricordo un periodo nel quale le “previsioni di consenso” abbiano avuto così tanta difficoltà a reggere anche solo per qualche settimana come “un unica narrativa dominante” per gli Stati Uniti.

E stamo parlando degli Stati Uniti: la più grande economia al Mondo. Ed il Paese con le Istituzioni politiche più stabili e mature.

Se questa importante novità, che El Erian ha colto e evidenziato (e che Recce’d segnala, già da moltissimi mesi, ai propri Clienti, ma pure qui nel Blog), noi siamo qui oggi per aggiornarvi ed aiutarvi.

Aiutarvi per la gestione del vostro portafoglio titoli: perché questo ping-pong della narrativa incide sulle scelte degli investitori (o almeno di una grande parte), e quindi sulla stessa gestione di portafoglio, almeno nell’immediato.

Ecco un esempio sempre di ieri 17 novembre 2023.

Sempre Mohamed El Erian evidenzia che oggi la narrativa dominante è fondata su tagli dei tassi ufficiali di interesse più profondi del previsto, e quindi sul soft landing.

La centralità del soft landing, siamo certi che lo avete notato, è stata evidenziata anche da Morgan Stanley, nel testo che vi abbiamo proposto più in alto.

Che dice chiaramente Morgan Stanley più sopra che: per sostenere questi livelli di mercato, il soft landing DEVE esserci, e non si può sbagliare neppure di un millimetro.

Proseguiamo. Un terzo spunto che è arrivato, sempre ieri, e sempre da Mohamed El Erian, è quello dell’immagine che segue.

Dice El Erian a Bloomberg TV: “la cosa che più mi ha colpito è che nulla si è rotto” per conseguenza del passaggio del costo del denaro da ZERO al 5%.

E’ un fatto, e merita attenzione. Allo stesso tempo, questa affermazione andrebbe accompagnata da un’analisi molto ampia, di cui Recce’d NON parla in questo Post ma scriverà poi, in un Post successivo.

Noi in Recce’d l’analisi su questo aspetto dell’attualità l’abbiamo già fatta, e molti mesi fa, con i nostri Clienti in The Morning Brief.

Tornando al fatto che, ad oggi, niente si è “rotto”, ai nostri lettori diciamo che è vero che oggi 18 novembre 2023 nulla si è “rotto”, ma allo stesso tempo va ricordato che il requisito fondamentale, per fare performance con i propri investimenti finanziari, è avere la capacità e la competenza per guardare avanti, diciamo sei, dodici oppure diciotto mesi. L’oggi, il presente, per la gestione del portafoglio titoli significa pochissimo.

Torniamo alla narrativa dominante, ed anche all’attualità. Un aspetto molto particolare, dell’attualità, che abbiamo già evidenziato anche alla pagina TWIT-TWOO e anche nel Blog, è che l’industria del risparmio con la attuale “narrativa dominante” va contro la Federal Reserve e la BCE.

Noi di Recce’d nel 2020 scrivevamo qui nel Blog un noto Longform’d dal titolo “Fight The Fed”, ed allora eravamo i soli. Oggi, tutto l’industria (banche e promotori) scrive e dice che NON bisogna segue le indicazioni della Fed e investire in modo opposto. La Fed ripete di essere dipendente dai dati e pochi minuti dopo in cento banche diverse ci spiegano che è una ca…ata e bisogna invece investire tutto in modo molto aggressivo (pro-rischio) perché c’è la CERTEZZA che i tassi scenderanno.

C’è il dubbio, fondato, che tutte le banche e tutte le Reti vadano in giro ripetendo questo mantra per la ragione che è quello che la massa vuole sentirsi raccontare.

La massa degli investitori VUOLE sentirsi raccontare del soft landing, e VUOLE convincersi che nel futuro ci attende un forte calo dei tassi ufficiali di interesse, e quindi il rialzo dei prezzi delle obbligazioni, ed allo stesso tempo il rialzo dei prezzi delle azioni.

Tutti più ricchi.

Senza lavorare, senza faticare, senza fare nulla.

Tutto che va bene per tutti.

Ma chi è, o che cosa è, che oggi garantisce che andrà in questo modo?

Chi è che garantisce che i tassi scenderanno, oggi?

E che cosa garantisce che quando i tassi scendono poi le Borse salgono?

L’immagine sopra ci racconta ciò che accadde nella realtà.

Ma non è indispensabile conoscere la storia, per parlare di Borsa: tutti ne possono parlare, al bar, in ufficio, sulla metro, in chat, sui social, nelle community, in TV.

Non è indispensabile avere specifiche competenze: c’è la libertà di parola, e tutti parlano di tutto, di come si curano le malattie e di come si deve fate un intervento chirurgico, di come si fa ad andare nello spazio, di come cambiano le stagioni.

Qualcuno, criticamente, scrive e dice che oggi si parla davvero troppo: non sappiamo degli altri ambienti, ma per ciò che riguarda la finanza e gli investimenti è certo che gli eccessi visto negli ultimi anni sono purtroppo anche il riflesso di questo eccesso di chiacchiere, a sua volta fondato sul fatto che il denaro a costo zero ha permesso a chiunque di dire “io sono un genio della Finanza”.

I media, la stampa e la TV, si intrecciano da questo punto di vista con il flusso abnorme di chiacchiere sui social, nelle chat e nelle community: la forza di ogni “narrativa” sta proprio nell’imporsi sia attraverso i media, sia attraverso i social.

Che una cosa sia vera oppure falsa, oggi non importa. “A forza di ripetere una cosa, diventa vera”. Lo si era capito già negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, e da allora la forza di questo meccanismo è sempre aumentata, e ne hanno scritto anche studiosi di fama.

Tenera la massa lontana dalla realtà.

Nel caso degli investimento e del risparmio, poi, ci si fanno pure dei bei soldi, e lo scopo rimane sempre quello:

piazzare la merce.

Per un certo periodo di tempo, il meccanimo funziona: anche perché il bombardamento è massiccio.

Ma funziona solo per un certo periodo, perché poi è la realtà a rompere la “narrativa dominante”. A quel punto è necessario montare una “nuova narrativa”: proprio ciò che è successo a inizio novembre del 2023.

E ritorniamo quindi al tema del ping-pong.

Secondo una analisi di Deutsche Bank, questa è la settimana volta (in soli due anni!!!) che ritorna il soft landing.

Da un lato, si potrebbe pensare che, a forza di ripeterlo, poi una volta almeno ci pigliano.

Dall’altro lato, però (ed è questo il regalo che Recce’d oggi vi fa) è utile per ogni investitore tenere a mente che

il soft landing NON lo ha ordinato il medico

nel senso che oltre al soft landing un investitore deve necessariamente prendere in esame anche altri scenari, che la stampa non prende in esame, che la community non prende in esame, che il promotore finanziario non prende in esame, che Goldman Sachs non prende in esame.

Ma che sono scenari concreti. Esistono. E secondo noi in Recce’d oggi nel novembre 2023 sono ben più realistici del soft landing. Molto più realistici e concreti.

La probabilità di uno scenario, e dei risultati che ne derivano (per il vostro portafoglio titoli e per i vostri investimenti) NON dipendono da quanto se ne parla sul giornale oppure in chat oppure nella community.

Dipendono, esclusivamente, dai fatti.

Ci sono ragioni per concludere che (al contrario di quanto sembrerebbe a rima vista) l’insistenza su un determinato scenario sia un segnale che anticipa un altro scenario, uno scenario totalmente diverso, nella realtà e quindi sui mercati finanziari.

L’industria che deve “piazzare i prodotti finanziari” sceglie di puntare tutto su una data “narrativa” che, da sempre, si fonda su:

  • uno scenario semplificato

  • non ci saranno problemi

  • tutto andrà al meglio che è possibile

  • se ci sono argomenti che creano problemi, evitiamo di scriverne e parlarne.

Questo tipo di atteggiamento e di impostazione della “narrativa” porta alla situazione che documentiamo sotto con un grafico: le sue indicazioni e previsioni risultano quasi sempre sbagliate.

