Possibile che non se ne sia accorto nessuno?
 

Vi invitiamo a non fare l’errore di credere che, siccome nei TG si parla unicamente di coronavirus, tutto il resto del Mondo si ferma.

Il Mondo va avanti, accadono fatti molto importanti, e vengono pubblicati dati importantissimi.

La settimana scorsa, ad esempio, ne sono stati pubblicati a decine, ed ognuno meriterebbe un Post di approfondimento.

Noi per voi abbiamo scelto il dato pubblicato giovedì 30 gennaio 2020, per il PIL degli Stati Uniti nel trimestre ottobre-dicembre.

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Se non arriva il Tweet di Trump, le televisioni come CNBC e i quotidiani non mettono il dato in prima pagina: eppure, questo dato ci ha detto cose molto importanti. Che riassumiamo qui.

La crescita, annualizzata, del PIL degli Stati Uniti nell’ultimo trimestre del 2029 è stata del 2,1%. Di questo 2,1%, lo 1,42% deriva da una sola componente, che è la bilancia commerciale.

In sostanza: il calo delle importazioni, che vedete sopra nel primo grafico, ha determinato una crescita del PIL degli USA dello 1,42%, mentre tutte le altre componenti insieme hanno determinato una crescita che, se riportata su base annua, è pari allo 0,7%.

Ma Trump non ha mandato il suo Tweet, e quindi nessuno ha ritenuto importante scrivere che questo dato anticipa una crescita vicina allo zero, nel primo trimestre 2020, che è il trimestre in corso.

Poi, il giorno dopo, è stato pubblicato anche il dato che vedete sotto.

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Il dato dell’immagine qui sopra, e quello dell’immagine che segue, meriterebbero un’analisi di dettaglio che non svilupperemo in questa sede: ma seppure ad un semplice sguardo, lanciano un messaggio che dovrebbe risultare piuttosto chiaro.

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Se poi aggiungete il dato di martedì scorso, 28 gennaio, per i beni durevoli, che ci ha detto che la spesa per investimenti delle Società negli Stati Uniti (esclusi gli aerei e la difesa) ha subito un CALO del 7% negli ultimi 12 mesi, allora il quadro è completo, e non ci vuole un economista per capire. Lo vedete nel grafico in basso.

Ma non arriva il Tweet, ed allora nessuno ne scrive e nessuno ne parla in TV, per ora. Ma vedrete che se ne parlerà, e molto presto.

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Mercati oggiValter Buffo
Mania e panico
 

Non abbiamo idea di ciò che potrebbe succedere lunedì 3 febbraio, al momento della riapertura dei mercati finanziari in Cina (ma … riapriranno?).

Siamo certi che le Autorità cinesi hanno attivato, con largo anticipo, una serie di meccanismi di protezione, inclusa una ampia opera di persuasione rivolta agli operatori nazionali, il cui scopo è quello di limitare la caduta degli indici nazionali, che come si legge nell’immagine qui sotto potrebbe essere molto ampia.

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Siamo sicuri che questi interventi avranno almeno in parte successo, limitando le oscillazioni dei prezzi: ma quanto a lungo potranno durare, questi interventi a supporto?

Ad esempio: quale impatto avranno, le misure interne di espansione monetaria cinese, sul cambio dello yuan cinese, che proprio venerdì scorso era tornato sulla soglia di 7 nel cambio contro dollaro USA?

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Come scritto sopra, non non abbiamo idea di che cosa possa succedere: ma vogliamo sottolineare il fatto che chi gioca con gli eccessi deve poi accettare rialzi e ribassi.

Come tutti sanno, la MANIA di mercato che spinge gli indici verso “nuovi record assoluti”, scollegandoli dai supporti offerti dalla realtà del Mondo circostante, potrebbe facilmente dare origine ad episodi di PANICO.

