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Come uscirne bene: un lavoro “tedioso ma necessario”
 
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In quasi tutti i Paesi del Mondo si allungano i tempi della quarantena forzata, ed anche noi di Recce’d ci adeguiamo: nel senso che allunghiamo i tempi della pausa che ci siamo auto-imposti, sia per ciò che riguarda questo Blog, sia per ciò che riguarda la nostra pagina settimanale di aggiornamento e ricapitolazione dei fatti, che si chiama The Edge.

Una scelta dolorosa, ed imposta dalle circostanze, Va detto però che in queste ultime settimane l’attualità ci ha reso meno pesante questa scelta,, e spieghiamo li perché: non ci sarebbe stato nulla di nuovo da aggiungere.

Il nostro Blog a tutto oggi offre, a chi cerca analisi e spiegazioni, un supporto di eccellenza per interpretare ciò che viene deciso o solo annunciato dai Governi, per ciò che viene mosso dalle Banche Centrali, e soprattutto per tutto ciò che succede sui mercati finanziari. Come lo fornisce, se non pubblichiamo nulla di nuovo? Lo fornisce a chi va a rileggere ciò che nel Blog era stato pubblicato 24 mesi fa, 12 mesi fa, e 6 mesi fa soprattutto.

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Quante volte, in questo Blog, vi abbiamo scritto che si avvicinava un momento che avrebbe fatto la Storia, sia dei mercati finanziari sia delle economie reali?

Ed eccoci infatti arrivati: nei libri di storia, le generazioni future leggeranno di prezzi del petrolio in negativo, e di un PIL degli Stati Uniti che decresce del 5% annualizzato in un trimestre.

E non è finita qui: altre cose, altri eventi, altri prezzi oggi completamente NON immaginabili si verificheranno da qui a fine 2020. Non è una previsione, la nostra: è molto più simile ad una promessa.

Detto questo dello scenario, adesso stringiamo sull’attualità. Quale è oggi l’argomento più scottante? In questo momento, sono quasi tutti alla ricerca di una razionalizzazione, di una spiegazione, per il fatto che, sotto un unico cielo e in un medesimo Mondo, stiamo assistendo ad un peggioramento del quadro macroeconomico che non ha alcun precedente nella Storia (con la S maiuscola) mentre invece la Borsa di New York, quella più importante di tutte, la sola che conta, di fatto sta ritornando ai suoi massimi livelli di ogni tempo.

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Vi interessa di capire il perché? Per rispondere a questa domanda in modo professionale, sarà necessario lavorare, e molto.

Chiunque è in grado di prendere a casaccio cinque o sei grafici che circolano sul Web, aggiungere un po’ di note dall’attualità, e mettere insieme un qualcosa che sembra (solo in apparenza) essere attuale e sul punto. Completamente diverso è capirci qualche cosa. Per chi come noi ogni giorno, ed ogni ora, deve fare per professione scelte concrete, è indispensabile lavorare. Un lavoro “tedioso ma necessario”, così come viene definito (leggete poi più in basso” da Mohamed El Erian, forse in questo passaggio storico il più attento osservatore dei mercati finanziari.

Cosa significa lavorare? Analizzare, dare priorità, e poi riflettere e poi stimare. A proposito di che cosa? Come minimo, in merito a::

  1. comportamenti, motivazioni ed obbiettivi dei Governi

  2. comportamenti, motivazioni ed obbiettivi delle Autorità Monetarie

  3. comportamenti, motivazioni ed obbiettivi degli investitori Istituzionali, ed in particolare di Fondi Comuni e Fondi Pensione

  4. comportamenti, motivazioni ed obbiettivi delle banche di investimento e delle banche commerciali

  5. comportamenti, motivazioni ed obbiettivi degli investitori

Non abbiamo, purtroppo, in questo momento il tempo di offrire al pubblico dei lettori di questo Blog un nostro supporto di informazione ed analisi su questi argomenti. Il tempo è la risorsa scarsa per eccellenza, e di tempo in queste settimane a noi gestori professionali attivi ne rimane poco (anche per dormire e mangiare).

Non vogliamo però abbandonare del tutto il pubblico dei nostri lettori. Per questo, nel Post di oggi vi spieghiamo come fare, per trovare da soli le risposte che cercate. Suggerimenti pratici, concreti, utili per orientarsi nella tempesta.

Torniamo quindi alla spaventosa distanza, al gap tra mercati finanziari e realtà delle economie. Che si prolunga da anni, ma che mai come oggi è evidente anche agli occhi dei più distratto: è come un trucco dell’illusionista che è stato svelto.

Senza dubbio numerosi tra i nostri affezionati lettori hanno già trovato una spiegazione adeguata dal loro private banker oppure family banker oppure personal banker, ovvero il loro promotore finanziario. oppure ancora, eventualmente, su qualcuno dei siti che si propongono per la consulenza finanziaria. E perché no? Leggendo magari il giornale..

Una volta trovata una analisi convincente attraverso queste vostre fonti, in merito ai cinque punti che Recce’d ha elencato più in alto, allora sarete in grado di comprendere meglio ciò che accade intorno a voi. Ciò che accade oggi sui mercati finanziari.

Purtroppo, però, questo sforzo non vi sarà sufficiente: perché oggi il vostro problema (in quanto investitori) è quello di capire che cosa fare oggi, ed allora a voi serve di capire ciò che potrebbe accadere domani. E dovrete lavorare ancora.

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Ricapitoliamo. Per muoversi in un mare in tempesta, è necessario ripartire dai cinque punti che Recce’d ha elencato più in alto, combinarli nel modo più appropriato, e dopo … continuare a lavorare, a fare un lavoro “tedioso ma necessario”.

Nel modo seguente: ripartendo dai nostri cinque punti:

  • fare una stima delle ricadute sull’economia reale (crescita, inflazione, occupazione, utili) dei risultati del lavoro di cui sopra; e poi dopo ancora

  • effettuare ripetute stime, mano a mano che cambiano le informazioni, sulle possibili reazioni dei prezzi delle diverse attività quotate sui mercati finanziari.(e magari, anche degli immobili)

Tutto questo, lo capiamo, va direttamente a scontrarsi con le abitudini di molti di voi, amici lettori: abitudini assunte negli ultimi anni e decenni, abitudini che derivano dalla costante pressione delle Reti di vendita (in Italia Fideuram, FINECO, Mediolanum, Banca Generali, Azimut e alcune altre), dominate da personaggi che iniziano sempre dicendo “te lo spiego io, in due parole, quello che sta succedendo”, per poi finire con “la soluzione per te ce la ho io, ed è semplicissima”.

