Cosa ti fa paura, Don?
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Siamo costretti (e non vorremmo farlo, credeteci!) ad occuparci ancora delle parole del Presidente degli Stati Uniti, la cui vera e propria ossessione per la Borsa di New York si sta esprimendo in modi sempre più inconsueti ed a volte sguaiati.

Per Trump, la Borsa è chiaramente un tormento, ma di recente gli sfoghi attraverso i media sono aumentati.

Siamo quindi costretti, in quanto responsabili della gestione di molti portafogli, a domandarci da dove deriva tutta questa agitazione, oggi che la Borsa sta così vicino ai massimi livelli di sempre. In apparenza, Trump non avrebbe alcuna necessità di parlarne così spesso, e di usare toni così allarmati. E soprattutto: non si capisce perché rivolgersi al pubblico attraverso i media invece che fare semplicemente una telefonata.

E poi: non sarà forse che l’uomo è in uno stato di confusione? Essendo lui lo stesso uomo che, nel 2011, scriveva che la politica di inondare i mercati di dollari era “irresponsabile” come si legge sotto nell’immagine?

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C’è forse sotto a questa evidente isteria un qualcosa che a noi, del pubblico, viene tenuto nascosto?

Come dice l’immagine sotto, se l’economia è così forte, ed è così in buone condizioni, che bisogno c’è di alzare i toni in pubblico?

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Per non dire della Cina: che bisogno c’è, ogni giorno, di “pompare” il mercato di Borsa con una nuova dichiarazione (ogni mattina) che dice che “le trattative vanno molto bene”, se poi è lo stesso Trump a dire che “non è sicuro di una conclusione positiva” (immagine sopra)?

Conclusione operativa: per la gestione dei vostri investimenti, sempre e tanto di più in questo preciso momento, dovete essere capaci di sfuggire al gorgo velenoso dei media, e delle dichiarazioni fatte per confondervi le idee. Insomma, sarà meglio fare … il contrario di ciò che dice Trump.

La forza della propaganda, in poche righe
 

Alcuni dei dati macroeconomici USA pubblicati la settimana scorsa sono stati utilizzati per mandare il messaggio che vedete qui in basso. Questo è del Wall Street Journal, un quotidiano che è schierato a favore della Amministrazione Trump.

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Soltanto alcuni dei dati visti la settimana scorsa, certo: con altri, sarebbe stato impossibile. Non si poteva fare questo titolo e poi parlare delle vendite al dettaglio USA, dei beni durevoli USA, dei dati per il settore della manifattura USA, dei dati per il settore della manifattura in Germania, oppure dei dati per le vendite al dettaglio per il Giappone.

Ma restiamo al grafico sopra: che cosa c’è di notevole? Il fatto notevole, che vogliamo mettere alla vostra attenzione è questo: CHI aveva mai detto che OGGI gli Stati Uniti sono in recessione?

Nessuno.

Nessuno lo ha mai detto.

Notate bene questo meccanismo: tre mesi fa, i medesimi giornali con titoli analoghi a questi avevano creato un “tema recessione”. Oggi, e a soli tre mesi di distanza, creano un secondo tema: “non c’è più la recessione”.

Per voi lettori, e per voi investitori, tutto ciò è dannosissimo. Vi fa credere che per l’economia reale tutto cambi in soli tre mesi, e questo è del tutto falso. E poi vi fanno credere che i mercati finanziari rimbalzano perché migliora l’economia reale, e questo è ancora più falso, se possibile.

Infine, vi danno la falsa impressione che per voi investitori, e per le vostre scelte di investimento, ciò che conta è ciò che leggete nel grafico sopra, oppure in quello sotto. Ed è falso anche questo.

Per le vostre scelte di investimento, il dato di oggi conta NULLA, come più e più volte abbiamo scritto. In quanto investitori, a voi rileva solo dove saranno questi numeri tra tre-sei-nove mesi.

Lo sapete valutare da soli? Avete al vostro fianco qualcuno in grado di aiutarvi in questo esercizio?

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Con un sorriso (parte 3)
 

Una storiella tra quelle che Waren Buffett ripete più spesso (e che molti di voi conoscono già) è quella della coda.

L’animale in questione può essere un gatto, oppure un vitello, oppure un cane. La sostanza NON cambia.

La storiella viene attribuita in molti casi al Presidente americano Abramo Lincoln, ma si citano a volte anche altri personaggi storici.

La storiella fa così.

“Se la coda del cane la chiamiamo zampa, quante zampe avrà il cane?”

“Beh, cinque”

“No, quattro: perché chiamare zampa una coda non la fa diventare una zampa”

Dice spesso Warren Buffett che “Abramo Lincoln non ha molti fan a Wall Street”. E noi aggiungiamo che ne ha pochi anche nel nostro settore in Italia.

Per fortuna, per voi investitori, il rimedio c’è: quando vi raccontano di un cane con cinque zampe, potete sempre guardare fuori dalla finestra di casa e verificare, con il primo cane, gatto, o cavallo che passa.

Non è difficile, basta darsi un minimo da fare.

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Mercati oggiValter Buffo
Altre cose da scrivere non ce ne sono
 

Ve ne abbiamo già parlato, e i fatti lo dimostrano. Ragione per la quale, saremo brevi.

Vedere per una settimana l’indice della Borsa più grande al mondo oscillare in un intervallo così stretto, come in questa ultima settimana, accade molto di rado.

Tra massimo e minimo appena lo 1,5%.

Forse questo ci dice che non succede nulla? Che il mercato è … finito? Che occuparsene diventa inutile?