L’investitore che si affida alla narrativa quindi quasi sempre perde i sui soldi, perché li ha investiti sulla base … delle balle inventate per farlo muovere in quel modo.

E queste stesse banche internazionali di investimento, quelle che lavorano in modo incessante alla costruzione della “nuova narrativa”, che cosa ne guadagnano?

Il loro guadagni sono tutti nelle commissioni che il Cliente finale paga (per la negoziazione, e per i prodotti finanziari come Fondi, certificati, polizze Vita ed UCITS, e poi venture capital, private equity, finanziamenti diretti e tutto quello che va di moda in questo momento).

Il fatto inspiegabile (ma soltanto a prima vista) è che poi queste stesse grandi banche, se si mettono alla prova a gestire il portafoglio, non riescono a produrre alcun vantaggio, per chi ci investe.

Sono loro, che decidono la narrativa. Sono loro, che spiegano a noi che “è arrivato il soft landing”. Sono loro, che garantiscono che “il soft landing è inevitabile”.

Ma perché allora non ci fanno i soldi per i Clienti dei loro Fondi?

Un investitore anglosassone che abbia scelto ad esempio un Fondo Flessibile Multi Asset in euro di Goldman Sachs, guardando la performance del grafico sarà costretto a commentare:

It sucks!

Torniamo adesso, per concludere, all’inizio del nostro Post: più in alto abbiamo scritto che con i nostri Clienti noi abbiamo scritto e parlato pochissimo di questo tema della “narrativa” e del ping-pong, perché alla fine poi non rimane nulla, di questo giochetto del ping-pong, nelle performances dei portafogli titoli. Nulla di concreto, nulla di reale e nulla che si tocca con mano.

Qualche lettore, forse, si chiederà: ma allora, voi di che cosa parlate e scrivete con i Clienti?

Nessun segreto: si tratta di argomenti e temi di cui abbiamo scritto anche qui, nel Blog, alla pagina NEL MOTORE DELLA PERFORMANCE e a volte anche alla pagina TWIT - TWOO.

Si tratta dei fattori che DAVVERO determinano le performance di tutti i portafogli, delle azioni, delle obbligazioni, delle materie prime e delle valute.

Anche se, per ora, non sono “dominanti” nelle chat, nelle community, a CNBC, e per tutti quelli che vivono la loro esperienza di investitore sempre “correndo dietro” alla tendenza invece di anticiparla.

Quelli che oggi si fanno raccontare che è decisivo un calo dell’inflazione dello 0,1%.

Quelli che vivono nel Mondo di Barbie.

Un concreto esempio degli argomenti che sviluppiamo con i Clienti?

Un secondo esempio, collegato al primo?

In aggiunta per i nostri Clienti noi scriviamo di come si sfruttano queste opportunità. Del modo nel quale si costruisce e gestisce il portafoglio titoli. Delle tecniche che guidano una gestione disciplinata, e dei modelli di valutazione proprietari che utilizziamo.

Se volete liberarvi di ogni “narrativa”, e discutere in modo serio di investimenti e performance, noi di Recce’d restiamo a vostra disposizione, e siamo subito accessibili con il form che trovate nel sito alla pagina CONTATTI.

Valter Buffo
Strategia 2024: troppo bello per essere vero, e qualcosa dovrà cedere
 

Iniziando con qualche settimana di anticipo ricapitolare i fatti del 2023 (che non è ancora finito, sottolineiamo) si può dire che per ciò che riguarda i fatti principali, gli eventi più importanti, e i fattori che hanno avuto maggiore influenza sulla performance dei portafogli titoli, uno spicca sopra tutti gli altri: le economie, quelle reali, sono andate meglio (in qualche caso anche molto meglio) di ciò che si prevedeva nel mese di gennaio 2023.

Questo singolo fatto ha avuto, fino ad oggi, una serie di importanti conseguenze per i portafogli modello di Recce’d e per tutti quanti i portafogli:

  1. ha modificato drasticamente le previsioni per i tassi di interesse rispetto a gennaio 2023

  2. ha sostenuto le Borse

  3. ha spinto in alto il dollaro USA

  4. ha sostenuto il prezzo del petrolio

Ma si tratta di una buona oppure di una cattiva notizia?

A questa domanda, la stragrande maggioranza di noi investitori, a tutto oggi non sa che cosa rispondere.

Oggi Recce’d aiuta il suo lettore facendo il punto di dove stiamo, a proposito dell’economia reale.

Lo potete leggere, illustrato con massima chiarezza, nell’articolo che riportiamo qui sotto.

Anche se le guerre infuriano e il clima geopolitico si incupisce, l’economia mondiale è stata un’irrefrenabile fonte di allegria. Solo un anno fa tutti concordavano sul fatto che gli alti tassi di interesse avrebbero presto portato ad una recessione. Ora anche gli ottimisti sono rimasti confusi. L’economia americana ha registrato un forte impulso nel terzo trimestre, crescendo allo straordinario ritmo annualizzato del 4,9%. In tutto il mondo, l’inflazione è in calo, la disoccupazione è rimasta per lo più bassa e le grandi banche centrali potrebbero aver interrotto la stretta monetaria. La Cina, colpita da una crisi immobiliare, dovrebbe beneficiare di uno stimolo modesto. Purtroppo, però, questo buonumore non può durare. Le basi per la crescita odierna sembrano instabili. Guarda avanti e le minacce abbondano.

L’economia irrefrenabile ha incoraggiato a scommettere che i tassi di interesse, anche se non cresceranno più rapidamente, non scenderanno di molto. I rendimenti obbligazionari a lungo termine sono aumentati notevolmente. Il governo americano deve ora pagare il 5% per prendere in prestito per 30 anni, rispetto ad appena l’1,2% nel pieno della recessione pandemica. Anche le economie note per i tassi bassi hanno registrato forti aumenti. Non molto tempo fa i costi di finanziamento della Germania erano negativi; ora il rendimento delle sue obbligazioni decennali è quasi del 3%. La Banca del Giappone ha quasi rinunciato alla sua promessa di fissare i costi dei prestiti a dieci anni all’1%.

Alcune persone, tra cui Janet Yellen, segretaria del Tesoro americana, affermano che questi tassi di interesse più elevati sono una buona cosa, un riflesso di un’economia mondiale in pessima salute. In realtà, sono una fonte di pericolo. Poiché è probabile che i tassi più elevati persistano, le politiche economiche di oggi falliranno e così anche la crescita che hanno favorito.

Per capire perché le condizioni favorevoli di oggi non possono continuare, consideriamo uno dei motivi per cui l’economia americana, in particolare, è andata meglio del previsto. I suoi consumatori hanno speso il denaro accumulato durante la pandemia tramite elemosine e restando a casa. Si prevedeva che i risparmi in eccesso fossero ormai esauriti. Ma dati recenti suggeriscono che alle famiglie restano ancora 1.000 miliardi di dollari, il che spiega perché possono farla franca risparmiando meno sui loro redditi rispetto a qualsiasi altro momento degli anni 2010.

Una volta esaurite le riserve di risparmio in eccesso, gli alti tassi di interesse inizieranno a farsi sentire, costringendo i consumatori a spendere meno liberamente. E, come spiega il nostro Briefing, se i tassi rimarranno più alti per un periodo più lungo, inizieranno ad emergere problemi nell’economia mondiale. In Europa e in America i fallimenti aziendali sono già in aumento; anche le aziende che hanno bloccato tassi bassi emettendo debito a lungo termine dovranno col tempo affrontare costi di finanziamento più elevati. I prezzi delle case diminuiranno, almeno in termini adeguati all’inflazione, poiché rispondono a mutui più cari. E le banche che detengono titoli a lungo termine – che sono state sostenute da prestiti a breve termine, anche da parte della Fed – dovranno raccogliere capitali o fondersi per colmare i buchi aperti nei loro bilanci dai tassi più alti.