Si tratta di tecniche del venditore, che possono essere applicate sia ai Fondi Comuni di Investimento sia al secchio lava pavimenti o all’attrezzo per affettare la verdura.

La realtà è molto distante: non c’è un bel nulla di semplice, non c’è un bel nulla di facile da capire, non c’è un bel nulla di scontato. Investire invece è una cosa difficilissima, complessa sia sul piano dell’analisi che sul piano dell’esecuzione: un esercizio che va seguito giorno, dopo giorno, dopo giorno.

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Va precisato, per rispetto della verità, che anche il risparmiatore in Italia ha le sue (grosse) responsabilità per la situazione in cui è cascato.

In Italia, spesso ci si trova di fronte a risparmiatori arroganti, che ancora oggi si rifiutano di guardare in faccia la realtà, e magari si vantano con gli amici: “lo so io, come si fa, non mi faccio mica fregare”. Sono ancora in molti, quelli che in salotto oppure al circolo che sta per riaprire, vanno raccontando le loro gesta epiche: “con il mio amico private banker ho fatto un sacco di soldi”.

Peccato che entrambe le cose non reggano al confronto con la realtà. Peccato, anche, che nei numeri risulti impossibile trovare quel “sacco di soldi”. I numeri al contrario ci informano che ci si è affidato ai Fondi Comuni di Investimento, ed alle Reti di private banking, perde con regolarità soldi da almeno cinque anni. Insomma: si è fatto fregare.

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Esistono, al Mondo, ovviamente anche professionisti di valore. E non parliamo qui dell’esercito dei rappresentati commerciali e dei venditori, ma di chi conosce e svolge la sola attività a valore aggiunto per il risparmiatore finale, ovvero il gestore di portafoglio.

Gestori di portafoglio di buono, ed anche ottimo livello ne esistono molti. La stampa ed i media in generale, negli ultimi 30 anni, hanno spiegato ai lettori che tutti questi gestori si sono ritrovati all’interno di una sola categoria, quella dei Fondi Hedge. La cosa è vera, ma soltanto a metà: nella categoria dei Fondi Hedge trovate bravi gestori in una percentuale che è sicuramente più elevata, rispetto ai Fondi Comuni di Investimento tradizionali, ma trovate anche cattivi gestori.

In che percentuale? A giudicare dai numeri di performance aggiornati che circolano, diremmo 50 e 50, che poi significa affidarsi al caso come quando si tira in aria una monetina. I dati, aggiornati, li trovate sul Web e noi li abbiamo documentati, due giorni fa, ai nostri Clienti nella più recente Lettera al Cliente di Recce’d. Documentano, in modo oggettivo, ciò che noi abbiamo appena scritto. Meritano attenzione ed approfondimenti.

E quindi, in conclusione, che fare? La risposta di Recce’d è molto chiara: non scegliete i “prodotti finanziari”, che sono trappole costruite per prendere dalle vostre tasche le commissioni, bensì scegliete con la massima attenzione il vostro interlocutore ed il servizio che vi offre. Scegliete il vostro gestore di portafoglio, chi fa le scelte: non un commerciale.

Se preferite il supermercato, e amate i prodotti preconfezionati, allora dovere mettere in conto che la qualità del prodotto risulterà nella media, e la media oggi sta molto in basso. E può diventare anche negativa. Per anni. Se al contrario avete qualche pretesa in più, per ciò che riguarda l’impiego del vostro denaro, allora informatevi, ragionate, selezionate e scegliete: non sulla base di come si chiama il prodotto, bensì sulla base della qualità del servizio che ricevete. La gestione del portafoglio titoli non è un’attività da supermercato, bensì un’attività professionale: non può essere condotta con una catena di montaggio (per quanto scintillante) perché necessita di una cura che risulta possibile, e realizzabile soltanto in un ambito di servizi professionali al Cliente. Richiede un lavoro quotidiano, professionale, anche scientifico: “tedioso, ma necessario”.

Oggi il vostro migliore investimento non è la tale azione oppure la tale obbligazione: il migliore investimento oggi disponibile sarebbe il cambiare abitudine, cambiare referente, cambiare mentalità e cambiare strategia di investimento. Soltanto così, sarete in grado di sfuggire al trappolone che è stato preparato per tutti voi, e che sta per scattare. Vi abbiamo avvisato con un largo anticipo di altri eventi: oggi, il nostro avviso è questo.

Per chiudere il Post, come è stata nostra abitudine nei mesi di marzo ed aprile 2020, un breve accenno all’attualità dei mercati finanziari.

Oggi tutti vivono alla giornata (anche noi, nella attività di gestione dei portafogli modello) e nessuno ha la più pallida idea di dove saremo tra 60 oppure 90 giorni. Non tutte le analisi in questo momento sono inutili: al contrario, è esattamente questo, il momento nel quale fare il massimo sforzo, cosa che ovviamente in Recce’d facciamo. Allo stesso tempo riconosciamo però che sul piano della gestione del portafoglio oggi occorrono criteri nuovi, innovativi, adeguati al contesto: in un contesto che resta sempre solidamente ancorato ai fondamentali (sotto nel grafico) è necessario muovere il portafoglio guardando i primo luogo ai market internals, che vuole dire comprendendo ciò che stanno facendo gli altri.

E Recce’d per i propri Clienti sta operando esattamente così.

Faremo a qusto punto una divagazione, per poi ritornare sul tema, cogliendo uno spunto del grafico sotto, che cita come potete leggere nel commento Warren Buffet, leggenda tra i gestori di portafoglio . Proprio oggi 2 maggio 2020 Warren Buffett ha comunicato al Mondo che il suo portafoglio azionario di circa 250 miliardi di dollari ha subito nel primo trimestre 2020 un calo di 50 miliardi di dollari, ovvero del 25%. Un dato forte, che conferma alcune delle valutazioni di Recce’d sulle strategie di investimento “fondamentaliste pure” nel nuovo Millennio. Validissime, negli Anni Ottanta, ancora valide, negli anni Novanta, e dopo … molti simili nei risultati ad un ETF passivo.

