Svuotiamo i magazzini: perché non fate più spesso il trading?
 

Arriva luglio, e per i negozi è stagione di saldi, per svuotare i magazzini. Lo facciamo anche noi di Recce’d: svuotiamo il nostro archivio dei semilavorati che sono rimasti impubblicati da marzo in avanti. Ci troverete quindi temi sempre significativi, ma magari non di immediata attualità, e poi temi sui quali nel Blog avevamo già scritto magari in modo sintetico

E nel frattempo mettiamo a punto il nuovo Blog, che abbiamo annunciato già nei Post di quindici giorni fa, alla fine del primo semestre 2020.

Novità che si accompagnerà ad altre importanti novità nel comparto della comunicazione di Recce’d, a cominciare dal sito (sia layout sia contenuti e servizi offerti) per finire con The Morning Brief, il quotidiano distribuito in esclusiva ai nostri Clienti.

Lo svuotamento potrebbe proseguire nel mese di luglio. Vedremo che succede.

Abbiamo affrontato il medesimo tema già quindici giorni fa: perché Recce’d non si occupa, non dedica maggiore attenzione, non produce una maggiore quantità di segnali ed indicazioni per fare trading?

La risposta più semplice e diretta, come abbiamo scritto solo quindici giorni fa, è la seguente “Perché sappiamo leggere”.

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C’è sempre quel numerino, scritto piccolissimo lì sotto (ma sempre presente, almeno nelle nostre menti) che ci disturba

Non disturba invece, il signore del video più in alto. Lui ormai è una star: una star del trading, il top trader del momento. Lui è quello che tutti, sui mercati, conoscono e commentano perché pesca dal sacchetto dello Scarabeo (il gioco di società) le lettere per scegliere le azioni sulle quali puntare.

Lui è quello che ha fatto il suo slogan questa affermazione “Stocks only go up”, con tanti ringraziamenti per la mano generosa e premurosa della Federal Reserve.

Lui è quello che in questo video afferma: “Warrenn Buffet è il passato. Oggi sono io, il Re”.

Perché noi di Recce’d ne scriviamo? per più ragioni, diverse tra loro.

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La prima è che, piaccia o non piaccia, per operare oggi sui portafogli e quindi sui mercati è necessario comprendere questi fenomeni. Non ha il minimo senso scegliere un Fondo Comune, oppure un’azione, oppure una obbligazione, senza avere le idee chiare su come funzionano oggi i mercati finanziari. Mercati che oggi non funzionano come dieci, venti, trenta anni fa: non funzionano come c’è scritto nei libri di testo.

Il secondo motivo, per cui ne scriviamo, è che moltissimi investitori, anche in Italia, anche oggi, pensano che loro sono meglio di Warren Buffet. Proprio come il signore qui sopra.

Pensano che non serve informazione, non serve metodo, non serve lavoro, non serve strategia e disciplina. Dicono a sé stessi: per investire, bastano furbizia, intuizione, e naturalmente c**o.

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Recce’d afferma l’opposto: Recce’d ritiene che investire è una professione che deve essere svolta con disciplina e metodo, che deve essere fondata su solidissime basi di conoscenza ed analisi, che deve fare uso delle più aggiornate tecniche di elaborazione dati, quantitative e qualitative. Investire non può essere lasciato al caso. Investire è una cosa seria, che non deve essere lasciata a ex-venditori, ex-broker, ex-trader, ex-giornalisti, ex di ogni altro tipo. Investire non può essere improvvisato: è indispensabile affidarsi ad un gestore di portafoglio esperto, non ad un venditore occasionale.

Noi la vediamo così: e la realtà dei fatti dice che noi abbiamo ragione.

Lo potete vedere tutti: è sufficiente leggere quel famoso numerino scritto piccolo in basso.

A tutti i nostri lettori che pensano di essere meglio di Warren Buffet, Recce’d vuole ricordare una cosa che probabilmente a loro sfugge: se vanno questa sera al casinò di St. Vincent, ci portano i loro soldi, e li puntano tutti su una combinazione di sei numeri al tavolo della roulette, le probabilità che avranno di non perdere i soldi sono più elevate di quelle che avrebbero facendo trading.

Non solo: la vincita (nel caso di vincita) è molto più alta.

