Posts in Mercati oggi
Svuotiamo i magazzini: la nostra strategia di investimento al 19 luglio 2020
 

Arriva luglio, e per i negozi è stagione di saldi, per svuotare i magazzini. Lo facciamo anche noi di Recce’d: svuotiamo il nostro archivio dei semilavorati che sono rimasti impubblicati da marzo in avanti. Ci troverete quindi temi sempre significativi, ma magari non di immediata attualità, e poi temi sui quali nel Blog avevamo già scritto magari in modo sintetico

E nel frattempo mettiamo a punto il nuovo Blog, che abbiamo annunciato già nei Post di quindici giorni fa, alla fine del primo semestre 2020.

Novità che si accompagnerà ad altre importanti novità nel comparto della comunicazione di Recce’d, a cominciare dal sito (sia layout sia contenuti e servizi offerti) per finire con The Morning Brief, il quotidiano distribuito in esclusiva ai nostri Clienti.

Lo svuotamento potrebbe proseguire nel mese di luglio. Vedremo che succede.

Week_01_June_2020_80.png

Come spiegano i “bravi venditori” alla Nino Frassica, quando propongono al Cliente una imbattibile “asset allocation”, ogni investitore deve avere una chiara “strategia di medio- lungo termine” e invece NON deve farsi “distrarre dalle oscillazioni di breve termine”.

Sarà vero? Oppure è la ricetta per il disastro garantito?

Per non sapere né leggere né scrivere, noi in Recce’d abbiamo tutte e due: una grande attenzione per il breve termine e una solida strategia di medio termine.

La settimana scorsa, per gli amici che leggono il Blog, abbiamo regalato le nostre considerazioni più utili per il breve termine, e le potete leggere qui.

Oggi, a sette giorni di distanza, allo scopo di risparmiare energia (fa caldo …) chiediamo aiuto ad un amico di Recce’d: che proprio questa settimana ha pubblicato, sul Financial Times, un articolo che condensa alla perfezione ciò che noi in Recce’d pensiamo in merito a ciò a cui deve essere orientato, e preparato, il portafoglio in titoli oggi. Potete leggerlo sotto., gratis

Fatta la strategia, che poi è la teoria, c’è da fare la pratica:; le scelte di portafoglio, scelte che sono di quantità, di abbinamento, di timing, di strumento. E quello è il lavoro che facciamo per il nostro Cliente.

Voi, amici lettori, potete parlarne con il wealth manager, il private banker, oppure quello che si fa chiamare “consulente”: sentite un po’ che cosa ne pensa.

The financial stress caused by Covid-19 is far from over. Investors should brace for non-payments to spread far beyond the most vulnerable corporate and sovereign borrowers, in a reckoning that threatens to drag prices lower.

There is still time to get ahead of this trend. Rather than buying assets at valuations stunningly decoupled from underlying corporate and economic fundamentals, investors should think a lot more about the recovery value of their assets and adjust their portfolios accordingly.

So far, despite signs of rising stress on corporate and public balance sheets, non-payments have been largely contained to certain badly affected segments. But the sense that the worst did not come to pass has fed complacency among investors of all stripes. A new generation of retail investors has emerged, helping stocks on their relentless march higher. Contrast investors’ optimism with companies’ circumspection. While many central governments are focused on reopening economies that were locked down to contain the virus’s spread, most businesses have remained cautious. Many are still looking to further reduce their spending. The wariness has been encouraged by the resurgence of infections around the world. In the US, a majority of states have now opted to halt or reverse their lockdown easing plans. And there is every reason for businesses and investors to tread carefully.

Health experts warn us about over-optimism on a vaccine and, judging from the most affected areas, too many people are yet to properly take on board the infection threat and align their behaviours with the risks facing society. Recommended Coronavirus: free to read Loosening lockdowns: tracking governments’ changing coronavirus responses | Free to read Such a weak and uncertain economic backdrop reduces borrowers’ willingness and ability to meet contractual obligations. This is particularly the case in vulnerable sectors such as hospitality and retail, and in developing countries with less of a financial cushion and limited room for policy flexibility. There are already plenty of worrying signs: a record-breaking pace for corporate bankruptcies; job losses moving from small and medium-sized firms to larger ones; lengthening delays in commercial real estate payments; more households falling behind on rents and continuing to defer credit card payments; and a handful of developing countries delaying debt payments. Yet, judging from a range of market indicators, investors are showing insufficient concern.

