Effetto Draghi 2021 (parte 2)
 

Oggi Recce’d pubblica tre nuovi Post. Il lancio della nuova impostazione di questo Blog (a temi, e con un nuovo layout) è stato rinviato al secondo trimestre 2021 in ragione della rapidissima evoluzione della situazione dei mercati finanziari nel mese di gennaio. Per noi di Recce’d, sono sempre i mercati a dettare i tempi. In aggiunta, oggi le occasioni per gli investitori sono le più grandi di una generazione. e noi di certo non vogliamo perderle di vista. Stiamo preparando un nuovo Longform’d dedicato al tema dei tassi di interesse, dei rendimenti delle obbligazioni, e della Federal Reserve: verrà pubblicato … quando sarà stato completato. Non sentiamo l’urgenza di scriverne oggi (anche se si tratta del “tema del giorno”) per il fatto che ne scrivemmo già sette giorni fa, e che ne abbiamo scritto anticipando i fatti di queste settimane fino dallo scorso mese di agosto 2020.. Per questo siamo tranquilli: i nostri lettori hanno già oggi le idee chiarissime su ciò che sta per accedere.

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Come in precedenti occasioni, e fin dal lontano 2015, Mario Draghi offre a noi di Recce’d e a tutti gli investitori preziose opportunità per comprendere al meglio in che modo funzionano i mercati finanziari.

E noi, fin da quel lontano 2015, abbiamo colpito queste opportunità.

Non esistevano dubbi: in quei primi giorni di febbraio (lontani soltanto venti giorni, per essere precisi): Mario Draghi a capo del Governo in Italia significava, sul piano degli investimenti e dell’operatività, che sia la Borsa di Milano, sia i titoli di Stato italiani, avrebbero generato per gli investitori ampi guadagni, inimmaginabili fino al precedente mese di gennaio.

Come i nostri lettori più attenti ricordano sicuramente, Recce’d in febbraio ha scritto e parlato pochissimo di Draghi: dal primo giorno giudicammo questa “svolta” poco influente, per mercati finanziari, e fondata su basi piuttosto fragili, se si guarda alla vita politica e sociale dell’Italia.

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Come in altre occasioni, anche in questo caso i numeri dei mercati finanziari ci consentono di non farla troppo lunga. La Borsa a Milano valeva 22400 punti a fine 2020, e vale 22800 punti oggi.

Diremo qualche parola in più invece sui BTp, ritornando (in modo molto rapido) al tema della “narrativa”.

La “narrativa” è quella che serve alle Reti di vendita dei Fondi Comuni per raggruppare le truppe, la forza vendita, fatta di private bankers, di wealth managers, di family bankers, di personal bankers, di “cosiddetti consulenti”, e di tutte quelle altre etichette che sono state inventate per nascondere la qualifica di “promotore finanziario”.

La “narrativa” (la medesima narrativa, questo è tassativo) serve anche alle grandi banche globali di investimento: per imbeccare le Reti dei promotori finanziari, e spiegare a loro che cosa “bisogna assolutamente vendere”.

Ed eccoci allora arrivati ai BTp.

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In un qualsiasi giorno di fine febbraio 2021, su uno dei siti di Finanza e Mercati del gruppo Wall Street Journal, vi può capitare di leggere, come vedete qui sopra, che:

  1. il rendimento dei BTp decennale è tornato a 0,80%, e si trova molto più in alto, rispetto al giorno in cui fu annunciato l’incarico a Mario Draghi

  2. :che il rendimento del decennale tedesco Bund sta riavvicinando allo zero, dopo due anni passati in territorio negativo

  3. che un esponente della Federal Reserve (Elizabeth George) anticipa che l’inflazione potrebbe rialzarsi rapidamente, per effetto della somministrazione del vaccino contro il COVID-19

  4. che il prezzo dell’oro è sceso ai minimi (in dollari) dal giugno 2020

  5. ed ovviamente leggete anche che il Titolo di Stato a 10 anni USA rende il 1,50%

Considerazioni, se ne potrebbero fare a decine. Ma noi ci limitiamo a dire questo: un veloce sguardo alla prima pagina del sito Marketwatch, in un pomeriggio di fine febbraio 2021, vi dovrebbe rendere evidente (senza troppa fatica) che non è solo la “narrativa di Draghi” ad essere saltata (ovvero: smentita dalla realtà dei fatti).

