Houston? Abbiamo un problema (parte 1)

L'inflazione, l'incremento dell'indice dei prezzi al consumo, nel Regno Unito sale stamattina 16 maggio 2017 al 2,7%. WOW. Da quanto tempo, non ci ricordiamo di avere letto numeri simili.

Ma davvero i tassi ufficiali del Regno Unito stanno allo 0,50%? E negli Stati Uniti, l'inflazione è al 2,3% e i costo del denaro sta invece ... ? E in Eurozona, il costo del denaro è a MENO 0,40% e l'inflazione adesso invece ...

Quante domande. Ma la più significativa è questa: i tassi a 10 anni NON salgono, anzi scendono nel 2017. E NON coprono l'inflazione. A 10 anni, chi investe PERDE potere di acquisto. Perde soldi.

Perché le cose stanno così? Sono tutti pazzi sui mercati obbligazionari? Oppure, i pazzi, gli irresponsabili, sono quelli che fingono di NON vedere, e raccontano in giro che "va tutto bene"?

Noi abbiamo una risposta: che utilizziamo per gestire i nostri portafogli modello per i Clienti.

De Bortoli - Renzi: ce ne importa? Significa qualcosa?

Ha ragione De Bortoli: i vertici delle banche in Italia sono condizionati sia da esponenti della politica sia da esponenti di altre organizzazioni, come la massoneria.

Ha ragione anche Renzi: de Bortoli dopo venti anni passati al vertice del Corriere della Sera si sorprende di questa situazione?

Tutta la vicenda a noi sembra, almeno se restiamo alla facciata, di scarso interesse: un dibattito su cose vecchie. Siamo già ben oltre.

Come investitori, però, siamo costretti a guardare sotto la superficie: e allora, mettendo da parte i commenti più ovvi (che avrete già letto sui giornali ed ascoltato in tv) a noi sembra importante chiedersi quali implicazioni derivano per le scelte di portafoglio. E noi ne vediamo almeno due:

  1. per il rischio politico in Italia: il rischio politico aumenta ancora, perché si può dire con certezza che l'immagine di Renzi come "uomo nuovo" della poltiica in Italia è compromessa, in modo definitivo; ed anche un certo establishment sembra prendere le distenze, magari proprio attraverso de Bortoli. leggete, al proposito, gli articolo di fondo sia del Corriere di oggi 14 maggio, si di La Repubblica di ieri. Renzi si riproporrà alle prossime Elezioni Politiche come "uomo delle riforme", ma di quali riforme parla? La riforma più importante, gli elettori l'hanno già affossata, e di idee per altre riforme ad oggi non si ha notizia. Al tempo stesso, un Macron italiano (sganciato dai partiti tradizionali) non si vede, così come non si vede una alternativa forte a Renzi negli schieramenti che si oppongono. Attenzione quindi ai Titoli del debito pubblico italiano, anche nel breve termine.
  2. per il settore bancario italiano: come vedete facilmente, dai toni del dibattito su Etruria, per le banche in Italia il futuro è in continuità con il passato. Non c'è il minimo accenno neppure in questi giorni, ai difetti di sistema che hanno generato questa situazione, non c'è la minima capacità di critica, ed ancor meno di progetto, ovvero sul come andare oltre. Renzi va in tv e dice "Il mio Governo li ha commissariati": certo, quando non rimaneva proprio nessuna altra via di uscita. La verità è che oggi Etruria fa comodo solo perchè indebolisce un candidato Premier, ma questa opportunità non viene utilizzata per mettere in luce i limiti di un sistema vicino al collasso, con il silenzio-assenso di Banca d'Italia e CONSOB (vedi i bilanci primestrali appena pubblicati). Si aggiunga che la nazionalizzazione di queste banche fallite rende ancora più debole il sistema bancario, come dice persino Corrado Passera oggi su la Stampa. E se poi arriverà davvero la Commissione Parlamentare, allora saremo certi che non si vuole proprio cambiare nulla: i Parlamentari che indagano sulle ragioni per cui i Parlamentari, ma cinquanta anni, esercitano una influenza impropria sulle banche in Italia, sembra una recita del teatro dell'assurdo! Veniamo ai portafogli: le quotazioni delle banche alla Borsa di Milano sono, oggi più che mai, frutto della fervida fantasia dei brokers e delle banche di investimento, e del tutto scollegati con la realtà dei fatti (quella realtà che adesso raccontano anche De Bortoli e Passera, oltre a noi di Recce'd).
Performances 2017: come si faranno (parte 2)