Some continue to expect a sharp, V-shaped recovery in which a vaccine, or a build-up of immunity in the population, allows for a quick resumption of normal economic activity. Others are relying on more backstops from governments, central banks and international organisations. But policymakers’ support actions have already been extensive, including payment deferrals, direct cash transfers, covenant relief, rock-bottom interest rates and corporate bond purchases. The G20 group has agreed a “debt service suspension initiative” for the poorest developing countries.

While notable, such measures will not protect investors from sharing some of the capital losses, whether that is due to companies going bankrupt, or developing countries needing more than exceptional funds from bilateral and multilateral sources. Many have already made it clear that they expect “private sector involvement”. That is likely to mean, at the minimum, the short-term suspension of interest and principal payments. As neither a quick income recovery nor more financial engineering is likely to avert a rise in non-payments, the best that can be hoped for in a growing number of cases may well be orderly, voluntary and collaborative restructurings, such as the one announced last week in Ecuador. L

The complicated negotiations between Argentina and its creditors demonstrate that such deals are far from easy, especially given the lack of cohesion among creditors. But the alternative — a messy default — destroys even more value for debtors and investors. The potential damage is not limited to finance. Disruptions in capital markets could also undermine the already sluggish economic recovery by making consumers more thrifty, as they worry about their job prospects, and by encouraging companies to postpone investment plans pending a clearer economic outlook.

The investing challenge may well shift in the months ahead from riding an exceptional wave of liquidity, which lifted virtually all asset prices, to steering through a general correction in prices and complex individual non-payments. No wonder, then, that an increasing number of asset managers are raising funds in the hope of deploying a dual investment strategy. The first involves waiting for a correction to buy rock-solid companies trading at bargain prices. The second involves engaging in well-structured rescue financing, debt restructurings and collateralised lending as countries, and some bankrupt companies, seek to reorganise and recover. Liquidity-driven rallies are deceptively attractive and tend to result in excessive risk-taking.

This time, retail investors are front and centre. But it is the next stage that we should already be thinking about. That requires much more careful scrutiny from investors than the past few months have demanded.

The writer is Allianz’s chief economic adviser and president-elect of Queens’ College, University of Cambridge

Svuotiamo i magazzini: in difesa dei Fondi Hedge
 

Arriva luglio, e per i negozi è stagione di saldi, per svuotare i magazzini. Lo facciamo anche noi di Recce’d: svuotiamo il nostro archivio dei semilavorati che sono rimasti impubblicati da marzo in avanti. Ci troverete quindi temi sempre significativi, ma magari non di immediata attualità, e poi temi sui quali nel Blog avevamo già scritto magari in modo sintetico

E nel frattempo mettiamo a punto il nuovo Blog, che abbiamo annunciato già nei Post di quindici giorni fa, alla fine del primo semestre 2020.

Novità che si accompagnerà ad altre importanti novità nel comparto della comunicazione di Recce’d, a cominciare dal sito (sia layout sia contenuti e servizi offerti) per finire con The Morning Brief, il quotidiano distribuito in esclusiva ai nostri Clienti.

Lo svuotamento potrebbe proseguire nel mese di luglio. Vedremo che succede.

Week_01_June_2020_74a.png
Week_01_June_2020_74b.png

In precedenti occasioni, in questo Blog, abbiamo offerto al lettore una analisi di dettaglio dei risultati (rendimento e rischio) dei Fondi Hedge e dei gestori che li manovrano. Abbiamo messo in guardia i nostri lettori, con una serie di osservazioni critiche, sulla crisi profonda che investe questa categoria, che soltanto venti anni fa dominava il mondo del risparmio gestito.

Torniamo sul tema, per ribadire la nostro alta considerazione professionale per la categoria nel suo insieme: nonostante le gravi difficoltà degli ultimi anni, si tratta in ogni caso di una categoria di gestori che quanto meno si è posta il problema di generare per il Cliente che investe un risultato NON dipendente da un benchmark.