Qui è proprio la più generale narrativa di Goldman Sachs, di Morgan Stanley, di UBS e Credit Suisse, e delle altre banche internazionali (e quindi anche del “copia ed incolla” delle nostre Reti) ad essere saltata.

Per noi di Recce’d, resta incomprensibile il fatto che un grande numero di investitori, anche se messi di fronte a segnali evidenti, decida di non fare nulla e di correre il rischio, e soltanto per non “allontanarsi dal gruppo”.

Colpisce, il fatto che non si rendano conto che il rischio, in questa fine di febbraio 2021, è quello di essere colpiti nel proprio patrimonio da perdite che potrebbero essere le più grandi di tutta una vita.

Mercati oggiValter Buffo
Singer Astromatic
 

Oggi Recce’d pubblica tre nuovi Post. Il lancio della nuova impostazione di questo Blog (a temi, e con un nuovo layout) è stato rinviato al secondo trimestre 2021 in ragione della rapidissima evoluzione della situazione dei mercati finanziari nel mese di gennaio. Per noi di Recce’d, sono sempre i mercati a dettare i tempi. In aggiunta, oggi le occasioni per gli investitori sono le più grandi di una generazione. e noi di certo non vogliamo perderle di vista. Stiamo preparando un nuovo Longform’d dedicato al tema dei tassi di interesse, dei rendimenti delle obbligazioni, e della Federal Reserve: verrà pubblicato … quando sarà stato completato. Non sentiamo l’urgenza di scriverne oggi (anche se si tratta del “tema del giorno”) per il fatto che ne scrivemmo già sette giorni fa, e che ne abbiamo scritto anticipando i fatti di queste settimane fino dallo scorso mese di agosto 2020.. Per questo siamo tranquilli: i nostri lettori hanno già oggi le idee chiarissime su ciò che sta per accedere.

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Molti tra i nostri lettori ricorderanno, nella casa dei nonni, l’oggetto che vedete qui sopra nella fotografia: una macchina per cucire marca Singer, con la base in ghisa, efficiente, solida e anche bella.

Oggi, l’evoluzione delle macchine per cucire ha fatto dei prodotti Singer ciò che vedete nella foto qui sotto: oggetti più colorati, più leggeri, più moderni. Del tutto diversi.

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Per chi come noi si occupa di investimenti, di mercati finanziari e di portafogli titoli, il nome Singer richiama alla memoria anche una persona che nulla ha a che vedere con il mondo delle macchine da cucire.

Singer è il nome di uno dei professionisti che hanno cavalcato con maggiore successo l’onda montante dei Fondi hedge, negli anni Ottanta e Novanta: in quel favorevole contesto, Singer ha saputo produrre sia ottimi risultati per i propri Clienti sia una crescita notevolissima del proprio business.

In Italia, è conosciuto anche dal pubblico degli sportivi, in quanto è (sulla base delle notizie che abbiamo disponibili a mezzo stampa) il proprietario della squadra di calcio del Milan.

Noi seguiamo in modo regolare sia l’attività sia le dichiarazioni di questa, ed altre figure che sono di riferimento nel mondo della gestione professionale del portafoglio.

Bloomberg ha dato notizia, la settimana scorsa, della più recente Lettera al Cliente scritta proprio da Singer. Ci siamo ritrovati, senza particolare difficoltà nella maggior parte delle valutazioni e delle affermazioni contenute dalla Lettera.

Riteniamo utile riproporre qui di seguito, per intero, il testo dell’articolo di Bloomberg: in questo modo, offriamo al lettore l’accesso ai pensieri di una persona di grande esperienza e di grande senso pratico, che offre un punto di vista alternativo rispetto a quello che viene offerto e diffuso dai media, dalle Reti di promotori finanziari e private bankers, e soprattutto da quello che leggete sul vostro smartphone oppure tablet se frequentate i siti Web, le chat, e social come Twitter e Facebook.

E così risolviamo, attraverso una voce autorevole, anche il tema del “punto di mercato settimanale”: che è proprio quello che leggete qui sotto.

To crypto true-believers, meme traders, and Elon Musk fans, hedge fund titan Paul Singer can’t wait to say, “I told you so.”