Proprio di questo argomento, la prossima settimana e poi anche qualche settimana a venire scriveremo, per i Clienti, nel nostro The Morning Brief.

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Torniamo però all’attualità: come avete modo di vedere, tutti ogni giorno ne scrivono e ne parlano un po’ dovunque, (improvvisati analisti della sociologia, della psicologia, della finanza e dell’economia, ed anche epidemiologi da tastiera) spiegandoci perché crollerà tutto, oppure perché al contrario risalirà tutto. Recce’d ammette che noi NON lo sappiamo. Recce’d, come fa da anni, si terrà ben al di fuori di questo (inutile) dibattito “strategico” sui massimi sistemi. Ne staremo molto lontani: abbiamo altre cose, ben più utili, da fare: seguire la realtà nei suoi sviluppi, ed agire di conseguenza, e con tutta la frequenza e la velocità che sono necessarie in questa fase.

Per non lasciare i nostri lettori del tutto privi di qualche considerazione “strategica”, però, vogliamo in ogni caso regalare ai lettori del Blog un punto di riferimento che noi giudichiamo solido: una recente analisi di Mohamed El Erian, che ai lettori può servire come raccolta dei punti davvero importanti sui quali sarà necessario concentrare l’attenzione da qui a fine 2020. Leggetela con attenzione: poi riprendendo alcuni di questi argomenti noi chiuderemo il Post con alcune nostre valutazioni.

The gap between the relatively quick V-shaped recovery that some economists and many market participants predict, and grim coronavirus-driven realities on the ground has narrowed. But the disparity is still significant enough to pose difficult questions for investors. The quicker those questions are answered, the smaller the probability of another bout of market instability contaminating a challenged economy. Economists initially — and over-optimistically — embraced the idea of a quick second-quarter recovery after a sharp contraction in the first quarter. That has shifted to a big contraction in the second quarter followed by a more gradual recovery in the subsequent three: a pattern more consistent with the sudden stop to global activity. But the current projections still underestimate the severity of the virus-driven shutdown of the global economy, an inherently messy restart process, and consequent changes to the post-crisis landscape. Big companies lack visibility on what lies ahead, and are suspending guidance on earnings — a phenomenon that will increase during the first-quarter reporting season. Many companies have also rushed to raise precautionary cash, including by issuing more debt, even as profits deteriorate and credit rating agencies continue with an avalanche of downgrades.  This surge in issuance of investment-grade bonds has been met by solid investor demand backed by new facilities from the US Federal Reserve, part of an emergency market-intervention programme that already far exceeds what the central bank did during the global financial crisis of 2008. Many companies have also raced to reduce costs with large-scale layoffs, resulting in a 17m jump in joblessness in just three weeks. That is equivalent to 10 per cent of the US labour force, equal to the highest unemployment rate during the great recession of 2008-09. This alarming rise in unemployment, and wage cuts for those still employed, are encouraging households to be more cautious on spending. It is not too early to consider a parallel with lasting frugal behaviour on the part of the generation that experienced the Great Depression.  Consensus economic forecasts are not alone in failing to appreciate fully the impact of the shock and the reactions of both companies and households. Financial markets are too bullish too, judging by US price-earnings ratios for stocks and spreads for the lowest quality segments of the credit markets. Neither takes sufficient account of a whole host of risks including a more difficult earnings outlook, higher levels of indebtedness, a much bigger dispersion between winners and losers, the growing entanglement of government in private sector activities, lasting risk aversion in the real economy and, most importantly, a huge amount of bankruptcies. That cognitive gap reflects, in part, an inherent structural bias of markets to treat pullbacks as temporary and fully reversible — a result of multiyear conditioning to try to follow and outpace a super-activist Fed. Another factor is confusion as to what fiscal and monetary policies can, and cannot, do. They can help with short-term liquidity problems and market stresses, but cannot avert corporate and developing-country defaults, or restart the economy quickly. With this in mind, and with the need to prepare for a changed landscape when the world emerges from this massive economic shock, investors would be well advised to thank the US central bank and use the resulting market rebound to move up in quality in three ways. First, they should move out of companies and sovereigns with weak balance sheets and into those with large cash buffers, limited short-term debt and, if possible, positive cash generation. They should also sell exposure to companies that will find it hard to rebound fully in the post-crisis world, and buy beneficiaries of what are likely to be durable themes: opting more for self insurance and less for the efficiency of global supply chains and massive outsourcing; physical to virtual; and greater deglobalisation. They should also keep cash on hand for a growing set of attractive opportunities in collateralised credit, distressed and “special situations” that take advantage of a big but reversible market failure. The timing of a decisive rebound in markets, and then the economy, will come only with medical progress in identifying and containing the spread of the virus, treating illness more effectively, and increasing immunity. Meantime, economic and market forecasters would be well advised to focus on identifying a bigger set of high-frequency indicators that capture the severity of this coronavirus pandemic, the robustness of the subsequent economic restart and the themes defining the new destination for the global economy. For investors, the task ahead is tedious but necessary: going through portfolios name by name to reduce downside exposure to corporate and sovereign defaults while also retaining the potential for returns should the Fed continue backstopping markets. The time will come to move into full recovery mode. But not yet

Sbrigato in questo modo il tema della “strategia”, alcuni lettori probabilmente si attendono da Recce’d indicazioni più concrete: che cosa fare dei nostri soldi? Noi ai nostri Clienti forniamo esattamente questo tipo di supporto, mentre in una sede pubblica come il Blog non lo forniamo. Ma forniamo al lettore una serie di spunti che sta poi al lettore di utilizzare per decidere, come meglio ritiene.

L’indicazione di oggi è la seguente: nelle prossime settimane o mesi, accadrà sicuramente qualche cosa che non c’è, oggi, nelle parole di nessuno, e neppure nelle nostre parole. Qualcosa che noi non sappiamo, che voi non sapete, che nessuno sa: ma che è possibile quanto meno intuire e provare ad anticipare.

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Il nostro lavoro, di gestori professionali, ed il vostro impegno di investitori finali deve dunque concentrarsi, oggi, sulla costruzione di portafogli titoli che sia al tempo stesso in grado di guadagnare e allo stesso tempo di compensare nel modo più ampio possibile gli effetti di rischi imprevedibili.

