La stangata: remake 2017 (parte 1)

Ricordate il film degli anni Settanta, di grande successo? Paul Newman e Robert Redford erano i protagonisti.

La vicenda di quel film era, ovviamente, romanzata, ma non mancano nella vita reale episodi che ricordano quello del noto film. Uno di questi, che per tutta la settimana abbiamo discusso ed analizzato con i nostri Clienti nel quotidiano Morning Brief, è la "crescita globale sincronizzata".

Che, semplicemente, non è mai esistita. Spieghiamo: da sette mesi a questa parte, il tema viene "pompato" prima di tutto dalle banche globali di investimento, e poi dalle Reti di vendita dei Fondi Comuni e delle vecchie GPM. Di che cosa parlano, questi signori? Del nulla assoluto.

Come vedete qui sopra, la stima "di consenso" della crescita del Prodotto Lordo globale per il 2017 è salta, nei primi mesi del 2017, dal 3,2% al 3,4%. Sulla base di che cosa? Non si capisce (o meglio, si capisce benissimo ...) perché nel frattempo tutti i dati economici che sono stati pubblicati vanno nella direzione OPPOSTA.

I nostri amici lettori dovrebbero fare vedere, ai loro consulenti, il grafico che segue qui sotto: chiedete a private bankers e promotori di che cosa parlano, quando vi parlano di "ripresa globale sincronizzata". Se la sono ... sognata in una notte di mezza estate?

E MOMO gioca al ballo con la scopa. Finché la musica suona ...

Sono giorni che resteranno nella storia dei mercati finanziari internazionali: stiamo assistendo a cose che mai, in precedenza, si erano viste sui mercati finanziari, e alcune noi le abbiamo anche segnalate attraverso questo Post. Volete un freschissimo, recentissimo, e molto concreto esempio? Leggete qui sotto.

One measure of fear on Wall Street posted its third lowest finish ever, according to FactSet data. The CBOE Volatility Index closed down 3.9% at 9.51, which marks the lowest level for the so-called fear gauge since 1993. The indicator, also known as VIX, has only closed lower on two other occasions both in December 1993 at 9.48 and 9.31. 

Se mesi fa (non sei anni: solo sei MESI) gli argomenti a supporto dell'investimento in Borsa erano opposti, ma a 180 gradi, a quelli che vengono utilizzati oggi, e che leggete qui sotto.

Advances on Wall Street follow weaker-than-expected economic releases. Inflation was flat in June, while a reading of retail sales slumped, emphasizing persistent weakness in that sector and underlining consumer reluctance to spend. The patch of data raises some questions about the Federal Reserve’s ability to quickly normalize monetary policy, as it hopes to do, despite signs of anemic growth and stubbornly low inflation.

“I think this morning’s economic data once again plays into the narrative that the Fed will be more dovish,” said Ian Winer, head of the equities division at Wedbush Securities, in an interview. “It further fuels the sentiment that there’s no alternative for stocks.”

With weak inflation and less hard data pointing to growth, Winer said the Fed is more likely to think twice about raising rates and may even postpone an expected reduction of the $4.5 trillion balance sheet in September.

“Economic surprises continue to tilt toward the downside in the world’s largest economy, suggesting that the Federal Reserve’s hawkish stance earlier in the year could once again prove ill-founded,” said Karl Schamotta, market strategist at Cambridge Global Payments.

“Market participants are increasingly convinced that the central bank’s ‘dot plot’ rate forecast will be adjusted downward, with the yield curve coming under pressure as investors fade the likelihood of rapid monetary tightening,” Schamotta said.

The so-called dot plot refers to a graph of Fed member expectations for rates into the future, while the yield curve is a line that charts yields across every available maturity. A flattening yield curve, showing a narrowing premium between short-dated yields and long-dated Treasurys, has traditionally been viewed as a sign that investors are bearish on economic prospects.