La generosità fiscale ha contribuito alla corsa allo zucchero dell’economia mondiale. In un mondo più alto più a lungo, anche questo sembra insostenibile. Secondo il FMI, Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone probabilmente registreranno deficit intorno al 5% del Pil nel 2023. Nei 12 mesi fino a settembre il deficit americano è stato sbalorditivo di 2 trilioni di dollari, ovvero il 7,5% del Pil dopo l’aggiustamento. per le distorsioni contabili, circa il doppio di quanto previsto a metà del 2022.

In un periodo di bassa disoccupazione, tale indebitamento è incredibilmente sconsiderato.

Tutto sommato, il debito pubblico nel mondo ricco è ora più alto, in termini di percentuale del Pil, che in qualsiasi momento successivo alle guerre napoleoniche.

Quando i tassi di interesse erano bassi, anche i debiti più estesi erano gestibili. Ora che i tassi sono aumentati, gli interessi passivi stanno prosciugando i budget. Il rialzo più a lungo minaccia quindi di contrapporre i governi ai banchieri centrali che mirano all’inflazione. La Yellen si è già sentita obbligata a sostenere che i titoli del Tesoro non comportano alcun premio di rischio, e Jerome Powell, il presidente della Fed, ha insistito sul fatto che la sua banca non taglierebbe mai i tassi e non lascerebbe mai che l’inflazione si scatenasse per allentare la pressione sul bilancio del governo.

Qualunque cosa dica Powell, un’era di rialzo più a lungo porterebbe gli investitori a mettere in discussione le promesse dei governi sia di mantenere bassa l’inflazione sia di pagare i propri debiti. Le partecipazioni obbligazionarie della Bce si stanno già sbilanciando verso il debito pubblico italiano che la Bce tacitamente sostiene, un compito che è diventato molto più difficile in un mondo di tassi elevati. Anche quando lo scorso anno i rendimenti dei titoli di stato giapponesi erano pari al misero 0,8%, l’8% del bilancio giapponese è stato destinato al pagamento degli interessi. Immaginate la tensione se i rendimenti raggiungessero anche i livelli relativamente modesti della Germania. Di conseguenza, alcuni governi avrebbero continuato a stringere la cinghia. Ma farlo potrebbe portare sofferenza economica.

Queste tensioni rendono difficile immaginare come l’economia mondiale possa realizzare tutte le cose che i mercati attualmente si aspettano da lei: una recessione evitata, una bassa inflazione, debiti ingenti e tassi di interesse elevati, tutto allo stesso tempo.

È più probabile che l’era del rialzo più a lungo si uccida da sola, determinando una debolezza economica che consente ai banchieri centrali di tagliare i tassi senza che l’inflazione salga.

Una possibilità più promettente è che la crescita della produttività aumenti, forse grazie all’intelligenza artificiale generativa (ai). Il conseguente aumento dei redditi e dei ricavi renderebbe sopportabili tassi più elevati. In effetti, i dati pubblicati il 2 novembre dovrebbero mostrare che la produttività misurata dell’America è aumentata nel terzo trimestre. Il potenziale dell’intelligenza artificiale di liberare ulteriori guadagni di produttività può spiegare perché il rialzo più a lungo non ha finora perforato i mercati azionari.

Se non fosse stato per le valutazioni in aumento di sette aziende tecnologiche, tra cui Microsoft e Nvidia, l’indice S&P 500 delle azioni americane sarebbe crollato quest’anno.

A questa speranza, però, si contrappone un mondo perseguitato da minacce alla crescita della produttività. Donald Trump promette nuove tariffe se dovesse tornare alla Casa Bianca. I governi distorcono sempre più i mercati con la politica industriale.

La spesa statale sta crescendo come quota dell’economia man mano che le popolazioni invecchiano, la transizione verso l’energia verde è alle porte e i conflitti in tutto il mondo richiedono maggiori spese per la difesa.

Di fronte a tutto ciò, chiunque scommetta che l’economia mondiale possa continuare ad andare avanti così sta facendo una scommessa enorme. ■

Dallo scenario economico ora passiamo, con la nostro abituale concretezza, alla strategia di portafoglio ed alla asset allocation, per il 2024 ed oltre.

Nell’articolo che segue, si ricorda quanto si difficile fare previsioni. Ed infatti, come tutti i lettori sanno benissimo, Recce’d evita quei giochetti di fine anno (giochetti di prestigio che lasciamo ai venditori, ai promotori finanziari) del tipo: dove sarà la Borsa a fine 2024?

Si tratta di tecniche di marketing, vecchie ed in qualche caso vecchissime, molto spesso ridicole.

Al contrario, Recce’d come sapete vi parla dell’oggi: dell’oggi dei mercati, e delle conseguenze pratiche e concrete per la gestione sia dei portafogli titoli sia delle singole posizioni in azioni, obbligazioni, materie prime e valute.

Alla pagina TWIT - TWOO, la settimana scorsa, avete letto un tweet che ricordava a tutti gli investitori quanto è importante prepararsi.

Oggi, è ancora più importante. Oggi, nel novembre del 2023, la grande massa degli investitori resta concentrata sui “movimenti della scorsa settimana”, e continua ad ossessionarsi su “quanto vale oggi il dollaro, l’indice della Borsa, il petrolio”. 

Facendo in questo modo, la massa degli investitori ha fino ad oggi perso di vista l’evoluzione dello scenario nei suoi tratti fondamentali: con l’articolo che segue, richiamiamo l’attenzione dei nostri lettori sui fatti determinanti, ovvero sui fattori che determinano, e determineranno, il rendimento dei portafogli da qui a fine 2023, e poi nel 2024, e poi anche nel 2025.

Fattori che, come leggete qui si seguito, hanno nulla a che vedere con il prossimo rialzo/ribasso dei tassi ufficiali, ed hanno nulla a che vedere con gli utili di oggi dei Magnifici Sette, ed hanno nulla a che vedere con il prezzo di oggi di petrolio, gas naturale ed oro.

Ne scriveremo nel sito, la settimana prossima, alla pagina NEL MOTORE DELLA PERFORMANCE, ed alla pagina TWIT - TWOO. Pubblicheremo anche nuovi contributi alla pagina SCELTE DI PORTAFOGLIO. Ed infine pubblicheremo la settimana prossima anche un nuovo, importante Longform’d, qui nel nostro Blog.

Nel frattempo, consentiteci di ripetere al nostro lettore che vanno analizzati, approfonditi, e capiti fino in fondo, in questa parte finale del 2023, in particolare due concetti:

  • il premio per il termine, ed anche

  • il tasso naturale di interesse.

Se per caso non avete le idee chiare, a questo proposito, potrete chiedere aiuto al vostro wealth manager, l vostro private banker, al vostro financial advisor, al robo-advisor, a uno dei tanti promotori finanziari.

Oppure scrivere a Recce’e: potremo parlarne direttamente al telefono.

L'autore è capo economista statunitense presso Brevan Howard.

Prevedere esattamente quando i mercati rifletteranno le forze macroeconomiche è quasi impossibile. Come ha scherzato l’economista Rudiger Dornbusch:

“In economia le cose richiedono più tempo per accadere di quanto pensi, e poi accadono più velocemente di quanto pensavi che potessero”.

Ma gli investitori prima o poi si troveranno ad affrontare un aggiustamento importante: tutti gli asset dovranno essere rivalutati a causa della fine di tre grandi trend. Sulla scia della crisi finanziaria globale, i mercati hanno abbracciato la transizione verso un’inflazione bassa e stabile. Di conseguenza, i tassi di interesse sono scesi a livelli mai visti dalla seconda guerra mondiale: la “nuova normalità”. I politici hanno approfittato di quello che sembrava un pranzo gratis abbassando ulteriormente i tassi di interesse e rilanciando l’economia con tagli fiscali e aumento della spesa pubblica.