Nella nostra penultima Lettera al Cliente, a fine marzo, noi avevamo elencato ai nostri Lettori quali sono i fattori di rischio “sistemico” che abbiamo di fronte e che debbono essere monitorati ogni giorno, se si vuole evitare di uscire dalla fase di mercato che è in corso con le ossa rotte. la musica suona, ma la musica che suona non è waltzer bensì house, garage, trap, drum and bass, jungle. Bisognerà ballare a questi ritmi contemporanei (anche se è difficile).

Per spiegare con un’immagine (qui sotto) a noi e a voi tocca di decidere se quel signore nell’immagine ce la farà a proseguire nella sua ascesa verso la vetta oppure se sarà costretto a mollare la presa. Ovviamente dopo essersi chiariti le idee su cosa c’è sotto, più in basso.

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Dal mese di maggio 2020, una serie di novità da Recce'd: un modello di servizio validato dai fatti, che si sviluppa ed evolve
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Recce’d ha deciso di estendere la auto-inflitta “quarantena” del proprio Blog e del settimanale The Edge, con la relativa pagina settimanale che ricapitola (prioritizzandoli) i fatti e le notizie della settimana precedente. Ci allineiamo alle date indicate dal nostro Governo. Recce’d lo ha deciso per due ottime ragioni.

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La prima ragione è (ancora una volta) quella che … non sapremmo che cosa scrivere. A partire dal mese di marzo, sotto i vostri occhi si sono manifestate in modo pieno (un processo solo innescato dal COVID - 19) le fragilità strutturali dell’economia globale e dei mercati finanziari globali sui quali, in modo analitico ed approfondito, Recce’d ha lavorato da anni, informando il pubblico attraverso il sito, e permettendo ai propri Clienti di beneficiare oggi di risultati che non temono alcun paragone, in alcuna parte del Mondo Mondo. fatto del quale, non lo nascondiamo, andiamo fieri.

Dicevamo sopra: gran parte delle cose le abbiamo già dette, e le altre possono attendere (almeno, in questa sede, essendo in questa sede del Blog slegate dalla nostra operatività sui portafogli modello) e non abbiamo intenzione di dilungarci su cose già dette..

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Faremo, per lo scopo di spiegarci bene, un unico esempio qui. Il titolo che leggete qui vicino ci dice che Recce’d aveva ragione quando in più occasioni vi ripeteva che “saranno sempre i dati fondamentali a determinare i risultati del vostra portafoglio titoli, e mai il trend, l’analisi tecnica, gli indicatori di sentimento degli operatori, i Tweet di questo oppure quel politico, le interviste su CNBC o altra televisione. Sarà sempre la realtà dei fatti a dire chi ha vinto e chi ha perso”.

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La seconda ragione è che il Blog cambierà profondamente, alla ripresa: cambierà formula, layout ed obbiettivi. Come detto appena sopra, abbiamo regalato ai nostri lettori molte, proficue, indicazioni di investimento nel corso degli ultimi anni, e siamo felicissimi di averlo fatto. Oggi, si impongono scelte diverse, ed un atteggiamento diverso verso i lettori del sito: che continueranno a ricevere gratuitamente contributi di analisi e osservazioni di carattere generale, ma che non riceveranno più attraverso il Blog alcuna indicazione operativa, per quanto sfumata: chi in passato “ha seguito le nostre indicazioni” per operare non sarà più in grado di farlo.

Cambierà molto, nel corso del 2020, anche l’intero profilo di attività di Recce’d: sempre salvaguardano il suo “core business”, che è la gestione in remoto (smart portfolio choice o SMC) dei portafogli dei Clienti, ma che sarà ampliato ed ingrandito, perché è una risposta efficace ai nuovi problemi determinati dal nuovo contesto. Recce’d cresceva , cresce e crescerà ancora più rapidamente.

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Torniamo ai documenti di Recce’d ed alla nostra comunicazione con il pubblico: detto qui sopra del Blog, affideremo ad altri documenti, alcuni dei quali di nuova creazione, le nostre analisi di mercato in passato pubblicate in sintesi anche nel nostro Blog. Alcuni di questi documenti saranno disponibili per gli investitori non Clienti attraverso il sito, in una formula che prevede il pagamento di una commissione periodica.

Non si tratterà di documenti a carattere operativo (quelli sono destinati ai soli Clienti in gestione), bensì di documenti di analisi dei mercati finanziari di qualità certamente superiore a quelli delle banche globali di investimento con le quali noi ogni giorno ci confrontiamo. L’esperienza dell’ultimo decennio ci dice che possiamo mettere i nostri lettori in una posizione di vantaggio rispetto a ciò che leggono dalle varie Goldman Sachs oppure Morgan Stanley oppure UBS oppure JP Morgan oppure Credit Suisse (per citarne alcune) di questo Mondo. E il lavoro professionale di qualità va appunto pagato il giusto, perché impone dei costi di produzione. I risultati, se sono consistenti e continuativi, non si raccolgono per strada passeggiando.

Chiuderemo questo breve Post con alcune considerazioni sull’attualità: che i mercati finanziari siano allo sbando, disorientati, privi di appigli sicuri, è di tutta evidenza. Lo testimonia il dato per la volatilità (anche intra-day) che rimane elevatissimo, e che spiega la nostra “auto-quarantena” che riguarda i testi sul sito (Blog e The Edge).

Che le Banche Centrali ed i Governi siano disorientati, lo dice la semplice lettura dei quotidiani. Erano del tutto impreparati, e oggi sono allo sbando. Non sanno che fare.

A fronte di questo, noi di Recce’d che facciamo? Due semplici cose:

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  1. operiamo sui portafogli dei nostri clienti, adottando una logica adatta al contesto, logica che (come spiegato in dettaglio attraverso The Morning Brief) sposa fattori fondamentali ed altri fattori, “interni” ai mercati finanziari; in questa particolarissima situazione, è importante capire, ora per ora, “che cosa stanno facendo gli altri”

  2. lavoriamo sullo scenario di medio termine, anche qui prendendo in esame variabili che di solito per noi non occupano il centro della scena: le relazioni politiche all’interno di ogni singolo Paese (il sistema regge?); le reazioni politiche internazionali (c’è il rischio di un grave inasprimento?) , il funzionamento della macchina produttiva DOPO che sarà stato individuato un vaccino efficace (tornerà tutto come prima?), i cambiamenti di produttività (quali fattori produttivi domineranno?), e la stabilità del sistema finanziario (quante sono le cose che ancora il pubblico NON CONOSCE?). In altre parole, rispetto al recente passato, seguiamo sempre i dati per l’occupazione, il PIL, l’inflazione, gli utili, ma non più per il 90% del tempo, bensì solo per il 50% del nostro tempo di lavoro.