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Lo dicono i fatti: non lo dice Recce’d.

Svuotiamo i magazzini: Fintech e la CONSOB, c'è da ridere oppure da piangere?
 

Arriva luglio, e per i negozi è stagione di saldi, per svuotare i magazzini. Lo facciamo anche noi di Recce’d: svuotiamo il nostro archivio dei semilavorati che sono rimasti impubblicati da marzo in avanti. Ci troverete quindi temi sempre significativi, ma magari non di immediata attualità, e poi temi sui quali nel Blog avevamo già scritto magari in modo sintetico

E nel frattempo mettiamo a punto il nuovo Blog, che abbiamo annunciato già nei Post di quindici giorni fa, alla fine del primo semestre 2020.

Novità che si accompagnerà ad altre importanti novità nel comparto della comunicazione di Recce’d, a cominciare dal sito (sia layout sia contenuti e servizi offerti) per finire con The Morning Brief, il quotidiano distribuito in esclusiva ai nostri Clienti.

Lo svuotamento potrebbe proseguire nel mese di luglio. Vedremo che succede.

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Con chirurgica precisione (tipicamente tedesca) la vicenda Wirecard è stata espiantata dalle prime pagine dei quotidiani. ma noi di Recce’d non ce ne siamo dimenticati: e ci ritorneremo nel corso dell’anno.

Dai quotidiani e dai TG la notizia è scomparsa tanto quanto sono scomparsi i due miliardi di euro: eppure, si tratta di due miliardi di euro: una intera manovra finanziaria italiana. Due miliardi di euro che non solo sono spariti, ma che non erano mai esistiti.

Come abbiamo scritto più di una volta, nella pagina MERCATI IN REAL-TIME del nostro sito, aggiornata ogni mattina alle 6, Wirecard era nell’ìindice principale di Francoforte, il DAX 30, ed era uno dei leader mondiali del movimento battezzato Fintech, sì, proprio quello dei Convegni profumatissimi alla Sede della Borsa Italiana, quello dei Convegni al Palazzo delle Stelline, il Fintech che avrebbe “cambiato il panorama della finanzia internazionale.

Lo ha fatto, ma non nel modo che ci era stato annunciato al Convegno.

Che Fintech fosse un’etichetta vuota di contenuto, per la verità, cominciavano ad accorgersene in molti. Purtroppo, non se ne era accorta la CONSOB tedesca che si chiama BaFin.

Perché i 2 miliardi di euro da anni e più volte ogni anno venivano comunicati alla CONSOB tedesca. Per anni.

Stiamo parlando della CONSOB, la Autorità che deve proteggere e vigilare sul anche sul risparmio dei privati investitori, ed anche sui moduli MIFID, e sui prospetti delle obbligazioni e dei Fondi Comuni (anche di quelli che avevano investito sul Fintech).

Avete presente, no? Quando qualcuno per vendervi i Fondi Comuni vi dice la frase magica: “è tutto autorizzato dalla CONSOB”, frase con la quale si vorrebbe dire che c’è una garanzia, ed è una garanzia assoluta per il risparmiatore.

Non può, non potrebbe, assolutamente succedere che spariscano così, dalla sera alla mattina, 2 miliardi di euro. Non può succedere. Ad esempio, le grandi Reti di vendita dei promotori finanziari, e anche l’associazione OCF che è l’Albo dei promotori finanziari, sono tutti sotto la vigilanza di CONSOB.

E quindi no, non potrebbe mai succedere, assolutamente mai. State tranquilli. State lì belli tranquilli.

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Jamais vaincu (ovvero: siamo molto DIVERSI)
 

I Post che pubblichiamo durante questo weekend di fine giugno 2020 sono gli ultimi della vecchia serie. Con il secondo semestre 2020, il Blog di Recce’d subirà una profonda trasformazione, che ruoterà intono a sei temi, che seguiremo con regolarità nel corso del tempo e nel loro sviluppo, e che chiameremo (prevedibilmente) “I temi di Recce’d”.

Il Blog di Recce’d, dopo molti anni, cambia natura: diventa un contenitore di informazioni selezionate e di commenti qualificati. Nel corso degli ultimi dieci anni, ed in numerose occasioni, un consistente numero di lettori ci ha comunicati di avere “guadagnato dei soldi sui mercati” seguendo le indicazioni che era possibile ricavare dal nostro Blog.

