Houston, abbiamo un problema (parte 3)
Dunque, vediamo.
Come faceva, quella storia del "dollaro forte"? Ah, si, ecco qua: l'economia USA è in accelerazione, perché con Trump c'è stato un impulso all'ottimismo, quindi le famiglie spendono, le imprese investono, ed ecco che puff ... la Borsa riparte. E poi quindi la Federal Reserve può "normalizzare i tassi", mentre invece Giappone ed Eurozona si trovano ancora in difficoltà, ed ecco allora che il condensato di questa bella storia è che il dollaro si rafforza, facilitando in questo modo anche le esportazioni di Emergenti e Cina, e nel mondo si diffonde una generica sensazione che "le cose stanno migliorando".
Bellissimo.
Peccato che non era vero. Come vedete nel grafico, il dollaro oggi sta a 1,1075 contro euro, ma non se lo fila nessuno. Ma proprio nessuno che lo compra.
Attendiamo con fiducia: quelli del "dollaro forte" adesso ci spiegheranno come va il mondo.
(Purtoppo, amici investitori, noi tutti investiamo ed operiamo ancora in mercati dove chi la spara più grossa, nel breve termine, fa faville.
Poi, nel periodo un po' più lungo, va a sbattere contro un muro)