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E' la crisi di fiducia (parte 2)
 

Anticipiamo nuovamente la pubblicazione dei nostri Post, rispetto alla consuetudine, in ragione della possibilità di eventi inattesi durante il weekend 7-8 marzo 2020.

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Anche sulla stampa italiana si è scritto molto di Federal Reserve, durante la settimana.

I fatti, ed i movimenti di mercato, hanno costretto i commentatori ed i media ad un rapido cambiamento di tono. Sono stati messi da parte i tono di esaltazione, le celebrazioni delle Banche Centrali onnipotenti, il bazooka e le altre frasi gonfiate ad aria. Spazio adesso ai dubbi, alle incertezze, alle inquietudini.

Il nostro commento? Nessuno. Ciò che a noi pare rilevante, a questo proposito, lo avevamo già scritto in modo chiaro la settimana scorsa, e vi invitiamo a rileggere quel Post che resta a tutto oggi molto utile per un investitore.

Nulla da aggiungere, quindi: se torniamo su questo argomento è unicamente per il fatto che nel corso della settimana un altissimo dirigente della Federal Reserve ha speso parole di grande importanza e di grande chiarezza proprio sul tema da noi aperto con il Post della settimana scorsa.

Ed è per questo che ve le riportiamo qui sotto. Quale è stato lo shock più forte, di maggiore sostanza, nella settimana appena conclusa?

But the real shock was from Federal Reserve Bank of St. Louis President James Bullard, who admitted central banks are losing their credibility rapidly: "Many central banks have consistently missed their stated inflation targets to the low side for many years... Critically, the central bank has to be able to actually deliver the required." Which means...

"Credibility of central banks, instead of improving over time based on the achievement of stated goals, seems to be eroding instead."

That's quite an admission but 100% correct and this week's carnage after an emergency 50bps rate-cut did nothing to calm fears is a perfect example

Implicazioni operative, in estrema sintesi:

"A world without central banks in control is a scary world indeed. People actually have to actively think about their investments."

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Uno che ne capisce
 

Anticipiamo nuovamente la pubblicazione dei nostri Post, rispetto alla consuetudine, in ragione della possibilità di eventi inattesi durante il weekend 7-8 marzo 2020.

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Nei momenti di confusione, sui mercati come in ogni altro campo della nostra vita, è utile ascoltare ciò che dice uno che ne capisce.

Che poi vuole dire ascoltare chi ha sia l’esperienza sul campo, sia le basi della conoscenza, necessari per decifrare, nei momenti nei quali prevale il caos, ciò che è importante da ciò che è soltanto confusione che genera altro caos.

Noi di Recce’d abbiamo da questo punto di vista riferimenti precisi, e molti ve li abbiamo presentati, nel corso degli ultimi 10 anni, proprio qui nel Blog.

Uno di questi è il gestore Jeff Gundlach, che ha rilasciato nel corso della settimana l’intervista più significativa, tra le poche interviste significative (e decine di migliaia di insulse) che abbiamo ascoltato.

Potete leggere qui sotto una sintesi, che mette in evidenza i passaggi più importanti. Oppure, potete rivedere per intero l’intervista cliccando su questo link.

L’intervista aiuterà i nostri lettori a comprendere perché, mentre questa settimana l’attenzione di tutti i media e di tutti i promotori finanziari era concentrata sugli spettacolati alti-e-bassi di Wall Street, in Recce’d abbiamo speso i giorni e molte ore della notte a … occuparci di altro.

No, non siamo andati a passeggio, e neppure alla Beauty Farm. Abbiamo lavorato per i Clienti.

Ma non sulle Borse: in quel comparto, si è avviato un processo le cui cause e le cui prospettive Recce’d ha ben chiare, e di cui abbiamo anche scritto in numerose occasioni.

Oggi Recce’d si occupa di preparare i propri portafoglio, e quindi quelli dei nostri Clienti, a ciò che verrà dopo i fatti di Borsa di queste settimane.

Abbiamo fatto, e rifatto, e poi ancora rifatto, tutti i conti: le valutazioni, i rendimenti attesi, i rischi in termini di possibilità di calo dei prezzi.

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In particolare, abbiamo cercato di individuare quali categorie di asset, e quali categorie di operatori (e prima di tutto, quali famiglie di Fondi Comuni di investimento) sono destinati a pagare il conto di questo andamento tumultuoso dei mercati finanzia.

Proprio di questo parla Gundlach nell’intervista che vi offriamo. Noi per i Clienti ne scriveremo ogni mattina, la settimana prossima, in The Morning Brief.

"The bond market is rallying because The Fed has reacted the seizure in the corporate bond market - which is not getting enough attention."

That was the sentence that sparked a chin hitting the table moment for anyone watching DoubleLine CEO's Jeff Gundlach being interviewed on CNBC today. Until now, amid all this equity market carnage, various talking heads - who clearly are not 'in' the bond market - have confidently claimed 'yeah, but it's different this time, there's loads of liquidity and credit markets are not showing any signs of pain'... Well that all changed today as the world was told the truth.

