Il duello al sole: il terzo duellante
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Leggiamo ed esaminiamo ogni giorno, per i nostri Clienti, centinaia di analisi e ricerche prodotte da grandi e piccole Istituzioni di tutto il Mondo, per fornire al nostro Cliente un supporto informativo di qualità, ed anche tempestivo, ed anche il più ampio possibile.

Ed anche quando l’attenzione dei media si concentra su un unico tema, come accade oggi per le tariffe e la Cina, noi riteniamo doveroso non fare calare l’attenzione sul quadro di insieme delle economie e dei mercati. Tenendo quindi alto il livello di attenzione su temi diversi dalle tariffe e dalla Cina.

Nell’ultima settimana, abbiamo giudicato di particolare interesse una analisi della banca svizzera Pictet. Il tema è quello dell’inflazione, che noi abbiamo analizzato con dettaglio per i nostri Clienti in The Morning Brief la settimana scorsa.

Nel grafico sotto, Pictet racconta che l’andamento dei prezzi al consumo in Eurozona risulta un po’ diverso da quanto in genere si dice e si racconta

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In particolare, un indice che loro chiamano “super-core” e che vedete rappresentato dalla linea più spessa ha messo a segno un rialzo notevole.

Questa osservazione si accompagna a quelle che riguardano il dato nella tradizionale versione “core” pubblicato la settimana scorsa e che vedete raccontato nel grafico qui sotto.

I due grafici a noi suscitano due domande, che possono essere utili anche per gli investitori che ci leggono:

  1. quanto e come pesa su questi dati l’indebolimento del cambio dell’euro?

  2. come e quando la BCE penderà atto di queste tendenze nelle dichiarazioni ufficiali?

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Il duello al sole: non tradire l'emozione
 

Come in ogni duello che si rispetti, i due sfidanti devono tenere lo sguardo fermo, fisso sull’avversario, e non tradire emozione.

In questa nostra epoca, che non ha precedenti, lo sguardo dei contendenti è rappresentato dagli indici di Borsa.

Eccovi spiegato il perché la Guarda Nazionale (come noi la abbiamo definita in Post precedenti) è intervenuta a supporto della Borsa negli Stati Uniti.

Anche la Cina ha la sua Guardia Nazionale, ma non sempre l’intervento di questi soggetti Istituzionali che agiscono a supporto delle volontà del potere politico al Governo è sufficiente e può evitare qualsiasi ribasso di mercato.

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In particolare, nelle ultime settimane si è notato un ribasso non trascurabile della Borsa di Shanghai (sopra), e soprattutto un forte calo dei volumi scambiati in Borsa (sotto).

Nel recente passato, questi due segnali hanno poi messo in moto una vera e propria spirale al ribasso.

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Nei recenti episodi, un ruolo chiave fu giocato proprio dal cambio dello yuan: il grafico sotto ci ricorda che proprio la settimana scorsa lo yuan si è riavvicinato alla soglia, delicatissima, di 7 contro dollaro USA.

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Il duello al sole: tra le vittime anche alcuni spettatori
 

Alcuni degli effetti della crescente tensione geopolitica internazionale stanno tra gli spettatori.

La tensione sulle tariffe, ma pure quella sul petrolio, rendono più difficile la vita ai Paesi Emergenti, ed alcuni dati già oggi lo dimostrano, come potete vedere sotto nel grafico.

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Sui mercati finanziari, per oggi, gli effetti sono negativi ma limitati. Fino ad oggi, la crisi è risultata profonda soltanto in alcune realtà, che Recce’d vi ha già messo in evidenza (Turchia, Argentina, Sud Africa): ma si tratta di un processo che si è appena messo in moto. Nel grafico qui sotto, ad esempio vendiamo che l’indice delle valute Emergenti proprio in quest’ultimo periodo sta facendo un test dei livelli di inizio 2019.

Il punto è proprio questo: capire se da qui ci sarà un recupero, oppure (come vi abbiamo già scritto) se si ripeterà il percorso che è stato seguito nel 2018.

Noi, su questo abbiamo fatto da tempo le nostre scelte.

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Il duello al sole: un duello senza un finale?
 

Noi come abbiamo già detto vediamo una serie di analogie tra ciò che accade nella trattativa tra USA e Cina sulle tariffe e la storia di Brexit che si trascina da tre anni.

L’attenzione dei mercati per Brexit è tornata a salire, nelle ultime settimane: il perché è presto spiegato, ed è l’avvicinarsi delle Elezioni Europee.

Non entreremo qui in una analisi del dettaglio dei diversi scenari. Lo abbiamo già fatto in passato, non vediamo nulla da aggiungere, non ci sembra interessante, e non ci sembra utile per i lettori.

Lasciamo al grafico qui sotto il compito di riassumere “quello che potrà succedere”. Che, a nostro giudizio, sarà con la massima probabilità un secondo Referendum.

