Pensieri (alla rinfusa) di Pasquetta

 

Il tema di Recce’d ha deciso di procedere oggi, 13 aprile, alla pubblicazione di un solo Post, il cui contenuto non è ordinato come nostra abitudine, e non è stato analizzato in profondità come nostra abitudine, e non è quindi finalizzato ad un preciso obbiettivo, come da sempre è nostra abitudine.

Abbiamo deciso di consegnare ai lettori una serie di pensieri sparsi, e di spunti di riflessione.

Un “regalo di Pasquetta” che potrebbe aiutare i lettori del sito ad affrontare quella che sarà la Fase 2 della Crisi Finanziaria.

La Fase 1 si è chiusa proprio prima di Pasqua: dopo il puro panico di metà marzo 2020, i mercati hanno tirato un respiro di sollievo ad inizio aprile 2020, visto che … il tetto non ci è ancora caduto sulla testa.

Ma adesso viene il difficile: oppure il bello, a seconda di come siete posizionati con il vostro portafoglio e di quale strategia di investimento state seguendo.

Come detto toccheremo in ordine sparso una serie di temi ed argomenti. A cominciare dall’Italia.

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L’Italia ha affrontato la sfida del COVID-19 in modo non peggiore, e in alcuni casi certamente migliore, rispetto agli altri Paesi Sviluppati. Per questa ragione, è giustificata l’irritazione di chi registra, al di fuori dai nostri confini, atteggiamenti di sufficienza o peggio di derisione nei confronti dell’Italia.

Attenzione però a non commettere l’errore di confondere COVID-19 e debito pubblico. Sono due temi del tutto diversi, anche se leggendo la stampa nazionale sembrerebbero due temi sempre associati.

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La gestione delle nostre Finanza Pubbliche non inizia con il COVID-19. E se da un lato è vero, che a fronte di un fenomeno come l’epidemia COVID-19 è inevitabile un aumento (di breve termine) del debito degli Enti Pubblici, proprio questo momento, il momento della massima emergenza, è il momento perfetto per chiedersi chi e come è stata portata la finanza pubblica ai livelli attuali. Al lettore chiediamo di riflettere ad esempio su un punto: se Draghi invece di assecondare i diversi Governi in carica avesse perseguito una politica diversa, non credete che oggi l’Italia affronterebbe con ben altri margini di manovra la più grave crisi sanitaria degli ultimi 100 anni?

Risulta evidente l’utilizzo del COVID-19 come “colpo di spugna” sul passato: il COVID-19 utilizzato per assolvere tutti. Noi lo giudichiamo un errore gravissimo.

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Aggiungiamo una seconda considerazione sull’Italia, per poi passare ad altri temi. Nella Fase 2 non ci sarà quella sorta di “sentimento nazionale unico” che ha dominato fino a ieri. Come dice il titolo della Stampa, l’idillio della “unità nazionale” era solo un miraggio, e non è mai esistito. Da domani ritorneranno le consuete, e profonde, divisioni nel mondo della politica, e quindi anche nel Governo. Il che renderà ben più difficile fare le cose.

Ora passiamo ad altro.

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Se guardiamo ai mercati finanziari, non c’è alcun dubbio che il dato di fatto di maggiore evidenza, in questo inizio del 2020, è quello citato dal titolo qui sopra: se il crash non fosse arrivato a causa dell’epidemia, sarebbe stato causato da qualche altro evento. Era INEVITABILE.

La ragione? La spiega perfettamente il titolo qui sotto (da Bloomberg).

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Recce’d ne ha scritto così tante volte, ed in modo così tanto chiaro e così approfondito, che non c’è ragione di ripetere qui ciò che tutti possono leggere andando indietro in questo sito.

Se proprio volete essere consolati con qualche riferimento numerico, se proprio vi mancano le “previsioni”, ve lo ripetiamo ancora una volta: basta fare due conti con una matita sul retro di una busta dove stava la bolletta della luce, prima di buttarla via. Non ci vuole un professore, non ci vuole Goldman Sachs, non ci vuole soprattutto un promotore finanziario, o private banker, o family banker. Nessun venditore di Fondi Comuni di Investimento vi farà mai vedere questi numeri che leggete nelle tre immagini che seguono. Fino a che conserva il posto di lavoro, almeno.

