Sherlock Holmes e lo strano caso della cravatta che non c’è più

 

Oggi Recce’d pubblica sei nuovi Post. Il lancio della nuova impostazione di questo Blog (a temi, e con un nuovo layout) è stato rinviato al secondo trimestre 2021 in ragione della rapidissima evoluzione della situazione dei mercati finanziari nel mese di gennaio. Per noi di Recce’d, sono sempre i mercati a dettare i tempi. In aggiunta, oggi le occasioni per gli investitori sono le più grandi di una generazione. e noi di certo non vogliamo perderle di vista.

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Il caso della cravatta: tra i nostri amici c’è una famiglia titolare di un noto cravattificio, che senza dubbio è stata colpita in modo negativo dalla diffusione dello smart working. Ci dicono questi amici che il calo dell’attività nel 2020 è stato molto marcato.

Al tempo stesso, da competenti e coscienziosi imprenditori quali sono, non si nascondono dietro ad un dito: riconoscono che già da un decennio il calo della domanda, nel loro comparto è stato sensibile. L’obbligo della cravatta, negli ambienti di lavoro, nel XXI secolo è sentito in misura inferiore, rispetto alla seconda metà del XX secolo.

Per questo loro, competenti e svegli imprenditori, avevano già da molto tempo diversificato la loro produzione.

Ci piace portare questo esempio, per accompagnare l’immagine che apre questo Post: immagine nella quale McKinsey, la più nota Società di consulenza aziendale al Mondo, scrive che “il COVID-19 ha accelerato alcuni processi di cambiamento nel mondo del lavoro e nella organizzazione aziendale”.

Il termine cruciale qui è “accelerato”.

McKinsey comprende che quei processi erano già in corso.

Recce’d da un anno scrive cose analoghe guardando ai mercati finanziari, alle loro valutazioni, alla politica monetaria delle Banche Centrali ed alla politica fiscale dei Governi.

A quanti ci dicevano “chi lo poteva prevedere, lo scoppio di una cosa simile” noi dal primo giorno ripetiamo che :

“nessuno poteva prevederlo, come non è possibile prevedere un terremoto; al tempo stesso, è sempre consigliabile non costruire abitazioni sopra una frana, o immediatamente sotto un vulcano in attività, oppure su una scogliera erosa dal mare”.

Se guardiamo ai mercati finanziari, alla politica monetaria delle Banche Centrali ed alla politica fiscale dei Governi, noi non vediamo alcuna discontinuità, prima e dopo il febbraio del 2020: semplicemente, alcuni processi erano già in atto, e sono semplicemente stati accelerati.

Leggete con attenzione il titolo, ed anche la data, dell’immagine che segue.

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Ciò che giudichiamo inaccettabile (perché spregiudicato, ed anche non professionale) dell’atteggiamento delle banche globali di investimento, e quindi anche delle nostre Reti di Vendita per i Fondi Comuni di Investimento, è la “vendita dell’ottimismo”:

non ci sarà alcun intoppo, da qui in avanti, e “tra dodici mesi sarà tutto come prima, ed anzi, meglio di prima”.

Non si tratta certo di un atteggiamento nuovo: le banche globali di investimento, e con loro le Reti di Vendita (promotori finanziari, private bankers, wealth managers, family bankers e “consulenti”) hanno passato tre anni, dal 2017 al 2019, a spiegare al Mondo che sarebbe arrivata la “crescita al 4%” ovvero la “crescita globale sincronizzata”.

Una invenzione, per vendere. un miraggio, spacciato per realtà al povero investitore finale. Una balla.

Ciò che però oggi è diverso, rispetto ad allora, è che ci si poteva augurare che la durissima esperienza che ci ha colpiti tutti portasse un po’ di giudizio, maturità e senso di responsabilità.

Ma evidentemente queste sono doti che, se non le possiedi, non si possono acquistare al mercato.

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Un esempio? Già a aprile 20’20, si diceva ai Clienti di queste strutture che si era ormai “oltre il picco del COVID-19”. Lo vedete sopra, nell’immagine.