Questi Fondi Hedge, pur essendo chiaramente uno strumento vecchio di un’altra epoca, NON devono però essere confusi con gli altri Fondi Comuni, quelli tradizionali, che sono una categoria di strumenti parassitaria, che incassa le commissioni senza fare alcun lavoro per il Cliente.

C’è un secondo argomento, che deve essere preso in esame, prima di arrivare ad un giudizio definitivo sulla categoria dei Fondi Hedge: si tratta dell’impatto disastroso sui mercati finanziari delle disastrose politiche monetarie non convenzionali delle Banche Centrali.

Lo ha dimostrato la scienza: è stato infatti pubblicato uno studio accademico (Università Bocconi) che dimostra l’esistenza di un impatto negativo delle azioni delle Banche Centrali sui risultati dei Fondi Hedge.

Il lettore che sia interessato lo può leggere cliccando qui.

Di questo articolo scientifico ha scritto in settimana anche Bloomberg, in un articolo interessante che sotto vi riportiamo per intero per vostra comodità di lettura.

The next time you encounter a hedge fund manager blaming central bankers for their performance woes, resist the urge to roll your eyes: They just might have a point.

A new study delivers some of the strongest evidence yet directly connecting the malaise of the fast-money investor with monetary efforts to fend off economic disaster.

Alexei Orlov of the U.S. Securities and Exchange Commission and Massimo Guidolin of the Bocconi University in Italy tested 10 investing strategies against 18 unconventional monetary policy announcements from the Federal Reserve and European Central Bank between 2008 and 2016.

The result: They found monetary policies are directly hitting more than half of the strategies, and indirectly whiplashing virtually the entire industry.

“The aim is to test whether -- and how (i.e. positively or negatively) -- each hedge fund index is exposed to monetary policy shocks,” Orlov and Guidolin wrote in the introduction to their paper.

The findings showed “the UMP announcements represent a risk factor that leads to negative, precisely estimated exposures” for six of the 10 strategies, they said. Those affected comprise convertible arbitrage, dedicated short bias, emerging markets, equity market neutral, fixed-income arbitrage and multi-strategy.

Global macro, equity long/short, managed futures and event driven strategies managed to avoid that list. But investors may want to pause before shuffling any cash around -- when the researchers looked at the indirect effects of policy pronouncements, it transpired there was virtually nowhere to hide.

The industry is continuing to endure a miserable spell this year, with everything from overcrowding to Covid-19 hurting returns and shuttering funds.

Orlov and Guidolin found “breaks” in the conventional characteristics that help determine the return of each strategy, known as factors, which corresponded to the UMP dates. That’s a tell-tale sign that Fed and ECB announcements are having such a large impact on the market as a whole it disrupts the foundations upon which hedge fund returns are built.

“Not only do we find that each of the 10 strategies and the industry as a whole feature a number of structural change episodes in risk exposures, but we also find that most of the endogenously determined break dates match, or nearly match, the UMP announcement dates,” they wrote.

Svuotiamo i magazzini: questa è una autentica porcheria
 

Arriva luglio, e per i negozi è stagione di saldi, per svuotare i magazzini. Lo facciamo anche noi di Recce’d: svuotiamo il nostro archivio dei semilavorati che sono rimasti impubblicati da marzo in avanti. Ci troverete quindi temi sempre significativi, ma magari non di immediata attualità, e poi temi sui quali nel Blog avevamo già scritto magari in modo sintetico

E nel frattempo mettiamo a punto il nuovo Blog, che abbiamo annunciato già nei Post di quindici giorni fa, alla fine del primo semestre 2020.

Novità che si accompagnerà ad altre importanti novità nel comparto della comunicazione di Recce’d, a cominciare dal sito (sia layout sia contenuti e servizi offerti) per finire con The Morning Brief, il quotidiano distribuito in esclusiva ai nostri Clienti.

Lo svuotamento potrebbe proseguire nel mese di luglio. Vedremo che succede.