Qui c'è scritto (sul Wall Street Journal) che adesso la Borsa sale perché "tutte le sorprese economiche dagli Stati Uniti puntano al peggioramento". E quindi la Fed NON alzerà i tassi. E quindi il dollaro USA si indebolirà. Esattamente OPPOSTO ala Reflazione, e a Trumponomics. Commento: retail sales are declining after a prolonged run. This is especially troubling because the economy is near full employment. Typically, as employment gets stronger, retail sales climb. 

E su queste basi si riparte con il "panico da acquisto", con il "panic buying", con il "buy all the things".

Ripetiamo ancora: ragionare, ragionare, ragionare. Testa lucida e nervi saldissimi faranno di noi i (soli) vincitori quando si uscirà da questa fase di autentica isteria collettiva. Lasciarsi trascinare nel gorgo dell'emozione è il più grave danno che potete fare ai vostri investimenti, in questo momento. Riflettete: qualche mese in fa vi suggerivano la Borsa perché l'economia avrebbe dovuto accelerare; adesso, vi spingono vero la Borsa perché l'economia NON ACCELERA  ma rallenta. Ma davvero, volete farvi trattare in questo modo, come animali destinati al sacrificio?

Non siamo, naturalmente, i soli a vederla in questo modo.

So far in 2017, stocks have been under significant control of the “momo” (momentum) crowd. The momo crowd does not care about the economy or fundamentals. Momo simply buys because the price is going up.

It is no different now. Momo is totally oblivious to the weak economic data. In contrast, the “smart money” (professional investors) cares about the economic data.

The momo crowd continues to buy stocks aggressively. We will have to see if the smart money steps in to sell. So far, the smart money is inactive after the new data.

Investing along with momo is a fine technique but investors must be careful about two things.

• Playing with momo is like playing musical chairs. Sooner or later, the music stops and someone is left standing.

• From the large number of emails I have received from investors and social media, the momo crowd is driven only by price. Often such investors do not even have a good grasp of what a company does, yet they buy large quantities based on price momentum. Investors who are not especially nimble may consider staying away from this approach.

Virtual reality: anche sui mercati finanziari?

Potrebbe sembrare un telefilm, del genere "House of Cards": ma è la realtà. La nostra realtà di investitori. Una realtà però molto ... strana. Come appunto quelle raccontate dalle serie tv, serie nelle quali spesso accadono cose che tra loro sono in totale conflitto, incompatibili ed inspiegabili.

Ma quello, lo sappiamo, sono fiction: e gli Autori hanno totale libertà di creare. Molto più seria e grave è la situazione se assurdità come quelle si ripresentano nella realtà: perché è sempre alla realtà dei fatti che noi investitori dobbiamo guardare, anche nei momenti in cui sui mercati finanziari l'emotività è agli estremi, come in questo gennaio-luglio del 2017.

Dunque: come vedete sopra, il Presidente Donald J. Trump festeggia i "nuovi record" della Borsa di New York del mercoledì 12 luglio 2017 come "entisiasmo e spirito positivo": affermazione che, già di per sé, ha poco senso. Ma attenzione: a chi si riferisce, il Presidente? Chi ha questo entusiasmo e questo spirito positivo? A leggere i dati oggi disponibili, solo più ... quattro gatti, ovvero solo i quattro gatti di Wall Street che giocano con l'analisi tecnica, più la sua cerchia di collaboratori.

Proprio ieri, la Società Bloomberg, fondata da chi poi è stato Sindaco di New York per il Partito Repubblicano, aveva pubblicato il loro Indice che si ricava da un sondaggio (e sappiamo come Trump adori i sondaggi) e da quel sondaggio NON risultava alcun entusiasmo ed alcuno spirito positivo, come potete vedere qui sotto. Tutto l'opposto: "il rialzo post-elettorale è completamente evaporato".

Questo il commento di Bloomberg:

The root of the biggest two-week decline in the measure of confidence about the economy since 2011 and less optimism about households’ financial well-being may lay in subdued wage growth and disappointment in Washington politics. While stocks are hovering close to record highs, sentiment weakened particularly among those making more than $50,000 a year, indicating respondents are increasingly doubtful Congress and President Donald Trump will pass economy-enhancing legislation, including tax reductions. While the post-inauguration bump in sentiment has evaporated, low inflation and cheap borrowing costs remain sources of support for consumer spending.