Sono le regole del gioco, di questo nuovo gioco messo in piedi da Banche Centrali e grandi banche di investimento. Regole che vanno accettate “nella buona e nella cattiva sorte”, e che vanno affrontate con una strategia di gestione del portafoglio adeguata a questo nuovo contesto di mercato.

Mercati oggiValter Buffo
Mercati Emergenti: quota 24000
 

Quattro mesi fa, quando l’indice della Borsa di Milano era tornato ad avvicinarsi a quota 24000, abbiamo letto articoli di stampa, abbiamo ascoltato servizi delle TV specializzate, ed abbiamo registrato i commenti degli analisti, che tutti dicevano che stava per succedere qualcosa di importante. Più di 100 giorni fa.

Ai Clienti noi quattro mesi fa dicemmo: non sta succedendo un bel nulla. E suggerimmo di non cadere nella “suggestione dei numeri tondi”, e di dedicare al contrario la loro attenzione alla realtà, ed ai dati in uscita, incluso quello che vedete qui sotto che è dell’altro ieri.

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Il comportamento della Borsa di Milano, nell’ultima settimana di gennaio 2020, è la conferma tangibile non soltanto del fatto che non stava succedendo proprio nulla a quota 24000, ma pure del fatto che (come scriviamo da anni) Milano è una piazza che ormai va collocata … tra i Mercati Emergenti.

Le notizie sulle banche, in arrivo dalla BCE, martedì 29 gennaio (notizie rilanciate in prima pagina dai maggiori quotidiani in Italia) avevano spinto di nuovo il listino sopra i 24000 punti.

Anche se si trattava delle solite, vecchie notizie sui giudizi della BCE sui bilanci e il capitale a garanzia, e soprattutto in attesa di vedere “il rimbalzo di Wall Street”.

In curiosa contrapposizione, poche ore dopo, si leggevano poi le notizie sulla Popolare di Bari che leggete nell’immagine qui sotto.

Popolare di Bari che naturalmente era un “caso isolato”, che naturalmente non aveva rapporti con le grandi banche del sistema italiano, e che naturalmente non aveva suscitato alcuna attenzione alla BCE oppure in Banca d’Italia, dove però si “danno i voti” al Credem ed a Unicredit, e a Intesa, e così via, utilizzando il medesimo metodo di lavoro.

Ve lo ripetiamo anche oggi: se pure l’indice della Borsa di Milano domani risalisse sopra i 24000 punti, si tratterebbe di nuovo di un bel nulla. Di nulla. Sono gli alti e bassi di una Borsa Emergente.

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Valter Buffo
Coronavirus ed altri virus (parte 1)
 
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Non ci proveremo neppure: non siamo in grado di misurare la gravità della vicenda citata qui sopra dall’immagine.

Il dovere professionale ci impone, però, di prendere una posizione molto chiara in termini di gestione dei portafogli.

Ciò che noi oggi ci sentiamo di dire è che LA GESTIONE DEL RISCHIO nella gestione di un portafoglio titoli resta altrettanto importante che la caccia al rendimento più alto.

Moltissimi investitori, nel 2020, si sono lasciati attirare in una trappola: si sono fatti convincere, da una ampia campagna di stampa (quotidiani e TV) alimentata dalle cosiddette “ricerche” delle banche globali di investimento e delle Società di Fondi Comuni di Investimento che ormai “il rischio non esiste più”: E non esiste più perché “le Banche Centrali hanno il potere di azzerare i rischi”, incluso il rischio di recessione.

Più e più volte, noi di Recce’d abbiamo messo in guardia i lettori, spiegando perché si tratta di una colossale sciocchezza.

Oggi, è proprio l’attualità a riportarci all’attenzione il fatto che le Banche Centrali non hanno il potere di azzerare il rischio per gli investitori.

E non stiamo parlando, ovviamente, soltanto dell’epidemia di corona virus.