 

Mentre sui quotidiani, in tv e al TG l’informazione finanziaria italiana viene dominata dalle notizie relative all’acquisizione di UBI da parte di Intesa (una operazione che è totalmente irrilevante, per noi investitori finali, e per ogni gestore di portafoglio che conosca il suo mestiere), la settimana scorsa negli Stati Uniti hanno riportato i risultati trimestrali tutte le maggiori banche USA, che poi sono anche le più influenti banche di tutto il Pianeta.

Insomma, l’investitore italiano, nel suo esclusivo interesse, avrebbe fatto bene ad ignorare del tutto gli spot, e anche i siti dove si scriveva di Intesa-UBI, e seguire le notizie arrivate da JP Morgan, da Citigroup, da Wells Fargo, da Morgan Stanley, da Goldman Sachs, da Bank of America.

Week_01_June_2020_77.png

La quantità di informazioni che è possibile ricavare, analizzando i loro bilanci ed i loro conti economici, è immensa: noi abbiamo fatto per i Clienti una sintesi, la settimana scorsa, in The Morning Brief, ed il nostro lavoro proseguirà da lunedì 20 luglio per tutta la prossima settimana.

In questo Post, accenniamo soltanto ad uno, dei tantissimi aspetti rilevanti per noi investitori finali. Lo trovate nell’immagine sopra.

L’Amministratore Delegato di una importante Società quotata a New York si è lasciato scappare, come leggete sopra: “E’ quasi indecente”. La realtà, a nostro giudizio, è che si tratta di una cosa non soltanto indecente, ma pure zozza. Una autentica porcheria.

Tutte le grandi banche USA, infatti, hanno riportato risultati trimestrali in utile per il trimestre aprile-giugno 2020, con la sola eccezione di Wells Fargo, che ha dichiarato una modesta perdita.

Si tratta di un inganno al pubblico, e di un vero e proprio complotto: tutti gli utili fatti da queste banche sono ascrivibili ad una sola voce, che sono le commissioni fatte sui mercati finanziari, negoziando azioni ed obbligazioni nel corso del trimestre. A titolo di esempio, abbiamo preso i risultati di Goldman Sachs, che leggete più sotto nel grafico. Grazie al COVID-19, Goldman Sachs ha raddoppiato gli utili da commissioni di negoziazione. Raddoppiato. E tutte le altre grandi banche hanno annunciato (con entusiasmo) la medesima operazione, che alcuni potrebbero interpretare come una vera e propria operazione di sciacallaggio.

Risulterà ovvio per ogni nostro lettore che la negoziazione di azioni ed obbligazioni non costituisce l’oggetto tipico dell’attività bancaria, che invece è l’attività di fornire credito all’economia reale.

E non sfuggirà ad alcuno dei nostri lettori che l’esplosione delle commissioni di negoziazione è accaduta per un unica ragione: la scelta della Federal Reserve di operare attraverso i mercati dei titoli, con le operazioni chiamate QE. Operazioni che erano state spiegate al pubblico come “interventi per salvaguardare economia ed occupazione dal COVID-19”: peccato che il PIL negli Stati Uniti sta a -10%, la disoccupazione sta al +12%, e le grandi banche USA invece fanno raddoppiare gli utili!

Siamo dunque a questo: l’Autorità pubblica che sarebbe preposta alla vigilanza sull’attività delle banche determina lei stessa i risultati economici delle banche stesse, manovrando i mercati finanziari.

Quindi: l’Autorità pubblica che dovrebbe garantire al pubblico la stabilità del sistema bancario induce un aumento, con iniziative che ovviamente sono una-tantum, e non ricorrenti, del reddito delle banche, consentendo così alle banche medesime di ingannare il pubblico in merito alla solidità del proprio business. Numeri artefatti e vigilanza falsa.

Week_01_June_2020_82.png

Ed entrambe le due parti, sia le banche che annunciano le trimestrali, sia la Banca Centrale, mentono al pubblico che opera in Borsa, sapendo di mentire.

Se il vostro cosiddetto “consulente” non ve lo ha ancora detto, nei numeri appena citati ed in quelli del grafico qui sotto trovate la causa principale della instabilità che investirà, da qui a fine anno, tutti i mercati finanziari. Instabilità per la quale dovete preparare i vostri portafogli: chiedete al vostro private banker.

E lasciate perdere di perdere tempo e denaro su Intesa-UBI: ma che cosa ve ne importa?