A differenza di professori e promotori, di banche globali e Reti italiane, Recce’d ve ne scriveva, ne scriveva ai propri Clienti in The Morning Brief e negli altri documenti riservati, e ne scriveva in pubblico, quando l’indice della Borsa USA stava a 3350 punti, e tutto sembrava già scritto (a molti ma non a noi).

Fa una bella differenza. Fa tutta la differenza. Fa differenza nei risultati dei vostri investimenti in titoli e/o Fondi Comuni.

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E ora dove andremo? Proviamo così: che cosa hanno fatto gli indici di Borsa dopo un primo trimestre negativo come quello che si è chiuso quindici giorni fa?

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Se non vi fidate delle statistiche, ed invece cercate un contributo più analitico e approfondito beh … noi di Recce’d non ve lo regaleremo di certo, ma vi regaliamo invece uno spunto utile per fare un po’ di ordine ed un inizio di lavoro professionale e fondato sui fatti.

Prendete le tre tabelle che seguono, un foglio Xcel, e rispondete a questa domanda: in che misura gli interventi elencati nella tabelle modificheranno i dati per la crescita del PIL, dell’inflazione, del commercio internazionale, del debito, dei profitti delle aziende, nel prossimo semestre? E nei prossimi 12 mesi? E nei prossimi due anni?

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Non vi sentite in grado? Beh, chiedete al promotore finanziario. Al family banker. Chiedete al vostro private banker di fare per voi questo lavoro.

Oppure, continuate così. Continuate ad andare con il gregge senza neppure comprendere ciò che accade nel Mondo intorno a voi. Continuate ad investire sulla base dei nomi dei Fondi Comuni, senza neppure guardare che cosa c’è dentro. E buona fortuna.

Ma torniamo ad argomenti più seri. Torniamo alla fine del primo trimestre 2020.

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In un solo trimestre, tutte quelle brave persone che “avevano guadagnato moltissimo” nel 2019) si sono ritrovati con i prezzi di Borsa del 2016. La cosiddetta perdita, in MIGLIAIA DI MILIARDI DI DOLLARI; la vedete sotto nel grafico.

Ma questa NON è una perdita. Si tratta di ricchezza che NON è mai esistita, quindi nessuno ha perso nulla. Semplicemente, siamo usciti da un sogno. Che però era un incubo. Sorpresa!

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Nessuno poteva prevedere? Davvero? ma non diciamo sciocchezze.

Come hanno reagito gli investitori? Perdendo soldi, in primo luogo. E poi premiando, a crisi ormai già in essere, i cosiddetti “beni rifugio” tradizionali.

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Poi c’è stato il sospiro di sollievo di aprile 2020, e in Borsa l’indice che conta più di tutti, lo S&P 500 di New York, è ritornato a quota 2800: che è la quota alla quale 13 mesi fa i Clienti di Recce’d aprivano le prime posizioni SHORT, poi mediate in modo efficacissimo a luglio-agosto ed infine a fine gennaio. Un’operazione fruttuosa per i portafogli dei nostri Clienti. Questo è ciò che merita la definizione di “gestione di un portafoglio in titoli”.

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Il sospiro di sollievo che tutti avete visto si poggia sulle aspettative di chi dice che una volta superata la fase acuta dell’epidemia l’economia reale tornerà “più bella e più superba che pria!” (come diceva Petrolini).

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Le banche internazionali di investimento puntano tutto su questo scenario, così come fa (per conseguenza) anche il vostro private banker o promotore finanziario o personal banker. Che cosa ne sanno loro? Nulla, zero, zirp. Ma bisogna comunque vendere qualcosa al Cliente finale, no?

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Chi non si “guadagna” le rate dell’auto vendendo Fondi Comuni e altri “prodotti finanziari” privi di valore all’investitore finale (cioè: a voi lettori) può invece esprimere punti di vista più moderati e di maggiore buon senso, come quello che vedete sotto.