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Per chi ha pazienza, e curiosità, può essere interessante esaminare in dettaglio il grafico qui sotto, che ci racconta come sono posizionati i parlamentari del Regno Unito, sul tema Brexit. Si tratta di una fotografia efficace.

Oggi, ed anche nel prossimo futuro, la sostanza è che in Parlamento NON esiste una maggioranza a favore di Brexit.

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... ma ve ne abbiamo già parlato (parte 2)
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Quando il 23 marzo abbiamo pubblicato il primo Post con il titolo che leggete sopra, sui mercati i prezzi delle maggiori classi di attività (Borse, obbligazioni, valute) erano non molto diversi da quelli che vedete stamattina sui vostri schermi. Facciamo subito un esempio concreto, ed importante: la curva dei rendimenti USA, ad esempio, allora era invertita ed oggi resta invertita. Un secondo esempio: l’indice principale della Borsa principale, lo S&P 500, si collocava vicino ai 2800 punti, ed è esattamente il livello dove stava ieri pomeriggio.

Era quindi azzeccato il nostro titolo di marzo, ed anche la nostra scelta di NON ripetere cose già dette. Una scelta che facciamo anche oggi.

Per questo, nel nostro unico Post riassuntivo che pubblichiamo oggi, ci limiteremo ad alcuni sintetici accenni ai temi di mercato di maggiore importanza.

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Un tema sul quale noi abbiamo insistito più volte è quello della volatilità, per alla quale avevamo pronosticato una impennata improvvisa. Era una previsione facile, che per ora si è realizzata soltanto nel comparto delle Borse, come vi illustra in modo chiaro ed efficace il grafico che potete vedere qui vicino. Anche qui, nulla di nuovo da dire: risulta probabile, non soltanto per noi, che l’aumento della volatilità coinvolga anche le valute e le obbligazioni, nel prossimo futuro.

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Un secondo tema sul quale Recce’d da tempo insiste, e che ha trovato una serie di conferme, riguarda la Cina e le sue difficoltà nel comparto dell’economia: difficoltà sulle quali si è agito con uno stimolo dal credito bancario, stimolo che però può durare soltanto per un breve tempo e che per questo esercita (anche stavolta, e come sempre) soltanto un effetto temporaneo. Soltanto un ingenuo può pensare che i dati economici (cinesi ed americani) non abbiamo determinato i recenti sviluppi della vicenda trattative. Ma ve ne abbiamo già parlato.

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E’ facile collegare il tema Cina al resto del Mondo: in tutto il Mondo, nei primi mesi del 2019, l’andamento dei mercati finanziari è stato profondamente influenzato dal cambiamento delle aspettative per la politica monetaria (da restrittiva ad espansiva): ma è la stessa esperienza ad insegnarci che quando i prezzi sui mercati salgono SOLO perché si prevede un costo del denaro in calo, questo tipo di spinta si esaurisce velocemente e si ritorna ai classici problemi di crescita e di inflazione. Anche di questo, ve ne abbiamo già parlato e scritto.

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E’ facile collegare ciò di cui abbiamo appena scritto al tema dei Mercati Emergenti, che da sempre soffrono in modo particolare nelle fasi di mercato in cui gli operatori decidono di ridurre i rischi nel loro portafogli. Vi invitiamo, per questo, a rivedere le notizie arrivate sia dalla Turchia sia dall’Argentina proprio nell’ultima settimana, e vi invitiamo a riflettere sul 2019 delle economie asiatiche. Come vedete bene nel grafico qui vicino, sono state notate alcune somiglianze tra ciò che abbiamo visto nei primi mesi del 2018 e ciò che si vede in questo inizio del 2019. Anche quest’anno le cose finiranno allo stesso modo? Il tema per i nostri lettori non è nuovo, proprio perché … ve ne abbiamo già parlato.

Infine, che cosa c’è ancora da aggiungere su Trump ed i suoi Tweet? Si può dire qualcosa di nuovo?

Come abbiamo scritto oggi nella pagina di ricapitolazione settimanale, Recce’d è fortemente convinta che (al di là delle apparenze) è sbagliato affermare che i Tweet di Trump muovono i mercati, perché a loro volta Trump con i suoi Tweet reagisce semplicemente ai fatti ed alla evoluzione della realtà (economica e politica) intorno a lui. Anche per Trump e per i suoi Tweet, ciò che conta sono i dati reali, come noi di Recce’d vi diciamo da sempre, ed anche qui nulla da aggiungere. Resta peraltro vero che nel breve termine i suoi Tweet producono notevoli turbative e grande volatilità, così come è vero che sui mercati circolano ipotesi sempre più fantasiose, ed estreme, su “quello che c’è dietro” ad ognuna delle mosse che Trump effettua, inclusa quella sulle tariffe, come potete leggere nell’immagine che chiude il Post.

In sostanza: non è questo il momento del DIRE, come invece era qualche mese fa. Adesso è il tempo del FARE, e i nostri Clienti in questo senso hanno già agito, al momento opportuno.

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