Offering a curmudgeonly riposte to today’s raucous financial markets, the 76-year-old billionaire said in a letter to clients of his $42 billion Elliott Management Corp. that a “flamboyant line-up” of excesses will come back to haunt investors. To Singer, who has long warned of an ugly end to the Federal Reserve’s easy-money policies, it’s all just a bit too much.

“We believe that hindsight will show the champion of head-smacking craziness in the American stock market to be the period playing out right now,” Singer wrote in the Jan. 28 letter.

In his view, the Fed’s current iteration of quantitative easing paired with trillions of dollars of stimulus to counter the pandemic are setting things up for a fall. Rampant inflation will shock policy makers, stock pickers and bond investors, alike.

“‘Trouble ahead’ is signaled by a rare combination of low-quality securities, staggering valuation metrics, overleveraged capital structures, a scarcity of honest profits, a desperate dearth of understanding evinced by the most active traders, and economic macro prospects that are not as thrilling as the mobs braying ‘Buy! Buy!’ seem to think,” he wrote.

Markets have begun to show cracks in recent days. Benchmark 10-year Treasury yields catapulted to their highest in more than a year, equities tumbled, and traders yanked forward their opinion of how soon the Fed will tighten monetary policy.

While pledging to stick to the basics at his multistrategy operation -- which has lost money in just two years since its 1977 inception -- Singer exuded frustration at what he sees as the hysteria driving everything from Bitcoin to government debt -- a “return-free risk,” as his letter put it.

Elliott made money every month in 2020, even in the March rout, gaining 12.7% for the year, thanks to “a combination of portfolio-protection trades related to interest rates and gold, together with our core activities” including distressed debt, equity activism, and private equity.

The firm has registered annualized gains of about 13% in its 44 years, beating the S&P 500 Index.

For a “reality check” on U.S. stocks, he pointed to Musk’s Tesla Inc., which trades at about 1,000 times earnings while “every other major carmaker in the world is rolling out electric vehicles in the near future.” Addressing its shareholders, “good luck ‘you few, you happy few, you band of brothers’ and sisters,” he wrote.

But nothing has exercised the Republican donor like the boom in cryptocurrencies, which he has long called a fraud. Bitcoin has soared almost 70% this year alone and reached a record $57,350 on Feb. 21. Watching the digital currency rocket on the back of stimulus measures had the fund manager grasping for coping mechanisms.

“Pulling out your hair is an option, though only if you have hair to spare,” the mostly bald Singer wrote. “Hiding under the bed to avoid people who gloat about being long Bitcoin can get…tiring. Deep breathing exercises can work, but only for short periods. We continue to press on for the day when we can say, ‘We told you so.’”

And even as the world begins to recover from the pandemic, Singer urged keeping expectations in check. Certain industries and activities, like commercial real estate, movie theaters, retail, restaurants and business travel, will continue to be significantly challenged -- in some cases permanently, he said.

In the meantime, he wrote, the recovery will be stymied by virus variants and policies “that sometimes seem governed by short-term political pressures rather than what is best for society, short and long term.”


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Per completezza di informazione, vi potrà essere utile rileggere ciò che diceva Singer dei Titoli di Stato USA, il giorno 22 gennaio scorso (ben prima che esplodesse la “crisi delle obbligazioni” di cui oggi leggete sul PLUS del Sole 24 Ore oppure sul Corriere Economia oppure ascoltate alla CNBC).

Ma ormai avrete tutti compreso, leggendo il precedente articolo, che il problema che tutti noi investitori oggi dobbiamo affrontare, e risolvere per il meglio, va ben al di là delle obbligazioni.

Billionaire Paul Singer has a warning for his fellow investors: 1970s-style inflation can happen again, and almost nobody is ready for it.

The hedge fund manager -- a frequent critic of U.S. monetary policy -- said in an interview on Grant Williams’s podcast that the combination of “trillions and trillions” of dollars in Covid-19 relief spending, wage pressures and rock-bottom interest rates has the potential to shock markets. The interview was taped last week and published Friday.

“There’s a really good chance of a tremendous surprise, and a surprise in the relatively near future,” said Singer, speaking on the likelihood of consumer prices spiking higher. “Bonds could have a very significant and abrupt and intense price readjustment.”