Ma non basta: nelle ore successive le cose sono ancora peggiorate. Oggi 14 luglio è stato pubblicato l'indice calcolato dalla Università del Michigan per la fiducia dei consumatori: e (sorpresa) il dato pubblicato oggi risulta essere il più basso dal mese di Ottobre 2016, ovvero da ... prima della Elezione di Donald J. Trump, come vedete ben sotto nel grafico.

Siamo quindi in presenza di qualcosa di un enorme contrasto: tra le percezioni del Presidente ed i risultati dei sondaggi. Ma come tutti sanno, noi in Recce'd diamo poco peso ai sondaggi, e molta più importanza ai dati "veri", i dati che ci raccontano che cosa sta facendo, nella realtà, l'economia reale. E qui le cose peggiorano ulteriormente.

Sempre oggi 14 luglio 2017, e sempre negli Stati Uniti sono stati pubblicati i dati per la spesa delle famiglie americane in giugno: c'è poco da commentare, è sufficiente guardare il grafico sotto. Non c'è alcuna traccia di entusiasmo, e neppure alcun segno di "pensare positivo" in ciò che i consumatori fanno ed hanno fatto da gennaio ad oggi. Guardate il grafico: ci trovate forse uno "spirito positivo"?

Consumers were optimistic at the start of the Trump presidency, especially Republicans, but the early hopes about even faster U.S. growth appear to have faded as gridlock in Washington persists.

“The data indicate that hopes for a prolonged period of 3% GDP growth sparked by Trump’s victory have largely vanished, aside from a temporary snap back expected in the second quarter,” said Richard Curtin, chief economist of the survey.

An index that measures current conditions rose to 113.2 to set a 10-year high, but a gauge that looks out six months fell to 80.2 from 83.9.

The outlook of consumers is now back to where it was before the November election in which Trump shocked the political world by upsetting Hillary Clinton, the Democratic front-runner heavily favored to win.

Conseguenze di questi dati? Ovvie: le stime di crescita del GDP degli Stati Uniti, il Prodotto Nazionale, sono state quasi dimezzate negli ultimi sei mesi. Anche quelle della Federal Reserve nel grafico più in basso: ma questo voi lo sapete già se seguite il nostro Blog.

Stop if you’ve heard this story before — optimistic gross domestic product estimates at the start of a quarter aren’t looking as rosy by the end.

That’s what appears to be happening again after the latest wave of economic reports.

On Friday, the New York Fed said its “nowcast” has been reduced to 1.9% for the second quarter, down a tick from its last report, and from as high as 2.6% in April. A similar assessment from the Atlanta Fed called GDPNow fell to 2.4% from 2.6%, and is down from 4.3% in May.

Economists at IHS Markit cut their GDP estimate to 2.4% from 2.7%, Barclays cut its estimate to 2.4% from 2.5%, and Macroeconomic Advisers also cut its estimate to 2.4% from 2.5%.

The culprit was the June retail sales report. Retail sales fell 0.2% in June, the Commerce Department reported.

Resta quindi la domanda: come si giustificano i "nuovi record" di Borsa? E che cosa dovrei farne dei miei soldi, adesso? Noi, su questo abbiamo già scritto più volte, e sappiamo chiaramente che cosa va fatto, se si vuole operare per davvero come investitori, e non come scommettitori. I dati parlano in modo chiaro. Vi suggeriamo anche di fare in fretta: quando poi salta il tappo, sarà tardi.

Minsky Moment: come giocarselo?

Preparandosi per la spiaggia, in estate, il ragionier Ugo Fantozzi non pensava certo al Minsky Moment: e forse, neppure sapeva che cosa fosse.

Eppure, sui mercati finanziari, atteggiamenti alla Fantozzi ricorrono spesso, specie in fasi di mercato come quella in corso. "Buy all the things", compra tutto, si dice sui mercati. "Ma perché?", chiede qualcuno. "Ma che ne so, che ti importa! Compra che sale, sale,sale!!!".