Una considerazione finale: avete forse letto, tra le centinaia e forse migliaia di articoli di fondo dell’ultima settimana, la gran parte dei quali sono dedicati a tematiche di nessuna importanza, una sola riga su questi numeri, che invece vi documentano come sta cambiando la realtà del Mondo nel quale noi viviamo? Nulla. Zero. Zilch. Silenzio. Il “sistema di informazione”, quando si tratta di finanza e mercati, è un autentico “sistema di disinformazione”.

Week_01_June_2020_79.png
Svuotiamo i magazzini: le nostre indicazioni operative del 12 luglio 2020.
 

Arriva luglio, e per i negozi è stagione di saldi, per svuotare i magazzini. Lo facciamo anche noi di Recce’d: svuotiamo il nostro archivio dei semilavorati che sono rimasti impubblicati da marzo in avanti. Ci troverete quindi temi sempre significativi, ma magari non di immediata attualità, e poi temi sui quali nel Blog avevamo già scritto magari in modo sintetico

E nel frattempo mettiamo a punto il nuovo Blog, che abbiamo annunciato già nei Post di quindici giorni fa, alla fine del primo semestre 2020.

Novità che si accompagnerà ad altre importanti novità nel comparto della comunicazione di Recce’d, a cominciare dal sito (sia layout sia contenuti e servizi offerti) per finire con The Morning Brief, il quotidiano distribuito in esclusiva ai nostri Clienti.

Lo svuotamento potrebbe proseguire nel mese di luglio. Vedremo che succede.

Non vogliamo fare mancare ai nostri lettori alcune indicazioni operative.

Allo scopo di introdurre, per grandi linee, le novità che toccheranno il nostro Blog, e quindi il nostro nuovo modo di procedere all’impostazione dei Post di Recce’d, oggi mettiamo a disposizione degli investitori che ci leggono una serie, selezionatissima, di dati, di grafici e di informazioni.

Si tratta, se saprete utilizzarle, di informazioni non solo indispensabili, ma pure decisive, per comprendere che cosa ci si deve aspettare dai prossimi sei mesi dei mercati finanziari globali. E quindi, per capire se guadagnerete oppure perderete i vostri soldi nei prossimi sei mesi, nel prossimo anno, nei prossimi due anni.

Saprete certamente come farne buon uso.

Se poi invece avete qualche dubbio, potete rivolgervi al vostro wealth manager, al family banker, al private banker. e perché no magari al robot, quello dei robo-advisors: lui sarà sicuramente in grado di spiegarvi come e perché questi dati modificheranno i valori dei titoli che avete in portafoglio.

Oppure potete scrivere a Recce’d. Noi vi stiamo aspettando.

Week_01_June_2020_72.png

Il primo dato che mettiamo alla vostra attenzione è il saldo mensile (badata bene: mensile) della finanzia pubblica negli Stati Uniti. Avremmo potuto forse mette il grafico per l’Italia, ma … non ci stava nella pagina, andava troppo in basso e non c’era spazio. Fatevi alcune domande: dove li trovano, tutti questi soldi? Da chi li prendono e li prenderanno? E quanto costerà trovare tutti questi soldi? E perché il dato di oggi è così tanto diverso da quelli del passato?

Week_01_June_2020_64.png

Il secondo dato sul quale vi suggeriamo di lavorare (naturalmente insieme con il wealth manager o il personal banker) è il dato per la disoccupazione negli Stati Uniti. Partite da questa domanda: perché è così diverso dai dati delle precedenti recessioni? E poi passate alla seconda domanda: che cosa implica, questo essere così tanto diverso, per l’economia, per la crescita, per la spesa, per l’inflazione? Ed infine, il domandone: che cosa implica per i miei soldi, i miei risparmi, i miei titoli?

Week_01_June_2020_62.png

Ecco l terzo dato: anche qui, una grande differenza tra oggi ed i precedenti episodi. Qui parliamo però di quello che ha fatto la Federal Reserve. Perché è così diverso dal passato? E questo come impatterà sui miei soldi? Due domande molto utili.