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Tempo di lavoro che rimane estremamente dilatato (fino a 20 ore il giorno) e che è la ragione principale per la quale non possiamo mettere in atto tutte le routines che ci consentono di alimentare il Blog e The Edge con quella qualità, e quella profondità, che voi lettori avete conosciuto nel corso degli anni.

Mercati oggiValter Buffo
Pensieri (alla rinfusa) di Pasquetta
 

Il tema di Recce’d ha deciso di procedere oggi, 13 aprile, alla pubblicazione di un solo Post, il cui contenuto non è ordinato come nostra abitudine, e non è stato analizzato in profondità come nostra abitudine, e non è quindi finalizzato ad un preciso obbiettivo, come da sempre è nostra abitudine.

Abbiamo deciso di consegnare ai lettori una serie di pensieri sparsi, e di spunti di riflessione.

Un “regalo di Pasquetta” che potrebbe aiutare i lettori del sito ad affrontare quella che sarà la Fase 2 della Crisi Finanziaria.

La Fase 1 si è chiusa proprio prima di Pasqua: dopo il puro panico di metà marzo 2020, i mercati hanno tirato un respiro di sollievo ad inizio aprile 2020, visto che … il tetto non ci è ancora caduto sulla testa.

Ma adesso viene il difficile: oppure il bello, a seconda di come siete posizionati con il vostro portafoglio e di quale strategia di investimento state seguendo.

Come detto toccheremo in ordine sparso una serie di temi ed argomenti. A cominciare dall’Italia.

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L’Italia ha affrontato la sfida del COVID-19 in modo non peggiore, e in alcuni casi certamente migliore, rispetto agli altri Paesi Sviluppati. Per questa ragione, è giustificata l’irritazione di chi registra, al di fuori dai nostri confini, atteggiamenti di sufficienza o peggio di derisione nei confronti dell’Italia.

Attenzione però a non commettere l’errore di confondere COVID-19 e debito pubblico. Sono due temi del tutto diversi, anche se leggendo la stampa nazionale sembrerebbero due temi sempre associati.

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La gestione delle nostre Finanza Pubbliche non inizia con il COVID-19. E se da un lato è vero, che a fronte di un fenomeno come l’epidemia COVID-19 è inevitabile un aumento (di breve termine) del debito degli Enti Pubblici, proprio questo momento, il momento della massima emergenza, è il momento perfetto per chiedersi chi e come è stata portata la finanza pubblica ai livelli attuali. Al lettore chiediamo di riflettere ad esempio su un punto: se Draghi invece di assecondare i diversi Governi in carica avesse perseguito una politica diversa, non credete che oggi l’Italia affronterebbe con ben altri margini di manovra la più grave crisi sanitaria degli ultimi 100 anni?

Risulta evidente l’utilizzo del COVID-19 come “colpo di spugna” sul passato: il COVID-19 utilizzato per assolvere tutti. Noi lo giudichiamo un errore gravissimo.

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Aggiungiamo una seconda considerazione sull’Italia, per poi passare ad altri temi. Nella Fase 2 non ci sarà quella sorta di “sentimento nazionale unico” che ha dominato fino a ieri. Come dice il titolo della Stampa, l’idillio della “unità nazionale” era solo un miraggio, e non è mai esistito. Da domani ritorneranno le consuete, e profonde, divisioni nel mondo della politica, e quindi anche nel Governo. Il che renderà ben più difficile fare le cose.

Ora passiamo ad altro.

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Se guardiamo ai mercati finanziari, non c’è alcun dubbio che il dato di fatto di maggiore evidenza, in questo inizio del 2020, è quello citato dal titolo qui sopra: se il crash non fosse arrivato a causa dell’epidemia, sarebbe stato causato da qualche altro evento. Era INEVITABILE.

La ragione? La spiega perfettamente il titolo qui sotto (da Bloomberg).

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Recce’d ne ha scritto così tante volte, ed in modo così tanto chiaro e così approfondito, che non c’è ragione di ripetere qui ciò che tutti possono leggere andando indietro in questo sito.

Se proprio volete essere consolati con qualche riferimento numerico, se proprio vi mancano le “previsioni”, ve lo ripetiamo ancora una volta: basta fare due conti con una matita sul retro di una busta dove stava la bolletta della luce, prima di buttarla via. Non ci vuole un professore, non ci vuole Goldman Sachs, non ci vuole soprattutto un promotore finanziario, o private banker, o family banker. Nessun venditore di Fondi Comuni di Investimento vi farà mai vedere questi numeri che leggete nelle tre immagini che seguono. Fino a che conserva il posto di lavoro, almeno.

A differenza di professori e promotori, di banche globali e Reti italiane, Recce’d ve ne scriveva, ne scriveva ai propri Clienti in The Morning Brief e negli altri documenti riservati, e ne scriveva in pubblico, quando l’indice della Borsa USA stava a 3350 punti, e tutto sembrava già scritto (a molti ma non a noi).

Fa una bella differenza. Fa tutta la differenza. Fa differenza nei risultati dei vostri investimenti in titoli e/o Fondi Comuni.

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E ora dove andremo? Proviamo così: che cosa hanno fatto gli indici di Borsa dopo un primo trimestre negativo come quello che si è chiuso quindici giorni fa?

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Se non vi fidate delle statistiche, ed invece cercate un contributo più analitico e approfondito beh … noi di Recce’d non ve lo regaleremo di certo, ma vi regaliamo invece uno spunto utile per fare un po’ di ordine ed un inizio di lavoro professionale e fondato sui fatti.

Prendete le tre tabelle che seguono, un foglio Xcel, e rispondete a questa domanda: in che misura gli interventi elencati nella tabelle modificheranno i dati per la crescita del PIL, dell’inflazione, del commercio internazionale, del debito, dei profitti delle aziende, nel prossimo semestre? E nei prossimi 12 mesi? E nei prossimi due anni?

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Non vi sentite in grado? Beh, chiedete al promotore finanziario. Al family banker. Chiedete al vostro private banker di fare per voi questo lavoro.