Ma non più. Lo spazio fiscale viene ridotto quando i tassi di interesse superano il tasso di crescita potenziale dell’economia, come sta accadendo ora. Di conseguenza, si sviluppa un circolo vizioso di feedback negativo: i mercati devono digerire rollover del debito a tassi elevati, il che fa sì che i deficit di bilancio aumentino in modo spiraleggiante. Anche la politica monetaria è vincolata. In passato, gli investitori si aspettavano una “put” della Fed con tagli dei tassi da parte della Federal Reserve ogni volta che emergevano minacce alla crescita. Con un’inflazione al di sopra dell’obiettivo, i banchieri centrali non sono in grado di attenuare gli shock sull’economia reale o le turbolenze sui mercati finanziari. L’era della “put” della Fed è finita.

Allo stesso tempo, due forze strutturali favorevoli nell’economia globale stanno finendo.

In primo luogo, il “sogno cinese” del presidente Xi Jinping ha messo fine all’era quarantennale del “diventare ricchi è glorioso” in Cina. In futuro, la Cina porrà l’accento sulla crescita guidata dallo Stato, sulla prosperità comune e sulla sicurezza nazionale. Dopo aver alimentato la crescita globale per decenni, la crescita economica cinese rallenterà e, di conseguenza, una quantità minore delle sue riserve finanziarie verrà riciclata nei mercati internazionali. È probabile che anche il contributo della Cina alla riduzione dell’inflazione globale negli ultimi decenni diminuisca.

Inoltre, il panorama geopolitico è sempre più pericoloso. Nel 1989 Francis Fukuyama sviluppò l’idea della “Fine della Storia”. L’Occidente ha vinto la guerra fredda e ciò avrebbe dovuto segnare il trionfo della democrazia liberale. Ma i conflitti e le tensioni geopolitiche sono tornati, dall’Ucraina a Taiwan e ora a Israele. Un nuovo panorama di maggiore concorrenza geopolitica significherà una maggiore inflazione e maggiori deficit di bilancio. Queste tre “estremità” sono abbastanza evidenti da vedere.

Quali sono le implicazioni per gli investitori?

Il drammatico aumento dei tassi di interesse a lungo termine dalla metà dell’anno è un utile caso di studio. Negli ultimi due decenni, il premio a termine – il compenso richiesto dagli investitori per acquistare asset con una durata più lunga – ha registrato una tendenza al ribasso e negli ultimi anni è addirittura diventato negativo. La domanda di asset a lunga scadenza era così ampia che gli investitori erano disposti a rinunciare alla protezione e a pagare effettivamente il rendimento.

Le ragioni principali dei premi a termine negativi sono tre.

  • In primo luogo, la bassa inflazione e la diminuzione della volatilità dell’inflazione hanno reso attraente il debito a lungo termine.

  • In secondo luogo, i cicli di allentamento quantitativo in continua espansione della Fed hanno creato un acquirente di debito non economico di dimensioni enormi. Altre banche centrali hanno seguito l’esempio, amplificando l’effetto deprimente sui rendimenti.

  • Infine, i rendimenti obbligazionari hanno coperto i rendimenti azionari, il che ha reso interessante per gli investitori in cerca di rischio detenere attività prive di rischio. Le obbligazioni sembravano la copertura perfetta per le azioni perché ogni volta che emergeva un rischio per l’economia le banche centrali intervenivano in soccorso con tagli dei tassi e QE.

Nessuna “put” della Fed significa niente tassi a zero, nessuna promessa di tassi bassi in futuro e certamente nessun QE per salvare gli investitori quando subiscono perdite. Un costo del capitale più elevato ridurrà il tempo a disposizione delle start-up tecnologiche per raggiungere la redditività. La tendenza al rialzo dei multipli di valutazione prezzo-utili potrebbe invertirsi poiché gli investitori si trovano ad affrontare la prospettiva di perdite più frequenti e maggiori durante le fasi di recessione. Tassi ipotecari più alti congeleranno profondamente il settore immobiliare e alla fine peseranno sui prezzi delle case. I governi dovranno affrontare pressioni per ridurre i deficit e avranno poca libertà di investire in beni pubblici come la transizione energetica verde.

Questa “nuova anormalità” sarà caratterizzata da un’inflazione più elevata e più volatile, nonché da un ritorno a tassi di interesse strutturalmente più elevati. In retrospettiva, la nuova normalità appare come un periodo unico di tassi di interesse storicamente depressi dopo la crisi finanziaria. In futuro, gli investitori dovranno imparare di nuovo come operare senza una rete di sicurezza fiscale o monetaria.

Valter Buffo
Una magnifica settimana: ritorna quel caldo che c’era a fine luglio?
 

Quando è che la professionalità (la competenza, l’esperienza ed il metodo) di un gestore di portafoglio è davvero utile? Indispensabile?

Quando è che vale davvero la pena, di pagare le commissioni al professionista? In questo momento, è facile rispondere. Si è appena conclusa la prima settimana di novembre, e proprio questa prima settimana di novembre potrebbe aiutarci a rispondere a questa domanda.

Ne scriviamo oggi, 4 novembre 2023: la data è importante, perché Recce’d vi fornisce i consigli ed i suggerimenti che leggerete il giorno 4 novembre. Come sempre, Recce’d parla PRIMA, e non DOPO che i fatti sono già accaduti.

Dicevamo che la prima settimana del mese di novembre è stata una settimana stupenda:

  • stupenda per tutti quelli che (ci mettiamo le banche di investimento, ci mettiamo l’esercito dei promotori finanziari, ci mettiamo anche i media) da anni vive ogni giorno nel terrore che la bolla si sgonfi, e sgonfiandosi cancelli anche il loro posto di lavoro;

  • e stupenda allo stesso tempo per noi gestori dei portafogli modello di Recce’d, e per chi come noi punta invece sul “ritorno al normale funzionamento dei mercati finanziari dopo i troppi anni di distorsioni”.

Le ragioni della momentanea euforia di tutti quei disperati che, ancora ad inizio di novembre, puntano tutto sul wishful thinking, sul NON volere vedere la realtà, sull’aggrapparsi ad un sogno, è facilmente comprensibile: soltanto se si convince almeno una parte del pubblico che “continueremo per sempre a vivere nel Mondo di Barbie” loro, questi personaggi per lo più improvvisati, potranno continuare a percepire un reddito. mentre nello scenario che chiamiamo “ritorno al normale funzionamento dei mercati finanziari” loro, questi personaggi, NON hanno un posto e NON hanno un ruolo.

Per noi di Recce’d ovviamente è diverso: ma siamo anche noi entusiasti.

Il lavoro che noi facciamo ogni giorno a favore del nostro Cliente ha assoluta necessità di movimento (sui mercati) e questa settimana di movimento ce ne è stato.

Siamo sicuri che ci sarà altro movimento. La situazione è in rapida evoluzione. E noi sappiamo come va a finire: noi sappiamo come questo tipo di situazioni di evolve.

Le cose stanno (finalmente) mettendosi in moto, e ci sarà molto, moltissimo da fare sui portafogli titoli.

I nervi sono saltati, e le cose per conseguenza stanno cambiando, ed un GRANDE cambiamento è inevitabile.

E (vogliamo togliere subito ogni dubbio al proposito) noi NON ci stiamo riferendo al calo dei rendimenti obbligazionari che vedete nell’immagine sopra. Quello è una reazione fisiologica del mercato a tre mesi di movimento verso l’alto. Si tratta della fase di “scarico”. Eccellente per chi, come noi gestori di Recce’d è capace di leggere, ma nel modo corretto, questo tipo di movimenti.

Perché questa è, in effetti una opportunità per guadagnare. Colossale.

Ma … facendo quali scelte? Facendo che cosa, sui portafogli titoli?

Gli ultras de “i mercati salgono sempre”, i fanatici che da tre anni ripetono ogni settimana che “è in arrivo il soft landing”, si sono decisamente eccitati e si sono quindi scatenati: come vedete nelle due immagini qui sopra gli ultras dei mercati che salgono sempre e comunque hanno letto nei primi tre giorni di mercato di novembre che:

  • il ribasso dei rendimenti è destinato a continuare

  • c’è una forza che spinge i mercati al rialzo

  • lo squeeze ha le gambe per correre

  • c’è stato un break out

  • c’è stato (booooom, addirittura!) un paradigm shift, un cambiamento del paradigma

Ed è davvero molto, molto divertente, per noi, leggere queste cose. Anche perché non è la prima volta.