Poi il 9 novembre è arrivato “il vaccino”, ed a quel punto tutti, da tutte le parti, sono corsi a spiegare al Cliente che “la guerra è finita, si può festeggiare” . Anche queste sono balle: povere bugie da raccontare ai bambini per farli addormentare.

Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio tutta questa armata di venditori affamati di commissioni si è spesa fino all’ossessione per convincere gli investitori finali di ciò che segue:

“… SE i vaccini debelleranno l’epidemia, e SE le misure di politica fiscale avranno successo, e SE le misure di politica monetaria produrranno l’esisto sperato, e SE il pubblico reagirà a questi interventi nel modo che noi prevediamo, e SE gli effetti indesiderati di questi interventi saranno pari a ZERO, bene, allora tutto sarà MEGLIO DI PRIMA”.

Domandatevi per quale scopo: perché questa insistenza, questa vera e propria ossessione a convincere il pubblico dei risparmiatori che SENZA DUBBIO si realizzerà uno scenario che, a guardare in modo più attento, avrà si e e no il 5% di probabilità di realizzarsi?

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Perché convincere il pubblico del fatto che sicuramente ci sarà una nevicata a Ferragosto? Potrebbe succedere (a Courmayeur oppure a Cortina d’Ampezzo), ma vi pare sensato investirci del denaro?

I più astuti vi risponderanno che è per influenzare “le aspettative” (immagine sopra): si punta sulle aspettative perché “se tutti sono ottimisti, l’economia crescerà poi dopo più rapidamente”.

Peccato che, tre anni fa, tutto il Mondo (e anche il suo cane) erano ottimisti: ma poi … non è successo nulla. Come testimonia la BCE ed anche la Federal Reserve (vedi il titolo più in alto del Wall Street Journal). Chi lavora la campagna vi spiegherà che essere semplicemente ottimisti non aiuta il raccolto.

Ed infatti, l’obbiettivo reale ed autentico di questi “ottimisti a pagamento” è un’altro: queste intense campagne di comunicazione, basate sul negare anche l’evidenza (immagine che segue, del 19 febbraio 2021) e sulle fake news, sono indispensabili per isolare i mercati finanziari dalla realtà dei fatti.

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Se vi siete affidati ad un buon gestore dei vostri risparmi, vi avrà già spiegato che in questo febbraio 2021 la scelta decisiva sta nel fare attenzione al momento nel quale cominceranno ad affiorare i primi dubbi, e quindi le prime crepe nella corazza di cemento armato costruita tra novembre e gennaio per isolare dalla realtà dei fatti i mercati finanziari.

Quando è che i promotori finanziari, i private bankers, e le banche globali di investimento inizieranno a “tirare indietro la mano”, dopo avervi lanciato il sasso, quel sasso che voi investitori avete inseguito?

Da questo, dipende buona parte del vostro risultato, ovvero della performance di portafoglio che otterrete nel 2021 (e negli anni che seguono).

Fate subito, ora, un test: leggete ciò che scriveva la banca globale JPMorgan pochi giorni fa (immagine sotto) e chiedetevi: “ma non è che questi hanno già iniziato a tirare indietro la mano?”.

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Se ciò che avete letto in questo nostro Post però non vi convince, e se proprio siete certi che le Banche Centrali non sbagliano mai un colpo, che Goldman Sachs UBS e Paribas non sbagliano mai un colpo, e che il vostro promotore finanziario ovvero private banker ovvero wealth manager quando vi da un consiglio lo fa nel vostro esclusivo interesse, allora nel vostro esclusivo interesse fate almeno questo piccolo sforzo: ritornate con la memoria a fine giugno 2016, quanto tutti questi signori vi suggerivano di vendere tutto ciò che avevate (ed anche ciò che non avevate) in portafoglio in sterline GBP, perché con Brexit “il crollo sarà inevitabile”.

Oggi Brexit c’è, è finalmente arrivata, e nel grafico sotto c’è scritto a quanto scambia oggi la sterlina GBP contro dollaro USA.

Lo sapete quanto quotava, la sterlina GBP, conto dollaro USA a fine giugno 2016? No? Ahi ahi ahi. Chiedete almeno al vostro private banker, quello che vi aveva consigliato di venderla!

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Mercati oggiValter Buffo