Week_01_June_2020_61.png

Ed infine, uno sguardo alla Borsa di New York: perché l’indice VIX rimane così stranamente elevato, anche adesso che l’indice della Borsa è ritornato ai massimi? E questo fatto, date le posizioni che io ho oggi, mi servirà per guadagnare soldi? Oppure al contrario mi farà perdere i soldi che ho? Mmmmm … c’è forse puzza di bruciato, qui?

Come dite? Non sapete esattamente che cosa sia il VIX? Beh … chiedetelo al vostro consulente, e fategli anche vedere e analizzare e commentare il grafico. Più facile di così!

Svuotiamo i magazzini: perché l'algoritmo è diventato una barzelletta
 

Arriva luglio, e per i negozi è stagione di saldi, per svuotare i magazzini. Lo facciamo anche noi di Recce’d: svuotiamo il nostro archivio dei semilavorati che sono rimasti impubblicati da marzo in avanti. Ci troverete quindi temi sempre significativi, ma magari non di immediata attualità, e poi temi sui quali nel Blog avevamo già scritto magari in modo sintetico

E nel frattempo mettiamo a punto il nuovo Blog, che abbiamo annunciato già nei Post di quindici giorni fa, alla fine del primo semestre 2020.

Novità che si accompagnerà ad altre importanti novità nel comparto della comunicazione di Recce’d, a cominciare dal sito (sia layout sia contenuti e servizi offerti) per finire con The Morning Brief, il quotidiano distribuito in esclusiva ai nostri Clienti.

Lo svuotamento potrebbe proseguire nel mese di luglio. Vedremo che succede.

Week_01_June_2020_73.png


Nell’immagine qui sopra, una sezione della prima pagina della Gazzetta dello Sport di oggi. Non è tanto sul termine “bolla” (di grande attualità, per noi investitori) che richiamiamo la vostra attenzione.

Recce’d richiama la vostra attenzione sulla striscia quotidiana tenuta dal noto comico Gene Gnocchi, che oggi recita così:

Pandemonio Lazio, rissa nello spogliatoio. Inzaghi: “Lotito mi ha preso a colpi di algoritmo”

La parola “algoritmo” oggi è di gran moda: così tanto di moda che ormai c’è un algoritmo per tutto, per il gommista come per il calzolaio, per la parrucchiera e per l’estetista.

In precedenza, e con largo anticipo, abbiamo già commentato, e documentato, la triste fine che ha fatto la parola algoritmo applicata al risparmio gestito ed alla Finanza in generale. L’abuso di questo termine (che ovviamente in sé ha nulla di negativo, anzi) ci ha inevitabilmente portato ad una situazione nella quale viene utilizzato in modo derisorio e viene ridicolizzato.

Non tutte le applicazioni degli algoritmi sono da barzelletta: lo sono però con certezza sia le applicazioni che vi promettono di “risolvere il problema della asset allocation di portafoglio” sia le applicazioni che vi promettono una selezione di titoli oppure di Fondi Comuni di Investimento “che in futuro renderanno più degli altri”.

Anche intuitivamente, queste sono sciocchezze: ma è soprattutto sul piano della scienza statistica, del backtesting, e di tutte le altre prove “di laboratorio” che risulta chiaro che non esiste la più debole evidenza di efficacia di questi strumenti nella gestione di portafoglio.

Ben diverso, diremo opposto, il discorso se guardiamo al trading, ai cosiddetti HFT (high frequency traders), e a tutte le attività ad essi collegate. Ma qui si cambia contesto, si cambiano gli obbiettivi, si cambiano gli strumenti. Non stiamo parlando di gestire un portafoglio, di gestire investimenti, di gestire denaro: stiamo invece parlando di avere la capacità di “arrivare un secondo prima dal market maker con l’ordine di vendita”, oppure di “mettersi davanti agli altri compratori per un solo secondo”, di anticipare le mosse dei retail traders di Robinhood.

L’algoritmo, in quei casi molto molto specifici, è utile e produce utili: ma poi servono anche un centinaio di altre cose, se non si vuole perdere soldi.

Un’altra attività: che noi di Recce’d non facciamo e non faremo per i nostri Clienti, perché a noi non interessa e loro non ne hanno bisogno, né voglia, né interesse.