Il vantaggio del salumiere (parte 2)
Restiamo ancora per un attimo sull'artmetica della spesa dal panettiere. Dunque: il giorno prima dell'Elezione di Donald Trump, il rendimento del decennale USA era allo 1,7750%.
Ricordate quei giorni? Le banche di investimento, tutte quante, prevedevano allora il crollo delle Borse nel caso in cui Trump avesse vinto, e da lì derivava poi il basso livello dei rendimenti delle obbligazioni lunghe.
Dopo, immediatamente, si capovolse tutto: e ci fu il rialzo dei rendimenti dei Titoli di Stato (la discesa dei prezzi). Rialzo spiegato in ragione del fatto che "con Trump ci sarà più crescita, più crescita, più crescita", come dicevano tutti i "bravi" consulenti, e le banche di investimento che li foraggiano con i ristorni di commissioni.
Oggi, 17 maggio, il 10 anni USA rende il 2,2250%. A prima vista, dunque, c'è ancora una bella differenza con il 1,7750% del 4 novembre. "più crescita": sarà per quello?
E qui, però, che interviene il salumiere: per ricordarvi (come, non lo ricordate???) che nel frattempo la Federal Reserve degli USA ha alzato i tassi ufficiali, ovvero il costo del denaro. Di quanto? Non lo ricordate?
Forza, fate un sforzo, ricordatelo: ricordate di quanto ha alzato il costo del denaro Yellen e il suo Board tra dicembre 2016 e marzo 2017. Poi, togliete quel dato dal rendimento di oggi del decennale USA.
Fatto? Che numero esce fuori? La magia è fatta. Ecco: ora fatevi qualche domanda sul vostro portafoglio attuale.