Questo a partire dal secondo semestre 2020 non potrà più accadere: non troverà più quel tipo di indicazioni nel nostro Blog. Chi cerca “una dritta” farà bene quindi a leggere quello che pubblicano altri consulenti in altri siti. Noi forniremo indicazioni operative in modo esclusivo ai nostri Clienti.

 

Siamo DIVERSI: molto, molto diversi dagli altri operatori del settore in Italia, e nel Mondo.

In tutti gli aspetti del Servizio. E prima di tutto nella QUALITA’.

Poi anche nella comunicazione con il Cliente, nell’informazione del Cliente, nella gestione della relazione con il Cliente.

Come abbiamo evidenziati nella Lettera al Cliente spedita oggi, siamo diversi anche nella gestione dei rischio del portafoglio modello, fatto che ci differenzia in modo profondo dall’intero mondo della promozione finanziaria e dei Fondi Comuni di investimento, come è documentato sotto dall’esame delle prime tre colonne a sinistra e dell’ultima a destra. Cose mai viste, dalle nostre parti (e dai nostri Clienti, che è ciò che poi conta.

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Ma siamo diversi anche nei risultati. Lo documentiamo con la tabella sopra, e poi anche con la tabella che segue sotto. Il confronto di performances con il mondo dei Fondi Comuni di Investimento (sopra) non ci interessa: noi stiamo qui, loro stanno là, viaggiamo su due orbite diverse che non si incontreranno mai. Se pubblichiamo questa tabella, è soltanto perché questi numeri sono rappresentativi di ciò che ha ottenuto, investendo nel modo suggerito dalle Reti di private banking, l’investitore italiano medio negli ultimi cinque anni.

Tornando al confronto dei risultati, a noi interessa invece di fare il confronto con il mondo dei Fondi Hegde: e facciamo in casa nostra questo confronto ogni giorno (weekend incluso).

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Per la verità, il nostro confronto quotidiano con i Fondi Hedge viene svolto con riferimento non tanto ai dati di performance che leggete sopra nella tabella, quanto con dati più analitici, come quelli che leggete sotto nella tabella.

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Con che cosa facciamo il confronto? Con i dati di performance, e di rischio, dei nostri portafogli modello. Come, ad esempio, i dati che leggete nella tabella che segue.

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Ma il confronto che davvero ci interessa, e che davvero ci emoziona, è quello di medio e lungo periodo: non non dimentichiamo mai che “il cavallo buono si vede a corsa lunga”. Per questa ragione, seguiamo sempre con massima attenzione le performances, ma sempre inquadrandole in un periodo più ampio. Ad esempio, qui sotto, vedete la performance della categoria Macro dei Fondi Hedge, come si legge sul sito di HFR. Il periodo è quello tra il 2007 ed oggi.

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Con che cosa facciamo il confronto? Con i nostri dati di performance, quelli del portafoglio modello, tra il 2007 ed oggi (il medesimo periodo).

Il grafico che segue merita a nostro giudizio un commento. Il nostro commento è “E’ così, che si lavora”.

A voi lettori di elaborare il vostro personale commento.

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Il Post che state leggendo ha uno scopo preciso: spiegare ai lettori il perché, durante la settimana appena conclusa, noi abbiamo scritto nella nostra pagina MERCATI del sito ciò che segue (che è motivato appunto dai dati che avete appena letto):

