2019: i rimbalzi
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Anche da questo punto di vista, il 2019 non somiglia, per nulla, a ciò che le banche di investimento ci anticipavano solo due mesi fa, a fine dicembre.

L’indice Dow Jones della Borsa di New York ha appena fatto segnare la più lunga serie di rialzi settimanali dal 1995. Ben 24 anni.

Non entreremo qui nel merito: non discuteremo dei fattori alla base di questo mega-rimbalzo prolungato.

Oggi ci limiteremo a mostrarvi i dati del grafico che segue, dati che riguardano il posizionamento degli investitori, e dati che possono aiutarvi a capire quello che ci attende nei prossimi mesi.

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Vale la pensa di mettere nuovamente in evidenza che la Borsa USA va da una parte, mentre i dati economici che arrivano dagli USA vanno nella direzione opposta, come vedete sotto nel grafico.

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Ed è inevitabile porre l’accento sul fatto che i margini di profitto aziendali, prima delle tasse, oggi sono poco distanti da quelli del 2015 e del 2016. Lo leggete sotto nel grafico.

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I margini sono gli stessi, l’economia rallenta in modo deciso, e l’indice di Borsa mette a segno una serie record di rialzi.

Partite da questi dati, ed andate a rivedere le posizioni che oggi avete in portafoglio, direttamente oppure attraverso i Fondi Comuni di Investimento. Rapidamente.

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Mercati oggiValter Buffo
2019: la politica del rinvio
 

Come detto il 2019 è già oggi, a poche settimane dall’inizio dell’anno, molto diverso da ciò che ci era stato raccontato a fine 2018.

Tra le poche costanti, però, c’è un elemento che ritorna, anno dopo anno: in tutte le aree economiche maggiori la politica dominante si traduce in una sola parola: rinvio.

Tutti i problemi si rimandano ad un futuro appuntamento: è questo il senso anche delle recenti svolte della politica monetaria, negli Stati Uniti, in Eurozona, ed in Giappone. Prendere altro tempo, senza affrontare e senza risolvere i problemi.

In questo Post, vogliamo sottolineare che trovano conferma nei fatti le previsioni di Recce’d sulla Brexit: ci sarà un rinvio della scadenza, come dice l’immagine che segue.

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Ed anche la trattativa tra USA e Cina sulle tariffe va verso un inevitabile rinvio. E sui mercati, come leggete sotto, c’è anche chi ipotizza che non sarà più fissata una scadenza, e che quindi non si arriverà mai alla fine.

Nel frattempo, ogni giorno, il Presidente Trump continuerà a mandare almeno un tweet che dice “Le trattative con la Cina vanno alla grande!”.

Credici.

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Mercati oggiValter Buffo
2019: il destino dell'Italia in Europa
 

Ogni giorno, tutti leggiamo sui quotidiani, e in grande evidenza, notizie economiche sull’Italia.

Sicuramente non è sfuggito, ai nostri lettori, il contrasto tra i titoli dei giornali e dei TG, e l’andamento dei mercati finanziari in Italia.

Circostanza che conferma una nostra antica convinzione: è inutile perdere troppo tempo ad analizzare nei dettagli i mercati italiani, come invece fanno in Italia la gran parte dei siti dedicati alla Finanza ed ai Mercati.

Azioni ed obbligazioni, in Italia, seguono da anni, ed ogni anno un po’ di più, le tendenze dei mercati internazionali. In questo senso, l’informazione finanziaria italiana è del tutto spiazzata, ed è indietro di venti anni.

Come si potrebbe spiegare, se non guardando all’estero, il fatto che l’indice FTSE MIB ha recuperato i 22 mila punti? Ed ecco spiegata anche la (relativa) calma sui Btp, che vedete sotto nel grafico.

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In Recce’d non siamo quindi sorpresi da questi due andamenti nel 2019: e non siamo sorpresi di questi recuperi proprio nelle medesime settimane in cui per tutti è ufficiale la discesa dell’Italia in recessione come si vede nel grafico qui sotto.

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Per ciò che riguarda il futuro, noi ripeteremo qui ciò che abbiamo già scritto, sia nel Blog, sia e con maggiore dettaglio nelle pubblicazioni che riserviamo ai Clienti.

In Italia, oggi, si riflettono situazioni che coinvolgono l’intera Europa. In questo senso, ha ragione il Governo in carica quando afferma che la recessione in Italia deve essere letta ed interpretata alla luce dei dati per l’intera Eurozona, che vedete sotto nel grafico.

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Sempre tenendo alto lo sguardo verso il futuro, sull’Italia peserà maggiormente l’evoluzione dell’economia tedesca (nel grafico sotto i dati più aggiornati), rispetto all’evoluzione dell’economia in Italia, per ragioni che abbiamo già illustrato in dettaglio in precedenza.