Oppure, continuate così. Continuate ad andare con il gregge senza neppure comprendere ciò che accade nel Mondo intorno a voi. Continuate ad investire sulla base dei nomi dei Fondi Comuni, senza neppure guardare che cosa c’è dentro. E buona fortuna.

Ma torniamo ad argomenti più seri. Torniamo alla fine del primo trimestre 2020.

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In un solo trimestre, tutte quelle brave persone che “avevano guadagnato moltissimo” nel 2019) si sono ritrovati con i prezzi di Borsa del 2016. La cosiddetta perdita, in MIGLIAIA DI MILIARDI DI DOLLARI; la vedete sotto nel grafico.

Ma questa NON è una perdita. Si tratta di ricchezza che NON è mai esistita, quindi nessuno ha perso nulla. Semplicemente, siamo usciti da un sogno. Che però era un incubo. Sorpresa!

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Nessuno poteva prevedere? Davvero? ma non diciamo sciocchezze.

Come hanno reagito gli investitori? Perdendo soldi, in primo luogo. E poi premiando, a crisi ormai già in essere, i cosiddetti “beni rifugio” tradizionali.

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Poi c’è stato il sospiro di sollievo di aprile 2020, e in Borsa l’indice che conta più di tutti, lo S&P 500 di New York, è ritornato a quota 2800: che è la quota alla quale 13 mesi fa i Clienti di Recce’d aprivano le prime posizioni SHORT, poi mediate in modo efficacissimo a luglio-agosto ed infine a fine gennaio. Un’operazione fruttuosa per i portafogli dei nostri Clienti. Questo è ciò che merita la definizione di “gestione di un portafoglio in titoli”.

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Il sospiro di sollievo che tutti avete visto si poggia sulle aspettative di chi dice che una volta superata la fase acuta dell’epidemia l’economia reale tornerà “più bella e più superba che pria!” (come diceva Petrolini).

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Le banche internazionali di investimento puntano tutto su questo scenario, così come fa (per conseguenza) anche il vostro private banker o promotore finanziario o personal banker. Che cosa ne sanno loro? Nulla, zero, zirp. Ma bisogna comunque vendere qualcosa al Cliente finale, no?

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Chi non si “guadagna” le rate dell’auto vendendo Fondi Comuni e altri “prodotti finanziari” privi di valore all’investitore finale (cioè: a voi lettori) può invece esprimere punti di vista più moderati e di maggiore buon senso, come quello che vedete sotto.

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E persino nel settore della Finanza c’è qualcuno che osa esprimere almeno qualche dubbio.

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Noi di Recce’d come la vediamo? la risposta sta nei portafogli, ed in particolare nelle operazioni fatte in marzo (il 12 marzo, il 23 marzo e poi il 30 marzo). Tra i vari spunti, ci pare interessante seguire la dinamica dei settori di Borsa, adesso che la everything bubble è finalmente esplosa e che i mercati finanziari sono tornati (almeno per il momento) a funzionare come veri mercati. Nella tabella la performance dei settori alla Borsa di New York tra il 19 febbraio ed il 23 marzo, per il periodo successivo trovate i dati via Web se la cosa vi interessa.

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Sul piano delle scelte di investimento, e della operatività dei portafogli, il suggerimento di Recce’d ai lettori del Blog è quello di staccarsi dalla strettissima attualità ed alzare lo sguardo. Ci sono quelli che vi dicono che muoversi adesso è un errore, che è necessario resistere all’emotività, che l’ottica di investimento deve essere sempre di medio-lungo termine. Ma hanno ragione, oppure hanno solo paura di perdere le commissioni che il Cliente è costretto a pagare loro?

In varie occasioni, negli ultimi 10 anni, Recce’d ha discusso di questo con i Clienti, ed attraverso il Blog: non sarà difficile recuperare i nostri Post. Il nostro suggerimento operativo funziona come segue:

  1. d’accordo sul non perdere tempo con le oscillazioni giornaliere

  2. ma diffidate di quelli che vi dicono sempre di “stare fermi, che poi tutto si aggiunterà”

  3. in qualche modo si aggiusterà, ed è vero: ma NON sarà nel modo che loro vi indicano

  4. sarebbe totalmente, follemente sbagliato stare fermi: anche se non intendete fare mosse drastiche con i vostri portafogli e sui vostri investimento, è comunque il momento ideale per cambiare il vostro consulente, il vostro interlocutore, la vostra Rete di private banker di riferimento, la vostra Banca. Leggete i dati della tabella qui sotto (Morningstar, disponibile per tutti sul Web) e finalmente fate una scelta libera. Riflettete sul fatto che il COVID-19 c’è da un mese e mezzo, e non da 5 anni. Svegliatevi dal sonno indotto dall’anestesia. Riprendetevi i vostri soldi. Liberatevi di chi con i vostri soldi da almeno 10 anni fa solo danni (ma fa commissioni dal 3% al 5%). Se non lo fate adesso, quando?

  5. E infine liberate la vostra testa da pensieri vecchi e condizionati. Fatela finita con la BCE e la Federal Reserve e il Governo e la Mano Santa che dal cielo risolve ogni problema. Oggi siamo nella condizione che voi tutti vivete non a causa di una tragica epidemia, bensì a causa di un decennio di autentica follia, che ha di fatto esaurito ogni spazio di manovra per reagire ad uno shock esterno. Negli Anni Settanta ed Ottanta, i danno furono causati sì dal rialzo del prezzo del petrolio, ma soprattutto da un sistema economico devastato da politiche sbagliate che creavano rigidità (che a loro volta bloccavano ogni evoluzione). Oggi è lo stesso, anche se il problema non si chiama scala mobile ma Federal Reserve. Non esiste un Dio benevolo che dall’alto vede tutto con anticipo e risolve tutto per il meglio: e ognuno di noi è chiamato a cavarsela da solo. BCE, Federal Reserve, Governi e Fondo Monetario ne sanno tanto quanto noi, non capiscono e non vedono nel futuro: annaspano, si dibattono, reagiscono, brancolano. Come nel caso dell’epidemia, ci salvano medici, infermieri, autisti di ambulanza, poliziotti, pompieri, operatori sociali, dipendenti dei supermercati, autisti di TIR, farmacisti, veterinari ( non un remoto laboratorio in cima alla montagna). Per noi investitori è esattamente la stessa cosa: non sarà un Draghi a salvarci dal caos che quelli come lui hanno generato, e dobbiamo salvarci da soli.

