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Turbolenza e consulenza: consigli concreti (parte 1)

Non lo facciamo apposta. Non scriviamo con intento polemico (a che scopo poi?) né per denigrare.

Ma veniamo ogni giorno ed ogni ora martellati da un spot: una pubblicità, nella quale (proprio in questa fase di nervosismo sui mercati) una notissima Rete italiana di promotori finanziari che poi è diventata anche banca si fa pubblicità come “consulente”, termine che come già in passato abbiamo spiegato è stato svilito e deprezzato dalle recenti revisioni della normativa di settore, che ha attribuito l’etichetta di “consulente” a tutti, e soprattutto a quelli che fanno attività di vendita e non fanno consulenza.

Ma torniamo allo spot: il fatto curioso, che segnaliamo al lettore investitore, è che lo spot è centrato sulle obbligazioni di Lehman Brothers.

La cosa ci ha stupito, e non poco: Lehman è fallita 10 anni fa, e non è certo un bel ricordo per gli italiani che si erano fidati di quelli che avevano raccontato ai risparmiatori italiani che Lehman era “sicurissima”.

Perché oggi ritirare fuori quel tema? Non è mica un programma televisivo come “L’almanacco del giorno dopo”, ma si tratta di uno spot, sicuramente molto costoso, sicuramente discussi in una serie di riunioni, e sicuramente affidato ad una Agenzia Pubblicitaria. Un processo lungo e costoso.

Recce’d non può spiegare il perché: noi siamo del tutto estranei a quella Rete di vendita di Fondi, come a tutte le altre.

Ma l’insistenza dello spot, che viene propinato ad ogni ora, ci impone di farci qualche domanda. Perché Lehman oggi? E perché quell’accenno alle polizze assicurative?

Noi come detto non lo sappiamo. Possono esserci numerose spiegazioni.

Tra quelle possibili, però, una ci inquieta. Potrebbe (ripetiamo, è solo un’ipotesi) negli ultimi tempi esserci stata una forte spinta sui Clienti di queste Reti, per sottoscrivere polizze assicurative? Potrebbero essere, queste polizze, basate su titoli obbligazionari a lungo e lunghissimo termine? Magari a 30 anni? Magari perpetual che due anni fa andavano di moda?

E quindi: potrebbe esserci, oggi, un problema nei portafogli dei Clienti? E potrebbe essere, lo spot, una mossa che vuole anticipare, prima che il problema diventi di pubblico dominio?

Non lo sappiamo, ma se fosse così, avremmo diritto a saperne qualche cosa di più, per i riflessi che questa situazione di diffuso disagio potrebbe avere sul mercato finanziario, andando a colpire interessi che non sarebbero più di questa o quella Rete di vendita, ma sarebbe di carattere generale, del pubblico.

Riteniamo che il pubblico degli investitori abbia il diritto di NON volere essere difeso e protetto nelle vicende come Lehman Brothers. Ma che abbia invece il diritto di essere difeso e protetto PRIMA di sottoscrivere obbligazioni Lehman e altri “prodotti finanziari ad alto margine”, dove l’alto margine va proprio nelle tasche della Rete di vendita.

Purtroppo, come detto, noi non sappiamo come stanno le cose, né abbiamo diritto a saperlo, a meno che non si tratta di un problema di che va a toccare interessi generali. ma siamo tranquilli che in quel caso Banca d’Italia e CONSOB ci avrebbero già fatto sapere, come sempre in passato …

Un ultimo suggerimento su un tema associato a questo: rileggete il nostro recente Post su Blackrock, e fatevi qualche ulteriore domanda sulla composizione dei vostri portafogli “Selezione di Fondi Comuni”, anche alla luce dell’utile articolo del Financial Times della settimana scorsa da cui abbiamo tratto l’immagine che segue qui sotto.

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Mercati oggiValter Buffo
Consulenza: consigli concreti (parte 7)

A chi vi dicesse che “non sempre i mercati si allineano con i dati fondamentali” da oggi potete rispondere così: “non ogni giorno, ma alla fine … sì, succede sempre”.

Investire è un arte, non una scienza: richiede di sapere mischiare elementi materia come i fatti ad altri elementi, immateriali e volatili, come la psicologia.

Ma è ai fatti, ai dati concreti, che farete bene a guardare in futuro, se non volete perdere altri soldi.

A puro titolo di esempio: parliamo di Europa.

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La Germania in estate si è fermata, e l’Eurozona è in evidente difficoltà (soltanto Draghi non se ne rende conto, ormai).

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Come vedete el grafico, i famigerati indici PMI … arrivano solo adesso, a spiegarcelo.

Ma, se ci mettiamo nella logica della gestione degli investimenti, a che cosa serve parlarne oggi, che il DAX sta a 11 mila punti e quasi quasi viene voglia di comperarlo?