Ciò che invece nei prossimi mesi non cambierà è la distanza tra i risultati di Recce’d e quelli medi dell’industria del risparmio in Italia che noi regolarmente commentiamo per i Clienti nelle Lettere a loro riservate.. Andateveli a vedere, o meglio ancora guardate i vostri stessi risultati. Il gap, il differenziale, la distanza tra noi e loro ormai è così ampia che non potrà essere colmata. In questi numeri, c’è tutta la differenza tra una gestione di portafoglio disciplinata, basata su criteri chiari, aggiornati, che utilizzano strumenti di valutazione scientifici, ed una gestione del portafoglio fatta a spanne, a orecchio, senza competenza specifica, inseguendo il trend o il “colpo di fortuna”. Chiunque in Italia fa “il consulente”: quelli che prima facevano i venditori, i brokers, per le banche di investimento e le SIM, e passavano la giornata a vendere obbligazioni ai Fondi Comuni di Investimento o magari a piazzare titoli strutturati alla proprietà delle banche; e poi ci sono quelli che prima facevano i giornalisti, e poi quelli che prima facevano il rappresentante di commercio con la valigetta ed il depliant (di depuratori d’acqua o di polizze vita o di Fondi Comuni, non fa differenza alcuna). Personaggi che mai nella vita hanno gestito un portafoglio in titoli, ma neppure un solo euro. E’ sufficiente una parlantina svelta: in Italia, oggi, è “liberi tutti”. Il Cliente investitore deve realizzare che la sua scelta più importante, la sua prima scelta, è selezionare con spirito critico la figura professionale alla quale dare la propria fiducia.

Valter Buffo
Jamais des vainqueurs (ovvero: ma perché non recuperano?)
 

I Post che pubblichiamo durante questo weekend di fine giugno sono gli ultimi della vecchia serie. Con il secondo semestre 2020, il Blog di Recce’d subirà una profonda trasformazione, che ruoterà intono a sei temi, che seguiremo con regolarità nel corso del tempo e nel loro sviluppo, e che chiameremo (prevedibilmente) “I temi di Recce’d”.

Il Blog di Recce’d, dopo molti anni, cambia natura: diventa un contenitore di informazioni selezionate e di commenti qualificati. Nel corso degli ultimi dieci anni, ed in numerose occasioni, un consistente numero di lettori ci ha comunicati di avere “guadagnato dei soldi sui mercati” seguendo le indicazioni che era possibile ricavare dal nostro Blog.

Questo a partire dal secondo semestre 2020 non potrà più accadere: non troverà più quel tipo di indicazioni nel nostro Blog. Chi cerca “una dritta” farà bene quindi a leggere quello che pubblicano altri consulenti in altri siti. Noi forniremo indicazioni operative in modo esclusivo ai nostri Clienti.

 

Con l’indice Nasdaq sopra i 10000 punti. Con l’indice S&P 500 sopra i 3000 punti. Con l’indice Dow Jones sopra i 25000 punti. Con l’indice DAX sopra i 12000 punti. Con il rendimento del Bund decennale negativo e con il rendimento del Trasury a 10 anni sotto lo 0,70% e persino con il rendimento del BTp a 10 anni sotto lo 1,50%.

Ragazzi, diciamolo: è il Bengodi. E’ il paradiso. E’ un momento che mai, mai mai più si ripresenterà. E’ il momento in cui stappare non una, ma cento, mille bottiglie di champagne (o meglio lo spumante nazionale?).

Insomma, ragazzi, è la ricchezza per tutti, è il mercato che fa tutti ricchi e non guarda in faccia nessuno.

Ebbene (sorpresa!) con tutto, ma proprio tutto, anche le porcherie più immonde ed inimmaginabili su prezzi eccezionalmente elevati, la performance dei Fondi Comuni di Investimento in Italia (ma pure nelle altre parti del Mondo Occidentale) è quella che leggete sotto nelle tabella aggiornata a venerdì scorso.

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Il Cliente medio Italiano, che si rivolge alla Banca sotto casa, oppure alle grandi Reti di promotori finanziari, quali sono i venditori di Fondi Comuni di Mediolanum, di Fideuram, di Banca Profilo, di Banca Generali, di FINECO, i cosiddetti “consulenti” ovvero “wealth managers” ovvero “private bankers”, negli ultimi cinque anni ha guadagnato ZERO. Ha solo, e sempre, pagato commissioni. Gli altri godevano, e lui guardava.

E adesso, a fine giugno 2020, dopo avere letto sul Sole 24 Ore che le Borse di tutto il Mondo hanno recuperato tutto, si domanda: ma perché i miei Fondi invece non recuperano?

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E non recuperano, ripetiamolo, anche se l’indice Nasdaq sopra i 10000 punti. Con l’indice S&P 500 sopra i 3000 punti. Con l’indice Dow Jones sopra i 25000 punti. Con l’indice DAX sopra i 12000 punti. Con il rendimento del Bund decennale negativo e con il rendimento del Trasury a 10 anni sotto lo 0,70% e persino con il rendimento del BTp a 10 anni sotto lo 1,50%.

