Houston, abbiamo un problema (parte 4)

Se vi hanno raccontato che il ribasso degli indici di Borsa è spiegato dall'azzoppamento di Trump, e che per il resto va tutto bene, allora stanno cercando di fregarvi.

Il mercato sta facendo tutto un altro lavoro, in questa settimana: noi lo abbiamo anticipato lunedì scorso, coi tre Post precedenti di questa serie. Tutto si riassume nel grafico qui sotto, che Recce'd pubblicò (in un formato diverso e da una fonte diversa) un mese fa circa, anche via Twitter e Facebook dove lo potete recuperare facilmente.

Ci fa piacere vedere che oggi lo ripescano anche le "grandi banche di investimento". In ritardo, ma meglio che niente.

La sola domanda è interessante: quali sono i meccanismi, i guadagni, le commissioni, i soldi, che spingono periodicamente i mercati in situazioni come queste? Sono passati solo 24 mesi dal "bazooka di Draghi", e siamo di nuovo lì.

Ci sarà mica magari forse una tantino di manipolazione dei mercati (e dei risparmiatori)?

Il vantaggio del salumiere (parte 2)

Restiamo ancora per un attimo sull'artmetica della spesa dal panettiere. Dunque: il giorno prima dell'Elezione di Donald Trump, il rendimento del decennale USA era allo 1,7750%.

Ricordate quei giorni? Le banche di investimento, tutte quante, prevedevano allora il crollo delle Borse nel caso in cui Trump avesse vinto, e da lì derivava poi il basso livello dei rendimenti delle obbligazioni lunghe.

Dopo, immediatamente, si capovolse tutto: e ci fu il rialzo dei rendimenti dei Titoli di Stato (la discesa dei prezzi). Rialzo spiegato in ragione del fatto che "con Trump ci sarà più crescita, più crescita, più crescita", come dicevano tutti i "bravi" consulenti, e le banche di investimento che li foraggiano con i ristorni di commissioni.

Oggi, 17 maggio, il 10 anni USA rende il 2,2250%. A prima vista, dunque, c'è ancora una bella differenza con il 1,7750% del 4 novembre. "più crescita": sarà per quello?

E qui, però, che interviene il salumiere: per ricordarvi (come, non lo ricordate???) che nel frattempo la Federal Reserve degli USA ha alzato i tassi ufficiali, ovvero il costo del denaro. Di quanto? Non lo ricordate?

Forza, fate un sforzo, ricordatelo: ricordate di quanto ha alzato il costo del denaro Yellen e il suo Board tra dicembre 2016 e marzo 2017. Poi, togliete quel dato dal rendimento di oggi del decennale USA.

Fatto? Che numero esce fuori? La magia è fatta. Ecco: ora fatevi qualche domanda sul vostro portafoglio attuale.

Il vantaggio del salumiere (parte 1)

Ad ognuno di noi tocca, di tanto in tanto, di fare piccole spese, dal panettiere oppure dal salumiere oppure al supermercato: e di essere costretti quindi a fare addizioni e poi sotrazioni per quando arriva il resto.

Che bello sarebbe se gli analisti ed i commentatori (per non dire i consulenti ed i promotori finanziari) fossero altrettanto veloci quanto il salumiere sotto casa nelle addizioni e sottrazioni.

Si eviterebbero molti equivoci, come quello del grafico qui sopra: perché è vero, verissimo, che la crescita degli utili anno-su-anno nel primo trimestre 2017 è stata la più elevata dal 2011, ma basterà saper contare fino a quattro, e tornare indetro nel grafico di quattro trimestri, per vedere che il termine con cui si fa il confronto è anche il calo più ampio degli utili, sempre dal 2011.

Facciamo un po' di aritmetica spicciola: tra il secondo trimestre 2015, ed il secondo trimestre 2016, gli utili delle Società USA hanno subito cali anno-su-anno per circa un 18%, stando ai dati del grafico; negli ultimi tre trimestri il grafico ci racconta rialzi per circa un 26%, ma ovviamente questi rialzi sono calcolati partendo da una base più bassa.

La sostanza? Che non c'è sostanza, dal punti di vista di chi investe. E' solo fumo negli occhi: il grafico (utile per azione dell'indice S&P 500, in dollari) qui sotto spiega bene le cose. E fornisce indicazioni di tipo operativo, a noi che sfruttiamo il vantaggio del salumiere.

Houston, abbiamo un problema (parte 3)

Dunque, vediamo.

Come faceva, quella storia del "dollaro forte"? Ah, si, ecco qua: l'economia USA è in accelerazione, perché con Trump c'è stato un impulso all'ottimismo, quindi le famiglie spendono, le imprese investono, ed ecco che puff ... la Borsa riparte. E poi quindi la Federal Reserve può "normalizzare i tassi", mentre invece Giappone ed Eurozona si trovano ancora in difficoltà, ed ecco allora che il condensato di questa bella storia è che il dollaro si rafforza, facilitando in questo modo anche le esportazioni di Emergenti e Cina, e nel mondo si diffonde una generica sensazione che "le cose stanno migliorando".

Bellissimo.

Peccato che non era vero. Come vedete nel grafico, il dollaro oggi sta a 1,1075 contro euro, ma non se lo fila nessuno. Ma proprio nessuno che lo compra.

Attendiamo con fiducia: quelli del "dollaro forte" adesso ci spiegheranno come va il mondo.

(Purtoppo, amici investitori, noi tutti investiamo ed operiamo ancora in mercati dove chi la spara più grossa, nel breve termine, fa faville.

Poi, nel periodo un po' più lungo, va a sbattere contro un muro)

Houston? Abbiamo un problema (parte 2)

Vi hanno suggerito di comperare la Borsa? Vi hanno detto che le small caps promettono ottimi rendimenti? Vi hanno scritto di comperare obbligazioni spazzatura?

Si, di sicuro: spiegandovi che c'è un "generale miglioramento della crescita economica globale".

Dove? Chi l'ha visto? Chi lo dice? Dove sono i dati?

Se vi siete comperati la Borsa, vi siete semplicemente comperati la stessa cosa di prima, ma molto più cara: perché non c'è alcun miglioramento all'orizzonte. Chi lo dice? Recce'd? No, in questo caso a dirlo sono le grandi banche di investimento globale.

Nel grafico sopra, vedete le stime degli analisti per gli utili dello S&P 500 nei due anni, il 2017 (la linea in basso) e il 2018 (la linea in alto). Questo che vedete nel grafico è l'utile "di consenso".

Curioso, no? Non si vede alcun miglioramento nelle stime, dopo che Trump è stato eletto in novembre. Per quest'anno in corso, ma soprattutto per il prossimo. Al contrario, le stime SCENDONO. Come mai scendono? Visto il "generale miglioramento delle prospettive di crescita", dovrebbero salire.

Morale: neppure loro, quelli che vi spingono a "comperare equity" ci credono, nel generale miglioramento.

Meglio avvisare Houston: abbiamo un problema.