Bond-market indicators of future inflation have risen sharply over recent months, with 10-year breakeven rates -- derived from the gap between yields on inflation-linked and ordinary Treasuries -- climbing above 2% to the highest since 2018. That’s up from a low of 0.47% last year at the onset of the pandemic.

Expansionary fiscal policy is helping to drive the change in outlook, even as the Federal Reserve, which holds a meeting next week, has struggled to gin up much inflation in the past decade with its own tools. It’s been promising not to apply the brakes anytime soon –- and urging politicians to hit the accelerator with more pandemic stimulus. President Joe Biden’s new administration is poised to oblige, asking Congress for another $1.9 trillion.

Singer, whose Elliott Management Corp. has one of the best track records in the hedge fund industry, said that holding longer-term bonds is “senseless” at current yields.

“No institution can meet their goals by owning those bonds. They’re no longer a hedge against equity portfolios,” he said. “When you buy something with no yield, where you can only make money if the yield goes from zero to -5 or -10, you’re engaged in speculation, you’re not engaged in investing.”

Along with inflation expectations bubbling higher, long-term government bond yields have surged, with the 10-year Treasury yield hovering near 1.09%, up 18 basis points just this year. The 30-year yield is up about 20 basis points to 1.85%.

“I’m not talking about to 15%, but a price readjustment to yields of three or four for the 30-year or the 10-year in America would cause quite a ruckus,” he said.

Since opening in 1977, Elliott -- which invests across numerous strategies -- has posted just two losing years and annualized gains of about 13%. The fund gained 12.7% in 2020, beating industry peers.

Singer added that the worst trade he’s ever put on was in 2008, buying Japanese inflation-linked bonds against non-inflation linked bonds. He put the trade on at an implied deflation rate of 2.5% per year.

At the bottom, after Singer had “lost more money than I thought I could possibly lose in any trade,” the notes had an implied deflation rate of 4.5%. The trade eventually swung back, he said.

Mercati oggiValter Buffo
2021: l'anno che risolve (parte 3)
 

Oggi Recce’d pubblica sei nuovi Post. Il lancio della nuova impostazione di questo Blog (a temi, e con un nuovo layout) è stato rinviato al secondo trimestre 2021 in ragione della rapidissima evoluzione della situazione dei mercati finanziari nel mese di gennaio. Per noi di Recce’d, sono sempre i mercati a dettare i tempi. In aggiunta, oggi le occasioni per gli investitori sono le più grandi di una generazione. e noi di certo non vogliamo perderle di vista.

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Sopra, una testimonianza del clima che si respirava la sera del venerdì 19 febbraio 2021 su tutti i mercati delle obbligazioni. Colpisce l’utilizzo della parola “panico”.

Ma come, gli amici alla Federal Reserve non avevano tutto-tutto-tutto sotto controllo?

Più e più volte, abbiamo scritto in questo Post che la realtà alla fine prevale sempre sulle fantasie assortite che leggiamo (noi come voi) ogni giorno sui quotidiani ed ascoltiamo ogni giorno dalla televisione. Non è sufficiente annunciare il 9 novembre 2021 che “è arrivato il vaccino, problema risolto”, se poi la realtà impone tutta una serie di (complessi) passaggi intermedi. Allo stesso modo non è sufficiente annunciare che “tra 6-12 mesi tutto sarà tornato come prima” se non si hanno (neppure lontanamente) le capacità di anticipare i molteplici effetti, alcuni dei quali indesiderati, delle scelte fatte nel 2020.

Ad esempio: la Federal Reserve dice “manterremo i tassi di interesse a zero almeno per altri due anni”, ma la Federal Reserve non è onnipotente. Soltanto gli ingenui possono credere, dopo avere visto ciò che è accaduto sui mercati finanziari tra il 2000 ed il 2020, che le Banche Centrali possano davvero “guidare” i mercati finanziari. Soltanto un bambino può credere che le Banche Centrali possano comunicare in anticipo al pubblico degli investitori dove andranno gli indici di mercato, e quindi quale risultato gli investitori faranno con i loro portafogli titoli.

Il pubblico degli investitori ama farsi cullare da questo tipo di illusioni. Ed ama sognare ad occhi aperti: ecco perché, almeno per un certo periodo, le favole hanno successo.

Poi, arrivano le perdite.

