Performances 2017: come si faranno (parte 2)

Per professione, siamo costretti a tenere sotto controllo, e quindi monitorare, analizzare e catalogare, la gran parte delle pubblicazioni che circolano tra gli operatori e sui mercati: la ragione, per la quale effettuiamo questo costante e dettagliato monitoraggio, è che dobbiamo tenere conto per il 50% della realtà, dei dati reali, e per il 50% delle opinioni, che spesso sono poi illusioni.

Alla metà di maggio 2017, ci sono ancora molti che ispirano le loro analisi, le loro ricerche, le loro opinioni e soprattutto i loro suggerimenti operativi a una cosa che si chiama "ripresa generale dell'economia globale". Questi signori hanno letto qualche affermazione di qualche politico, che si chiami Trump oppure Draghi non fa differenza, e subito colgono la palla al balzo per suggerire ai Clienti di "comperare più rischio", più obbligazioni spazzatura, più titoli azionari così piccoli che nessuno li conosce (e soprattutto, di cui nessuno conosce nel dettagli i numeri, e quindi il valore).

Questi consulenti e commentatori sono quelli che sostengo che "i dati non contano": per questo, i dati non li guardano neppure, e quando li leggono poi non sono in grado di utilizzarli.

Sono queste le considerazioni che ci spingono a costruire i portafogli dei nostri Clienti sulla base di una strategia di investimento che abbiamo chiamato "del contropiede", dettagliata in settimana attraverso The Morning Brief: una strategia di portafoglio che ci porterà a centrare, anche nel 2017, gli obbiettivi dichiarati, che non sono solo di performance (come i Clienti sanno) ma pure di abbattimento della volatilità.

Parliamo ancora per un attimo della volatilità: l'indice di volatilità della Borsa di New York ha toccato questa settimana il minimo da 24 anni, e quando accadono fatti (fatti concreti, non promesse elettorali) come questi, dopo poi accade qualche altra cosa che ... non succedeva da 24 anni. Nessuno potrà poi dirsi sorpreso.

Ha scritto Bloomberg venerdì 12 maggio:

For 14 straight sessions, the S&P 500 has been both within 0.5 percent of its all-time high and stuck in a 0.6-percent trading range. A similar stretch of stillness has never happened before, according to data compiled by Bloomberg.

Along the way, the CBOE Volatility Index sank to 9.77 on Monday, the lowest level since at least 1993.

Tornando allo spunto iniziale: la "diffusa crescita globale" non c'è, è solo un equivoco, il risultato di affermazioni generiche rivolte ad un pubblico poco attento. Non lo diciamo noi, bensì l'OCSE, solo tre giorni fa.