Credit spreads have exploded wider in recent days... "the junk bond market is widening out massively..."

Gundlach noted that Powell's background in the private equity world - rather than academic economist land - has meant that his reaction function is driven by problems in the corporate bond market as "this will be problematic for the buyback aspect of the stock market."

The Fed cut rates, he added, "in reaction to even the investment being shutdown for 7 business days."

So the DoubleLine CEO said that Powell "cutting rates was justified" but didn't like the way it was done as it signaled "panic."

The reason for his disdain is clear:

"The Fed in their most recent press conference, took a victory lap, talking about how they had finally reached a stable place in policy and that they could be on hold for the foreseeable future, maybe even the entire world. That we are in a good place. That policy rates were appropriate. And I don't know, I thought it was a little bit of hubris at this time."

And reminds watchers that historically, "when The Fed has cut 50bps in an emergency intra-meeting such as this, they typically cut pretty quickly after once again."

And sure enough the market is already pricing in another 50bps cut at the March meeting...

However, unlike Guggeheim's Scott Minerd - who sees 10Y yields at 25bps - Gundlach believes "we are pretty near the low right now...maybe we get to 80 basis points on the ten year."

Well we are at 85bps now...

However, while his view is that long-rates are starting to floor, he notes that "short rates are definitely going lower. There is absolutely no upward pressure on short rates."

Gundlach agrees with Jim Bianco that short-rates are going back to zero, but stopped short of expectations for negative rates:

"I think Jay Powell understands that negative rates are fatal to global financial system. If we go to negative rates, there will be capital destruction en masse."

But more easing is coming, as Gundlach reflects on those calling for v-shaped recoveries:

"I think it is foolhardy to think anything other than this [pandemic] is going to take a major hit to short-term economic growth."

His perspective on the financial and societal impact of the Covid-19 pandemic is refreshingly honest on CNBC:

"...obviously, the airlines are in free fall for good reason. And small business activity is going to contract. Maybe grocery store sales will go up on a short-term spike. But all other kind of social activity is grinding to a standstill."

Warning that "the two sectors that are just falling knives are financials and transports. And I don't see anything that's going the reverse that until we get through the other side this valley of this sort of travel shutdown."

Finally, Gundlach ends on an even more ominous note:

"...the President and the physicians, on top of this coronavirus situation, and they are saying that they might have a vaccine in like a year, year and a half.

So, nobody knows what is happening here. And so, caution is appropriate."

So no more buy the dip?

As former Dallas Fed President Richard Fisher noted, that means a generation of money-managers are about to losae their security blankets!

And that's why Gundlach is long gold:

"I turned bullish on gold in the summer of 2018 on my Total Return webcast when it was at 1190. And it just seems to me, as I talked about my Just Markets webcast, which is up on DoubleLine.com on a replay, that the dollar is going to get weaker.

And the dollar getting weaker seems to be a policy. And the Fed cutting rates, slashing rates is clearly going to be dollar negative. And that means that gold is going to go higher."

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Il paradosso dell'arciere
 
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Abbiamo anticipato la pubblicazione dei nostri Post, in ragione del fatto che nel weekend potrebbe essere presa qualche iniziativa di emergenza da parte delle Autorità politiche e monetarie.

Mauro Berruto, ex allenatore della Nazionale italiana di pallavolo, e grande appassionato di calcio (e grande tifoso del Torino) ha scritto un anno fa un articolo, a nostro modo di vedere eccellente, sul tema del paradosso dell’arciere: il tema è “come si raggiunge il centro del bersaglio”.

L’incipit dell’articolo lo potete leggere sopra nell’immagine.

Qui sotto, invece Recce’d vi riporta la parte restante del medesimo articolo, articolo che non necessita del nostro commento..

La freccia ci ricorda che al bersaglio ci si avvicina per scatti, momenti in cui apparentemente ci allontaniamo dall'obiettivo, altri in cui ci riallineiamo con ciò che desideriamo. Se non ci fosse la possibilità di andare fuori dalla traiettoria ideale, non ci sarebbero le condizioni per ritornarci, arrivando alla fine a colpire il centro del bersaglio.

Non è forse così in economia, nel mondo del business, dello sport, in politica o nel processo di crescita di un adolescente? Non è forse, il nostro, un adattamento continuo, un ricercare correzioni in una danza che ci fa allontanare, avvicinare, riallontanare, riavvicinare a quello che cerchiamo?

La freccia ci insegna come un complicatissimo algoritmo che mette insieme tecnica, materiali, incidenza del vento e mille altri dettagli, determinerà il suo piantarsi (o meno) nel centro del bersaglio. Certo, si può risolvere l'errore lamentandosi per il troppo vento o per mille altri alibi, ma sarà solo il controllo di tanti particolari che porterà la freccia dove l'arciere voleva che andasse.