Dal primo giorno del 2021 al 20 febbraio, un portafoglio obbligazionario (Titoli di Stato) in dollari USA ha perso, in media lo 1,625% (pur avendo già guadagnato un sesto della cedola annuale. per quanto bassa). Lo vedete nel grafico che segue).

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La parte lunga della curva, ovvero i titoli a lunga scadenza (sopra i 25 anni) ha perso un quarto del valore in dieci mesi (-23%). Non stiamo parlando di Gamestop, di Tesla, del Bitcoin: stiamo parlando di Titoli di Stato. Stiamo parlando di obbligazioni: “una sicurezza”, sulla base di ciò che vi aveva raccontato il vostro private banker ovvero promotore finanziario ovvero “consulente” ovvero wealth manager pagato a retrocessioni sui Fondi Comuni che riesce a piazzarvi.

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In Europa, i danni sono paragonabili (e già questo, amici lettori, è un qualche cosa sul quale a voi sarebbe utile riflettere).

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Ora, sia detto chiaramente che le Banche Centrali non resteranno con le mani in mano: sicuramente interverranno.

Tuttavia, sarà utile ricordare sempre quel detto che dice “quando sei caduto in un buco, c’è una cosa sola cosa da fare: smetti di scavare”.

La Banche Centrali interverranno di sicuro, ancora e sempre con le medesime modalità. Ma è evidente che queste mosse potranno soltanto rendere il buco più profondo. Il buco nel quale, come vedete, sono già caduti anche numerosi investitori.

Il brano che segue vi aiuterà a ricordare che il 2021 potrebbe fare la storia: potrebbe essere l’anno peggiore di tutta la sua storia per il mercato delle obbligazioni.

Invece di divertirvi sullo smartphone oppure sul tablet a cercare notizie su Robinhood e Gamestop, sull’oro e sui nuovi collocamenti (IPOs) potreste cercare voi stessi di rispondere alla domanda che sta proprio in fondo all’articolo che noi vi proponiamo qui di leggere. E’ decisamente più importante, proprio per voi, e per i vostri investimenti.

Noi, sempre allo scopo di renderci utili per i nostri lettori, in modo del tutto gratuito vi aiutiamo più in basso a fornire la risposta giusta.

Over the past 40 years, bond yields have largely moved in one direction: down. The 10-Year Treasury went from a yield of 15.84% in 1981 to an all-time closing low of 0.52% in 2020.

This has been a blessing for bond investors as prices move inversely to yields. And over the last 2 years, as yields plummeted to historic lows, bond investors have experienced extraordinary gains.

But that was the past. What has served as a tailwind for decades (falling rates) is now a major headwind. For there is simply no escaping bond math in which lower yields portend lower future returns.

And with a 10-year treasury yield of 0.92% to start the year, it wouldn’t take much of an increase to make this the worst year for bonds in history (-2.9% in 1994).

We’re on pace for that right now as the 10-year yield has moved up to 1.30% and US bonds are down 1.6% year-to-date.

With a duration of roughly 6 years, a 100 bps (1%) increase in yields would lead to a decline of 6% in aggregate bond prices.

The longer the duration, the larger the decline in yields. We have seen this play out in the long-term zero coupon bond ETF ($ZROZ) which is down over 23% from its high last March (its duration: 27 years).

What could cause bond yields to continue to rise from here?

Che cosa potrebbe da qui in poi spingere ancora verso l’alto i rendimenti delle obbligazioni? Qualche idea ce la potrebbero forse fornire gli indici PMI pubblicati ieri 19 febbraio 2021 negli Stati Uniti (immagine qui sotto) ma sarebbe azzardato affidarsi ad un unico dato.

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Tra le centinaia di possibili risposte, che noi abbiamo letto soltanto nell’ultima settimana, (in forma di analisi, commenti, e post sui social media più alla moda) noi abbiamo selezionato per voi un articolo apparso sul Financial Times di venerdì 19 febbraio 2021.

Regaliamo questo lavoro ai lettori, che ci troveranno come sempre disponibili ad approfondire, e soprattutto a tradurre in pratica (gestione del portafoglio) queste preziose indicazioni.

Noi abbiamo lavorato per evidenziare i passaggi essenziali: che vi aiuteranno a comprendere due cose:

  1. perché è sbagliato a dare fiducia a chi vi dice “i tassi salgono perché ci sarà più inflazione”, oppure “i tassi salgono perché ci sarà più crescita economica”

  2. perché vi sarà utile, per non dire indispensabile, ricordare ciò che Recce’d scrisse della cosiddetta “repo crisis” del settembre 2019

Settembre 2019: sei mesi prima del “COVID-19”.