In questi atteggiamenti da fanatici, ci leggete, con grande chiarezza, la PAURA come sentimento dominante. Per gente di questo tipo, lo sgonfiarsi della bolla sarebbe anche la FINE della loro storia professionale, dato il fatto che la sola cosa che sanno dire e scrivere è che “i mercati saliranno, e molto”. Non sanno che cosa sia, la gestione del portafoglio titoli.

Loro, sono “bullish”, sempre, comunque, in ogni caso. Ciecamente.

Gli argomenti, che vengono utilizzati da questa gente per giustificare il loro essere ultras, li leggete (ancora una volta, sono sempre gli stessi) nell’immagine qui sopra.

In sintesi si dice: il mercato deve ancora salire perché … DEVE salire.

Che poi questo tipo di argomenti, che Roma chiamerebbero “burini”, abbia presa su una parte del pubblico di massa, questo è un fenomeno che, nel 2020 - 2023, può essere spiegato da fattori che solo in parte riguardano il mercato finanziario e l’investimento. Serve un sociologo, ma bravo.

E poi c’è la Borsa. Lo zuccherino.

La linea rossa del grafico è l’indice della Borsa più importante al Mondo. Il grafico documenta che il livello attuale è il medesimo del mese di agosto del 2022.

Eppure … una grande parte del pubblico oggi è ancora convinta che sia salita.

Una fetta del pubblico ripete, ancora oggi, che:

  • sono successe molte cose

  • ci sono state molte opportunità

  • ci sono stati numero alti e bassi

  • si poteva guadagnare molto

Non ci sono dubbi: in tutto il Mondo ed in tutti gli ambito la linea rossa del grafico è un record universale. Ovvero il tema di cui più si è scritto e parlato, in assoluto, senza che sia successo NULLA.

Anche qui, più che la competenza sui mercati finanziari, serve un sociologo, o meglio ancora uno psicologo, in qualche caso uno psichiatra.

Chi si fa guidare dagli ultras, ovvero tutti quelli che stanno in curva, distinti e popolari, ieri ha immediatamente ritirato fuori dal cassetto le sciarpe colorate e le trombette: e infatti già ieri sera abbiamo sentito cori e slogan (immagine sopra) che dicono che nel lungo termine le azioni vincono sempre.

I promotori finanziari, i wealth managers, i private bankers e i financial advisor, dalla gioia, si sono tutti sbrodolati.

Tutti questi signori lo sanno, ed anche i lettori di Recce’d dovrebbero saperlo, che NON è vero.

E’ un falso. Ma il grafico qui sotto, tutti quei signori fanno finta di averlo dimenticato: e lo tengono ben chiuso nei loro cassetti delle sciarpe.

Quando le tempeste emotive (grandi e piccole) investono i mercati finanziari, la presenza di un gestore professionale di portafoglio, esperto e competente, che agisce in modo disciplinato e sistematico, e che è capace di alzare lo sguardo al di là dell’immediato, e di non cadere nelle trappole del Web, dei social, delle chat e soprattutto dei professionisti della vendita che purtroppo ancora oggi dominano nell’industria del risparmio, diventa una presenza decisiva.

E la prima settimana di novembre ci offre una concreta opportunità per dimostrarlo.

“Gli investitori valutano la possibilità che la Federal Reserve abbia chiuso coi rialzi dei tassi”: aspetta un momento, ma questa … io devo averla già letta da qualche parte … forse tre mesi fa? Forse dodici? Forse ventiquattro mesi fa?

Ripetiamo: noi oggi 4 novembre 2023 scriviamo queste cose, e le REGALIAMO a tutti i lettori, per la semplice ragione che certe cose vanno lette, analizzate e valutate PRIMA, per essere utili.

Le presenza del gestore professionale è utile, perché in fasi di tempesta emotiva è capace di scegliere. Non cade nelle trappole dell’emozione, dell’eccitazione e del delirio. Come invece fanno i tanti che per la paura e l’ansia confondono quello che VORREBBERO succedesse con ciò che invece succederà a tutti noi.

Proprio in questo modo, proprio in questi momenti, la presenza del gestore professionale produce il risultato. E genera la la performance, il guadagno.

Dopo questa prima settimana di novembre, per noi gestori di Recce’d il quadro è ancora più chiaro, e le opportunità di operare in modo da generare profitti con i propri investimenti sono ancora più evidenti.

All’opposto, adesso nel pubblico e nei media trapela il dubbio, l’incertezza, l’insicurezza ed insieme l’ansia.

“Che cosa significa?”.

Recce’d ancora una volta gratuitamente vi offre alcuni suggerimenti, molto concreti.

Primo suggerimento: mettete a confronto le due immagini che seguono.

La prima è di oggi.

La seconda immagine qui sopra, invece, NON è di oggi. Risale allo 11 agosto del 2023, ovvero tre mesi fa.

Poi il secondo suggerimento: fate sempre grande attenzione alle performances.

Misurate la performance dei vostri investimenti con altre performances, però di portafogli che effettivamente esistono, con dati riscontrabili e non inventati per il web, per le chat e per le community.

Parlatene, ma con gente VERA che esiste veramente. E su strumenti che siano per voi accessibili e che abbiamo una storia. Su strumenti compatibili con il vostro profilo rischio/rendimento. e su un orizzonte temporale che sia significativo e non … stupido.

Con il terzo suggerimento pratico che vi offriamo in data 4 novembre 2023 (e poi, ci ritorneremo insieme, tra qualche settimana e anche mese) chiudiamo il Post di oggi.

Parliamo del TRASH. Molte delle immagini che abbiamo scelto oggi fa parte (non caso) del TRASH della Finanza.

Gran parte di ciò che viene fatto circolare, rivolto alla massa degli investitori, è TRASH.

Come fate a riconoscere il TRASH della Finanza? Vi aiutiamo volentieri.

Il TRASH della finanza è tutto ciò che vi presenta (nei commenti, nelle analisi, negli articoli) il mercato finanziario, le azioni e le obbligazioni, e tutto quanto, come se fosse slegato dalla vita reale. Tutto ciò che, con l’obbiettivo di stordirvi e mandarvi in confusione, vi racconta una storia inventata, che dice che azioni ed obbligazioni salgono e scendono per ragioni che nulla hanno a che vedere con la vita di ogni giorno. Storie e invenzioni che hanno il solo scopo di agitarvi e mandarvi in confusione.

Di farvi credere che è successo qualcosa, anche quando non è cambiato nulla.

Nella settimana appena conclusa, voi lettori probabilmente avete concentrato la vostra attenzione sui fatti di cui avete appena letto qui sopra e fino a questo punto del Post.

Ora cambiamo registro. Perchè in Recce’d ci siamo occupati DI ALTRO nell’ultima settimana.

Abbiamo letto, analizzato e poi utilizzato per verificare e correggere le nostre valutazioni di azioni, obbligazioni, valute e materie prime:

  • i dati europei per il PIL e l’inflazione

  • i dati cinesi per gli indici PMI

  • i dati USA per gli indici ISM, per gli indici PMI, per i beni durevoli, per gli ordinativi all’industria, e per occupati e salari

  • le trimestrali USA

  • la trimestrale di Apple in modo particolare

  • le trimestrali dei grandi nomi europei

  • le dichiarazioni della Banca del Giappone dopo la riunione

  • le dichiarazioni della Federal Reserve dopo la riunione

  • le dichiarazioni della Banca di Inghilterra dopo la riunione

  • l’evoluzione delle politiche nazionali

  • l’evoluzione della geopolitica internazionale

I nostri Clienti, ogni mattina, hanno letto un estratto di questo nostro lavoro nel The Morning Brief.

Grazie a questo approfondito lavoro di analisi, oggi 4 novembre 2023 i nostri Clienti sono tra i pochi a rendersi conto di come sta la realtà delle cose.