Per professione, siamo costretti a tenere sotto controllo, e quindi monitorare, analizzare e catalogare, la gran parte delle pubblicazioni che circolano tra gli operatori e sui mercati: la ragione, per la quale effettuiamo questo costante e dettagliato monitoraggio, è che dobbiamo tenere conto per il 50% della realtà, dei dati reali, e per il 50% delle opinioni, che spesso sono poi illusioni.

Alla metà di maggio 2017, ci sono ancora molti che ispirano le loro analisi, le loro ricerche, le loro opinioni e soprattutto i loro suggerimenti operativi a una cosa che si chiama "ripresa generale dell'economia globale". Questi signori hanno letto qualche affermazione di qualche politico, che si chiami Trump oppure Draghi non fa differenza, e subito colgono la palla al balzo per suggerire ai Clienti di "comperare più rischio", più obbligazioni spazzatura, più titoli azionari così piccoli che nessuno li conosce (e soprattutto, di cui nessuno conosce nel dettagli i numeri, e quindi il valore).

Questi consulenti e commentatori sono quelli che sostengo che "i dati non contano": per questo, i dati non li guardano neppure, e quando li leggono poi non sono in grado di utilizzarli.

Sono queste le considerazioni che ci spingono a costruire i portafogli dei nostri Clienti sulla base di una strategia di investimento che abbiamo chiamato "del contropiede", dettagliata in settimana attraverso The Morning Brief: una strategia di portafoglio che ci porterà a centrare, anche nel 2017, gli obbiettivi dichiarati, che non sono solo di performance (come i Clienti sanno) ma pure di abbattimento della volatilità.

Parliamo ancora per un attimo della volatilità: l'indice di volatilità della Borsa di New York ha toccato questa settimana il minimo da 24 anni, e quando accadono fatti (fatti concreti, non promesse elettorali) come questi, dopo poi accade qualche altra cosa che ... non succedeva da 24 anni. Nessuno potrà poi dirsi sorpreso.

Ha scritto Bloomberg venerdì 12 maggio:

For 14 straight sessions, the S&P 500 has been both within 0.5 percent of its all-time high and stuck in a 0.6-percent trading range. A similar stretch of stillness has never happened before, according to data compiled by Bloomberg.

Along the way, the CBOE Volatility Index sank to 9.77 on Monday, the lowest level since at least 1993.

Tornando allo spunto iniziale: la "diffusa crescita globale" non c'è, è solo un equivoco, il risultato di affermazioni generiche rivolte ad un pubblico poco attento. Non lo diciamo noi, bensì l'OCSE, solo tre giorni fa.

Guadagni da favola!

Come vedete qui sopra, i Titoli di Stato della Grecia sono un affarone: nel solo 2017 hanno guadagnato più del 15% solo sul prezzo, e poi c'è anche la cedola.

Un grande affare, dunque, un affarone. E allora certe obbligazioni di bassissima qualità, anche italiane, che volata hanno fatto? E vogliamo poi parlare delle small caps alla Borsa di Milano? Insomma, comprate rischio, comprate rischio, comprate rischio: chi non guadagna ... è un fesso. Qualità degli investimenti, valutazioni dei titoli, rischio di mercato? Bah ... roba da perdenti.

Chiediamo ai nostri lettori: ma tutta questa storia a voi non ricorda qualche cosa? Comperare spazzatura, specie in Eurozona, era di gran moda 24 mesi fa, nel maggio 2015, peccato che poi gli investitori non sono stati avvisati quando la festa è finita, e a fine 2015 erano tutti curvi, a piangere ... sul latte versato. 15 mesi fa, non cento anni fa.