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Mercati oggiValter Buffo
Auto-quarantena del Blog di Recce'd che si prolunga in aprile: le ragioni
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Il Blog di Recce’d prolunga il proprio autoisolamento per almeno altre due settimane, e salvo eventi eccezionali a tutto il mese di aprile

In questo Post, illustriamo le ragioni della nostra scelta.

Superando ogni difficoltà logistica ed organizzativa, Recce’d ha garantito ai propri Clienti in queste difficilissime settimane un supporto non soltanto efficace, ma pure capace di produrre risultati di assoluta eccellenza se confrontati con quelli della concorrenza italiana ed internazionale.

Recce’d ha garantito, nelle ultime settimane, ai propri Clienti, tutti i suoi abituali presidi e supporti, senza alcuna variazione. Non tutti, nel settore della Finanza e del risparmio, possono dire la medesima cosa.

La nostra principale Banca di riferimento, ad esempio, non lo può dire: apre i propri sportelli soltanto tre giorni la settimana.

Proprio nelle settimane nelle quali c’è maggiore necessità, Recce’d ha fatto e sta facendo la differenza.

Proprio per ciò che abbiamo appena raccontato, durante la settimana non abbiamo il tempo di preparare adeguatamente i nostri Post: non ci rimane il tempo per effettuare il nostro consueto lavoro di raccolta delle informazioni, di selezione ed archiviazione delle informazioni, di prioritizzazione tra le informazioni, e poi di analisi e scrittura sulla base di queste informazioni, oltre che di simulazione e stima per i rendimenti ed i rischi attesi per i portafogli dei Clienti.

Detto tutto ciò, c’è però un argomento del quale vogliamo fare cenno in questo singolo Post di oggi.

A nostro giudizio, in un momento così difficile, grave e serio, sarebbe opportuno avere più rispetto della vita umana, e della morte.

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Avrete letto tutti, sui quotidiani, come avrete ascoltato in televisione al TG, frequenti riferimenti alla guerra. C’è chi parla di “economia di guerra”, c’è chi si autodefinisce un “Presidente in tempo di guerra”, e si scrive di una crisi economica che sarebbe “la più grave dai tempi della Seconda Guerra Mondiale”.

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A noi di Recce’d produce imbarazzo e anche irritazione l’utilizzo così “leggero” di riferimenti come la Seconda Guerra Mondiale. Ci sembra del tutto inopportuno e sgradevole

La Seconda Guerra mondiale è un evento che fece 80 milioni di morti. Il numero è questo: 80.000.000. I numeri del coronavirus COVID-19 ad oggi sono quelli della tabella che apre il Post. Le vittime ad oggi sono 28.000.

Vi sarà molto utile riflettere su questi numeri. E se la Guerra Mondiale vi sembra un termine di paragone troppo distante, allora ricordate il numero di vittime della Influenza Spagnola 1918-1920: 50.000.000.

Eppure, oggi i media, le TV, i quotidiani, i Governi vi annunciano una crisi economica che non ha alcun precedente, parlando di “economia di guerra”. Farete bene a riflettere su questa cosa, e trovare al più presto una risposta. Come è possibile, che una epidemia da 28 mila vittime abbia messo in ginocchio l’economia mondiale? Che cosa c’è, in realtà, che non va, che non funziona, che è fragile? Quali sono le fragilità che questa epidemia ha portato alla luce?

Ogni giorno che passa, si rafforza in noi la sensazione, molto sgradevole, che si stia utilizzando questo drammatico e luttuoso evento per giustificare anche molte altre crisi. Si è trovata la scusa perfetta per liberarsi di ogni responsabilità, anche nel campo dell’economia e della Finanza.

E se questo è vero per le settimane appena trascorse, oggi ci preoccupa molto di più ciò che potrebbe accadere nelle prossime settimane.

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Leggiamo ed ascoltiamo prese di posizione che a prima vista sono inspiegabili, azzardate, e irresponsabili. Ci lasciano, letteralmente, senza parole.

Queste prese di posizione giustificano il timore che si cerchi, oggi e nel prossimo futuro, di sfruttare questa grave e luttuosa crisi del COVID-19 per altre finalità, di politica nazionale ed internazionale, e magari anche di convenienza personale. Ne abbiamo il timore, e per la verità pensiamo che la cosa sia molto probabile.

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Le voci responsabili, per fortuna, non mancano: ma non siamo sicuri che intorno a queste voci si raccoglierà, nel prossimo futuro, ed in un momento di stress molto forte per tutta la popolazione, si raccoglierà intorno a queste voci il consenso del pubblico.

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Oggi un gestore di portafoglio, così come ogni investitore finale, deve necessariamente confrontarsi anche con temi di questa ampiezza, come abbiamo scritto oggi, con maggiore dettaglio, nella nostra Lettera al Cliente. In decine e decine di occasioni, negli ultimi tre anni, vi abbiamo anticipato che questo passaggio dei mercati finanziari resterà nei libri di Storia. I nostri portafogli modello sono stati preparati, anni fa, esattamente per questo: per affrontare con successo (per i nostri Clienti) una fase che nella nostra vita su questo Pianeta non ha alcun precedente.

Recce’d non può offrire risposte definitive. Ma non può non mettere in evidenza i fatti: merita ad esempio la vostra attenzione il fatto che negli Stati Uniti la Best Economy Ever non ha prodotto un sistema sanitario capace di prevenire oppure almeno arginare questa epidemia, ben due mesi dopo averne avuto notizia: leggete con attenzione i numeri dell’immagine di apertura, perché fanno riflettere proprio su questo argomento. Ed è stata messa in ginocchio la Best Economy Ever in sole quattro settimane. C’è qualche cosa che proprio NON torna, non convince, suona falso.

E aggiungiamo: come può una persona alla quale il Mondo ha affidato responsabilità massime, elevate forse come quelle di nessun altro (Jay Powell) affermare con leggerezza questa settimana in TV che “l’economia americana non ha alcun problema" (lo abbiamo documentato ai Clienti in The Morning Brief durante l’ultima settimana)? La reazione dei mercati finanziari dice esattamente la cosa opposta.

Dichiarazioni come queste suscitano perplessità, ansia e preoccupazione, almeno a noi di Recce’d.