E noi gestori di Recce’d possiamo con estrema calma, senza eccitazione, senza ansia, dire ai Clienti di Recce’d con certezza che i recenti movimenti di mercato son un (fisiologico e benvenuto) movimento di scarico, che AUMENTA il rendimento che noi ci attendiamo dai portafogli modello da qui a fine anno e per tutto il 2024.

Ed è qui, proprio in questo momento, che vedete a che cosa serve il gestore professionale.

Rileggete l’elenco poco più in alto: voi, di tutte quelle informazioni, che uso avete fatto? E tutti gli altri, nella massa degli investitori, secondo voi lettori CHE COSA ci hanno capito? Si stanno muovendo senza capire?

In conclusione, potremmo riassumere suggerendo al nostro lettore di fare attenzione, perché sembra che siamo tornati a fine luglio … ma se uscite di casa soltanto in costume da bagno, stavolta rischiate di prendervi non solo una piccola influenza, ma proprio una polmonite bilaterale.

Invece di buttare via il tempo della vostra vita con il TRASH dei social, di CNBC, del Web e delle community, ed anche se manca ancora un po’ di tempo al Natale, guardatevi un’altra volta il film “Una poltrona per due”.

Valter Buffo
Toto, ho la sensazione che non siamo più in Kansas
 

Nel film del 1939, Il mago di Oz, Dorothy dice al suo cane a un certo punto: "Toto, ho la sensazione che non siamo più in Kansas". È una frase che significa che siamo usciti da ciò che è considerato normale; siamo entrati in un luogo o in una circostanza sconosciuta e scomoda; ci siamo trovati in una situazione strana. “Fuori dal normale, non familiare, scomodo, strano…” – suona come la vita dopo il 2020,

A differenza del film, però, non possiamo chiudere gli occhi, battere i tacchi tre volte, pensare “non c’è posto come casa” e ritornare alla normalità, alla familiarità e al comfort

Belli freschi come la rugiada del mattino, tutti quanti si svegliano d’improvviso e cominciano a scrivere e dire in giro (anche sui social, anche nelle chat, anche nelle community, e poi sul Web, e poi in TV, e poi … dovunque) che:

  1. il debito conta

  2. le valutazioni dei titoli azionari contano

  3. il vecchio modo di gestire il portafoglio (quella asset allocation statica “bilanciata” che tutti i financial advisors, tutti i wealth managers, e tutti i promotori finanziari continuano a imporre ai loro Clienti) non funziona più e servono nuovi criteri di gestione del portafoglio.

Adesso, si svegliano, tutti.

Adesso tutti cominciano a pensare a che cosa fare di diverso.

Adesso che è tardi.

I Clienti di Recce’d sono consapevoli di questo stato delle cose: non da oggi, ma da almeno dieci anni.

Per questo i loro portafogli modello, oggi 28 ottobre 2023, stanno davanti a tutti.

Sono consapevoli grazie al nostro ampio, approfondito lavoro di analisi, che si traduce nelle scelte fatte sui portafogli modello, e che ogni giorno viene supportato da un ampio ed approfondito sforzo di comunicazione, attraverso il bollettino quotidiano The Morning Brief.

Il Cliente di Recce’d non vede solo il risultato: il risultato è fondamentale, ma non basta.

Lo vede, e lo capisce al tempo stesso, proprio nel suo quotidiano divenire.

E’ questa la consapevolezza.

E’ questa la differenza che da anni noi di Recce’d facciamo, unici nel nostro settore.

I media, il Web, le chat, i social, le community, il cui solo scopo è arrivare sulle cose DOPO che le cose sono già successe, adesso ti spiegano cosa fare e come fare.

Cinque anni fa: oggi ti spiegano quello che avresti dovuto fare cinque anni fa.

Peccato che tu non lo hai fatto, cinque anni fa: cominci a pensarci adesso, ma è tardi.

Recce’d ha fatto tutto ciò che era possibile per aiutare il lettore:

  • pubblicando, da anni, in questo Blog i frutti del nostro lavoro di analisi (in estrema sintesi) che consentivano di anticipare quello che stamattina avete letto sul giornale; grazie al nostro lavoro di analisi, ad esempio, nel luglio di quest’anno noi abbiamo evitato di scrivere quelle cose che scrivevano “tutti”, le cose che oggi, 28 ottobre 2023, sono smentite dai fatti;

  • offrendo anche, gratuitamente, nella propria pagina SCELTE DI PORTAFOGLIO, concreti contributi di formazione (non in-formazione), che illustrano in modo concreto strumenti efficienti per la gestione del portafoglio titoli nel suo insieme, e delle singole posizioni (titoli, settori, strumenti, eccetera)

  • offrendo sempre gratuitamente, alla pagina TWIT - TWOO, aggiornamenti in tempo reale: non si tratta di informazione finanziaria, ma elementi di analisi utili per le valutazioni e le decisioni operative

  • offrendo ancora, alla pagina MERCATI del sito, una quotidiana messa a punto, un panorama completo di ciò che ha una effettiva influenza sulle performances del portafoglio titoli.

Alla fine di ottobre del 2023, tutti hanno compreso che, se si vogliono ottenere risultati dal proprio risparmio investito, non si tratta di “azzeccarla” sulle valute oppure sulle obbligazioni, non si tratta di “avere una intuizione genale” su Tesla e Nvidia oppure sul dollaro USA, non si tratta di fare la “corsa AI rendimenti” e correre a comperare quello che dicono i protagonisti del TRASH nel settore del risparmio.

Questo mestiere, della gestione degli investimenti, non può essere improvvisato e non è fatto per i dilettanti.

E neppure per i “venditori porta-a-porta”, buoni per la vendita ma ignoranti di gestione degli investimenti, che vi mangiano il capitale con le retrocessioni sui Fondi Comuni, sulle Polizze Vita e UCITS, sul venture capital, sui finanziamenti diretti, sugli “investimenti nell’economia reale”.

La differenza la fa il METODO di lavoro: un lavoro che deve essere disciplinato e rigoroso, quotidiano e focalizzato solo sui fattori che determinano la performance finale.

La differenza sta nei numeri e la differenza si misura nei numeri: nella differenza tra la performance dei portafogli modello di Recce’d e la performance che si legge nel grafico qui sotto.

Che è la VOSTRA performance (se va bene).

Da anni Recce’d raccoglie, alla pagina SCELTE DI PORTAFOGLIO, contributi che regaliamo a tutto il pubblico, in materia di metodi, di tecniche, di strumenti. Si tratta di formazione sul terreno, di un allenamento sul terreno e mentre la partita è in corso.

Oggi, per il nostro Blog, prendiamo a prestito, per una unica volta, uno dei temi che trattiamo alla pagina SCELTE DI PORTAFOGLIO: nel seguito leggerete una articolo, che riassume un altro articolo, questa volta del Wall Street Journal.

In questo Post del nostro Blog, oggi pubblichiamo una sintesi. L’originale, lo potrete leggere alla pagina SCELTE DI PORTAFOGLIO, nei prossimi giorni.

In quella pagina del nostro sito, pubblicheremo sia l’articolo integrale, sia una serie di altri contributi sul medesimo tema.

Il senso di questo nostro sforzo, di questo nostro lavoro, è il seguente: quando si tratta di investimenti, quando pensate al vostro risparmio, smettetela di scommettere come si fa alle corse dei cani. Smettete di cercare scorciatoie buone per i bambini, del tipo metto tutti in Bund al 3% e non ci penso più.

Quella, oggi, è proprio l’ultima cosa da fare.

Non aspettate altri cinque anni, per rendervene conto.

Che poi i numeri cambiano ancora di più.

"Non siamo più in Kansas": perché il portafoglio 60/40 potrebbe essere morto e cosa fare ora

Fornito da Dow Jones

26 ottobre 2023 16:48 GMT+2

Di Alessandra Malito

"Impostalo e dimenticalo" ha reso ricchi alcuni risparmiatori pensionistici per decenni, ma non sarà più così

"L'estate del 2020 è stato il momento in cui il classico portafoglio azionario 'impostalo e dimenticalo' ha raggiunto il suo massimo valore." Spencer Jakab, The Wall Street Journal.