Se restringiamo lo sguardo allo stato dei conti pubblici, e al fatto che mancano decine di miliardi rispetto agli obbiettivi ufficiali …. beh … ma quella NON è una notizia. Non lo è per noi italiani, e neppure per gli investitori internazionali. Non c’è una persona di buon senso che possa dirsi sorpresa del fatto che “mancano 50 miliardi”: anzi, sono pure pochini.

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Mercati oggiValter Buffo
Segnali dagli utili e scelte per i nostri portafogli
 

Abbiamo già presentato ai lettori, in un Post precedente, il brano che riportiamo anche qui sotto.

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Ci trovate un accenno alle revisioni al ribasso delle aspettative, ovvero delle previsioni, per gli utili delle Società quotate in Borsa. Nel grafico qui sotto, vi dettagliamo queste revisioni al ribasso, che vedete rappresentate dalla parte di colore giallo nelle barre verticali che poi sono le previsioni trimestre per trimestre.

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Per i nostri Clienti, abbiamo fornito nelle ultime tre settimane una analisi di dettaglio dei risultati trimestrali, prima per quelli degli Stati Uniti e poi per quelli europei.

In questo nostro Post, ci limiteremo a segnalare a chi ci legge che la variazione di queste previsioni può essere molto ampia, ed anche molto rapida: lo capite ancora meglio se fate attenzione ai dati del grafico qui sotto.

Si tratta di dati che dovete tenere sempre a mente, se siete investiti anche soltanto in parte in titoli azionari oppure in Fondi Comuni azionari ovvero in ETF azionari.

Se non siete in grado di effettuare un monitoraggio ed una analisi di questi dati, allora NON investite in modo consapevole e state andando … alla cieca.

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Mercati oggiValter Buffo
Segnali dalle economie e scelte per i nostri portafogli
 

Ai nostri Clienti abbiamo segnalato, la mattina di venerdì 15, la rilevanza del dato pubblicato negli Stato Uniti per le vendite al dettaglio il giorno precedente (è stato pubblicato con un netto ritardo sui tempi abituali, a causa dello shutdown del Governo USA).

Nella nostra pagina di ricapitolazione settimanale, oggi, abbiamo pubblicato il grafico che riproponiamo anche qui sotto.

Il dato che leggete nel grafico è una previsione: quella che viene fatta dalla Federal Reserve di Atlanta per la crescita del PIL USA nel trimestre che si è appena concluso, ovvero il quarto del 2018.

Non dovete stupirvi per il fatto che siamo passati in sei mesi da un +4,5% a un +1,525%: al contrario, dovete pensare che è normale. Questo è il “nuovo normale”, il contesto nel quale dobbiamo fare le scelte di investimento.

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Abbiamo sottolineato questo punto, oggi, perché oggi forse la più grande, tra le incertezze che pesano sul futuro dei mercati finanziari, è proprio lo stato dell’economia negli Stati Uniti. A proposito del quale, venerdì 15, gli Stati Uniti hanno pubblicato il dato per la produzione industriale che vedete sotto nel grafico.

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La fase di shutdown degli uffici del Governo negli USA ha determinato lo slittamento in avanti della pubblicazione di numerosi dati macroeconomici, incluso quello per il PIL del quarto trimestre, che verrà pubblicato soltanto alla fine del mese di Febbraio. Questo ha creato una sorta di pausa, ed ha in un certo senso alimentato un clima di tranquillità che ha fornito ulteriore propulsione al rimbalzo della Borsa. Una specie di tranquillità artificiale provocata dalla mancanza di dati.

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Come dice molto chiaramente il grafico qui sopra, il rimbalzo delle Borse non solo negli USA ma in tutto il Mondo è stato costruito sulla “speranza” (alimentata, con astuzia, sia dalle solite banche internazionali, sia dalle nostre Reti di vendita dei Fondi Comuni di Investimento).

Il grafico dice appunto che è stata venduta, e quindi comperata, la speranza di sorprese positive. Fino ad oggi, però, come dice il grafico qui sotto, nel Mondo le sorprese risultano al contrario negative e hanno fatto scendere le aspettative per l’intero 2019.

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La pubblicazione dei dati, come sempre, ora costringe tutti ad un confronto tra i sogni, le illusioni, i miraggi, e la realtà dei fatti.

Confronto dolorosissimo, per tutti quelli che, mal consigliati (dal private banker, dal family banker, insomma dal banker di turno, che poi significa da uno di quelli che nascondono dietro ad una nuova etichetta la loro natura di promotori finanziari), hanno scommesso sulla “crescita globale sincronizzata” solo 12 mesi fa e adesso non sanno più come uscirne senza danni, visto che i dati di fatto sono quelli che ci racconta qui in basso il grafico.

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Mercati oggiValter Buffo