Guardate alla crisi di liquidità sul mercato interbancario negli USA: cinque mesi di interventi quotidiani da parte della Federal Reserve, e dopo cinque mesi l’emergenza resta la stessa di metà settembre 2019.

E poi guardate ai dati per la crescita del PIL (quello per gli USA uscirà giovedì): dopo avere speso miliardi di miliardi di miliardi, perché siamo sempre così vicini allo zero?

Ed infine, guardate alla perdurante tensione politica e militare internazionale: siete davvero convinti che se la Fed continuerà a buttare denaro sui mercati, si risolverà la questione (ad esempio) tra IRAN e Stati Uniti?

In Recce’d non solo non ne siamo convinti: al contrario, noi siamo convinti dal fatto che c’è da fare bene, anzi benissimo, per i portafogli dei nostri Clienti proprio grazie la fatto che anche nel 2020, come già nel 2018, i mercati si risveglieranno alla realtà.

Mercati oggiValter Buffo
Due semplici operazioni fatte sul retro di una busta
 

Nelle ultime settimane, a favore dei nostri Clienti, abbiamo approfondito attraverso The Morning Brief il tema delle stagione delle trimestrali negli Stati Uniti.

Questo perché di fatto l’intero 2019 si è sviluppato, in ogni mercato finanziario del Pianeta, avendo come unico, solo, ingombrante riferimento l’andamento della Borsa di New York.

La prima parte del 2020, per questo motivo, ruoterà ancora intorno a ciò che succede alla Borsa di New York.

Il nostro lavoro su The Morning Brief si è chiuso, venerdì 24 gennaio, con un semplice esercizio, di semplice aritmetica: addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni.

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Non serve essere un analista, e non serve una Laurea in Finanza, per leggere i dati del grafico qui sopra, e fare giusto due conticini semplici semplici, per capire che cosa avete in mano se siete investiti sui Fondi Comuni che oggi sono carichi di titoli della Borsa di New York.

Il grafico vi racconta la storia del rapporto P/E tra prezzo della Borsa di New York ed utili delle Società quotate alla Borsa di New York.

Fate anche voi qualche semplice operazione (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione: non vi serve altro) e vedrete che vi sarà utilissimo, per capire dove andranno a finire i vostri soldi.

Lasciamo quindi ai lettori di fare i propri conti, semplici semplici: noi qui ci limitiamo a sottolineare il fatto che gli atteggiamenti definiti “speculativi” di certe categorie di operatori (pensiamo ad esempio ai Fondi Hedge di venti anni fa) oggi si sono trasferiti all’intera industria dei Fondi Comuni tradizionali.

E lo conferma anche il grafico che segue, che vi racconta la storia del rapporto tra il prezzo della Borsa di New York ed il fatturato delle Società quotate alla Borsa di New York.

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Fate i vostri conti.

Noi ripetiamo proprio qui che oggi il grandissimo pubblico dei risparmiatori è stato attirato in una trappola, che significa che è stato attirato a prendere posizioni ultra-speculative, ultra-azzardate, e tutto questo è avvenuto tenendoli all’oscuro dei fatti, grazie ad una campagna di stampa (quotidiani e TV) che ha puntato tutto sul mettere in evidenza la volatilità NEL PASSATO degli indici di Borsa, quando al contrario all’investitore finale interessa unicamente la VOLATILITA’ FUTURA, che sarà poi quella che determinerà le proprie performances, ed i propri risultati.

Pochissimi, oggi, fanno buon uso della loro memoria. Pochissimi, oggi, tra gli investitori, ricordano quanto rapidamente la situazione sui mercati finanziari si ribalta: moltissimi hanno del tutto rimosso persino i fatti di 13 mesi fa. Incredibile, ma è la realtà.

Sarà proprio la realtà, d’altra parte, a rinfrescare la memoria del grande “gregge” degli investitori, e a riportare tutti rapidamente con i piedi sul Pianeta Terra.

Mercati oggiValter Buffo