L’aumento dei tassi di interesse e di inflazione, le tensioni geopolitiche e gli anni di pandemia hanno reso l’esperienza di investimento stressante e hanno messo sotto pressione la tradizionale strategia 60/40 utilizzata da molti risparmiatori pensionistici.

La strategia 60/40 suddivide un portafoglio di investimenti, dove il portfoglio titoli  è investito in azioni per una parte e il restante in obbligazioni.

In genere, un investitore può fare affidamento su tale asset allocation e poi lasciare stare i propri investimenti: l'approccio "impostalo e dimenticalo". Questa strategia è già stata contestata in passato, più recentemente in un articolo del Wall Street Journal.

"Per quattro decenni, i risparmiatori pazienti, capaci di stringere i denti in mezzo a bolle, crolli e sconvolgimenti geopolitici, hanno vinto la partita dei soldi", ha scritto Spencer Jakab, redattore della rubrica Heard on the Street e autore del pezzo. "Ma la formula di costruire un gruzzolo riequilibrando un mix standard di azioni e obbligazioni non funzionerà così bene come ha fatto." L'approccio "impostalo e dimenticalo" ha reso ricchi alcuni risparmiatori e i Fondi per decenni, ma non sarà più così, ha scritto.

Non tutti, però, sono d’accordo con questa tesi. "Ci sono stati molti momenti nella storia in cui il portafoglio 60/40 ha avuto rendimenti a cinque e dieci anni molto peggiori di quelli che vediamo ora", ha affermato Mark Hulbert, editorialista di MarketWatch.  I critici spesso dicono che la strategia è “morta” verso la fine della sua scarsa performance, mai al suo apice, ha detto Hulbert.

Con i titoli del Tesoro a lungo termine che toccano il picco degli ultimi 16 anni e le azioni costose, gli investitori devono dedicare più “lavoro” agli investimenti, ha sostenuto Jakab. L’ultima volta che l’approccio “impostalo e dimenticalo” con un portafoglio 60/40 ha funzionato meglio è stata l’estate del 2020, ha scritto Jakab, e con tassi in aumento e una notevole quantità di debito federale, la strategia potrebbe continuare a faticare.

"Il prossimo decennio potrebbe non essere bello, ma con il lavoro può essere meno brutto." Spencer Jakab, The Wall Street Journal.

Come per tutte le cose legate al mercato azionario, ci sono alti e bassi. "Dichiarare che l'asset allocation, sia 60/40 o qualche altra combinazione, non funziona più presuppone che

anche su orizzonti di lungo periodo, le relazioni fondamentali tra investimenti ed economia siano interrotte",

ha affermato David Shotwell, pianificatore finanziario certificato presso Shotwell Rutter. Pianificatori finanziari Baer.

Valter Buffo
Una Borsa semi-seria
 

Il lavoro di Recce’d sui risultati trimestrali delle Società quotate è quotidiano,

E viene fatto nell’esclusivo interesse del Cliente: a differenza di tutte le banche internazionali di investimento, noi di Recce’d non dobbiamo favori a nessuno, non dobbiamo compiacere nessuno, e non prendiamo soldi direttamente dalle aziende quotate.

Il nostro lavoro quotidiano sui dati trimestrali (fatto con disciplina, e sulla base di modelli proprietari di valutazione) è necessario per individuare le autentiche OPPORTUNITA’ di Borsa (quando ce ne sono) ed evitare al Cliente investitore trappole e inganni.

Per capire dove sta oggi IL VALORE: scegliendo tra singoli titoli quotati e settori di Borsa. Quando c’è una scelta che abbia senso.

Recce’d questa settimana, come già l settimana scorsa, pubblica, nel The Morning Brief, ogni mattina un estratto di questo lavoro nella Sezione Operatività: serve ad anticipare le nostre prossime mosse sui titoli e sugli indici azionari.

Recce’d non può, ovviamente, trascrivere tutto questo lavoro in un Post del Blog.

In aggiunta a questo, il lavoro, ed i sui frutti, li riserviamo ai Clienti che condividono con noi questa strada, e con le commissioni supportano il nostro lavoro di analisi, presupposto per la gestione dei portafogli modello.

Qui nel Post di oggi proveremo a fornire ai lettori una estrema sintesi al 20 ottobre 2023, aggiungendo alcuni spunti divertenti, che ci auguriamo siano graditi al lettore, perché alleggeriscono la lettura. Li troverete alla fine del Post.

Che cosa si aspetta dalle trimestrali la massa degli investitori?

Come leggete sopra nella prima immagine, alla partenza di questa stagione delle trimestrali gli analisti delle banche di investimento puntavano tutto, ma proprio tutto, sui cinque grandi titoli chiamati Big Tech. Non c’è altro.

Fino al 20 ottobre, le cose come sono andate?

A giudicare dai prezzi non benissimo. Leggete due immagini qui sopra, con dati a campione ma significativi.

Resta però la domanda i recenti movimenti dei prezzi e degli indici di Borsa davvero sono spiegati dalle trimestrali?

Come potete leggere nell’immagine che segue, e ritorniamo indietro solo di un mese, si scriveva e si diceva che le banche globali di investimento avrebbero presto corretto AL RIALZO i target per fine 2023 per la Borsa a New York. Era la “stagionalità”, un fattore (o presunto tale) del quale noi di Recce’d riparleremo sicuramente.

Torniamo alle banche di investimento, costrette (un mese fa) a rivedere al rialzo i target.

Costrette a farlo, dalla performance dello stesso mercato: una performance che loro, le banche globali di investimento, NON avevano però previsto, a gennaio.

In un mese, questi umori e queste intenzioni sono cambiati, e nessuno scrive o parla più di “revisioni al rialzo”.

Ma anche in questo caso: ha senso dire che si tratta della conseguenza delle trimestrali? Oppure c’è dell’altro?

In alternativa: è possibile che alcuni “temi di vendita”, molto sfruttati nella prima parte del 2023, si siano un po’ … consumati, ed abbiano esaurito la loro “spinta di marketing”?

Potrebbe essere che un certo numero di persone abbia ripreso in mano grafici come i quattro che vedete nell’immagine che segue, e che si sia fatto delle domande?

Oppure, è tutta una … manovra combinata? Una manovra decisa a tavolino? Un complotto ai danni dei festanti investitori delle piattaforme on line, dei meme stocks, dell’ottimismo e dell’euforia?

Rileggiamo le parole di Jerome Powell, grade capo della Federal Reserve giovedì 19 ottobre.

Potrebbero, dice qualcuno, contenere qualche segnale ai mercati finanziari.

Il discorso del Club Economico di New York

Il 19 ottobre il presidente della Fed Jerome Powell ha tenuto un discorso decisamente aggressivo nei confronti di azioni e obbligazioni al New York Economic Club. Anche se il mercato azionario (SP500) e quello obbligazionario (TLT) sono entrambi leggermente crollati dopo il discorso, la portata dell’allarme politico è lungi dall’essere pienamente compresa dai mercati. In effetti, i prezzi delle azioni più bassi e i tassi di interesse più alti potrebbero rappresentare una tendenza secolare per il futuro.

 

Gli "avvertimenti" più evidenti

I media hanno colto gli “avvertimenti” più evidenti, già conosciuti e per lo più scontati.

 Discutendo dell’economia attualmente forte, nonostante l’inasprimento della politica monetaria negli ultimi 18 mesi, Powell ha affermato che “l’economia potrebbe essere un po’ meno suscettibile agli aumenti dei tassi”, soprattutto a causa del fatto che le aziende e i proprietari di case hanno bloccato tassi di interesse fissi bassi tassi sul loro debito e, quindi, non sono influenzati dal recente aumento dei tassi di interesse. Pertanto, Powell ha affermato che "potrebbe darsi che i tassi non siano stati abbastanza alti per un periodo sufficientemente lungo" - e questo è essenzialmente il messaggio "più alti più a lungo" che già conoscevamo.