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“Beware the Ides of March” (Julius Caesar, act one scene two) Everybody seems to be having a hard time finding the most tradeable forms of dollar cash. In the financial markets this has led to a shortage of T-bills, the form of issuance that can be most readily used as collateral for other trades. As Zoltan Pozsar of Credit Suisse says: “The long, three-year period of front-end collateral glut, which lasted from 2018 [to the beginning of February] is over.”

At the other end of dollar asset respectability, the Fed has ordered a record amount of $100 bills to be printed. At the high end of its estimates, that will be nearly $320bn of $100s — enough for every man, woman and child in the US to have another thousand dollars in ready cash. Of course the C-notes are not going to American civilians — at least 80 per cent are shipped from the bureau of printing to non-US banks.

The dollar is mocked by the well informed, but aggressively hoarded by the fearful, and those who do business in the shadows. Financial panics, especially the ones that do not trigger broad economic recessions, can be useful for some. Coming out of ‘nowhere’, they force markets and politicians to pay attention to excesses that have been excused and problems that have been ignored. Random financial speculation and party politics are at least momentarily set aside so that some unpopular, complicated or unfamiliar changes can be agreed.

The last two weeks of this coming March look like a set-up for some sort of panic in the US Treasury and mortgage-backed securities markets. Not the end of the world, but something like being a passenger in an aircraft that suddenly drops several thousand metres. The most salient and immediate signal to me has been the plunge in short-term Treasury bill rates since the beginning of the year. In the first six weeks of 2021, one-month T-bill rates have fallen by more than 66 per cent. The yield of two-year Treasuries declined by more than 21 per cent.

Those are more dramatic moves than you see in any other broadly traded securities. Unlike the Fed’s favourite instrument, bank ‘excess reserves’ on deposit with the central bank, T-bills are ‘collateral’. They can be readily lent and relent to secure other, unrelated transactions. When people or institutions in the global financial system are not feeling eager to trust each other, they demand more collateral. The degree of that distrust appears to be rising, quickly.

You can see that by looking not only at the outcome of official T-bill auctions, but at the range of bids in the auctions. Low bids mean that dealers are willing to accept very low rates, as little as 1 basis point recently, just to make sure they get some of that collateral. That historically happens at systemic stress points. Simultaneously, the supply of T-bills is shrinking. Because the Treasury wants to rebalance its issuance, it is redeeming bills and selling more long-dated bonds.

That explains part of this year’s unexpected rise in 10-year and 30-year bond yields, which in the past week sailed past the 1.25 per cent level. This in turn triggered a wave of hedging activity by leveraged mortgage banks. As interest rates rise, fewer of the mortgages they own are refinanced at lower rates, and so the “duration” of their assets increases. To offset this ‘convexity’ risk, they have to sell the equivalent of tens, or even hundreds, of billions in Treasury bond derivatives. This is reinforcing the sell-off in Treasuries and threatening a ‘convexity spiral’ of the sort not seen since 2003.

Oh, and the increased derivatives activity needs to be collateralised by T-bills, which you will recall are already in short supply. If my guess is right, then we have the makings of another ‘event’ like we saw a year ago. Market freezes have a way of happening in March and September, an echo of the crop cycle. That might make it momentarily easier to get past the politics of raising the ‘debt ceiling’. And the big banks might get one more year’s waiver on shrinking their asset base.

Mercati oggiValter Buffo
Sherlock Holmes e lo strano caso della cravatta che non c’è più
 

Oggi Recce’d pubblica sei nuovi Post. Il lancio della nuova impostazione di questo Blog (a temi, e con un nuovo layout) è stato rinviato al secondo trimestre 2021 in ragione della rapidissima evoluzione della situazione dei mercati finanziari nel mese di gennaio. Per noi di Recce’d, sono sempre i mercati a dettare i tempi. In aggiunta, oggi le occasioni per gli investitori sono le più grandi di una generazione. e noi di certo non vogliamo perderle di vista.

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Il caso della cravatta: tra i nostri amici c’è una famiglia titolare di un noto cravattificio, che senza dubbio è stata colpita in modo negativo dalla diffusione dello smart working. Ci dicono questi amici che il calo dell’attività nel 2020 è stato molto marcato.