Sarà il suo atteggiamento prima del tiro, sfruttando esperienza, sensibilità, conoscenza delle condizioni esterne a fare la differenza. Dopo aver scoccato, infatti, non potrà che guardare la sua freccia volare, per settanta metri. Il successo sarà conseguenza della sua capacità di controllare ciò che è controllabile e di allenare la capacità di reagire in maniera positiva a dei fattori che, invece, controllabili non sono. L'obiettivo sarà centrato se, in mezzo a tutte quelle variabili, l'arciere sarà riuscito a fare bene un gesto, proprio quando è difficile farlo.

Ecco il segreto: il fatto che non tutto sia controllabile è uno dei valori più grandi che ho imparato dallo sport. Ci sono situazioni che non possiamo decidere se si presenteranno oppure no, ma possiamo tuttavia decidere come noi ci comporteremo, qualora si presentassero. Così deve essere anche in questo nostro complicato quotidiano: spesso siamo di fronte a situazioni che noi non abbiamo deciso, ma possiamo decidere in che modo reagire, con il dovere di non restare indifferenti e subirle.

Trasformare l'orrore quotidiano a cui siamo sottoposti (che si tratti di migranti lasciati a morire in mezzo al mare o di clochard a cui qualcuno si bulla di buttare le coperte nella spazzatura) in qualcosa di necessario per risvegliarci dal torpore è l'unica strada, come nel paradosso dell'arciere: qualcosa che ci porta talmente fuori traiettoria da ricordarci della necessità di fare bene tanti piccoli gesti quotidiani.

Prima che sia troppo tardi, prima che il bersaglio venga inesorabilmente mancato e questo orrore si impadronisca definitivamente di noi e del nostro Paese.

Mercati oggiValter Buffo
Come si fanno i soldi nel 2020. E nel 2021, 2022, 2023 (parte 4)
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Abbiamo anticipato la pubblicazione dei nostri Post, in ragione del fatto che nel weekend potrebbe essere presa qualche iniziativa di emergenza da parte delle Autorità politiche e monetarie.

Da qui in avanti il gioco cambia.

Il punto non è più quello di gestire il rischio proteggendo il patrimonio da rischi inattesi ed imprevisti, che sempre si presentano, operando sulla base di una analitica e dettagliata conoscenza dei valori fondamentali.

Lo abbiamo già fatto, abbiamo tenuto ferma la nostra posizione nel tempo, ed abbiamo fatto in quel modo al meglio l’interesse dei nostri Clienti.

Gradualmente, la nostra gestione di portafoglio evolverà in una nuova direzione.

Come Recce’d spiega in questo weekend ai Clienti, nella consueta Lettera al Cliente, il portafoglio dovrà essere gradualmente modificato, e andare a cogliere NUOVE opportunità: quelle che si presentano in un NUOVO scenario, che per molti aspetti è simile a quello dei primi Anni Settanta, di cui noi parlavamo già nel 2017, e che forse qualche lettore ricorderà, e che in ogni caso sarà facile ricostruire sul Web.

Mercati oggiValter Buffo
Coronavirus ed altri virus (parte 8)
 
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Abbiamo anticipato la pubblicazione dei nostri Post, in ragione del fatto che nel weekend potrebbe essere presa qualche iniziativa di emergenza da parte delle Autorità politiche e monetarie.

Quelli tra i lettori che seguono con regolarità il nostro lavoro per il Blog, ricorderanno di avere letto lo scorso 26 gennaio che il coronavirus non è il problema per i mercati finanziari.

Il coronavirus è soltanto un pretesto, come ci racconta l’immagine qui sopra.

Per i mercati finanziari oggi, il problema come noi più e più volte abbiamo segnalato è di … fare pace con sé stessi, uscire dalla fase di delirio, fare scoppiare la bolla, e ritornare alla realtà dei fatti. Come sempre, il miraggio si è rivelato per ciò che era: un miraggio, una visione, una fantasia.

Una ennesima dimostrazione vi viene fornita dal grafico che vedete sotto.

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Nella notte tra venerdì 28 e sabato 29 febbraio (oggi), la Cina ha pubblicato i propri indici PMI. Non vi stiamo segnalando questo dato per la profonda caduta dell’indice.

Delle economie reali, della crescita del PIl, e del quadro macroeconomico generale faremo un’analisi approfondita, in esclusiva per i nostri Clienti, la settimana prossima in The Morning Brief, anche in ragione degli importantissimi dati che vedremo pubblicati.

Ma in questo Post il motivo di interesse del grafico sopra è un altro.

Osservate bene dove stava l’indice cinese PRIMA di coronavirus, a metà gennaio. O meglio ancora a dicembre.

Stava ai livelli minimi dalla Grande Crisi Finanziaria. Tutto teneva su per … un capello. E tutti, tutto il Mondo, lo sapeva.

Però c’è chi non vuol vedere. C’è chi per professione deve “tenere tranquilli i Clienti e non fali vendere” e c’è chi (il Cliente) preferisce farsi cantare sempre e solo dolci ninnananne che lo tengano addormentato.

Tanto, “non succede mai”, vero? Poi, però, succede.

Ed è così che si spiega il titolo che avete letto più sopra: solo così potete comprendere perché una caduta così rapida delle Borse non c’è mai stata prima, nella storia dei mercati finanziari.

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Mercati oggiValter Buffo