Discutendo i ritardi attesi con cui la politica monetaria dovrebbe influenzare l'economia, Powell ha riconosciuto che la Fed ha rallentato il ritmo di aumento dei tassi di interesse "per dare tempo all'inasprimento della politica monetaria di funzionare". L’implicazione è che la Fed potrebbe aver finito, o quasi, con l’attuale campagna di rialzi dei tassi di interesse per attendere gli effetti ritardati, anch’essi prezzati dal mercato. I futures sui fondi federali scontano la possibilità di un altro rialzo nel gennaio 2024 con solo una probabilità del 35% circa.

Eppure, Powell riconosce che “l’evidenza è che la politica non è troppo restrittiva in questo momento”, nel contesto della discussione sul tasso neutrale. Ciò invia un messaggio contrastante: se l’attuale livello dei tassi di interesse non è “sufficientemente restrittivo”, allora saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Ciò rappresenterebbe una sorpresa negativa per i mercati e probabilmente causerebbe una lieve svendita di azioni e obbligazioni.

Powell riconosce che le attuali pressioni inflazionistiche "si verificano tutte in un contesto di domanda molto forte", alimentata dal forte mercato del lavoro, che sta diventando sempre più in equilibrio con l'aumento dell'offerta di lavoro: il tasso di partecipazione delle donne in età più elevata è in aumento a causa lavorare da casa e l’immigrazione è aumentata. Ma Powell riconosce anche che la questione della “offerta limitata” sta aumentando le pressioni inflazionistiche.

Il terribile avvertimento (che molti non hanno notato)

Il terribile avvertimento è avvenuto nel contesto della discussione sul recente aumento dei rendimenti a lungo termine.

 Powell ha suggerito che il recente aumento dei rendimenti a lungo termine "non è dovuto ad aspettative di inflazione più elevate o a mosse politiche a breve termine" ma è dovuto principalmente all'aumento dei premi a termine.

 Nel tentativo di spiegare l’aumento dei premi a termine, Powell suggerisce la possibilità di:

 "le aspettative "più elevate per un periodo più lungo" dovute

  • alla forza dell'economia,

  • i deficit fiscali insostenibili,

  • il QT e

  • il cambiamento nella correlazione tra obbligazioni e azioni – gli shock dell’offerta rendono le obbligazioni meno attraenti come copertura per le azioni e quindi il premio a termine deve aumentare.

Inoltre, Powell riconosce che "i rendimenti obbligazionari più elevati inaspriscono le condizioni finanziarie". Tuttavia, ciò non è dovuto alle aspettative che “noi (la Fed) faremo di più”: potrebbero esserci fattori strutturali a lungo termine, in particolare 1) la correlazione tra azioni e obbligazioni e 2) deficit fiscale insostenibile.

 Tuttavia, Powell riconosce di non conoscere con certezza le ragioni dietro l’aumento del premio a termine, e quindi la Fed “lascerà che si svolga e lo guarderà”, il che sta “riducendo marginalmente lo slancio per continuare ad aumentare i tassi. " Ciò rafforza il messaggio che la Fed probabilmente metterà in pausa il ciclo di rialzi dei tassi di interesse, il che dovrebbe essere positivo per il mercato.

 Tuttavia, Powell riconosce anche che “l’inflazione pandemica” potrebbe essere il problema strutturale e che la “tempesta perfetta della disinflazione” degli ultimi 20 anni è ormai finita perché gli shock dall’offerta manterranno elevate le pressioni inflazionistiche in futuro.

 Powell continua e riconosce che "l'effetto del limite inferiore è stato un grosso problema" per la politica monetaria durante la stagnazione secolare degli ultimi 20 anni. In sostanza, quando i tassi di interesse sono vicini allo 0% in tempi normali, come si fa a tagliare e stimolare l’economia in tempi difficili?

Hai colto l'avvertimento?

Ecco cosa Powell non ha detto: durante gli ultimi 20 anni di disinflazione, il problema del limite zero è stato risolto con il QE: espansione del bilancio o stampa di moneta per stimolare la domanda.

Ma ora che il tasso neutrale è aumentato e poiché probabilmente continueremo a dover affrontare pressioni inflazionistiche dovute a shock dall’offerta, il tasso di interesse nominale non tornerà al livello dello 0%. Pertanto, in futuro non ci sarà più bisogno del QE per stimolare l’economia. Il problema del "limite zero" non è più.

Quindi questo è il terribile avvertimento: niente più QE: questo è dannoso per azioni e obbligazioni.

Powell lo ammette effettivamente quando menziona "la rottura della correlazione tra azioni e obbligazioni", che secondo lui è un fattore strutturale che causa premi a termine più elevati. La correlazione dovrebbe essere negativa, quando il mercato azionario scende dovresti essere in grado di coprirti acquistando obbligazioni, poiché i tassi di interesse diminuiscono. Ciò non accade più; obbligazioni e azioni stanno crollando insieme. Perché? Niente più QE. Questo è l'avvertimento in bella vista.

 

Implicazioni

Si prospettano tempi difficili per azioni e obbligazioni. Dove nascondersi? Alcuni dicono che l’oro (GLD) potrebbe essere la soluzione. Tuttavia, anche l’oro beneficia del QE poiché il dollaro USA si deprezza. L'oro potrebbe muoversi in base alla rigorosa attrazione del paradiso sicuro. Tuttavia, l’oro non paga interessi o dividendi. Pertanto, anche la speculazione sull’oro per ottenere plusvalenze è rischiosa.

 In questo contesto di tassi di interesse a breve termine “più alti più a lungo”, l’asset più interessante è la liquidità, o buoni del Tesoro, con scadenza fino a 12 mesi.

 In alternativa, sono appropriate anche strategie di trading tattico e investimenti in hedge fund o CTA che giocano il ciclo dal lato lungo e corto.

Volete sapere se noi di Recce’d siamo d’accordo oppure no?

Tutto il testo, che vi abbiamo appena fatto leggere, elenca soltanto dati di fatto, tutte cose che oggi già vedono tutti. Basta leggere il giornale la mattina

La sola eccezione, nel testo che avete appena letto, è la parte finale. Implicazioni.

Ecco: qui Recce’d non è, per nulla, in accordo.

Se vi interessa, contattateci, e noi vi spieghiamo i punti del nostro disaccordo.

Veniamo però al futuro: quali fattori determineranno il futuro andamento delle Borse?

Forse la Federal Reserve. Forse la recessione. Forse le trimestrali. Forse il deficit dello Stato. Forse i tassi di interesse. Forse l’auto elettrica, Forse il Bitcoin.

Oppure, forse, alla Borsa adesso serve un’altra “botta di Nvidia”?

Ed arriverà, con la trimestrale di ottobre?

Abbiamo chiesto in giro: ma nessuno conosce la risposta. Oppure, la conosce, ma a noi non la ha voluta dire.

Abbiamo notato che molti sono ancora affezionati al “Buy-the-dip”, la regoletta di “comperare sempre su ogni ribasso”. Sono affezionati, ma pure perplessi.

Perché comprano tutti i ribassi, ma poi la Borsa continua a scendere.

E in quel caso, che si fa?

Ed infatti, tra il pubblico delle meme, dei siti di trading, delle chat e delle community adesso c’è anche chi vuole “giocare al ribasso”, magari utilizzando le famose opzioni 0DTE.

La motivazione è sempre la stessa: fiutare il vento ed acchiappare l’occasione.

Ognuna di queste persone è convinta di essere più furba di tutti gli altri, e riuscire a fregarli tutti, comperando sui minimi e poi vendendo ai massimi.

A tutti quanti i nostri lettori, che abbiano interesse o anche solo curiosità per le azioni, noi offriamo gratuitamente uno spunto di riflessione, che leggete nella immagine che segue, e che noi giudichiamo preziosissimo.

Da qui, è necessario partire, se si vuole anche solo chiacchierare al bar di azioni ed indici azionari.

Valter Buffo