In estrema, e quindi poco esaustiva, sintesi, l’opinione che abbiamo in Recce’d è la seguente: quello che è in corso è un ripensamento ed uno sconvolgimento radicale delle Istituzioni, come quello che seguì alla caduta dell’impero Austro-ungarico nel 1918. Evento che fu poi seguito dall’iperinflazione tedesca del 1921-1923 e dalla la crisi economica USA del 1929-1939.

Non abbiamo il tempo, in questo Post, di approfondire temi di questa ampiezza. Né lo avremo poi nelle settimane che verranno. L’attualità impone a noi come a tutti i gestori professionali con senso di responsabilità di tenere per tutto il tempo tutta l’attenzione su ciò che accade nel mondo della politica, nella società civile, e sui mercati finanziari. Oggi più che mai, è necessario restare con i piedi ben piantati sulla terra.

Sul piano operativo, ci limitiamo a segnalare a tutti i lettori di fare grande attenzione a ciò che accade nel settore immobiliare: un tema che nelle prossime settimane affronteremo nel nostro The Morning Brief. Mentre per le previsioni, ci affidiamo ad una persona che a noi pare equilibrata ed acuta, e che nell’immagine qui sotto ci fa conoscere le sue previsioni. Che in questo caso si riferiscono ad uno specifico settore, ma che noi riteniamo credibili anche se applicate alle economie in generale

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Mercati oggiValter Buffo
Anche il Blog di Recce'd va in auto-isolamento
 

Anche il Blog di Recce’d va in auto-isolamento. Ma chiariamo subito che il coronavirus non c’entra, per nulla.

In Recce’d abbiamo osservato nelle ultime quattro settimane orari di lavoro più estesi del normale, con giornate lavorative da 20 ore, per capire, analizzare e poi per operare sui portafogli dei nostri Clienti lo scorso 12 ottobre.

Per questo, durante il weekend 14-15 marzo, durante il weekend 21-22 marzo, e probabilmente durante il weekend 28-29 marzo, il Blog di Recce’d si mette in pausa. Dobbiamo ricostituire le scorte di energia, per affrontare, di nuovo con successo, anche la prossima fase dei mercati finanziari.

D’altro canto, cose nuove da dire noi non ne troviamo: ciò che Recce’d ha pubblicato nell’ultimo anno in questo Blog è più che adeguato a commentare i recenti fatti di mercato.

In particolare, di ciò che avete visto nelle ultime tre settimane Recce’d ha scritto in moltissime occasioni. Un esempio concreto è del 13 luglio 2019, dove si racconta precisamente ciò che poi è successo.

Nulla da aggiungere perché nulla è nuovo: semplicemente, dopo anni in cui si sono ascoltate e lette ca**ate a milioni, finisce miseramente la storia delle Banche Centrali che hanno il controllo assoluto di ogni rischio, di Trump che non perde mai, della recessione che non ci sarà mai più (Goldman Sachs ed altri) , del “questa volta è diverso”, del “i fondamentali non contano più nulla”, del “i vecchi metodi di gestione del portafoglio non funzionano più”, per non dimenticarci poi dello “andare con il trend”, “non andare contro la Federal Reserve”, “seguire quello che fa la massa”, per finire con “rimbalzerà sulla media mobile a 200 giorni”.

Tutto questo è nella spazzatura: come si usa dire, sepolto da una risata. Gli investitori che sono stati così ingenui dal farsi attirare da queste favolette, oppure che sono stati tanto distratti da non cogliere le migliaia di segnali che erano sotto gli occhi di tutti, pagheranno un prezzo, che è giustificato.

Questi eventi offrono lo spunto per riflettere anche sullo stato di una industria del risparmio (quella delle Fideuram, delle FINECO, delle Mediolanum, delle Banca Generali, delle Azimut, e delle tante altre Reti che vendono al pubblico quote di Fondi Comuni di investimento). Un’industria inadeguata e per nulla professionale, che proprio per questo, come Recce’d vi segnala da anni, è in decadenza da tempo, e produce più danni che risultati per il Cliente che investe.

Noi di Recce’d, così come tutti gli investitori sani di mente, possiamo solo augurarci che la pulizia che è in corso sia profonda, dolorosa se necessario, ma pure duratura. Che i mercati, quelli sani, quelli veri, sappiano distruggere per sempre l’infezione che ha dominato per anni, ed ha creato quella situazione esasperata che è poi la sola causa delle reazioni che oggi tutti vedete.

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Una volta che sarà stato curato con il fuoco il morbo propagato dalle Reti di promotori finanziari e private bankers e personal bankers e family bankers, oltre che dalle banche globali di investimento; ed una volta che saranno stati isolati e messi in quarantena (o in galera, meglio, come accadde proprio nel 2008) quelli che lo diffondono, allora sui mercati finanziari si uscirà dalla notte (immagine sopra) e si tornerà al sole (immagine che chiude il Post).

Siamo sicuri che questa pulizia arriverà? No, noi oggi non ne siamo sicuri. Potrebbe tornare tutto come prima? Dopo il 2008 è successo proprio questo, ma per noi di Recce’d questa volta appare meno probabile.

Per una pulizia profonda e radicale sarebbe necessario qualcosa di grosso. In particolare, il crollo di qualcuno di grosso (e noi qualche nome in testa ce lo abbiamo). Arriverà questo crollo, oppure ancora una volta saranno salvati tutti, come in passato, e si continuerà a nuotare nel liquame?

Non lo sappiamo. E d’altro canto, per Recce’d e i suoi professionisti la missione non è quella di fare politica. La nostra missione è semplicemente garantire la performance dei propri Clienti con una moderata volatilità: come sempre abbiamo fatto, e come faremo in ogni scenario, anche il più drammatico.

Riteniamo utile riproporvi come conclusioni due rapidissime considerazioni su ciò che sta accadendo:

  1. Il bello dei mercati finanziari è questo, nel gioco lungo non tradiscono mai. Spazzano via tre anni di ca**ate in tre settimane.

  2. La riconciliazione con la realtà è avviata, ma non si è ancora esaurita. Non si è esaurita sui mercati, e non è neppure cominciata nel settore del risparmio, della vendita porta a porta dei Fondi Comuni di Investimento: e adesso, vanno tutti a casa?

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Mercati oggiValter Buffo