Assolutamente no: ci dice il contrario. Ci dice che una esplosione di volatilità sui mercati è vicina (nella settimana appena conclusa ne abbiamo scritto, ogni mattina, su The Morning Brief presentando dati concreti ed analisi puntuali). Ve lo illustriamo in basso utilizzando due grafici.

Ogni investitore oggi si domanda da che parte andranno i mercati, e dove colpirà più forte la volatilità.

Noi ve ne abbiamo già parlato, e in particolare la settimana scorsa abbiamo esposto per voi lettori tutti i temi di maggiore attualità che ci aiutano a prevedere ciò che succederà sui mercati. Ovvero, tutti i nodi che i mercati finanziari dovranno scogliere a brevissimo.

Nella Lettera al Cliente dello scorso weekend, poi, ne abbiamo illustrato le implicazioni per l’operatività sui portafogli, per le performances e per il controllo dei rischi di portafoglio.

Non vogliamo che i nostri lettori perdano tempo a leggere rielaborazioni di analisi già presentate.

Un paio di grafici come quelli che vedete qui sotto, aggiornati a ieri, risulteranno più che sufficienti, per chi ha seguito negli ultimi tre mesi i nostri lavori, ed ha avuto tempo e modo di informarsi e di riflettere su dati clamorosi come questi.

La divergenza tra l’andamento delle Borse nel primo trimestre, e l’andamento dei mercati obbligazionari, ve lo abbiamo già evidenziato, e commentato. In questo caso, vi facciamo osservare che il grafico presenta dati globali, ovvero dati che non sono limitati alla situazione degli Stati Uniti.

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Aggiungiamo un confronto con il passato: una divergenza simile a questa fu osservata, anche recentemente, e precisamente nel 2007. Lo vedete sotto nel grafico.

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Altro da dire non c’è, dovete solo riflettere e poi agire. Presto per noi e per voi ci sarà molto da fare.

Mercati oggiValter Buffo
Da lunedì cambia tutto: siamo nel secondo trimestre 2019
 

Nella nostra Lettera al Cliente dello scorso weekend, abbiamo fornito un inquadramento delle nostre recenti scelte operative e della posizione dei nostri portafogli all’inizio del secondo trimestre 2019: che sarà, potete esserne certi, molto emozionante e molto diverso dal primo trimestre appena concluso.

Dopo tre mesi di parole, parole e altre parole, gli operatori dei mercati finanziari dovranno necessariamente concentrarsi sui fatti.

Saranno costretti dai dati che saranno pubblicati. Già la settimana prossima, per ciò che riguarda sia gli Stati Uniti, sia l’Europa, vedremo dati non equivocabili, che ci diranno se sta in piedi la “narrativa” di quelli che sostengono che … sta arrivando la ripresa.

Ma sarà soprattutto dai dati societari, con le trimestrali che saranno pubblicate nelle prossime settimane, che riceveremo importantissime conferme o smentite: le Società ci diranno che si aspettano forti miglioramenti da qui a fine 2019? Che il primo trimestre è stato … un episodio isolato?

Qualcuno forse ci dirà che “una Federal Reserve più accomodante ci farà vendere di più?” (no, crediamo proprio che non succederà).

Le società che hanno fornito ai mercati anticipazioni, nelle ultime settimane, sono andate tutte nella medesima direzione: a cominciare da Osram (grafico sotto) e Infineon, per finire con BMW e Fed Ex. Giorno per giorno, lo abbiamo raccontato ai Clienti in The Morning Brief.

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Gli analisti USA che producono le stime, le previsioni sui risultati delle Società quotate nel 2019 hanno fatto le revisioni al ribasso che vedete qui sotto.

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Leggete con attenzione i dati del grafico qui sopra, e domandatevi: quelli che, nel primo trimestre, hanno aumentato la loro esposizione al settore delle Small Caps USA, facendo salire l’indice Russell 2000 come vedete nel grafico qui sotto, a come pensavano di guadagnare? Evidentemente pensavano … ad altro (magari alla Federal Reserve?).

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Oppure pensavano al fatto che, come ci dice tutte le mattina la Casa Bianca, “le trattative con a Cina vanno alla grande!”? Su questo tema, la settimana scorsa si è espresso nel modo più chiaro possibile il veterano Stephen Roach, e lo potete leggere sotto nell’immagine.

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Tra i tanti nodi che andranno al pettine nel secondo trimestre, va considerata anche l’inversione delle curve dei rendimenti, negli Stati Uniti e persino in Germania. Qui si torna, ovviamente, al tema delle recessione: in Recce’d, non siamo così convinti che oggi sui mercati finanziari esistano relazioni di tipo meccanico (del tipo “se la curva si inverte, arriva la recessione”), ma al tempo stesso siamo persuasi che tutti quelli che dicono “questa volta è diverso” non sanno di che cosa stanno parlando.

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I dati economici del secondo trimestre, a cominciare da quelli della settimana che sta per aprirsi, ci aiuteranno poi a capire se è vero ciò che si racconta in giro, ovvero che il Mondo intero si sta avviando verso una fase “alla giapponese”, come l’immagine qui sotto sembra anticipare.

Recce’d ha dedicato di recente, su SoldiOnline.it, una settimana di interventi proprio a questo tema: la giapponesizzazione di tutto l’Occidente, e ci tornerà sopra.

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Ed infine, nel secondo trimestre è facile prevedere una o più impennate di volatilità, dopo alcune settimane di calma apparente. Il grafico che segue è uno dei tanti che anticipano proprio un brusco aumento della volatilità sui mercati finanziari. La curva rossa del VIX è invertita, ne senso che quando sale il VIX è in discesa e viceversa.

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Mercati oggiValter Buffo