Svuotiamo i magazzini: perché l'algoritmo è diventato una barzelletta

 

Arriva luglio, e per i negozi è stagione di saldi, per svuotare i magazzini. Lo facciamo anche noi di Recce’d: svuotiamo il nostro archivio dei semilavorati che sono rimasti impubblicati da marzo in avanti. Ci troverete quindi temi sempre significativi, ma magari non di immediata attualità, e poi temi sui quali nel Blog avevamo già scritto magari in modo sintetico

E nel frattempo mettiamo a punto il nuovo Blog, che abbiamo annunciato già nei Post di quindici giorni fa, alla fine del primo semestre 2020.

Novità che si accompagnerà ad altre importanti novità nel comparto della comunicazione di Recce’d, a cominciare dal sito (sia layout sia contenuti e servizi offerti) per finire con The Morning Brief, il quotidiano distribuito in esclusiva ai nostri Clienti.

Lo svuotamento potrebbe proseguire nel mese di luglio. Vedremo che succede.

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Nell’immagine qui sopra, una sezione della prima pagina della Gazzetta dello Sport di oggi. Non è tanto sul termine “bolla” (di grande attualità, per noi investitori) che richiamiamo la vostra attenzione.

Recce’d richiama la vostra attenzione sulla striscia quotidiana tenuta dal noto comico Gene Gnocchi, che oggi recita così:

Pandemonio Lazio, rissa nello spogliatoio. Inzaghi: “Lotito mi ha preso a colpi di algoritmo”

La parola “algoritmo” oggi è di gran moda: così tanto di moda che ormai c’è un algoritmo per tutto, per il gommista come per il calzolaio, per la parrucchiera e per l’estetista.

In precedenza, e con largo anticipo, abbiamo già commentato, e documentato, la triste fine che ha fatto la parola algoritmo applicata al risparmio gestito ed alla Finanza in generale. L’abuso di questo termine (che ovviamente in sé ha nulla di negativo, anzi) ci ha inevitabilmente portato ad una situazione nella quale viene utilizzato in modo derisorio e viene ridicolizzato.

Non tutte le applicazioni degli algoritmi sono da barzelletta: lo sono però con certezza sia le applicazioni che vi promettono di “risolvere il problema della asset allocation di portafoglio” sia le applicazioni che vi promettono una selezione di titoli oppure di Fondi Comuni di Investimento “che in futuro renderanno più degli altri”.

Anche intuitivamente, queste sono sciocchezze: ma è soprattutto sul piano della scienza statistica, del backtesting, e di tutte le altre prove “di laboratorio” che risulta chiaro che non esiste la più debole evidenza di efficacia di questi strumenti nella gestione di portafoglio.

Ben diverso, diremo opposto, il discorso se guardiamo al trading, ai cosiddetti HFT (high frequency traders), e a tutte le attività ad essi collegate. Ma qui si cambia contesto, si cambiano gli obbiettivi, si cambiano gli strumenti. Non stiamo parlando di gestire un portafoglio, di gestire investimenti, di gestire denaro: stiamo invece parlando di avere la capacità di “arrivare un secondo prima dal market maker con l’ordine di vendita”, oppure di “mettersi davanti agli altri compratori per un solo secondo”, di anticipare le mosse dei retail traders di Robinhood.

L’algoritmo, in quei casi molto molto specifici, è utile e produce utili: ma poi servono anche un centinaio di altre cose, se non si vuole perdere soldi.

Un’altra attività: che noi di Recce’d non facciamo e non faremo per i nostri Clienti, perché a noi non interessa e loro non ne hanno bisogno, né voglia, né interesse.