(… l’ultima era ovviamente una battuta, non un suggerimento)

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Mercati oggiValter Buffo
Turbolenza: consigli concreti (parte 6)

Chi segue questo Blog, di sicuro non ha perso il suo tempo.

Potremmo fare moltissimi esempi, ma qui oggi ci riferiamo alla nostra utilissima pagina di ricapitolazione settimanale, che aggiorniamo per il pubblico dei lettori del sito ogni weekend.

Chi la ha seguita ogni settimana, non può non avere notato la nostra insistita referenza ad un “momento Bitcoin” per i mercati finanziari globali.

Che è, esattamente, ciò che oggi leggete qui sotto nell’immagine tratta da Bloomberg.

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Non è solo compiacimento: lo sottolineiamo anche per introdurre un nuovo tema. La grande parte degli investitori, in Italia e nel Mondo, viene convinto dalla tribù dei venditori di Fondi che “nel lungo termine con la Borsa si guadagna sempre”. Frase che, già semplicemente leggendola, rivela quanto è assurda, semplicistica ed infondata.

A questo punto, il venditore o promotore o private banker o come lo volte chiamare (abilmente indottrinato dalla sua Rete e dall’ufficio centrale di marketing) vi farà vedete il grafico dell’indice della Borsa USA.

Noi siamo certi, anzi certissimi, che questi “uffici centrali marketing” saranno costretti, nei prossimi mesi ed anni, almeno a riflettere sul grafico che segue. Un grafico che, molto semplicemente, dice che è il momento di smetterla di raccontare favole ai Clienti.

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Mercati oggiValter Buffo
Turbolenza: consigli concreti (parte 5)

Può succedere che la Federal Reserve decida di muoversi e venire in soccorso ai mercati finanziari.

Può succede che entro la fine del 2018 la Borsa di New York risalga ed arrivi a quota 3000 dell’indice S&P 500.

Tutto è possibile. Ciò detto, è certo che non si tornerà (mai) più indietro. Non si tornerà più all’euforia, perché da oggi tutti ricorderanno che il rischio sui mercati esiste. E va gestito.

Sarà difficile, per le Reti di vendita di Fondi Comuni di Investimento, ricostruire il clima di euforia che ha dominato per 20 mesi.

Sarà impossibile, almeno per un certo tempo, per le banche globali di investimento ricostruire una favola come la “crescita globale sincronizzata” oppure la “Goldilocks economy” che sicuramente anche il vostro Private Banker, promotore finanziario, o cosiddetto “consulente finanziario”, vi ha messo davanti agli occhi per spingervi a mettere più rischio nel portafoglio. Sarà impossibile, per Trump e per ogni altro Governo, convincere il pubblico che il taglio delle tasse sugli utili societari porta la crescita del PIL al 4% annuo. … per sempre.

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Sarà difficile fare dimenticare, all’investitore finale, che sui mercati finanziari le cose cambiano molto rapidamente: cambiano le aspettative, come ad esempio le stime per la crescita futura del PIL (nel grafico qui sopra), oppure le stime per la crescita futura degli utili (nel grafico che segue sotto). Pensate: possono cambiare anche le stime per gli utili di Amazon. Incredibile!!!

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Mercati oggiValter Buffo
Turbolenza: consigli concreti (parte 4)

Da sempre Recce’d suggerisce ai suoi lettori (e mette in pratica per i suoi Clienti) strategie di investimento che servono ad evitare le trappole dei media.

In questo particolare momento, l’attualità offre un esempio concreto.

Nel weekend del 27 e 28 ottobre 2018, tutta la stampa italiana porta ancora in prima pagina la questione della Legge Finanziaria in Italia. Mentre non c’è una sola riga, in prima pagina, sul momento dei mercati finanziari nel Mondo.

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Un gravissimo errore. Tenere lo sguardo sulla “questione 400” per lo spread Italia-Germania vuol dire non comprendere che tutto quel discorso (lo spread, il deficit, Standard and Poor’s) diventerebbe di nessuna importanza se si aprisse una fase di crisi finanziaria globale che si porta dietro un rallentamento marcato della crescita economica.

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Dovrebbe invece risultare chiaro a tutti che le recenti parole di Draghi vanno inquadrate nel quadro complessivo: ovvero, nella lunga serie di obblighi a cui la BCE deve sottostare, in un contesto di crescita in calo, euro più debole, settore bancario in difficoltà (in tutta Europa) e tensioni politiche crescenti (in tutta Europa).

Alla luce di fatti come questi, il dibattito tra M5S e Lega sull’atteggiamento della BCE non può che essere definito strumentale: e lo sanno gli stessi protagonisti, il cui scopo dichiarato, ovviamente, non è quello di ottenere da BCE ciò che la BCE non potrà dare, bensì quello di aumentare il peso politico in Eurozona, dove la BCE oggi è meno popolare delle forze politiche cosiddette “populiste”.

Mercati oggiValter Buffo