Nessuna novità, in questi atteggiamenti di massa: episodi come questi si sono ripetuti più volte, e con una certa frequenza negli ultimi venti anni, tanto da essere etichettati anche dai mezzi di informazione, come "fasi di RISK ON" oppure "bolle finanziarie" oppure "euforia irrazionale" oppure "Minsky Moment".

Se cercate su Wikipedia, troverete questa definizione di "Minsky Moment":

A Minsky moment is a sudden major collapse of asset values which is part of the credit cycle or business cycle. Such moments occur because long periods of prosperity and increasing value of investments lead to increasing speculation using borrowed money. The spiraling debt incurred in financing speculative investments leads to cash flow problems for investors. The cash generated by their assets is no longer sufficient to pay off the debt they took on to acquire them. Losses on such speculative assets prompt lenders to call in their loans. This is likely to lead to a collapse of asset values. Meanwhile, the over-indebted investors are forced to sell even their less-speculative positions to make good on their loans. However, at this point no counterparty can be found to bid at the high asking prices previously quoted. This starts a major sell-off, leading to a sudden and precipitous collapse in market-clearing asset prices, a sharp drop in market liquidity, and a severe demand for cash

Poi aprite la finestra, guardate la giornata di oggi, e vi dite: ma allora ci siamo dentro! Ed è vero: ce lo conferma il fatto che ne scrivono anche i mezzi di comunicazione che da sempre sono allineati con quello che dicono le grandi banche di investimento, oppure le grandi case di Fondi Comuni, come ad esempio Forbes oppure Bloomberg

I (tanti) "fanatici dell'ottimismo" a questo punto osservano che se ne parla tanto, ma poi non succede mai. Come a dire: se ne parla troppo, e quindi non succederà più. Un grave errore di valutazione, come dimostra il recente passato. 

Quando nel giugno 2007 due Fondi Comuni di Bear Sterns furono costretti al default; e quando poi, tre due mesi dopo, ci fu il default dei due Fondi Monetari di Paribas, erano numerosi gli allarmi e le analisi che segnalavano i gravi rischi presenti allora. Alcuni abili ed acuti gestori seppero in quel momento cogliere questi segnali: tutti gli altri invece snobbarono quelle analisi dicendo che erano "eccessive" e che puntavano a stuzzicare solo "un certo tipo di Clienti, fragili ed emotivi".

Le grandi banche globali di investimento, e insieme a loro le grandi Case di Fondi Comuni (per non parlare dell'atteggiamento, ultra-confidente, dei Banchieri Centrali) snobbarono la cosa per un anno e mezzo. Per i grandi gruppi della Finanza e del settore Fondi, così come per le Banche Centrali, chi segnalava la fragilità sistemica era un "oracolo", un "guru", un "profeta", ed altri termini spregiativi. Bear Sterns fallì 15 mesi dopo, come tutti sanno, seguita da Lehman e da tutto quello che sta nei libri di storia.

E' quindi del tutto sbagliato pensare che, siccome se ne parla e se ne scrive, il rischio non esiste: noi di Recce'd vi suggeriamo non solo di prestare grande attenzione ad analisi come quella del brano che potete leggere qui più in basso (Financial Times), ma pure di provvedere subito, oggi, a rivedere e modificare la vostra allocazione del portafoglio, rivedere radicalmente i criteri di scelta, NON fidarvi di chi vi dice che "è tutto normale e va tutto bene", buttare nel cestino i vecchissimi prodotti del risparmio gestito, a partire da GPM e Fondi Comuni (insieme con il vecchio consulente e la sua asset allocation, ed utilizzare la vostra testa per ragionare in modo del tutto diverso, in modo innovativo, dei vostri investimenti. Il Mondo è radicalmente cambiato, non ha senso ragionare oggi di investimenti utilizzando criteri e strumenti di 20 oppure 30 anni fa.

Dhaval Joshi at BCA Research says investors appear to mistakenly believe low volatility justifies higher share prices, but that they are missing a bigger point: slumbering volatility is not a signal that the riskiness of owning equities is lower.