Dati clamorosi. C’è evidentemente qualche cosa che proprio non funziona. Mai.

I dati sono clamorosi per una ragione molto precisa: ma quando mai, quando mai nel futuro, per i venditori di Fondi Comuni di Mediolanum, di Fideuram, di Banca Profilo, di Banca Generali, di FINECO, i cosiddetti “consulenti” ovvero “wealth managers” ovvero “private bankers”, tornerà una situazione tanto favorevole? Quando mai, nel futuro, saranno così fortunati? Quando mai si rivedrà una roba simile? Secondo molti, autorevoli, equilibrati, e competenti commentatori, la risposta è : mai (grafico qui sopra). E noi aggiungiamo: per la nostra fortuna di investitori, e per la fortuna di tutti.

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Dobbiamo purtroppo rimarcare che fanno parte di questa ampia categoria di gestori, che potrebbe essere etichettata come “ i perdenti di insuccesso”, anche la maggior parte dei Fondi Hegde.

Nati negli Anni Ottanta come “alternativa” ai Fondi tradizionali, e venduti al pubblico come “decorrelati”, oggi sono correlati allo 80% all’indice più importante del Pianeta, lo S&P 500, e producono i medesimi risultati dei Fondi Comuni tradizionali, come potete voi stessi verificare facendo un confronto tra la prima e la seconda tabella.

Insomma: per quegli investitori che si sono indirizzati vero i Fondi Hedge, ed i fondi assimilabili agli Hegde, è andata ancora peggio: medesimi risultati di Fondi Comuni tradizionali, e commissioni ancora più care.

Per loro, per i “perdenti di insuccesso”, è suonata la campana: è ora di cambiare registro, di cambiare forma sociale, di cambiare approccio alla gestione del portafoglio, di cambiare strategia di investimento, di cambiare la comunicazione con il Cliente.

Per voi, lettori di questo sito, è ora di cambiare registro: più semplicemente, è ora di cambiare gestore.

Perché voi di Recce’d non dedicate più tempo al trading?
 

I Post che pubblichiamo durante questo weekend di fine giugno 2020 sono gli ultimi della vecchia serie. Con il secondo semestre 2020, il Blog di Recce’d subirà una profonda trasformazione, che ruoterà intono a sei temi, che seguiremo con regolarità nel corso del tempo e nel loro sviluppo, e che chiameremo (prevedibilmente) “I temi di Recce’d).

Il Blog di Recce’d, dopo molti anni, cambia natura: diventa un contenitore di informazioni selezionate e di commenti qualificati. Nel corso degli ultimi dieci anni, ed in numerose occasioni, un consistente numero di lettori ci ha comunicati di avere “guadagnato dei soldi sui mercati” seguendo le indicazioni che era possibile ricavare dal nostro Blog.

Questo a partire dal secondo semestre 2020 non potrà più accadere: non troverà più quel tipo di indicazioni nel nostro Blog. Chi cerca “una dritta” farà bene quindi a leggere quello che pubblicano altri consulenti in altri siti. Noi forniremo indicazioni operative in modo esclusivo ai nostri Clienti.

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Nel corso degli anni, in numerose occasioni, ci è stato chiesto il motivo per il quale, pur disponendo di tempo, mezzi, e qualche capacità già dimostrata, noi di Recce’d non svolgiamo con regolarità l’attività di trading sui portafogli nostri e dei nostri Clienti.

In estrema sintesi potremmo rispondere così: “perché sappiamo leggere”.

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Volendo rispondere alla medesima domanda in modo più articolato e con più parole, potremmo dire: “Perché il Cliente che fa trading perde i suoi soldi, mentre noi siamo qui ogni giorno al solo scopo di fare guadagnare soldi al Cliente”.

Per questa semplice ragione, noi di Recce’d abbiamo fin dall’inizio limitato rigidamente le nostre attività di trading a ben precise fasi del mercato finanziario e a una ben precisa fascia della Clientela che ha la capacità personale e patrimoniale di tollerare un rischio che (purtroppo) moltissimi investitori retail non sanno, oppure non vogliono, vedere.

Il nostro mestiere resta e resterà la gestione del portafoglio titoli: che è cosa lontanissima dal trading.

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