Una boiata pazzesca

In questo Blog, oltre che nei documenti riservati ai Clienti, ed anche su SodiOnline.it, abbiamo in più occasioni sottolineato la grandezza delle anomalie di Borsa nel primo semestre 2017, e non è il caso di ripetere qui oggi quegli argomenti (che peraltro restano della massima attualità)

Oggi scriviamo per illustrare, con i fatti, che la Borsa oggi NON è il più grave dei problemi dei mercati finanziari: la Borsa è, senza dubbio, al capolinea ed anche oltre, ma c'è già chi, in questi mercati di oggi, ha due delle quattro ruote nel burrone.

Come vedete qui sopra, i differenziali (spread) che premiamo le obbligazioni corporate rispetto ai Titoli di Stato oggi sono ai minimi di ogni tempo. Questi differenziali (premi) di rendimento esistono perché è più elevata dal punto di vista di chi detiene l'obbligazione la probabilità di default del debitore privato, rispetto al tesoro di uno Stato (che pure potrebbe fare default, va ricordato).

Oggi come detto i differenziali sono ai minimi di ogni tempo: notate bene che questo NON accade perché il mercato pensa che si siano ridotti i rischi di default degli emittenti.

Questi sono prezzi imposti (come accade a volte sullo zucchero, o la pasta di grano duro): le Banche Centrali hanno voluto abbattere questi differenziali. Formalmente, per spingere gli investitori verso investimenti produttivi (non è successo), ma nella sostanza per offrire un salvagente a chi in quel momento aveva in mano queste obbligazioni (le banche ed anche i Fondi Comuni di Investimento), che sono stati alla fine i soli veri beneficiari del QE.

I prezzi delle obbligazioni sono quindi saliti (tutti, ed indistintamente) sulla base di una illusione, ovvero che queste obbligazioni in futuro saranno sempre ed in ogni momento negoziabili sui mercati: cosa che ovviamente non è vera, come insegna il recente passato e come vedranno tutti presto nel prossimo futuro, ora che le Banche Centrali sono costrette a farla finita con gli acquisti di titoli.

Una distorsione grave: ma non necessariamente la più grave, perché questa distorsione ne crea poi una seconda, anche più rischiosa, sia per gli investitori, sia per la stabilità del sistema finanziario nel suo insieme.

Da anni, ormai, circola, purtroppo tra i risparmiatori, spinta dal motore delle Reti di vendita, la sciocchezza che vedete qui sopra. Che è una sciocchezza enorme: ovvero che si possa investire ed operare delle scelte sulla base di un confronto tra i dividendo delle azioni e la cedola o rendimento a scadenza delle obbligazioni.

Molti risparmiatori sono stati indotti a credere che questo confronto abbia senso, mentre ne ha zero. E' del tutto assurdo. Le ragioni sono molte, ed ovvie:

  1. in tempi "normali" e con mercati "normali" un qualsiasi titolo di Borsa ha un ribasso potenziale del 10% nel BREVE termine
  2. ed un ribasso possibile nel LUNGO termine del 100%
  3. in tempi come questi, tempi di "record" e di eccessi, i due dati di cui ai punti precedenti sono MOLTO più ampi
  4. e come se non bastasse, il dividendo NON è un dovere della Società, non è garantito

Come si possa presentare al Cliente un argomento del genere, quindi, ci risulta incomprensibile: che senso ha mettere a confronto un 2% di dividendo con un 10% di perdita potenziale in un mese? E che senso ha ragionare "come se" le azioni ormai non potessero più scendere?  

E' pur vero che per sopravvivere si tenta di tutto, ma in qualche caso la decenza dovrebbe frenare l'istinto. Persino il povero Fantozzi avrebbe provato pudore.