Instead, as money flows into eurozone equities, Mr Joshi notes that the uptrend in the Stoxx Europe 600 index — a benchmark for eurozone equities — has reached a key technical limit based on a statistical measure across six months.

This suggests “excessive trend following and group think have reached a natural point of instability likely to break down with or without an external catalyst”, he warns, raising the risk we may be near a Minsky moment, whereby the illusion of systemic stability breeds systemic instability and an eventual tipping point

Una boiata pazzesca

In questo Blog, oltre che nei documenti riservati ai Clienti, ed anche su SodiOnline.it, abbiamo in più occasioni sottolineato la grandezza delle anomalie di Borsa nel primo semestre 2017, e non è il caso di ripetere qui oggi quegli argomenti (che peraltro restano della massima attualità)

Oggi scriviamo per illustrare, con i fatti, che la Borsa oggi NON è il più grave dei problemi dei mercati finanziari: la Borsa è, senza dubbio, al capolinea ed anche oltre, ma c'è già chi, in questi mercati di oggi, ha due delle quattro ruote nel burrone.

Come vedete qui sopra, i differenziali (spread) che premiamo le obbligazioni corporate rispetto ai Titoli di Stato oggi sono ai minimi di ogni tempo. Questi differenziali (premi) di rendimento esistono perché è più elevata dal punto di vista di chi detiene l'obbligazione la probabilità di default del debitore privato, rispetto al tesoro di uno Stato (che pure potrebbe fare default, va ricordato).

Oggi come detto i differenziali sono ai minimi di ogni tempo: notate bene che questo NON accade perché il mercato pensa che si siano ridotti i rischi di default degli emittenti.

Questi sono prezzi imposti (come accade a volte sullo zucchero, o la pasta di grano duro): le Banche Centrali hanno voluto abbattere questi differenziali. Formalmente, per spingere gli investitori verso investimenti produttivi (non è successo), ma nella sostanza per offrire un salvagente a chi in quel momento aveva in mano queste obbligazioni (le banche ed anche i Fondi Comuni di Investimento), che sono stati alla fine i soli veri beneficiari del QE.

I prezzi delle obbligazioni sono quindi saliti (tutti, ed indistintamente) sulla base di una illusione, ovvero che queste obbligazioni in futuro saranno sempre ed in ogni momento negoziabili sui mercati: cosa che ovviamente non è vera, come insegna il recente passato e come vedranno tutti presto nel prossimo futuro, ora che le Banche Centrali sono costrette a farla finita con gli acquisti di titoli.

Una distorsione grave: ma non necessariamente la più grave, perché questa distorsione ne crea poi una seconda, anche più rischiosa, sia per gli investitori, sia per la stabilità del sistema finanziario nel suo insieme.

Da anni, ormai, circola, purtroppo tra i risparmiatori, spinta dal motore delle Reti di vendita, la sciocchezza che vedete qui sopra. Che è una sciocchezza enorme: ovvero che si possa investire ed operare delle scelte sulla base di un confronto tra i dividendo delle azioni e la cedola o rendimento a scadenza delle obbligazioni.

Molti risparmiatori sono stati indotti a credere che questo confronto abbia senso, mentre ne ha zero. E' del tutto assurdo. Le ragioni sono molte, ed ovvie:

  1. in tempi "normali" e con mercati "normali" un qualsiasi titolo di Borsa ha un ribasso potenziale del 10% nel BREVE termine
  2. ed un ribasso possibile nel LUNGO termine del 100%
  3. in tempi come questi, tempi di "record" e di eccessi, i due dati di cui ai punti precedenti sono MOLTO più ampi
  4. e come se non bastasse, il dividendo NON è un dovere della Società, non è garantito

Come si possa presentare al Cliente un argomento del genere, quindi, ci risulta incomprensibile: che senso ha mettere a confronto un 2% di dividendo con un 10% di perdita potenziale in un mese? E che senso ha ragionare "come se" le azioni ormai non potessero più scendere?  

E' pur vero che per sopravvivere si tenta di tutto, ma in qualche caso la decenza dovrebbe frenare l'istinto. Persino il povero Fantozzi avrebbe provato pudore.