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E persino nel settore della Finanza c’è qualcuno che osa esprimere almeno qualche dubbio.

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Noi di Recce’d come la vediamo? la risposta sta nei portafogli, ed in particolare nelle operazioni fatte in marzo (il 12 marzo, il 23 marzo e poi il 30 marzo). Tra i vari spunti, ci pare interessante seguire la dinamica dei settori di Borsa, adesso che la everything bubble è finalmente esplosa e che i mercati finanziari sono tornati (almeno per il momento) a funzionare come veri mercati. Nella tabella la performance dei settori alla Borsa di New York tra il 19 febbraio ed il 23 marzo, per il periodo successivo trovate i dati via Web se la cosa vi interessa.

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Sul piano delle scelte di investimento, e della operatività dei portafogli, il suggerimento di Recce’d ai lettori del Blog è quello di staccarsi dalla strettissima attualità ed alzare lo sguardo. Ci sono quelli che vi dicono che muoversi adesso è un errore, che è necessario resistere all’emotività, che l’ottica di investimento deve essere sempre di medio-lungo termine. Ma hanno ragione, oppure hanno solo paura di perdere le commissioni che il Cliente è costretto a pagare loro?

In varie occasioni, negli ultimi 10 anni, Recce’d ha discusso di questo con i Clienti, ed attraverso il Blog: non sarà difficile recuperare i nostri Post. Il nostro suggerimento operativo funziona come segue:

  1. d’accordo sul non perdere tempo con le oscillazioni giornaliere

  2. ma diffidate di quelli che vi dicono sempre di “stare fermi, che poi tutto si aggiunterà”

  3. in qualche modo si aggiusterà, ed è vero: ma NON sarà nel modo che loro vi indicano

  4. sarebbe totalmente, follemente sbagliato stare fermi: anche se non intendete fare mosse drastiche con i vostri portafogli e sui vostri investimento, è comunque il momento ideale per cambiare il vostro consulente, il vostro interlocutore, la vostra Rete di private banker di riferimento, la vostra Banca. Leggete i dati della tabella qui sotto (Morningstar, disponibile per tutti sul Web) e finalmente fate una scelta libera. Riflettete sul fatto che il COVID-19 c’è da un mese e mezzo, e non da 5 anni. Svegliatevi dal sonno indotto dall’anestesia. Riprendetevi i vostri soldi. Liberatevi di chi con i vostri soldi da almeno 10 anni fa solo danni (ma fa commissioni dal 3% al 5%). Se non lo fate adesso, quando?

  5. E infine liberate la vostra testa da pensieri vecchi e condizionati. Fatela finita con la BCE e la Federal Reserve e il Governo e la Mano Santa che dal cielo risolve ogni problema. Oggi siamo nella condizione che voi tutti vivete non a causa di una tragica epidemia, bensì a causa di un decennio di autentica follia, che ha di fatto esaurito ogni spazio di manovra per reagire ad uno shock esterno. Negli Anni Settanta ed Ottanta, i danno furono causati sì dal rialzo del prezzo del petrolio, ma soprattutto da un sistema economico devastato da politiche sbagliate che creavano rigidità (che a loro volta bloccavano ogni evoluzione). Oggi è lo stesso, anche se il problema non si chiama scala mobile ma Federal Reserve. Non esiste un Dio benevolo che dall’alto vede tutto con anticipo e risolve tutto per il meglio: e ognuno di noi è chiamato a cavarsela da solo. BCE, Federal Reserve, Governi e Fondo Monetario ne sanno tanto quanto noi, non capiscono e non vedono nel futuro: annaspano, si dibattono, reagiscono, brancolano. Come nel caso dell’epidemia, ci salvano medici, infermieri, autisti di ambulanza, poliziotti, pompieri, operatori sociali, dipendenti dei supermercati, autisti di TIR, farmacisti, veterinari ( non un remoto laboratorio in cima alla montagna). Per noi investitori è esattamente la stessa cosa: non sarà un Draghi a salvarci dal caos che quelli come lui hanno generato, e dobbiamo salvarci da soli.

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Mercati oggiValter Buffo