Al tempo stesso, da competenti e coscienziosi imprenditori quali sono, non si nascondono dietro ad un dito: riconoscono che già da un decennio il calo della domanda, nel loro comparto è stato sensibile. L’obbligo della cravatta, negli ambienti di lavoro, nel XXI secolo è sentito in misura inferiore, rispetto alla seconda metà del XX secolo.

Per questo loro, competenti e svegli imprenditori, avevano già da molto tempo diversificato la loro produzione.

Ci piace portare questo esempio, per accompagnare l’immagine che apre questo Post: immagine nella quale McKinsey, la più nota Società di consulenza aziendale al Mondo, scrive che “il COVID-19 ha accelerato alcuni processi di cambiamento nel mondo del lavoro e nella organizzazione aziendale”.

Il termine cruciale qui è “accelerato”.

McKinsey comprende che quei processi erano già in corso.

Recce’d da un anno scrive cose analoghe guardando ai mercati finanziari, alle loro valutazioni, alla politica monetaria delle Banche Centrali ed alla politica fiscale dei Governi.

A quanti ci dicevano “chi lo poteva prevedere, lo scoppio di una cosa simile” noi dal primo giorno ripetiamo che :

“nessuno poteva prevederlo, come non è possibile prevedere un terremoto; al tempo stesso, è sempre consigliabile non costruire abitazioni sopra una frana, o immediatamente sotto un vulcano in attività, oppure su una scogliera erosa dal mare”.

Se guardiamo ai mercati finanziari, alla politica monetaria delle Banche Centrali ed alla politica fiscale dei Governi, noi non vediamo alcuna discontinuità, prima e dopo il febbraio del 2020: semplicemente, alcuni processi erano già in atto, e sono semplicemente stati accelerati.

Leggete con attenzione il titolo, ed anche la data, dell’immagine che segue.

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Ciò che giudichiamo inaccettabile (perché spregiudicato, ed anche non professionale) dell’atteggiamento delle banche globali di investimento, e quindi anche delle nostre Reti di Vendita per i Fondi Comuni di Investimento, è la “vendita dell’ottimismo”:

non ci sarà alcun intoppo, da qui in avanti, e “tra dodici mesi sarà tutto come prima, ed anzi, meglio di prima”.

Non si tratta certo di un atteggiamento nuovo: le banche globali di investimento, e con loro le Reti di Vendita (promotori finanziari, private bankers, wealth managers, family bankers e “consulenti”) hanno passato tre anni, dal 2017 al 2019, a spiegare al Mondo che sarebbe arrivata la “crescita al 4%” ovvero la “crescita globale sincronizzata”.

Una invenzione, per vendere. un miraggio, spacciato per realtà al povero investitore finale. Una balla.

Ciò che però oggi è diverso, rispetto ad allora, è che ci si poteva augurare che la durissima esperienza che ci ha colpiti tutti portasse un po’ di giudizio, maturità e senso di responsabilità.

Ma evidentemente queste sono doti che, se non le possiedi, non si possono acquistare al mercato.

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Un esempio? Già a aprile 20’20, si diceva ai Clienti di queste strutture che si era ormai “oltre il picco del COVID-19”. Lo vedete sopra, nell’immagine.

Poi il 9 novembre è arrivato “il vaccino”, ed a quel punto tutti, da tutte le parti, sono corsi a spiegare al Cliente che “la guerra è finita, si può festeggiare” . Anche queste sono balle: povere bugie da raccontare ai bambini per farli addormentare.

Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio tutta questa armata di venditori affamati di commissioni si è spesa fino all’ossessione per convincere gli investitori finali di ciò che segue:

“… SE i vaccini debelleranno l’epidemia, e SE le misure di politica fiscale avranno successo, e SE le misure di politica monetaria produrranno l’esisto sperato, e SE il pubblico reagirà a questi interventi nel modo che noi prevediamo, e SE gli effetti indesiderati di questi interventi saranno pari a ZERO, bene, allora tutto sarà MEGLIO DI PRIMA”.

Domandatevi per quale scopo: perché questa insistenza, questa vera e propria ossessione a convincere il pubblico dei risparmiatori che SENZA DUBBIO si realizzerà uno scenario che, a guardare in modo più attento, avrà si e e no il 5% di probabilità di realizzarsi?

