Auto-quarantena del Blog di Recce'd che si prolunga in aprile: le ragioni

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Il Blog di Recce’d prolunga il proprio autoisolamento per almeno altre due settimane, e salvo eventi eccezionali a tutto il mese di aprile

In questo Post, illustriamo le ragioni della nostra scelta.

Superando ogni difficoltà logistica ed organizzativa, Recce’d ha garantito ai propri Clienti in queste difficilissime settimane un supporto non soltanto efficace, ma pure capace di produrre risultati di assoluta eccellenza se confrontati con quelli della concorrenza italiana ed internazionale.

Recce’d ha garantito, nelle ultime settimane, ai propri Clienti, tutti i suoi abituali presidi e supporti, senza alcuna variazione. Non tutti, nel settore della Finanza e del risparmio, possono dire la medesima cosa.

La nostra principale Banca di riferimento, ad esempio, non lo può dire: apre i propri sportelli soltanto tre giorni la settimana.

Proprio nelle settimane nelle quali c’è maggiore necessità, Recce’d ha fatto e sta facendo la differenza.

Proprio per ciò che abbiamo appena raccontato, durante la settimana non abbiamo il tempo di preparare adeguatamente i nostri Post: non ci rimane il tempo per effettuare il nostro consueto lavoro di raccolta delle informazioni, di selezione ed archiviazione delle informazioni, di prioritizzazione tra le informazioni, e poi di analisi e scrittura sulla base di queste informazioni, oltre che di simulazione e stima per i rendimenti ed i rischi attesi per i portafogli dei Clienti.

Detto tutto ciò, c’è però un argomento del quale vogliamo fare cenno in questo singolo Post di oggi.

A nostro giudizio, in un momento così difficile, grave e serio, sarebbe opportuno avere più rispetto della vita umana, e della morte.

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Avrete letto tutti, sui quotidiani, come avrete ascoltato in televisione al TG, frequenti riferimenti alla guerra. C’è chi parla di “economia di guerra”, c’è chi si autodefinisce un “Presidente in tempo di guerra”, e si scrive di una crisi economica che sarebbe “la più grave dai tempi della Seconda Guerra Mondiale”.

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A noi di Recce’d produce imbarazzo e anche irritazione l’utilizzo così “leggero” di riferimenti come la Seconda Guerra Mondiale. Ci sembra del tutto inopportuno e sgradevole

La Seconda Guerra mondiale è un evento che fece 80 milioni di morti. Il numero è questo: 80.000.000. I numeri del coronavirus COVID-19 ad oggi sono quelli della tabella che apre il Post. Le vittime ad oggi sono 28.000.

Vi sarà molto utile riflettere su questi numeri. E se la Guerra Mondiale vi sembra un termine di paragone troppo distante, allora ricordate il numero di vittime della Influenza Spagnola 1918-1920: 50.000.000.

Eppure, oggi i media, le TV, i quotidiani, i Governi vi annunciano una crisi economica che non ha alcun precedente, parlando di “economia di guerra”. Farete bene a riflettere su questa cosa, e trovare al più presto una risposta. Come è possibile, che una epidemia da 28 mila vittime abbia messo in ginocchio l’economia mondiale? Che cosa c’è, in realtà, che non va, che non funziona, che è fragile? Quali sono le fragilità che questa epidemia ha portato alla luce?

Ogni giorno che passa, si rafforza in noi la sensazione, molto sgradevole, che si stia utilizzando questo drammatico e luttuoso evento per giustificare anche molte altre crisi. Si è trovata la scusa perfetta per liberarsi di ogni responsabilità, anche nel campo dell’economia e della Finanza.

E se questo è vero per le settimane appena trascorse, oggi ci preoccupa molto di più ciò che potrebbe accadere nelle prossime settimane.

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Leggiamo ed ascoltiamo prese di posizione che a prima vista sono inspiegabili, azzardate, e irresponsabili. Ci lasciano, letteralmente, senza parole.

Queste prese di posizione giustificano il timore che si cerchi, oggi e nel prossimo futuro, di sfruttare questa grave e luttuosa crisi del COVID-19 per altre finalità, di politica nazionale ed internazionale, e magari anche di convenienza personale. Ne abbiamo il timore, e per la verità pensiamo che la cosa sia molto probabile.

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Le voci responsabili, per fortuna, non mancano: ma non siamo sicuri che intorno a queste voci si raccoglierà, nel prossimo futuro, ed in un momento di stress molto forte per tutta la popolazione, si raccoglierà intorno a queste voci il consenso del pubblico.

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Oggi un gestore di portafoglio, così come ogni investitore finale, deve necessariamente confrontarsi anche con temi di questa ampiezza, come abbiamo scritto oggi, con maggiore dettaglio, nella nostra Lettera al Cliente. In decine e decine di occasioni, negli ultimi tre anni, vi abbiamo anticipato che questo passaggio dei mercati finanziari resterà nei libri di Storia. I nostri portafogli modello sono stati preparati, anni fa, esattamente per questo: per affrontare con successo (per i nostri Clienti) una fase che nella nostra vita su questo Pianeta non ha alcun precedente.

Recce’d non può offrire risposte definitive. Ma non può non mettere in evidenza i fatti: merita ad esempio la vostra attenzione il fatto che negli Stati Uniti la Best Economy Ever non ha prodotto un sistema sanitario capace di prevenire oppure almeno arginare questa epidemia, ben due mesi dopo averne avuto notizia: leggete con attenzione i numeri dell’immagine di apertura, perché fanno riflettere proprio su questo argomento. Ed è stata messa in ginocchio la Best Economy Ever in sole quattro settimane. C’è qualche cosa che proprio NON torna, non convince, suona falso.

E aggiungiamo: come può una persona alla quale il Mondo ha affidato responsabilità massime, elevate forse come quelle di nessun altro (Jay Powell) affermare con leggerezza questa settimana in TV che “l’economia americana non ha alcun problema" (lo abbiamo documentato ai Clienti in The Morning Brief durante l’ultima settimana)? La reazione dei mercati finanziari dice esattamente la cosa opposta.

Dichiarazioni come queste suscitano perplessità, ansia e preoccupazione, almeno a noi di Recce’d.

In estrema, e quindi poco esaustiva, sintesi, l’opinione che abbiamo in Recce’d è la seguente: quello che è in corso è un ripensamento ed uno sconvolgimento radicale delle Istituzioni, come quello che seguì alla caduta dell’impero Austro-ungarico nel 1918. Evento che fu poi seguito dall’iperinflazione tedesca del 1921-1923 e dalla la crisi economica USA del 1929-1939.

Non abbiamo il tempo, in questo Post, di approfondire temi di questa ampiezza. Né lo avremo poi nelle settimane che verranno. L’attualità impone a noi come a tutti i gestori professionali con senso di responsabilità di tenere per tutto il tempo tutta l’attenzione su ciò che accade nel mondo della politica, nella società civile, e sui mercati finanziari. Oggi più che mai, è necessario restare con i piedi ben piantati sulla terra.

Sul piano operativo, ci limitiamo a segnalare a tutti i lettori di fare grande attenzione a ciò che accade nel settore immobiliare: un tema che nelle prossime settimane affronteremo nel nostro The Morning Brief. Mentre per le previsioni, ci affidiamo ad una persona che a noi pare equilibrata ed acuta, e che nell’immagine qui sotto ci fa conoscere le sue previsioni. Che in questo caso si riferiscono ad uno specifico settore, ma che noi riteniamo credibili anche se applicate alle economie in generale

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Mercati oggiValter Buffo