Non c'è nullo di nuovo in questa situazione: fa sorridere che l'industria del risparmio, quella delle Reti di vendita, si debba cacciare per sopravvivere sempre in questo tipo di situazione, di euforia senza motivo. "Compra rischio, compra rischio, compra rischio": pura sapendo che a questi rialzi NON corrisponde alcun miglioramento del sotttostante: eppure, c'è in giro gente che ancora pensa che un titolo possa salire anche se in futuro NON ci sarà un maggiore rendimento dell'attività sottostante.

Amaraggia il fatto che nessuno tra i cosiddetti consulenti metta chi investe, il loro Cliente,  sull'avviso, come minimo informandolo dei numerosissimi segnali di stress, di squilibrio, le cento anomalie che aumentano ogni giorno e che arrivano dai mercati stessi.

Chiediamo a chi ci legge: ricordate 12 mesi fa, aprile e maggio 2016, quando tutti questi analisti, consulenti e strategisti, a prezzi di Borsa ben più bassi, vi dicevano di "sottopesare"? Ricordate quelli che allora scrivevano (noi noi di Recce'd) "sulle Borse cautela"? Quei gestori che nei loro "report" dicevano che quello era il momento della "prudenza"? Sono i medesimi, ma proprio gli stessi, che oggi scrivono di "Comperare altro rischio" (non noi di Recce'd). Vi sembrano credibili, quelli? Vi sembrano professionisti, quelli?

Ma in questa situazione colpisce soprattutto l'indulgenza di chi, come le Banche Centrali, dovrebbe mettere la stabilità sopra ogni altro traguardo. Ma qui, evidentemente, ci sono altri interessi, pubblici ma pure privati, di singoli individui, che spingono a buttare benzina sulle fiamme accese.

Performances 2017: come si faranno (parte 1)

C'è chi sostiene che le performances, nell'anno in corso, si faranno andando dietro a Trump, a Trump e le tasse, a Trump e le infratrutture, alla ripresa globale, all'aumento degli utili.

Poi, c'è chi sostiene che le performances nel 2017 si faranno invece con ... il solito portafoglio: 30% di azioni, 70% di obbligazioni, e restiamo così per altri 10 anni, sulla base di una "profilazione del rischio" che è scientifica quanto la lettura del carattere basata sui segni zodiacali.

Infine, c'è chi, come Recce'd, ritiene che le performances 2017 si faranno in tutt'altro modo.

Un buon modo per fare soldi, in questo 2017, sarà capire il grafico qui sopra:

  • le colonne rosa rappresentano la deviazione standard dell'indice S&P 500 nel 2017, ovvero la sua variazione media, che ad oggi è pari allo 0,4% contro lo 1% del 2016 e lo 0,8% del 2015;
  • le colonne più scure sono il numero di sedute con un calo dello 1,5% dell'indice: che ad oggi, nel 2017, sono ... zero.

Forse, qualcuno vi racconta che tutto è normale e che le cose vanno "alla grande", ma questi numeri non lo confermano, ed al contrario indicano grandi opportunità per operare in futuro. Questi dati sono più che sufficienti per affermare che la situazione attuale dei mercati finanziari NON è sostenibile, è del tutto artificiale.

Chi ci legge farà bene a ricordare che esattamente 12 mesi fa l'indice S&P 500 valeva 2050 punti, e non ricordo una sola banca di investimento, un solo analista, un solo commentatore, affermare un anno fa, nel maggio 2016 che quel livello dello S&P 500 fosse "scandalosamente basso" oppure "una imperdibile occasione di ingresso".

Aggiungete che, nel frattempo, i tassi ufficiali di interesse sono aumentati negli USA dello 0,50%. Sarà quindi utile chiedersi, di fronte a questi dati, che cosa sostiene, quale è il supporto del rialzo di 350 punti dello stesso indice in 12 mesi. Ed è bene ricordare sempre che sui mercati finanziari i prezzi possono salire oppure scendere con eguale probabilità.