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Perché convincere il pubblico del fatto che sicuramente ci sarà una nevicata a Ferragosto? Potrebbe succedere (a Courmayeur oppure a Cortina d’Ampezzo), ma vi pare sensato investirci del denaro?

I più astuti vi risponderanno che è per influenzare “le aspettative” (immagine sopra): si punta sulle aspettative perché “se tutti sono ottimisti, l’economia crescerà poi dopo più rapidamente”.

Peccato che, tre anni fa, tutto il Mondo (e anche il suo cane) erano ottimisti: ma poi … non è successo nulla. Come testimonia la BCE ed anche la Federal Reserve (vedi il titolo più in alto del Wall Street Journal). Chi lavora la campagna vi spiegherà che essere semplicemente ottimisti non aiuta il raccolto.

Ed infatti, l’obbiettivo reale ed autentico di questi “ottimisti a pagamento” è un’altro: queste intense campagne di comunicazione, basate sul negare anche l’evidenza (immagine che segue, del 19 febbraio 2021) e sulle fake news, sono indispensabili per isolare i mercati finanziari dalla realtà dei fatti.

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Se vi siete affidati ad un buon gestore dei vostri risparmi, vi avrà già spiegato che in questo febbraio 2021 la scelta decisiva sta nel fare attenzione al momento nel quale cominceranno ad affiorare i primi dubbi, e quindi le prime crepe nella corazza di cemento armato costruita tra novembre e gennaio per isolare dalla realtà dei fatti i mercati finanziari.

Quando è che i promotori finanziari, i private bankers, e le banche globali di investimento inizieranno a “tirare indietro la mano”, dopo avervi lanciato il sasso, quel sasso che voi investitori avete inseguito?

Da questo, dipende buona parte del vostro risultato, ovvero della performance di portafoglio che otterrete nel 2021 (e negli anni che seguono).

Fate subito, ora, un test: leggete ciò che scriveva la banca globale JPMorgan pochi giorni fa (immagine sotto) e chiedetevi: “ma non è che questi hanno già iniziato a tirare indietro la mano?”.

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Se ciò che avete letto in questo nostro Post però non vi convince, e se proprio siete certi che le Banche Centrali non sbagliano mai un colpo, che Goldman Sachs UBS e Paribas non sbagliano mai un colpo, e che il vostro promotore finanziario ovvero private banker ovvero wealth manager quando vi da un consiglio lo fa nel vostro esclusivo interesse, allora nel vostro esclusivo interesse fate almeno questo piccolo sforzo: ritornate con la memoria a fine giugno 2016, quanto tutti questi signori vi suggerivano di vendere tutto ciò che avevate (ed anche ciò che non avevate) in portafoglio in sterline GBP, perché con Brexit “il crollo sarà inevitabile”.

Oggi Brexit c’è, è finalmente arrivata, e nel grafico sotto c’è scritto a quanto scambia oggi la sterlina GBP contro dollaro USA.

Lo sapete quanto quotava, la sterlina GBP, conto dollaro USA a fine giugno 2016? No? Ahi ahi ahi. Chiedete almeno al vostro private banker, quello che vi aveva consigliato di venderla!

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Mercati oggiValter Buffo
Effetto Draghi 2021
 

Oggi Recce’d pubblica sei nuovi Post. Il lancio della nuova impostazione di questo Blog (a temi, e con un nuovo layout) è stato rinviato al secondo trimestre 2021 in ragione della rapidissima evoluzione della situazione dei mercati finanziari nel mese di gennaio. Per noi di Recce’d, sono sempre i mercati a dettare i tempi. In aggiunta, oggi le occasioni per gli investitori sono le più grandi di una generazione. e noi di certo non vogliamo perderle di vista.

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In questo breve Post, due sole immagini: quella che sta qui sopra (è il Corriere della Sera del 3 febbraio 2021), e quella che trovate qui sotto (il rendimento, e quindi anche il prezzo, dei BTp decennali, aggiornato al 19 febbraio 2021).

Noi non abbiamo nulla da aggiungere: se qualcuno ci volesse aiutare a capire quello che sta succedendo, non ha che da scriverci, e noi lo ringrazieremo.

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Mercati oggiValter Buffo